Archivio della Categoria 'Alimentazione vegetariana'

Alimentazione ed evoluzione umana

L’entità umana sembra costituita, fondamentalmente, da corpo, mente, coscienza e spirito. Ogni nostra azione è sempre preceduta da un pensiero mai disgiunto dalla coscienza e questa dalla componente spirituale. Se ne deduce che ogni nostra azione, come la scelta di un determinato modo di comportarsi e di alimentarsi, caratterizza l’intelligenza e la sensibilità dell’individuo.

Diceva la nota scrittrice francese, Simone Weil: “La compassione è un miracolo più grande del camminare sulle acque”. E in effetti è la più alta e qualificante espressione del genere umano: è il frutto dell’evoluzione morale, civile e spirituale di un individuo: conquista che si manifesta nella capacità di condividere la condizione dell’altro, in senso lato.

A mano a mano che nell’uomo aumenta l’intelligenza positiva e la sensibilità del cuore apprezza e tutela il valore della vita in tutte le sue manifestazioni. Ai primordi l’uomo limitava il suo interesse a se stesso, successivamente al suo nucleo familiare, poi al suo gruppo, alla sua etnia, fino ad espanderlo a tutti gli essere umani, o quasi. L’evoluzione, in fase successiva, chiama gli esseri umani ad estendere i codici del diritto all’esistenza, alla libertà e alla vita dall’uomo ad ogni essere senziente, comprese le piante, anch’esse dotate di sensibilità e di “voglia” di esistere.

Difficilmente un uomo giusto e sensibile, un mistico, toglierebbe la vita ad un animale per il piacere di mangiare le sue carni. A tal proposito H. D. Thoreau asseriva: “Sono fortemente convinto che cessare di nutrirsi di animali rappresenta un momento imprescindibile nella graduale evoluzione della razza umana”.

Il cibo a cui l’essere umano è istintivamente attratto caratterizza il suo livello evolutivo. Il carnivoro è attratto dalla carne, come l’erbivoro dall’erba e il frugivoro dalla frutta. Un bambino non sarà mai attirato da un pezzo di carne, o di pesce, mentre è spontaneamente attratto dalla frutta. I pasti a base di carne hanno sempre caratterizzato l’alimentazione dei guerrieri, dei duri di cuore, della gente insensibile all’altrui sofferenza. Per contro l’alimentazione da sempre adottata dalle persone sensibili, dai mistici, degli anacoreti, dai grandi filosofi e dagli uomini più illuminati di ogni tempo e paese, era ed è priva di prodotti cruenti.

Una persona messa davanti alla scelta tra due pietanze, l’una a base di frutta, l’altra di carne, se sceglie la prima vuol dire che la sua sensibilità, la sua cultura e la sua coscienza è affine a quel tipo di alimentazione, pacifica e non violenta; allo stesso modo, se sceglie la carne vuol dire che la sua intima natura è più affine ad un pasto cruento e questo caratterizza la sua indifferenza verso la vittima e verso i danni che tale alimentazione può produrre, e di conseguenza qualifica il suo livello etico, culturale e spirituale.

Franco Libero Manco

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Vegetarismo… ultima spes

Quando sai che il 15% della popolazione mondiale dispone dell’85% delle ricchezze naturali e mangia il 60% di tutto il cibo prodotto, mentre 50 milioni di persone (quanto le vittime della Seconda Guerra Mondiale) ogni anno muoiono di fame e di miseria e non ti ribelli a questa abissale ingiustizia, tu non sei un uomo.

Quando sai che nel mondo un miliardo e mezzo di persone percepiscono in un mese il salario di un giorno dell’ultimo manuale in Occidente, mentre ogni mucca riceve dalla comunità europea un sussidio di 2,5 dollari al giorno (il doppio di quanto dispone il 75% degli africani) e dici, “Che ci posso fare”, tu non sei un uomo.

Quando sai che tutte le malattie del mondo potrebbero essere debellate con la somma che il mondo spende in un solo giorno in armamenti militari (150 milioni di euro al minuto); che un sottomarino atomico costa quanto 4000 ambulatori medici; che i soldi spesi ogni anno solo negli Usa per curare le patologie e i danni causati da eccessi alimentari basterebbero ad eliminare la fame nel mondo e non ti senti sprofondare dalla vergogna, tu non sei un uomo.

Quando sai che il Sud per pagare i suoi debiti versa ogni anno 12.000 miliardi di dollari nelle casse dei paesi ricchi e che il 40% di tutte le importazioni agricole negli Usa destinati agli animali d’allevamento vengono dai paesi sottosviluppati e credi che sono cose che non ti riguardano, tu non sei un uomo.

Quando sai che milioni di tonnellate di eccedenze alimentari vengono distrutti, che centinaia di migliaia di capi di bestiame vengono inceneriti e che tonnellate di latte viene versato sulla strada per equilibrare i prezzi tra offerta e consumo, mentre 7 madri su 10 nel Terzo Mondo vedranno i loro bambini morire prima che abbiano compiuto 15 anni e il tuo cuore non si spacca dal dolore e dalla rabbia; tu non sei un uomo.

Quando sai che 170 miliardi di animali ogni anno vengono allevati in modo infernale e uccisi per imbandire le tavole degli umani, che i cereali utilizzati per produrre un solo kg della carne che mangi sarebbero sufficienti a sfamare 40 bambini e non senti di ribellarti a questa spaventosa follia collettiva, tu non sei un uomo.

Quando sai che 40 mila bambini muoiono ogni giorno (8 milioni ogni anno) per mancanza di acqua potabile mentre tu sprechi 100.000 litri di acqua mangiando un solo chilo di carne di manzo; quando sai che 1000 bambini solo in Italia vengono uccisi ogni giorno con l’aborto e hai ancora il coraggio di guardarti allo specchio, tu non sei un uomo.

Quando sai che nel mondo ogni anno 300 milioni gli animali vengono torturati e uccisi con la vivisezione (l’86% senza alcuna anestesia), e ti limiti a dire “poveretti”, tu non sei un uomo.

Se sei un uomo non ti nascondere dietro i tuoi falsi pregiudizi:

levati i tappi dalle orecchie, la benda sugli occhi, la corazza sul cuore.

E’ troppo comodo, troppo ipocrita limitarsi al lamento, alla critica, alla protesta.

E’ troppo comodo aspettare che siano gli altri a realizzare un mondo migliore.

Franco Libero Manco

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Aumenta la durata della vita… o della sofferenza?

Nella prima metà del 900 l’età media della donna era di 43 anni, quella dell’uomo di circa 42. Oggi la vita media, sia della donna che dell’uomo, si può dire sia raddoppiata. Ma l’ EUROSTAT e la CIA, sostengono che negli ultimi anni la nostra aspettativa di vita va accorciandosi.

Nei secoli passati un bambino su tre moriva prima di un anno di vita. Alla fine dell’800 in Italia il 38% circa dei bambini moriva prima dei 5 anni, dal 1950 in poi la mortalità scende progressivamente dal 10 per cento al 3 per mille attuali.

Uno dei punti fermi a sostegno dei benefici della medicina convenzionale, a cui fa riferimento molta gente, è che nonostante i danni collaterali delle medicine di sintesi, nonostante gli alimenti, l’aria, l’acqua inquinati, la vita media è aumentata, e naturalmente i meriti vengono attribuiti alla medicina che con i suoi farmaci ha contribuito a questo lusinghiero traguardo.

In realtà nel fare il confronto dei dati tra la vita media attuale quella dei secoli passati si esclude l’altissima mortalità infantile, la morte per parto, le guerre, l’estrema fatica cui era sottoposta la gente, la poca igiene e la scarsa alimentazione: se nel paragone si escludessero questi fattori si capirebbe che se le generazioni passate avessero avuto gli agi ed il benessere delle generazioni attuali, cioè cibo in abbondanza, poche ore di lavoro giornaliero, igiene, assenza di mortalità per guerre, assenza quasi del tutto di mortalità per parto e di mortalità infantile ecc. la loro vita media sarebbe stata sicuramente più lunga della nostra.

Sino a pochi decenni fa chi sopravviveva alle dure condizioni di vita era di gran lunga più forte e robusto degli anziani contemporanei. I nostri nonni lavoravano i campi fino a tarda età per 10-12 ore al giorno, e chi sa cosa significa zappare la terra può rendersi conto della forza e dell’energia necessaria. Qualunque palestrato oggi credo non sarebbe in grado di zappare o spaccare la legna solo per un’ora. Gente che durante la giornata lavorativa mangiava pane, olive e fichi secchi e la sera a cena, quelli più fortunati, legumi e verdure di campo. A 70 anni erano curvi e scarniti ma duri come l’acciaio.

In sostanza è vero che attualmente la vita degli individui è aumentata rispetto soltanto a 50 anni fa, ma è aumentata la lunghezza della vecchiaia non la loro salute e passano gli ultimi venti anni della vita tra terapie e analisi di ogni genere facendo la spola tra un ospedale ed una clinica. La medicina attuale, (improntata a intervenire sugli effetti non sulle cause) conosce tutto della malattia ma poco o niente della salute; lo scopo non è tanto guarire la persona ma curarla, il più a lungo possibile, il che non è affatto la stessa cosa.

Franco Libero Manco

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Vegani… a chiare lettere

C’è chi si definisce vegan senza avere le “carte in regola” per esserlo. Ed in effetti, come detto nel mio libro “Codice Vegan”, credo sia la scelta più dura e innovativa cui possa aderire l’essere umano. Personalmente credo che vegan sia l’unica filosofia di vita che coinvolge l’individuo in tutta la sua interezza fisica, mentale, emozionale e spirituale; la sola in grado di dare alla persona il vero benessere attraverso il rinnovamento del pensiero e la sensibilità del cuore, la responsabilità personale verso se stessi e verso il destino collettivo: insomma, la più grande rivoluzione culturale, sociale ed esistenziale. Nella sua essenza la cultura vegan non è unidirezionale, settoriale, di parte e quindi limitata nel suo orizzonte, ma assorbe sfericamente la dimensione spirituale, religiosa e filosofica del pensiero universale dei Grandi della terra inglobando nei suoi principi non solo l’uomo ma ogni essere vivente.

Si è vegani per diversi motivi: come raggi della stessa ruota si arriva al veganesimo da direzioni diverse. E così, a seconda della propria aspirazione, della propria sensibilità e del pensiero personale, si sceglie di essere vegan per condivisione della condizione delle vittime, gli animali, e non essere complice della loro sofferenza e morte; chi per motivi salutistici, chi religiosi, chi ambientali, chi economici, chi filosofici, chi antropologici ecc. ma il vero vegan è solo chi fa suoi e incarna tutti gli aspetti che caratterizzano questo sistema di vita, diversamente si è vegan solo per tendenza.

Il soggetto vegan è chiamato ad essere soprattutto informato e a mettere in pratica i principi dell’igienismo e così evitare di alimentarsi in modo scorretto, con le conseguenze che ne derivano, dando cattiva immagine del Movimento. Ma soprattutto è la rivoluzione del cuore, della coscienza, dello spirito, ne consegue che il vegan solo per motivi salutistici non può definirsi vegano: “Non mangio la carne perché fa male, se facesse bene la mangerei”. In sostanza solo chi è universalista è vero vegan, perché solo in questa visione delle cose si incarnano tutti i principi che caratterizzano questa scelta.

Le aspirazioni profonde della natura vegan sono sicuramente quelle della felicità personale e il bene di tutte le cose. Su questo assunto rifiuta la malattia, la violenza tra gli esseri umani e sugli animali, l’ignoranza, la miseria e la fame nel mondo, l’inquinamento, la distruzione dell’ambiente. Se il soggetto ambisce al benessere personale, e quindi alla felicità, essere vegan è condizione imprescindibile attraverso un’alimentazione conforme alla nostra natura di esseri fruttariani. Se rifiuta la violenza e la guerra accettare l’esistenza dei mattatoi e l’idea che un animale subisca violenza e morte per il piacere della sua gola è come se un piromane dichiarasse di amare la natura. Il vegano cerca la gentilezza del cuore da parte della gente, la compassione la difesa del più debole, rispetta e tutela la Vita in tutte le sue espressioni; valorizza le differenze formali e sostanziali componenti la Creazione; è pacifista, rifiuta ogni forma di violenza sull’uomo, sull’animale, sulla natura; è proiettato verso il sincretismo delle grandi culture e verso il superamento delle barriere ideologiche, razziali, politiche, religiose; non ha una patria perché la patria per lui è il mondo intero; non ha un colore perché tutti i colori hanno per lui la medesima bellezza; è sensibile, buono, giusto, compassionevole, lungimirante, responsabile; vive la cultura delle cause, del senso critico costruttivo. Naturalmente si arriva per gradi in cima alla scalinata e la velocità del passo dipende dalla consapevolezza maturata: prima si arriva e prima si smette di fa del bene a se stessi, agli animali e alla natura.

Ecco perché è così difficile essere un vero vegan.

Franco Libero Manco

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Antichi ebrei vegetariani – Gli Esseni, la loro storia e filosofia di vita

Al tempo di Gesù la Palestina pullulava di movimenti e sette religiose. Tra queste gli Esseni, un movimento spirituale di derivazione ebraica tra i più conformi ai dettami della legge dei grandi profeti. La loro presenza storica va dal 2° sec. a.C. al 1° secolo d.C. La scomparsa degli Esseni resta un mistero. Ci fu una qualche osmosi tra gli Esseni e il cristianesimo primitivo. Molti divennero cristiani col nome di Ebioniti e Nazorei. S. Epifanio dice che gli Esseni erano vegetariani ed Egisippo dice che Pietro essendo Nazireo era di conseguenza vegetariano come Giovanni, Giacomo e Stefano.

Filone scrive: “Sono votati interamente al servizio di Dio e non sacrificano animali”. Simone, prima di essere discepolo di Gesù, era discepolo di un certo Dositeo che era Esseno. Pare che Giovanni Battista abbia avuto contatti con gli Esseni e che lo stesso Giovanni evangelista prima di essere discepolo di Gesù sia stato discepolo di Giovanni Battista. Plinio il Vecchio chiama questo popolo silenzioso e mirabile.
Si presume che gli Esseni fossero circa 4000. La loro filosofia è riportata oltre che da molti cronisti del tempo anche nei famosi manoscritti, in paleoebraico ed aramaico, composti da 800 rotoli e 15.000 frammenti, prodotti tra il170 a.C. ed il 60 d.C. trovati nel 1947 in 30 grotte a Qumran nei pressi del Mar Morto, quartiere esseno sul Sion dove Gesù celebrò l’Ultima Cena. Gli Esseni vivevano, pensavano, pregavano ed operavano allo stesso modo di Gesù per questo è plausibile pensare che Gesù abbia seguito o abbia risentito di questo movimento. Alcuni Padri della Chiesa Latina e Greca affermavano che Gesù, come tutti gli uomini spirituali del tempo, si astenevano dal mangiare carne. C’è una profonda analogia tra il pensiero di Gesù con quello degli Esseni, e se questi erano vegetariani è ragionevole supporre che anche Gesù lo fosse, anche perché diversamente gli Esseni incarnerebbero un sentimento di rispetto, carità e compassione più elevato di quello di Gesù che limita tale sentimento ai soli membri della specie umana.

Nel “Vangelo degli Esseni” vi sono molte similitudini con i Vangeli canonici: “L’amore è paziente, gentile, tutto sopporta, l’amore è più forte della morte…” Le tre grandi virtù dell’uomo: la fede, la speranza e l’amore, ma l’amore è la più grande di tutte. “Se uno dice “amo il Padre Celeste ma odio mio fratello” è un bugiardo: se non ama suo fratello che vede come potrà amare il Padre Celeste che non vede”? Altre analogie con lo spirito dei Vangeli: la santificazione dei pensieri, la povertà, l’abbandono in Dio.
Per gli Esseni essere benevoli verso gli animali era una regola di vita. Significativo era il giuramento che l’adepto doveva pronunciare: “Giuro di adorare ed onorare Iddio, di serbare giustizia e carità alle sue creature, di non nuocere a nessuno…”

Furono il primo popolo che condannò la schiavitù. Non mangiavano carne né bevevano liquidi fermentati. Suonavano vari strumenti musicali. Giuseppe Flavio dice che erano longevi, che i più di essi superava i 100 anni e che a motivo della loro semplicità di vita godevano di ottima forza ed una notevole resistenza alle fatiche. Professavano la carità verso gli indigenti. Erano guaritori, esorcisti per imposizione delle mani. Si chiamavano i poveri in spirito, misericordiosi. La loro casa era aperta a tutti.

Edmond Bordeaux Szekerly, professore di filosofia e psicologia Sperimentale in Francia, sosteneva che Gesù fosse un membro della setta essena. Fondatore nel 1928 della Società Biogenica internazionale, con l’aiuto di Monsignor Mercati ebbe accesso agli archivi segreti del Vaticano, nonché agli archivi del monastero benedettino di Montecassino, scopre antichi manoscritti originali ed inalterati che traduce dall’aramaico e assembla in “Il vangelo di pace di Gesù”, “I libri esseni sconosciuti”, “I rotoli dispersi della comunità essena”, “L’insegnamento degli eletti”.

Pitagora può essere considerato il fondatore dell’ordine degli esseni. Gli esseni infatti venivano chiamati neopitagorici e incarnavano le regole del grande filosofo. In sostanza si può dire che pitagorismo, essenismo e cristianesimo costituiscano diverse fasi di un unico movimento.

Franco Libero Manco

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Commento di Ferdinando Renzetti:

“C’è parecchia letteratura sugli esseni e l’articolo di franco libero manco mi lascia perplesso soprattutto sull’ipotesi di Pitagora esseno che potrebbe anche essere anche se secondo alcune storie gli esseni sono fuggiti dall’Egitto assieme a Mosè ecco allora da chi ha appreso la loro scienza Pitagora in Egitto? è stata conservata e tramandata oppure non tutti gli esseni sono fuggiti con Mosè. mi è piaciuto un tuo articolo di tempo fa dove raccontavi di come gli esseni hanno inventato il cristianesimo solo che non riesco a trovarlo, ti ricordi dov’è…”

Mia rispostina: “Caro Fernando degli Esseni ne ho parlato in diversi articoli non so a quale specificatamente ti riferisci. Gli Esseni che vivevano in strettissima simbiosi con la natura e con i suoi aspetti magici, avendo essi sviluppato anche la capacità di trarre il loro nutrimento dal deserto, un grande miracolo questo considerando che erano persino vegetariani… Il rispetto e l’adorazione della natura, definito dalla chiesa cattolica (un po’ dispregiativamente) “panteismo” è uno degli stimoli da sempre presenti nell’uomo, tra l’altro questo sentimento panteista è alla base dell’exursus evolutiv http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2013/11/esseni-vegetariani-protocristiani.html

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