Archivio della Categoria 'Alimentazione vegetariana'

Rete vegetariana di preghiera per gli animali sofferenti

Pregiera animalista

Carissimi, contro lo sfruttamento, la sistematica uccisione degli animali, nostri fratelli di viaggio, vittime innocenti dell’ egoismo e della violenza umana, la nostra impotenza ad aiutarli è dolorosamente schiacciante.

Però abbiamo un’arma potentissima che possiamo usare in questa ìmpari lotta: L’ENERGIA DELLE ONDE PENSIERO (che io stesso ho potuto sperimentare in molte circostanze con risultati sorprendenti) i cui effetti sono stati dimostrati anche a livello sperimentale.

Per questo abbiamo deciso di organizzare una CATENA DI ENERGIA SPIRITUALE tra tutte le persone che credono nell’efficacia della preghiera e che vogliono aiutare gli animali. Questo progetto, che ha avuto inizio il 4 ottobre del 2001, giorno di S. Francesco, si ripete il 4 di ogni mese a tempo indefinito.

L’impegno consiste nel collegarsi mentalmente con tutti coloro che nello stesso momento sono impegnati nel medesimo obiettivo inviando il proprio sostegno spirituale a tutti gli animali del mondo che in quel momento stanno soffrendo a causa della privazione della libertà, della fame, della sete, delle ferite; che stanno agonizzando nei mattatoi, negli istituti di sperimentazione, nelle reti dei pescatori, nei boschi, che stanno soffrendo negli allevamenti intensivi, nelle arene, nei circhi, negli zoo o a causa di qualunque altra violenza fisica, mentale od emotiva.

Pensiamo di suddividerci in gruppi con l’impegno di un’ora in modo da coprire l’intera giornata bilanciando le forze disponibili. Per questo è necessario che coloro che intendono far parte di questa RETE DI ONDE PENSIERO A BENEFICIO DEGLI ANIMALI SOFFERENTI mi comunichino la propria disponibilità (indicando l’ora che intendono coprire) al mio indirizzo di posta elettronica: francolibero.manco@fastwebnet.it oppure telefonandomi direttamente allo 06.7022863 – 333 9633050.

Se potete cercate di coinvolgere altre persone in questo progetto. L’unione fa la forza, specialmente nel campo mentale-energetico-spirituale.

Confido nella partecipazione degli aderenti al Movimento dell’Amore Universale, degli animalisti e di tutti coloro che hanno a cuore il bene di ogni essere vivente e sperano in un mondo migliore.

Franco Libero Manco

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Terrorismo e decapitazioni – Tutto inizia in macelleria e dalla consuetudine di uccidere e mangiare la carne degli animali

Macellazione islamica

Abbiamo visto in TV l’immagine di un uomo inginocchiato che sa che tra pochi istanti sarà decapitato da un suo simile. Ciò è agghiacciante, sconvolge e fa capire quanto sia ancora lontana l’umanità da una cultura di pace. Ma noi che mangiamo o abbiamo mangiato la carne non ci siamo forse macchiati dello stesso delitto quando abbiamo delegato il macellaio ad uccidere allo stesso modo un vitellino, un agnellino, un coniglio o un pollo? (Franco Libero Manco)

Pensieri di Vegetariani illustri:

Dr. Richard Lehne, anatomista: “L’anatomia comparata prova che la dentatura umana è totalmente frugivora e ciò è confermato dalla paleozoologia con documenti vecchi milioni di anni”.

Carolus Linnaeus (1707-1778), celebre botanico: “La frutta è il cibo più adatto alla bocca, allo stomaco, alle stesse mani dell’uomo, disegnate appositamente per raccogliere e mangiare frutta. E anche se il genere umano ad un certo punto della sua storia acquisì abitudini onnivore, millenni di onnivorismo non hanno cambiato di una virgola anatomia e la fisiologia del suo corpo”.

Girolamo Savonarola, celebre frate domenicano vegetariano: “I veri onnivori e i veri carnivori, quando sono affamati, sono attratti istintivamente da animali e carogne che interpretano come cibo immediato. Questo non accade mai all’uomo. Il ribrezzo che ogni uomo normale e sano prova alla vista del sangue e di un cadavere è la prova della sua natura non carnivora”.

Georges Cuvier (1769-1832), fondatore dell’anatomia comparata, naturalista francese, anatomista e geologo. Fu professore presso la Scuola e il Museo di Francia, Segretario dell’Accademia delle Scienze e Cancelliere dell’Università. Creò la teoria dell’Anatomia Comparata e della Paleontologia. Grazie ai suoi studi abbiamo potuto ricostruire specie per specie quelle scomparse. Cuvier ricevette i titoli di Barone, Grande Ufficiale della Legion d’Onore; fu onorato da Napoleone primo, Luigi XVIII e Luigi Filippo. Cuvier dichiarò nella sua opera Lezioni di Anatomia Comparata che: L’Anatomia comparata ci insegna che in ogni dettaglio l’uomo somiglia agli animali frugivori e per niente ai carnivori … Solo camuffando la carne morta, resa più tenera da tecniche culinarie, è possibile per l’uomo masticarla e digerirla, solo così la vista di carni crude e sanguinolente non suscita orrore e disgusto. L’uomo sembra fatto per nutrirsi principalmente di frutta, radici e altre parti succulente (ricche di acqua) dei vegetali. Le sue mani gli consentono facilemente di cogliere tutto ciò; d’altro canto, le sue mascelle corte e di forza media, i suoi canini uguali (di pari lunghezza) agli altri denti e i suoi molari a forma di tubero, non gli permetterebbero né di brucare l’erba, né di divorare la carne, a meno che non renda qusti cibi commestibili attraverso la cottura.

Richard Owen (1804-1892) naturalista inglese: A) Gli antropoidi e tutti i quadrumani ricavano la loro alimentazione dai frutti, dai semi e da altre succose sostanze vegetali e la stretta analogia fra la struttura degli animali e quella dell’uomo dimostra palesemente il loro frugivorismo naturale. B) Le scimmie, la cui dentizione è pressoché uguale a quella dell’uomo, vivono principalmente di frutta, noci ed altre varietà simili per consistenza, sapore e valore nutritivo elaborate dal mondo vegetale. La somiglianza profonda fra i denti dei quadrumani e quelli degli uomini dimostra che l’uomo era in origine adatto a mangiare i frutti degli alberi nel Paradiso.

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Uno Mattina, vegani e Calabrese contro

Calabrese disinformato in TV

Martedì 10 settembre verso le ore 10 nella trasmissione televisiva “Uno mattina” su Rai 1, si parlava dei vegan in aumento in Italia e nel mondo. Oltre ad una bella ospite vegan (ma poco informata sull’argomento: una sorta di estemporanea tra uno sparviero e una colomba) il solito prof. Calabrese incaricato di difendere la popolazione carnivora avvisando dei rischi che corrono coloro che adottano un’alimentazione vegan. Tra le altre inesattezze, in contrasto con le più aggiornate ricerche in campo alimentare, facendo riferimento alle proteine della carne (considerate nobili secondo una visione medioevale) affermava che non è possibile utilizzare dell’acqua come carburante per una Ferrari lasciando, intendere che l’alimentazione di noi vegani nella sostanza è paragonabile all’acqua.

Poi ribadisce il solito avvilente concetto che i vegetariani in qualche modo si salvano ma i vegani avranno carenze di proteine complete, di ferro eme (quello di derivazione animale) e della famigerata vitamina B12.

Ora la mia domanda è: come spiega il prof. Calabrese il fatto che i vegani godano di una salute eccellente, migliore di coloro che mangiano la carne? Come spiega che gli animali erbivori, mangiando solo erba, riescano a costruire le loro possenti masse muscolari? Da dove traggono le cosiddette proteine nobili dotate di tutti gli aminoacidi essenziali? Come fa la mucca, mangiando solo erba, a produrre enormi quantità di latte?

Conosco un numero enorme di vegani ma nessuno con carenze di tale vitamina, carenza che può manifesti solo dopo anni di rigoroso regime alimentare. I vegani sanno che mangiando nella maniera consigliata dal prof. Calabrese una persona su due ha buone probabilità di morire di infarto, una su tre di ictus, una su sei di cancro alla prostata, una su sette di cancro al seno e che è molto meglio, più semplice e salutare integrare la nostra dieta con una semplicissima pasticchina settimanale, senza incorrere agli effetti collaterali della carne.

Ormai lo sanno pure le pietre (forse eccetto il prof. Calabrese) che il ferro eme è adatto agli animali predatori e che negli esseri umani aumenta notevolmente la probabilità di malattie cardiache; che il ferro non eme è caratteristica di eccellenza non un difetto, perché viene assorbito nei tempi e nei modi previsti dalla natura per il nostro organismo di animali frugivori, come ultimamente riportato sul Journal of Nutrition che dice: Il ferro che si trova nella carne può aumentare il rischio di malattie cardiache. I ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da 21 studi internazionali, che comprendevano 292.454 partecipanti, per una media di 10 anni. I risultati hanno mostrato che il ferro-eme ha aumentato il rischio di malattie cardiache del 57%. Al contrario, scrivono i ricercatori, il ferro non-eme (quello contenuto nelle verdure) non ha mostrato alcuna relazione col rischio di mortalità per malattie cardiache. “L’associazione tra ferro eme e il rischio di malattia coronarica può essere piegata con l’elevata biodisponibilità del ferro eme e il suo ruolo come fonte primaria di ferro nei partecipanti. Il ferro eme viene assorbito a una velocità molto maggiore rispetto al ferro non eme: il 37% contro il 5%. Una volta assorbito, può contribuire quale catalizzatore nell’ossidazione delle LDL, causando un’infiammazione dannosa a carico dei tessuti, che è un potenziale fattore di rischio per la malattia coronarica”.

Come è possibile che il prof. Calabrese non sia al corrente di questi dati? Come è possibile che la televisione di Stato consulti nutrizionisti che danno interpretazioni personali in contrasto con gli studi più aggiornati in fatto di nutrizione che da decenni affermano che la carne non solo non è necessaria ma che è altamente nociva per la salute?
Considerato che è in gioco la salute ed anche la vita delle persone, perché alla carne sono imputabili le peggiori patologie moderne, invogliare la gente a consumare tale prodotto significa rendersi responsabili di cattiva e nociva informazione.

Intanto invitiamo i vegetariani e vegani di non sintonizzarsi sui canali Rai fino a quando i Dirigenti Rai non provvederanno a sostituire il prof. Calabrese con altro nutrizionista più responsabile ed informato, diversamente il Movimento Vegan organizzerà una manifestazione di protesta presso la sede centrale di viale Mazzini.

Franco Libero Manco

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Commento di Marco Bracci: “Dice Franco; “Come è possibile che Uno Mattina…..”

Eccone il motivo, essendo la Stampa, la TV e la Radio soggette ai voleri della Chiesa. Quanto segue è tratto dal Catechismo cattolico, una vera e propria opera d’arte diabolica:
art. 2416 Gli animali sono creature di Dio. Egli li circonda della sua provvida cura. Con la loro semplice esistenza lo benedicono e gli rendono gloria. Anche gli uomini devono essere benevoli verso di loro. Ci si ricorderà con quale delicatezza i santi, come san Francesco d’Assisi o san Filippo Neri, trattassero gli animali (preambolo di rito che prelude all’ipocrisia che segue-ndr).

art. 2417 Dio ha consegnato gli animali a colui che egli ha creato a sua immagine. È dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti. Possono essere addomesticati, perché aiutino l’uomo nei suoi lavori e anche a ricrearsi negli svaghi (da qui le corride, le colombe di Orvieto, il Palio di Siena e milioni di altre ricreazioni, fra cui la caccia).
Le sperimentazioni mediche e scientifiche sugli animali sono pratiche moralmente accettabili, se rimangono entro limiti ragionevoli (ipocrisia all’ennesima potenza-ndr) e contribuiscono a curare o salvare vite umane.

art. 2418 È contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita (altra ipocrisia pura, visto che prima si autorizza, per non dire si impone, l’utilizzo utilitaristico e ludico-ndr). È pure indegno dell’uomo spendere per gli animali somme che andrebbero destinate, prioritariamente, a sollevare la miseria degli uomini (quali uomini, quelli con la tonaca nera tramite l’8×1000 e le elemosine?-ndr). Si possono amare gli animali; ma non si devono far oggetto di quell’affetto che è dovuto soltanto alle persone (infatti i missionari cattolici hanno colonizzato Africa, Americhe, Asia e ogni terra emersa, ammazzando e torturando, figuriamoci se hanno rispetto degli animali-ndr)”

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Crudismo, sufi e sufismo – Una breve introduzione

Sufi

Il temine Sufi deriva dalla parola greca Sofia e dalla parola araba Saf, che vuol dire, saggezza, purezza: una saggezza del cuore non mentale ma spirituale. Una corrente di pensiero in armonia tra buddismo e induismo che unisce l’oriente all’occidente, le origini si perdono nella notte dei tempi, ma lo sviluppo maggiore si ebbe tra il 12° e il 14° secolo.

La filosofia sufi integra tutti gli esseri in un unico essere, la cui evoluzione morale si manifesta in tre aspetti fondamentali: reciprocità, buone azioni, e rinuncia. Il punto di partenza è l’essenza e la similarità di tutte le religioni e l’unità degli ideali religiosi.

Guardare le cose da due punti di vista: il proprio e quello degli altri. Si vede in ogni manifestazione della vita la presenza del divino: amore per la natura, essere in armonia con se stessi e con gli altri, percepire la bellezza visibile e invisibile presente in tutte le cose.

Il sufismo è un culto universale, celebra l’unità nella diversità. Durante i rituali si accendono 7 candele rappresentanti le 7 grandi religioni: la settima per le religioni non note. Nell’’ambito del culto vengono letti brani dei libri di ogni tradizione religiosa che evidenzia la l’analogia dell’unico messaggio , dei contenuti morali e l’invito all’auto perfezionamento.

L’alimentazione di questi asceti era rigorosissima, quasi sempre fruttariana, eccezionalmente vegan. In questo ascetismo importante è la componente etica, cioè l’estremo rispetto per qualunque essere vivente. Si racconta che il sufi Abu Yazid tornò indietro da un lungo viaggio perché in un pacchetto di semi di cardamomo, che aveva portato con se, aveva trovato delle formiche: era urgente riportarle al formicaio, e così fece. Il mistico arabo Mis’aribn Kidam disse: “Un uomo che si accontenta di mangiare vegetali non sarà mai ridotto in schiavitù”.

Franco Libero Manco

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Educare alla pace – “Per eliminare le guerre cominciamo col chiudere i mattatoi”

Marinella Correggia con il suo libro Cucinare in Pace

Dire no ad un male serve a poco se non si combattono le cause che lo generano. La guerra, come la malattia, non è la causa ma l’effetto di un male profondo e diffuso: è la sommatoria delle singole disarmonie che ognuno alimenta con il suo personale egoismo.
Si dice che la guerra germoglia sul terreno dell’ingiustizia, della disperazione, della miseria, ed è vero, ma non è solo questo. I popoli del benessere non hanno eliminato dalla loro realtà sociale la violenza ed il crimine.
Se per assurdo ogni essere umano avesse domani da che vivere da nababbo un giorno dopo l’umanità sarebbe nella medesima situazione di oggi, perché è la coscienza degli uomini che è malata e se non si interviene sulla sfera morale dei cittadini attraverso programmi di formazione, gli uomini resteranno profondamente insaziabili e sempre capaci di commettere delitti. Un animale affamato uccide la sua preda per nutrirsi, perché da questo dipende la sua vita, ma una volta saziato non ha più motivo di essere aggressivo. Non è così, purtroppo, per gli esseri umani, a meno che non siano educati fin dall’infanzia alla giustizia e al rifiuto incondizionato della violenza.
A parte sporadici pazzi criminali e venditori di armi, nessuno vuole la guerra. Il 99% dell’umanità non vuole la guerra. Nessun individuo saggio ed equilibrato può volere questo male, il peggiore in assoluto. Eppure la terra è disseminata di guerre perché nel corso della storia non c’è mai stata la vera volontà politica di educare la gente alla fratellanza universale, all’aiuto reciproco, alla condivisione, al dialogo: non conviene ai potenti che sia abolita la legge del più forte.
E’ vero che quando un feroce dittatore non vuole sentire la voce della ragione è necessario impedirgli di nuocere per cercare di scongiurare mali peggiori, ma la soluzione non deve mai, in alcun modo, coinvolgere gli innocenti. E’ altrettanto vero che anche in una ipotetica dimensione paradisiaca ci saranno sempre schegge impazzite: ma se le popolazioni fossero educate ai principi del diritto e della vera democrazia, la scelta dei capi cadrebbe su individui capaci di operare per l’esclusivo bene loro popolo, non per le loro capacità strategiche, economiche o politiche.
L’aspetto più pericoloso sta nel meccanismo innescato del benessere economico al quale le popolazioni abbienti non intendono rinunciare, anche a costo di improvvisarsi predatori a danno dei più deboli.
La sola speranza per il genere umano di abolire la violenza, le ingiustizie e la guerra è di educare le popolazioni ai valori fondamentali della vita. Finché ogni Stato non s’impegnerà a curare la formazione morale dei suoi cittadini, per dare specialmente alle nuove generazioni una mentalità di pace, di giustizia, di condivisione, di valorizzazione delle differenze culturali, di rispetto, di onestà non sarà possibile realizzare un mondo senza guerre. E’ un illuso chi crede che la guerra possa essere abolita senza prima cambiare la coscienza degli uomini.
La cultura della pace non si improvvisa. Non basta dire “pace,” “giustizia” se non si rende l’animo umano capace di incarnare questi principi. La pace è il risultato finale di un processo educativo ed evolutivo della sfera morale, civile e spirituale di un popolo alla quale si può pervenire solo attraverso programmi scolastici di insegnamento attuati con lo stesso impegno, anzi maggiore, con cui vengono insegnate le altre discipline scolastiche. Dal cuore umano nasce infatti ogni bene ed ogni male. L’amore dorme nella coscienza di ognuno in attesa di essere legge di vita.
Ed oggi, dopo duemila anni di cristianesimo, ancora grava sull’Occidente e sull’intero genere umano l’onta di non essere riuscito ad abolire il male più antico e terribile della storia: la guerra, come strumento di risoluzione delle controversie umane. L’uccisione legalizzata di un uomo è un fallimento per l’intera civiltà umana. Purtroppo qualcuno crede che non sia possibile aspirare ad un mondo senza guerre; dove gli uomini perdono i freni inibitori e l’odore del sangue fa scatenare in essi l’istinto del massacro, della devastazione, dello stupro, del sadismo, dell’umiliazione dei vinti. Come può essere consentito in guerra ciò che in tempi di pace viene condannato dalla legge e dalla coscienza morale? Chi è capace di uccidere in guerra come può, tornando a casa, essere un buon padre di famiglia, un buon cittadino? Ma la guerra ci sarà finché ci sarà qualcuno gente disposta ad uccidere.
La guerra è la macchia più nera che pesa, senza possibilità di appello, sulla coscienza dell’intero genere umano come una tremenda nemesi karmica i cui frutti sono: morte, dolore, pianto, disperazione, miseria, fame, involuzione, annientamento di ogni sogno, distruzione di ogni speranza: è la fine di tutto ciò che con sacrificio e fatica si è costruito.
La guerra è la peggiore espressione del genere umano che in questo dimostra di essere tra tutte le creature la più irrazionale e crudele: abitua l’uomo a convivere con la tremenda legge del fine che giustifica i mezzi e obbliga uomini, fondamentalmente onesti, giusti e buoni, a trasformarsi in feroci assassini, a compiere l’atto più ingiusto e disumano che un uomo possa compiere verso un suo simile che è costretto, suo malgrado, ad uccidere per non essere ucciso. Il dolore di una madre a cui viene ucciso il figlio, di una sposa a cui viene assassinato il compagno o un figlio è inimmaginabile, come spaventose sono le conseguenze che ricadono sempre sui più deboli e che nessuna causa può mai giustificare.
Come deve essere abolito il concetto di patria/nazione (da sempre motivo di lutti e sventure) per essere sostituito con il concetto di Patria Universale, senza per questo rinunciare alla propria cultura, alle proprie tradizioni, alla propria sovranità, così deve essere abolito il concetto di guerra dalla mente e soprattutto dalla coscienza degli individui, come possibilità di risoluzione dei contrasti tra popoli, ma contestualmente ogni popolo deve essere educato alla pace, alla concordia, alla fraterna collaborazione, alla valorizzazione delle differenze culturali, politiche, sociali, religiose.
Occorre un nuovo sistema politico mondiale che rifiuti a priori ogni condivisione ai conflitti armati in grado di sancire un accordo imperituro tra le nazioni a non ricorrere in nessun caso all’uso delle armi. Un nuovo ordine internazionale in grado di istituire un esercito mondiale, composto da volontari, con il compito di prevenire e di spegnere ogni focolaio interno ed internazionale che possa trasformarsi in un conflitto armato tra le parti, ed ogni popolo deve contribuire, a seconda delle sue possibilità, al suo mantenimento. Per giungere a questo occorre pervenire all’istituzione di un Governo Mondiale che abbia il controllo delle forze armate e la capacità di unificare le stesse.
L’egemonia mondiale di una sola potenza auspicata da Bertrand Russel può essere la soluzione del “meno peggio” ma ha come contropartita lo spettro che questa ceda alla tentazione di imporre il suo potere su tutti, a meno che non si trovi il modo di neutralizzare questo pericolo.
Ma anche in questo caso la possibilità di una nuova guerra sarà alquanto aleatoria se contestualmente non ci sarà una forte volontà politica, da parte di ogni nazione, di educare, attraverso la scuola, le nuove generazioni all’idea che la pace, figlia della giustizia e della democrazia, è possibile, sempre e dovunque mediante la scienza della convivenza sociale e del processo integrato delle culture.
Insomma, trovare una strategia adatta a scongiurare una guerra è solo una guerra rimandata, se non si interviene sulla coscienza degli uomini.

Art. 11 della Costituzione recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli.

Franco Libero Manco

Post Scriptum:
Il CIWF (Compassion in Word Farming) riporta un’inchiesta dei suoi video-operatori in Libano che hanno svolto delle riprese in un mattatoio che sospettavano celasse pratiche crudeli, ma non si aspettavano di essere testimoni di tanto orrore.” Al macello pubblico di Beirut il pavimento è coperto di sangue, feci e parti anatomiche di animali; gli animali vengono trattati con brutalità, trascinati per le zampe, per il vello e perfino per le orbite oculari; gli animali sono costretti a saltare sui corpi di altri animali morti per arrivare al luogo dell’uccisione”.

E la situazione non è dissimile negli altri milioni di macelli disseminati per il mondo. Finché gli esseri umani saranno così ingiusti, insensibili e crudeli verso esseri innocenti; finché la loro coscienza sarà in grado di giustificare, o solo tollerare, l’esistenza dell’inferno dei mattatoi non saranno in grado di abolire le guerre.

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