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Jainisti vegetariani antesignani e nonviolenti

scopatura jainista

Il Giainismo è una corrente religiosa nata all’interno dell’Induismo, fondata nel VI secolo a.C. da Mahavir (che significa il grande coraggioso, colui che ha vinto paura, lussuria, ira, ecc), un membro dell’alta aristocrazia al tempo dei Veda. Successivamente il Giainismo fu allargato da una linea di altri 23 maestri detti Costruttori del Ponte.
Mahavira, contemporaneo di Buddha, al termine di dodici anni di pratiche spirituali, giunse all’Illuminazione e dedicò i rimanenti trent’anni della sua vita al benessere di tutte le creature viventi. Rifiutò i tanti dogmi, pregiudizi, false dottrine, superstizioni che in quel tempo popolavano l’India; si oppose ai sacrifici animali e umani, abolì la divisione in caste e il divieto allo studio per le donne e per le classi povere. Promosse il cammino della nonviolenza (l’Ahimsa,) del distacco, della consapevolezza, dell’austerità, dell’equanimità. Per il Giainismo la nonviolenza universale e il rispetto della vita di ogni essere è regola fondamentale. “Ovunque vi sia un essere vivente lì è Dio. Vivi e lascia vivere. Ama tutti, servi tutti”. La nonviolenza implica la necessità assoluta di essere rigorosamente vegani.
Benché ridotta a circa un milione e mezzo di adepti e a sei milioni di aderenti, la comunità giainista conserva una notevole importanza economica in quanto i suoi membri praticano soprattutto attività commerciali, perché in base alla teoria dell’Ahimsa sono vietati mestieri manuali. Ma malgrado il numero esiguo rispetto alla totale popolazione, in India i giainisti occupano posizioni importanti nel mondo degli affari e in quello della scienza. Godono anche di una certa importanza nella cultura indiana, avendo contribuito in modo significativo allo sviluppo della filosofia, dell’arte, dell’architettura, della scienza e della politica dell’intero paese.
L’Ahimsa cardine del giainismo è tra le dottrine orientali quella che più si è evoluta in merito al rispetto per gli animali. Alcuni seguaci usano camminare con una garza sulla bocca per evitare di ingerire moscerini. Alcuni spazzano per terra prima di camminare. Accanto ai templi giainisti si trovano spesso rifugi per animali anziani o feriti; hanno ospedali per animali che spesso acquistano per liberarli.
Nell’Ahimsa del giainismo viene condannato non solo chi alleva o uccide l’animale, ma chi lo mangia, chi lo vende, chi lo cucina ecc. Tutti gli animali in India sono rispettati, compresi quelli ritenuti impuri. Più rigoroso del buddismo nel quale si paga per le intenzioni, nello jainismo anche per gli errori inconsapevoli. Si annoverano diverse incarnazioni di Dio in varie forme di animali tra cui il pesce, il cavallo, la tartaruga, il cinghiale. Gli animali come gli umani hanno la possibilità di raggiungere le alte vette della spiritualità.
Il Giainismo ha lo scopo di guidare l’anima verso la via della liberazione per il raggiungimento del Nirvana attraverso tre mezzi: la via diritta, la conoscenza diritta, la condotta diritta. L’anima e la materia sono sostanze identiche: l’una cosciente, l’altra incosciente. Esistono due categorie di anime: quelle libere o perfette (le anime dei profeti, l’ultimo dei quali è Mahavira), e le anime trasmigranti cui comprendono gli uomini, gli animali, i vegetali, i minerali.
Il Giainismo è un’antica religione ma soprattutto è una filosofia in quanto non implica divinità definite. È basato sugli insegnamenti di Mahavira che indicava la via alla perfezione umana sulla base della nonviolenza. Secondo la sua dottrina, la filosofia giainista diventa un modo di vivere e un modo di comprendere e codificare le verità eterne e universali che occasionalmente si manifestano all’umanità e che riemergono negli insegnamenti degli uomini che hanno raggiunto l’illuminazione.
Il giainismo insegna che ogni singolo essere vivente, dal moscerino all’uomo, è un’anima eterna e indipendente, responsabile dei propri atti. I giainisti ritengono che il loro credo insegni all’individuo come vivere, pensare e agire in modo tale da rispettare e onorare la natura spirituale di ogni essere vivente, al meglio delle proprie capacità.
Per il Gianismo l’universo è eterno, non ha né inizio né fine, e non include la concezione di un Dio creatore. Dio è concepito come il Signore fra le anime che rappresenta l’infinita conoscenza, percezione, coscienza e felicità.
Predicando un’assoluta nonviolenza, il Giainismo prevede una forma estrema di veganismo: la dieta del fedele esclude anche molti vegetali; persino l’acqua viene filtrata al fine di non ingerire involontariamente piccoli organismi.
I giainisti credono che l’esistenza in questo mondo significhi inevitabilmente sofferenza. Né le riforme sociali né quelle dei singoli individui possono impedire la sofferenza. L’unico modo per liberarsi dalla sofferenza è fuggire completamente dall’esistenza umana. I giainisti credono che le vite, o reincarnazioni, sono in numero indefinito.
Conseguenza delle azioni cattive è un karma pesante, che costringe a scendere in un livello più basso nella scala dell’esistenza, mentre conseguenza delle buone azioni è un karma leggero, che permette di innalzarsi nella vita successiva ad un livello superiore, dove c’è meno sofferenza da sopportare. Ma le buone azioni da sole non sono sufficienti ad attuare la liberazione. Il modo per eliminare il vecchio karma consiste nel ritirarsi il più possibile da tutti i coinvolgimenti del mondo.
Da un lato, ci sono i monaci, che praticano un rigido ascetismo e si sforzano perché questa loro nascita sia l’ultima. Da un altro lato, ci sono i laici che perseguono pratiche meno rigorose sforzandosi di ottenere la fede razionale e di fare buone azioni in questa vita.
Nel loro sforzo di liberazione i giainisti credono che nessuno spirito o essere divino possa aiutarli in alcun modo; questa deve essere raggiunta dagli individui attraverso gli sforzi personali. Neppure gli angeli possono raggiungere la loro liberazione finché non siano reincarnati come umani per subire le difficili prove di rimuovere il karma.
Il codice etico del Giainismo, riassunto nei Cinque Giuramenti, seguiti sia dalle persone laiche sia dai monaci, è: Nonviolenza, Verità, Non-furto, Castità, Non-possesso. Per le persone laiche ‘castità’ significa limitare l’esperienza sessuale al rapporto matrimoniale. Per i monaci e le suore, significa totale celibato. Le passioni nascono dall’ignoranza e del mondo fisico. L’ignoranza può essere rimossa con l’attento studio degli insegnamenti dei maestri liberati.
Le tre gemme del Giainismo sono: la giusta fede, la giusta conoscenza e la giusta condotta: giusta fede per ottenere la giusta conoscenza; buona condotta per fare il bene degli altri. Per ottenere questo si deve prestare i cinque grandi giuramenti:
1) praticare estrema attenzione nelle azioni quotidiane, al fine di evitare di recare danno a qualsiasi essere vivente;
2) tenere a freno pensieri, parole e azioni fisiche;
3) perdono, umiltà, chiarezza (ovvero assenza di inganno), sincerità, pulizia, autolimitazione, austerità, autosacrificio, celibato, distacco dai beni materiali;
4) meditare sulla verità;
5) vincere tutti i dolori e i disagi che nascono da fame, sete, caldo, freddo, ecc. attraverso la volontà.
Tutto questo deve essere rafforzato a seconda la propria capacità e volontà.
Questa filosofia di vita sembra abbia favorito la nascita del pensiero buddista. Gandhi fu profondamente influenzato dalla filosofia giainista che non danneggia nessuno e che integrò nel suo personale stile di vita.
Inoltre, superamento di ogni differenza di religione, pensiero, appartenenza.
Per il Giainismo la divinità è nella vita, ma è la Vita stessa. Ogni singolo essere vivente, considerato divino e sacro, contiene un’anima individuale eterna, potenzialmente perfetta.
Gli asceti giaina, i più perfetti, non possiedono nulla: hanno solo la scopa e la pezzuola sulla bocca: elemosinano il cibo e l’acqua nel palmo della mano.
Contrariamente a quanto accade presso altre religioni, dove con il salire nelle gerarchie ecclesiastiche si acquista un sempre maggiore prestigio, nel Giainismo con il progredire sul piano spirituale aumentano le rinunce e le restrizioni: i monaci e le monache possiedono solo un abito bianco, una ciotola per elemosinare il cibo e l’acqua, un bastone, una scopa per rimuovere gli insetti dal loro cammino ed una pezzuola sulla bocca per non nuocere ai batteri dell’aria.
Il Giainismo, attualmente diffuso pressoché esclusivamente in India e in USA, è costituito da due scuole principali: Digambara (vestiti di cielo) e Svetambara (vestiti di bianco).

Franco Libero Manco

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Venerdì pesce…? E la verità dietro l’allevamento dei gamberi

Gamberi? Nemmeno di venerdì!

gambero

[...]Quarant’anni fa gamberi e gamberetti erano un cibo di lusso. Costavano molto, non erano sempre a disposizione.
Al massimo, quando andavi al ristorante e ordinavi un fritto misto, nei ristoranti più generosi ti ritrovavi tre o quattro gamberi nel “misto”, e te li dovevi sgusciare.

Adesso gamberi e gamberetti arrivano dagli allevamenti intensivi dei paesi schiavi del capitalismo occidentale. Li ritrovi dappertutto, al supermercato, al ristorante, dagli amici a cena, nei piatti pronti da mesi e rivitalizzati dal microonde del bar sotto l’ufficio, persino in qualche mensa.

Perché costano quattro palanche e sono anche già sgusciati.

Quando qualcosa costa troppo poco, dovremmo diffidare, almeno domandarci come mai. E dovremmo essere in grado di capire quando una cosa costa troppo poco.

[...]

Nel solo Bangladesh circa 200.000 ettari di foreste di mangrovie e di terre fertili sono state distrutte per far posto agli allevamenti di gamberi dei nostri supermercati. Cocktail di gamberetti! Quante ricette “a buon mercato”! A buon mercato per noi consumatori occidentali ma ad un prezzo altissimo per i contadini del Bangladesh e non solo: la stessa situazione la troviamo sulle coste di mezza Asia e dell’America latina.

Oltre alle foreste di mangrovie, scrigni di biodiversità, di ossigeno per il pianeta, di protezione delle coste dall’erosione e dalle tempeste e dai maremoti, gli allevamenti di gamberi hanno distrutto i terreni di migliaia di villaggi contadini. Gente che viveva liberamente e decorosamente dei frutti della terra, conservando antiche tradizioni e saperi, senza distruggere, senza inquinare: senza sfruttare né gli uomini né la natura ma in armonia con essa. Gente “arretrata” che ha dovuto soccombere al progresso.

Il progresso sono centinaia di migliaia di ettari di enormi vasche piene di acqua putrida, disinfettanti e antibiotici, in cui i disgraziati gamberi si trasformano da uova o larve in adulti. Non ci nascono, i gamberi, in quelle vasche; la riproduzione è impossibile in tali condizioni, ragion per cui vengono pescate in mare le femmine gravide o le larve, e poi buttate là dentro: nell’inferno dei gamberi innocenti, che produce altro inferno per altri innocenti. Quelle distese di acqua inquinata, realizzate dove prima c’erano i mangrovieti, avvelenano la terra circostante e il mare. Niente più agricoltura, niente più pesca locale. Così si incentivano e alimentano le bidonvilles del terzo mondo e la distruzione, oltre che del pianeta in cui viviamo, della società umana.

[...]

Cosa mangiano i gamberi-ergastolani nelle loro vasche di punizione? Di tutto, ma sopratutto altri pesci ridotti in poltiglia.

Ci sono ormai intere flottiglie di pescherecci che razziano tutto ciò che vive anche all’interno delle barriere coralline: quegli splendidi pesci colorati che vediamo nei documentari e che suscitano stupore, ammirazione, gratitudine verso una natura così ricca e colma di bellezza, quei pesci in molti casi preservati dalla distruzione perché “privi di valore alimentare” per gli umani, vengono adesso pescati a tonnellate senza alcun criterio, pressati da grandi benne come si fa con l’immondizia, ridotti in poltiglia e poi in farina per nutrire gli “economici” gamberetti.

[...]

E da chi viene finanziata tutta questa criminale distruzione? Per esempio da USAID, sigla che, tradotta in italiano, sta per Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale. Questa agenzia governativa USA dice nella presentazione di sé stessa (dopo qualche riga di blabla sui suoi buoni intenti) la verità: il suo proposito è aumentare la sicurezza e la prosperità degli Stati Uniti.

Si tratta infatti di una di quelle agenzie di sviluppo che aiutano il terzo mondo a diventare terra di rapina delle multinazionali. E infatti la famigerata USAID si occupa sempre di progetti finalizzati a sviluppare l’agricoltura e l’allevamento intensivi (oltre che geneticamente modificati) nei paesi in cui ancora non c’erano.

Non dimentichiamoci poi la FAO, che fin dagli anni ’70 promuoveva con tutte le sue forze questo tipo di allevamento. Sempre per “sviluppare” i paesi poveri, che allora erano meno poveri.

[...]

Padre Alex Zanotelli disse che si vota ogni volta che si va a fare la spesa. Dovremmo tenerlo sempre a mente. Ma forse potremmo aggiungere qualcosa: nella guerra che le grandi imprese multinazionali stanno facendo al pianeta, i nostri consumi possono essere le loro munizioni. Se consumiamo quello che ci propinano, partecipiamo attivamente alla guerra che sta distruggendo la trama della vita. E che ci sta distruggendo.

Sonia Savioli

(Fonte: http://www.civg.it/index.php?option=com_content&view=article&id=473:perche-e-peccato-mangiare-gamberi-anche-di-venerdi&catid=2:non-categorizzatohttp://)

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Vegetariani per caso… attenti a come praticate la dieta….

Vegetariani per caso

Chi sceglie di essere vegetariano si pone al primo gradino di una scala che conduce al benessere personale, alla giustizia sociale, alla pace, alla civiltà dell’armonia tra l’uomo e il suo contesto naturale. Ma alcuni vegetariani, specialmente i neofiti, fanno l’errore di credere di avere necessità di sostituire le proteine della carne con i latticini, il formaggio e le uova; in questo caso invece di migliorare la propria salute a volte la peggiorano perché magari introducono un quantitativo maggiore di grassi saturi e di proteine anomali. E di questo ne fanno un arma i detrattori pronti ad affermare che il regime vegetariano non garantisce la salute.

Uno dei problemi è la poca conoscenza delle regole nutrizionali e la scarsa attitudine di alcuni vegetariani (e anche vegani) alla preparazione dei pasti quotidiani. Specialmente chi aderisce alla filosofia vegan per motivi etici, o ambientali, finisce col nutrirsi di surrogati alimentari, scarsi o privi del tutto di veri nutrienti e magari consuma enormi quantità di cereali, pasta, pane, pizze, prodotti da forno, zuccheri raffinati ecc.. Anche in questo modo la salute non migliora di molto: questo gli riduce soltanto la possibilità di contrarre malattie.

Quando si consuma cibo cosiddetto “spazzatura” povero di nutrienti, l’organismo sente la necessità di ingerire un maggior quantitativo di alimenti per avere lo stesso quantitativo di nutrienti che troverebbe in un cibo più naturale e salutare. L’eccessivo consumo di carboidrati e zuccheri semplici genera picchi glicemici che a loro volta favoriscono l’obesità e il diabete. A causa di questo alcuni vegetariani, o vegani, risultano essere obesi, o coloro che adottano in modo rigoroso l’alimentazione crudista spesso sono molto magri perché perdono massa muscolare. Da notare che in natura, salvo grave penuria, non esistono animali troppo magri o troppo grassi.

Succede pure che i “veganetici” (cioè coloro che adottano lo stile di vita vegan per motivi etici, da non confondere con i “veganpelle”, cioè da coloro che adottano l’alimentazione vegan per salvarsi la pelle – ben vengano anche questi, se non altro non si nutrono di animali-), trascurino le regole della corretta nutrizione, questi non danno buona immagine di se stessi a danno della causa. Infatti se un vegan è troppo magro, emaciato, pallido in viso o troppo grasso, gli scettici non seguiranno l’esempio e sarà difficile far loro capire ai che non è il sistema vegan sbagliato ma la nostra parziale conoscenza nell’adottare la dieta vegana.

Allo steso modo i “veganpelle” che si atterranno ad una dieta vegan/crudista, o addirittura fruttariana, avranno sicuramente dei benefici per la salute ma il benessere raggiunto potrà essere passeggero se la scelta non è costante, supportata dal forte cemento dell’etica e della competenza dei principi nutritivi.
Così succede pure che alcuni vegan manifestino carenze nutrizionali non perché la dieta sia in se stessa povera o imperfetta ma perché chi adotta tale scelta dovrebbe avere almeno la conoscenza basilare dei principi nutrizionali. Cioè, occorre sapere che saziarsi non è la stessa cosa che nutrirsi, che nella dieta vegan non è tanto importante ciò che si mangia quanto ciò che si esclude dalla propria dieta, che una dieta bilanciata deve comprendere, anche se non nello stesso pasto, tutti i componenti nutrizionali richiesti dal nostro organismo, cioè: carboidrati integrali, grassi insaturi, proteine vegetali, minerali organici, vitamine, oligoelementi, fibra e acqua.

Ma i vegan non sono tutti uguali. Anche chi si abbuffa di cereali raffinati e prodotti industriali, confezionati, trattati, di patatine fritte e beve coca cola o alcolici in genere e magari fuma; anche questi sono vegan, ma avranno molte probabilità di ammalarsi. Il vero vegan sa che l’immagine di noi è fondamentale per la credibilità della nostra filosofia di vita, e applica i principi nutrizionali del sistema igienista.

Tutti gli alimenti, (sia di origine animale o vegetale) appartengono alle tre seguenti classi: glucidi (carboidrati, zuccheri, amidi); lipidi (grassi); protidi (proteine), cioè: materiali per la costruzione, materiali che forniscono energia e materiali che favoriscono i processi biologici.

Come una qualunque automobile formata da acciaio, ferro, gomma, vetro, plastica, stoffa ecc. così il nostro organismo (costituito da: 70% acqua, 20% grassi, 7% proteine, 2% zuccheri) ha bisogno di tutti i nutrienti previsti dalla natura. Per cui è necessario variare il tipo di alimento, diversamente coloro che seguono una dieta ristretta a pochi alimenti rischiano carenze nutrizionali, anche se sono vegan, crudisti o fruttariani. Ricordandosi che la nostra alimentazione deve fornire in media almeno 2000-2500 kcal, 25-30 gr di proteine, 80 gr di grassi e 300 gr di zuccheri.

Franco Libero Manco

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Risolvere tutti i problemi sociali diventando vegetariani/vegani/universalisti

Vegano è meglio

E’ un periodo di profonde incertezze, inquietudini, paure. La guerra preme su molti fronti e minaccia di espandersi, l’economia mondiale vacilla, la disoccupazione incombe, lo spettro della fame e di nuove malattie si allarga minaccioso, poi c’è l’orrore delle decapitazioni, la tragedia dei migranti che disperati bussano alle porte del continente europeo, giornalieri delitti che rasentano il delirio, la vigliacca violenza alle donne che l’OMS stesso considera un problema di proporzioni epidemiche, ebola, la droga, il clima impazzito, l’inquinamento, insomma una vera e propria visione apocalittica.

A queste immani tragedie, che da sempre caratterizzano la storia umana e che oggi sembra arrivare alle estreme conseguenze, noi contrapponiamo l’edificante cultura dell’universalismo/vegan, biocentrico, sincretista, perché…

La scelta vegan rende migliore l’animo umano, favorisce lo sviluppo di una coscienza umana più giusta e sensibile, apre alla compassione, alla condivisione delle altrui necessità vitali, al rifiuto della violenza in tutte le sue manifestazioni verbali, morali, fisiche; induce una mentalità di pace, di non predominio, di rispetto dell’altro, valorizza le differenze e la vita in tutte le sue manifestazioni, aumenta la responsabilità personale verso se stessi e verso il destino collettivo, sviluppa il senso critico positivo, costruttivo.
Noi siamo profondamente convinti che è la coscienza degli uomini a fare la storia, che ogni azione buona o malvagia è sempre il frutto di un pensiero che a sua volta è l’essenza stessa del sentimento che alberga nella coscienza di ognuno; che l’adozione su scala mondiale dell’universalismo/vegan sia l’anello mancante per una società libera dai problemi che l’affliggono, che sia il modo più semplice e potente per rendere migliore questo mondo, per i seguenti motivi:

Violenza, prevaricazione, guerra
Il comportamento umano è pesantemente influenzato dal tipo di alimentazione: il destino di una persona e di un popolo dipende da cosa mangia.
Coloro che mangiano la carne introducono nel loro organismo l’adrenalina che si trova nelle carni degli animali terrorizzati nel momento della macellazione, questo provoca il carattere bilioso, violento, aggressivo, antisociale, diffidente, chiuso, egoista. Per contro le popolazioni per tradizione vegetariane sono notoriamente pacifiche e non conoscono la guerra, come gli Hunza del Kashmir, i russi del Caucaso, gli indiani del Toda (India), dello Yucatan (centro America), i Vilcabamba nell’antico Perù, gli indigeni del Monte Hagen nella Nuova Guinea, gli Indios Piaroa in Venezuela ecc. questi hanno costruito una società pacifica volta alla cooperazione.
Vi è un legame profondo tra il causare violenza agli animali ed essere inclini alla violenza verso gli esseri umani. La filosofia vegana ripudia la violenza in qualunque forma si manifesti. E se un essere umano rinuncia a mangiare carne per non nuocere ad un essere diverso dalla sua specie non potrebbe nuocere al suo simile. Il valore delle diversità sancito dall’etica vegan supera di fatto contrasti tra ideologie etniche, culturali, sociali, politiche, religiose e apre la strada al sincretismo e pone le basi di un parlamento mondiale. L’accettazione indifferente e passiva nei confronti dell’esistenza dei mattatoi in cui vengono trucidati ogni anno 170 miliardi di animali nostri fratelli abitua a convivere con la logica della supremazia del forte sul debole, induce all’insensibilità del cuore, al disprezzo della vita in senso lato. Questo preclude all’uomo lo sviluppo di una coscienza giusta, sensibile e solidale che è la condizione morale, civile e spirituale imprescindibile per porre le basi di un mondo finalmente libero dalla violenza, dall’ignoranza, dalle malattie e dal dolore.
Tutti i grandi maestri spirituali, grandi filosofi e uomini illuminati hanno raccomandato l’astinenza dalla carne quale strumento di pace, di elevazione etica e spirituale.

Le malattie
L’OMS afferma che il 90% delle morti nel mondo sono causa di cattivo stile di vita e che il 75% delle malattie sono dovute alla cattiva alimentazione, che il 34% delle neoplasie è attribuibile al consumo di carne ed un altro 30% è attribuibile al fumo di sigaretta.
Infarto, ictus, diabete, ipertensione, Alzheimer e moltissime altre patologie moderne sono direttamente relazionate al consumo di grassi saturi e proteine animali. La scelta vegan è in grado di assicurare longevità e ottima salute, come confermano gli istituti di ricerca più accreditati nel mondo e coloro che hanno adottato questo stile di vita.

Economia, lavoro, disoccupazione
L’alimentazione vegan risulta essere molto meno costosa in termini di spesa rispetto ad una alimentazione onnivora, oltre che molto più salutare. L’economia mondiale è pesantemente influenzata dal settore alimentare. Il 70% delle terre coltivabili nel mondo è utilizzata per produrre monocolture per l’alimentazione degli animali d’allevamento.
La cultura vegan fa riferimento alla produzione alimentare biologica che rispetta la biodiversità. Questo favorisce un maggior impiego di personale, di conseguenza ne possono beneficiare le economie personali, locali e sociali. Il settore per la produzione della carne ha un deficit di 10 mila miliardi l’anno, oltre ad una bassissima possibilità di impiegare personale lavorativo.
Nel 1997 gli S.U. hanno speso mille miliardi di dollari per assistenza sanitaria. In Italia ogni anno l’apparato medico sanitario assorbe 104 miliardi di euro, 26 di questi solo per prodotti farmaceutici. Il 75% della spesa sanitaria in Italia e in Europa viene assorbita per curare gli effetti della cattiva alimentazione.
Si possono nutrire 12 persone con i prodotti coltivati su un terreno necessario per nutrire una sola persona che mangia la carne. Occorrono 21 kg di proteine animali per 1 kg di proteine vegetali. Se l’umanità adottasse la dieta vegetariana potrebbe sfamare una popolazione 10 volte superiore all’attuale. Gli animali d’allevamento solo in Italia consumano derrate alimentari quanto 14 milioni di persone. Sullo stesso terreno si possono ottenere 10 tonnellate di pomodori o 50 kg di carne.
In una realtà sociale vegan, eserciti, industrie delle armi, farmaceutiche, tribunali, istituti di sperimentazione ecc. gradualmente si ridurranno fino a scomparire e la sconfinata massa umana che ora lavora in questi settori non resterà disoccupata, perché la civiltà vegan rinnova l’essere umano nel suo modo di pensare e sentire e lo proietta verso la sintonia di le forze concordi in onestà, senso di giustizia, capacità di condivisione, solidarietà, in cui ci sarà benessere e lavoro per tutti.

Inquinamento generale

Gli animali d’allevamento producono gas serra più di tutti i veicoli del mondo, compresi treni, aerei e navi. Il 51% dei gas serra è attribuibile all’allevamento di animali. Ogni mucca produce ogni anno gas quanto un’automobile per 70.000 km. Gli animali generano 130 volte più escrementi dell’intero genere umano. Gli allevamenti sono responsabili dell’80-90% di emissioni di ammoniaca che provocano le piogge acide. Il biossido di carbonio generato per produrre una bistecca è pari alla quantità prodotta da un’automobile per 40 km.

Risorse energetiche
Per produrre proteine dalla carne servono risorse 4 volte maggiore di energia, 10 volte maggiore di terreno coltivabile, 25 volte maggiore di acqua, 130% in più di pesticidi 1200% in più di fertilizzanti.
Servono 25 kcal di cereali per ottenere una sola kcal di carne bovina, 11 volte più rispetto all’energia necessaria per produrre grano. Il rapporto è di 57 a 1 per la carne di agnello, 40 a 1 per quella di manzo, 39 a 1 per le uova, 14 a 1 per il latte e la carne di maiale, 10 a 1 per il tacchino, 4 a 1 per il pollo. Per produrre carne di maiale si consuma 15 volte più energia di quanto occorre per produrre frutta e verdura.
Distruzione delle foreste
La superficie di un terreno grande 7 volte l’Europa viene utilizzata per produrre mangimi per gli animali d’allevamento. Il 70 % delle terre coltivabili in Occidente è usato per allevare e nutrire gli animali. Il 75% delle foreste pluviali è stato abbattuto per coltivare monoculture e per adibire il terreno a pascolo di animali.

La fame nel mondo
La povertà non è una fatalità ma la conseguenza di un meccanismo economico pensato per consolidare il potere dei ricchi. L e malattie sono una conseguenza della povertà e della miseria. La fame e la miseria del sud sono dovute anche alle guerre e alle avverse condizioni climatiche non alla scarsa produzione alimentare, dal momento che milioni di tonnellate di alimenti vengono distrutte nel nord per bilanciare i prezzi di mercato. La fame e la miseria del 3° Mondo dipende anche e soprattutto dall’ingiusta distribuzione del cibo e dall’azione predatrice delle grandi multinazionali che sfruttano la mano d’opera con una spesa di produzione ridotta ad un decimo. I metodi per mantenere bassi i costi del lavoro sono: salari da fame, aumento dei ritmi produttivi, giornate lavorative doppie, mancanza di norme antinfortunistiche.
E’ in atto una chiara volontà di impedire l’autosufficienza alimentare del sud perché nessun popolo è più ricattabile di un popolo che ha fame. L’Africa non riesce a sfamare la sua popolazione perché è costretta ad esportare nel nord i suoi prodotti agricoli, strozzata dai debiti delle multinazionali e dalle banche. Le multinazionali, che complessivamente sono circa 35.000, controllano 150.000 società sparse in tutto il mondo, hanno alle loro dipendenze 65 milioni di lavoratori con un volume di affari pari alla metà del prodotto mondiale lordo.
I governi del sud sono interessati a sostenere un modello di sviluppo basato sulle tecnologie costose che creano dipendenza verso il nord, in modo da utilizzare i loro interessi per rafforzare il loro potere politico, militare ed economico. Le nazioni del sud strozzate dai debiti sono costrette a vendere le loro proprietà e le loro risorse. Perfino la poverissima Africa versa al nord il suo obolo mensile di un miliardo di dollari. I contadini sono costretti a coltivare prodotti richiesti dal mercato del nord (caffè, tè, cacao) tralasciando di produrre alimenti necessari alla loro nutrizione. Le monocolture oltre al impoverire rapidamente il terreno hanno bisogno di fertilizzanti che i contadini sono costretti ad acquistare chiedendo prestiti ai quali gli usurai applicano interessi anche del 60%. In breve diventa impossibile pagare i debiti e i contadini sono costretti a vendere le loro terre per pochi spiccioli.

Franco Libero Manco

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Parole di Terra di Pierre Rabhi – Recensione

Parole di terra

“Usseinì ci ha raccontato di come ammassano gli animali in gran numero in grandi case per trarne abbondanza. Tra gli animali ci sono bufale da latte, maiali che grufolano e gridano per ingrassare e dare la loro carne, moltitudini di volatili tenuti prigionieri in gabbia, sottratti alla luce del giorno e illusi da torce senza fumo. Così, confondendo il giorno e la notte, depongono di più e muoiono di esaurimento. Ci sono anche giovani bufali nutriti in modo che la loro carne rimanga bianca nonostante l’età. Questa carne è più apprezzata della carne rossa. A tutte queste creature, fatte per muoversi e giocare, gli esseri umani impongono l’immobilità delle piante con le gabbie, le catene e i muri. Sono sfruttate da spiriti insoddisfatti e bramosi di ottenere sempre di più: maggiori dimensioni, quantità sempre più abbondanti, il tutto sempre più velocemente. In questo tormento, gli animali nutriti con alimenti innaturali, nascono e muoiono nella sofferenza. Perciò gli esseri umani, distanti da ogni compassione, si nutrono di sofferenza. Si infliggono grandi tormenti senza saperlo, poiché tutto ciò che subisce la terra, le piante e gli animali, subiscono gli esseri umani in virtù dell’alleanza che li unisce in un solo respiro, uno stesso slancio, un’identica forza. Guardiamoci da questa strada che porta al fallimento. In quegli stessi paesi, altri animali sono re. Usseinì ci ha detto che dai Bianchi, i gatti e i cani sono meglio nutriti e più curati dei bambini nei paesi poveri. Anche questo non è buono né salutare. E’ necessario trovare un equilibrio, così che ogni specie possa essere quanto più possibile vicina alla condizione legata alla sua natura. Con il discernimento di cui sono dotati gli esseri umani devono trovare il loro posto e, pur traendone il sostegno per la loro esistenza, amare e rispettare la terra, le piante e gli animali dei quali hanno la responsabilità. Così i loro cuori, spogliati dall’avidità, potranno ritrovare la modestia, la compassione, la moderazione e la vita sarà per tutti una grande benedizione”.

Da Parole di Terra di Pierre Rabhi, edizioni Pentagora

(Segnalato da Franca Oberti)

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