Archivio della Categoria 'Alimentazione vegetariana'

Il papa (francesco) non ama chi ama gli animali… “Parola di dio”

MA IL PAPA NON HA ALTRO CUI PENSARE CHE PRENDERSELA CON CHI SI INTERESSA DI ANIMALI?
Pensi alle malefatte della curia, allo sperpero di denaro dei vescovi, ai preti pedofili e non a chi dimostra sensibilità, compassione e amore per tutti gli esseri viventi

Pare stia diventando un’ossessione, ma papa Francesco (che di Francesco ha solo il nome) torna a prendersela con chi si interessa di animali accusandoli di trascurare le esigenze degli umani, cioè sottraendo beni ed energie che dovrebbero essere ad esclusivo vantaggio degli umani.

Quando e dove ha visto un animalista negare il proprio aiuto agli umani? Noi non dividiamo a metà le nostre risorse ma moltiplichiamo il nostro impegno a vantaggio degli uni e degli altri; per questo la coscienza animalista/vegana è su livelli evolutivi ampiamente diversi.

La nostra compassione non si limita alle necessità degli uomini ma si allarga a raggiera verso ogni essere vivente. E se è vero che Dio ama tutte le cose il nostro amare è più vicino al modo di amare Dio.
Il papa invita ad interessarsi solo degli umani (crudeli, guerrafondai, stupratori, assassini, falsi, ipocriti, bugiardi ecc.) invece di animali semplici, leali, miti, generosi ecc., cioè di chi da millenni (anche o soprattutto a causa della Chiesa) ha condannato ad un inferno inimmaginabile miliardi di miliardi di creature innocenti, per soddisfare l’egoismo e la crapula umana.

Possibile che questo papa non capisca che l’etica animalista è un una rivoluzione inarrestabile? Che ciò che ha impedito e impedisce l’evoluzione civile, morale e spirituale degli esseri umani è la capacità di differenziare sofferenza umana da sofferenza animale, compassione umana da compassione animale, giustizia umana da giustizia animale e che questo abitua l’uomo alla legge del forte sul debole, alla violenza, alla tirannia, alla guerra? Possibile che non capisca che è proprio il consumo di carne con quello che richiedono gli allevamenti (quindi l’indifferenza verso la condizione animale) la principale causa della fame nel mondo?

Propongo alle associazioni animaliste e vegetariane di attivarsi in una capillare campagna di reazione al ripetuto attacco del papa verso chi dona amore anche agli animali. Una petizione che inviti i potenziali cattolici a spostare il loro interesse verso religioni più rispettose del mondo animale e soprattutto faccia in modo che nessuno dei parenti e amici versi l’8 per mille alla chiesa del papa specista.

“Quando la morale sociale è superiore alla morale religiosa, quella religione è perduta” (Pierre Teilhard de Chardin, gesuita, filosofo e paleontologo francese).

Franco Libero Manco

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Lettera al Papa sugli animali

http://www.youanimal.it/papa-francesco-scambia-lamore-per-gli-animali-per-pietismo

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Mangiar carne predispone l’uomo alla demenza

Quando le proteine o i grassi reagiscono con lo zucchero si formano delle sostanze chiamate AGEs, ossia i prodotti terminali della glicazione avanzata. Questo processo può avvenire sia in modo naturale che durante il processo di cottura di un alimento come la carne. E proprio la carne e i suoi vari metodi di cottura sono stati messi sotto accusa da un nuovo studio di essere un rischio per il cervello e lo sviluppo di demenza e malattie come l’Alzheimer.

Lo studio, condotto dai ricercatori dell’Icahn school of medicine di Mount Sinai (New York) e pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), mostra che i modelli animali nutriti con una dieta con alto contenuto di AGEs arrivavano ad avere un aumento di pericolose proteine nel cervello e un danno alla funzione cognitiva, dimostrando che queste sostanze hanno la capacità di modificare i processi chimici cerebrali.

Mangiare carne cotta a fuoco vivo – che sia in padella, sulla griglia o in forno – può dunque far aumentare il rischio di demenza se, con questa si assorbono anche gli AGEs. Questi prodotti si ritiene possano far aumentare l’accumulo nel cervello di proteina beta amiloide, un noto marcatore per la malattia di Alzheimer e la demenza.

La dott.ssa Helen Vlassara e colleghi già sapevano che gli AGEs sono prodotti naturalmente in piccole quantità nel nostro organismo, ma il sovrappiù viene assunto per mezzo della dieta e, in particolare, con la carne cotta. Ed è proprio il sovrappiù a poter creare dei problemi.

La gran quantità di AGEs che ci ritroviamo a ingerire li ritroviamo nei prodotti a base di carne fritti, alla griglia o al forno, ma anche in prodotti lattiero-caseari che sono stati pastorizzati o sterilizzati.«Ingeriamo queste tossine in enormi quantità nel corso della nostra vita», ha commentato la dott.ssa Vlassara.
Il problema principale non è tanto l’assunzione di queste sostanze, ma l’accumulo, che con il tempo e l’età può promuovere l’infiammazione cronica nel corpo. E, come si sa, proprio l’infiammazione è implicata nei processi patologici e in malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

Sebbene i ricercatori ritengano siano necessari ulteriori e approfonditi studi sull’uomo, ritengono anche che le persone non debbano aspettare ad apportare modifiche alla propria dieta, soprattutto perché ridurre i cibi ricchi di questi composti dannosi e mangiare più alimenti a base vegetale è generalmente considerato auspicabile se si vuole seguire una dieta più sana.

Questo non significa che bisogna per forza diventare vegetariani, sottolinea la dott.sa Vlassara, «Ma che si deve fare attenzione a ciò che si mangia e come lo si prepara».

A conclusione dello studio, gli autori segnalano che «la demenza legata all’età può essere causalmente collegata ad alti livelli di prodotti terminali di glicazione avanzata derivati dagli alimenti».

Fonte: http://www.lastampa.it/2014/02/25/scienza/benessere/alimentazione/lalzheimer-servito-con-la-carne-cotta-NHmMZkI22f7LYMNffksmSJ/pagina.html

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Mangiamo carne, siam cristiani…

“SONO CRISTIANO, PER CUI MANGIO LA CARNE” – Questa è la motivazione di alcuni cristiani che cercano di giustificare le loro abitudini alimentari carnivore, convinti che Gesù usasse mangiare carne, non esclusa carne di agnello, anche se in nessuna circostanza sia nei Vangeli canonici sia in quelli apocrifi risulta che Gesù abbia mai consumato della carne. E se si esclude l’episodio riportato in Luca 24,41, discepolo di Paolo convertitosi 3 anni dopo la morte di Gesù (quindi non poteva essere presente all’evento) in cui Gesù per dimostrare ai discepoli il suo essere resuscitato dice: “Avete qualche cosa da mangiare? Gli offrirono una porzione di pesce arrosto: egli lo prese e lo mangiò davanti a loro”, escluso questo si può dire che non solo Gesù non mangiò mai carne ma palesemente neppure pesce. Ma spesso si estrapola dai Vangeli solo ciò che serve a giustificare le proprie convinzioni tralasciano i principali insegnamenti di Gesù quali: “misericordia io voglio non sacrificio, beati i miti, i puri di cuore…

Ora è difficile conciliare misericordia, mitezza, purezza con il brutale assassinio di un animale per deliziarsi il palato. Nella maggior parte dei casi chi usa mangiare carne ha anche il coraggio di uccidere l’animale, e attribuire questa insensibilità a Gesù è alquanto azzardato e denigratorio: avrebbe dimostrato meno sensibilità di molti mistici, santi e filosofi o di chiunque di noi che sente rispetto e compassione anche per gli animali.

Se immaginiamo due cuochi in cucina intenti a preparare cibo da mangiare e che uno dei due sia Gesù. L’uno dei due uccide e taglia a pezzi un coniglio, l’altro invece, essendo vegan, si rifiuta per compassione. Domandiamoci chi dei due possa essere Gesù. Generalmente chi usa mangiare carne è insensibile alla sofferenza e alla morte delle sue vittime ed è potenzialmente capace di uccidere l’animale di cui si nutre; oppure, pur considerando cruenta e raccapricciante l’azione, delega, ipocritamente, ad altri il compito di commettere ciò che in prima persona gli ripugna, mostrando di non avere il coraggio delle proprie azioni, né di guardare gli effetti che producono.

L’esperienza diretta, confermata dalla scienza, dimostra i danni causati dalla cattiva alimentazione sulla salute, ed io dico sulla coscienza, sull’evoluzione civile, morale e spirituale del genere umano. Come poteva Gesù, maestro di saggezza divina, affermare “Non quello che entra nella bocca contamina l’uomo ma quello che esce dalla bocca lo contamina”? anche se nei vangeli apocrifi Gesù condanna duramente chi uccide l’animale e ne mangia la loro carne. Ma ai vangeli apocrifi la Chiesa guarda con sufficienza, anche se molti episodi della madre di Gesù vengono presi dal protovangelo di Giacomo, il più antico teste neotestamentario, considerato apocrifo.

Perché la Chiesa non si adegua alle nuove esigenze dello spirito umano per quanto riguarda l’alimentazione carnea benché molti grandi santi e padri della Chiesa ne abbiano raccomandato l’astinenza? Probabilmente per paura di far perdere all’essere umano la sua arrogante, inesistente centralità biologica e con essa il falso diritto di disporre degli altri esseri viventi per volontà di un dio che elegge solo la progenie umana a sua immagine e somiglianza.

Come avrebbe potuto Gesù legittimare abitudini che si sarebbero rivelate dannose per la salute umana, crudeli per il mondo animale, devastanti per l’ambiente, per l’economia e concausa della fame di un’immensa parte di umanità? Gesù, Figlio di Dio Creatore, come può compiacersi della distruzione delle sue creature? E’ come se un artista si compiacesse della distruzione delle sue opere. Dai frutti e dagli effetti prodotti è verificabile la bontà o no di una legge, di una regola, di una dottrina.

Appellarsi poi alle tradizioni significa voler restare nello stato primordiale dell’evoluzione umana. Bisogna guardare al passato per rendere migliore il futuro. Il seme deve diventare pianta e dare i suoi frutti: non può restare seme in eterno. Nulla di ciò che viene detto ha valore imperituro. I tempi di Gesù non sono i nostri tempi. L’etica si amplia con la crescita della sensibilità e l’intelligenza positiva. Con chi si schiererebbe oggi Gesù? Con chi chiede amore anche per gli animali o con chi indifferente alla sofferenza e alla morte dice “Ammazza e mangia”?

Come si possono giustificare le proprie scelte alimentari appellandosi a dettami di duemila anni fa senza considerare le contingenze storiche e sociali che le hanno determinate? La nostra Costituzione, vecchia solo di 60 anni, ha necessità di essere riscritta, adattata alle nuove esigenze della cultura, dell’etica e della spiritualità umana che avanza: ostinarsi a considerala immodificabile, perché espressione di una tradizione condivisa, significa restare nella preistoria.

I tempi di Gesù erano tempi di fame, di guerre, di schiavitù, di crocifissioni, superate da una società che si considera evoluta e civile, come deve essere superata la raccapricciante abitudine di uccidere e cibarsi del corpo di un animale, spesso allevato in compagnia degli umani e spesso considerato parte stessa della famiglia, per non parlare dei campi di sterminio dei mattatoi, dove gli animali vengono fatti nascere con lo scopo di ucciderli e mangiarseli.

Ma ammesso che Gesù fosse stato indifferente verso la condizione degli animali e che, secondo le usanze ebraiche, usasse consumare carne, questo non autorizza il cristiano ad emulare solo l’aspetto alimentare tralasciando gli altri insegnamenti di povertà, mitezza e castità. Se Gesù avesse comandato di cedere il 10% del proprio guadagno ai poveri, o di astenersi dal sesso per un mese all’anno, quanti dei cristiani seguirebbero tale prescrizione? Il senso del Vangelo è quello di rendere l’essere umano più giusto, misericordioso, solidale, compassionevole. Ebbene, tutto questo è inconciliabile con lo scannatoio dei nostri fratelli animali.

Le due posizioni tra chi sostiene la legittimità di mangiare animali e chi invece si astiene per compassione e senso di giustizia mette a confronto due condizioni morali e spirituali. Il primo cerca giustificazioni per non rinunciare ad un piacere e al diritto di disporre della vita degli altri esseri viventi; i vegan fanno appello alla loro coscienza, al senso di giustizia, al valore della vita perché ritengono ingiusto, oltre che dannoso, fare ad altri ciò che non si vorrebbe per se stessi. Solo voler considerare valida la seconda opinione ci condanna all’insensibilità morale e all’ignoranza esistenziale.

Chi si rifiuta di accettare la realtà che “nulla è per sempre” non procede nella via della sua stessa evoluzione. Nulla è immutabile, eccetto lo stesso mutamento. La Chiesa stessa, l’istituzione più refrattaria ad ogni innovazione, ha sentito la necessità di superare regole un tempo considerate insuperabili, come l’esistenza del purgatorio, la schiavitù, le mire espansionistiche, l’uccisione di gente di fede diversa, la sottomissione al potere, la pena di morte, la tortura, il disprezzo per la donna, il divorzio ecc.
Tutto avanza e tutto si modifica. E’ stato quel che è stato, ma oggi siamo chiamati, da esseri pensanti, con un’apertura mentale più vasta ed una coscienza morale più evoluta, a non accettare passivamente ciò che viene tramandato come verità immutabile, consapevoli che ogni regola nasce da particolari esigenze storico/sociale di un popolo e occorre verificare criticamente se ciò che viene tramandato, anche come principio supremo, attua o no il bene della società in cui viene trasporto.

Franco Libero Manco

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Diete e salute – Cosa deve fare un vegano per restare sano?

Il vegano, chi non mangia alcun cibo animale, come si sa gode in media di un livello superiore di salute rispetto ai vegetariani ed ovviamente agli onnivori. A questo proposito vi riporto i risultati di una statistica pubblicata dalla Associazione Canadese di Igiene Naturale, relativa al rischio di morte per attacco cardiaco per l´americano medio: se onnivoro 50%, se vegetariano 15%, se vegano 4%.

Diverso però è il discorso se guardiamo al più generale livello di salute, poiché in questo caso oltre alle suddette scelte alimentari entra in gioco il globale stile di vita della persona. Come sappiamo dall´Igiene Naturale, branca della Scienza che si occupa di definire le condizioni naturali per mantenersi in salute,e per riacquistarle ove perduta, la causa di tutte le malattie è il livello di intossicazione dell´organismo, bisognerà quindi che anche il vegano, se vuole mantenersi in salute, eviti accuratamente ogni benché minima causa di intossicazione. Dovrà pertanto evitare: oltre tutte le sostanze di derivazione animale, i farmaci, tutti tossici, le sostanze eccitanti perché tossiche: caffè, tè, cacao, tabacco, tutte le droghe, il pepe, il peperoncino, l´alcol, l´aceto,lo zucchero bianco o scuro, i prodotti alimentari industriali, tutti più o meno caricati, per i più svariati motivi, dei tristemente famosi additivi, tutti tossici. Dovrà inoltre curare di disporre di acqua ed aria pura, esporsi il più possibile al sole, fare moto quotidiano, e se stanco, disporre di adeguato e tempestivo riposo.
Ma quanti sono gli attuali vegani che seguono queste regole? Pochi temo. Si spiega così il frequente caso, molto sfruttato dai Media (tranne poche eccezioni, al servizio del padrone industriale terrorizzato dal crescente successo specie tra i giovani della scelta vegetariana/vegana), del vegano morto ancor giovane il cui caso viene ampiamente evidenziato come prova della “pericolosità” inventata della scelta vegan.

Ma quanti sono i vegani che seguono le giuste indicazioni delle regole salutistiche? Coloro che s i definiscono vegan ma non godono di ottima salute non danno buona testimonianza del nostro benefico stile di vita.

Franco Libero Manco – Presidente A.V.A.

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Veleni nella carne…? Di più nel pesce!

Dopo le allarmanti dichiarazioni degli ultimi tempi da parte dell’OMS sulla cancerogenicità della carne molti probabilmente si verseranno sul consumo di pesce, convinti che questo sia meno dannoso della carne.

Ma è interessante sapere che il pesce è carne grassa come ogni altra carne di animale, che i pesci contengono grassi saturi in quantità anche maggiore della stessa carne; che il grasso del pesce fa ingrassare allo stesso modo della carne di maiale; che il pesce contiene molto colesterolo (gamberi e crostacei ne contengono quasi il doppio rispetto alla carne di manzo), che il pesce per motivi di sicurezza e gusto deve essere cotto e la cottura denatura gli Omega 3, oltre ad inattivare gli enzimi digestivi, che il 70% del pesce consumato in Italia viene dall’estero e che il 40% è da allevamenti intensivi che contengono enormi quantità di additivi chimici, di farmaci ormoni, antibiotici e varie altre sostanze chimiche e che si ritrovano poi nelle carni del pesce e che entrano nel metabolismo di coloro che se ne nutrono.

Ma occorre anche sapere che per 10 kg di spigole di allevamento occorre sacrificare 100 kg di sardine catturate in mare, che ogni 10 pesci catturati 8 vengono ributtati in mare, morti o agonizzanti, ritenuti non commestibili; occorre sapere che tra non molto non vi sarà più pesce da pescare perché i grandi pescherecci distruggono i fondali e la predazione sistematica lascia gli oceani senza vita, distruggono l’ habitat marino per l’azoto degli scarichi degli allevamenti con la conseguente anomala crescita delle alghe.

Poi ci sono le immense quantità di mercurio che le industrie scaricano nel mare (circa 10.000 tonnellate all’anno) che passa facilmente dal pesce nell’organismo umano. E’ utile ricordare la strage di Minamota (Giappone) del 1952 nella quale morirono 77 persone ed altre 360 rimasero invalide per aver mangiato pesce ricco di mercurio. Nei pesci sono state trovate quantità enormi di pesticidi e di metalli pesanti, come: piombo, mercurio, cadmio, oltre residui di scarichi industriali che finiscono in mare, nei laghi e nei fiumi.

Il mercurio è una potente neurotossina in grado di interferire nello sviluppo del cervello riducendo l’intelligenza specialmente dei bambini e che provoca danni al sistema nervoso. Secondo la Food and Drug Administration il mercurio contenuto nel grasso può causare malformazione nei neonati, danni renali, deficienza mentale, cancro.

Il cadmio può comportare disfunzioni renali e sessuali, decalcificazione ossea, cancro.
Lo zinco può procurare effetti dannosi alla circolazione sanguigna, all’apparato digerente, ai reni, ai polmoni, al pancreas e al sistema riproduttivo.

Il piombo oltre ad ostacolare lo sviluppo dell’intelligenza nei bambini, negli adulti può causare ipertensione, malattie cardiovascolari, cancro ai polmoni, stomaco, cervello.
Poi c’è il pericolo di intossicazione anisakis, piccoli vermi che si trovano nell’intestino di molti pesci, come aringhe, sgombri, merluzzi, acciughe, pesce sciabola, pagello, nasello, totani, rana pescatrice, pagaro, pagello, il San Pietro e in alcune specie di pesce azzurro.
Eticamente è molto più grave consumare del pesce che carne di animali terricoli. Mentre con la carne di una mucca o di un maiale si nutrono centinaia di individui per il pesce è necessario sacrificare molti animali e il valore di un animale non si valuta in base alla sua dimensione corporea.

Le raccomandazioni dei nutrizionisti di consumare pesce almeno 2-3 volte a settimana per garantirsi l’Omega 3 non è sufficiente ad assicurare il quantitativo necessario. Solo alcuni tipi di pesce contengono modeste quantità di Omega 3 e solo se i pesci sono selvatici o da acquicoltura con pesci che si nutrono di pesci che mangiano alghe da dove traggono l’Omega 3. I benefici per la salute umana non sono dimostrati o al limite sono trascurabili, per contro i danni alla salute per il consumo di pesce e i disastri ambientali causati dalla pesca sono ben documentabili.

Franco Libero Manco

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