Archivio della Categoria 'Alimentazione vegetariana'

Cambiamenti climatici ed inquinamento… prima causa: la produzione di carne da macello

La terra è ammalata e a farla ammalare è la specie umana che come un cancro distrugge l’ambiente in cui vive. E così avveleniamo la terra con la chimica, inquiniamo l’ambiente, sventriamo le montagne, deprediamo i mari, e come se non bastasse bruciamo i boschi. Le prospettive sono allarmanti e quello che si sta verificando è solo l’inizio di un’era contro cui l’umanità si troverà a combattere per sopravvivere. Se non ci sarà una forte volontà politica a livello globale di invertire la rotta, ed una presa di coscienza individuale, occorre prepararsi al peggio, rassegnarsi a siccità sempre più roventi, a sbalzi climatici e a conseguenti frequenti inondazioni. Ma la vera rivoluzione può venire solo dalla massa attraverso la responsabilità individuale che deriva dalle scelte quotidiane.

Il problema del cambiamento climatico è ormai tema di continue quanto sterili dissertazioni televisive. Anche se l’ONU afferma che gli allevamenti producono il 14,5% delle emissioni globali di gas nocivi per l’ambiente, cioè un quarto dei gas serra, e che eliminando dalla nostra dieta carne, pesce e derivati si ridurrebbero del 70%, della principale causa del problema nessuno ne parla, come ci fosse un tacito accordo comune a non menzionare in alcun modo l’industria zootecnica principale responsabile dell’inquinamento globale perché richiederebbe la messa al bando della bistecca; nessuno dice che per la produzione di un solo kilogrammo di manzo necessitano circa 50.000 litri di acqua potabile, di 7 litri di petrolio, 15 kg di cereali, che vengono distrutti 12 mq di foresta, che genera 36 kg di anidrite carbonica, e che assorbe energia quanto un’automobile per 40 km.

Praticamente solo l’industria zootecnica inquina più di tutti i mezzi di trasporto del pianeta: automobili, aerei, navi e treni compresi. Ma pare che i mangiatori di animali preferiscono morire che rinunciare alla bistecca.

Franco Libero Manco

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Veganismo – L’opzione nutrizionale nonviolenta

Alcuni nutrizionisti sono soliti rivendicare l’esclusività scientifica delle loro argomentazioni, mentre ciò che muove noi vegani è l’aspetto etico del problema; come se l’etica fosse una componente del tutto trascurabile mentre dovrebbe mettere in secondo piano qualunque assioma scientifico ed essere il fulcro decisionale di ogni popolo civile.

La medicina convenzionale usa somministrare carne e formaggi a pranzo e a cena negli ospedali agli ammalati di cancro (principale causa di malattia) e trascura clamorosamente i risultati scientifici di 22 esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, provenienti da 10 paesi diversi e gli 800 dossier arrivati da ogni parte del mondo messi a punto negli ultimi 20 anni. E in fatto nutrizionale ha osteggiato per secoli ciò che oggi consiglia, come il consumo di frutta e verdura crude e per duemila anni ha negato qualunque relazione tra tipo di alimentazione e malattia. Ma per noi vegani la vera scienza è solo quella che cerca le cause della malattia e che considera l’individuo nella sua interezza fisica, mentale, emozionale e spirituale.

Noi riteniamo che la vera scienza nutrizionale sia solo quella che fa riferimento alle leggi naturali, alla scienza di Ippocrate e agli Istituti più accreditati, aggiornati e indipendenti che in fatto nutrizionale raccomandano un’alimentazione totalmente vegetale. Sono i risultati concreti che contano: la scelta vegan consente di essere immuni alla gran parte delle malattie e di conservare una salute eccellente. E crediamo che la nostra visione sia nel giusto perché benèfica per l’uomo, per gli animali, l’ambiente, il Terzo Mondo, l’economia.

Franco Libero Manco

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Pezzi di cadavere…. buoni da mangiare?

Proviamo ad immaginare le parti anatomiche di un corpo umano; immaginiamo che il cuore, il fegato, la milza, il rene, il polmone, il cervello, gli intestini, alcune costole, alcuni muscoli, siano stati levati in obitorio ad una persona deceduta e messi in un recipiente. E ora immaginiamo gli stessi organi prelevati dal cadavere di un animale, per esempio un maiale, e messi in un altro recipiente vicino al primo. Queste misere parti risultano, ad occhio profano, identiche, indistinguibili. Ebbene, pensare di cucinare e mangiare le prime farebbe vomitare, inorridire chiunque dotato di sensibilità e di senso estetico; invece, per le massaie o per i cuochi, cucinare e mangiare le seconde viene considerata una prelibatezza da leccarsi le dita.

Eccetto i cannibali, chi se la sentirebbe di cucinare e mangiare la coscia, il petto, il piede, la faccia, i testicoli, la milza, il pancreas o qualunque altra parte del corpo di un essere umano? Solo l’idea certo sconvolge ogni persona normale, mentre è considerato un piatto prelibato se ad essere cucinate sono le identiche parti anatomiche di un qualunque animale ritenuto commestibile.

Chi utilizzerebbe per il proprio pasto un recipiente in cui c’è stato del sangue umano e messi a giacere i resti di un’operazione chirurgica? Invece, per la stragrande maggioranza delle massaie o dei cuochi è considerato normale usare recipienti in cui sono stati utilizzati resti del cadavere di un animale.

Chi consumerebbe a colazione latte di donna? Credo nessuno. Mentre è considerato normale utilizzare il latte di un animale, igienicamente meno adatto e meno compatibile con la nostra vita.

Chi mangerebbe un uovo uscito dalla vagina di una donna? Sfido chiunque a superare questa ipotetica prova. Mentre è considerato normale utilizzare, a profusione, uova uscite dall’utero di un animale, tra l’altro ritenuto, erroneamente, il meno dotato sotto l’aspetto cerebrale, estetico, spirituale.

Come può succedere tutto questo? Perché l’essere umano si è abituato a convivere con ciò che è raccapricciante, stomachevole, disgustoso e contro la sua stessa natura di essere emotivamente, eticamente ed esteticamente sviluppato? Perché l’essere umano, per sua natura frugivoro, ritiene normale mangiare un animale mentre considera crudele quando animali carnivori agiscono allo stesso modo e pur non avendo gli attributi anatomici degli animali predatori si comporta come tali?

Come ha potuto arrivare a considerare buoni da mangiare dei pezzi di cadaveri sanguinolenti ed in via di decomposizione? Come può un essere umano mettere nel suo stomaco lo stomaco cucinato di un animale? Nel suo intestino l’intestino di un animale? Il piede o la gamba di un animale? Che differenza c’è tra gli occhi, le orecchie o la lingua di un essere umano e gli occhi, le orecchie e la lingua di un vitello, cavallo o maiale?

Così si comportavano gli uomini delle caverne, gli uomini dell’età della pietra, al tempo della grande fame, quando spinti da estreme necessità di sopravvivenza dovettero violentare la loro stessa natura emulando gli animali predatori. Ma oggi che necessità c’è di restare ancorati ad abitudini primordiali e a pasti cadaverici?

Può l’umanità decaduta risollevarsi se resta capace di giustificare, con il piacere della gola, comportamenti così aberranti?

Franco Libero Manco

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Vegetarismo ed ecologia – Siamo tutti parte di un’unica “sostanza”…. che spinge verso l’evoluzione

Un’energia cosmica sembra pervadere e spingere verso l’evoluzione tutto ciò che esiste. Un essere umano, come qualunque essere vivente, risulta essere la sintesi chimica, fisica, energetica di organismi animali o vegetali che lo hanno preceduto lungo la via della manifestazione nello scenario della Vita. Dalla deflagrazione iniziale di 14 miliardi di anni fa venne a generarsi questo pianeta in forma gassosa che col passare dei tempi si solidificò fino a consentire agli elementi chimici base di formare la materia: minerali, rocce, acqua, terra, i primi organismi viventi, le prime rudimentali forme di vita vegetale e poi animale.

L’essere umano, come ogni organismo vivente, si nutre dei “frutti” della terra dove sono depositati i resti di organismi vissuti precedentemente e trasportati dalle correnti d’aria da ogni parte del globo: polveri di organismi passati che a loro volta si sono nutriti di altri organismi: macro nutrienti, acqua, minerali, luce solare ecc. In sostanza ognuno di noi si nutre di organismi vegetali o animali che a loro volta si sono nutriti di altri organismi vegetali o animali vissuti prima; cosicché il nostro organismo risulta costituito dei resti di innumerevoli organismi che lo hanno preceduto nel tempo. Questo porta alla consapevolezza che:

- Tutti gli esseri sono “figli” di un principio comune, sono fatti della medesima sostanza che si manifesta in forme differenti e differenti funzioni.
- Ogni forma/contenuto appartiene a differenti livelli di manifestazione.
- L’integrazione delle differenze, formali e sostanziali, consente alla Vita di manifestarsi.
- Ne consegue che ogni specie ha l’identico valore nel piano della Vita e che ogni visione parziale, considerata preminente, risulta dannosa per l’armonica convivenza degli esseri viventi.

Tutte le cose, nel procedere nel loro piano evolutivo, tendono a sviluppare ulteriormente le stesse peculiarità dell’essere umano: intelligenza, sentimenti, coscienza, apertura alla dimensione spirituale. Probabilmente tra mille anni, o un milione di anni, molte specie avranno le medesime capacità espressive del genere umano. Se la specie umana sparisse dalla faccia della terra tutto continuerebbe come prima, se non meglio, allo stesso modo se il pianeta terra o addirittura la nostra galassia, si dissolvesse nel nulla questo non causerebbe la purché minima crepa nel Mare Cosmico. Considerare la nostra relatività nei confronti del Tutto, il valore anche delle cose più minime, ci aiuterà a considerare la nostra relatività nei confronti del Tutto e a superare l’assurda, anacronistica e perniciosa visione antropocentrica.

Senza la conoscenza dei problemi non c’è presa di posizione. E senza la sensibilizzazione delle coscienze non c’è spirito di condivisione e spinta partecipativa.

Franco Libero Manco

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Il vegetarismo, in se stesso, non è “una cura miracolosa”

Alcuni vegetariani, o vegani, non hanno ancora ben chiaro il vero spirito della scienza alimentare igienista e a volte sono alla ricerca dello specialista capace di proporre la soluzione di un determinato problema di salute; e spesso guardano con entusiasmo ad un nuovo ritrovato, alla scoperta o all’invenzione di chi pubblicizza il suo ritrovato come cura miracolosa.

Noi sosteniamo che qualunque terapia che non vada alle cause del problema sia solo palliativa, fumo negli occhi, o nella migliore delle ipotesi, portatrice di un benessere transitorio. Riteniamo che nessun problema organico è causato da un unico fattore ma di un’insieme di concause che nel tempo generano una patologia; che quando si ammala un organo è l’intero organismo che bisogna curare perché è l’armonia dell’insieme che è stata interrotta e che occorre ripristinare attraverso un giusto stile di vita intervenendo sulle quattro componenti fondamentali dell’entità umana: il corpo, la mente, la coscienza e lo spirito.

A tal proposito Platone diceva: “Non dovresti curare gli occhi senza curare la testa o la testa senza curare il corpo. Così anche non dovresti curare il corpo senza curare l’anima. Questo è il motivo per cui la cura di molte malattie è sconosciuta ai medici, perché sono ignoranti nei confronti del Tutto che anch’esso dovrebbe essere studiato, dal momento che una parte specifica del corpo non potrà star bene a meno che non stia bene il Tutto”.

Riteniamo che non esistono carenze isolate, come nessuna cura che non prende in esame l’intero organismo può essere mai risolutrice. Illuminante è a tal proposito anche il pensiero di Ippocrate che affermava: “Quando verranno a chiedervi la salute prima chiedetegli se sono disposti a rinunciare alla causa che ha determinato la malattia; solo in questo modo potrete aiutarli”.

La malattia insorge quando le nostre difese immunitarie non sono più in grado di difenderci da una vita condotta in modo innaturale. Il solo modo per ridare forza vitale al nostro organismo, da renderlo capace di liberarsi dalla malattia, è quello di potenziare le nostre difese immunitarie: continuare a vivere come sempre, ad alimentarsi allo stesso modo, e sperare poi di recuperare la salute è mera illusione. Per recuperare la salute è necessario eliminare ciò che ci danneggia, solo in questo modo l’organismo avrà la possibilità di guarire se stesso. Nessuna terapia esterna che consente al soggetto di continuare a condurre la vita di sempre può mai essere risolutrice.

La giusta alimentazione è condizione primaria per recuperare o mantenere una buona salute, ma non è il solo fattore, non è sufficiente essere vegan per essere immuni a tutte le patologie moderne conosciute. A tale alimentazione è necessario abbinare attività fisica, aria buona, contatto con la natura, cibi biologici, acqua pura, serenità d’animo, apertura ai valori dello spirito…

Molte sono le cause dell’insorgere di una malattia perché tutto è inquinato: l’aria, i cibi, l’acqua; poi ci sono i fattori familiari e genetici, lo stress della vita moderna ecc. Ma nessuna terapia può ristabilire la salute in un organismo intossicato se non si cambia stile di vita. Nessun integratore, anche se naturale, può ridare all’organismo l’armonia perduta perché qualunque prodotto in natura produce benefici solo in simbiosi armonica con gli altri componenti cui è composto; ma isolato, estratto dal suo conteso naturale, perde la sua benefica potenzialità.

Se il tuo stile di vita induce il tuo organismo a produrre una malattia, sperare di guarire senza mutare il tuo stile di vita è pura illusione. Se un organo non funziona come dovrebbe è l’intero organismo che va curato non il singolo organo. Inutilmente si sostituisce una lampadina danneggiata dalla forte tensione se non si abbassa la tensione del circuito elettrico.

Se si consumano vegetali coltivati su un terreno carente di un certo minerale anche il nostro organismo accuserà la medesima carenza, in tal caso la cosa migliore è fare scorpacciate dei prodotti naturali biologici ricchi di quella sostanza, e, eccezionalmente ricorrere a terapie “esterne” solo nel caso in cui non vi sia la volontà di adottare un rigido sistema alimentare igienistico. In questi casi superato il momento di crisi la cosa più giusta e saggia è quella di uniformarsi ad un’alimentazione vegan tendenzialmente crudista, la sola terapia che ci mette al riparo della gran parte delle malattie conosciute.

Franco Libero Manco

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