Risultato della ricerca:

Babele di Semi, conservazione della vita, acque senza veleni: basta PFAS, la profferta di Donald, Davos: si parla di guerra, il giorno della “memoria”, Dante è “blasfemo”?….

Il Giornaletto di Saul del 24 gennaio 2025 – Babele di Semi, conservazione della vita, acque senza veleni: basta PFAS, la profferta di Donald, Davos: si parla di guerra, il giorno della “memoria”, Dante è “blasfemo”?….

Care, cari, una Babele di Semi a Torino con arricchimento di musica popolare degli Argal, il 2 febbraio 2025 alla Cascina Roccafranca in Torino, con sonorità folk in piena sintonia con lo spirito della giornata dedicata allo scambio dei semi, all’ agroecologia ed all’economia del dono… – Continua: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2025/01/torino-una-babele-di-semi-e-musica.html

Nota – In molte zone del Piemonte “argàl” vuol dire soddisfazione, godimento, in linea con il nostro desiderio di far festa”

Conservazione della biodiversità – La capacità elaborativa della vita si farà beffe dell’arroganza “scientifica” e, malgrado l’apparente cecità, l’uomo non potrà distruggere la vita (di cui egli stesso è emanazione). E questo non ostante la sterile sperimentazione scientifica che vuole prendere il sopravvento sulla capacità di riscoprire giorno per giorno la freschezza della vita… – Continua: https://www.lteconomy.it/bloglte/profilegrid_blogs/conservazione-della-biodiversita-e-dellumanita-2/

Nota – Alla fine la capacità di conservazione saprà “affermarsi”…

Acque senza veleni: “Basta PFAS!” – Scrive Green Peace: “Abbiamo condotto un’indagine indipendente per monitorare la presenza di PFAS – sostanze poli- e perfluoroalchiliche note come “inquinanti eterni” – nelle acque potabili italiane…” – Continua: https://paolodarpini.blogspot.com/2025/01/acque-senza-veleni-basta-pfas.html

Nota – Finalmente i risultati sono arrivati e purtroppo sono davvero allarmanti…

Donald stavolta ha cagato fuori dal vaso! – La profferta di “pace” di Donald Trump a Vladimir Putin: “SUBITO L’ACCORDO SULLA FINE DELLA GUERRA O ARRIVERANNO LE SANZIONI”. Cosa c’è di sbagliato nel messaggio di Trump? “Fai un patto o ti ammazzo” non è il linguaggio che si può usare per parlare con la Russia…” – Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2025/01/donald-stavolta-ha-cagato-fuori-dal-vaso.html

Nota – Il grado di cafonaggine di Trump con il suo ultimatum è notevolmente superiore a quello dovuto quando si vuole intraprendere un dialogo serio…

A Davos si parla di guerra… – Zelensky ritiene che l’Occidente possa inviare circa 40-50mila militari in Ucraina per garantire la sicurezza delle frontiere. “Queste forze dovrebbero essere sufficienti per non diventare un bersaglio facile per la Russia”. La coalizione sarà guidata da Francia, Paesi Bassi e Gran Bretagna. Al Forum economico mondiale di Davos, che si sta svolgendo in questi giorni, il capo della NATO, Rutte, ha chiesto che “si parli meno di tregua e che si aumenti la fornitura di armi all’Ucraina”…” – Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2025/01/a-davos-si-parla-di-guerra.html

Nota – Il messaggio del Papa al Forum economico mondiale di Davos:  ”Per una intelligenza “relazionale” al servizio  del vero progresso. al servizio di uno sviluppo più sano, più umano, più sociale e più integrale…”

27 gennaio – Memoria a tutto campo… – Il 27 gennaio ricorre il giorno della “memoria”… E vorrei affermare che le catastrofi umanitarie, gli eccidi e le tribolazioni dell’umanità intera vanno qui ricordate. Quando nel 1945 il mondo scoprì la tortura e le persecuzioni a cui erano stati sottoposti milioni di individui colpevoli di essere “altri” e “diversi” dalla comunità dominante, un velo si squarciò… – Continua: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2019/01/21/27-gennaio-memoria-a-tutto-campo/

Nota – Ma subito dopo fu risistemato per lasciar trapelare solo ciò che i vincitori ritenevano utile…

Dante è “blasfemo”, secondo giudei ed islamici – Erano partiti prima i giudei con la denuncia che la Divina Commedia contenesse nozioni antiebraiche, poi si sono aggregati anche gli islamici lamentando che il poeta criticò ferocemente il loro profeta Maometto. A dire il vero è dal marzo 2012 che se ne parla, in seguito ad un articolo apparso sul Corriere della Sera, e da allora la cosa è andata parecchio avanti e le “sparate” contro Dante Alighieri e la Divina Commedia, hanno fatto strada… conquistando le pagine del Web e scomodando fior di commentatori… – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2017/01/divina-commedia-blasfema-processo-dante.html

Ciao, Paolo/Saul

Il Contesto. Trump sembra riuscire a ottenere la ratifica congressuale di tutte le sue nomine, comprese quelle più controverse, quali Pete Hegseth al Pentagono, Tulsi Gabbard alla National Intelligence, Kash Patel all’Fbi, Robert Kennedy jr. alla Salute, e già nelle prime ore di servizio ha varato una serie di provvedimento di indubbia rilevanza, come il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ecc. – Ne parliamo assieme a Giuseppe Germinario, studioso di questioni strategiche: https://youtu.be/qnkFg7pgM_M

Scott Ritter. In questo video esploreremo gli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina, analizzando le dichiarazioni di Zelensky, le implicazioni geopolitiche globali e il destino dei 300 miliardi di dollari di beni russi congelati. La situazione è complessa: la leadership ucraina, il coinvolgimento occidentale e la posizione di Trump si intrecciano in un panorama politico teso: https://www.youtube.com/watch?v=X6sDlGjKR1Q

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Non andare nella direzione verso cui la paura ti fa muovere. Vai dove ti conduce l’amore. Vai nella direzione verso la quale ti fa andare la gioia.” (Osho)

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Risultato della ricerca:

Gli artefici del pensiero unico, la rete bioregionale alimentare, “Andare dove siamo già!”, terrorismo e armi biologiche, il cristianesimo in chiave psicostorica, la storia dell’unità d’Italia è da riscrivere…

Il Giornaletto di Saul del 28 dicembre 2024 – Gli artefici del pensiero unico, la rete bioregionale alimentare, “Andare dove siamo già!”, terrorismo e armi biologiche, il cristianesimo in chiave psicostorica, la storia dell’unità d’Italia è da riscrivere…

Care, cari, una ricerca condotta da un gruppo di studiosi nel 2012 ha accertato che, nel quinquennio intercorrente tra il gennaio 2007 e il dicembre 2011, i professori di economia politica della Università Bocconi di Milano, espressione di una ben precisa visione, occupavano uno spazio predominante sulla grande stampa italiana… (Giacomo Gabellini) – Continua: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2024/12/gli-artefici-del-pensiero-unico.html

Nota – Proviamo ad analizzarla assieme a uno degli autori dello studio in questione, vale a dire Francesco Sylos Labini…

Bioregionalismo e alimentazione… – Scrive Caterina Regazzi: “L’alimentazione, nell’ambito della Rete Bioregionale Italiana, è sempre stato un argomento molto dibattuto e con opinioni diverse, come è giusto che sia: su questa Terra è impensabile che tutti abbiamo lo stesso sentire nei riguardi delle diverse componenti… – Continua: https://www.lteconomy.it/bloglte/profilegrid_blogs/previsioni-poco-rassicuranti-se-si-prosegue-con-questo-sistema/

Nota – Nel bioregionalismo si ricerca un legame del cibo con il territorio, si suppone che il cibo prodotto localmente sia più in sintonia con l’organismo che lo deve ricevere…

“Andare dove siamo già!” – Spiritualità Laica è chiaramente un’immagine, un concetto, in cui inserire tutte quelle forme naturali di “spiritualità” sperimentate dall’uomo. Siamo consapevoli di muoverci all’interno della concettualizzazione dobbiamo perciò far riferimento all’agente primo evocato con l’idea di spiritualità… – Continua: https://paolodarpini.blogspot.com/2024/12/spiritualita-laica-ovvero-andare-dove.html

Nota – I flussi passano la sorgente è perenne. Sii ciò che sei, diceva un saggio dell’India, ed uno dell’occidente rispose: Conosci te stesso…

Terrorismo e armi biologiche… – Scrive Elena Panina: “il tribunale di Mosca ha condannato l’americano Gene Spector a 15 anni di prigione per spionaggio. Ora l’FSB ha rivelato che il cittadino statunitense ha raccolto dati per il Pentagono per un sistema di screening genetico per i residenti russi…” – Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2024/12/terrorismo-e-armi-biologiche-contro-la.html

Nota – Questi dati possono essere utilizzati per vari scopi, anche militari, quindi dal 2007 è vietata l’esportazione di campioni biologici di cittadini russi…

Retroscena dell’attentato di Magdenburgo – Le autorità tedesche hanno ignorato i comunicati sulla pericolosità dell’attentatore… – Scrive Maria Zakharova: “In merito all’attacco terroristico del 20 dicembre a Magdeburgo, in un mercatino di Natale, si scopre che dopo che Al-Abdulmohsen si è trasferito in Germania, l’Arabia Saudita ha inviato quattro volte (!) note diplomatiche ufficiali al Ministero degli Esteri tedesco e ai servizi di intelligence affermando che l’arabo “potrebbe avere opinioni estremiste”. Inoltre questi dati sono pervenuti anche negli USA…” – Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2024/12/retroscena-dellattentato-di-magdenburgo.html

Nota – Le autorità hanno trasmesso questi avvertimenti a livello regionale, in Sassonia-Anhalt, ma la polizia dopo un controllo formale, ha deciso che Al-Abdulmohsen “non rappresenta alcuna minaccia”…

Nuove Religioni: “…e così qualcuno s’inventò il cristianesimo…” – “Pensavo di aver avuto una pensata originale inventandomi l’esistenza di un ipotetico Saul. Purtroppo qualcuno mi aveva preceduto nell’invenzione di Saul… sono stati i “padri” della chiesa… “ – Continua: https://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2013/01/nuove-religioni-e-cosi-qualcuno.html

Commento di Marco: Potrebbe anche essere che le cose stiano come hai detto. Ormai oggi, come diceva Gaber in una sua canzone, tutto è vero e tutto è falso. Oggi siamo pieni di scritti, nero su bianco e virtuali, e tutti possono essere falsi o veri. L’unica verità, quindi, è quella della coscienza…

Il cristianesimo in chiave psicostorica – Nella descrizione degli eventi, definita storia, prevale l’impressione dell’osservatore, questa è la caratteristica della mente individuale che, percependo attraverso la rete di sue predisposizioni, interpreta ed aggiusta i significati delle azioni vissute o riportate… – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2019/12/26/psicostoria-religiosa-il-cristianesimo-e-una-invenzione-di-paolo-di-tarso/

Nota – Per conoscere una parvenza oggettiva di “verità” occorre rivolgersi alla psicostoria, ovvero alla capacità di memorizzazione automatica della funzione mnemonica “akashica” (psiche collettiva)…

Forse la storia dell’unità d’Italia è da riscrivere… anch’essa fu una “rivoluzione colorata”…? – Scrive Alessandro Pellino: “Il 5 maggio del 1860, un’accozzaglia di 1162 straccioni, al comando di Giuseppe Garibaldi, che Cavour aveva coinvolto al solo scopo di disfarsene, s’imbarca sui vapori Piemonte e Lombardo alla volta di Marsala, dove sbarcano l’11 di maggio. All’alba di questo infausto giorno, sarebbero bastate due “palle” di cannone e, noi non saremmo qui a discutere. Mercé i tradimenti e le inettitudini dell’esercito borbonico e dei suoi ufficiali, il futuro eroe dei due mondi, il giorno 7 settembre 1861 fa il suo “trionfale” ingresso in Napoli…” – Continua: https://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2015/12/unita-ditalia-rivisitata-e-distruzione.html

Ciao, Paolo/Saul

Nicolai Lilin. Le dichiarazioni di Putin di fine anno creano polemiche in campo occidentale: https://www.youtube.com/watch?v=u7Z9GwN0Y-8

Nicolai Lilin – Le notizie del 27 dicembre https://www.youtube.com/watch?v=JqfihH07qrs

Lavrov: “Il regime di Kiev è completamente manovrato dagli anglosassoni”. Il ministro degli esteri russo Lavrov affronta ad ampio raggio i temi cari alla diplomazia di Mosca in ogni angolo del pianeta, con particolare riferimento al conflitto russo-ucraino. “Le ostilità cesseranno solo quando saranno affrontate e risolte le cause profonde della crisi…”: https://www.youtube.com/watch?v=JqfihH07qrs

Douglas Macgregor. L’unico modo per svelare la realtà è vedere se Donald Trump riuscirà a tornare alla Casa Bianca. Spero che stia facendo qualcosa per questo, ma ho dei dubbi… Vogliamo finalmente la verità! Le bugie dei media mainstream non possono più nasconderci la realtà: https://www.youtube.com/watch?v=W5eMEFk45q8&t=56s

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Che vantaggio c’è a discutere se il mondo sia reale o irreale, senziente o insenziente, piacevole o spiacevole? Estinguere l’ego, trascendere il mondo, realizzare il Sé – questo è lo stato caro a tutti e libero dal senso di unità e dualità…” (Ramana Maharshi)

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Predazione di organi, salvare gli alberi, l’Occidente gioca a fare la guerra, quanto manca all’alba?, un manvatara tira l’altro, a proposito di bioregionalismo, collective psyche…

Il Giornaletto di Saul del 28 novembre 2024 – Predazione di organi, salvare gli alberi, l’Occidente gioca a fare la guerra, quanto manca all’alba?, un manvatara tira l’altro, a proposito di bioregionalismo, collective psyche…

Care, cari, … è fuor di dubbio che l’espianto è atto programmato e volontario per procacciare organi per trapianti. E’ fuor di dubbio che di tortura si tratta quando la persona con lesione cerebrale per incidente o malattia viene sequestrata nella Rianimazione, posta sotto ventilazione non col fine unico di curarla, ma per esami non autorizzati e dannosi, finalizzati agli accertamenti dei caratteri immuno-genetici per la compatibilità al trapianto e valutazione della qualità degli organi… (Silvana Mondo) – Continua: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2024/11/predazione-di-organi-e-tortura.html

San Pietro in Cariano (Verona) – Scrive Gabriele Fedrigo: “Rovina ambientale con la costruzione di nuovi edifici industriali grande come dieci campi da calcio per la nuova sede della Isap Packaging, produttrice di prodotti di plastica monouso…”

Salvare gli alberi per salvare la vita… – Scrisse Peter Boom: “Un grandissimo problema oggi è la sistematica distruzione dei boschi che sono parte integrante e di primaria importanza per il nostro ecosistema. Per questo motivo ho scritto un libro intitolato “2020, il nuovo Messìa”, che parla proprio della mentalità speculativa che sta distruggendo la Natura, la flora, la fauna, i nostri alberi e di conseguenza anche noi…” – Continua: https://www.lteconomy.it/bloglte/profilegrid_blogs/salvare-gli-alberi-per-salvare-la-vita/

Nota – Spero che possiate guardare agli alberi ed alla Natura tutta con occhi e sentimenti diversi.

L’Occidente gioca a fare la guerra… – Scrive Giacomo Gabellini: “Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno dato via libera a Kiev per l’impiego di missili Atacms e Storm Shadow/Scalp contro il territorio russo. Vladimir Putin ha dichiarato che “Ci consideriamo autorizzati a usare le nostre armi contro le strutture militari di quei Paesi che permettono di usare le loro armi contro le nostre strutture, e in caso di escalation reagiremo in maniera decisa e speculare. Raccomando alle élite al potere di quei Paesi che stanno pianificando di utilizzare i loro contingenti militari contro la Russia, di riflettere seriamente su questo punto»… – Continua: https://paolodarpini.blogspot.com/2024/11/loccidente-gioca-fare-la-guerra.html

Nota – Significativamente, Trump non ha commentato la decisione di autorizzare l’Ucraina ad impiegare missili a lungo raggio contro il territorio russo…

Quanto manca all’alba? – Dunque «ci stiamo avvicinando a una guerra nucleare», secondo l’Intelligence Community statunitense. Forse ci fermeremo un attimo prima, ma questo se prevarrà la razionalità. Il Biden collettivo ha intenzione di continuare l’escalation fino al 20 gennaio quando lascerà in eredità a Trump una situazione incandescente e relazioni con la Russia completamente deteriorate… – Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2024/11/quanto-manca-allalba-analisi-accurata.html

Nota – Grande è la confusione sotto il cielo e nelle catene di comando statunitensi…

Un manvatara tira l’altro… – Un Manvantara costituisce il ciclo cosmico e storico completo di un’Umanità – giacché, nell’infinità della Possibilità Universale, sono contemplati innumerevoli Generi umani, ciascuno dei quali possiede, evidentemente, una propria essenza unica, e si divide in quattro età successive (Yugas)… – Continua: https://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2012/12/manvatara-e-yuga-computo-delle-ere-e.html

Nota – Nessun essere, per quanto sia estremamente lontano, o addirittura nemico, rispetto al Divino, potrà mai sfuggire all’invincibile legge d’attrazione metafisica, che tutto infine riconduce all’Origine Suprema…

A proposito di “bioregionalismo, ecologia, spiritualità naturale”. Un neologismo serve solo a rinominare ciò che è sempre esistito – Cercando di dare una spiegazione consona dei concetti relativi ai neologismi -quali ad esempio: bioregionalismo, ecologia profonda, spiritualità laica- dobbiamo ricorrere alla semantica ed alla glottologia, poiché non esiste neologismo che non trovi origine in altre parole simili…” – Continua: https://www.fiorigialli.it/dossier/view/9_un-altro-mondo-possibile/2118_bioregionalismo-ecologia-profonda-e-biospiritualita

Nota – Forse non sarebbe nemmeno necessario trovare nuovi termini se la parola originaria, eventualmente abbinata ad un aggettivo, potesse dare il senso di quanto si vuole descrivere…

Collective psyche and pseudopod theory – In our society, in the common soul of the species also called “psychic aura,” there are several kinetic forces that propel intelligence into a continuous subtle elaborative process. The collective psyche has various facets each of which represents a way of thinking in each of the fields of human interest: economy, technique, art, science, religion and spirituality, etc… – Continue: https://bioregionalismo.blogspot.com/2017/11/collective-psyche-and-pseudopod-theory.html

Ciao, Paolo/Saul

Il Contesto. La guerra cambia la Russia e l’Europa – L’Europa sprofonda nella marginalizzazione politica ed economica, aggravata da una crisi energetica senza precedenti, scaricandone gran parte delle colpe sulla Russia. Intervista di Giacomo Gabellini con Evgeny Utkin, giornalista russo specializzato in questioni economiche e geopolitiche che vive e lavora in Italia: https://youtu.be/2hE0zfzq9Wc


Visione TV. Annunciata una tregua in Libano. Quanto reggerà? Ne parliamo a “Dietro il Sipario” in compagnia di Giorgio Bianchi, Andrea Lucidi e Francesco Forciniti: https://youtu.be/Aem2zdTWQX8

Nicolai Lilin. Nuove mafie emergenti. I criminali ucraini conquistano l’UE e gli USA: https://www.youtube.com/watch?v=HwtSxh58zPQ

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Non serve a nulla cambiare ambiente. L’ostacolo è nella mente, che deve essere “compresa” sia a casa che nella foresta. Se potete farlo in una foresta, perché non nella società? Allora perché cambiare ambiente? Potete impegnarvi nella ricerca anche adesso, in qualunque ambiente vi troviate.” (Ramana Maharshi)

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Gaza: tira e molla, cronistoria di Israele in Palestina, l’inquinamento nuoce all’intelligenza, rivoluzione colorata in Serbia?, la perfida Albione si autoassolve, il Natale dell’Uno, intelligence is present in all life…

Il Giornaletto di Saul del 27 dicembre 2023 – Gaza: tira e molla, cronistoria di Israele in Palestina, l’inquinamento nuoce all’intelligenza, rivoluzione colorata in Serbia?, la perfida Albione si autoassolve, il Natale dell’Uno, intelligence is present in all life…

Care, cari, la tregua a Gaza sembrerebbe alle porte ma ancora non decolla. Ismail Hanyeh, capo politico di Hamas, è andato in Egitto, per discutere una bozza di accordo che però non piace granché alla nomenclatura israeliana e nemmeno ad Hamas… – Continua: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2023/12/medio-oriente-la-tregua-che-gaza-aspetta.html

Gaza. Usa modificano la risoluzione Onu – “Mosca si oppone alle modifiche. Il voto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è stato rimandato, la Russia e altri Paesi membri lamentano l’eliminazione della cessazione delle ostilità da parte degli USA.”

Cronistoria di Israele in Palestina – Un documento di Stefano Davidson da leggere con discriminazione: “L’ARTICOLO CHE SEGUE VUOLE ESSERE UNA SORTA DI GUIDA PER TUTTI COLORO (E SONO TANTI, DIREI LA MAGGIOR PARTE) CHE PARLANO DEL CONFLITTO TRA PALESTINESI E ISRAELIANI SENZA CONOSCERE MINIMAMENTE LA STORIA. OVVIAMENTE LA MIA RICOSTRUZIONE CERCHERÀ DI ESSERE IL PIÙ POSSIBILE OBIETTIVA E NON PRETENDO CERTO CHE VENGA PRESA COME “FONTE DI VERITÀ ASSOLUTA”… – Continua: https://paolodarpini.blogspot.com/2012/11/cronistoria-disraele-in-palestina-con.html

Mia nota: Ho ritenuto opportuno, per una parità di pareri e di opinioni, sul tema scottante della Palestina e di Israele, pubblicare questo lungo articolo inviatomi da Stefano Davidson. Ovviamente con ciò non sostengo le tesi in esso contenute, mi sono limitato a dare uno spazio, per par condicio, alla descrizione di come sia avventa la formazione di Israele secondo una persona che ne sorregge le ragioni…

L’inquinamento nuoce all’intelligenza umana… – Un gruppo di ricercatori dell’Università del Colorado, a Boulder, della Colorado School of Public Health e dell’Università della Pennsylvania avrebbero trovato delle prove circa il fatto che un aumento delle concentrazioni di diossido di carbonio nell’atmosfera avrebbero degli effetti nocivi sulle capacità cognitive dell’essere umano… – Continua: https://paolodarpini.blogspot.com/2023/12/laria-inquinata-abbassa-il-livello.html

Svezia e Finlandia. Servitrici della NATO – Senza nemmeno attendere l’adesione ufficiale alla NATO, la Svezia ha firmato un accordo militare con gli Stati Uniti, per cui essi avranno immediatamente accesso a 17 basi militari, strutture e campi di addestramento in Svezia. Inoltre, il 18 dicembre u.s., è stato firmato un accordo simile con la Finlandia. Pertanto, il Pentagono ha libero accesso a 15 strutture militari per lo spiegamento di contingenti, nonché per lo stoccaggio di attrezzature ed armi.”

Chi vuole la “rivoluzione colorata” in Serbia…? Scrive Balkan Research: “Le pietre, i bastoni e i razzi con cui i manifestanti hanno attaccato il palazzo del Governo, dopo la sconfitta elettorale, non hanno soddisfatto gli scherani dell’opposizione serba, amici dell’Occidente. Alcuni di loro chiedono apertamente un’ulteriore escalation e invocano la “rivolta armata”, il Maidan, a Belgrado…” – Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2023/12/chi-vuole-la-rivoluzione-colorata-in.html

Nota. Il risultato elettorale non piace a USA e UE. Le risorse dell’opposizione, finanziate dall’Occidente e dalle ONG, si sono unite per fomentare disordini e hanno attivato una violenta provocazione…”

La perfida Albione si autoassolve… – Scrive Maria Zakharova: “Londra ha deciso che è passato abbastanza tempo e che ora, con l’attenzione del mondo concentrata sulla Russia e sul Medio Oriente, ha la grande opportunità di scagionare i propri criminali di guerra. Con questo disegno di legge, i parlamentari britannici rinunciano a perseguire i propri militari e poliziotti che hanno aperto il fuoco sui civili durante il conflitto in Iranda del Nord…” – Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2023/12/la-perfida-albione-si-autoassolve-dai.html

Nota – Nessuna conseguenza legale, nessuna scadenza, nessun arresto. La Repubblica d’Irlanda sta facendo causa alla Gran Bretagna. Il fatto è che lì vivono i parenti di molte persone morte per mano dei militari britannici durante il conflitto armato. Il governo di Dublino è indignato per la decisione di Londra.

Il Natale dell’Uno – E’ importante soprattutto per chi si avvicina alla Via della Spiritualità, non accontentarsi delle apparenze e ricercare la Verità, il significato profondo che accomuna tutte le religioni e tutti i miti, e che – data l’universalità della ricorrenza – non può che riguardare anche il Natale. I festeggiamenti del periodo natalizio ci accompagnano da quando siamo nati…” – Continua: https://retedellereti.blogspot.com/2015/12/il-natale-delluno.html

Emilia Romagna. Gli amministratori regalano alcuni giorni di vita agli uccelli – Scrive LAC: “La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha anticipato la chiusura della caccia alla beccaccia al 31 dicembre, a tutte le specie di Turdidi al 10 gennaio 2024 ed agli uccelli acquatici e limicoli al 20 gennaio anzichè al 31 gennaio…”

Intelligence is present in all life – …there is no such thing on this earth and in the universe, which can be said to be separate – as everything is manifested in the totality of the “whole” – and life itself is inseparable in its various manifestations, manifesting common roots in all its forms, of any kind and nature, we can guess that the characteristic of “consciousness-intelligence” is present in every living element, which demonstrates birth, growth and death, be it in different degrees… – Continue:
(con testo italiano): https://bioregionalismo.blogspot.it/2017/12/intelligence-and-consciousness-are.html

Ciao, Paolo/Saul

Saakashvili chiede all’Ucraina di invadere la Georgia: https://www.youtube.com/watch?v=nz7auHNM55g

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“La liberazione è percepire che gli oggetti senzienti sono parte della manifestazione totale, senza identità separate, che ciò che ‘io’ sono è la capacità senziente in tutti gli esseri senzienti, la presenza conscia come tale. La liberazione è percepire che ‘io’, l’Assoluto, nella mia espressione fenomenica, sono il funzionamento (il vedere, l’udire, il sentire, il gustare, l’odorare, il pensare) senza la presenza di nessun altro attore individuale…” (Nisargadatta Maharaj)

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Il natale di un Gesù mai nato…

Il Natale. Storia e fede. Gesù, lo sanno tutti, è nato alla mezzanotte tra il 24 e il 25 di 2023 anni fa (secondo il calcolo cristiano). Appunto, lo sanno tutti. Ed è invece, storicamente parlando, indimostrabile: e comunque in parte sbagliato, in parte insicuro.
Per quanto ciò possa apparire strano e magari sconvolgente, magari scandaloso, mancano prove storiche sicure che Gesù sia davvero mai nato, che cioè sia un personaggio storico al pari di Mozart, o di Napoleone, o di Gino Bartali: insomma di un qualunque essere umano la vita e l’identità del quale siano supportate da una documentazione obiettiva e sicura. Le stesse prove storiche non “primarie” � vale a dire appoggiate a documenti certi � ma almeno “secondarie”, cioè sorrette da testimonianze narrative, sono tutte più recenti di almeno alcuni decenni rispetto alla sua morte. E i racconti che ne costituiscono le basi sono quelli evangelici: al di fuori id essi, ce ne mancano riscontri. Saggiamente, difatti, i Padri del Concilio di Nicea del 325 troncarono le discussioni che già da allora violentissime si addensavano sulla questione Cristo “storico” versus Cristo “mitico” e stabilirono nel loro Synbolon (perpetuato come preghiera del “Credo”) che la nascita, la passione, la morte e la resurrezione di Gesù, nato da Maria Vergine, fossero articolo di fede. Ciò sottrae il credente dalla necessità d’invilupparsi in complesse questioni storico-filologico-esegetiche. Il fatto che poi sia del tutto legittimo indagare sulla personalità del Cristo come problema storico va da sé. Nella storia, quella seria, non esistono tabù o argomenti trattando i quali si rischia di venir considerati “revisionisti”.
E’ quindi legittimo trattare i Vangeli anche come fonti storiche di carattere narrativo e studiarli sotto questo aspetto, con tutti i metodi e gli strumenti del caso.
Fondandosi quindi sulle narrazioni evangeliche, e segnatamente su Luca, 2, 1-26, è stato possibile risalire all’anno della Sua nascita, quello del censimento indetto da Ottaviano Augusto; e quindi a quello approssimativo della morte, avvenuta durante il governo proconsolare di Ponzio Pilato della provincia imperiale di Siria. Ma quanto alla nascita, il còmputo messo a punto nel VI secolo dal monaco siriano Dioniso detto “il Piccolo”, residente in Roma, sembra contenere un errore per difetto di circa 6-8 anni: Gesù sarebbe nato quindi non già nel 753-754 di Roma (ab Urbe condita), bensì prima, verso il 746 e il 750 circa ; e morto trenta-trentatreenne più o meno fra il 776 e il 782 (poiché morì sotto Tiberio, a sua volta appunto morto in quell’anno).
Già nel IV secolo, quando la fede cristiana divenne per volontà di Costantino e di Licinio nel 313 (ma sulla base di un editto di Galerio di due anni prima) religio licita, erano in molti a pensare � in analogia con i culti pagani: il che non stupirà, dal momento che la stragrande maggioranza dei cristiani era ormai costituita da ebrei convertiti � che il Cristo fosse in realtà una figura mitica: e quel suo morire e risorgere veniva posto in effetti in rapporto analogico con il mito dionisiaco o con il ciclo apparente del sole che ogni notte si nasconde e rinasce ogni mattino. Per questo appunto i Padri riuniti nel 325 nel Concilio di Nicea stabilirono nel loro documento conclusivo � il Synbolon – che l’indubitabile realtà della vita del Cristo costituiva verità di fede alla quale il cristiano era tenuto a credere, non un dato storico suscettibile di dimostrazione e bisognoso di prove.
Una volta stabilito d’altronde che l’anno preciso della nascita del redentore era ignoto, e ricavatolo sulla base di un opinabile còmputo, il giorno e il mese restavano avvolti nel mistero: il che era d’altronde paradossale in una cultura che tanto spazio dava all’importanza delle costellazioni e degli oroscopi. Il racconto evangelico forniva al riguardo una sia pur imprecisa e generica traccia: parlava della presenza vicino al luogo della nascita del Bambino di alcuni pastori che passavano la notte all’addiaccio. Dato il regime di transumanza dei pastori della Giudea e la posizione altimetrica di Betlemme, a circa 700 metri sul livello del mare, si doveva evidentemente essere in periodo primaverile-estivo, quando le greggi vengono trasferite in altura per scendere poi verso il mare con l’autunno (“Settembre: andiamo, è tempo di migrare”, canta l’abruzzese Gabriele D’Annunzio).
Viceversa, nella nostra sensibilità e nella nostra tradizione, il Natale è una festa d’inverno. Il presepe � una tradizione avviata a quel che pare nel 1223 da Francesco d’Assisi � associa inestricabilmente la nascita del Signore a un paesaggio montano innevato, per quanto il gusto orientalistico ottocentesco (incoraggiato dalla presenza di personaggi obbligatoriamente abbigliati “all’orientale”, i magi) lo abbia arricchito di palme e di fondali dove sono rappresentati oasi e deserti: a dire il vero, poco palestinesi. Nei paesi protestanti, una tradizione che si vuol far risalire a Martin Lutero ha imposto la variante invernale dell’albero scintillante di ornamenti e di neve ghiacciata. Ma in realtà le scelte di Francesco e di Lutero sono state tutt’altro che arbitrarie, per quel che attiene al radicamento della nascita di Gesù in inverno. Tale era già, ai loro rispettivi tempi, una tradizione radicata e irreversibile.
Tradizione e acculturazione. Prima, però, non era stato così. Per quanto è dato sapere, già fino dal tempo del primitivo sviluppo del cristianesimo venivano proposte diverse date per la nascita del Cristo: il 6 gennaio, il 28 marzo, il 19 aprile, il 29 maggio. Ma il cristianesimo orientale, in particolare egiziano, aveva imposto piuttosto presto la consuetudine di celebrare insieme, in una sola festa, la Natività e l’Epifania (cioè il riconoscimento della divinità e della regalità del Bambino): ciò avveniva il 6 gennaio, data in cui tuttora si celebra il natale nelle Chiese cristiane ortodosse e orientali. Tale giorno era stato scelto, secondo un tipico schema acculturativo, in quanto coincidente con una festa dedicata alla dea Iside durante la quale si adorava la sua divina maternità e si celebrava la consacrazione in suo onore delle acque. Difatti, da allora, la data del 6 gennaio venne strettamente legata, anche nel calendario liturgico cristiano, a due altre ricorrenze in cui all’elemento acqueo spettava un ruolo fondamentale: il battesimo del Cristo nel Giordano e il miracolo del mutamento dell’acqua in vino in Cana di Galilea.
Tale celebrazione non parve tuttavia adatta al mondo cristiano latino, per quanto il culto isiaco fosse, nel IV secolo, impiantato nell’intero bacino mediterraneo e anche a Roma: o forse proprio in quanto la festa isiaca delle acque vaniva certo celebrata anche lì, ma non aveva mai perduto quel tanto di esotico, di remoto rispetto alle tradizioni locali, che la faceva apparire estranea.
Nell’Urbe, c’era tuttavia un’altra festa molto popolare che si celebrava a sua volta all’inizio dell’inverno: in tale data gli imperatori usavano concedere al popolo romano generose elargizioni di grano e di vino. Si trattava del 25 dicembre, giorno centrale del periodo di due settimane durante il quale (dal 18 dicembre fino alle Calende di gennaio, giorno di apertura dell’anno nuovo secondo il calendario giuliano) in tutta Roma veniva celebrato il solstizio d’inverno, festa dedicata al dio d’origine indo-persiana Mithra.
La nascita di Mithra ha, nel mito che lo riguarda, singolari somiglianze con quella di Gesù nel racconto evangelico: vi figurano la grotta, la stella annunziante, gli animali sacri al dio che sono il toro e l’onagro, cioè l’asino selvatico: insomma, tutti gli elementi del presepio cristiano, secondo un’immagine che già figura in un’opera scultorea presente a Roma nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
Nel Vicino Oriente vi erano altre divinità che avevano dato origine a culti misterici che si erano andati fondendo con il mithraismo: ad esempio quelle di Attis o di Adone (dal semitico Adonai: il Signore). Un luogo cultuale sacro a Adone si trovava difatti proprio a Betlemme, e probabilmente � come sembra di capire da una testimonianza di san Gerolamo � la grotta nella quale si disse nato Gesù, e sulla quale sorse in età costantiniana la basilica della Natività, era in precedenza consacrata a Adone.
Mithra, la divinità misterica adorata in Roma, si era affermata come dio parallelo a una divinità solare d’origine siriana che talvolta con lui addirittura s’identifica: il Sol Comes Invictus. Si trattava soprattutto di culti militari, e fra III e IV secolo gli imperatori avevano cercato di farne il centro di una sorta di monoteismo incentrato sulla sacralità della loro persona, che con il Sol Comes s’identificava. Un tempio al Sol Comes – adorato durante le feste del solstizio d’inverno, quando il corso del sole comincia a rafforzarsi e le giornate si allungano – sorgeva nell’Urbe sul luogo dove oggi esiste la basilica di San Silvestro, al quale difatti la Chiesa dedica la festa liturgica dell’ultimo giorno dell’anno, quando alla vigilia delle Calende di gennaio i festeggiamenti solstiziali avevano termine.
Nella tradizione romana, il periodo delle celebrazioni solstiziali s’intrecciava con il tempo sacro a una tradizione ancora più antica: quella delle celebri Libertates decembris, durante le quali si celebrava ritualmente il periodico ritorno del cosmo al caos dal quale avrebbe dovuto uscire rinnovato in un ordine garantito dal calendario dell’anno nuovo; e durante il quale pertanto le abituali regole civili venivano ritualmente violate e sconvolte, gli uomini portavano vesti muliebri, i padroni servivano a mensa gli schiavi e s’incoronava pubblicamente un bambino, o uno schiavo, o un miserabile, facendolo Rex unius diei, “Re per un Giorno”. Si trattava di una tradizione ben nota al livello antropologico, quella del “rovesciamento dell’ordine”, tendente non già a cancellarlo bensì a rinnovarlo rafforzandolo. Tali usi, per molti versi affini alle feste dionisiache come i baccanali e con essi in parte confusi, si sarebbero trasferite in età cristiana a un altro momento nel quale si celebrava la fine dell’anno vecchio, cioè al periodo terminale dell’inverno, con il Carnevale.
Queste Libertates a Roma coincidevano con la settimana dei Saturnalia, dal 17 al 23 dicembre, in ricordo dell’età d’oro che vi sarebbe stata ai tempi del dio Saturno, quando non esistevano né schiavi né padroni. In realtà, il significato della festa era più profondo. Saturno s’identificava con l’ellenico Chronos, il dio ellenico signore e ordinatore del tempo (funzione in Roma ereditata poi dal dio Giano, il “Signore della Porta” � Ianua � che presiedeva al chiudersi dell’anno vecchio e all’aprirsi dell’anno nuovo). Il “ritorno al caos” alla fine dell’anno era un rito mimetico del disordine imperante in ogni era al suo tramontare: e preludeva alla restaurazione dell’ordine. Era quindi logico che, al chiudersi dei disordini saturnali di dicembre, il sole fin lì indebolito riprendesse col solstizio d’inverno il suo corso più vigoroso: e si celebrasse la nascita del Sole Bambino e dell’Anno Bambino, entrambi riassunti nella divinità imperiale del Sol Comes�Mithra: che in quanto nuovo Sole era Kosmokrator, Signore del Cosmo, e in quanto nuovo Anno era Chronokrator, Signore del Tempo.
Celebrando il 25 dicembre la nascita del Cristo, Lo si associava all’imperatore che, convertito al cristianesimo, sarebbe stato suo vicario e sua figura in terra. In tal modo il Natale s’impiantò, nell’impero romano ormai guadagnato al cristianesimo, come festa romana, imperiale e solare.
Ma la lettura del Vangelo e il suo uso liturgico imponevano nella Chiesa latina un forte divario tra il Natale e l’Epifania. La data “solstiziale” del 25 dicembre era dotata di una sua forza cosmica e tradizionale irrinunziabile, che obliterava � ancora una volta secondo un procedimento obiettivamente acculturativa � la festa solare e imperiale conferendole al tempo stesso però una nuova, più forte legittimità cristica. D’altronde quella del 6 gennaio non faceva che spostare di alcuni giorni lo spazio sacrale delle due settimane già dedicate alle festività del solstizio e della fine dell’anno: tra 24 dicembre, la vigilia � nella tradizione liturgica cristiana, ispirata a quella ebraica, il giorno cominciava con i vespri � e il 6 gennaio v’erano appunto 14 giorni, calcolando quello d’inizio e quello di fine del còmputo. Ma più importanti dei 14 giorni erano le 13 notti comprese tra quella precedente il Dies Natalis � la notte appunto della Natività � e quella dell’Epifania, quella nella quale i magi venuti dall’Oriente guidati dalla stella avevano con la loro adorazione e la loro offerta dei doni riconosciuto esplicitamente il Bambino come Vero Dio (l’incenso), Vero Re (l’oro) e Vero Uomo (la mirra). Nella notte dell’Epifania, appunto, la Chiesa usa proclamare solennemente l’ordine dell’anno che si sta aprendo sancendo il calendario delle solennità liturgiche deputate a scandirlo. Il fatidico numero 13 rappresenta, per i cristiani, i dodici mesi dell’anno ma al tempo stesso anche le costellazioni dello zodiaco � che è lo “spazio ciclico” del tempo” � successivamente visitate dal sole secondo il sistema tolemaico (per quanto l’immagine del sole al centro del cerchio zodiacale già anticipasse simbolicamente, su una base a quel che sembra pitagorica, il sistema eliocentrico che si sarebbe affermato solo con Copernico). Ma il sole, signore del tempo (l’anno, le costellazioni) come dello spazio (la terra che esso percorre durante le 24 ore del giorno) è a sua volta figura del Cristo, Signore appunto dello spazio cosmico (Kosmokrator) e al tempo stesso del tempo (Kronokrator). Il sole e le costellazioni, unite, formano appunto il numero 13 (12+1).
La tradizione cristiana, appoggiata alla liturgia e alla consuetudine secondo al quale ogni giorno ha un suo patrono, ha conferito quindi alle dodici notti precedenti l’Epifania (la notte della pienezza del potere divino) un valore intenso e compendioso: in ognuna di esse noi attraversiamo sinteticamente un mese dell’anno e dal suo decorso possiamo trarne perfino i relativi auspici. Ogni regione cristiana ha al riguardo le sue credenze speciali, le sue consuetudini, magari anche i suoi colori e i suoi sapori
Il calendario e il folklore. Le “Tredici Notti”. La notte della vigilia, tra il 24 e il 25, è quella che rinvia al futuro mese di gennaio: è la notte di apertura, dell’inizio di tutto: notte santa, di digiuno e di preghiera, notte di astensione dalle pratiche sessuali e dal cibo carneo, notte di rovesciamento delle regole cosmiche in cui si dice che gli animali parlino nelle stalle (essi, i servitori, si appropriano saturnalisticamente dei poteri umani) e possano anche profetare; quella tra il 25 e il 26, la notte dedicata al protomartire Stefano, è la notte del febbraio, la notte del mese delle febbri e della fine dell’inverno in cui si accendono i roghi di purificazione degli animali minacciati dalle epidemie; quella tra il 26 e il 27 era la notte del marzo nel quale comincia la primavera, la notte sacra a Giovanni Evangelista, una delle due Ianuae del cerchio zodiacale divino in quanto patrono del solstizio d’inverno come Giovanni Battista lo era di quello d’estate (che all’alba del 24 giugno il disco solare rilucesse come un piatto d’oro sul quale era adagiata la testa del Battista fatto decapitare da Erodiade era tradizione diffusa: per l’Abruzzo la ricorda splendidamente il D’Annunzio nel primo atto de La figlia di Iorio); la notte successiva, quella dell’aprile tra 27 e 28, era quella degli Innocenti e veniva considerata preludente a un giorno di pietà (secondo una diffusa superstizione, il giorno della settimana nel quale è caduta la solennità degli Innocenti � che quest’anno, cadendo nell’ultima domenica dell’anno, sarà però consacrata alla Sacra Famiglia � è considerato dies nigro signanda lapillo, durante il quale è sconsigliabile avviare qualunque attività); segue la notte tra il 28 e il 29, la notte di maggio dedicata al profeta, re e poeta David; quella durante al quale si antivede il giugno è la notte del 29-30, sacra a san Savino; infine, il solare luglio � il mese della costellazione del Leone � coincide con la notte fra il 31 e il primo di gennaio, la notte di fine d’anno dedicata a san Silvestro papa, colui che secondo la tradizione battezzò Costantino avviando così una nuova era, quella della Cristianità; tra il primo e il 2 si pensa all’agosto, fra il 2 e il 3 a settembre, fra il 3 e il 4 a ottobre, fra il 4 e il 5 a novembre; tra il 6 e il 6 infine a dicembre. Ed è quella dell’Epifania, quella magica e mirabile in cui tutto può accadere, la notte dei regali ma anche delle creature arcane che solcano il cielo (le Bonae Res, la “Compagnia di Diana”, le presenze consacrate alla femminilità e alla vecchiaia � come le moire, le Parche, poi le streghe � che il folklore cristiano ha trasformato nella vecchia bonaria ma ambigua dal nome volgarizzato della festa stessa, la “Befana”, la quale torna tra Carnevale e Quaresima come Vecchia-Anno Trascorso-Albero Secco-Penuria di Cibo da ritualmente “segare” o, secondo altre tradizioni, “bruciare”).
Ricchezza, ambiguità, contraddizione, paradosso accompagnano sempre queste solennità che disegnano un universo mentale collettivo festoso eppure selvaggio, allegro e al tempo stesso demonico, divino eppure costantemente accompagnato e talora minacciato dall’ombra dell’infero. Peccato che di queste usanze quel che non si è salvato in quanto funzionalmente connesso al consumismo e all’industria del regalo e dello sfruttamento delle feste dedicate ai bambini sia quasi scomparso. Peccato che quel che sopravvive sia ancora una volta connesso con la società dei consumi e con una tradizione dimenticata e rivissuta in termini horror-kitch, la vecchia solennità celtica degli antenati che si celebrava in autunno, che i monaci cluniacensi tra X e XI secolo trasformarono in solennità dei Santi e dei defunti e che ci è ritornata, paganizzata e ridicolizzata dall’America degli agricoltori protestanti che avevano rinnegato i santi ma continuavano a temere diavoli, fantasmi e streghe, nella macabra inconsapevolezza esorcistica dello Halloween. E’ tutto quel che ci rimane, nell’ immiserito linguaggio simbolico della morente Modernità. E’ tutto quel che passeremo ai nostri figli, ai quali non siamo stati capaci di trasmettere né la religiosità né la tradizione, ai quali non abbiamo insegnato né la preghiera, né le fiabe. Buon Natale al colesterolo, buon Capodanno all’insegna delle violenze notturne. E’ tutto quel che ci resta e che ci meritiamo.
Tra senso tradizionale della festa e consumismo moderno: le usanze natalizie a tavola “Nun vedo l’ora che vène Natale � pe’ famme ‘ma magnata de torone; – pe’ famme na’ magnata de torone � pe’ famme ‘na bevuta dar boccale”. E’ uno stornello dei bulli di Trastevere del tempo della miseria, quello di Belli ma ancora di quello di Trilussa. Il Natale come occasione di mangiare finalmente a sazietà qualcosa di buono, per una bella bevuta in libertà. Alla quartina romanesca rispondeva, anni più tardi, una canzone di Renato Carosone e Gegè di Giacomo dedicata, in pieni Anni Cinquanta, a un’altra miseria: quella della Napoli di un dopoguerra non ancor del tutto trascorso, la Napoli ch’era ancora per tanti versi quella della Pelle di Malaparte: “mo’ vène Natale � nun tengo dinare: – me leggo o’ giornale � e me vad’a’ccuccà”. Alla tristezza un po’ spaccona del trasteverino costretto ad aspettar Natale per mangiare e per bere un po’ meglio del solito rispondeva la disperazione allegra del miserabile napoletano che, senza un soldo, nel giorno di festa poteva solo ingannare la fame andandosene a letto.
In entrambe le situazioni, la povertà e magari la fame si misurano con la coscienza del tempo festivo. Questi due esempi potrebbero sembrare privi di qualunque aggancio con il carattere spirituale della grande festa, ma non è così. Presupposto di entrambi è che per Natale bisogna far festa, e che se ciò non è possibile tanto vale non vivere nemmeno un giorno come quello, andarsene a dormire. In due occasioni, Francesco d’Assisi associa a sua volta il Natale alla necessità di far festa, e festa espressa anzitutto attraverso il cibo: quando dice che, se gli capiterà d’incontrare l’imperatore, gli chiederà un editto che ordini a tutti di spargere per Natale granaglie per strada in modo che gli uccelli dell’aria possano aver di che mangiare quel giorno in abbondanza; e quando dichiara che sia intenzione sarebbe, per Natale, di strofinare pezzi di carne sui muri affinché perfino pietre e mattoni potessero godere di quell’abbondanza.
Che la festa si celebri e si onori anzitutto per mezzo di banchetti, conviti e simposi è una realtà comune si può dire a qualunque civiltà tra le molte che il genere umano è stato capace nei millenni di concepire; non meno comune è, d’altra parte, il rapporto tra penitenza, dolore, e astensione dal cibo. La festa si onora con quella che gli antropologi definiscono l’”orgia”: che non ha nulla del significato che volgarmente in italiano le si attribuisce, ma che significa semplicemente occasione durante la quale il cibo e le bevande, di qualità e in abbondanza, vengono consumati oltre il bisogno, talvolta fino alla totale distruzione delle scorte. Il valore di ciò è essenzialmente rituale: si consuma oltre il bisogno in certe occasioni con lo stesso atteggiamento devozionale con il quale ci si astiene da certi cibi o da certe bevande oppure si digiuna totalmente in altre. Alla base di tale comportamento, nelle società tradizionali, c’è la coscienza di una profonda differenza tra giorni “festivi” e giorni “feriali”: la Modernità occidentale ha sistematicamente reagito ad essa sostituendole la distinzione tra giorni “di riposo” e giorni “di lavoro”, quindi azzerando il concetto sacrale e comunitario di festa per imporre al suo posto un diverso modello antropologico fondato sulla primarietà dell’uomo come produttore di ricchezza.
Da un malinteso apprezzamento di tale realtà dipende la reazione di chi vorrebbe eliminare quel che resta, magari al livello inconscio, di “senso della festa” nel Natale, appiattendo tutto il desiderio e il bisogno di mangiare, bere e vivere convivialmente meglio sulla misura del consumismo. Una sia pure graduale riconquista del senso del Sacro dovrebbe, al contrario, proprio partire da un’accentuazione conferita di nuovo alla festa, da un rinnovato e più profondo senso della sacralità che ai giorni festivi è propria e quindi da una distinzione profonda, anche esistenziale, rispetto alle consuetudine dei giorni feriali. Non è di domenica, o a Natale, che si dovrebbe mangiare “come tutti i giorni” per reagire al consumismo; è, al contrario, giorno per giorno che sarebbe opportuno limitare qualitativamente e quantitativamente i consumi per sottolineare quel che il cristianesimo, religione del pane e del vino, fondamentalmente ripete, cioè che anche il cibo e il vino sono di per sé suscettibili di essere investiti di sacralità.
Da qui gli usi natalizi incentrati non solo sul consumo, ma anche sulla preparazione comunitaria della tavola e del cibo della festa. L’avvento serve anche a questo: nella società tradizionale europea era il tempo nel quale si uccideva il porco e se ne destinava gran parte al consumo differito per mezzo di vari sistemi di conservazione; immediatamente prima, nelle ultime settimane del tempo liturgico ordinario (“per san Martino”), si procedeva alla svinatura; quindi ci si dava alle preparazioni che richiedevano un certo tempo, come la preparazione di conserve, marmellate e confetture.
Alla festa, non si arrivava senza la vigilia: almeno 24 ore di digiuno e/o d’astinenza. Sulla tavola della vigilia, necessariamente � e ritualmente: l’economia non c’entra � povera e spoglia, comparivano cibi frugali e non carnei: minestre o zuppe a base di cereali, di verdura (le cime di rapa stufate con i panzerotti della cucina pugliese) o di frutti “poveri” (la minestra di castagne secche bollite diffusa in tutto l’arco alpino e appenninico con molte variabili: talora in semplice acqua priva di sale cui si aggiungeva devozionalmente un cucchiaino di cenere); o naturalmente il pesce, guardato peraltro con qualche sospetto in quanto si trattava di un cibo spesso ricercato e costoso. Il principe della tavola natalizia della vigilia, che in qualche regione specie del su arriva fino al pranzo stesso di Natale, è il capitone: la grossa anguilla, consumata in ricordo della lotta e della vittoria contro “l’Antico Serpente”, e quindi immolata nella notte nella quale Gesù, nascendo, ha ucciso il Male; ma anche ricordo forse d’un’antica tradizione cristiana orientale, quella della celebrazione del Natale coincidente con l’Epifania, il 6 gennaio, antica festività di Iside signora delle acque cui i pesci erano graditi.
Se la vigilia è giorno “di magro”, nel Natale invece il grasso trionfa: ed è sovente – non necessariamente � grasso della carne di porco o di grossi bipedi da cortile, come il cappone (meno comune l’oca, che arrostita e ripiena di carne di maiale e di frutta troneggia oltralpe sulle tavole), ma comunque associato di solito, tra noi, alla cottura nell’acqua, la bollitura. Il Natale è la festa del bollito come la Pasqua è quella dell’arrosto: i due tipi di bollitura rinviano a due tipi diversi di socialità, quella contadina del focolare su cui si dispongono i recipienti per la cottura indiretta e quella pastorale del forno o dello spiedo o della griglia “sacrificatorii”, per la cottura diretta. Per devozione al bambino, che come tutti i bambini del mondo ha bisogno di cibi teneri e più facili da digerirsi, il Natale è la festa della pasta ripiena servita in minestra (i vari tortellini, ravioli, cappelletti in brodo).
I dolci sono un altro elemento tipico della mensa natalizia: e debbono richiamare il pane quotidiano arricchito di zucchero, canditi, frutta secca. E’ un pane speciale, la buccella dei romani (a Lucca si fa ancora il “buccellato”: ciambella di pane soffice e dolce condito con uvetta e semi di anice). I vari Christstollen tedeschi, il panettone milanese, il pandolce genovese, i “pani dei pescatori” veneziani, sono pani di farina di grano variamente arricchiti; e al pane si richiamano anche i dolci nei quali si fa ampio uso anche di conserva di frutta secca o, adesso di cioccolato, come il “panforte” senese e volterrano e il “panpepato” ferrarese (originariamente, entrambi dovrebbero contenere anche semi di pepe nel loro impasto). Talora ai pani si sostituiscono biscotti o ciambelle (come le “cartellate” pugliesi, frittelle al mosto cotto o al miele). Il torrone cremonese è a sua volta un pane speciale, nel quale alla farina si sostituisce integralmente lo zucchero condito miele, albume d’uovo, frutta secca.
Ma il Natale, che nella tradizione latina si è andato costruendo per acculturazione attorno alla festa pagane del solstizio d’inverno (divenuta festa della regalità sacra dell’imperatore) e alle libertates decembris, è in realtà una “festa lunga”. La tradizione cristiana delle “Tredici Notti” (quella rammentata da Shakespeare in La Notte dell’Epifania) attribuisce un significato speciale a ciascuno dei dodici giorni tra Natale ed Epifania). Il cenone di Capodanno è una specie di “secondo cenone di natale” in cui però trionfa il maiale bollito (zamponi, cotechini ecc,) accompagnato da legumi o seguito da frutta che debbono ricordare in qualche modo la forma del danaro (quello metallico, naturalmente), come auspicio di prosperità per l’anno nuovo: quindi lenticchie o chicchi d’uva).
Una volta, per ricordarsi che anche il cibo è preghiera, i Pater, le Ave e le poste del rosario servivano ottimamente come timer: mia nonna non usava mai l’orologio per cuocere i tortellini natalizi nel brodo, ma sapeva perfettamente quante Ave Maria erano necessarie per cuocere a puntino i vari tipi di pasta. Di recente, nell’Atlante marocchino, ho visto fare lo stesso: recitare alcune sure del Corano (che sono 114, di differente lunghezza) a seconda del punto di cottura della semola del cuscus che si voleva ottenere. “Tu usi le preghiere come scusa per far bollire le pentole”, rimproveravo mia nonna. “Nemmeno per idea � mi rispondeva lei -: faccio bollire le pentole come scusa per pregare”. Perché � commenterebbe un musulmano � se Dio non volesse, nemmeno le pentole bollirebbero. Il che è una bella variabile del nostro panem nostrum cotidianum da nobis hodie.

Franco Cardini
(Notizia inviata da Claudio Martinotti Doria)

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