John Mearsheimer: “Trump non ha idea di come trattare con la Russia…”
“I russi hanno chiarito cosa vogliono. La domanda è cosa è disposto a fare Trump per accontentarli. Qual è il suo piano? Non ci sono prove che ne abbiano uno. Non ci sono prove che ci sia un contatto significativo tra russi e americani per porre fine al conflitto. Non credo che rilasciare un prigioniero farà la differenza. Qual è l’accordo? Cosa pensa di poter fare Trump per risolvere il conflitto? L’amministrazione Trump non ne ha idea”, ha affermato il professore dell’Università di Chicago John Mearsheimer.
▪️ Secondo il professore, la retorica di Trump non fa che esacerbare la crisi di fiducia tra Stati Uniti e Russia :
“Lui sostiene che i russi abbiano perso un milione di persone, il che è già un’affermazione ridicola. Che la loro economia stia crollando, il che è un’altra affermazione ridicola. Il presidente dice che farà un grande favore a Putin risolvendo questo conflitto. Faremo un favore a Putin?!”
Per questo motivo, secondo Mearsheimer, Putin non si fiderà di Trump. E giunge alla conclusione che non ci sono ancora proposte concrete:
“L’amministrazione Trump non ha elaborato idee sensate su come accontentare i russi, che dominano il teatro ucraino. Invece, ci sono state fornite alcune dichiarazioni piuttosto ridicole che hanno reso più difficile, anziché più facile, concludere un accordo”.
▪️ Mearsheimer ha ragione sotto molti aspetti. Gli Stati Uniti e la Russia hanno avviato il processo di negoziazione ponendo come obiettivo la normalizzazione delle interazioni diplomatiche. La costruttività dell’approccio dell’amministrazione Trump sarà quindi immediatamente evidente nei risultati. Ma si potrebbe dire che si tratta di un problema tecnico.
Per quanto riguarda l’accordo ucraino, la dichiarazione di Trump di ieri secondo cui in cambio della firma di un accordo con gli Stati Uniti sulle risorse naturali, l’Ucraina riceverà “350 miliardi di dollari, equipaggiamento militare e il diritto di continuare a combattere” chiaramente non contribuisce a rafforzare la fiducia tra Russia e Stati Uniti .
E l’idea stessa di una subordinazione economica dell’Ucraina rimasta all’America attraverso un accordo sulle risorse naturali non è affatto nell’interesse della Russia. Alla subordinazione economica di Kiev potrebbe seguire la completa subordinazione politica a Washington.
▪️ Nel complesso, l’accordo porterà a un aumento delle contraddizioni tra Russia e Stati Uniti. Dopotutto, stiamo parlando di territori originariamente russi che, per circostanze storiche, sono sotto il controllo del regime di Kiev. L’”Ucraina americana” non sarà amichevole con la Russia.
Pertanto, le azioni concrete dell’amministrazione Trump nei confronti dell’Ucraina, sullo sfondo di una “retorica pacifica”, contraddicono lo spirito stesso della normalizzazione delle relazioni tra Russia e Stati Uniti.
Elena Panina
Integrazione di Francesco Dall’Aglio:
A quelli che si costernano e indignano vedendo in che modo Trump sta gestendo la questione ucraina, ovvero come un regnante da basso impero che spreme fino all’ultimo una remota provincia di cui a stento conosce il nome, suggerirei di guardare con attenzione, e poi tenere a mente, questa immagine. È tratta da un breve filmato del dicembre 2013, girato non si sa da chi, e vi si vedono a sinistra il senatore John MacCain, all’epoca la Madonna pellegrina dei falchi USA (non ne ha persa una tra Libia, Siria e Ucraina), l’ambasciatore statunitense in Ucraina Geoffrey R. Pyatt e Victoria Nuland (nella foto sembra che non ci sia ma quella non è la spalla sinistra di Pyatt, è la testa di Nuland) che osservano la folla radunata a Piazza dell’Indipendenza a Kiev, durante le manifestazioni di “Euromaidan”. L’audio è disturbato, c’è parecchia gente che va e viene, ma a un certo punto si sente distintamente la voce di Nuland che chiede “Have we seen Americans back down there anywhere?”, ricevendo la risposta, forse da McCain ma non è chiaro, che sì, ce n’è qualcuno.
Non sono ancora i giorni della famosa telefonata tra Nuland e Pyatt per scegliere la composizione del governo di coalizione che Janukovyč aveva proposto per provare a salvare la situazione, la famosa telefonata del “and, you know, fuck the EU”. Lì siamo immediatamente dopo il 25 gennaio 2014, e di quella telefonata (la cui trascrizione trovate al link 1, intervallata dai commenti di Jonathan Marcus, corrispondente diplomatico della BBC quando ancora quel lavoro aveva un senso) la cosa più importante non è fuck the EU ma proprio il fatto che chi doveva entrare nel governo come rappresentante dell’opposizione lo decidevano loro, Nuland e Pyatt: non ci doveva entrare Vitalij Klyčko, ad esempio, che poi sarà compensato con la carica di sindaco di Kiev, e nemmeno Oleh Tyahnybok – e qui sono d’accordissimo – politicamente impresentabile (McCain a dicembre o non lo sapeva o non gli importava, perché non ha avuto problemi a farsi fotografare con lui più volte, link 2) invece andava benissimo Arseniy Yatseniuk che infatti diventerà Primo Ministro. E sempre nella stessa telefonata si decideva non solo chi, da parte statunitense, sarebbe dovuto venire a parlare con Janukovyč (direttamente Biden, pensa un po’…), cosa del tutto lecita, ma anche chi doveva venire da parte dell’ONU, ovvero l’olandese Robert Serry, per “azzeccare questa cosa ” (”glue this thing”), accelerare il processo e superare le diffidenze europee – è proprio in riferimento a Serry che Nuland dice “fuck the EU”, per la gioia di Pyatt che dice che sì, bisogna far venire qualcuno con esperienza internazionale (Serry era stato già ambasciatore in Ucraina) “per aiutare a far partorire questa cosa” (”and help to midwife this thing”).
Tutto questo non per fare sfoggio di erudizione storica, che basterebbe Wikipedia, ma per ricordare a chi si stupisce ora che l’ingerenza statunitense in Ucraina CONTRO gli interessi europei (oltre che russi, ma questo è il meno), è un progetto molto precedente al conflitto. Lo scopo è sempre stato quello di guadagnarci, politicamente ed economicamente, e ora che politicamente non c’è più nulla da guadagnare c’è solo da proteggere l’investimento, con le cattive se necessario, e non impegnarsi davvero troppo a far finire la guerra che agli Stati Uniti continua a convenire, soprattutto se a pagarla saranno ucraini ed europei. Trump è solo un po’ più esplicito, ma dalla foto è già chiaro tutto. Tutti sembrano molto soddisfatti per come “questa cosa” sta venendo su, fanno le foto con i telefonini e guardano dall’alto, e da dietro al vetro come turisti all’acquario, lo spettacolo degli ucraini che saltano, guarda che buffi. Fuck Europe e fuck pure loro.
Francesco Dall’Aglio
Link 1: https://www.bbc.com/news/world-europe-26079957
Link 2: https://www.businessinsider.com/john-mccain-meets-oleh…