Il nome della Spiritualità Laica: “… pura consapevolezza”

Gentilissimo Paolo, ho letto con molto interesse un suo breve lavoro che parla di spiritualità laica, tema che ultimamente sto affrontando sia per approfondire lo studio dello sviluppo psico-mentale dell’uomo, sia per dare senso compiuto all’interpretazione psicodinamica dei Tarocchi. La lettura del suo lavoro mi ha aperto molte strade che trovavo un po’ difficili anche perché mai transitate dai filosofi che sono più propensi ad una preponderanza (ossessiva) della ragione. Ho cercato di mettere insieme il suo sapere con il mio e ne è uscita una lettura che mi sembra interessante ma che mi permetto di porre alla sua critica. Grazie e a risentirci presto. – Romeo Lucioni

Il nome della Spiritualità Laica: “… pura consapevolezza”

La spiritualità che caratterizza il genere-umano è intesa dal buddismo-zen come “… pura consapevolezza”. Ciò significa che la spiritualità è in sé un sentimento laico, quindi non legato a nessun contesto religioso o sociale.

La pura consapevolezza non è innata (quindi non è legata a qualcosa di genetico), ma deriva dalle ingerenze vissute, primitive cioè nei primi rapporti con le persone di riferimento fondamentali. Prima di tutto con la madre attraverso la percezione del suo battito cardiaco che si pone in sintonia con quello del figlio nel momento dell’allattamento (… una pratica nutritiva che, nelle civiltà più umanistiche si protrae spesso sino ai tre anni, quando sicuramente tutto il cervello ha raggiunto la propria maturazione strutturale e connettomiale).

La pura-consapevolezza ha in sé un senso soggettivo, ma anche sociale e partecipativo: è “senso di essere presenti” e di “partecipare alla vita, alle relazioni interpersonali, al senso ecologico della natura e dell’universo (… scoperta del legame con le stelle e con l’armonia dell’energia cosmica, come ecologia-profonda o anche ondulazione gravitazionale universale).

Si sente dire spesso che è il pensiero che lega l’universo intero, ma … se il pensiero deriva dal linguaggio, come è stato riferito dai più grandi filosofi, la definizione deve portare decisamente a sostituire pensiero con il concetti di Stephen Hawking di “… campo gravitazionale”.

Ogni essente, come “puro essere”, ogni uomo ed ogni donna partecipano tutti profondamente al mantenimento dell’armonia del “campo gravitazionale universale”, partecipando, in ogni istante, come “… piccola anomalia”.

Pura consapevolezza va intesa alla stregua di “pura verità” ed è proprio la nadre (che poi sarà la Grande-Madre o Madre-Terra) che dona al figlio questo sentimento soggettivo che il bambino trasforma come “senso di verità interno ed esterno”, riferito al Sé ed al Mondo.

La “vera, pura ed universale consapevolezza” si raggiunge come “integrazione interno-esterno” attraverso la relazione del piccolo-bambino con il proprio “oggetto-genitoriale”, cioè nel rapporto equilibrato, omogeneo ed intercambiabile con la madre e con il padre (… tenendo in conto che la madre diventa un “oggetto-interno nel reale”; mentre il padre diventa un “oggetto-interno-virtuale”).

Paolo D’Arpini parla di “… disponendo di ciò che riteniamo sia al di fuori di noi come fosse altro da noi”. La meraviglia di questo “…sentimento profondo di disponibilità” è forse proprio il fondamento della spiritualità che assume nel soggetto un senso in-equivoco di partecipazione, di integrazione, di sussidiarietà e di … amore!

Sotto il profilo filosofico, possiamo anche intuire la spiritualità come possibilità di riempire la falla (lo iato) che si crea tra autocoscienza e coscienza delle cose, in un processo creativo che “… libera dall’angoscia indotta da un senso del nulla. Nello iato della coscienza, si crea una “spazio negativo pericolosa che avvicina alla percezione di una dissoluzione improvvisa (psico-fisica) che possiamo intendere ora come superabile proprio attraverso la “pura consapevolezza” e la “disponibilità”, quindi attraverso quel sentimento umano ed umanistico che chiamiamo spiritualità !

Romeo Lucioni

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Mia rispostina:

Gentile Romeo, proprio stamattina parlando con una nuova amica venuta a trovarmi da Grosseto, con il marito ed il figlio di 6 anni, le raccontavo di come mi fossi deciso ad accedere a internet, un sistema comunicativo che in passato avevo disdegnato, perché infine mi ero reso conto che non possiamo astrarci dal mondo in cui viviamo.

Non è tempo questo di ritirarsi su una “torre eburnea” ma è tempo di mescolarsi ai nostri simili, nella situazione in cui essi si trovano, cercando di condividere esperienze e sentimenti che possano contribuire a sviluppare un discorso evolutivo. Pertanto la tua lettera mi giunge come un messaggio sincronico di conferma…

Infatti, nel discorso spirituale quel che conta maggiormente, secondo il mio criterio, è la condivisione di esperienze e la tua lettera mi sembra in sintonia con questo agire costruttivo e concreto. Ti ringrazio e benvenuto nel “movimento” della spiritualità laica…. ” – (Paolo D’Arpini)

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