MUOS… chi tocca l’antenna “muore”

no muos

Niscemi e Muos – La mattina del due dicembre 2014 il noto
pacifista Turi Vaccaro (Cordaro) si è introdotto dentro la base
statunitense NRTF-8 di Niscemi per spegnere la grande antenna di 150
metri che permette le comunicazioni militari statunitensi in una vasta
area. Un’azione clamorosa contro uno strumento di morte e guerra che
uccide tanto a Niscemi quanto, e con conseguenze molto più devastanti,
nelle aree coinvolte in conflitti bellici. Le devastanti emissioni,
ben documentate anche dal recente studio del professor Marinelli del
Cnr di Bologna, bombardano, infatti, la popolazione niscemese da 23
anni, provocando tumori e altre patologie. L´enorme antenna inoltre
permetteva le comunicazioni statunitensi con le truppe navali
schierate nei vari scenari di guerra in corso. Turi aveva esibito nel
corso dello “sciopero sociale” uno striscione che ben sintetizzava il
suo pensiero: spade in aratri. Una frase tratta dal profeta Isaia, una
frase che invita alla riconversione degli strumenti di morte. E
martedì Turi ha deciso di portare con sé lo striscione dentro la base.
Al suo ingresso Turi ha piantato viti e fichi, piante che secondo il
profeta Michea simboleggiano la pace. Inoltre il pacifista aveva
portato con sé quaranta palline di argilla, seminate in giro per la
base militare. Infine si è diretto verso la grande antenna per
appendere i disegni della nipote e per esibire lo striscione. Ma la
“conversione” degli strumenti di guerra passa anche attraverso la loro
inutilizzabilità, e questo Turi lo sa bene. In passato, infatti, aveva
“distrutto”, ma Turi forse avrebbe preferito un altro termine, alcune
parti di un aereo da guerra in Olanda. Questa volta è toccato
all´antenna LF di Niscemi. Turi, dopo essersi introdotto nella stanza
di controllo del traliccio, ha colpito ripetutamente i quadri di
comando, spegnendo le comunicazioni. Un´azione annunciata e clamorosa
ma non solitaria. L´azione di Turi è un´azione condivisa, oltre che
condivisibile. E chi gli ha dato una mano nel pensarla, costruirla ed
eseguirla, l´ha sentita propria. Per la prima volta da 23 anni
Niscemi, anche solo per qualche giorno, non sarà bombardata dalle
potenti emissioni elettromagnetiche e siamo certi che il mondo sarà un
posto migliore.

Turi è stato arrestato dai marines americani, violentemente
strattonato e ammanettato per essere portato dentro la stanza di
controllo, fuori dalla vista degli attivisti che stavano sostenendo
l´azione di Turi. E anche se Turi ha agito da solo, dentro quella base
c´eravamo tutte e tutti. Tutte e tutti abbiamo sabotato l´antenna,
abbiamo ridicolizzato la sicurezza americana.

Coerentemente con la propria azione, Turi ha rifiutato gli arresti
domiciliari che gli erano stati concessi al grido: «Non voglio essere
il carceriere di me stesso!»

Si trova adesso rinchiuso nel carcere di Gela in attesa della
convalida dell´arresto.

L´accusa è di aver interrotto le operazioni militari in nord Africa,
nel sud Europa e nel Medio Oriente. Insomma, una medaglia al petto per
Turi, per i No Muos e per tutti i pacifisti e gli antimilitaristi.

Turi ha deciso di rivendicare l’azione come membro del “Movimento
degli aratri”, un movimento divenuto celebre per le incursioni e i
sabotaggi dentro le basi militari.

Salvatore Giordano
Gruppo comunicazione
Coordinamento regionale dei Comitati No MUOS

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Articolo collegato:

2 dicem­bre 2014 — è entrato nella base della morte ame­ri­cana del
MUOS a Niscemi, quella stessa sulla quale basano la loro car­riera di
onori e pre­bende — aval­lan­done di fatto la costru­zione abu­siva —
i gover­nanti dello stato col­la­bo­ra­zio­ni­sta ita­liano, il signor
Mar­ciain­die­tro Rosa­rio Cro­cetta, tutti gli inu­tili val­vas­sori
e val­vas­sini sici­liani, gli scien­ziati e scien­zia­tini di regime,
i sacer­doti ed aru­spici del “Non è di mia com­pe­tenza”, i
pro­fes­sio­ni­sti del “Tua Culpa”.

Turi è rima­sto da solo, a lot­tare. Entra, da solo. Da solo cerca di
disat­ti­vare le antenne assas­sine della base NRTF, stru­mento di
guerra e di morte.

Da solo, rie­sce a spe­gnere la mega-antenna da 46 kHz alta 150 metri,
lo sfre­gio più evi­dente alla natura del Sughe­reta di Niscemi, la
stessa che i signori tec­nici dell’ARPA Sici­lia sosten­gono non
essere peri­co­losa, aggrap­pan­dosi ad un baco legi­sla­tivo per
cer­care di coprire la loro condotta.

Prima Turi pianta i suoi semi della spe­ranza e della pace den­tro la
terra ita­liana della base sot­tratta all’Italia.

Viene mala­mente sbat­tuto a terra dagli ame­ri­cani, è poi da que­sti
pas­sato alla poli­zia dello stato col­la­bo­ra­zio­ni­sta che lo
porta via.

Turi rifiuta gli arre­sti domi­ci­liari, sem­pre come gesto estremo;
viene tra­sci­nato e rin­chiuso a forza nel car­cere di Gela.

L’Italia e la Sici­lia, nel frat­tempo, si pre­pa­rano al Natale.

Massimo Zucchetti

Fonte: ilmanifesto.info

Link: http://ilmanifesto.info/storia/muos-vergogna-a-niscemi/

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