Archivio di ottobre 2014

La condizione in cui viviamo….. a Vallerano, con la Caritas

Povertà a Vallerano

E arrivato il momento di dire: basta.

Qualcuno che mi conosca sa che non faccio lo struzzo, non metto mai la testa sotto sabbia per non parlare di fatti “scottanti e difficili”.
Viviamo in unico paesino (cittadina, come volete) dove non c’è un
centro di ascolto della Caritas.

La Caritas Italiana è l’organismo pastorale della CEI per la
promozione della carità. Un’organizzazione, non è una persona che
decide della “vita e morte dei altri”.

Non abbiamo un centro, però abbiamo un negozio in piazza, in pieno
centro davanti il monumento, che è finge di esserlo.

Non è facile chiedere un aiuto in un momento di bisogno, è molto
umiliante (però sempre meglio chiedere come fare altre cose,
ovviamente). Ti prendono per quel sfigato, quel “incapace”, quel
perdente… sapete come è facile, oggi, trovarsi in una situazione del
genere?

La povertà è di tutti. Addio ai vecchi poveri, la crisi uccide le
famiglie. Basta una perdita del lavoro, una spesa fuori dal badget,
qualsiasi cosa… sappiamo tutti.

Non è facile presentarsi in un negozio (altrimenti dove, solo là trovi
– e non sempre – la responsabile del locale Caritas) ed essere
obbligati a parlare di se stessi. Di denudarsi davanti altre persone.
Di essere giudicati (dietro le spalle, ovviamente, ci vuole un po’ di
coraggio di dire le cose in faccia a qualcuno). Di essere “approvati”…
(“allora passa più tardi/domani/mai… ti preparo qualcosa”). Di avere
un pacco. Di tornare (qualche volta più di una volta, perché: “non ho
avuto il tempo/c’era la gente in negozio/ mia sorella non ha potuto
aiutarmi…” – scegli la risposta giusta). Di uscire dal negozio con la
vergogna in faccia, le guance in fiamme, e il sguardo per terra… come
un bambino, io non vedo nessuno, allora nessuno vede me… però con il
pacco alimentare in mano.

Vorrei fare presente a chi di dovere, che una persona quando va a
chiedere un po’ di cibo non è perché ha sfizio di cambiare qualcosa,
ma perché a casa non ha più niente. Niente di niente.

A, dimenticavo, la persona in questione sicuramente ha fatto le sue
opere di bene (anche a me, non nego), però i tempi sono cambiati,
esistono i centri di ascolto proprio per questo; essere bisognosi non
è una vergogna (può succedere a tutti!). Basta mantenere un spazio
aperto una volta a settimana, per 2 ore, come fanno tutti, anche i
nostri vicini a V. e a C.C. I valleranesi (italiani) stanno tutti là…
e chi mi ha detto? I volontari dai altri centri, chiedendomi, “avete
chiuso?” Sì, abbiamo chiuso. Con buon senso.

Può darsi che la persona in questione si sente stanca, ho ha altri
impegni. Ci sono sicuramente più giovani nella parrocchia, felici di
essere di aiuto. Basta dire. Abbiamo anche nostro Don Claudio, andate
da Lui dopo la messa.

Lo so che mi succede (andrò al rogo, senza dubbio. Mettere in dubbio
certe persone “intoccabili”, qui, è grave. Non si fa. Mai.); sono
consapevole scrivendo queste parole, però guardiamoci in faccia nella
realtà. Cosi come ora non può funzionare più. Una gestione occulta,
con le preferenze per amici e meno amici… E non dite “nessuno mi ha
mai detto” perché in piazza si sussurra… e come che si sussurra…
Qui c’è una rete delle persone comuni, che si aiutano a vicenda. Quel
che ha poco, condivide pure poco…

Colgo un’occasione di ingraziare pubblicamente un negoziante del
posto, che sta aiutando molte persone, sperando che al fine del mese
sarà pagato… qualche volta invano. E una persona con grandissimo
cuore. Però pure la c’è una famiglia da mantenere, e le spese…

Papa Francesco nella sua visita ad Assisi ha detto: “Per tutti anche
per la nostra società che da segni di stanchezza, se vogliamo SALVARCI
dal naufragio è necessario difendere la vita della povertà, che non
dalla miseria, l’essere più SOLIDALI con chi è bisognoso”. Pensiamoci
su, tutti.

Stamattina ho parlato con altra persona, italiana, residente del
posto. E proprio le sue parole mi hanno spinto di scrivere il mio
parere. Che sottoscrivo con il mio nome.

J. G.

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“Se cade Kobane…” – La prossima a cadere sarà Roma?

Kurdi a Roma

In questi giorni ad un occhio attento è possibile veder comparire in giro per il centro di Roma giovani kurdi a gruppi di tre/quattro che si muovono cercando di non dare nell’occhio, fino a ricomporsi a un cenno prestabilito in un luogo convenuto, formando un gruppo di venti/trenta giovani, ragazzi e ragazze, che cominciano a intonare slogan e a levare in aria cartelli e bandiere delle varie organizzazioni politiche e della società civile kurda, dalle varie fogge e colori. Con o senza permesso sono andati al Vaticano, in piazza SS. Apostoli, alla stazione Termini, piazza Montecitorio: vogliono attirare l’attenzione su un possibile imminente genocidio che riguarda il loro popolo. La città di Kobanê, una enclave a maggioranza kurda in territorio siriano, che da due anni si autoamministra con un sistema di consigli del popolo, comuni, cooperative e dove viene garantita parità di genere e voce a tutte le comunità etniche, che si autodifende con le forze di difesa del popolo, costituite da uomini e donne alla pari, è accerchiata da tre fronti dalle bande armate dello Stato Islamico (IS); sul quarto fronte la Turchia le sostiene e le rifornisce, preparandosi a un’invasione di terra per creare una zona cuscinetto al confine.

Il mondo sa, il mondo ignora: quando ad agosto le bande dello Stato Islamico hanno massacrato la popolazione kurda yezida di Şengal in territorio iracheno, difesa solo dai guerriglieri kurdi accorsi lì dalle varie parti del Kurdistan, il mondo ha debolmente preso nota spalancando la bocca per l’orrore, pronunciando proclami in difesa dell’umanità dai jihadisti, promettendo aiuti e financo armi ai kurdi che combattevano contro di loro. Poi, la parziale marcia indietro. O meglio, gli aiuti umanitari e militari “selettivi”. Possiamo sì aiutare i kurdi a combattere ISIS, ma non troppo e solo quelli che sono nostri alleati (i peshmerga del Kurdistan Regionale Autonomo iracheno di Barzani). Gli altri no. Gli altri rimangono “terroristi”, per non scontentare l’alleato NATO della regione, la Turchia.

E a Roma che succede allora? Succede che mentre i kurdi manifestano da anni con le loro bandiere, pacificamente e sempre rispettando le leggi, solerti funzionari della questura passino una intera mattinata a far sì che non si veda in piazza neanche una bandiera del PKK, in applicazione della “legge”. Già, perchè l’Italia riconosce la lista nera dell’Unione Europea modellata sulla base di quella degli USA, e quindi quella è la bandiera di “terroristi”. Come spiegarlo a un bambino di neanche dieci anni che sventola quella bandiera come la “sua” bandiera? O alla donna che è venuta dalla Toscana per manifestare contro il massacro del suo popolo dai tagliagole di IS? A Milano, in Toscana, in tante città ci sono state manifestazioni dove questa bandiera ha sventolato liberamente, come del resto si poteva fare anche a Roma fino a solo qualche mese fa. Ma poi possiamo permetterci di giudicare una bandiera quando è a rischio l’umanità? E se poi la manifestazione è senza permesso? Consigli materni e pacche sulle spalle: “Noi vi capiamo, sapete, però in Italia c’è una legge, non potete bloccare il traffico, poi così non ottenete nulla, non vi ascolta nessuno, scrivete al cardinale tal dei tali, il Santo Padre ascolta tutti”, “Signora abbiamo provato a scrivere due-tre volte, ma nessuna risposta, ecco perché siamo qui oggi….”.

Certo anche i partigiani che combattevano i nazi-fascisti erano considerati “banditen”, banditi, terroristi. Poi riconosciuti patrioti e difensori dei valori della democrazia, grazie a loro oggi viviamo in quella che chiamiamo democrazia, e che però rischia sempre più di diventarne un inutile simulacro, se ci si disabitua a prendere posizione dalla parte del giusto per “rispettare le leggi”. Grazie a loro oggi non abbiamo ancora una polizia fascista, come quella che è stata istituita sotto le insegne del fascista Stato Islamico nei territori da quest’ultimo conquistati al cosiddetto califfato. Grazie a loro abbiamo la libertà di manifestare e di parlare. Non dimentichiamocene, quando guardiamo a Kobanê: quelle donne e quegli uomini che stanno difendendo la città, la sua popolazione, le sue conquiste civili nel caos della guerra siriana, hanno dichiarato che resisteranno fino all’ultima goccia di sangue. Ognuno di noi, nel suo piccolo, faccia qualcosa per scuotere il mondo: i giornalisti dicano la verità, i politici prendano decisioni scomode, i funzionari di pubblica sicurezza litighino con i loro superiori, o almeno provino a parlarci, i lavoratori vadano a lavorare con un cartello, un adesivo, una spilletta, parlino con i loro colleghi, li informino. I professori ne parlino con i propri studenti. Diamo una risposta giusta a quei ragazzi kurdi che si aggirano per la città, a quei bambini che alzano la bandiera del PKK, a quelle donne che urlano la loro rabbia contro la Turchia, che mentre fa finta di giocare al negoziato con Öcalan, pianta un coltello nella schiena del popolo kurdo. Se cade Kobanê, la risposta sarà ancora inevitabilmente la guerra!

Alessia Montuori

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Visione bioregionale e bene comune, Sardegna martoriata, Isis e USA, lo renzi il “magnifico”, psicologia transpersonale

rete bioregionale italiana

Il Giornaletto di Saul del 16 ottobre 2014 – Visione bioregionale e bene comune, Sardegna martoriata, Isis e USA, lo renzi il “magnifico”, psicologia transpersonale

Care, cari – Visione bioregionale e bene comune – Scrive Caterina Regazzi: “Basterebbe chiedersi, quando si prende una posizione, o si fa una scelta se quella scelta porta o meno al bene comune, il nostro, quello della nostra famiglia quello della nostra famiglia allargata che è l’umanità e con essa di Madre Natura nel suo insieme, compresi gli aspetti sociale, culturale e spirituale. E quindi, quale dovrebbe essere secondo me il fine ultimo, il più ampio possibile, di un ecologista (ma senza l’esasperazione di un -ismo)? Può essere la salvaguardia del pianeta, il riequilibrio della vita in questo mondo che è stato tanto snaturato, sfruttato, sporcato dall’uomo?” – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/10/il-bene-comune-nellottica-bioregionale.html

Roma. Basta cemento – Scrive Antonio Castronovi: “Non permettiamo che Tor di Valle (Roma) diventi un modello per meglio rapinare e cementificare il territorio. Lo chiamano Stadio della Roma ma non è vero, la proprietà fa capo a dei privati: James Pallotta ed altri. Vogliono costruire lo Stadio di calcio per permettere una incredibile speculazione che chiamano Business Park. Info. acastronovi@lazio.cgil.it”

Roma. Pro Kobane – Scrive Valeria Sonda: “Presidio/assemblea a Roma – Largo Argentina, venerdì 17 ottobre 2014, h. 16.00. Disarmare ISIS e isolare gli Stati che lo sostengono (Arabia Saudita, Qatar, Turchia). Aprire un corridoio al confine turco che consenta aiuti umanitari e rifornimenti alle forze di difesa kurde delle YPG/YPJ che stanno eroicamente difendendo Kobane”

Lo Renzi il “magnifico” – Scrive Sara Di Giuseppe: “Veramente seria è la questione che devo esporvi, miei buoni amici, e il discorrerne mi è molto penoso. Sento persino vergogna per essere nata di questi tempi in questo Paese, quando vedo che quel popolo un tempo dominatore di gran parte delle terre, si fa menare attorno secondo il capriccio di un ragazzo; per essere nata in questo Paese dove uomini di tant’alto ingegno, rinomati per età e saggezza, riescono a riconoscere, ma invano, la schiavitù che si sono procurati, senza avere il coraggio di liberarsi di essa…..” – Continua: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2014/10/lo-renzi-il-magnifico-ed-il-patto-del.html

Genova. La risposta di Grillo ai contestatori – Scrive Beppe: “Ho girato un po’ a Genova oggi, i nostri parlamentari sono lì. Ne ho incontrato 4 o 5 che sono lì con la scopa in mano in forma privata, sono mischiati a quelli che danno una mano. Una parte dei nostri sono rimasti a Roma perché faremo una mozione di sfiducia al governo Renzie perché non ha mantenuto le promesse. Queste sono persone che mentono sapendo di mentire e chi ci va di mezzo sono sempre i poveracci. Io mi sono preso i miei fischi, me li tengo, vi ringrazio che mi avete anche detto “spala!”. Se vi rappresento la politica e dovete sfogarvi, bene, sfogatevi su di me: io uscirò di nuovo. Sono pronto a prendermi tutti gli sfoghi perché avete tutte le ragioni del mondo. Anche se la mia coscienza è a posto perché è la mia città e sono andato nei miei quartieri, dove sono nato e cresciuto. Io ci sono, il M5S c’è e ci sarà sempre dalla parte delle persone sconfitte. Basta con questa gente che manda i tweet, fa le mozioni e poi non mantiene quello che dice.”

Si scrive Ebola, ma si legge Business – Scrive P.D.: “Metalli preziosi, materie prime, terre rare. Grazie allo stato d’emergenza proclamato per la temutissima epidemia – in realtà assai meno letale delle altre patologie di massa che straziano l’Africa – gli Stati Uniti installano in Liberia, al crocevia delle maggiori ricchezze del continente nero, la nuova task force di Africom, il comando speciale delle forze armate statunitensi creato per contendere alla Cina il controllo sulle grandi risorse africane. Nulla di ciò, ovviamente, traspare dalla retorica di Obama…”

Sardegna martoriata – Scrive Antonio Mazzeo: “Un disastro ambientale di proporzioni enormi, ingiustificato, inaccettabile. Per nome e conto del complesso militare-industriale-finanziario e di chi, da tempo immemorabile, stupra i territori e il paesaggio per le vecchie e nuove guerre planetarie. Continua il war game in un’isola, la Sardegna, dove sorgono i più grandi poligoni terrestri e aereonavali del Mediterraneo. Dove non c’è giorno, mese, anno, in cui non vomitino fuoco e morte gli aerei, i carri armati, le navi e i cannoni della Nato e dei regimi più reazionari…” – Continua: http://paolodarpini.blogspot.it/2014/10/sardegna-lisola-martoriata-dalla-nato.html

Veneto. Il massacro contadino – Scrive Cristina Scanu: “In Veneto gli agricoltori sono sul piede di guerra, massacrati dalle tasse e dalle regole imposte dall’Europa. Ormai non raccolgono più né mele né patate perché produrli costa troppo e quella stessa regione che durante l’anno ha dato loro fondi europei per aiutarli a coltivare, ora distribuisce incentivi per distruggere i raccolti…”

Cattive notizie – Scrive Roberto Anastagi: “Caro Paolo, ieri ho letto sul tuo Giornaletto l’articolo di Vincenzo Zamboni che termina dicendo “…perché i media ci subissano di cattive notizie e mai di notizie buone. Quante volte ho pensato a questo che è la stessa cosa di quando gli automobilisti dei paesi incivili, quando c’è un incidente rallentano intasando il traffico nella speranza di vedere sangue o persone maciullate. Purtroppo è nella natura umana la ricerca del peggio e mai del meglio, scoprendo il peggio credono di potersi sentire migliori…”

ISIS, USA e israele – Scrive Stefano Zecchinelli: “Lo Stato Islamico nasce dalla collaborazione di più servizi segreti: quelli americani e israeliani da un lato e quelli dell’Arabia Saudita (vero e proprio paradiso della criminalità organizzata araba) e della Turchia dall’altro. Ci sono però delle differenze che è bene sia pur brevemente analizzare per avere un quadro più chiaro del conflitto in corso….” – Continua:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2014/10/15/usa-israele-e-isis-lo-stato-islamico-foraggiato-e-combattuto/

Modena. Grani antichi – Scrive Piero Negroni: “Sapori antichi a Villa Sorra di Modena, con tanti eventi collegati: La semina collettiva dei grani antichi, il mercato bio, laboratorio di assaggio mele antiche, visita al giardino storico, musica jazz, ecc. Domenica 19 ottobre 2014, dalle 10 in poi. Info. piero.negroni@teletu.it”

Diversamente dis-umani – Scrive Franco Libero Manco: “La violenza in natura si manifesta principalmente perché un animale si sente minacciato o per motivi di sopravvivenza. Tra gli esseri umani si manifesta quando l’individuo viene privato di un suo diritto o si impossessa di ciò che non gli appartiene; oppure si impossessa di un altro, nella fattispecie di un animale che naturalmente non è d’accordo a cedere se stesso per essere sfruttato o mangiato, la mucca non cede volentieri il suo latte agli umani, né la cavia si presta volentieri ad essere vivisezionata, ma all’essere umano non importa se l’animale, o l’altro, è d’accordo, anzi, non gliene frega nulla…..” – Continua: http://retedellereti.blogspot.it/2014/10/diversamente-dis-umani.html

Sirolo. Di notte – Scrive Riccardo: “Escursione notturna del 25 Ottobre 2014. Il fascino della notte, nei luoghi dove c’è silenzio e l’unica luce viene dalla volta celeste, Con l’abbigliamento adatto, scarpe robuste con suola in gomma artigliata, vestiario comodo e resistente e una piccola torcia, non si sa mai, entreremo sicuri nel buio e saremo un tutt’uno con esso. Luogo d’incontro è il piazzale di fronte al municipio di Sirolo, non oltre le 20.30. Info. mencarelliriccardo2@libero.it”

Le piante insegnano – Scrive Franca Oberti a commento dell’articolo https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2014/10/14/forma-colore-sapore-delle-piante-e-loro-caratteristiche-psichiche/ -: “…interessante il tuo articolo sulle piante. Sono praticamente d’accordo su tutto quello che scrivi, perché è quello che ho studiato da tanto tempo. Spesso non ne parlo o non ne scrivo, perché essendoci ancora molti metodi dichiarati empirici, evito di sollecitare le diffidenze delle persone. Vorrei solo aggiungere che talvolta, nei giardini di casa, o intorno a noi, crescono piante che ci servirebbero in quel periodo. Per esempio se ti nasce tanto tarassaco, vuol dire che devi depurare il fegato, ecc… Inoltre le piante che teniamo in casa talvolta si fanno carico della nostra salute, morendo al posto nostro, se necessario…”

Mia rispostina: “Esattamente, cara Franca, questo è anche il criterio bioregionale, l’ambiente ci invia segnali attraverso la vita che ci circonda, dicasi simbiosi mutualistica… Dovresti leggere anche tu il libro “Biologia delle Credenze” di Bruce Lipton ….”

Psicologia transpersonale – Nell’analisi degli archetipi non possiamo trascurare la ricerca psichica avanzata, iniziata con Jung, proiettata negli schemi di Wilber e Grof. Una sintesi sul pensiero rarefatto che raggiunge il limite dell’esperimentabile. Nella fase più densa c’è l’Ombra che rappresenta le condizioni palesi, l’orgoglio ed il bisogno di successo, essa spinge verso l’amore romantico ed idealizzato e la sua controparte odio e sensi di colpa. Segue il livello dell’Ego che consente un approccio intellettuale e contribuisce alla comunicazione verbale ed al pensiero lineare… – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2014/10/psicologia-transpersonale-e-conoscenza.html

Dietro ogni ombra c’è la luce… Ciao, Paolo/Saul

………………..

Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

Invocazione

“Mio Maestro, mio Maestro,
tu che distruggi senza essere cattivo!
Tu che edifichi senza essere buono!
Tu che fosti prima dei tempi e
che non sei vecchio!
Tu che copri tutto come il Cielo,
che porti tutto come la Terra,
che sei autore di tutto senza essere abile.
Comprenderti così,
ecco la gioia celeste.
Sapere che io sono nato per la tua influenza,
che alla mia dipartita rientrerò nella tua Via,
che riposando comunico allo Yin la tua modalità passiva,
che agendo comunico allo Yang la tua modalità attiva:
ecco la felicità suprema…
L’azione dell’Illuminato si confonde con l’azione del Cielo,
il suo riposo col riposo della Terra.
Il suo saldo Spirito domina il mondo!”

(Chuang-tze)

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Lo Renzi il “magnifico” ed il patto del Falaride

Lo  renzi il magnifico

Veramente seria è la questione che devo esporvi, miei buoni amici, e il discorrerne mi è molto penoso. Sento persino vergogna per essere nata di questi tempi in questo Paese, quando vedo che quel popolo un tempo dominatore di gran parte delle terre, si fa menare attorno secondo il capriccio di un ragazzo; per essere nata in questo Paese dove uomini di tant’alto ingegno, rinomati per età e saggezza, riescono a riconoscere, ma invano, la schiavitù che si sono procurati, senza avere il coraggio di liberarsi di essa. Non esito perciò ad ammettere in tutta sincerità che i costumi dell’età nostra hanno tanto tralignato dalla virtù dei nostri avi, che se quelli tornassero a vivere rifiuterebbero di vedere in noi i loro discendenti: perché essi hanno fondato, conservato, accresciuto questo nostro Stato con onestà di costumi e santità di leggi e con istituzioni adeguate al fine della felicità della vita.

Ora invece, come vedo, proprio di quelle leggi si fa generalmente tanto poco conto che non c’è nulla al mondo di più umiliato e trascurato, mentre il loro posto è occupato dall’arbitrio di pochi e disonesti cittadini. Forse non sappiamo che il principale fondamento della libertà è l’eguaglianza dei cittadini? E’ proprio questa infatti che si esige innanzi tutto, e che ciascuno veda rispettati i propri diritti al riparo dalle altrui offese; ma in che modo siano mantenuti da noi questi princìpi, potete giudicarlo da voi stessi, e un’altra cosa potrei ricordare non senza grande dolore: nessuno ha il coraggio di opporsi, con la parola o col voto, al parere di qualche potente. Eppure una volta era tanto splendida nel nostro Paese l’applicazione della giustizia e del diritto, che a Firenze, ad esempio, si mandavano a dirimere le controversie fin dai confini del mondo. Ora, invece, le dispute vengono decise dopo lunghissimo tempo, a prezzo di grandi spese, tra i più vasti intrighi e con molte corruzioni o coi favori dei potenti, cosicchè molto spesso ottiene favorevole sentenza non chi prevale in diritto ma chi è superiore in potenza.

E perché dovrei confrontare io con il silenzio del giorno d’oggi, quell’antica piena libertà di parlare in Senato e davanti al popolo? In essa si manifestavano chiaramente la finezza dell’intelletto, l’eleganza dell’eloquenza e la grandezza dell’amor di patria dei singoli cittadini, quando sulle proposte di attuazione discutevano persone autorevoli, esaminando le ragioni favorevoli e quelle contrarie in modo da scoprire facilmente quale verità si trovasse in ciascuna di esse. Perciò raramente si sbagliava nel procedere a una deliberazione e la decisione, una volta presa, non veniva subito mutata in senso opposto per sopravvenuti pentimenti.

Ora, invece, che i nostri Catoni per deliberare sugli affari della massima importanza si valgono del consiglio di pochissime persone, vediamo che per lo più si decidono cose che il giorno dopo quelle stesse persone, forse richiamate all’ordine da altri, stabiliscono doversi fare in modo del tutto diverso. Ora, infatti, un esiguo numero di temerari, con la loro tipica insolenza e forti dell’indifferenza degli altri cittadini, arrogano a sé soli quello che è un diritto di tutti, e tutto viene stabilito dal loro insensato e ambizioso capriccio.

Perciò quella bellissima formula pronunciata dall’araldo, che di solito si udiva nelle assemblee e tanto ampiamente è celebrata da Demostene, quella formula con cui viene data facoltà di parlare a chi lo vuole, ora per lo più è taciuta oppure, quando la si proclama, tutti capiscono che si tratta solo di un suono senza significato, perché nessuno osa chiedere un parere o parlare apertamente.

Anche nella scelta dei governanti, oggi vediamo che non si scelgono uomini che si distinguano per saggezza e per nobiltà, ma si scelgono i cortigiani di potenti cittadini, o i ministri dei loro sfrenati piaceri. Ne viene che l’autorità dei politici è quanto mai ridotta o piuttosto inesistente, perché coloro che avrebbero il più grande interesse ad esercitare le magistrature, agitati da quello sdegno che è proprio degli uomini liberi, si tengono lontani dalle cariche pubbliche e così viene offerta a pochi disonesti l’opportunità di devastare e di fare a pezzi lo Stato.

Ed ormai, questo Falaride fiorentino è arrivato a tanta tracotanza da non esitare a considerare non benefìci ma servigi a sé dovuti di diritto, i benefici che ha ricevuto nei suoi momenti difficili. Ora, se io rifiutassi di adulare, di lusingare, di servir umilmente, insomma, quest’uomo, chi potrebbe censurare questa mia decisione?

Sara Di Giuseppe
faxivostri.wordpress.com

* Libero saccheggio da
Alamanno Rinuccini Dialogus de libertate, libro I, 1479
Trad. Salvatore Rizzo

Lo renzie

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USA, israele e ISIS, lo stato islamico foraggiato e combattuto…

ISIS

Lo Stato Islamico nasce dalla collaborazione di più servizi segreti: quelli americani e israeliani da un lato e quelli dell’Arabia Saudita (vero e proprio paradiso della criminalità organizzata araba) e della Turchia dall’altro.

Ci sono però delle differenze che è bene sia pur brevemente analizzare per avere un quadro più chiaro del conflitto in corso.

Usa ed Israele

Gli Stati Uniti ed Israele puntano a sradicare non solo i movimenti di liberazione nazionali presenti nell’area (Hezbollah, sinistra palestinese, Pkk, ecc … ) ma anche ciò che resta del nazionalismo laico ( baathismo, nasserismo, ecc … ).

L’ISIS è un pretesto per intervenire militarmente e perseguire l’obiettivo di balcanizzare due paesi chiave per l’unità araba: la Siria e l’ Iraq. L’alleanza fra Washington e Tel Aviv è strategica e il collante fra i due è costituito dalla lobby ebraica che – come ha efficacemente spiegato lo studioso James Petras – negli Usa è una sorta di “Stato nello Stato”.

Arabia Saudita

L’Arabia Saudita è una dittatura teocratica fondata sull’Islam wahabita, cioè quello che con disprezzo gli arabi e gli iraniani definiscono l’ “Islam giudeo”. Il supporto dei servizi segreti sauditi è indispensabile per costruire quello che i neocon chiamano “il nuovo medio-oriente”.

Da quando Bandar ha assunto il controllo dei servizi segreti sauditi, questo paese è diventato un vero e proprio braccio armato del neocolonialismo, e arriva molto spesso ad agire anche fuori del controllo dell’amministrazione Usa.

Spiega James Petras:

“Mentre gli Stati Uniti sono impegnati a sostenere il regime di destra di Maliki in Iraq, Bandar fornisce sostegno politico, militare e finanziario al sunnita e terrorista “Stato Islamico dell’Iraq e della Siria”. Quando gli Stati Uniti hanno negoziato l’”accordo temporaneo” con l’Iran, Bandar ha espresso la sua opposizione “comprando” l’appoggio alla sua posizione. L’Arabia Saudita ha siglato un accordo sulle armi per miliardi di dollari durante la visita del presidente francese Hollande, in cambio di maggiori sanzioni contro l’Iran. Bandar ha anche espresso sostegno per l’utilizzo da parte di Israele della configurazione di potere sionista per influenzare il Congresso, per sabotare i negoziati degli Stati Uniti con l’Iran

http://www.resistenze.org/sito/te/po/aq/poaqea14-013830.htm

La strategia di Bandar è sostanzialmente quella che fu di Bush: sottomissione ad Israele e creazione di un nuovo focolaio di guerra in Medio Oriente. Cosa motiva tutto ciò ? Semplice, Bandar, i neocon Usa e i sionisti hanno un comune nemico: l’Iran.

Turchia

Il capo di Stato turco, Erdogan, ha un problema: coniugare le spinte espansionistiche della Turchia con il servilismo nei confronti della NATO.

Per questa ragione, da una parte ha finto di fare la voce grossa contro Israele e dall’altra ha concesso contratti vantaggiosi alle multinazionali israeliane.

Turchia ed Israele collaborano nella destabilizzazione della Siria; Erdogan rifornisce l’ISIS di armi e Israele costituisce per i qaedisti, un ottimo avamposto strategico.

Il giornalista e dissidente politico turco Bahar Kimyongur, falsamente accusato di avere legami con un’organizzazione terroristica, ha definito in questo modo il leader turco:

“ll progetto megalomane di Erdogan è dovuto alla necessità di conquistare lo spirito dei popoli da lui sottomessi. Una sorta di revanscismo dell’eredità dell’Impero Ottomano. Egli si sente una sorta di nuovo Selim Ier, il sultano soprannominato «Il terribile» o «Crudele», colui che ha sottomesso la Siria e l’Egitto all’inizio del Sedicesimo secolo”

http://www.morasta.it/kimyongur-vi-racconto-chi-e-veramente-erdogan/

Da qui la domanda: fino a che punto Erdogan può spingere in avanti il suo progetto ? Bahar risponde in questo modo:

Tuttavia, a differenza del sultano-califfo, Erdogan non è che lo zerbino di un impero più forte di lui, quello degli Stati Uniti. La sua carriera politica, che lo ha portato alla guida dello Stato turco, è stata caratterizzata dalla volontà di conciliare le sue ambizioni personali con gli interessi dei suoi padroni. È arrivato perfino a sostenere il terrorismo in funzione della guerra antisiriana; sostegno incoraggiato da parte degli Usa da quando in quel paese è scoppiata la guerra civile”.

Le spinte egemoniche di uno Stato devono godere di rapporti di forza internazionali favorevoli e, data la supremazia di Usa ed Israele, Erdogan non può che scegliere una linea di subordinazione rispetto alla NATO.

La Santa Alleanza è quindi al completo: Usa – Israele – Arabia Saudita – Turchia.

Lo scontro si è radicalizzato nella città al confine turco-siriano di Kobane dove le milizie curde stanno opponendo una strenua resistenza all’ISIS.

Qual è posizione degli Usa ? Kerry dice che l’intervento non è prioritario. Come leggere tutto ciò? Una possibile interpretazione è questa: la Turchia può continuare ad armare l’ISIS per poi intervenire direttamente a Kobane invadendo la città e schiacciando le popolazioni locali. Da lì una possibile avventura militare contro la Siria ? Dipende dalla schizofrenia del complesso militare industriale turco e dalle disposizioni ricevute dai settori neocon all’interno della CIA. E’ ovvio che in questa circostanza saremmo di fronte ad una vera e propria aggressione contro uno stato sovrano che, a dispetto di quello che per anni hanno raccontato i mass media, sta combattendo contro il terrorismo; quello vero.

Erdogan, nel frattempo, ha intensificato la repressione interna, sia contro i curdi che contro gli attivisti di sinistra. Di cosa ha paura questa specie di neo sultano-ottomano? Erdogan, bersaglio della sinistra turca che in alcune circostanze lo ha addirittura paragonato a Hitler, non vede come remota la possibilità della nascita di una sorta di “Comune” a Kobane, solidale con le classi lavoratrici turche. Per questa ragione reagisce con il pugno di ferro.

Bahar Kimyongur, dopo aver denunciato il programma anti-siriano di Erdogan, è stato arrestato dall’Interpol in Italia. La magistratura italiana non ha concesso allo Stato autoritario turco l’estradizione di questo coraggioso giornalista. Oggi Bahar ci informa che addirittura in Germania, ad Amburgo, attivisti jihadisti filo-Erdogan attaccano i turchi solidali con il Pkk. Possiamo quindi affermare che la Turchia usa l’Interpol per la “repressione laica”, e l’ISIS per quella “religiosa”.

Pongo una domanda: Erdogan fa tutto questo con la complicità degli Usa e di Israele? Inoltre, la destra statunitense ha sempre appoggiato questo personaggio, di conseguenza quanto è collusa con il jihadismo anti-Islam ?

Dalla pagina facebook di Bahar leggiamo che:

Sunnites pro-#Assad contre pro-#ISIS.
Kurdes sunnites pro-#PKK contre pro-#ISIS.
La guerre de Syrie n’est pas confessionnelle mais IDÉOLOGIQUE !

Il conflitto è ideologico e politico, quindi contrappone opposte visioni dei rapporti sociali. Il sottoscritto, poco prima di riportare il commendo di Bahar, ha parlato di ‘jihadisti anti-Islam’. In altre parole, l’ISIS è del tutto funzionale ad alcuni interessi strategici che, come ho spiegato, vedono più attori in campo. La cabina di regia però si trova sempre nelle capitali delle maggiori centrali imperialistiche mondiali, cioè Washington e Tel Aviv.

Domanda: gli Usa sono in grado di schiacciare militarmente l’ISIS. Perché non lo fanno alla svelta invece di scimmiottare un intervento militare che, temo, abbia ben altri obiettivi reali ( la Siria baathista?…)? I jihadisti in occidente possono proliferare (contribuendo a criminalizzare l’Islam) con la copertura dei servizi segreti israeliani ? Quanto e in quale misura Israele li tollera o li ritiene funzionali al suo disegno politico? Chi scrive, sia chiaro, considera l’ISIS un grande affare per il Likud e per il suo programma di estrema destra e simil-fascista.

Domande politicamente inquietanti sulle quali è bene cominciare a riflettere.

Per ora quello che possiamo dire che le vie dell’imperialismo sono veramente infinite.

Stefano Zecchinelli

(Fonte: http://www.linterferenza.info/esteri/)

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