Archivio di agosto 2014

Treia: la bottega di Domenico Fratini, orsa a rischio, mercenari USA(ti), campanari vari, vegetariani laici, SCO, antropoarchigricoltura

Treia

Il Giornaletto di Saul del 19 agosto 2014 – Treia: la vacanza continua, orsa a rischio, mercenari USA(ti), campanari vari, vegetariani laici, SCO, antropoarchigricoltura

Care, cari,

scrive Caterina: “Siamo a Treia, continua la vacanza agostana. Il 18 agosto 2014, dopo la colazione di rito al baretto di Giovanna, le nostre amiche Ilaria, Luisa e Tania sono partite, con una piccola provvista di miele, dolcetti, mele, pesche… e i nostri libri (Riciclaggio della Memoria e Vita senza Tempo). Ma andiamo per ordine, da dove eravamo rimasti nei racconti dei giorni scorsi….. Il 17 agosto, dopo la splendida caprese di Paolo, da tutti gustata, io e Luisa siamo andate a fare il riposino, Paolo al computer a fare il Giornaletto, Ilaria e Tania a chiacchierare. Avevamo già preso appuntamento con Renzo Giuliodori, il nostro fornitore di miele di Treia, già da anni, così verso le 18 e 30, ci siamo accalcati nella Golf e siamo partiti per le contrade di Piangiano e Bibbiano. Giù e su per le belle colline treiesi, fino alla stradina bianca, una delle poche sopravvissute, in cima alla quale c’è la casa e il laboratorio…” – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/08/treia-cronache-di-una-vacanza-agostana.html

Figlio di Treia – Scrive Alberto: “Caro Paolo, sei diventato un vero figlio di Treia”

Mia rispostina: “Sì, e ne son fiero…”

Orsa materna e trentini vendicativi – Scrive Fabrizio Belloni: “Vogliono catturare e forse abbattere un’orsa che ha fatto il suo mestiere di mamma. Certi umani fanno più schifo di altri. I media sono pieni delle immagini di un’orsa che ha attaccato un cercatore di funghi. Disavventura finita bene. Per il momento. In sintesi: un marcantonio soprannominato “Carnera” per la mole, se ne andava per boschi trentini in cerca di porcini. Primo errore: i funghi non si cercano, si va a raccoglierli con saggezza e moderazione, nei luoghi conosciuti come prolifici…..” – Continua:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2014/08/18/lorsa-materna-che-non-piace-ai-trentini/

Commento di F.P.: “Il protocollo impone la cattura della povera Mamma Orsa. Il protocollo non considera la cretineria di chi, in barba alle più elementari norme di sicurezza, sfida l’amore materno. Scappa Mamma Orsa e mettiti in salvo con i tuoi piccini!”

Biomasse nocive – Scrive Salva le foreste: “La produzione di elettricità da biomasse provenienti dal Nord America rischia di emettere più carbonio della generazione elettrica a carbone. E’ quanto emerge da un rapporto pubblicato dal Dipartimento di Energia e cambiamenti climatici (DECC) del Regno Unito. Secondo il rapporto, quando i boschi vengono abbattuti ad una velocità maggiore del tempo di rigenerazione naturale, l’energia elettrica prodotta è compresa tra 1.270 a 3.988 kg CO2 equivalenti per megawatt, ossia più di quella del carbone.”

Mercenari per interposta persona – Scrive Vincenzo Zamboni: “I pupazzi del governo fantoccio italiano, assieme ai loro complici e sostenitori, stanno preparando nei loro covi terroristici una nuova sanguinaria azione criminale, nella forma di traffico internazionale di armi da spacciare a bande armate curde, in Iraq. Ce ne informa il Corriere della Sera (meglio noto come “della serva”)….” – Continua: http://paolodarpini.blogspot.it/2014/08/armigeri-e-mercenari-per-interposta.html

Commento di Popoff: “L’ex segretario Usa Hillary Clinton ha ammesso quello che per gli analisti era una sorta di “segreto di Pulcinella”, ovvero che l’Isis, il feroce gruppo jihadista che sta insanguinando l’Iraq, sarebbe una creazione americana in funzione anti-Assad che sarebbe uscita fuori controllo”

Commento di G.V.: “…l’Europa arma i curdi e continua a non far nulla sulla mattanza di 2000 palestinesi. L’EUROPA è DESTINATA ALL’AUTOCASTRAZIONE. E’ QUELLO CHE VOGLIONO LORSIGNORI. OVVIO…”

Roma. Ennesima querela – Scrive Orazio Fergnani: “Giovedì mattina, 21 agosto 2014 ore 10,30, andiamo a depositare l’ennesima querela contro tutto il parlamento per alto tradimento… chi vuole è invitato… Davanti alla stazione dei carabinieri de “LA STORTA”… via Cassia km.17,800 a ROMA – Poi non dite che non ve l’abbiamo detto. Info. 391 1420055 – 392 6546868”

Campanari vari e machiavellici – Scrive Anthony Ceresa: “Aveva ragione Niccolò Machiavelli (1469/1527) nel sostenere che ogni Paese ha i campanari che si merita, alludendo al nostro sistema Politico che non tende al cambiamento, con un futuro sempre più agonizzante. I maestri campanari hanno in ostaggio l’intero stivale, assistendo indifferenti all’assordante vociare con richiesta di Indipendenza dei cittadini contro gli orchi che Governano, con uno spaventoso eco ripetitivo che proviene da ogni angolo del Paese, mentre i maestri campanari continuano incoscienti a suonare le loro campane…” – Continua: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2014/08/campanari-vari-e-machiavellici.html

Mostro a tre teste – Scrive J.F.: “L’ho già detto chiaro e tondo: il mostro è a TRE teste (giudei, cristiani, musulmani ndr), niente affatto a una sola… e questo è forse il momento decisivo per reciderle FINALMENTE. A parte poi il fatto che, anche solo pensando al cristianesimo (ufficiale, al potere), questo è stato nei fatti immensamente più criminale dello stesso giudaismo. La storia del “fare il gioco” è indegna. Si lotta per il vero, il bello e il buono. Punto. E non si “gioca”. Quanto alle questioni teoriche (religiose, “esoteriche”) si può benissimo affrontarle senza timori reverenziali…”

Ucraina. In prima linea i mercenari “neri” – Scrive V.Z.: “La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei di fede neonazista provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia…”

Vegetariani “migliori”? – Scrive Franco Libero Manco: “Non è raro per noi vegetariani essere accusati di presunzione e di ostentata superiorità morale, di sentirci migliori degli altri, da parte di alcune persone quando, convinte del loro onnivorismo, subiscono i sensi di colpa a causa della sofferenza indirettamente inflitta agli animali che mangiano o che portano addosso sotto forma di pelli o di pellicce. Per capire cosa significa essere migliori occorre stabilire un punto di riferimento oggettivo, un termine di paragone ritenuto più giusto e vantaggioso per il bene comune, per il processo evolutivo civile, morale e spirituale dell’individuo….” – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2014/08/laici-vegetariani-ed-etici-sono-migliori.html

Nuove alleanze in vista – Scrive M.B.: “Quando a settembre si riunirà lo SCO, Organizzazione di Cooperazione di Shangai, di cui Russia e Cina sono i grandi soci, anche l’India ne farà parte. Beninteso, lo SCO non è un’alleanza militare d’acciaio, come la NATO, ma un impegno alla collaborazione militare «contro il terrorismo». E tuttavia, l’evento è rivoluzionario. Anzitutto, è la Cina che invita l’India nello SCO. Fino ad oggi, Pechino era stato poco propenso ad accettare l’antico nemico bellico, in cui – per giunta – temeva il posizionamento «filo-americano» assunto da Delhi dal crollo dell’URSS in poi. Ma adesso c’è stato l’arrivo al potere indiano di Narendra Modi, nazionalista BJP. In una riunione dei Ministri degli esteri del gruppo, tenutasi a Duchanbe in Tagikistan (uno dei soci), è stato ufficialmente annunciato che, al prossimo vertice di settembre, lo SCO inviterà ufficialmente non solo l’India, ma il Pakistan, l’Iran e la Mongolia…”

Antropoarchigricoltura – Scrive Ferdinando Renzetti: “…mi piacerebbe tantissimo venire a trovarvi a Treia, solo che sono bloccato da tempo da un infortunio al piede per questo scrivo, in verità scrivo sempre sciocchezze o leggerezze è il mio genere preferito mischiando filastrocche immagini mentali titoli di vecchie canzoni messaggi del cellulare …(…), etc. Scherzi a parte ti mando antropoarchigroltura una nuova scienza che analizza forme composizione e sedimentazioni del paesaggio basandosi su un’analisi antropologica architettonica e agricolturale. questa è parte della storia del paesaggio meridionale, c’è sempre un impronta immaginaria soprattutto nei due brani finali ma è storia, reale…” – Continua: http://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2014/08/18/antropologia-architettura-agricoltura-tutto-in-uno/

Qui pè campà tocca nventasse de tutto…. Ciao, Paolo/Saul

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

Inno alla vita

La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è ricchezza, valorizzala.
La vita è amore, vivilo.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala.
La vita è la vita, difendila.

(Madre Teresa di Calcutta)

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L’orsa “materna” che non piace ai trentini

Orsa Daniza
L’orsa Daniza e la Santa Inquisizione

Vogliono catturare e forse abbattere un’orsa che ha fatto il suo mestiere di mamma. Certi umani fanno più schifo di altri.

I media sono pieni delle immagini di un’orsa che ha attaccato un cercatore di funghi. Disavventura finita bene. Per il momento.
In sintesi: un marcantonio soprannominato “Carnera” per la mole, se ne andava per boschi trentini in cerca di porcini. Primo errore: i funghi non si cercano, si va a raccoglierli con saggezza e moderazione, nei luoghi conosciuti come prolifici. Certo, bisogna amarli e segnarsi date, tempi e luoghi. I cercatori “cannibali” sono la rovina dei boschi: Attila era un chierichetto, al confronto. “Carnera” non mi ha dato l’impressione di essere un devastatore, ma solo un cercatore, più o meno occasionale. Non certo esperto. Se lo fosse stato, avrebbe saputo che è la stagione dell’allattamento dei cuccioli di orso, e, soprattutto, che di orsi ne girano abbastanza per i boschi trentini. E mica per diletto: ce li abbiamo reintrodotti noi umani, comprandoli dalla Slovenija, (si scrive così), esattamente tre maschi e sette femmine. Che hanno messo su famiglia.
Secondo errore comune a tutti i “fungaioli”: “Carnera” è andato da solo. Non è cosa né saggia né prudente. Il bosco è come il mare e la montagna: esige rispetto.
Quando l’umano si è trovato improvvisamente in prossimità della nursery plantigrade, ha capito di aver fatto un errore e si è cercato di nascondere dietro un albero. Terzo errore: gli orsi hanno un olfatto che equilibra la vista non eccezionale.
La mamma orsa non ci ha pensato su troppo: ha fatto il suo mestiere di mamma orsa ed ha attaccato. Per me era nel suo pieno diritto, anzi era suo dovere difendere i cuccioli dall’umano. Gli orsi sono intelligenti, ma non hanno ben chiara la differenza fra un cercatore di funghi ed un bracconiere farabutto. Gli umani non sono affidabili. Nel dubbio meglio seguire il vecchio proverbio “chi mena per primo, mena due volte”. Quaranta punti di sutura e un grosso scarpone alpino sbriciolato come un grissino. Tanto per delicato avvertimento: pussa via! Non vedi che sto con i miei figli? Brava mamma orsa! Si è comportata come non tutte la umane fanno.
“Carnera” si è difeso con le –scarse – armi che la natura ci ha dato: calci e pugni. Evidentemente il soprannome è dovuto a qualcosa, se mamma orsa, che non voleva aggredire per divertimento, come fanno gli umani, ma solo per dovere materno, ha pensato che la lezione era sufficiente e che era stupido prendersi sberle, al punto cui si era arrivati. Missione compiuta, si rientra alla base. Brava!
E fin qui, nell’eccezionalità del fatto, tutto bene e tutto normale. “Carnera” è tornato a casa , si è fatto medicare e ha salvato la buccia.
Quello che poi è successo, fra noi umani, invece dà il voltastomaco. Ci si sono messi di mezzo i politici-amministratori e, oltre a monitorare la orsa Danza (ha un radio collare, poveretta), qualche testa d’uovo ha pensato che la si deve catturare e, se del caso, abbattere.
Non ci sono santi né madonne: la visione antropocentrica che duemila anni di cristianesimo, meglio, di cattolicesimo, ci ha sedimentato nel DNA, alla prima occasione affiora, pronta a fare sfracelli. Costretti ad ammettere che la terra è rotonda e non piatta, obbligati ad ingoiare il fatto che la visione astrale di Galilei era ed è esatta e che la terra gira attorno al sole e non viceversa, impediti di erigere sacri falò ove abbrustolire levatrici ed erboriste (le chiamavano streghe), confinati nel catechismo, che recita che guardare il lato B della propria mogli è atto di lussuria condannabile, umiliati dal numero di vie e piazze dedicate a Giordano Bruno, eretico bruciato vivo, oggi sfogano il loro ego (a parte sui ragazzini incautamente loro affidati) nel continuare a propagandare la centralità dell’uomo e il suo dominio su tutto il resto della Natura. Un po’ come il grido “dio lo vuole!” che era il segnale dell’inizio della mattanza di infedeli di varia natura e colore.
Troppo difficile sentirsi in armonia con la natura e sentire un albero, un pietra, un animale, un corso d’acqua come parte di me, da proteggere e rispettare.
Forza, fate un bel falò e bruciate, viva ovviamente, l’orsa Danza, rea di amore materno.
Io tengo pronto l’estintore. E non solo.
Fabrizio Belloni

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Visita agli ermi colli, Capracotta in 500, Priverno e libertà, la guerra che conviene, agricoltura e funzionamento sociale….

ermo colle di Recanati

Il Giornaletto di Saul del 18 agosto 2014 – Visita agli ermi colli, Capracotta in 500, Priverno e libertà, la guerra che conviene, agricoltura e funzionamento sociale….

Care, cari, visita agli ermi colli di Treia e Recanati – Pellegrinaggio al santo poeta Leopardi – Scrivono Ilaria e Vriksha: “Colazione ad alba inoltrata (le 10) al bar con vista su gli ermi colli del Treiano. Il richiamo di Leopardi ci ha portato in seguito a Recanati dove, nella bellissima piazza del comune abbiamo preso il sole e condiviso i fatti della vita. Caterina è andata ad indagare sulle indicazioni per arrivare alla casa di Giacomo ed è tornata soddisfatta mentre il maestro Saul guarda verso la luce. In pausa di riflessione ognuno ammirava un aspetto del paese: Chi i fiori, chi gli abitanti, chi gli abitati e chi le nuvole…..” – Continua: http://retedellereti.blogspot.it/2014/08/gli-ermi-colli-di-recanati-e-treia.html

Giornaletto fresco – Scrive Ferdinando Renzetti: “ciao paolo ciao caterina, in questi giorni d agosto seguo con curiosità le vostre vicende, siete molto carini, sarebbe più giusto dire mi sembrate poiché non vi conosco, mi fate pensare un po a due personaggi di un fumetto un po a dante e virgilio come guide nell inferno purgatorio paradiso della contemporaneità, visto che in genere aprite il giornaletto. quando accendo questo computer portatile apple di ultima generazione, colori bellissimi quasi tridimensionali, posso ascoltare o vedere tutta la memoria del mondo su you tube i brani musicali che voglio, su wikipedia tutte le informazioni, le notizie sui giornali on line e poi la posta elettronica, una finestra sul mondo che ci può mostrare l infinitamente grande come l infinitamente piccolo, puo essere sia telescopio che microscopio allo stesso tempo, ecco come dicevo dopo un po inizio ad avere nausea mancanza d aria come se stessi in un luogo chiuso e claustrofobico, come in una realtà chiusa allora apro con piacere la finestra il giornaletto di saul per leggere cosa ci propone paolo, allora sento un leggero venticello, un cespo di insalata fresca verde e fragrante appena raccolta dall’orto. un saluto da ferdinando, ferdifango in arte mago arfango, fiordifango, psiconomade, ferdimantra, ferdinand sebastian e un saluto pure da oreste”

Vivere bene in armonia con l’ambiente – “…vi è un crescente riconoscimento da parte del mondo scientifico del fatto che il poter godere dell’ambiente naturale sia in grado di migliorare sia la salute fisica che psicologica. L’accesso allo spazio verde in città è stato collegato a vite più lunghe e più sane nelle persone anziane, e a significativi progressi nei primi anni di sviluppo. Tali benefici potrebbero anche innescare un ciclo virtuoso perché altri studi suggeriscono che chi è in buona salute ha maggiori possibilità di prendersi cura dell’ambiente..” – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/08/vivere-bene-entro-i-limiti-del-pianeta.html

Giornaletto ed animali – Scrive Marco Bracci: “Sul Giornaletto di alcuni giorni fa hai scritto: “Arriverà un giorno in cui ci renderemo conto che gli animali sono nostri fratelli e compagni di viaggio su questa Terra e non oggetti d’uso…” al che aggiungo che succederà soprattutto quando i pochi sopravvissuti alle catastrofi prossime venture, ormai non più scongiurabili come lo erano invece fino agli anni ‘80/’90, si renderanno conto che saranno sopravvissuti grazie agli animali..”

Capracotta… e l’uomo che ascoltava le 500 – Scrive Francesco Paolo Tanzi: “Di gente strana c’è n’è tanta a questo mondo… e di cose incredibili anche. Come quella che successe a Stefano in viaggio da Roma a Capracotta dove era stato invitato dall’associazione “Vivere con cura” per cantare le poesie e filastrocche ecopoacifiste di Gianni Rodari. Con lui c’era anche Mariagrazia, che doveva invece tenere un seminario sulla cucina vegetariana “vegan”. Cioè non solo niente carne ma neanche derivati da animali, tipo latte, formaggi, etc…..” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2014/08/17/capracotta-e-luomo-che-ascoltava-le-500-di-francesco-paolo-tanzi/

Gaza. Solidarietà ed arte – Scrive Sami: “Non appena le strade di Gaza saranno libere dagli occupanti, saranno organizzati una serie di laboratori e giornate di animazione per bambini in varie località di tutta la Striscia, insieme ad associazioni di base che si occupano della gestione di asili e di attività socio-educative. L’iniziativa sarà rivolta a bambini dai 6 ai 12 anni ed agli educatori e animatori delle associazioni territoriali. “Serata per Gaza” si occupa, devolvendo il ricavato delle offerte, di raccogliere fondi a sostegno del progetto. Info. samigiuseppe.hallac@fastwebnet.it”

Priverno. Giustizia e libertà – Scrive Giorgio Vitali: “Dopo la presa di Priverno e l’uccisione di quelli che avevano spinto la città a ribellarsi, il Senato, al colmo dell’indignazione, discuteva di ciò che si doveva fare dei sopravvissuti. In tale situazione la salvezza di costoro rimaneva incerta, perché in quel momento essa dipendeva da un nemico vincitore e irritato. Benché essi comprendessero che la loro unica possibilità di salvezza consisteva nel SUPPLICARE, pure NON potevano dimenticare che nelle loro vene scorreva sangue di gente libera e italica. Al loro Capo venne chiesto in Senato quale pena egli riteneva meritassero. Egli rispose: “Quale la meritano coloro che si stimano DEGNI della LIBERTà”…” – Continua: http://paolodarpini.blogspot.it/2014/08/priverno-la-politica-non-e-la-guerra.html

Viterbo. Incontro “dignitoso” – Scrive Peppe Sini: “Si è svolto la mattina di sabato 16 agosto 2014 a Viterbo presso il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” un incontro di riflessione su: “Cultura come difesa della dignità umana”.All’incontro ha preso parte Giselle Dian”

Troika e TTIP – Scrive G.T.: “La troika ci decide cosa bisogna fare, Draghi (capo di una banca centrale privata) ci dice che dobbiamo fare le riforme e cedere sovranità (la nostra politica è acefala oltre che venduta – tutta nessuno escluso) e intanto avanza il TTIP”

Vogliono la guerra – Scrive Craig Roberts: “…vogliono la guerra, è un’élite di pazzi. La propaganda straordinaria condotta contro la Russia dai governi statunitense e britannico e dai ministeri della propaganda noti come “media occidentali” ha lo scopo di portare il mondo ad una guerra che nessuno potrà vincere. I governi europei devono scuotersi dalla noncuranza, perché l’Europa sarà la prima ad essere vaporizzata a causa delle basi missilistiche statunitensi che ospita per garantire la sua sicurezza…” – Continua: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2014/08/una-cricca-di-pazzi-guerrafondai-domina.html

Riforme inutili (anzi dannose) – Scrive F.M. : “Ora, io forse sarò ignorante, forse non capisco niente di politica, forse non comprendo l’urgenza di queste riforme, ora ci ritroviamo per mesi a parlare di questo. Dove vogliamo arrivare? Che ce lo dicano chiaramente. Il paese affonda , stiamo svendendo l’Italia al peggior offerente e qui si continua a riempire le pagine dei giornali con riforme improbabili e improponibili, ghigliottine varie. Mi sembra tutto così irresponsabile e assurdo…”

Maremma. Salvare la pineta – Scrive Gianfranco: “A tutti coloro che vivono in Maremma: Per salvare la pineta di Marina e Principina! 18 agosto 2014 alle ore 21,00 nella chiesa di San Rocco concerto lirico per il secondo anniversario del grande incendio. Ai brani in programma si alterneranno brevi interventi (prof. e dr. Palumbo, Corsi, Pezzo, Sola, Vasarri). Sarà presentata, inoltre, la proposta di riconoscimento della Maremma all’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità”

Agricoltura e funzionamento della società – Scrive Caterina Regazzi: “Non possiamo pensare di fare tutti gli agricoltori, ci vuole anche, per esempio, chi lavori nei trasporti, qualcuno che lavori in edilizia, qualcuno che faccia il medico, magari naturopata, qualcuno che faccia il dentista, il dentista a sua volta ha bisogno di attrezzi che qualche fabbrica li deve pur costruire, i vasi di vetro per conservare la passata di pomodoro, seppur fatta in casa e così pure quelli per le marmellate……. Insomma ho letto tante cose e libri in cui si parla di tornare il più possibile all’autoproduzione, ma l’autoproduzione si può attuare per certe cose, ma non per altre, mi viene in mente la cucitura dei propri vestiti, se uno è capace di farlo meglio per lui, ma costui (o costei) ha comunque bisogno di aghi e fili, almeno, e stoffe e queste cose le producono le FABBRICHE” – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2014/08/agricoltura-autoproduzione-e.html

Commento di Xandrex: “Il problema descritto nell’articolo può essere risolto se si pensa ad esempio che i processi nelle fabbriche sono sempre più automatizzati e quindi di questo passo in futuro produrre un oggetto non richiederà più tutta quella manodopera e quel personale che oggi richiede. Si stanno diffondendo proprio in questo periodo tecnologie come le stampanti in 3D, che daranno si comunque lavoro, perché serve comunque chi le progetta e le costruisce, ma d’altro canto ne toglieranno molto di più. Tutti questi posti di lavoro che vanno persi “grazie” alla robotica e alle nuove tecnologie con cosa vogliamo riempirli? L’ideale sarebbe che i robot gestiscano praticamente tutti i processi di fabbrica (che comunque andrebbero limitati e resi più ecocompatibili) e gli esseri umani inizino a dedicarsi alla cura e al nutrire la terra non che anche all’autoproduzione perché no? Tornando in un qualche modo a uno stile di vita più lento e più consono alla natura umana….” – Continua in calce al link soprastante

Aglio nel sugo – Scrive Alberto: “Perché metti l’aglio nel sugo? Dopo come fai a baciare Caterina?”

Mia rispostina: “Se lo mangiamo entrambi non infastidisce nessuno….”

Scherzi “bioregionali” a parte – Sapete che sono nato l’anno della Scimmia, e tutti dicono che la scimmia è un animale dispettoso. Ma non è vero, ve l’assicuro, solo che la scimmia vuole scoprire le reazioni degli altri, la verità che si nasconde dietro le apparenze, ed è per questo che gioca tiri birboni a tutti quanti e li sfida in mille modi, per capire come reagiscono e come si manifestano nelle situazioni particolari.
Essendo questa la mia prerogativa va da sé che tutte le situazioni in cui mi son venuto a trovare comprendevano risvolti machiavellici in cui saggiavo il terreno dei compartecipi al gioco della vita. Ciò è avvenuto anche con i membri della Rete Bioregionale Italiana, quelli che vengono definiti –solitamente- i più ecologisti fra gli ecologisti, il massimo dei massimi nella consapevolezza ambientale. Ma sarà poi vero? Di certo posso dire che alcuni suoi membri sono persone oneste e sincere e non si atteggiano a “santoni dell’ambiente”, ma altri soccombettero alle mie pesanti trovate… e restarono nudi sotto il mio sguardo imparziale e crudele….” – Continua: http://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2014/08/17/bioregionalismo-in-italia-e-rete-bioregionale-italiana-una-memoria-dei-primi-passi-compiuti-al-circolo-vegetariano-vv-tt/

Avete notato che malgrado tutta la mattinata trascorsa fra Recanati, in visita alla città di Leopardi, ed il pomeriggio dall’apicultore Giuliodori di Treia abbiamo avuto il tempo di redigere il Giornaletto? Sapete perché? Sono stato aiutato dalle nostre ospiti ed inoltre non ho fatto la pennichella pomeridiana… Ben vi sta! Ciao, Paolo/Saul

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“I grandi uomini non amano parlare.” (Yamamoto Tsunetomo)

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Capracotta… e l’uomo che ascoltava le 500 di Francesco Paolo Tanzi

Lunario Paolo D'Arpini 17 agosto 2014

Di gente strana c’è n’è tanta a questo mondo… e di cose incredibili anche.
Come quella che successe a Stefano in viaggio da Roma a Capracotta dove era stato invitato dall’associazione “Vivere con cura” per cantare le poesie e filastrocche ecopoacifiste di Gianni Rodari. Con lui c’era anche Mariagrazia, che doveva invece tenere un seminario sulla cucina vegetariana “vegan”. Cioè non solo niente carne ma neanche derivati da animali, tipo latte, formaggi, etc…, un tipo di dieta radicale legata a una filosofia di vita che lei chiama ecozoica.
Già questo fa capire che si trattava di una situazione per niente normale.
Insomma, partono da Roma con la loro vecchia amata 500 carica di bagagli e attrezzature e invece dell’autostrada – troppo grande e pericolosa – prendono la Casilina in direzione di Cassino prevedendo almeno sei sette ore di viaggio. E’ una bella giornata, e tutto fila liscio fino a quando non cominciano a sentire un rumore sospetto insinuarsi nel battito regolare dei due piccoli pistoni cha da oltre quarant’anni non avevano mai dato problemi. Stefano non è il tipo da allarmarsi più di tanto e si limita a rallentare per capire meglio di che si tratta. Maria Grazia si fida ciecamente di lui e pensa ad altro osservando placidamente il lento panorama che le si presenta intorno, le rustiche colline della Ciociaria, verdi e solitarie, ben lontane dallo stressante caos della vita cittadina dal quale finalmente stanno scappando. E’ un’occasione da non perdere, questa, visto che sono stati invitati da Antonio a tenere dei corsi alternativi in questo paesino di montagna, dal nome del tutto particolare, reso famoso un tempo da un vecchio film di Alberto Sordi. Lì sarebbero stati ospiti in una casa insieme ad altri amici e avrebbero ricevuto anche un piccolo compenso, proporzionato al numero degli iscritti.
- Comunque, in ogni caso, ci faremo una bella vacanza! – Aveva detto soddisfatto e incuriosito Stefano.
Si erano attrezzati di tutto punto, lui con i suoi libri e DVD animati, lei con le sue ricette e gli ingredienti necessari. Ed erano partiti.
- Così andiamo con Ciumachella stracarica dei bagagli, la chitarra, la valigia con le attrezzature per creare una piccola ludoteca nel parco pubblico di Capracotta e anche il nostro gattino – mi raccontava Stefano, dopo averlo appena conosciuto nel bel mezzo di un agosto infuocato a casa di mia cugina Silvana – Qualcosa la riportiamo anche a casa perché proprio non c’entra più…
Dopo un centinaio di chilometri però il rumore aumenta, da cigolio si trasforma in clangore metallico che preannuncia tragicamente la prossima fine. Poi, d’improvviso, come un audio interrotto, il silenzio della morte! Niente più motore. Solo la solitudine ovattata della campagna intorno a Ceccano.
La storia si faceva sempre più interessante, anche perché mi spiegò che la scelta di andare in 500 era dovuta al fatto che pochi giorni prima gli avevano addirittura bruciato il camper.
- Probabilmente – continuò – come atto intimidatorio per le mie attività in favore della protezione della natura nel Parco dei Monti Lucretili dove lavoro come responsabile dell’Ufficio Educazione ambientale, ma chi se ne frega, anzi, mi è sembrato quasi un vero omaggio al mio impegno e poi il povero camper era ormai tanto vecchio… E allora abbiamo deciso di risistemare la vecchia, piccola ‘500 di Mariagrazia, Ciumachella, come la chiama lei.
Noi stavamo lì ad ascoltare, rapiti dal suo eloquio, enumerando mentalmente i già tanti fatti straordinari di quella pazza vicenda: Capracotta? Gianni Rodari? Cucina veganiana? Camper incendiati e 500 imballate? Dove saremmo andati a finire?

Ed è anche peggio, sul bordo della strada solo rifiuti e dall’altra parte camion, TIR e automobili che vanno fragorosamente a tutta velocità… E la macchina che non parte più…
- Ecco una di quelle situazioni che uno si chiede con orrore – a casa – se mai possano capitare, un incubo che ora è tutto per noi. E’ passata l’una e siamo in mezzo alla campagna a 100 km da casa e 150 da Capracotta… Che fare?
Stefano cerca di restare calmo – ma è una sua qualità caratteristica – e si attacca al cellulare e telefona a mezzo mondo – meno male che qualche volta le tecnologia serve a qualcosa! – e dopo un’ora e aver consumato tragicamente tutto il credito residuo, trova finalmente uno straccio di soluzione: il suo amico meccanico di Moricone, secondo cui il guasto potrebbe essere ahimè molto grave, verrebbe a caricarsi la macchina col carro attrezzi e contemporaneamente da Capracotta li verranno a prendere in qualche modo, salvandoli dall’increscioso imbarazzo.
- Evidentemente ci vogliono molto bene – dice Stefano con un sospiro di sollievo – e non vogliono rinunciare a noi…
Il tempo in fondo è bello, qualche leggera nuvoletta passa qua e là per il cielo pulito e tutto sembra rimettersi per il verso giusto. La situazione è veramente surreale. Perfino il gattino se ne sta tutto tranquillo accucciato nel sedile posteriore tra bagagli e buste di verdure biologiche e Mariagrazia si mangia tranquillamente e con grande gusto il suo panino vegano che si era preparata con tanta cura…
- Come ci riusciva in questa situazione non lo so, ma a vederla sembrava proprio che stava in estasi, beata lei, a me era ormai passata la fame!
Anche lui però pian piano si calma. In fondo la situazione è tornata sotto controllo e tutta la vicenda, anche se faticosamente, destinata ormai a buon fine.
Ma la cosa era destinata a non finire lì…
Il gattino dormiva, Mariagrazia mangiava e Stefano se ne stava finalmente pigramente appoggiato al cofano dell’amata a tranquillizzarsi mente e spirito al caldo sole di quella strana estate, quando all’improvviso arriva un pullman che si ferma sferragliante in panne.
– L’autista scende, guarda un po’ le cose sue e fa due o tre telefonate. Poi si accorge
di noi, è gentile e decide che ci vuole aiutare. Io lo ringrazio ma gli dico che ormai non
ce n’è più bisogno perché abbiamo già risolto tutto, ma lui insiste e si china a guardare il
motore.
I motori: strane ed involute forme di metalli diversi assemblati tra loro in assetti misteriosi che in pochi capiscono, tranne i meccanici, gli autisti di pullman e gli appassionati che fanno dell’ars mecanica un punto fermo della loro esistenza. Stefano, nonostante la sua curiosità verso ogni forma di vita, non era tra questi. E si affidò umilmente al nuovo amico incontrato per strada.
Quello guardò e riguardò e gli indicò un’officina poco più lontano, a circa mezzo chilometro indietro a dove si erano fermati, e insistendo gli consigliò di andare. E’ un suo amico, è bravo, perché non provarci?
Lui lo ringraziò, pensando che forse avrebbe anche potuto giocare questa carta, anche se Mariagrazia forse avrebbe preferito aspettare al sole che arrivassero carro-attrezzi e amici di Capracotta, e provò a mettere in moto la macchina. Che incredibilmente in qualche modo riuscì ad accendersi e muovendosi a balzi e singulti riuscì pateticamente ad arrivare all’officina.
- E adesso? In che impiccio andremo a metterci ora che invece avevo tutto risolto? – pensò guardandosi intorno dopo essere sceso e aver sbattuto lo sportello.
Ma il tizio, con aria non troppo ospitale, gli disse che non aveva tempo, era troppo occupato, aveva due tre lavori da consegnare urgentemente, ma…
- A occhio e croce potrebbero in fondo essere solo le puntine… Un chilometro più in là c’è un elettrauto. Forse lui potrebbe risolvere il problema.
- Cazzo, ma chi me l’ha fatto fare – pensò sconsolato e sudato Stefano.
Ma ormai il gioco era quello e tanto valeva provarci ancora per un po’. In fondo se erano solo le puntine…
Ripartirono sbuffando, rimbalzando e tictecchando e diolosacome giunsero all’elettrauto ripassando davanti al pullman fermo senza neanche avere il tempo di dire all’autista che nel frattempo stava in attesa dei tecnici dell’autolinea dov’erano diretti.
Stefano era completamente bagnato di sudore ma l’officina era grande e per fortuna piena di gente, e un ragazzo gentile, dopo aver dato un’occhiata al motore, si girò verso lui con fare misterioso e disse:
– Laggiù c’è mio padre che ascolta le 500. Se c’è una speranza, solo lui potrà fare qualcosa.
Ora, chi non ricorda quel film L’uomo che sussurrava ai cavalli con Robert Redford e tutte le storie sul sesto senso e i sentimenti incrociati di quell’ovattato mondo hollywoodiano?
Ma questa cosa di qualcuno che ascolta le 500 Stefano, con tutta la buona volontà di uno che di vita ne ha vissuta tanta, non se la sarebbe nemmeno mai immaginata.
E invece eccolo arrivare: è uno strano vecchietto e gira su una carrozzina elettrica.
- Mi guarda un po’ sospettoso e non sembra granchè desideroso di darmi una mano – mi racconta quando ormai siamo al dolce, veganiano anch’esso e dunque senza uova, e abbiamo bevuto invece un bel po’ di buon vino rosso – Ma quando gli racconto che lavoro con le persone con disabilità e le porto pure in cime alle montagne con una speciale carriola robustissima con ruota da trekking chiamata Joëlette… cambia all’improvviso atteggiamento e si mette al lavoro.
E infatti si avvicinò alla 500 e sporgendosi fin quasi dentro al cofano motore cominciò a guardare, armeggiare, smontare e rimontare, parlando a bassa voce tra sè e sé come un uomo di medicina dei Sioux Dakota, e infine si fermò e disse: – Adesso provate a fare un giro!
Stefano obbedì senza fiatare e fece un paio di km verso Roma e ritorno, e sembrava proprio che finalmente tutto era tornato a posto, anche se non ancora perfettamente. Passò davanti all’officina a tutta velocità, si fa per dire, fece un altro chilometro e poi tornò nuovamente indietro…
Il vecchietto gli disse che aveva sentito che il motore ancora non andava, e rismontò ancora una volta due o tre parti e infine sentenziò che bisogna cambiare le puntine, altrimenti non sarebbero arrivati mai a Capracotta e allora… Se ne andò, mentre loro sempre più inebetiti stavano ad aspettare, e dopo qualche minuto tornò seduto su un apetto.
- Saluta, come se niente fosse, e riparte. Ma come aveva fatto a passare dalla carrozzina all’apetto?
Passato un quarto d’ora riapparve quasi dal nulla, nuovamente in carrozzina, e si rimise borbottando a rismontare e rimontare tutto, cambiò le puntine, provò e riprovò e poi sentenziò che la macchina era perfetta e potevano andare tranquilli…
- Prima di salutarmi mi chiese che lavoro facevo e io gli risposi che lavoravo con i bambini e le bambine, cantavo Gianni Rodari eco pacifista e in particolar modo la canzone dell’Orecchio Verde, un orecchio bambino capace di ascoltare le voci della natura, i sassi, le nuvole, gli alberi… un po’ come il suo di orecchio che ascoltava le piccole ‘500… E allora facemmo proprio amicizia…
E così, finalmente, ormai verso sera, Stefano, Mariagrazia e il gatto Cirino ripartirono serenamente destinazione Capracotta.

Silvana ed io rimanemmo a dir poco incantati da tutta quella inverosimile vicenda.
E poi, come ce la veniva raccontando Stefano, con quel suo fare scanzonato e allo stesso tempo preciso fin nei minimi particolari, mentre Mariagrazia guardava lui e noi dal suo mondo pacifista e veganiano al di là del tempo e dei nostri affanni quotidiani! Due tipi in gamba, vi assicuro, e certamente fuori dall’ordinario.
Come ben fuori da ogni da ogni pur fervida fantasia è l’immagine – che ancora mi si presenta vivida nella memoria, come se anch’io fossi stato lì a condividere tutta quella matta avventura – dell’anziano meccanico in carrozzella, burbero e sapiente, che aveva il raro dono di ascoltare le 500.

Francesco Paolo Tanzi

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Caro Francesco, 
quello che non sai o che sai in parte è che dopo un mese (quando ci siamo conosciuti e la 500 si era rotta di nuovo ed era ad Agnone), neanche sono riuscito a ripararla! L’abbiamo portata faticosamente a Capracotta ma il giorno della partenza i freni non esistevano più, mi sono dovuto impazzire di nuovo per trovare una soluzione all’ultimo momento, cioè quando di mattina dovevamo partire per forza, e allora di nuovo telefonate a Roma, a Moricone, provato ad affittare una macchia ad Isernia… Tutto impossibile… Alla fine ho fatto una botta da miliardario (gli arabi dicono che gli unici soldi che hai veramente sono quelli che spendi) e allora “semplicemente” a Capracotta ho affittato una macchina con autista… La macchina ci è venuta a prendere dopo pranzo e in tre ore e mezza ci ha portato a Moricone quasi sotto casa e l’autista sull’autostrada ci ha anche offerto il caffé! Che gentile, no? Però ci è costato 240 euro!!! Ma ne è valsa la pena…
E la 500? E’ rimasta in vacanza a Capracotta, beata lei, ed è stato ancora faticoso aspettare che il meccanico del paese riuscisse a ripararla, dopo vari tentativi a vuoto. L’ho potuta riprendere solo alla fine di settembre, ma mi ha accompagnato mio figlio ed è stato un bellissimo viaggio!!
In seguito la piccola non ha fatto che continuare a rompersi, ma io sono testardo e molto affezionato e alla fine dopo aver rifatto anche le valvole (e di nuovo i freni) ora va che è una meraviglia!!!
 
Un caro saluto,
Stefano Panzarasa

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Treia, 17 agosto 2014 – Giornaletto di Saul di corsa

Giornaletto di Saul di corsa
Treia - Paolo D'Arpini  affacciato in cucina

Siamo dove stiamo, cioè a Treia. Una delle ospiti, venuta assieme a Ilaria e Luisa, Tania, una signora scozzese, mezza svizzera e mezza cinese, dice: Siate!

Ieri non ho avuto il tempo di raccogliere articoli e commenti, Caterina ed io siamo arrivati all’ora di pranzo, che era da preparare ovviamente, inoltre c’era da ravvivare la casa rimasta chiusa per due mesi: le piante da annaffiare (poverine), bagagli da sistemare, finestre da aprire, etc. etc. Il tutto mentre preparavamo un sughetto fresco di pomodori, aglio, capperi, basilico greco, sale, olio d’oliva, olive… per condire un mezzo chilo di fusilli integrali, insalatina, yogurt, pane fatto da Caterina con il lievito madre, kefir, acqua frizzante della sorgente urbana che abbiamo portato da Spilamberto… Mentre stavamo per andare a cantare nella sala di meditazione, ecco il campanello che suonava per avvisarci dell’arrivo delle nostre amiche… Canti sostituiti da convenevoli, saluti, baci, abbracci, confidenze, ricordi di quando… etc.
Siamo rimasti a tavola a raccontarcela, anzi veramente son stato io a raccontare tutta la storia del mondo a cominciare dalla creazione in poi… me la sono cavata in un paio di orette. Fino al momento in cui mi sono ricordato che era ora della pennichella… Al risveglio, dopo le 5, ci siamo fatti un tè al tulsi, con biscotti stagionati della CE (gli unici rimasti in casa), doccia e poi passeggiata per le stradine di Treia e puntata in pizzeria per finire la giornata in bellezza. Va da sé che non ho avuto il tempo di fare altro… Perciò accontentatevi!

Ciao, Paolo/Saul
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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“In una vertenza giudiziaria od in una polemica verbale c’è un modo per essere sconfitti onorevolmente: farlo in fretta. Nel sumo è la stessa cosa.
Una vittoria riportata in maniera scorretta, invece, è peggio di una sconfitta. In molti casi, è come perdere con un avversario scorretto” (Hagakure)

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