Archivio di giugno 2014

La crisi bancaria, in sintesi, spiegata da Francesco Gesualdi detto “Francuccio”

Per raccontare la crisi bisogna riavvolgere il filo della storia fin verso l’anno 2000 e trasferirci negli Stati Uniti. Sotto l’effetto della globalizzazione l’economia americana mostra segni di stanchezza: molte aziende si trasferiscono all’estero, l’occupazione ristagna, il Pil non cresce secondo le aspettative. Serve un colpo di frusta e la Federal Reserve, Banca Centrale americana, decide a piu’ riprese di ridurre i tassi di interesse secondo la logica che se il denaro costa meno le imprese saranno stimolate a investire di piu’. E in effetti, almeno nel settore dell’edilizia la ripresa c’e’ perche’ i mutui a condizioni vantaggiose stimolano molte famiglie a comprare casa. In breve il fenomeno si fa massiccio e il mercato della casa si surriscalda. Le vendite si impennano, i prezzi salgono giorno dopo giorno fino a raddoppiare in pochi anni. L’euforia e’ alle stelle, c’e’ la convinzione che i prezzi continueranno a crescere all’infinito, molti comprano casa non per procurarsi un tetto, ma per fare un investimento. Pochi anni di attesa e la casa puo’ essere rivenduta ad un prezzo che permette di recuperare non solo i risparmi impiegati, ma anche il costo del mutuo e un sovrappiu’ che puo’ essere utilizzato per mandare il figlio al college, per cambiare l’automobile, per rinnovare la mobilia, per fare una vacanza da favola. E’ il sogno americano che per qualche anno si avvera, ma poi si trasforma in un incubo sotto la spinta della speculazione.
La ragione per cui i mutui entrano nella macchina speculativa va ricercata nell’esigenza delle banche di non aspettare trent’anni per recuperare le somme date in prestito. Per motivi contabili, fiscali e finanziari hanno piu’ interesse a stipulare molti mutui, recuperati rapidamente cedendoli ad altri, che a stipularne pochi tenuti fino a scadenza. Il che le porta a rivolgersi ad altre banche, cosiddette d’investimento perche’ specializzate in attivita’ finanziarie diverse dai depositi e prestiti. Alcuni dei nomi piu’ celebri sono Merrill Lynch, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citibank, a cui potremmo aggiungere Lehman Brothers, se non fosse fallita nel 2008 per eccesso di azzardo.
Quando giunsero le prime richieste di cessione dei crediti, le banche d’investimento sentirono subito odore di soldi e si dichiararono disponibili a concludere l’affare. Probabilmente non usarono soldi propri, ma presi in prestito, e dopo aver mercanteggiato per ottenere uno sconto quanto piu’ alto possibile, subentrarono come nuovi creditori. Ma non per molto, perche’ neanche loro si sognavano di tenere i mutui nel cassetto. Il loro obiettivo era rivenderli e non necessariamente ad altre banche, ma a fondi pensione, assicurazioni, fondi di investimento, in una parola a chiunque si affacci sul mercato finanziario. La strategia consisteva nella frantumazione dei mutui in quote di taglio minore per poi rivenderle singolarmente sotto forma di certificati noti come cartolarizzazioni. Su ogni certificato la specifica degli interessi e delle condizioni di rientro del capitale comprese le perdite in caso di insolvenza da parte del debitore. E infine il prezzo, comprendente non solo il valore della porzione di debito acquistato, ma anche un sovrappiu’ destinato alla banca per i suoi servigi. In fondo e’ solo per incassare le commissioni che la banca d’investimento allestisce le sue operazioni di vendita.
La vendita delle cartolarizzazioni ando’ bene fin dall’inizio. Le famiglie americane ispiravano fiducia, i tassi di interesse erano allettanti, la clientela era assicurata. Buoni affari in vista: le banche d’investimento si fregarono le mani. Ma per fare girare la macchina servivano mutui e le retrovie vennero messe sotto pressione.
Approfittando di una legislazione piena di smagliature, anche le societa’ piu’ sgangherate si trasformarono in procacciatori di mutui. Nacquero i mortgage brokers, gli agenti di mutui. Piu’ simili a venditori di pentole che a funzionari di banca, a centinaia di migliaia passavano di casa in casa per strappare firme su contratti di mutuo. Il curriculum di molti di loro non brillava per onesta’, al loro attivo avevano condanne per truffa, furti, estorsioni. Il raggiro era la loro arte, promettevano interessi vicino allo zero e tempi di restituzione dilazionati, molti contratti furono firmati sul tavolo di cucina senza neanche essere letti. Migliaia di poveracci si impegnarono per somme che non avrebbero mai potuto restituire, ma il particolare non interessava. L’importante era foraggiare l’industria delle cartolarizzazioni, sicuri che finche’ stava in piedi, tutti avrebbero avuto la loro parte: agenti, banche commerciali, banche di investimento, agenzie di rating.
Nel 2007 i mutui sulla casa oltrepassano i 10.000 miliardi di dollari, ma per il 14% sono subprime, ossia inaffidabili perche’ sottoscritti da famiglie povere (1). Le banche di investimento lo sanno, ma tirano dritto. Alla stregua dell’industria del formaggio che ricicla tutto, compreso le mozzarelle avariate, cosi’ la macchina delle cartolarizzazioni, mescola i mutui buoni con quelli marci. E per nasconderli meglio si inventa un sistema complicatissimo che pero’ spaccia per estremamente lucroso. E’ il sistema dei Cdo, collateralized debt obligation, certificati ibridi, per meta’ scommessa, per meta’ titoli di credito. Qualcuno, piu’ fantasiosamente, li ha definiti titoli-salsiccia perche’ derivanti dal rimescolamento di piu’ debiti.
Per farla semplice, quando le banche d’investimento si rendono conto che le cartolarizzazioni dei mutui inaffidabili si smerciano male, cercano di piazzarli sul mercato associandoli ad altri debiti ritenuti piu’ sicuri. Per cominciare formano un paniere in cui inseriscono debiti molto sicuri e debiti poco affidabili. Quindi emettono dei certificati nuovi di zecca che pur essendo tutti collegati a cio’ che succede al paniere, godono di trattamenti differenziati in base al rischio che l’investitore vuole assumersi. Generalmente sono tre le scale di rischio: senior a basso rischio, junior ad alto rischio e mezzanini a rischio intermedio. I titoli senior ricevono bassi tassi di interesse, ma in caso di sofferenza del paniere sono i piu’ garantiti in termini di restituzione del capitale. Gli junior, al contrario, ricevono alti tassi di interesse, ma se qualcosa va male sono i piu’ penalizzati.
Ovviamente il consiglio della casa e’ di comprare panieri interi in modo da disporre di portafogli equilibrati. Altrimenti che ognuno faccia la propria scelta in base al grado di rischio che vuole correre. E siccome la bramosia per alti guadagni e’ la benzina della finanza, sono proprio i Cdo piu’ rischiosi ad andare a ruba. Tanto piu’ che possono fregiarsi della tripla A, il sigillo di garanzia rilasciato da Moody’s, Fitch e tutte le altre agenzie di rating.
Nel 2008 i Cdo in circolazione ammontano a 1.500 miliardi di dollari e sono insinuati in ogni rivolo del sistema finanziario mondiale: banche, fondi pensione, assicurazioni (2). Tutti ne avevano fatto riserva ritenendoli piu’ sicuri e piu’ vantaggiosi dell’oro. In realta’ si dimostrarono una montagna di polpette avvelenate che mando’ in tilt l’intero sistema bancario a livello mondiale.
I primi segnali di crisi arrivano nella primavera 2006. Le vendite di case cominciano a calare e i prezzi a raffreddarsi. Ma invece di prendere atto che la festa e’ finita l’industria dei mutui accelera nel tentativo disperato di rivitalizzare il mercato. I procacciatori di mutui si danno ancora piu’ da fare e dal dicembre 2006 all’agosto 2007, Goldman Sachs crea e vende qualcosa come 24 miliardi di Cdo (3). Ma nel giugno 2007 si verifica il primo incidente che non lascia adito a dubbi. La vittima e’ Bear Sterns, un mostro finanziario a piu’ teste con attivita’ in ambito bancario e speculativo, compresa la concessione e cartolarizzazione di mutui. Il direttore e’ un certo Ralph Cioffi ed anche lui, come tutti i dirigenti della finanza, ha il vizio di condurre gli affari con soldi presi a prestito, per tempi ridotti, perfino alla giornata, per pagare tassi di interesse piu’ bassi. Nel 2007 Bear Sterns registra 383 miliardi di debito a fronte di un capitale sociale di 12 miliardi. Un rapporto di 31 a 1, neanche fra i peggiori considerato che c’era chi arrivava a 40 a 1.
Poteva capitare che Cioffi chiedesse prestiti dalla sera alla mattina anche per 70 miliardi di dollari, ma finche’ il mercato tirava e il valore dei titoli reggeva, riusciva sempre a ottenere i prestiti dando in garanzia i titoli che aveva in cassaforte. Ma nel giugno 2007 scivolo’ su un prestito di 3 miliardi di dollari che dava in garanzia un pacchetto di Cdo. Purtroppo i soldi non vennero trovati perche’ i Cdo non erano piu’ considerati affidabili. Motivo? Dal mondo dei mutui giungeva notizia che l’intero palazzo stava scricchiolando proprio dalle fondamenta. Migliaia di famiglie non rispondevano ai solleciti di pagamento, le banche erano costrette a dichiararle insolventi, la farsa dei contratti fasulli era ormai smascherata. E mentre nei tribunali si ammucchiavano le pratiche di sequestro relative alle case ipotecate, nelle banche si facevano i conti dei danni.
Il 24 ottobre 2007 Merrill Lynch annuncia a un mondo attonito di avere una perdita di 8 miliardi di dollari. Un miliardo per mutui non incassabili e ben 7 miliardi per Cdo ormai equiparabili a carta straccia perche’ non piu’ commerciabili. A fine anno la cifra verra’ corretta: la perdita totale e’ 24,7 miliardi di dollari. Ed anche altre banche pubblicano la lista delle loro sofferenze. Citigroup annuncia perdite per 23,8 milardi di dollari, Morgan Stanley per 10,8, Bank of America per 9,7 e via elencando fino ad arrivare alle piu’ piccole (4). A conti fatti, due anni piu’ tardi, il totale delle perdite delle banche americane su prestiti e titoli tossici sono valutate in 885 miliardi di dollari (5).
Ma anche il mondo assicurativo e’ nella tormenta. Aig, la piu’ potente societa’ di assicurazione degli Stati Uniti, nell’agosto 2007 ammette di essere esposta per 79 miliardi di dollari. Ritenendosi furba, aveva accettato la richiesta delle banche, ancor piu’ furbe, di assicurarle contro il rischio di perdita di valore dei Cdo. I contratti assicurativi, noti come Cds, credit default swaps, prevedevano che in caso di sofferenza, l’assicurazione si sarebbe comprata i Cdo in questione al loro valore originario. Ma Aig era convinta che si trattasse di un’evenienza molto improbabile e aveva firmato i contratti sicura che avrebbero portato solo incassi sotto forma di premi assicurativi. Ma le cose andarono diversamente e nel settembre 2008 Aig aveva gia’ sborsato 30 miliardi di dollari, mentre non sapeva come fare per rispondere alle richieste di tutti gli altri che pretendevano di essere indennizzati.
Nel settembre 2008 cade la testa della prima vittima eccellente. Sotto il peso dei debiti e delle perdite dovute al deprezzamento dei titoli in cassaforte, Lehman Brothers dichiara fallimento. E’ l’apertura ufficiale della crisi, che pero’ stava gia’ producendo i suoi effetti da mesi non solo nel circuito bancario, ma nell’intero sistema economico.
Come sempre, le imprese bussano alle porte delle banche per ricevere credito di sopravvivenza. Fra tempi di consegna della merce e tempi di incasso delle fatture, c’e’ sempre un intervallo che costringe le imprese a rivolgersi alle banche. Senza le loro anticipazioni non possono andare avanti. In tempi normali il rapporto scorre senza intoppi, ma ora le banche non pagano, dicono che non hanno soldi. Cosi’ scopriamo che le istituzioni che per definizione dovrebbero essere strapiene di soldi hanno quasi sempre i cassetti vuoti perche’ non e’ custodendo i soldi in cassaforte che si guadagna, ma impegnandoli in prestiti e investimenti che garantiscono alti tassi di interesse. In fondo la banca e’ un intermediario che guadagna sui differenziali di tasso di interesse. La sua bravura sta nell’ottenere denaro a costo piu’ basso possibile ed impiegarlo in operazioni che garantiscono ritorni piu’ alti possibile. Per questo le banche prima di essere strutture che danno prestiti, sono strutture che richiedono prestiti. Per quelli di lunga durata solitamente si rivolgono al mercato finanziario, ma per il fabbisogno quotidiano si rivolgono ad altre banche. Ed e’ proprio questo circuito, il mercato interbancario, che entra in crisi quando il sistema bancario e’ in sofferenza. Il problema e’ che piu’ nessuno si fida della capacita’ di pagamento dell’altra e, per paura di perdere altri soldi oltre a quelli già persi, piu’ nessuno è disposto a prestare.
Quando il credito si blocca, la crisi smette di essere di settore e diventa sistemica. Senza denaro, le imprese non possono fare i propri acquisti, non possono pagare i lavoratori, sono in difficolta’ col fisco. Se la penuria si protrae troppo a lungo, sono costrette a chiudere con tutta una serie di ripercussioni a catena per l’occupazione e per le famiglie. Inevitabilmente lo stato deve intervenire, anche se deve scegliere se la sua priorita’ sono le banche o la comunita’.
Dopo la caduta di Lehman Brothers il governo Bush si affretta a preparare un provvedimento che lo autorizza a spendere fino a 700 miliardi di dollari per tamponare la situazione. Il 3 ottobre la legge e’ pronta e iniziano i primi finanziamenti, per la maggior parte sotto forma di prestiti: Aig 182 miliardi, Citigroup 45 miliardi, Bank of America 45 miliardi, JP Morgan Chase 25 miliardi, tanto per citarne alcuni. Perfino McDonald’s riesce ad avere 203 milioni di dollari (6).
Ma tutti sapevano che il danno era molto piu’ ampio e la vera operazione di salvataggio fu condotta dalla Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti. Nessuno sa di preciso quanti soldi abbia messo in campo, i dati ufficiali dicono 3.285 miliardi di dollari (7), ma Bloomberg, societa’ d’analisi finanziaria, stima che la vera cifra sia 7.770 miliardi. Molti soldi sono stati dati sotto forma di prestiti, altri sotto forma di acquisto titoli, in ogni caso in una forma vantaggiosa per le banche, che ci hanno guadagnato complessivamente 13 miliardi di dollari, Citigroup in testa con 1,8 miliardi di dollari (8). L’unica consolazione per il contribuente americano e’ che il tutto e’ avvenuto con la stampa di denaro fresco, la famosa politica di quantitative easing, che la Fed ha attuato senza timore di provocare inflazione perche’ la marea di nuovi dollari si e’ scaricata sull’intera economia mondiale.
Sperare che la crisi rimanesse confinata agli Stati Uniti era un’illusione. I suoi titoli tossici avevano inondato l’intero sistema finanziario mondiale, le banche che ne avevano comprati di piu’ erano quelle europee.
Il primo allarme nel vecchio continente venne lanciato il 9 agosto 2007 e portava la firma di BNP Paribas. La banca francese faceva sapere che sospendeva le operazioni su alcuni fondi ripieni di titoli americani per un valore di quasi 3 miliardi di dollari. Qualche mese dopo anche la banca svizzera UBS ammetteva perdite su titoli per 37 miliardi di dollari. Intanto in Germania lo stato aveva dovuto rimboccarsi le maniche per soccorrere una piccola banca tedesca, la IKB al 38% pubblica, che aveva acquistato miliardi di Cdo che ora non valevano niente. E pensare che solo qualche mese prima, il presidente Stefan Orteseifen aveva assicurato che non c’era motivo di preoccuparsi. Nell’agosto 2007 vennero dichiarate perdite per tre miliardi di euro e lo stato ce ne mise due, ma non bastarono. Nei mesi successivi dovette impegnarne altri 16, tutti doverosamente autorizzati dalla Commissione Europea (9). Nell’aprile 2010 si sapra’ che le perdite totali subite dalle banche europee per titoli tossici e prestiti non onorati ammonta a 1.276 miliardi di dollari (10).
Le notizie che giunsero piu’ tardi dalle isole del Nord Atlantico, rivelarono che le banche europee avevano copiato il modello americano non solo per l’abitudine di concentrare i propri affari nell’investimento di titoli, compresi quelli paragonabili a vere e proprie scommesse, ma anche per l’abitudine di impegnare molto piu’ denaro di cio’ che avrebbero dovuto ricorrendo all’indebitamento facile. Ed oggi che sono schiacciate da una montagna di debiti (oltre 2.000 miliardi di euro), non sono nei guai solo loro, ma tutti noi (11).
Quanto fosse insana la gestione delle banche europee, emerse in tutta la sua evidenza con la caduta di Northen Rock, banca inglese specializzata nella concessione di mutui. Il suo metodo di finanziamento era la cartolarizzazione, tipico delle banche americane. Finanziava un mutuo, lo cartolarizzava e col ricavato ne finanziava un altro e cosi’ via. Tutto bene finche’ il mercato resse, ma quando comincio’ a cedere, la banca si trovo’ in difficolta’. Era il settembre 2008, capi’ che senza soccorso non ce l’avrebbe fatta e chiese un prestito dalla Banca Centrale d’Inghilterra. La notizia trapelo’ e i suoi depositanti la presero d’assalto per recuperare i propri risparmi. Da 150 anni in Inghilterra non si vedeva una scena del genere. Seguirono mesi di contatti febbrili per trovare qualche investitore privato disposto a metterci capitali freschi, ma nessuno voleva investire in una banca cosi’ mal messa. Fini’ nazionalizzata con un costo per i contribuenti inglesi di 50 miliardi di sterline. Ma altre banche vennero colpite dalla crisi e il costo totale sostenuto dal governo inglese per il salvataggio delle sue banche ha toccato gli 850 miliardi di sterline (12).
Anche in Irlanda le banche erano cresciute all’insegna dei mutui sulla casa e della speculazione sui titoli. Nel 2006, quando il mercato finanziario era al suo apice, le banche irlandesi disponevano di una quantita’ di titoli pari a cinque volte il prodotto lordo nazionale, mentre il 30% di tutti i prestiti concessi erano per mutui sulla casa (13). Con la crisi, il valore dei titoli si affloscio’ come una montagna di panna montata, ma i debiti contratti per comprarli rimanevano intatti. Il governo irlandese avrebbe potuto decidere di lasciare che le banche se ne andassero a fondo con tutti i loro debiti, salvaguardando solo i depositanti. Ma cosi’ facendo avrebbe fatto pagare il conto alle grandi istituzioni finanziarie internazionali che avevano fatto credito alle banche irlandesi. Un comportamento perfettamente coerente con le regole di mercato che impongono a chi si assume un rischio di saper anche perdere. Cosi’ in teoria. Nella pratica valgono le regole della prepotenza, del ricatto e delle clientele e il governo irlandese decise che a pagare doveva essere il popolo. Tant’e’ che alla fine del 2010 lo stato aveva sborsato 46 miliardi di euro per nazionalizzare le due principali banche irlandesi (14), e siccome il salvataggio era tutt’altro che concluso, nel novembre 2010 fu costretto a rivolgersi al Fondo Monetario Internazionale e all’Unione Europea per ricevere un prestito di 85 miliardi di euro. Un classico esempio di come si rovina un paese in nome degli interessi privati: l’Irlanda che nel 2007 aveva un debito pubblico pari al 25% del Pil, nel 2011 se lo ritrova al 114%.
Un altro paese travolto dalla malagestione bancaria fu l’Islanda. Ma qui la gente seppe ribellarsi e le cose andarono diversamente.
Paese semideserto, le sue banche erano totalmente sproporzionate per un’isola di 350.000 abitanti che vive di pesca o poco piu’. Banche ipertrofiche per valore azionario, per titoli posseduti, per debiti contratti, per mire espansionistiche. Alla prova dei fatti si scoprira’ che la rovina non e’ arrivata solo per le manie di grandezza, ma anche per gli atteggiamenti delittuosi da parte dei dirigenti che usavano le banche per l’arricchimento personale con la protezione del sistema politico. Volendo crescere sempre di piu’, al pari della rana che ambiva a diventare come la vacca, si indebitavano a piu’ non posso per comprare sempre piu’ titoli nell’illusione che l’onda alta del mercato le avrebbe tenute eternamente in cielo. E quando si resero conto che la fiducia nei loro confronti cominciava a vacillare perche’ qualcuno aveva cominciato ad accorgersi che stavano facendo il passo piu’ lungo della gamba, decisero di raccogliere risparmio all’estero, non solo aprendo filiali in Inghilterra, Olanda, Norvegia, ma anche tramite Internet. Fu proprio a causa di Icesave, la societa’ creata per gestire la banca virtuale, che il popolo d’Islanda e’ diventato famoso per la sua lotta contro i banchieri.
La crisi del 2008 arrivo’ violenta e spazzo’ via ogni velleita’. Tolta la maschera della presunzione rimase la dura realta’ dei debiti, circa 100 miliardi di dollari, soprattutto verso soggetti stranieri. Il 29 settembre 2008 le banche chiedono il soccorso della Banca Centrale Islandese, ma non ha abbastanza riserve e puo’ fare ben poco. L’unico effetto che produce e’ un’accelerazione della catastrofe per aver svelato quanto la situazione fosse drammatica. All’estero le filiali delle banche islandesi sono prese d’assalto da parte di depositanti ansiosi di ritirare i propri risparmi. In patria, intanto, c’e’ la corsa al cambio e le riserve di valuta estera si esauriscono rapidamente. Ma chi gravita attorno al potere fa in tempo a riempirsi le tasche di dollari da trasferire all’estero. Quando non c’e’ piu’ niente da prendere, la corona islandese viene lasciata fluttuare e affondare definitivamente.
I governi esteri osservano e studiano il da farsi per proteggere i propri cittadini che hanno aperto conti presso le banche islandesi. In via precauzionale l’8 ottobre il primo ministro inglese congela i titoli posseduti dalle banche islandesi in terra d’Inghilterra. Ma la misura non serve per chi ha aperto un conto corrente via Internet. I soldi sono in Islanda e da li’ devono venire. Detto fatto, Inghilterra e Olanda avanzano al governo islandese la richiesta di rimborso per 5 miliardi di euro. Una cifra enorme per la piccola Islanda, ma solerte giunge la mano tesa del Fondo Monetario Internazionale che si dichiara disponibile a un prestito di 2 miliardi di dollari per stabilizzare la corona. La condizione e’ che venga soddisfatta la richiesta avanzata da Inghilterra e Olanda.
La popolazione islandese e’ furibonda: 5 miliardi di euro corrispondono a piu’ della meta’ di cio’ che viene prodotto nel paese in un intero anno: com’e’ possibile portare un peso del genere? E per cosa? Per la malagestione di banche che hanno arricchito solo gli azionisti e i dirigenti? Non se ne parla neanche. Malgrado il freddo intenso, nel novembre migliaia di persone di tutte le eta’ si ritrovano sulla piazza principale di Reykjavic. Si prendono per mano per creare una catena umana attorno al parlamento, bombardano il palazzo con lanci di frutta e di yogurth. Il governo e’ in difficolta’ perche’ e’ piu’ incline ad accogliere le richieste del mondo finanziario che della sua gente. Per mesi si vede con i governi inglese e olandese e nel dicembre 2009 si accorda per restituire 4 miliardi in 14 anni. La proposta viene messa ai voti e il Parlamento approva. Ma la gente non ci sta e in pochi giorni vengono raccolte 56.000 firme (il 23% del corpo elettorale) per chiedere al Presidente della Repubblica di non firmare e sottoporre la decisione a referendum. Richiesta accolta: il referendum e’ indetto per il 6 marzo 2010. I no stravincono col 93% dei voti.
Le capitali estere reagiscono con rabbia, delegano il Fondo Monetario Internazionale a esprimere la loro condanna: il prestito non verra’ accordato se l’Islanda non rimborsa i denari richiesti. La politica prova a fare una nuova forzatura: il 16 febbraio 2011 il Parlamento approva una nuova legge che prevede il rimborso in 30 anni a partire dal 2016. Ma la gente alza di nuovo le barricate e il 9 aprile si fa un nuovo referendum. Anche questa volta la soluzione e’ respinta col 59% dei voti.
Il governo islandese comunica alle controparti l’indisponibilita’ a pagare. Caso chiuso o forse destinato a continuare nell’aula di qualche tribunale internazionale. Ma per una volta hanno vinto le ragioni del bene comune, invece che gli interessi della finanza.
Benche’ i rovesci piu’ clamorosi si siano verificati nelle isole del Nord Atlantico, quale piu’ quale meno, tutte le banche europee hanno subito contraccolpi per la svalutazione dei titoli, prestiti in sofferenza e indebitamento eccessivo. In tutta Europa l’attivita’ creditizia si e’ contratta con ripercussioni inevitabili sui consumi e sulle imprese. Migliaia di aziende hanno chiuso, la disoccupazione e’ cresciuta. Dal marzo 2008 al gennaio 2012, 4 milioni e mezzo di persone hanno perso il lavoro nell’area euro facendo crescere il livello dei disoccupati a quasi 17 milioni di persone. Allargando il campo all’Europa dei 27, nello stesso periodo i disoccupati sono cresciuti di 7 milioni e mezzo fino a raggiungere un totale di oltre 24 milioni (15). Ma l’Organizzazione Internazionale del Lavoro informa che a livello mondiale la crisi ha provocato la perdita di 30 milioni di posti di lavoro (16). Crisi che nessuno sa quanto sia destinata a durare, non solo perche’ l’indebitamento bancario e’ una montagna difficilmente riducibile, ma perche’ la crisi della finanza ha aperto un’altra crisi destinata ad aggravare ulteriormente la situazione sociale. Stiamo parlando dei debiti sovrani, quelli contratti dai governi, che gravano sulle spalle dei contribuenti.
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Note
1. Financial Crisis Inquiry Commission, Financial Crisis Inquiry Report, Gennaio 2011.
2. Efraim Benmelech, The alchemy of Cdo credit ratings, “Journal of monetary economics”, n. 56/2009.
3. Financial Crisis Inquiry Commission, op cit.
4. Financial Crisis Inquiry Commission, op. cit.
5. Imf, Global Financial Stability Report, aprile 2010.
6. Financial Crisis Inquiry Commission, op. cit.
7. US Gao, Federal Reserve System, n. 11-696, luglio 2011.
8. Bob Ivry e altri, Secret Fed Loans Gave Banks $13 Billion Undisclosed to Congress, “Bloomberg Markets Magazine”, 28 novembre 2011.
9. Commissione Europea IP/09/1235 del 17 agosto 2009.
10. Imf, op. cit.
11. Ecb, Euro area markets for banks’ long-term debt financing instruments (…), Monthly Bulletin, novembre 2011.
12. Andrew Grice, £ 850bn: official cost of the bank bailout, “The Indipendent”, 4 dicembre 2009.
13. Imf Survey Magazine, 16 dicembre 2010.
14. David Enrich, Ireland’s Banks Get Failing Grades, “Wall Street Journal”, 11 aprile 2011.
15. Commissione Europea, Eurostat Newsrelease STAT/12/31, 1 marzo 2012.
16. Juan Somavia, Putting the real economy in the driver’s seat, “World of Work”, n. 73, dicembre 2011.

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Addio Ciccì, Sigonella e marines pulitori, pesticidi nefandi, Symbola a Treia, nonviolenza a Modena, evoluzione tarata, pensieri per gli animali…

Il Giornaletto di Saul del 28 giugno 2014 – Addio Ciccì, Sigonella e marines pulitori, pesticidi nefandi, Symbola a Treia, nonviolenza a Modena, evoluzione tarata, pensieri per gli animali…

Care, cari, ieri sera abbiamo dovuto dire “addio” a Ciccì, la gallina superstite di Treia (Coccò era misteriosamente sparita un paio di mesi fa senza lasciare traccia). Avendo previsto per Paolo una lunga permanenza qui a Spilamberto avevamo deciso di portarla su con noi, ma dopo appena un paio di giorni ci siamo resi conto che il mio giardinetto non era luogo idoneo per una gallina. O meglio, a lei pareva oltremodo idoneo, infatti faceva scorpacciate delle albicocche cadute dall’albero, si riparava sotto le terrazze e si era fatta alquanto invadente: si avvicinava appena sentiva qualche presenza umana e animale, si difendeva all’eccessivo avvicinarsi di gatti e del cane, saliva le scalette che ci sono per entrare in casa e scagazzava mezzo mondo. Il prato è incolto ma qua e là cominciava ad essere disseminato da piume svolazzanti. Un amico si è gentilmente reso disponibile ad ospitarla nel suo pollaio, speriamo che non litighi con le altre…. buona vita Ciccì! (Caterina)

Mio commentino: “Si vede che ho un destino crudele con le galline… alla fine dopo averle salvate mi tocca abbandonarle… E’ già successo diverse volte in passato, quando mi portavano a Calcata le galline riscattate dalle fiere, che spesso finivano in bocca alle volpi. Alla fine me ne restava una sola e l’ho dovuta lasciare a mio figlio perchè stavo per partire con Caterina. Ed è successo ancora qui, quando due anni fa avevo proposto a Caterina di “salvare due galline di un allevamento in batteria a fine carriera che stavano per essere uccise”, e le abbiamo portate a Treia ma in ultimo per necessità di “partenza” (come ha scritto Caterina qui sopra) abbiamo dovuto portare con noi l’unica superstite… Ed ora anch’essa è stata “abbandonata”.. Ma forse starà meglio, almeno è tornata con le sue simili in un bel posto dove vivono libere. Addio Ciccì, tu sei il simbolo di tutte le mie galline (comprese le donne del Gallo che mi sono vissute a fianco per un certo tempo).

Sigonella. Marines pulitori – Scrive Vincenzo Mannello: “Operazione Husky 2014, (ri)chiamiamola così e (ri)”liberiamo” la Sicilia grazie ai marines. La testa di ponte creata con gli “ospiti” (si fa per dire, ma la base è formalmente sotto sovranità italiana) di Sigonella funziona alla grande in provincia di Catania. I baldi “volontari” a stelle e strisce, a fronte del vuoto creato dalle istituzioni nella manutenzione del bene pubblico, intervengono oramai ovunque ci sia bisogno. Scuole, strade, boschetti e ieri, ultima entrata, la zona archeologica cittadina, vengono a turno “liberate” da quell’immondezzaio e da quel degrado caratteristici del nostro (catanese) patrimonio genetico…” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2014/06/27/sigonella-e-marines-pulitori-operazione-husky-2014-richiamiamola-cosi-e-riliberiamo-la-sicilia-grazie-ai-marines/

Erbacce e dintorni – Scrive Franca Oberti a commento dell’articolo http://www.aamterranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Erbacce-e-dintorni-esperimento-di-agricoltura-spontaneamente-sinergica -: “Carissima Caterina, questo meraviglioso racconto del tuo giardino, lo diffonderò agli amici di FB (anch’io credo non sia tutto malvagio quello che gira su questo social network) inseriamo le nostre pillole di luce e pian pianino tutto il mondo si illuminerà… Grazie!

Pesticidi nefandi – Scrive ADNkronos: “Oltre ad avere effetti diretti anche su organismi ‘’non target’’, come le api, il rischio ambientale associato all’uso di insetticidi neonicotinoidi e del fipronil è legato alla perdita di biodiversità, di funzionalità e ruolo degli ecosistemi contaminati. A lanciare l’allarme, in occasione della recente conferenza a Bruxelles, è la Task Force on Systemic Pesticides che ha presentato un approfondimento bibliografico sull’argomento…” – Continua:
http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/06/allarme-pesticidi-uccidono-la.html

renzie, lo strozzino – Scrive I.O.: “Non sono trascorsi neanche sei mesi da quando la legge di Stabilità aveva abolito l’anatocismo bancario, cioè la possibilità per le banche di calcolare gli interessi sugli interessi, che l’abrogazione è stata a sua volta abrogata. La Legge di Stabilità 2014, infatti, è stata superata da un decreto legge pubblicato – nel silenzio generale – sulla Gazzetta Ufficiale. Grazie renzie!”

Treia. Symbola – Noi assenti, ieri ed oggi, a Treia si svolge il seminario estivo di Symbola a cui sono attesi anche Ermete Realacci e vari ministri e personaggi importanti. Per Treia è un grande evento. Questo è il secondo anno consecutivo che la manifestazione si tiene in città, lo scorso anno con la partecipazione dell’allora sindaco di Firenze: Matteo Renzi. Auguriamo ai seminaristi Buon Lavoro! – Programmma: http://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2014/06/20/treia-symbola-seminario-estivo-2014/

Roma. Astrologia – Scrive Velste: “Galleria Sallustiana Art Today, Via Sallustiana 27 A – Roma. Venerdì 4 Luglio 2014, ore 18,00-20,00. Conferenza e simposio astrologico di Maria Grazia Albanese. Info. velste@libero.it”

Modena. 50 anni di Nonviolenza – Scrive Mao Valpiana: “Per quattro giorni, dal 19 al 22 giugno, il Parco XXII Aprile di Modena è stato il punto di riferimento dei movimenti per la pace, il disarmo e la nonviolenza. La Festa per i 50 anni di Azione nonviolenta, la rivista fondata da Aldo Capitini, ha messo insieme il mondo del volontariato e della cooperazione sociale, dell’attivismo politico e dell’informazione, del servizio civile e dell’educazione, all’insegna dell’impegno nonviolento….” – Continua: http://retedellereti.blogspot.it/2014/06/modena-i-50-anni-del-movimento.html

Nel nome di Allah (e di CIA/mossad) – Scrive Giuseppe Federici: ” I commenti di questi giorni sull’avanzata travolgente degli estremisti sunniti dell’ISIS calati dalla Turchia e dal nord est della Siria fino a Mosul, la seconda città irakena con 2 milioni di abitanti, e fin quasi alle porte di Bagdad, non possono evitare ironie o addirittura sarcasmi. La guerra dell’Occidente per “portare la democrazia” in Irak dopo 10 anni (e 5000 morti e 100.000 feriti solo fra i soldati Usa, un milione la stima delle vittime civili) si sta risolvendo in una beffa: dove sventolava la bandiera dell’Irak di Saddam Hussein – non certo immacolata sebbene il raiss non avesse armi di distruzione di massa, né rapporti con Al-Qaeda, al contrario di quanto sostenevano G.W. Bush e Blair – sventola il drappo nero dei quaedisti sunniti dello Stato Islamico in Iraq e nel Levante ovvero Islamic State of Iraq and Al-Sham, l’ISIS…”

Evoluzione tarata – Scrive Heliodromos: “Non c’è luogo pubblico o privato in cui non si assista alle ripetute esibizioni di esseri umani (soprattutto giovani, ma non mancano anche vittime attempate!), dediti alla progressiva perdita dell’uso di una delle due mani. Questi, impegnati nel maneggio continuo ripetuto e compulsivo di aggeggi elettronici, quali tablet e smartphone, sono oramai ridotti a dover compiere le normali azioni quotidiane che caratterizzano l’esistenza “normale” di ogni essere umano, utilizzando una sola mano. A questa mutilazione, si aggiunge una progressiva modifica della postura del collo, in molti causata dalla posizione inclinata della testa, assunta per tenere bloccato il telefonino fra guancia e spalla, durante le lunghe conversazioni. Tuttavia, a risentire di questi comportamenti non è solamente la parte fisica e corporea…” – Continua: http://paolodarpini.blogspot.it/2014/06/psiche-malata-ed-evoluzione-tarata.html

Chiesanuova. Erbe – Scrive Antichi Gelsi: “Il Museo della Tessitura organizza un corso di riconoscimento delle erbe spontanee, piante da mangiare, da tintura e da tessitura. Giovedì 3 luglio alle ore 15,00 c/o il B&B Antichi Gelsi, contrada Schito 54 – Chiesanuova di Treia, con sonia Baldoni, Sibilla delle erbe. Info. 328.4651371″

Aiutare gli animali con il pensiero – Scrive Franco Libero Manco: “Contro lo sfruttamento, la tortura ed il sistematico massacro degli animali, nostri fratelli di viaggio, vittime innocenti dell’egoismo e della violenza umana, la nostra impotenza ad aiutarli è dolorosamente schiacciante. Però abbiamo un’arma potentissima che possiamo usare in questa battaglia: L’ENERGIA DELLE ONDE PENSIERO …” – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2014/06/energia-spirituale-ed-invio-di-onde.html

Ed anche questa è fatta, caio, Paolo/Saul

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

La statistica
Sai che d’è la statistica? È na’ cosa
che serve pe fa un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perch’è c’è un antro che ne magna due.
(Trilussa)

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Sigonella e marines “pulitori” – Operazione Husky 2014, (ri)chiamiamola così e (ri)”liberiamo” la Sicilia grazie ai marines

Operazione Husky 2014, (ri)chiamiamola così e (ri)”liberiamo” la Sicilia grazie ai marines. La testa di ponte creata con gli “ospiti” (si fa per dire, ma la base è formalmente sotto sovranità italiana) di Sigonella funziona alla grande in provincia di Catania.

I baldi “volontari” a stelle e strisce, a fronte del vuoto creato dalle istituzioni nella manutenzione del bene pubblico, intervengono oramai ovunque ci sia bisogno. Scuole,strade,boschetti ed ieri,ultima entrata,la zona archeologica cittadina vengono a turno “liberate” da quel immondezzaio e da quel degrado caratteristici del nostro (catanese) patrimonio genetico.

Appena il 4 giugno scorso avevo segnalato su La Sicilia la meritoria opera dei marines americani che,a cose fatte,si ritrovavano regolarmente in posa assieme agli stessi (ir)responsabili della cosa pubblica per la foto di rito. Mi ero limitato a manifestare sconcerto per l’andazzo che,a parti invertite,non trovava certo riscontro negli Usa. Ma, mea culpa, non avevo ancora ben capito. Catania è solo la “testa di ponte” della Operazione Husky 2014 : la nuova “liberazione” è vicina,grazie agli americani ed ai loro potenti mezzi.

Gli “esploratori” della Navy si sono presentati armati solo di ramazze,rastrelli e pennelli per verificare sul campo la situazione e la capacità delle autorità nel difendere il bene comune. Vista la totale disponibilità delle stesse a “disertare” per “mancanza di mezzi” e volontà politica hanno sicuramente accertato che gli Usa possono fare molto, molto di più. Sembra siano giunte, da Crocetta a scendere fino all’ultimo dirigente dei comuni, accorati appelli per l’immediato intervento su scala regionale. Pulizia delle spiagge e costruzione solarium (siamo già in piena stagione balneare); manutenzione delle autostrade (??? negli Usa non sarebbero neppure considerate sentieri) A18, A19 e 21, completamento della Sr-Gela e posa tramite genieri di corsie supplementari per la Catania-Ragusa ed Agrigento-Palermo; pulizia integrale e fornitura di servizi igienici per tutti i Parchi Archeologici della Sicilia con particolare cura per Musei dissestati e senza personale; fornitura di adeguati mezzi anti-incendio a tutela dei Parchi boschivi con impiego dei bombardieri Stealth (invisibili ai piromani) e di Rangers possibilmente a cavallo (l’occhio vuole la sua parte); potenziamento dei servizi sanitari di pronto soccorso (già definiti triage) con spostamento delle barelle ed ambulanze dall’Afghanistan ai vari presidi medici siciliani; ripristino di stazioni ferroviarie e linee ferrate dismesse causa precedente sbarco e sue conseguenze ; potenziamento linee marittime per le isole minori con utilizzo dei mezzi trasporto truppe giacenti nei depositi della marina dopo la Guerra del Golfo; costruzione provvisorio Ponte Bailey sullo Stretto di Messina per facilitare transito truppe terrestri….
…..per far cosa si chiederà chi (con pazienza) legge.

Ebbene,lo ho anticipato in premessa : è la Operazione Husky 2014 quella che è partita da Sigonella e che,dalla Sicilia, conta di “liberare” tutta l’Italia.

Per fortuna senza bombe ma con la presenza fisica e mediatica dei marines nella salvaguardia e tutela del territorio catanese,siciliano ed italiano. Via via abbandonato dalle istituzioni che lo dovevano difendere.
In fin dei conti, con gli opportuni adeguamenti, la storia di ripete.

Vincenzo Mannello

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Overseas a Spilamberto, convivenza uomo-animali a Treia, la violenza della carne, acque sabine in Tuscia, Marramao a Fermo…

Il Giornaletto di Saul del 27 giugno 2014 – Overseas a Spilamberto, convivenza uomo-animali a Treia, la violenza della carne, acque sabine in Tuscia, Marramao a Fermo…

Care, cari,

è con grande piacere che rinnoviamo l’invito ad una riunione conviviale e informativa del 29 giugno 2014, al mattino. Partecipano due persone che meritano attenzione e ascolto: Silvia Malagoli, di San Cesario, floriterapeuta, che ci verrà a presentare i suoi prodotti naturali fatti a partire dai Fiori di Bach per la cura delle piante e come antizanzare; Edy Garagnani, di Carpi, che ci racconterà della passione che si è scoperta e costruita nella autoproduzione di sapone e detergenti naturali, dentifricio, decalcificante, ecc. tutto a partire da materie prime naturali. La giornata si terrà nel cortile dell’Associazione Overseas a Spilamberto, Via per Castelnuovo Rangone 1190, dalle 9 alle 12.30. Chi vorrà si potrà fermare per uno spuntino conviviale, portando qualcosa da condividere, possibilmente vegetariano-vegano. (Caterina)

Convivenza uomo natura animali – Scrive Daniela Cammertoni: “A Treia, vicino al plesso scolastico Dolores Prato, ai campi sportivi di tamburello e di tennis, all’interno di un quartiere densamente popolato, insiste ormai da alcuni anni un allevamento di bovini allo stato brado. I bovini, circa una decina, sono permanentemente tenuti all’aperto… ” (continua) – Mio intervento: “Non siamo più abituati alla convivenza con gli animali, quando un tempo era normale passare le ore a chiacchierare nella stalla che era il luogo più caldo della casa. Se il proprietario dell’appezzamento almeno costruisse un riparo per le mucche e provvedesse a raccogliere lo stabbio, tra l’altro utilissimo per l’agricoltura, compirebbe un’opera meritoria. Non è detto che la presenza delle mucche sia controproducente da punto di vista turistico, anzi sono d’aiuto, e sicuramente sono meno fastidiose dei numerosi cani latranti..” – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/06/treia-trovare-unarmonia-nella.html

Commento di S.B.: “così era una volta, ora uniamo il vecchio al nuovo nella maniera migliore”

Commento di S.C.: “Che ci siano gli animali vicino al paese è una bellissima cosa , magari portandoci i ragazzi della scouola,a fare visita, io sono stato in Austria sotto l’abergo in centro del paese cèra la stalla con mucche a cavalli, nessuno si scandalizzava…”

Dal ben-avere al ben-essere – Scrive Serge Latouche: “Per concepire e costruire una società di abbondanza frugale e una nuova forma di felicità, è necessario decostruire l’ideologia della felicità quantificata della modernità; in altre parole, per decolonizzare l’immaginario del PIL pro capite, dobbiamo capire come si è radicato. Quando, alla vigilia della Rivoluzione francese, Saint-Just dichiara che la felicità è un’idea nuova in Europa, è chiaro che non si tratta della beatitudine celeste e della felicità pubblica, ma di un benessere materiale e individuale, anticamera del PIL pro capite…” – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2014/06/la-differenza-fra-il-ben-avere-ed-il.html

Gesù gay, secondo Rai2 – Scrive Pro Vita: “L’immagine di Gesù oltraggiata e piegata all’ideologia GLBT a tal punto che per Rai2 Gesù è gay. Partita la denuncia dei giuristi pro vita”

L’infinito, fuori – Scrive Franco Farina: “Non stare immerso nei pensieri. Guarda fuori quanto spazio c’è. Non introvertirti nelle cose. Guarda fuori. Guarda quanto spazio che c’è. L’infinito…”

11/9/2001. Putin ha le prove – Scive Giorgio Vitali a commento dell’articolo
http://paolodarpini.blogspot.it/2014/06/11-settembre-2001-putin-ha-le-prove.html -: “GENERALMENTE, i governi SANNO TUTTO RIGUARDO FENOMENOLOGIE DI QUESTA PORTATA. TANTO PIU’ CHE I RUSSI POTEVANO VEDERE TUTTO DAL SATELLITE. COME GLI ISRAELIANI, BENINTESO. TEDESCHI, FRANCESI INGLESI E ITALIANI SE HANNO DECISO DI DARE UN TOCCO FINALE ALLA VICENDA è SEMPLICEMENTE PERCHé OGGI L’OPINIONE PUBBLICA è IN CONDIZIONE DI RECEPIRE QUEL MESSAGGIO.”

L’Euro utile (alla Germania) – Scrive Maurizio Giustinicchi: “Questa volta non ci sono scuse né dietrologie politiche euroscettiche: “La competitività in Italia sembra essere peggiorata fino al 5 per cento dopo l’adozione dell’euro, a fronte di un miglioramento in Germania di quasi il 20 per cento”. A dichiararlo un paper del Fondo Monetario Internazionale dal titolo European Productivity, Innovation and Competitiveness: The Case of Italy a firma di Andrew Tiffin…” – Continua: http://paolodarpini.blogspot.it/2014/06/sopra-leuro-la-germania-campa-sotto.html

Roma. Uso dei corpi – Scrive G.V.: “Che ne faranno dei nostri corpi? Una domanda angosciosa alla quale si cercherà di dare una risposta (dal punto di vista giuridico) , l’11 luglio 2014, dalle ore 10.00 alle ore 16.00. Il convegno è aperto e si terrà a Roma (zona Prati) in Via S. di Saint-Bon, n.4 – Info. giorgiovitali.vitali1@gmail.com ”

Roma. Razionalizzazione della spesa – Scrive P.E.: “Caro Paolo, il consigliere capitolino Daniele Frongia ha inserito in Google Docs la bozza della relazione sulla Razionalizzazione della Spesa del Comune di Roma da Lui sintetizzata: Bozza – Relazione della CCS Razionalizzazione Spesa – Google DocsDOCS.GOOGLE.COM
Mi sembra interessante, soprattutto perché fa drizzare i capelli in testa. Ciao”

Giornaletto. Cancellazioni – Scrive Sonia: “…è proprio un peccato che ti chiedono di cancellarli, di CERTO si tratta che TUTTI i giorni ricevere il giornaletto è un PO’ TROPPO e così vogliono lasciare libero lo spazio della casella. Pensaci su, magari riduci gli invii ad una volta a settimana, forse così tutto si ridimensiona e anche tu hai PIU’ TEMPO da dedicare alle relazioni UMANE del creare rete guardando negli occhi chi incontri”

La violenza connessa alla carne – Scrive Franco Libero Manco: “Uno studio pubblicato sulla rivista “La clinica dietologica” ha messo in evidenza la relazione esistente tra adrenalina e noradrenalina (sostanze predisponenti l’aggressività) e un’alimentazione ricca di proteine. Anche un eccesso di zuccheri e di colesterolo nel sangue sono stati ritenuti predisponenti la lite e la violenza. Fino a quando gli esseri umani si nutriranno come le belve si comporteranno come le belve…” – Continua:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2014/06/26/se-mangiar-carne-rende-violenti/

Vita chimica e biochimica – Scrive Carlo Consiglio a commento dell’articolo http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/06/tutto-e-vita-salvare-la-biodiversita-e.html -: “….la forza vitale non esiste, con buona pace di Liebig; tanto è vero che le sostanze organiche prodotte per sintesi sono identiche a quelle naturali, eccetto quelle asimmetriche dove la sintesi produce una miscela delle due forme, destrorsa e sinistrorsa, una delle quali è comunque identica a quella naturale”

Acque sabine per la Tuscia – Scrive Ennio La Malfa: “La Tuscia è geologicamente immersa in una realtà geologica legata ad antiche attività vulcaniche per cui tutti i suoi cittadini “beneficiano” di radon, di arsenico e in alcune zone anche di Uranio 238. Pertanto dearsenificatori a membrane ad osmosi inversa o impianti che utilizzano ossidi di ferro capaci di trattenere l’arsenico presente nelle forme As(III) e As(V), servono a poco perché sono solo soluzioni tampone. Per l’associazione serve un’azione decisa e coraggiosa: rinunciare alle acque all’arsenico della Tuscia e utilizzare, attraverso un grande acquedotto, le acque salubri del reatino…” – Continua: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2014/06/acque-sabine-ecco-come-risolvere-il.html

Tarquinia beat – Scrive Luca: “Venerdì 27 giugno ore 21,30 presso la sala consiliare del Comune di Tarquinia, ingresso libero Concerto del coro CanTarQuì LET IT BEATLES, le più belle canzoni dei Beatles arrangiate per coro da Luca Purchiaroni e M. Laura Santi. Voci soliste: Eleonora Bernabei, Luigi Di Domenico, Chitarra: Anthony Caruana, Basso: Fabio Caponi, Batteria: Salvatore Mennella, Voce narrante: Fabio Biagiola, Testi: Eleonora Bernabei. Info. lucapurchiaroni@yahoo.it”

Fermo. Marramao ed i filosofi – Scrive Sara Di Giuseppe: “Curioso trovarsi ad ascoltare Giacomo Marramao una sera nelle Marche, a Fermo, e il giorno dopo in Umbria, a Perugia (tanto che gli chiediamo dove sarà l’indomani, magari capita di incontrarlo di nuovo…). Ma l’esperienza è apprezzabile, e la visuale offertaci dalla conferenza marchigiana nell’interessante contenitore “Fermo Sui Libri” non è meno suggestiva della Lectio Magistralis perugina, “L’Europa dei filosofi”…” – Continua:
http://retedellereti.blogspot.it/2014/06/fermo-marramao-e-leuropa-dei-filosofi.html

Israele. Procede la ricerca dei tre ragazzi scomparsi – Scrive Pamela: “Per le ricerche di tre ragazzi israeliani scomparsi sono state arrestate 529 persone molti dei quali in amministrativa, senza, dunque, alcuna accusa, e 5 Palestinesi sono stati uccisi, uno era un ragazzino di 14 anni …. Non dimenticando il solito sistema 100 a 1 praticato dalle autorità: lancio di razzo palestinese sulle colonie in territorio occupato, un ebreo ferito, scatta il raid aereo in cui ci lasciano le penne 50 palestinesi!”

Erbacce e dintorni – A commento dell’articolo di Caterina Regazzi http://www.aamterranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Erbacce-e-dintorni-esperimento-di-agricoltura-spontaneamente-sinergica – Scrive Verena : “Sto sperimentando qualcosa di simile in un orto-vigneto in disuso, prestato con una porzione limitata di orto sinergico ,alla mia maniera,con piante aromatiche tra cui l’amata lavanda dai mille impieghi piante che mi regalano e che ricerco nei dintorni con piacer ho letto il tuo articolo e ne traggo linfa per continuare a sperimentare grazie Verena”

E con questo vi saluto, ciao, Saul/Paolo

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“There is no good and no evil. In every concrete situation, there is only the necessary and the unnecessary. The needful is right, the needless is wrong. In my world, even what you call evil is the servant of the good and therefore necessary. It is like boils and fever that clear the body of impurities. Disease is painful, even dangerous, but if dealt with rightly, it heals. In some cases death is the best cure.” (Nisargadatta Maharaj)

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Se mangiar carne rende violenti…

la carne rende violenti?

I continui episodi di improvvisa violenza che si stanno verificando in Italia, e non solo, non hanno precedenti nella storia recente. Non passa giorno che non si registri una esplosione di follia con efferati omicidi di cui le vittime sono quasi sempre le donne e i minori.

Questa lunga catena di delitti, in apparenza inspiegabili, riconduce il problema al fenomeno di pochi anni fa della cosiddetta mucca pazza diventata tale perché alimentata con residui di carnami contrari alla sua natura di animale erbivoro. L’identico effetto non lo si può non associare all’essere umano per sua natura frugivoro. Mai l’umanità ha consumato quantitativi di carne come in questo periodo storico. E siccome la carne è un alimento adatto agli animali predatori, serve a dar loro la necessaria aggressività per uccidere la vittima: la logica vuole che se gli umani consumano questa sostanza (incompatibile con la loro struttura anatomica) è probabile che si verifichino i medesimi effetti e di conseguenza avranno di un comportamento aggressivo e violento.

La leggerezza verso ciò che si usa mangiare o l’indifferenza a consumare le carni di un animale ucciso, a causa delle disumane condizioni con ci viene allevato e alimentato, ha le sue inevitabili ripercussioni di cui oggi si pagano le terribili conseguenze.

Le persone che usano mangiare animali sono potenzialmente anche capaci di uccidere l’animale, come affermava Pitagora: “Coloro che uccidono gli animali e ne mangiano le carni saranno più inclini dei vegetariani a massacrare i propri simili”. Della stessa opinione era Erasmo da Rotterdam: “A forza di sterminare animali s’era capito che sopprimere l’uomo non richiedeva un grande sforzo”. E Seneca faceva notare che tra i mangiatori di carne si trovano i tiranni, gli organizzatori di eccidi, di faide e di guerre fratricide, i mandanti di assassinii, gli schiavisti, mentre coloro che si nutrono dei frutti della terra sono caratterizzati da comportamenti miti e socievoli.

Porfirio scriveva: “Non è tra i mangiatori di vegetali ma tra i mangiatori di carne che si trovano gli assassini, i ladri, i tiranni. Il regime vegetali più di ogni altro è adatto a dare una salute perfetta e una mente riflessiva e filosofica”. Rousseau: “Comunque si voglia spiegare il fenomeno, è certo che i mangiatori di carne sono in genere feroci e crudeli più degli altri uomini. E’ quindi necessario non abituare i bambini a nutrirsi di carne, se non per la loro salute almeno per il loro carattere”. Lamartine: “Sono convinto che uccidere gli animali per nutrirsi della loro carne sia una delle disgrazie della razza umana. Io credo che queste immolazioni questo appetito di sangue, questa vista di carni palpitanti, siano fatti per rendere il cuore più duro e brutale”.Questo l’aveva intuito già Platone, vegetariano, che consentiva il consumo di carne solo ai soldati che partivano per la guerra.

Scrive il Prof. Armando D’Elia nel suo libro “Miti e realtà nell’alimentazione umana: “Gli alimenti sono in grado di condizionare il biochimismo cerebrale, il pensiero e quindi il comportamento delle persone, perché la carne, compresa quella di pesce, fa aumentare i livelli dell’aminoacido tirosina e l’accumulo nel cervello dopamina e adrenalina: i due neurotrasmettitori responsabili della grinta e dell’aggressività tipica degli animali predatori”. Anche gli studi della più recente ricerca biomedica effettuati dal dr. Giuseppe Jerace confermano questa tesi il quale dice che il nostro comportamento sarebbe significativamente influenzato dal tipo e dalla qualità della nutrizione e che una dieta vegetariana favorirebbe forme comportamentali più armonicamente socializzanti come risultato di un migliore equilibrio degli aminoacidi e delle vitamine apportate dal regime vegetariano.

Un altro studio pubblicato sulla rivista “La clinica dietologica” ha messo in evidenza la relazione esistente tra adrenalina e noradrenalina (sostanze predisponenti l’aggressività) e un’alimentazione ricca di proteine. La carne, i formaggi ed i legumi ricchi di fenilalanina e tirosina, aminoacidi precursori di due principi ormonali, sono tra i maggiori imputati. Anche un eccesso di zuccheri e di colesterolo nel sangue sono stati ritenuti predisponenti la lite e la violenza. Insomma: fino a quando gli esseri umani si nutriranno come le belve si comporteranno come le belve.

Franco Libero Manco

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