Archivio di novembre 2013

Storie di gatti…. anzi storia dei miei gatti, dal Gatto Mammone, passando per Adone, la Grigia, Rapito ed altri ancora….

Da quando mi sono re-iscritto a facebook ho notato che gran parte dei post e delle foto pubblicate dagli amici riguardano i gatti. Anche Caterina spesso e volentieri inserisce immagini delle sue gatte, commentandole con vari aneddoti di vita. Beh, non voglio essere da meno e mi inserisco nella scia per narrare brevemente la storia del mio rapporto con i gatti.

Debbo confessarvi che non sempre amai i gatti, per via di una esperienza che vissi da bambino piccolissimo. Avevo si e no un anno e mezzo, anzi sicuramente di meno (poiché mia sorella Maria che ha quasi due anni meno di me non era ancora nata) allorquando feci il mio primo incontro con un gatto: il Gatto Mammone.

E voi direte “ma come puoi ricordare qualcosa così lontana nel tempo?” Beh, debbo confessarvi che i miei ricordi vanno anche oltre ed arrivano persino a quando ero ancora nel grembo materno. Ma, per rendere più credibile la mia storia, vi dirò che quando ebbi quell’esperienza col Gatto Mammone l’impatto emotivo fu talmente forte da restare indelebilmente impressa nella mia memoria.

Ed ora ve la riciclo…

A quel tempo vivevo a Roma, nella casa in cui ero nato, in Via Ariberto da Intimiano, assieme ai miei genitori. Era una delle prime notti in cui ero stato sistemato in un lettino a fianco del letto matrimoniale dei miei genitori e non sentendo il calore dei loro corpi stentavo ad addormentarmi. Anzi ero ben sveglio. Imploravo di andare con loro, al caldo, ma evidentemente mio padre e mia madre avevano altre intenzioni. Infatti mentre stavo lì ad occhi aperti udivo rumori strani. Al che chiesi “cosa sono questi rumori che sento?” e loro mi risposero “Taci, c’è il gatto mammone alla finestra che vuole entrare, se ti sente entra e ti acchiappa”. Già l’idea del gatto mammone mi aveva impaurito poi il sapere che voleva pure entrare per portarmi via mi sconvolse del tutto e me ne stetti lì immobile e intimorito, mentre i rumori ed i miagolii mi sembravano sempre più vicini. A dire il vero avevo avuto pure l’impressione di vedere ’sto gatto mammone che spingeva alla finestra…

Ecco fatto con questa bella esperienza di primissima infanzia vi potete immaginare come potessi amare i gatti… Infatti li evitavo il più possibile. Anche una seconda esperienza con questi magici felini non mi aiutò ad amarli. A quel tempo ero a Verona, da pochi anni mia madre era morta e mio padre si era risposato con una donna veronese. In città abitava anche una mia zia, sorella di mio padre, stava con la sua famiglia in una casa sui tetti con un grande terrazzo e lì tenevano un grosso gattone tigrato. Padrone di tutto il territorio. Di solito questo gatto se ne stava su una sdraio, che evidentemente riteneva sua, ma anch’io amavo sedermi sulla sdraio e così quando andavo in terrazzo scacciavo il gatto e prendevo il suo posto. Un giorno con la coda dell’occhio percepii che il gatto stava meditando qualche vendetta. Infatti feci appena in tempo a scostarlo bruscamente con la mano mentre mi saltava sugli occhi. Se ne andò umiliato e sconfitto. Ma i gatti non demordono mai e sanno come fregare noi poveri umani, soprattutto se innocenti (o quasi) ragazzini. Durante i giorni successivi il gattone veniva a strofinarsi sulle mie gambe ma io non me lo filavo per niente. Lui insisteva, finché pensai che forse voleva far pace ed allungai la mano per accarezzarlo.. ma nel momento preciso in cui lo stavo per fare la belva si avventò sulla mia mano protesa e la morse a fondo senza staccarsi dalla presa per un bel po’, e poi se ne fuggì soddisfatto sui tetti. Vendetta era compiuta. Da quel momento in poi non osai più uscire in terrazza. Il gatto stava alla finestra e mi guardava fisso ed io -da dentro casa- guardavo lui.

Ed arriviamo ora al momento dell’armistizio con la specie. Avvenne ancora a Verona ma a quel tempo ero ormai un baldo giovanotto che viveva d’arte e d’amore, occupando una vecchia casa romantica in Piazzetta San Marco in Foro, avendo inoltre al piano terra un grande locale, che era stato un’osteria, in cui fondai la mia prima associazione culturale. Si chiamava Ex. Stando al centro storico di Verona non occorre aggiungere che la zona era frequentata da topi, in quantità, ed avendo provato vari sistemi senza successo per allontanarli, alla fine decisi di adottare un gatto, un bel grigione e sveglio pure. Che sovente mi faceva trovare un cadavere alla porta (e pure dentro casa). Così feci amicizia e acquistai una certa confidenza, tant’è che me lo portavo in giro sulla spalla come niente fosse.

Bene, passarono un po’ di anni. Nel frattempo mi ero trasferito a Calcata ed avevo aperto il Circolo Vegetariano VV.TT. Un bel giorno venne a trovarmi Antonio D’Andrea, il fondatore degli Uomini Casalinghi, e si presentò con un “regalo”: due micetti, una femmina chiamata Cleope, ed un maschio, chiamato Adone.

Malgrado le mie proteste mi impose di tenermeli, con la scusa che anche a Calcata c’erano i topi… Cleope era decisamente la più sveglia dei due fratelli.. ma qualcosa avvenne che me la allontanò. Forse fu rubata o spontaneamente mi lasciò, non so… Rimase Adone e tanto si adattò a me che alla fine, malgrado continuasse ad essere estremamente indipendente e padrone della situazione, mi seguiva ovunque andassi come un’ombra difensiva. Il paragone all’ombra non è esagerato poiché si trattava di un bel gattone nero, nero (però aveva un unico pelo bianco sul petto).

In diverse occasioni con la sua energia protettiva mi salvò da situazioni incresciose con vari satanassi che facevano il loro sporco lavoro contro di me. La presenza di Adone era rassicurante e anche quando c’erano pericoli incombenti, di vario genere, con rischio di aggressioni violente da parte dei detti satanassi, egli mi si accovacciava al fianco o sulle ginocchia, come ad avvertire i malintenzionati “attenti, qui ci sono io..”. Inutile dire che i malintenzionati pensarono bene di avvelenarlo e lo vidi spirare davanti a me con la bocca vomitante una schiuma verde. Mi restò fedele fino alla morte e lo seppellii nel giardino del Circolo, vicino al terreno del capo nemico satanico, che stava facendo di tutto per distruggermi o distogliermi dal Dharma.

Ritengo che la protezione di Adone si protrasse nel tempo (anche dall’aldilà) e mi risparmiò parecchi guai, tra l’altro avvenne che spostai di sede il Circolo, in una posizione più defilata e difendibile, facendone un piccolissimo nucleo di Verità. Il Circolo perse ogni fascinazione per le masse, così che da una lato fui sconfitto ma dall’altro ne uscii vittorioso.

Ed ancora una volta a sancire l’alleanza ormai consolidata con gli esponenti del mondo felino. Stabilii una stretta amicizia con una saggia gatta selvatica, che viveva in campagna, come “guardiana” (o nume tutelare) nel Tempio della Spiritualità della Natura. La chiamavo semplicemente “Grigia”, forse in omaggio al mago Gandalf, “il Grigio”. Essa – o lei- mi insegnò a non essere attaccato alle cose. Partorì diverse volte e quando i mici erano abbastanza cresciuti li allontanava dal terreno. Così da restare permanentemente padrona del luogo e di se stessa, non dipendente da nulla.

Ricordo che una volta, per una forma di sentimentalismo, “rapii” uno dei suoi gattini, prima che lei lo scacciasse, e lo adottai tenendolo nel giardinetto della mia casarsa sulla fogna. Lo chiamai “Rapito” ed anch’egli fu un vero gatto selvatico, da caccia, grande acchiappatore di serpenti topi ed altri animaletti ma -chi la fa l’aspetti- e finì cacciato da qualcuno più “cattivo” di lui….

Ma torniamo alla madre Grigia. La mia amicizia con la gatta guardiana del Tempio era cominciata come gesto di riconoscenza che lei ebbe nei miei confronti, per il fatto che un giorno le salvai la vita, bloccando la mia cana Vespa, grande uccisora di gatti, che stava per sbranarla, anche se effettivamente sembrava quasi che la Grigia riuscisse con i suoi soffi minacciosi a tenerla a bada. Dovete sapere però che la cana Vespa era una vera nemica dei gatti e non temeva nulla…. Da quella volta la gatta -che precedentemente e per diversi anni non si fece mai avvicinare da me- prese a volermi bene, fino al punto di venire a dormire con me nella capanna che avevo nel Tempio, restando ai miei piedi. Se andavo in in giro nel Parco mi seguiva anche per chilometri ma appena mi dirigevo verso il paese si arrestava alle prime case e se ne tornava nel suo territorio. Caterina vi potrà raccontare di quando lasciai Calcata, per andarmene a Treia nella sua casa avita, e dopo un anno tornammo assieme e visitammo il Tempio, la gatta stava lì all’ingresso come se mi aspettasse. Vecchia e malandata ma viva e affettuosa come sempre, inarcò la schiena a mo’ di saluto e poi scomparve. Insomma aveva atteso il mio ritorno per morire.

La mia regola con i gatti è che non bisogna mai averne più di uno o due, nello stesso luogo, poiché sono animali molto “psichici” e come possono essere di grande aiuto in un rapporto personale, possono invece prendere il sopravvento se in gruppo. Infatti quelli che ospitano molti gatti ne divengono succubi. Forse per questa ragione (magari inconsciamente) durante il medio evo gli ecclesiastici e gli inquisitori credevano che questi animaletti incarnassero il demonio. Così furono sterminati tutti i gatti d’Europa, con il risultato che dilagò la peste, in quanto i topi aumentarono a dismisura (la propagazione avviene attraverso le pulci).

La mia memoria sui gatti termina qui. Al momento non ho altro da raccontare, nessun gatto mi accompagna in questa fase della mia vita. A Treia, vivendo praticamente in un appartamento e non mantenendo una presenza fissa, non posso tenere un gatto con me. Mi accontento della compagnia e dell’amicizia che mi dimostrano le due gatte di Caterina quando vado a trascorrere qualche periodo da lei a Spilamberto.

Paolo D’Arpini

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Il seme è la memoria, i destini di Russia israele Siria ed Iran, Universo dal Nulla, mari e monti, Basilicata senza donne….

Il Giornaletto di Saul del 23 novembre 2013 – Il seme è la memoria, i destini di Russia israele Siria ed Iran, Universo dal Nulla, mari e monti, Basilicata senza donne….

Care, cari,

Il seme è la memoria – In un certo senso la memoria viene prima del fatto compiuto ma è presente anche nella sua manifestazione, questo a dimostrazione che essa è, in fieri, il motore di ogni avvenimento. La memoria è la madre. Senza memoria non esiste un evento futuro. La cosa è facilmente dimostrabile osservando che ogni azione avviene attraverso la rimodulazione delle pulsioni energetiche che ne sono la causa e tale rimodulazione non è altro che un ricollocarsi degli aspetti funzionali stipati nella memoria. E’ in seguito a queste varianti, forse dettate dal caso forse causate da una volontà “superiore”, che l’evoluzione è resa possibile. La potenzialità intrinseca memorizzata, rappresentata dalla capacità espressiva contenuta nel seme, comprende anche le varianti di adattabilità a diverse condizioni ambientali, che prendono forma in risposta conseguenziale. Il seme è memoria, come lo è la sua espressione nel vissuto. Per questa ragione qui anticipiamo l’introduzione di Alberto Meriggi al discorso che si terrà a Treia l’8 dicembre 2013 – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2013/11/treia-il-seme-e-la-memoria-introduzione.html

Cattive notizie sul fronte OGM – Scrive M.T. : “Le norme di “coesistenza” OGM saranno presentate entro 20 gg: questo forse decreterà la fine irreversibile dell’intera sementeria nazionale, antica di migliaia di anni, con danni incalcolabili alla salute umana, all’ambiente e all’economia di questo Paese. Vedere: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do… (se proprio bisogna farle dobbiamo applicare l’art. 5!) Sono le norme che servono a stabilire quali aree possano essere coltivate a OGM (per evitare contaminazioni delle colture tradizionali che stando alla scienza più recente sarebbero in ogni caso in pericolo) ed in base a una recente della sentenza della Corte di Giustizia UE se non fossero adottate si potrebbe seminare OGM senza regole (salva la clausola di salvaguardia, unico mezzo rimasto agli
Stati per evitare l’inevitabile – in Francia tale clausola a nulla è servita vista la recente sentenza del consiglio di stato transalpino!). In verità non può esserci “coesistenza” tra un organismo transgenico e un seme naturale, e chi afferma il contrario mente sapendo di mentire!! Non può esserci coesistenza a causa del Trasferimento Genico Orizzontale e Verticale. E il Trasferimento Orizzontale (ancor meno conosciuto) è il più pericoloso in quanto subdolo ed occulto, esso si muove attraverso la digestione e la decomposizione nell’ambiente, con gravissimi pericoli per la salute Umana e delle altre specie viventi.”

Commento di Filomena Mezzatesta: “…sarà una catastrofe umanitaria, ci affameranno oltre che ci faranno ammalare. Maledetti ogm e chi li produce e li usa..”

Droni. USA assassini e Letta complice – Scrive Peppe Sini: “Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri, riferiscono i mass-media di una nuova strage di studenti provocata da un attacco missilistico effettuato da un drone statunitense in Pakistan. La guerra afgana continua a produrre i suoi frutti scellerati. Da un lato i poteri mafiosi che gestiscono il business dell’eroina (connesso, è ben noto, a quello delle armi ed a quello del traffico schiavista di esseri umani) sono sempre più ricchi e potenti..” – Continua: http://retedellereti.blogspot.it/2013/11/basta-droni-usa-assassini-lettera-al.html

Letta il privatizzatore – Scrive F.B.: “Letta jr annuncia la dismissione di fette dello Stato per 10/12 miliardi. Devono tappare il buco di cassa, i maledetti parassiti! Cancellare gli sprechi, no, vero? (La Corte dei Conti valuta in circa 70 miliardi annui lo sperpero) Annullare la corruzione, no, vero? (stime ufficiali: si va verso gli 80 miliardi all’anno). E auto blu, numero dei parassiti, pensioni d’oro e stomachevoli, enti inutili….? Attenzione. le rivolte sono sempre cominciate quando.. “Se il Popolo non ha pane mangi le brioches”…”

Catania. 1,50 euro al giorno – Scrive Vincenzo Mannello: “Da chi cerca un minimamente dignitoso posto di lavoro, sia pure precario, mi è stata passata una richiesta, presente su internet, che trovo indicativa di tante cose. Si ricerca(va) in provincia di Catania un assistente per disabile con orario di lavoro 7,30-13, pausa, 16-20. Totale giornaliero di ore lavorative, nove e mezzo (in cifra 9,30). Retribuzione? Trecentocinquanta (350) euro mensili. Ovviamente per sei giorni settimanali, la domenica i buoni cristiani riposano e fanno riposare….” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2013/11/22/catania-per-un-tozzo-di-pane-si-fa-questo-ed-altro/

Equitalia. Strozzini legali – Scrive M.S.: “Chiedo il ritorno immediato alla gestione pubblica dei servizi affidati ai privati, per evitare che il costo degli stessi servizi possa aumentare a dismisura come purtroppo sta avvenendo. Per farvi un esempio chi ha avuto a che fare con il recupero crediti gestito dal privato “EQUITALIA” sa benissimo che un debito di circa € 250/00 non pagato in tempo. ma pagato dopo appena sei sette mesi, aumenta di circa € 50/00 tra more, interessi e strane commissioni. Dobbiamo evitare questo strozzinaggio legalizzato e tornare ad un sistema pubblico per una gestione anche umanitaria delle persone afflitte dai debiti.”

Giornaletto. Epidemie causate dall’uomo – Scrive Paola Botta Beltramo: “Caro Paolo, in merito alla domanda del sig. Roberto Anastagi: “Inoltre vorrei capire come le epidemie possono essere causate dal comportamento umano” (da “Considerazioni di Roberto Anastagi sul Giornaletto di Saul”), si possono trovare alcune risposte…” – Continua: http://saul-arpino.blogspot.it/2013/11/epidemie-causate-dal-comportamento.html

Evento cosmico sconvolgente – Scrive Patrizia Foschi a commento dell’articolo http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2013/11/attesa-di-un-evento-cosmico.html -: “..sappiamo che cos’è, si chiama Hercolobus, un pianeta della grandezza mastodontica, 100 volte Giove, che ci si avvicina ogni 26000 anni circa, provocando sconvolgimenti al pianeta e fine della razza umana. La nostra è la quinta razza, razza ARIA, sarà distrutta tra circa 500 anni. Quelli che saranno salvati non potranno rimanere qui, saranno portati altrove e con incroci di altre razze superiori alla nostra sarà creata la sesta razza. Le altre razze sono state: PROTOPLASMATICA, IPERBOREA, LEMURIA, ATLANTIDE. I sessi si sono divisi in maschio e femmina durante l’epoca Lemurica, dove sono iniziati come ermafroditi, le altre due razze precedenti erano androgine.”

Geopolitica – Scrive Maurizio Barozzi: “a quanto sembra, sarebbe stato raggiunto a Mosca, durante la visita del Premier israeliano Netanyahu al Presidente Putin, l’accordo strategico che ridisegna tutto il quadro mediorientale. La Russia, a garanzia di Israele, dovrebbe assumere la completa direzione dello sviluppo nucleare, non militare, iraniano. In cambio Israele si defilerà dalle ingerenze in Siria, dove scaricherebbe le orde di mercenari trogloditi e quindi abbandonerebbe i suoi accordi segreti con l’Arabia Saudita. Da quel che si può capire, per il futuro, la questione palestinese sarà oggetto di colloqui diretti tra le parti da tenersi a Mosca (mediatrice neutrale)…” – Continua con integrazione di Gianni Caroli e commento di Giorgio Vitali: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2013/11/22/scenari-internazionali-la-russia-di-putin-e-israele-la-siria-e-liran/

Tolentino. E’ questa l’Europa che vogliamo? Incontro con Monia Benini. 13 Dicembre 2013, h. 21,15, Auditorium Biblioteca Filelfica di Tolentino (Mc)

L’Universo dal Nulla – Scrive Ivano Barocci: “Le rivoluzionarie scoperte che hanno cambiato le nostre basi scientifiche. Ian McEwan, scrittore di fama internazionale, ha detto di questo libro di Lawrence Krauss: Abbiamo vissuto una rivoluzione nel campo della cosmologia altrettanto mirabile di quella avviata da Copernico. Eccone l’essenziale, avvincente e brillante guida”. E, in effetti, L’Universo dal Nulla può essere visto come una “guida” sul come mai esiste lo spazio, il tempo, la materia e l’energia… anziché il Nulla!” – Continua: http://paolodarpini.blogspot.it/2013/11/lawrence-krauss-luniverso-dal-nulla.html

Milano. Foto carcerarie – Scrive Ostrakon: “Fotografie dal carcere di Bollate. Non il reportage di una agenzia esterna ma scatti e ri-scatti dei detenuti stessi in libertà creativa. Fotografie caratterizzate da una determinazione estetica che ha pochi riscontri formali con quelle prese in altri ambiti coatti quali un collegio o una caserma. Perché un detenuto è consapevole, responsabile, sa il perché e dove si ritrova, sa discriminare. E se maneggia una macchina fotografica sa decidere quali soggetti ritrarre, cosa cavarne.” – Continua con programma mostra fotografica: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2013/11/altra-arte-dalla-galera-alla-galleria-4.html

Sciopero delle donne – Scrivono Barbara, Adriana e Tiziana: “Per lo sciopero delle Donne del 25 novembre è attivo anche il sito http://scioperodonne.wordpress.com/, sul quale troverete l’appello e la lista delle adesioni ma anche riflessioni e contributi che riteniamo interessanti per tutte. Per quanto riguarda l’organizzazione dello Sciopero, abbiamo aperto la pagina “Le iniziative, città per città”, con le info sulle manifestazioni organizzate nei territori. Pensiamo che la pagina sia utile anche per mettere in contatto gruppi e singole persone. L’indirizzo mail cui scrivere è: organizza.scioperodonne@gmail.com”

Mari e monti che cambiano – Scrive A.K.: “Il fenomeno dei cambiamenti climatici sta diventando un serio problema sia per le montagne che per i mari. Alpi. Per millenni la stabilità climatica: freddo continuo senza sbalzi di temperatura in autunno e in invero, giornate più miti in primavera e più calde in estate, in un continuum di temperature costanti, senza improvvisi e profondi cambiamenti, hanno permesso alle montagne alpine di giungere immutate fino ai giorni nostri. Ora però con questa instabilità climatica, con passaggi repentini da – 4 gradi a + 15 nello stesso giorno, si determinano improvvisi aumenti…” – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2013/11/mutazioni-climatiche-e-mari-e-monti-che.html

Civita Castellana. Montessori – Scrive Adele Caprio: “Annunciamo la prossima apertura della scuola Montessori primaria a Civita Castellana nell’autunno 2014. A tre anni dall’inizio del nostro progetto di Nuova Pedagogia finalmente partiamo con questa scuola ‘pilota’ per poter innestare il metodo Montessori anche nelle scuole del nostro territorio. Info. lenuvole.yoga@live.it”

Basilicata. Non ci sono donne – Scrive Franca Oberti: “Caro Paolo, intanto grazie per tutte le voci che fai girare libere e che illuminano tutti noi che ti leggiamo. Ti mando un mio pensiero, anche in riferimento a quanto scritto ieri da Anthony Ceresa, ma più rivolto all’annuncio che in Basilicata, ancora una volta, non ci sono donne in consiglio regionale… Non parto da lontano, non allargo troppo il cerchio della disquisizione, non basterebbero le pagine web… mi limito a citarvi un brano di un libretto illuminante trovato in libreria, è di Adriana Cavarero: Il femminile negato“ – Continua: http://paolodarpini.blogspot.it/2013/11/societa-e-politica-in-basilicata-un.html

E con ciò vi saluto, Paolo/Saul

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“La solitudine non è l’assenza degli altri; è la presenza di se stessi: è un fenomeno estremamente positivo. È una presenza, una presenza che straripa. Sei così carico di presenza che puoi colmarne l’intero universo, e quindi puoi stare con tutti, ma non hai “bisogno” di nessuno…” (Osho)

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Scenari internazionali – La Russia di Putin e israele la Siria e l’Iran

Dalle notizie che mi giungono (vedi anche comunicato sottostante di Gianni Caroli), si potrebbe ipotizzare un prossimo scenario nei rapporti internazionali. Dico si potrebbe, perché poi, queste, previsioni, nessuno può garantirle.

Intanto, a quanto sembra, sarebbe stato raggiunto a Mosca, durante la visita del Premier israeliano Netanyahu al Presidente Putin, l’accordo strategico che ridisegna tutto il quadro mediorientale.

La Russia, a garanzia di Israele, dovrebbe assumere la completa direzione dello sviluppo nucleare, non militare, iraniano. In cambio Israele si defilerà dalle ingerenze in Siria, dove scaricherebbe le orde di mercenari trogloditi e quindi abbandonerebbe i suoi accordi segreti con l’Arabia Saudita.

Questo potrebbe aprire degli spazi politici per portare al governo di Tel Aviv l’ “Israel Beythenu” (“Nostra casa Israele”), il partito di destra russofono di Avigdor Lieberman (attuale ministro per le questioni strategiche e già ministro nel governo Sharon), favorevole anche ad addivenire ad accordi con Siria ed Iran e decisamente anti saudita, ma ferocemente anti palestinese e su posizioni di razzismo antiarabo.
Da quel che si può capire, per il futuro, la questione palestinese sarà oggetto di colloqui diretti tra le parti da tenersi a Mosca (mediatrice neutrale).

Tutto questo è una conseguenza del declino della politica americana nell’area dopo il fallimento della distruzione della Siria di Assad.
Non si sa bene che fine faranno i cosiddetti sauditi-“sionisti”, di fatto scaricati anche dagli americani, ma che però hanno il controllo dei pozzi di petrolio.

Putin lunedì 25 novembre 2013 dovrebbe arrivare a Roma e avrà vari colloqui, oltre a Napolitano e Letta, anche con Papa Francesco, e vari politici, dicesi Prodi e Berlusconi. A Roma probabilmente Putin illustrerà questi nuovi scenari, non si sa con quali risultati vista la natura fortemente “mondialista” del governo italiano.

Tirando le somme e dando un nostro parere, possiamo dire che il nuovo ruolo che la Russia di Putin sta assumendo nel medioriente e di conseguenza nel mediterraneo, ci vede favorevoli (è di gran lungo meglio di una egemonia statunitense), ma restano molte perplessità e quindi non dobbiamo farci troppe illusioni. Forti restano comunque le preoccupazioni per la popolazione palestinese (ma tanto…. peggio di così!).

Intanto i governi israeliani, sia che fossero di destra o di sinistra, non apportano sostanziali variazioni alle mire di questo Stato, essendo facce opposte di una stessa medaglia che si alternano a seconda dei periodi storici e di come gestirli al meglio per gli interessi israeliani.

Quello che oltretutto rende non definitivo qualsiasi accordo, è il fatto che Israele può sì addivenire a compromessi, a mitigare certe politiche oltranziste, ma lo fa sempre sul piano tattico, transitorio, perché il vero fine di Israele, sia pure in prospettiva, è il “Grande Israele” con tanto di futura riedificazione del “Tempio” (che necessariamente comporterà la demolizione delle due grandi Moschee sulla spianata con tragiche reazioni in tutto il mondo arabo, che all’uopo dovrà essere preventivamente scompaginato).

Ergo, nelle strategie di ampio respiro di Israele, non c’è posto a nessun compromesso duraturo (queste considerazioni, del resto, sono facilmente deducibili dai sessanta anni di vita dello stato sionista.

Da tutto questo restano incerte le posizioni future degli Stati Uniti e in parte anche della Cina.

MAURIZIO BAROZZI

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Intervento integrativo di Gianni Caroli:

E’ stato raggiunto il 21 novembre 2013 a Mosca, durante la visita del Premier israeliano Netanyahu al Presidente Putin, l’accordo strategico che ribalterà completamente la politica del Medio Oriente e nel Mediterraneo.

La Russia ASSUMERA’ LA TOTALE DIREZIONE DEL NUCLEARE IRANIANO, in maniera esaustiva di ogni dubbio circa le ‘intenzioni pacifiche’, esclusivamente energetiche, di quella impresa nazionale legittima.

Israele modificherà LA SUA POSIZIONE SULLA GUERRA IN SIRIA, ABBANDONANDO AL SUO DESTINO L’ ALLEANZA FRA ‘STELLA UNCINATA’/SIONISTA- E SCIMITARRA SAUDISTA, VOLUTA DALL’ASHKE/NAZISTA SHIMON PERES, assassino riconosciuto di ITZHAK RABIN, per tradire gli accordi di Oslo ‘93 con Arafat, da quello stipulati.

Per riportare DOMANI STESSO, al Governo di TEL AVIV, “ISRAEL BEYTHENU”, il Partito Russòfono di Avigdor Livni, favorevole ad una PACIFICAZIONE CON LE NAZIONI, del Mediterraneo, e del Medio Oriente in particolare, Siria ed Iran in primis. FEROCEMENTE ANTI-SAUDISTA, e connessi di ogni tipo.

La questione palestinese, LA PIAGA PURULENTA TUTT’ORA SANGUINANTE, sarà oggetto di COLLOQUI DIRETTI, DA TENERE NELLA NEUTRALE MOSCA, fra le parti dirette.

UNA VOLTA ESTROMESSO, NELLA MANIERA PIU’ ESEMPLARE E RADICALE POSSIBILE, L’ ASSASSINO DI ITZHAK RABIN AL SOLDO ANGLONAZISTA, CIOE’ SHIMON PERES, CHE USURPA LA PRESIDENZA GRAZIE AL GOLPE MAFIO-GIUDIZIARIO CONTRO IL SEFARDITA MOSHE KATSAV, UN ACCORDO STORICO, FALLITO NEL 1995 DOPO OSLO, A CAUSA DEL MEDESIMO ASSASSINIO, POTRA’ DAVVERO ESSERE CONCRETIZZATO IN TEMPI BREVI…

Restano due CAPITOLI APERTI.

1) CHE FINE FARANNO I SAUDISTI-SIONISTI, ABBANDONATI DAGLI USA STESSI AL LORO DESTINO-BEDUINO DI EX-GUARDIANI DEI POZZI PETROLIFERI B.P. ED ARAMCO (ARAB-AMERICAN COMPANY) ?

2) E L’ ITALIA, oggi soggetta al MOS.S.AD del PAOLO MIELI fu-Renato, fortunosamente scampato a STALINGRADO E NORIMBERGA, discriminatore PER SANGUE dei giornalisti NAZIONALI, fin dal 1943.
E dei suoi burattini NAZOLITANO E B.R.LINGUERUSCONI-MANCONI…?

La materia perspicua sarà oggetto dei colloqui imminenti fra PAPA FRANCESCO E IL GRANDE LEADER ROMANO E CRISTIANO DELLA RUSSIA,VLADIMIR PUTIN, IL 25 NOVEMBRE p.v. IN ARRIVO A ROMA APPOSITAMENTE PER QUESTO VERTICE EPOCALE.

Gianni Caroli

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Commento di Giorgio Vitali: “RICHIAMO L’ATTENZIONE A QUESTO IMPORTANTE SCRITTO DI CAROLI, PERCHè SERVE SOPRATTUTTO A FAR CAPIRE CHE LE POSTE IN GIOCO A LIVELLO GEOPOLITICO NON SONO MAI COME SI PRESENTANO. LE ALLEANZE, LE COONIVENZE, I PROGETTI SONO SEMPRE PRE-COSTITUITI SECONDO LINEE D’AZIONE CHE APPARTENGONO A POSIZIONI POLITICO-IDEOLOGICHE MOLTO BEN DEFINITE.. E NON VA DIMENTICATO IL RUOLO DI CERTE “PERSONE” NELL’ATTENTATO ALL’AMBASCIATA INGLESE DI ROMA. Come si può ben vedere, se si ricollegano i molti fili di un certo tessuto, sopratutto se certe LINEE DI VETTA sono osservabili dopo decenni e con mente più sgombra di sentimenti e risentimenti, SI CAPISCONO MOLTI AVVENIMENTI. Al momento occorre tenere presente che il CROLLO della potenza USA è determinante nelle scelte di geopolitica israeliana. Per noi è soprattutto significativo IL RIDIMENSIONAMENTO mondiale di Israele. Dobbiamo liberarci del cancro e di tutti i suoi millepiedi. Nota finale: Tempo addietro mi fu spiegata l’importanza della emigrazione russa in Israele.e perché era stata patrocinata da Stalin. E mi fu detto proprio che si trattava di avere una PRESENZA Nazionala russa in quel territorio. GV. “

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Treia: “Il seme è la memoria” – Introduzione di Alberto Meriggi al discorso dell’8 dicembre 2013

Lunario Paolo D'Arpini 22 novembre 2013

Ante Scriptum – In un certo senso la memoria viene prima del fatto compiuto ma è presente anche nella sua manifestazione, questo a dimostrazione che essa è, in fieri, il motore di ogni avvenimento. La memoria è la madre. Senza memoria non esiste un evento futuro. La cosa è facilmente dimostrabile osservando che ogni azione avviene attraverso la rimodulazione delle pulsioni energetiche che ne sono la causa e tale rimodulazione non è altro che un ricollocarsi degli aspetti funzionali stipati nella memoria. E’ in seguito a queste varianti, forse dettate dal caso forse causate da una volontà “superiore”, che l’evoluzione è resa possibile. La potenzialità intrinseca memorizzata, rappresentata dalla capacità espressiva contenuta nel seme, comprende anche le varianti di adattabilità a diverse condizioni ambientali, che prendono forma in risposta conseguenziale. Il seme è memoria, come lo è la sua espressione nel vissuto. Per questa ragione qui anticipiamo l’introduzione di Alberto Meriggi al discorso che si terrà a Treia l’8 dicembre 2013 (P.D’A.)

“La Memoria è nel Seme”

Ringrazio l’amico Paolo d’Arpini per avermi invitato ancora una volta a partecipare ad una iniziativa del Circolo Vegetariano VV.TT. di Treia.

La mia presenza non attiene alla sfera delle competenze nel settore ma è motivata solo dal legame di stima e amicizia con Paolo il quale desidera avere in questi incontri anche una voce che tenti di coniugare le tematiche di volta in volta trattate, con la storia, la memoria e le tradizioni locali. Io nella vita, facendo lo storico per mestiere ed essendo treiese, non ho potuto fare a meno di addentrarmi con i miei studi nel passato della mia città e delle mie zone e qualche volta sono riuscito a farlo diventare storia, cioè conoscenza.

Confidando forse troppo nel mio sapere e nelle mie capacità, proverò ad esporre qualche idea per il dibattito prendendo spunto da ricordi personali e da riscontri offerti da documenti concernenti il nostro passato locale. Il tema di questa giornata è “La Memoria è nel Seme”. Ho letto nel blog del Circolo una nota di Paolo d’Arpini dal titolo “La posta in gioco” nella quale egli lamenta il fatto che “da quando l’agricoltura industrializzata si è imposta come modello agricolo vincente, la legislazione europea in materia di semi è diventata sempre più restrittiva dei diritti degli agricoltori e del loro libero accesso ai semi. Allo stesso tempo ha permesso sempre di più ad una manciata di industrie multinazionali di monopolizzare il mercato”.

Un aspetto estremamente interessante sul quale si potrà e si dovrà discutere. Qui il seme che cita Paolo è qualcosa di concreto, è l’organo di propagazione per eccellenza che attraverso la fecondazione porta alla pianta e al frutto: il seme della mela, il seme dell’erba, il seme del grano. Ma questo straordinario termine da sempre ha svolto un ruolo da protagonista in tantissimi altri ambiti: nella letteratura, nell’arte, come allegoria, come metafora, spesso avvicinato ad altri termini per indicare il meglio o il peggio di qualcos’altro: il perdono è il seme dell’amore, ma anche l’intolleranza è il seme dell’odio, ecc. Per non parlare della sua presenza e dell’uso nei testi sacri di ogni religione: la Bibbia, il Vangelo, il Corano ed altri, nei quali la parola seme è utilizzata in parabole, allegorie, metafore, proverbi ed esempi. Chi non conosce il Vangelo di Matteo al capitolo 13 in cui sono protagonisti i semi della zizzania e della senape e dove svolge un ruolo fondamentale il seminatore?

Anche il Corano utilizza il termine seme più volte e perfino come metafora della vita e della morte. Nel versetto 95 si legge: “Allah schiude il seme e il nocciolo: dal morto trae il vivo e dal vivo il morto”. Dunque vita e morte nel seme. Ecco un altro interessante spunto su cui discutere. Ma in questo contesto non vorrei addentrarmi più di tanto in questo tipo di riflessioni per privilegiare, invece, ciò che a tutti noi, appassionati della natura, forse più interessa: il seme reale, concreto, visto come origine di ogni forma di vita, soprattutto quella vegetale.

Cioè il seme inteso come quell’organo che, gettato nel terreno, avvia un processo che fa sviluppare la vita e rigenera se stesso producendo altri semi.

A me a questo punto vien voglia di lanciare una provocazione che sintetizzo in questa mia riflessione su cui potremmo discutere: a me pare che, in agricoltura e nella vita, non è tanto il seme che conta ma il terreno in cui lo si getta. E che ciò possa esser vero è stato testimoniato da tanti esempi tramandatici dalla storia anche delle nostre zone.

Se è vero che un cuore duro non può far attecchire il seme dell’amore, è altrettanto vero che un terreno arido e impenetrabile non può accogliere alcun seme e in esso non può attecchire nulla. Il terreno deve essere accogliente per il seme! E qui si apre una pagina di storia millenaria legata al mondo del lavoro e della produzione. Quanta fatica nei secoli per preparare il terreno alla semina!

La storia del lavoro ci dice che nelle nostre zone, come ovunque, da sempre fino agli inizi del Novecento tutti i lavori agricoli erano svolti con la forza delle braccia di uomini, donne e bambini, aiutati da animali e da attrezzi rudimentali. Da qualche fonte documentaria (contratti di compravendita, locazione, affitto, inventari di aziende) si evince che anche nelle nostre zone prima del Trecento non si riuscì mai ad avere un indice di resa che raggiungesse il 4 per uno: cioè ogni chicco di grano seminato (ma anche di altri cereali più poveri) solo allora riuscì a darne quattro ma, ripeto, solo dal Trecento in poi, prima il rapporto era uno a due e raramente uno a tre e i tre semi prodotti consentivano appena la sopravvivenza, perché uno serviva per seminare ancora, il secondo per mangiare, il terzo per il padrone, se non vi erano carestie che erano sempre in agguato.

Il risultato del quattro per uno si ottenne attraverso un’ agricoltura di tipo forzatamente estensivo, cioè aumentando i terreni da coltivare attraverso un forte diboscamento e un sistematico attacco all’incolto. Non poteva essere praticata una agricoltura intensiva perché il terreno non si poteva far produrre di più in quanto non c’erano concimi al di fuori di quelli naturali, né macchinari capaci di muovere in profondità il terreno, come invece avverrà dalla fine dell’Ottocento in poi, ma a discapito della genuinità dei prodotti e di un armonico equilibrio naturale. Col passare dei secoli il rapporto tra il seme seminato e quello raccolto migliorò, ma aumentò anche la richiesta di consumo perché l’Europa, compresa l’Italia, vide un forte aumento della popolazione determinato da fattori noti che non sto qui a ripetere.

In Italia si passò dai 13 milioni di abitanti del 1700 ai 18 del 1800. Negli stessi anni nello Stato pontificio la popolazione crebbe da 1.950.000 unità a 2.300.000 (più del 20%) e nelle Marche passò da 521.000 a 700.000 (più del 40%). Questa vivace crescita della popolazione accrebbe ovunque in Italia la domanda di cereali e di prodotti agricoli. Si passò in breve ad un esasperato sfruttamento della fertilità naturale dei suoli alla messa a coltura di aree marginali dirupate o argillose. Ciò provocò la riduzione delle rese unitarie e l’erosione degli spazi della proprietà collettiva e dell’allevamento ovino con vistosi fenomeni di dissesto idrologico. Ne conseguirono ovunque l’instabilità dei raccolti e l’intensificarsi delle carestie dopo quella devastante e terribile degli anni 1763-67 che costrinse torme di contadini affamati ad abbandonare i poderi per riversarsi nelle città a chiedere l’elemosina.

Ma lo squilibrio tra l’aumento della popolazione e la disponibilità di prodotti agricoli stava creando problemi in tutta Europa. Ovunque si cercava di porre rimedio a tali problemi e soprattutto al dilagare della fame con iniziative pratiche e con progetti basati su teorie avanzate da studiosi e pensatori.

Tutti conoscete la teoria del pastore protestante inglese Thomas Robert Malthus che ipotizzava un “controllo preventivo” delle nascite basato sulla castità. Secondo Malthus ciò avrebbe impedito l’impoverimento dell’umanità: se si è in meno a mangiare il cibo basta per tutti! Un’altra teoria importante fu quella fisiocratica, una dottrina economica (Francois Quesnay) che si affermò in Francia verso la metà del Settecento.

Essa sosteneva che l’agricoltura era la vera base di ogni attività economica e solo essa era in grado di produrre beni, mentre l’industria si limitava a trasformarli e il commercio a distribuirli. Dunque, secondo i fisiocratici, bisognava migliorare l’agricoltura in tutti i suoi settori al fine di avere più produzione. Questa dottrina si diffuse ben presto in tutta Europa e giunse perfino a Treia dove fu abbracciata e applicata dalla locale Accademia Georgica che nel 1778 cominciò ad interessarsi di sperimentazione in agricoltura raggiungendo notevoli risultati.

Nell’Accademia Georgica di Treia uno dei protagonisti delle sperimentazioni fu proprio il seme. Vi cito soltanto alcuni di quegli studi e alcuni risultati ottenuti. Dico subito che l’Accademia si distinse ben presto per gli studi e i tentativi di estrarre l’olio dai semi. All’epoca l’olio di oliva era costosissimo e poteva essere usato solo dalle classi signorili. Ma l’olio serviva anche come combustibile per le lampade e le luminarie. Consapevoli di tutto ciò gli accademici iniziarono sperimentazioni per ricavare olio da fonti alternative. I loro tentativi furono rivolti ai semi di girasole, di colza, di rapa, di lino e, perfino, delle “perelle delle fratte” o sanguinelle, ma ottennero ottimi risultati attraverso l’estrazione di olio commestibile dalle granelle dell’uva. Quest’ultima sperimentazione, di lì a poco, divenne una vera e propria attività commerciale. Per dimostravi l’importanza che le sperimentazioni degli accademici e i semi ebbero nell’attività agricola locale, vi leggo un brano che ho tratto dalla relazione di Fortunato Benigni, il personaggio più rappresentativo dell’Accademia di quegli anni (fine Settecento).

Il Benigni scriveva: “I soci tutti, di lodevole emulazione ripieni, a gara hanno fatto per provvederci di nuovi semi, e di piante esotiche insolite ad allignare fra noi”. E quali sono stati questi semi mai visti nelle nostre zone? Ebbene, furono quei semi ricercati e fatti venire da lontano per impiantare quelle nuove colture fino ad allora non praticate in zona, ma ritenute assolutamente necessarie per migliorare l’agricoltura nel suo complesso. L’Accademia importò soprattutto semi di foraggere sconosciute nelle Marche e nello Stato pontificio, come l’erba medica, la lupinella, il lojetto, la sulla e la verza alta. Queste foraggere importate dall’Accademia treiese divennero poi colture usuali nella zona. Esse non erano conosciute dai contadini locali in quanto esigenze di mercato e il fabbisogno alimentare imponevano nelle campagne la monocoltura granaria, la quale però causava l’esaurimento della fertilità naturale dei terreni, rendendo indispensabile lasciare i campi a maggese, cioè a riposare inutilizzati per il tempo necessario al recupero della fertilità. Con i foraggi, invece, si evitava di lasciare incolti i terreni rendendo più veloce il recupero della fertilità e, nello stesso tempo, si otteneva un abbondante nutrimento per il bestiame, tanto che, come attestano i catasti, dopo la diffusione dei foraggi l’attività zootecnica nelle campagne treiesi e marchigiane ebbe un notevole incremento.

Certamente l’introduzione di quei nuovi semi comportò anche una maggiore attenzione alla cura dei terreni e stimolò il rinnovamento e l’adeguamento degli attrezzi agricoli: i proprietari, vedendo i vantaggi arrecati da tali colture, accolsero l’introduzione di aratri in ferro e cominciarono a mettere a disposizione dei contadini attrezzi meno rudimentali, anche se le braccia degli uomini e la forza degli animali rimarranno indispensabili e insostituibili per almeno un altro secolo e mezzo. La sorte del seme, che ha sempre rappresentato la vita e la morte, continuerà a dipendere a lungo dal seminatore che lo getta e dal terreno che lo accoglie. Solo oggi questo processo antico e naturale sembra non essere più frequentato: il terreno è scosso, sconvolto e stimolato da una eccessiva macchinizzazione e, purtroppo, anche alterato assai spesso dalla chimica che moltiplica e abbellisce i semi ma a discapito della loro genuinità.

Potrei dilungarmi ancora su queste tematiche utilizzando gli stimoli offerti dalla storia e dalle tradizioni locali, ma il tempo a mia disposizione mi obbliga a fermarmi qui. Spero di aver offerto qualche spunto interessante per un dibattito che a mio parere potrebbe prendere avvio dalla considerazione e domanda che mi sono posto all’inizio: non è tanto il seme che conta ma il terreno che lo accoglie! E’ così? Parliamone! Grazie.

Alberto Meriggi

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Catania – Per un tozzo di pane si fa questo ed altro

Da chi cerca un minimamente dignitoso posto di lavoro, sia pure precario, mi è stata passata una richiesta, presente su internet, che trovo indicativa di tante cose.

Si ricerca(va) in provincia di Catania un assistente per disabile con orario di lavoro 7,30-13, pausa, 16-20. Totale giornaliero di ore lavorative, nove e mezzo (in cifra 9,30).

Retribuzione? Trecentocinquanta (350) euro mensili. Ovviamente per sei giorni settimanali, la domenica i buoni cristiani riposano e fanno riposare.

Quanto viene all’ora? 1,568 euro ogni 60 minuti di “assistenza” (potrei pure sbagliare,ma di poco). Beh,si sa che l’Italia ha come fondamento principale della propria costituzione il lavoro. Ma mica si deve determinarne il costo. Quello era un retaggio della contrattazione collettiva e delle tutele individuali che un bieco regime aveva iniziato ad introdurre nel nostro paese.

E poi non dobbiamo aprirci tutti all’Europa, al globalismo liberale ed al capitalismo avanzato? Oltreché, naturalmente, al solidarismo mondiale?

Signori miei che (gentilmente) pubblicate e leggete queste mie considerazioni,si può mai pretendere che un lavoratore presti la propria opera ad un prezzo superiore di quanto guadagni non dico un cinese (quelli si offendono,giustamente) ma uno del Myanmar o Birmania che dir si voglia ? Certo che no. Infatti la “offerta” di lavoro in questione segue legittimamente la linea della corsa al ribasso delle retribuzioni. Rigorosamente in nero,come libero costume.

Lo sanno benissimo,purtroppo,giovani e meno giovani che quotidianamente vagano di persona o su internet alla disperata ricerca di una opportunità. Se per “accompagnamento” di chi ne ha diritto lo stato versa 499,62 euro,si presume che un lavoratore che “assista” una persona disabile svolga una mansione più impegnativa.

Tranne che faccia la bella statuina per 9,30 ore giornaliere e che, nella pausa pranzo, non debba fare andata e ritorno per ingurgitare qualcosa (ma con 1,568 euro cosa compra, un caffe?). Ciascuno allarghi l’esempio a quel che sa per conoscenza diretta o per sentito dire. Vogliamo davvero che i nostri figli e nipoti finiscano nel “quarto mondo”?

Possiamo supinamente accettarlo?

E, con grandissima preoccupazione, davvero giovani e giovanissimi permetteranno che questo avvenga?

Vincenzo Mannello

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