Movimento 5 Stelle – “Dare tempo al tempo ed almeno una certa fiducia”

Caro Paolo D’Arpini,
a proposito della tua “rispostina” a Marina Apparsa sul Giornaletto di Saul del 28 marzo u.s. – “Quello che sogno è un Movimento senza stelle, in questo caso senza l’ipoteca di Grillo e Casaleggio, bensì composto di persone consapevoli e responsabili (nel senso antico del termine, ovvero persone capaci di dare una risposta (respons abilis) e non semplicemente di reagire sulla base di un “programma precostituito” senza nemmeno sapere se sia buono o cattivo per la comunità e per il momento in cui viviamo… bisogna saper riconoscere le situazioni correnti e rispondere adeguatamente” – credo tu ti sia espresso in modo utopistico, tratteggiando una situazione immaginaria che non si realizzerà mai. E infatti giustamente lo hai chiamato “sogno”. Anche oggi, come sempre, impera infatti tra gli uomini l’evidenza delle differenze e delle più varie gerarchie, relative al fine che ci si prefigge. Come ci si può dunque aspettare che tutti siano egualmente abili nel dare una risposta commensurata alle esigenze del momento? A prescindere da qualsiasi valutazione su Grillo e Casaleggio, se li si dovesse rimuovere, il M5S dovrebbe cercarsi altri leader. Aspettarsi che tutti siano parimenti responsabili è come dire: “Non voglio concretamente creare nulla”. Aspettare di avere a disposizione attrezzi e materiali perfetti prima di cominciare a costruire una casa, significa non costruirla mai. Non c’è niente di astrattamente “perfetto” nel mondo fenomenico. E poi non capisco l’accanirsi tuo e di altri lettori nel criticare un movimento che, malgrado i suoi difetti, le lacune programmatiche e gli interrogativi sacrosanti che suscita, è l’unico che sembra prospettare qualcosa di valido, innanzitutto il superamento della falsa alternativa destra-sinistra. Il battibecco continuo e l’accanirsi a cercare il pelo nell’uovo consegnano al ristagno e all’impotenza. In casi di urgente pericolo, l’uomo nobile – per usare una locuzione de I Ching – non resta passivamente in attesa di possedere strumenti impeccabili per agire, ma comincia a fare l’indispensabile, utilizzando quello che ha. E allora, non sarebbe più saggio – mi chiedo e ti chiedo – sospendere drastici giudizi, dando il tempo al M5S di manifestare quello che vale o non vale? Del resto, al momento attuale non si vedono altre forze politiche in grado di portare un reale cambiamento positivo allo status quo. A mio modesto giudizio sono degli ingenui quelli che si rammaricano per la mancata alleanza col pd: non hanno ancora capito che l’unica logica della sinistra (come del resto, anche se leggermente posticipata, quella della destra) è il disastro. In conclusione, credo sarebbe auspicabile cominciare col dare fiducia (non cieca, s’intende) a un movimento che per la prima volta si trova nelle condizioni adatte per agire creativamente sul piano politico-sociale.
Un cordiale saluto,
Subramanyam

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Mia rispostina:

Caro Subramanyam. Non propriamente una rivoluzione interna.. ma una crescita sì, un affrancamento….

Menzioni il Libro dei Mutamenti e nella tua esposizione mi sembra di intravvedere il senso dell’esagramma “La Muta” (Il Sovvertimento). Ed anche in questo caso il cambiamento viene diretto dall’alto, dal principe Grillo, che non possiede però la saggezza e la capacità di farsi accettare indistintamente dal popolo. E poi non c’è giustizia o stabilità in un cambiamento “imposto”. Bisogna soddisfare il popolo ed allo stesso tempo illuminarlo. Che possa essere il principe Grillo a svolgere questa funzione non sembra logicamente possibile. Manca della modestia e della capacità di rapportarsi con il suo stesso novero, poco sa fare oltre ad abbandonarsi ad eccessi.

Forse da ciò bisogna arguire che la maturità del movimento potrà essere raggiunta escludendo la tutela di un tal padre fondatore. D’altronde non si dice che un giovane si libera dell’autorità paterna per poter manifestare pienamente se stesso? In ogni caso il padre non viene ucciso, anzi pian piano si instaura un rapporto paritetico e di reciproco rispetto ed amore. Ma il compito avviato dal padre non sempre può essere da lui stesso concluso.

L’opera di Filippo è necessaria per Alessandro ma ad ognuno con il suo tempo e luogo. Sono convinto che all’interno del Movimento ci sono energie e persone sufficientemente idonee a rappresentare una “saggezza popolare”, nell’innocenza della sua manifestazione, senza dover ricorrere a indirizzi precostituiti da un direttorio fondativo -che in questo caso è addirittura esterno al gruppo parlamentare.

Certo, portiamo pazienza ed osserviamo quel che succede all’interno del M5S non vogliamo distruggere quel che abbiamo contribuito a far nascere, con il nostro voto ed anche con il buon consiglio e l’aspra critica… (Paolo D’Arpini)

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