Archivio di febbraio 2013

Treia – Andrea Orazi si presenta ed annuncia la sua partecipazione alla Festa dei Precursori dal 25 al 28 aprile 2013

Nei giorni scorsi, proprio durante le due giornate elettorali, abbiamo avuto qui al Circolo di Treia un incontro con Andrea Orazi, un giovane artista e cercatore spirituale. Egli ha tenuto un minicorso sul reiki. Mi ha regalato anche un suo disegno in cui sono raffigurati Muktananda, Gurumayi e Nityananda e l’abbiamo santificato con il canto dell’Arati e qualche incensino. Andrea parteciperà alla mostra collettiva che si tiene al Circolo durante la prossima Festa dei Precursori, dal 25 al 28 aprile, e terrà anche una performance artistica in chiusura.

Ecco di seguito mi ha mandato due righe di auto-presentazione: “Buona sera Paolo, queste sono le due righe che ho scritto, descrivo alla perfezione in maniera sintetica il senso della mia pittura, per quanto riguarda la tua richiesta di ricevere le tue email, sarò molto felice di essere inserito nella mailing list del Giornaletto di Saul – Andrea Orazi, alias Swatantra Nadir: NON SONO UN ARTISTA, SONO UN IMPRESSIONISTA DELL’ANIMA. La pittura è il dono che mi è stato dato, dopo la mia esperienza di rinascita, se io non dipingessi è come se non onorassi il grande dono, questa è la mia seconda occasione. Ogni quadro, ogni pennellata che lascio, è la conferma del mio Sì alla vita.  Con amore Nadir Grazie per la tua ospitalità di questi giorni e per le tue gentilezze, ti mando un abbraccio”

Paolo D’Arpini

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Siria – Comunione di intenti fra il governo della Cina, governo di Assad ed il patriarca cristiano di Damasco, Gregorio III, che inoltre fa un appello per interdire l’invio di armi ai ribelli…

La Cina chiede l’apertura immediata di colloqui interni in Siria in base agli accordi di Ginevra, raggiunto dalle potenze mondiali, ha detto oggi a Mosca ministro cinese degli Affari Esteri Yang Jiechi.
Cina chiede l’apertura immediata di colloqui interni in Siria in base agli accordi di Ginevra, raggiunto dalle potenze mondiali, ha detto oggi a Mosca ministro cinese degli Affari Esteri Yang Jiechi.
Cina invita tutte le parti a cessare la violenza e avviare colloqui il più presto possibile, adottare un atteggiamento flessibile e pragmatico su questioni quali la progettazione di una tabella di marcia per la transizione politica in Siria e l’istituzione di un organo di governo transizione, Yang ha detto ai giornalisti dopo un incontro con il suo omologo russo Sergei Lavrov.
La Cina spera che una soluzione accettabile può essere raggiunto in termini generali per riflettere appieno la volontà del popolo siriano e il paese del Medio Oriente vittime della guerra per ripristinare la pace e la stabilità a breve, ha detto il ministro.
Cina si oppone fermamente tutte le forme di terrorismo nella regione del Medio Oriente e si rammarica per le tante vittime civili profundamene l’ultimo attentato dinamitardo a Damasco, ha detto. Ha anche espresso preoccupazioni della Cina dagli attacchi stranieri in missioni diplomatiche in Siria.
Un attentato ha ucciso almeno 53 persone e il ferimento di molti altri il Giovedi, nel centro di Damasco. Essa ha danneggiato anche gli edifici nelle vicinanze dell’ambasciata russa.
Il capo della diplomazia cinese ha detto il suo paese creduto che lo scopo ei principi della Carta delle Nazioni Unite e le norme che regolano i rapporti internazionali dovrebbero essere rispettati e osservati al momento di affrontare le grandi questioni globali e regionali.
Il conflitto siriano, che è durato 23 mesi, ha lasciato più di 70.000 morti, secondo i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
(Segnalato da Pepe Torres)

La risposta del governo siriano: “Il governo del presidente Bashar al Assad è pronto a parlare con tutte le parti, gruppi armati compresi, intenzionate a dialogare per mettere fine al conflitto in Siria. Lo ha assicurato il ministro degli Esteri di Damasco, Walid al Muallem, in apertura dei colloqui a Mosca con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. “Siamo pronti per il dialogo con tutti quelli che vogliono il dialogo, compresi quanti imbracciano armi”, ha detto Muallem nel corso dei negoziati di Mosca con Lavrov, che ha avvertito che non esiste “un’alternativa accettabile” a una soluzione politica e che un ulteriore spargimento di sangue rischia di provocare il collasso della Siria” (fonte:TMNews)

Appello per interrompere l’invio di armi ai ribelli assassini – “Si fermi l’invio di armi in Siria”: appello di Gregorio III:
“Ci appelliamo al mondo intero perché si blocchi l’invio di armi in Siria”. È l’appello lanciato, in una dichiarazione inviata all’Agenzia Fides da Sua Beatitudine il Patriarca greco cattolico Gregorio III Laham all’indomani delle esplosioni in un quartiere di Damasco.
Il documento ricorda che il 21 febbraio tre esplosioni successive nel quartiere Mazraa della capitale siriana hanno provocato 53 morti e 235 feriti e gravissimi danni materiali “in particolare ad una scuola e ad un ospedale”.
“Chiediamo alla comunità internazionale e ai Paesi più importanti del mondo di sostenere la Siria negli sforzi di dialogo, per arrivare ad una soluzione diplomatica della crisi” afferma il Patriarca.
“Lanciamo dal profondo del nostro cuore, un grido alla coscienza del mondo interno, ai dirigenti degli Stati, in particolare dei Paesi arabi, e delle istituzioni internazionali, ai militanti pacifisti, a Sua Santità il Papa e agli Episcopati del mondo cristiano” continua il messaggio. “Li supplichiamo di ascoltare la nostra voce e le sofferenze del popolo siriano. Nessuno ha il diritto di discolparsi e di negare la sua responsabilità di fronte al massacro, alle distruzioni, alle esplosioni, alle violenze, né di fronte all’odio e al rancore tra i figli della stessa patria”.
Gregorio III Laham si rivolge infine a Stati Uniti e Russia perché “proseguono i loro sforzi sinceri per il dialogo ed una soluzione politica e globale” e “a Sua Santità il Papa e ai responsabili della Santa Sede Apostolica di Roma, perché lancino un’iniziativa diplomatica della Chiesa cattolica basata sulla sua influenza spirituale mondiale”. (L.M.) (Agenzia Fides 25/2/2013)

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Valorizzare l’industria manifatturiera per rilanciare l’economia in Italia

Vorrei soffermarmi sul primo “pilastro”, l’industria manifatturiera, fiore all’occhiello del Paese che rappresenta ancora un punto di riferimento nel mondo e l’ancora di salvezza per un rilancio della nostra economia. Che per noi significa economia ecologia, sia chiaro, e a chiacchiere sembrerebbe anche per gli altri, ma non è così visto che “l’ambiente” dai media è ancora trattato come tema a sé da mettere a giorni alterni in prima pagina, quando è una bomba, e in ultima, quando non lo è.

Lo ribadiamo perché, se come dice Marco Fortis «Quel che ci fa difetto da anni è la crescita del mercato interno, letteralmente “collassato” negli ultimi mesi a causa delle (pur necessarie) politiche di rigore e delle loro conseguenze negative su occupazione, potere d’acquisto, propensione alla spesa privata, investimenti» e che «Oltre all’edilizia, che è quasi in agonia, vi sono settori portanti del made in Italy come l’abbigliamento, le calzature, il mobile ed altri che soffrono attualmente di cali dei consumi domestici da tempi di guerra, che possono significare una perdita irreversibile di aziende e posti di lavoro», non ci si può – seppure genericamente – limitare ad indicare come soluzioni al problema «incentivi (…) agli arredi equiparati nella deducibilità fiscale alle spese per le ristrutturazioni edilizie», «un piano per l’energia e un piano di riduzione del cuneo fiscale che assicuri una corsia di precedenza assoluta agli addetti dell’industria manifatturiera e alle loro buste paga».

Se è vero, infatti, che «i dipendenti dell’industria lo meritano perché, come dimostrano i successi sui mercati mondiali, sono proprio essi che oggi stanno tenendo in piedi il Paese e con uno stipendio un po’ più alto potrebbero anche riprendere a consumare un po’ di più», ormai dovrebbe essere lapalissiano che non è più solo un problema di quanto consumare, ma di che cosa.

La cieca ricerca della crescita ci ha portato esattamente dove siamo – ovvero più poveri e più depressi – riuscendo nell’impresa di far quasi collimare le idee di manager come quelli di global trends.com (fonte Sole di ieri) con quelle ultrambientaliste di Leonardo Boff (Manifesto di ieri): entrambi indicano nella scarsità delle risorse uno dei guai serissimi nei prossimi 20-30 anni. Cause di guerre e conflitti futuri, che è possibile almeno tentare di evitare adottando politiche di riduzione e riutilizzo della materia esattamente come quelle per l’energia. E’ ovvio che si tratta di un problema globale, ma ogni singolo Stato deve dare il suo contributo.

Se quindi, come è giusto, si ritiene che sia arrivato il tempo di un nuovo piano industriale, bisogna che al suo interno vengano premiate quelle imprese manifatturiere realmente green nella produzione e nei prodotti. Oltretutto dentro un quadro certamente difficile da costruire ma necessario di riduzione dei consumi, almeno quelli superflui (e qui sappiamo quanto sia difficile scegliere, ma la crisi ci ha aiutato assai a capirlo).

La materia, quindi, che è il “pane” dell’economia, deve essere tutelata, incentivando il suo riutilizzo e soprattutto riducendone i flussi. Certo, ribadiamo che non può essere l’Italia a fare tutto questo da sola, ma può impostare la sua economia – proprio per darle il maggior slancio possibile – fasandola su scelte veramente green. Se è vero che non c’è sostenibilità se non c’è economia, perché senza di essa non c’è lavoro, bisognerà pur capire che o essa è ecologica o non è e non sarà. Anche in questo modo si può cominciare a riportare l’economia “con i piedi per terra” liberandola dalla prigionia impostale da quella finanziaria, sperando poi che a un livello ancor superiore – da quello europeo in su, per intenderci – si riesca a combattere l’altra guerra epocale, ovvero quella contro la speculazione sulle materie prime mondiali che rischia più di tutto il resto di rendere la vita degli uomini sul pianeta un inferno, altro che crisi economica! Ma per ora fermiamoci qui…

Dall’insostenibilità sociale delle ricette neoliberiste e dalle drastiche cure che queste propongono se ne esce solo costruendo una nuova sostenibilità sociale che non può non essere anche ecologica e delle risorse, ma questo significa un cambiamento di paradigma che, se non è rivoluzionario, non può comunque essere né liberista né politicamente conservatore.

Finita l’effimera epoca dell’abbondanza, bisognerà lavorare per rendere attraente la nuova epoca della parsimoniosa condivisione delle risorse e quella del pianeta con gli altri esseri umani (e con le specie non umane).

Alessandro Farulli

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Beppe Grillo e M5S, sospetti e speranze per un cambiamento ormai necessario…. il parere dei “nostri”

Sul “fenomeno Grillo” aleggia un sospetto che ci siano dietro progetti a lunga scadenza ideati dalla Casaleggio Associati, che ha legami occulti internazionali, i quali, in breve, mirerebbero alla manipolazione di un vasto fronte di dissenso popolare, causato soprattutto dal graduale impoverimento della nazione e dal servaggio usurocratico internazionale, in modo che questo dissenso, sia comunque in qualche modo controllato e condizionato e magari incanalato in favore di certe strategie futuriste di rete e di “economia digitale”.

Ora questa ipotesi, chiamiamola “complottista”, potrebbe avere un fondamento e la presenza di Giandomenico Casaleggio dietro Grillo è evidente, ma resta per ora alquanto fumosa e comunque non pienamente provata. In ogni caso progetti mondialisti, sia pure di diversa natura, sono altrettanto presenti dietro tutti i partiti tradizionali.

A mio parere in questo momento è inutile a starsene a preoccupare troppo.

Il Movimento 5 Stelle di Grillo è il solo che ha una concreta possibilità di conseguire un certo successo elettorale e far eleggere un consistente numero di parlamentari. E’ una constatazione realistica che ai diretti interessati può non piacere, ma è evidente e concreta.

Le contestazioni elevate da Grillo a tutti i partiti tradizionali, destra, centro e sinistra, sono sacrosante ed in ogni caso TUTTI i partiti tradizionali, sono corresponsabili dallo sfascio della Nazione, della sua totale perdita di sovranità, della liquidazione di ogni forma di Stato sociale. E da ultimo sono responsabili della consegna del potere politico esecutivo nelle mani dei banksters. Con la Seconda Repubblica il numero dei cosiddetti “ex consulenti bancari”, neppure tanto ex, che in qualità di tecnici si sono introdotti negli entourage governativi, se non addirittura nella presidenza del Consiglio, vedi Amato, Ciampi, Prodi e da ultimo Monti, è cresciuto esponenzialmente facendo impallidire la vecchia osservazione che “i ministri sono i camerieri dei banchieri” volendo in tal modo indicare il controllo occuluto dell’Alta Finanza verso i governi. Oggi questo controllo è diventato “diretto”.

Tutto questo per dire che è necessario, anzi indispensabile, liquidare in qualche modo, tutta la vecchia classe politica, rottamarla.

Il Movimenti di Grillo, nonostante tutte le riserve che si possono avanzare, potrebbe avere questo ruolo di “rottura”.

Del resto basta osservare i comizi, le adunate sezionali, i party e altro che i partiti tradizionali, tutti: di destra, centro e sinistra, organizzano per i loro scopi elettorali, in cui si vede che la gente che vi partecipa sono tutti potenziali “papponi”, è gente oramai che frequenta questi partiti, dietro un generico substrato ideale progressista o conservatore che sia , ma sostanzialmente per scopi personali, sperando che vinca il suo partito in modo da sistemare qualche affaruccio, da racimolare qualche raccomandazione. Uno schifo generalizzato.

I frequentatori ai comizi di Grillo, invece, e l’ultima adunata di piazza S. Giovanni a Roma, lo ha reso evidente, sono costituiti, magari da curiosi o da persone entusiasmate sul momento dal “fenomeno Grillo”, ma non presentano quei ripugnanti intenti “interessati” che oramai costituiscono la sostanza di TUTTI i partiti tradizionali. E questo, almeno per ora, ha una sua valenza.

Per quanto riguarda invece un ruolo di “ricostruzione”, purtroppo ci sono molti dubbi che possa seriamente attuarsi, ma non tanto nel Movimento di Grillo, in particolare, ma in quanto la nostra società, oramai legata in tutti i sensi al sistema europeo, subordinata ai grandi Istituti e Organismi mondialisti, quindi sotto ricatto internazionale, e per di più, saldamente inserita nel sistema Atlantico, con tutto il corollario di Servizi e Intelligence che la controllano, difficilmente potrebbe sottrarsi a questi legami. E questo riguarda ogni movimento antagonista non solo Grillo.

La odierna società, a consumismo avanzato, dove i mass media hanno un enorme potere, quasi onnipotente, di fare e disfare l’opinione pubblica, creare scandali e creare “mostri”, fa si che chi controlla i mass media, chi ha grandi mezzi finanziari, chi ha in mano i Servizi di prevenzione, intervento e manipolazione, può vanificare e corrompere ogni pur genuino tentativo di riscossa nazionale. In un certo senso, il “risucchio” nel Sistema è già successo con Rifondazione Comunista, con la Lega, tutti movimenti, oltretutto con dietro le spalle certe tradizioni politiche e sociali non indifferenti, che una volta raggiunto un certo successo ed eletti anche svariati parlamentari e Consiglieri negli Enti locali, sono stati in poco tempo invischiati nell’andazzo generale, in una consuetudine fatta di inciuci, raccomandazioni, manipolazione e altro che la moderna democrazia presenta al suo interno.

INSOMMA P’ER CONCLUDERE.

Bisogna partire dal presupposto che, comunque ci si astenga dal votare e il segnale di un forte astensione è sempre positivo (anche se poi i partiti se ne fregano), in ogni caso qualcuno sarò pur eletto, qualcuno risulterà pur vincitore e sconfitto.

Con questa semplice considerazione ritengo positivo che il Movimento di Grillo possa conseguire un forte successo.

Maurizio Barozzi

………………

Commento: “Se 5 antichi cardini vengono assunti da chi oggi s’impegna a “spazzare via tuttto”, pur attendendo la attuazione concreta, è opportuno, e bene, considerare “chi” ciò propone!
E, in seguito, suggerirgliene altri!
Chi scrive, il 26 febbraio 1997, insieme con Giacinto Auriti, “suggerì” alcune basi al signor Beppe Grillo, continuando – se pur con poca costanza – nel “suggerimento”.
Meglio il Grillo di oggi, che i furfanti patentati, e incalliti, che da 67 anni hanno demolito l’animo corretto degli Italiani! Antonio Pantano”

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Beppe Grillo e le verità su israele che non piacciono agli ebrei sionisti

Sul sito “ebraismo e dintorni” si sono lamentati per le dichiarazioni antisioniste pronunciate da Beppe Grillo durante un’intervista rilasciata la scorsa estate a Menachem Gantz, corrispondente del quotidiano Yediot Aharonot, e non avrebbe potuto essere altrimenti.

Il comico genovese, prestato alla politica e leader del Movimento 5 Stelle, si è “scagliato a ruota libera contro lo Stato ebraico e ha intessuto invece sperticate lodi per il suo nemico numero uno: l’Iran.” (parole loro).

Secondo Grillo non è un problema che il presidente iraniano Ahmadinejad proceda nell’arricchimento dell’uranio. Grillo dice: “Non penso che voglia davvero smantellare lo Stato ebraico: lo dice e basta”, visto che, sempre secondo Grillo, l’Iran “si sente sotto attacco perché gli sono stati ammazzati scienziati nucleari ed è stato preso di mira da virus informatici” (e di tutto ciò chi è responsabile, se non Israele?).

Inoltre il comico ipotizza che le parole del leader iraniano non siano ben tradotte, infatti, “anche quando uscivano i discorsi di Bin Laden, mio suocero iraniano – la moglie di Grillo è l’iraniana Parvin Tadjik – m’ha spiegato che le traduzioni non erano esatte…”. 

E secondo Beppe Grillo, sempre a detta di “ebraismo e dintorni”, dietro a tutti i malanni c’è sempre la solita “lobby ebraica” che controlla l’Europa riguardo “tutto quel che sappiamo su Israele e Palestina”, attraverso la celebre agenzia internazionale Middle East Middle Media Research Institute (MEMRI), dietro alla quale “c’è un ex agente del Mossad”. E Grillo cita come prova di quanto asserisce il fatto che l’ex sindaco di Londra, Ken Livingstone, abbia usato traduzioni “indipendenti”, che avrebbero dato risultati completamente diversi sulla questione mediorientale.

Insomma le idee di Beppe Grillo sullo Stato ebraico non sono affatto apprezzate dai sionisti, come spiega il giornalista Menachem Gantz: “Grillo sottolinea che Israele è dietro a molte decisioni USA, che noi italiani siamo sotto occupazione dell’America, colpevole di parte della crisi economica europea”.

Grillo conclude l’intervista affermando che “parlare d’Israele è un tabù, come parlare dell’euro: appena lo tocchi, subito ti dicono che sei antisionista e razzista”.

Sarà vero quel che dice Grillo o quel che dicono i sionisti di “ebraismo e dintorni”? Ovvero che gli ebrei sono democratici innocenti vittime del terrorismo musulmano e che non è vero che le finanziarie ebree controllano l’economia mondiale?

Staremo a vedere cosa succede dopo le elezioni del 24 e 25 febbraio 2013… Se Grillo viene fatto secco dalle lobbies sioniste significa che aveva ragione lui, se invece viene lasciato libero di vivere e prosperare, senza ritorsioni di sorta, allora avranno ragione loro…

Paolo D’Arpini

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