Siria – Comunione di intenti fra il governo della Cina, governo di Assad ed il patriarca cristiano di Damasco, Gregorio III, che inoltre fa un appello per interdire l’invio di armi ai ribelli…

La Cina chiede l’apertura immediata di colloqui interni in Siria in base agli accordi di Ginevra, raggiunto dalle potenze mondiali, ha detto oggi a Mosca ministro cinese degli Affari Esteri Yang Jiechi.
Cina chiede l’apertura immediata di colloqui interni in Siria in base agli accordi di Ginevra, raggiunto dalle potenze mondiali, ha detto oggi a Mosca ministro cinese degli Affari Esteri Yang Jiechi.
Cina invita tutte le parti a cessare la violenza e avviare colloqui il più presto possibile, adottare un atteggiamento flessibile e pragmatico su questioni quali la progettazione di una tabella di marcia per la transizione politica in Siria e l’istituzione di un organo di governo transizione, Yang ha detto ai giornalisti dopo un incontro con il suo omologo russo Sergei Lavrov.
La Cina spera che una soluzione accettabile può essere raggiunto in termini generali per riflettere appieno la volontà del popolo siriano e il paese del Medio Oriente vittime della guerra per ripristinare la pace e la stabilità a breve, ha detto il ministro.
Cina si oppone fermamente tutte le forme di terrorismo nella regione del Medio Oriente e si rammarica per le tante vittime civili profundamene l’ultimo attentato dinamitardo a Damasco, ha detto. Ha anche espresso preoccupazioni della Cina dagli attacchi stranieri in missioni diplomatiche in Siria.
Un attentato ha ucciso almeno 53 persone e il ferimento di molti altri il Giovedi, nel centro di Damasco. Essa ha danneggiato anche gli edifici nelle vicinanze dell’ambasciata russa.
Il capo della diplomazia cinese ha detto il suo paese creduto che lo scopo ei principi della Carta delle Nazioni Unite e le norme che regolano i rapporti internazionali dovrebbero essere rispettati e osservati al momento di affrontare le grandi questioni globali e regionali.
Il conflitto siriano, che è durato 23 mesi, ha lasciato più di 70.000 morti, secondo i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
(Segnalato da Pepe Torres)

La risposta del governo siriano: “Il governo del presidente Bashar al Assad è pronto a parlare con tutte le parti, gruppi armati compresi, intenzionate a dialogare per mettere fine al conflitto in Siria. Lo ha assicurato il ministro degli Esteri di Damasco, Walid al Muallem, in apertura dei colloqui a Mosca con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. “Siamo pronti per il dialogo con tutti quelli che vogliono il dialogo, compresi quanti imbracciano armi”, ha detto Muallem nel corso dei negoziati di Mosca con Lavrov, che ha avvertito che non esiste “un’alternativa accettabile” a una soluzione politica e che un ulteriore spargimento di sangue rischia di provocare il collasso della Siria” (fonte:TMNews)

Appello per interrompere l’invio di armi ai ribelli assassini – “Si fermi l’invio di armi in Siria”: appello di Gregorio III:
“Ci appelliamo al mondo intero perché si blocchi l’invio di armi in Siria”. È l’appello lanciato, in una dichiarazione inviata all’Agenzia Fides da Sua Beatitudine il Patriarca greco cattolico Gregorio III Laham all’indomani delle esplosioni in un quartiere di Damasco.
Il documento ricorda che il 21 febbraio tre esplosioni successive nel quartiere Mazraa della capitale siriana hanno provocato 53 morti e 235 feriti e gravissimi danni materiali “in particolare ad una scuola e ad un ospedale”.
“Chiediamo alla comunità internazionale e ai Paesi più importanti del mondo di sostenere la Siria negli sforzi di dialogo, per arrivare ad una soluzione diplomatica della crisi” afferma il Patriarca.
“Lanciamo dal profondo del nostro cuore, un grido alla coscienza del mondo interno, ai dirigenti degli Stati, in particolare dei Paesi arabi, e delle istituzioni internazionali, ai militanti pacifisti, a Sua Santità il Papa e agli Episcopati del mondo cristiano” continua il messaggio. “Li supplichiamo di ascoltare la nostra voce e le sofferenze del popolo siriano. Nessuno ha il diritto di discolparsi e di negare la sua responsabilità di fronte al massacro, alle distruzioni, alle esplosioni, alle violenze, né di fronte all’odio e al rancore tra i figli della stessa patria”.
Gregorio III Laham si rivolge infine a Stati Uniti e Russia perché “proseguono i loro sforzi sinceri per il dialogo ed una soluzione politica e globale” e “a Sua Santità il Papa e ai responsabili della Santa Sede Apostolica di Roma, perché lancino un’iniziativa diplomatica della Chiesa cattolica basata sulla sua influenza spirituale mondiale”. (L.M.) (Agenzia Fides 25/2/2013)

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