Archivio di giugno 2012

Non-resoconto dell’Incontro Collettivo Ecologista del solstizio estivo 2012 (prima parte)

Care, cari,

son qui sotto una tettoia di plastica e metallo del bus stand di Macerata. L’afa è tanta.. ma anche questa al fine è fatta: l’Incontro Collettivo Ecologista is over!

Mi sono liberato anche di questa karma pesante e gioioso allo stesso tempo. Il 22, 23 e 24 giugno sono stato ad Aprilia, in “culo al mondo”, nel campo del vetiver di Benito Castorina. Lo scopo? Mantenere una promessa e porgere i miei omaggi e saluti ad alcuni amici vecchi e nuovi. Fatalità, com’era prevedibile, si è parlato e si è praticato assieme il bioregionalismo, l’ecologia profonda e la spiritualità laica. Uffah!

State ora leggendo un non-resoconto poiché qui col caldo, ed una stanchezza che non provavo dalla notte dei tempi, non sento di voler scrivere alcunchè di sensato.. solo sensazioni e flash di immagini vissute.

Ho chiesto una penna in prestito a due ragazze punk maceratesi che come me aspettano un autobus, non so quale non so per dove…

Ad un certo punto per andare ad Aprilia sarei dovuto partire da Treia a ridosso della manifestazione in compagnia di Lucilla o di Umberto… ed invece no! Non sarebbero venuti anche se ancora non lo sapevo quando si manifestò il karma che mi competeva.

A volte bisogna far attenzione a ciò che si dice. Diversi mesi fa, eravamo ancora in inverno, avevo promesso agli amici di Agribio E.R. Che sarei stato con loro per festeggiare il solstizio estivo. Insomma è avvenuto che a metà giugno spinto da un irresistibile destino e dal desiderio impellente di riabbracciare la mia amata Caterina ecco che mi son trovato imbarcato su un treno per Bologna, per buona grazia di Valeria, e lì in piazza c’era Caterina ad attendermi per farsi abbracciare e per abbracciarmi.

Ovvio che a quel punto son rimasto in Emilia per aspettare la venuta di Sonia che doveva svolgere una perlustrazione erboristica in quel di Rastellino il 19 ed il 20 giugno sono stato a Vignola da Maria per festeggiare il giorno quasi più lungo, mangiare leccornie ed ascoltar musica popolare dal vivo. Bella festa!

L’indomani ce la siamo presa comoda, sapendo che io e Caterina saremmo partiti assieme per Aprilia. Invece no! La email di Daniele ha cambiato tutto… Lui partendo da Piacenza avrebbe potuto darmi in passaggio passando da Modena e voilà la mattina del 22 giugno mi son trovato catapultato su un furgonato a gas, in compagnia di Daniele, la sua non-compagna madre di suo figlio (con figlio al seguito), in lenta discesa verso il Lazio. Viaggio ben corroborato da discorsi spirituali e dietetici, caldo asfissiante e velocità ridotta. Usciti dall’autostrada a Roma gira che ti rigira ci siamo smarriti sul GRA, sommersi dal traffico dei pendolari che rientravano dal lavoro, cercando senza trovarla via Anagnina e cercando di interpretare le “precise” indicazioni forniteci da Benito, belli disperati, accaldati digiuni incazzati, senza darlo a vedere, insomma sotto sballo. Ma un santo, sicuramente San Giovanni, vegliava su di noi, gira che ti rigira ecco che riesco a scorgere una freccetta azzurra piccola piccola con su scritto “Anagnina”. Malgrado avessimo già superato il bivio Daniele impavido ha fatto un pezzo di marcia indietro e l’abbiamo imboccata…

Ci è sembrato di rivivere l’allegria nel furgonato era allle stelle…. e le difficoltà ulteriori degli ultimi 50 kilometri di viaggio ci sono sembrate quelle di una avventura a Disneyland. Ed accoci dopo peripezie e speranze di volta in volta nutrite e svanite alfine giungere dove dovevamo andare -“in tanta malora”- nel campo del vetiver.

Sole brillante e bollente malgrado il tardo pomeriggio, stralunati, vaganti, siamo entrati infine nel luogo dell’incontro (o meglio fuori dal cancello). Appiedati per gli ultimi duecento metri un po’ rasserenati per aver indovinato la strada abbiamo visto che lì ad attenderci c’erano già alcuni coraggiosi, guidati da Riccardo, maestri e maestre di arrivi, e di cui più avanti vi dirò…

Risaliti al cancello scaricati i bagagli a mano ed in carriola mi son ritrovato a guardarmi attorno per decidere sulla mia sistemazione notturna. Alcuni avevano già optato per la tenda, visto che la disponibilità di letti era modesta (due stanze un soppaco e una cucina) e molte le persone da ospitare, fra cui donne bambini ed anziani (nel senso più anziani di me) su due piedi ho deciso anch’io di montare la tenda che Caterina mi aveva prestato (per ultima ratio). Dopo 40 anni di incompatilità con le tende mi trovo alquanto impacciato nell’opera di edificazione. Per fortuna un volenteroso professore ed un bambino mi aiutano (pur anch’essi non avendo mai montato una tenda) e gli sforzi congiunti danno un buon risultato. La tenda è eretta ma lì mi avvedo del pezzo mancante, il telo di sopra, senza il quale l’igloo è una semplice zanzariera con fondo plasticato. Allora mi rendo conto di non poter trascorrere la notte in quel riparo così malsicuro. Anche perchè si è già alzato un forte vento e la temperatura è bella che scesa e si prevede che scenderà ancora e dal cielo stellato scenderà la benefica (per le piante) rugiada notturna.

Mi trovo alquanto stordito ed indeciso, poiché non ho nemmeno una coperta. Allora prendo a vagare nel compound in cerca di una ispirazione o di un riparo alternativo. Le stanze in casa sono già tutte sovraffollate, ci sarebbe un divano in cucina e decido che per me va bene e ne prenoto l’uso. Poi torno alla tenda per raccattare le mie cose ma mentre torno -miracolo- noto un piccolo garage magazzino laboratorio, per curiosità ci ficco il naso dentro, puzza di gasolio e simili, ma il pavimento è ben piastrellato e c’è spazio sufficiente per coricarsi a terra..

Immantinenti opto per questa nuova sistemazione, vado a cercare una stuoia ed un materassino, pulisco per terra, riordino e benedico, ed ecco che nel giro di un’oretta ho sistemato la mia reggia. Scopro che nello sgabuzzino interno c’è pure un minuscolo servizio, un po’ ingombro di gomme d’auto, attrezzi, bidoni, ed altre cianfrusaglie, e riesco a mettere a nudo un cesso, un lavandino ed un bidet con qualche rottura qui e lì, ma funzionanti. Sono proprio fortunato, non è più un garage magazzino laboratorio è una casetta romantica che tutti gli altri ospiti mi invidiano.

Nel frattempo -nel bus stand di Macerata, le ragazze punk debbono partire e mi fanno capire di aver bisogno della penna, che restituisco. Ma ormai ho cominciato a scrivere e non demordo mi faccio un giro finché riesco a farmene prestare un’altra da una signora caritatevole e posso continuare il racconto.

Finalmente sistemato posso dedicarmi alla mia toeletta personale, sudato e sporco come sono, sento il bisogno di una doccia che spero di poer fare nel bagno comune della casa. Ma debbo accontentarmi di lavarmi con il sistema indiano, con un secchiello, perché la manopola della doccia è rotta. Comunque rinfrescato e pulito….

Ma qui anche la seconda penna se ne va… e decido di continuare a scrivere con una pennetta di estrema riserva che avevo messo nella tasca della mia borsa, è un po’ scarica e la scrittura necessita di ricalcature ma funge… ho ancora da aspettare oltre un’ora e mezza per il bus che va a Treia… a da passà il pomeriggio e scrivendo passa meglio.

Tornando al campo del vetiver finalmente vado a salutare quelle persone a modo che aspettavano che io finissi tutti i miei preparativi. Ospiti eccezionali che hanno preparato ogni ben di dio per darci accoglienza. Tavoli apparecchiati all’ombra della sera con sopra torte e tortine, frittate, crostate, biscotti, acqua di sorgente frizzantina,albicocche, prugne, visciole a cui aggiungo i due boccioni di vino delle Marche che l’amore mio Caterina mia aveva dato come contributo per l’Incontro. Ma prima di passare alle gozzoviglie la maestra Lorella ci ha invitati tutti a partecipare alla cerimonia di fondazione del luogo, con il posizionamento del palo sacro per l’individuazione delle direzioni come insegnato nell’antico sistema romano.

Al termine del rito abbiamo pasteggiato al lume di candela in piedi, soddisfacendo così il nostro bisogno di cose concrete. Ed io mi sono bevuto almeno un litro d’acqua frizzantina naturale. Dopo il prasad bioregionale altra cerimonia per riconoscere le stelle ma il mio sguardo era fortemente attratto dalla falce rossa della luna crescente sulla quale mi sono soffermato lungamente. Con questo la prima giornata è ben terminata e soddisfatto mi sono ritirato nella rimessa, sdraiato sulla stuoia un po’ dura al lume del moccoletto antizanzare (anch’esso dono di Caterina) leggo mentalmente lo Shiva Manasa Puja.

Avvoltolato in una serie di magliette, camicia e maglioncino leggero (portato per ”un non si sa mai” altamente previdente) e coperto da tutti i miei scialli indiani. E mi addormento malgrado il freddo.
L’indomani mi desto arzillo di buon’ora e prendo confidenza con la cucina (che non abbandonerò mai per tutti i giorni di permanenza) facendomi un teuccio e sgranocchiando qualche trancetto di crostata della sera prima.

Pian piano anche gli altri si svegliano e la seconda giornata inizia per tutti. Dopo colazione ci si coordina sulle cose da fare. Alcuni si dedicano al lavoro di pulizia del campo ed al montaggio di un forno a legna, che purtroppo non sarà mai pronto… mentre altri decidono di fermarsi in cucina per preparare assieme a me il pranzo. Meglio che tutto sia pronto in modo che dopo lo sharing che inizia alle 10 e dura sino alle 13 non ci si debba affannare a preparare da mangiare. Menù: panzanella, dhal, patate e erbe di campo, insalata ed altre cosette sfiziose.

A questo punto forse qualcuno si interrogherà su quanto è stato detto durante l’incontro, a cominciare da questa prima sessione di condivisioni di esperienze e pareri sulla pratica bioregionale. Resterà deluso, non dirò nulla di ciò (almeno per ora) sperando che qualche anima pia lo faccia come pegno d’amore per il gruppo e per la causa (Aha aha ah). Continuando, nel pomeriggio del 23 giugno i più goliardici rinunciano al riposino e decidono di andare a fare un tuffo al mare ovviamente non mi sono unito al gruppo, anche perché devono arrivare nuovi ospiti, fra cui Luisa, Paola, Ciro, Giulietta, Carlo, Franco, Caterina mia figlia con nipotini.. e diverse altre persone che approfittano della mia discesa ad Aprilia per venirmi a salutare (ed a farmi gli auguri di compleanno). Inoltre c’è da preparare e pulire la spianata ove si farà il fuoco, sistemare il focolare, predisporre gli ingrediente per la preparazione dell’acqua di San Giovanni (con varie erbe aromatiche e fiori di stagione), raccogliere la legna secca, preparare la cena, oltre ovviamente a predisporre il cerchio per il secondo sharing pomeridiano.

Tutti intorno nel prato davanti al palo della fondazione siamo una trentina e forse più, molti venuti da parecchio distante, soprattutto ho notato la forte presenza di siciliani. La sera attorno al fuoco sacro danziamo in cerchio e cantiamo al suono del tamburo sciamanico suonato da Nevio e della chitarra suonata da Stefano. Il nostro spirito è indomito..

E qui giunge la corriera che mi porterà a Treia da Macerata, interrompo la narrazione, forse la riprenderò domani, chissà…?

Paolo D’Arpini (25 giugno 2012)

…………..

Comemnto di Luigi Crocco: “Caro Arpinio,

ho letto il viaggio , ma tra penne e pennini spuntati e al cancello affamato, disperato e assetato scrivere che hai scaricato dalla cariola i bagagli per trovar nel campo una tenda o nel rustico un posto per dormire con la doccia mal funzionante ecc. Mi sono preoccupato , ma a Vertier non vi era un albergo o anche una stella , che ti voleva disperatamente?

Anche per corregere quello che hai modificato sulla mia ” Mii sono perso a Verona sul educazione non solo di Monti ma pure del On. Borghesi vicepresidente de IDV docente di economia di sviluppo alla piccole e medie imprese , essendosi scusato in ritardo dopo un mese , anche per sottintendere che, il mio progetto a finanziar x milioni di piccole e medie imprese + medi salari a favore di x-n milioni di bassi salari a diminuirgli il costo del lavoro INPS .anche a lui per educazione , non gliene frega niente . Ma, mi sono arrabbiato e ho scritto al Europa Direct per sapere quando il mio progetto andrà al Esame della commissione , ma ho paura che l’abbiano archiviato non disponendo di un milione di cittadini che chiedono di applicarlo anche pechè non ho un partito di tanta forza che mi sostenga. Morale? A terra!

Ma nel prossimo anno consiglio per il tuo viaggio non nella bassa veronese tra il caldo le zanzare e l’afa , ieri sera a Verona 83 % bensì il parco della Lessinia o S. Giorgio di momtagna 1700 m.

E dalla vetta , la mia ultima speranza…” (luigi.crocco@gmail.com)

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Senza sovranità monetaria si muore… “Paghiamo il 5% di interessi sul valore nominale sulla cartamoneta emessa al posto dello stato dalle banche private (BCE e Bankitalia)

“Ci sono due modi per conquistare e schiavizzare una nazione. Uno è con le spade, l’altro è con il debito” John Adams, 2° Presidente Usa. Partiamo da questa frase per vedere per un attimo il mondo con un altra prospettiva Siamo dentro la terza (o quarta se ci mettiamo dentroquella fredda ) mondiale in atto e non ce n’è accorgiamo. Ci aspettavamo una guerra alla vecchia maniera, ecco perché non riusciamo a vederla.

Infatti oggi la spada non viene più usata in maniera plateale e planetaria, ma su singole sovranità che ancora resistono al potere mondiale. Per sottomettere un popolo ci sono diversi modi ma certamente il più raffinato e quello di indebitarlo. Un popolo indebitato, automaticamente è un popolo insicuro, depresso e demoralizzato e finisce per fare il servo. La guerra in atto non è comprensibile perché viene combattuta con armi a noi sconosciute (per la grande maggioranza). Questa guerra, per noi italiani, passa per tante tappe, la prima fatalmente, almeno dall’ultima guerra, è la “liberazione dell’Italia da parte degli alleati” e la prima domanda è la seguente: quanto ci sta costando questa liberazione? Quanti conoscono i vincoli del “trattato di pace”?

Purtroppo ancora stiamo pagando il conto e questo conto è sempre più salato. Sarà il caso di “liberarsi dei liberatori”. Non è diventata troppo pesante questa libertà per essere ancora chiamata libertà? Pian piano con diverse tappe ne ricordiamo solo quattro: 1981/82 divorzio di Bankitalia dal Ministero del tesoro, 1992 completamento della privatizzazione di Bankitalia, 2000 abolizione della abolizione del Glass-Steagall, 2001/2 entrata nella moneta strozzina dell’Euro attraverso i trattati, siamo diventati completamente schiavi, e se non fermiamo il treno con il pareggio di bilancio e il MES sarà un sacrificio umano continuo (tra suicidi e morti per povertà e mala sanità).

Una volta prima si dava mangiare ai figli poi si pensava a tutto il resto, oggi prima si deve riconoscere l’usura al banchiere, poi viene tutto il resto. Ogni cosa che si faccia in Europa, il 5% va al banchiere (e senza contare il resto sui crediti bancari delle commerciali). Ogni bicchiere d’acqua che si beve, ogni malato che si guarisce, o muore, ogni strada che viene fatta (se viene fatta) ogni caffè che si beve, ogni cosa che usi l’euro, paghiamo il 5% al banchiere senza arte ne parte (dalle mie parti si chiama pizzo). Se non è uno stato di schiavitù non so come altro definirlo.

Il pareggio di bilancio poi di fatto sarà l’ennesima dimostrazione, di schiavitù, in cui una regola economia (tra l’altro impostaci dai signori tedeschi) sopprime ogni necessità umana, si antepone il tecnicismo all’umanesimo. Una follia di questo sistema economico, ma sopratutto monetario, che ci hanno imposto. Il sistema monetario va riformato urgentemente prima che succeda il peggio. Il problema è che il banchiere non è disposto ad accettare una riforma che gli toglie il potere (e che potere), quindi preferisce la guerra che resetta gli stati, brucia i libri contabili, elimina un po’ di poveri (inutili), e sopratutto crea nuove condizione di ripresa e ricostruzione.

Se l’uomo è immagine di Dio, ci sarebbero diverse considerazioni da fare ma sorvoliamo. Poiché il sistema è saltato, la FED praticamente oramai stampa illimitatamente, contro un Euro che invece ancora vuole perseguire una politica antiflattiva, ma che porterà a scenari catastrofici (distruzione dello stato sociale, aumento della povertà, perdita della produzione, perdita di lavoro, perdita della cultura, perdita di ricchezza, perdita di industrie ecc). “Non si può morire di euro”. Quante bugie sono state dette (Prodi e company) ai popoli che hanno recepito l’euro. Il problema è sempre lo stesso l’ignoranza totale della popolazione, sull’emissione monetaria.

In una ipotetica riforma monetaria non basta che lo stato si riappropri della sovranità monetaria, sono necessarie altre attività che ne difendano tale diritto. La sovranità monetaria è strettamente correlata all’autodeterminazione dei popoli, una popolo senza sovranità monetaria è costretto a mendicare ed umiliarsi. Quindi se non si vuole perdere tempo e soprattutto no si vuole prendere i i giro il popolo contemporaneamente è necessario cambiare la costituzione aggiungendo il quarto potere “non delegabile” (appunto quello dell’emissione monetaria), con un ulteriore articolo di protezione, che suoni più o meno cosi: “Chiunque modifichi questo articolo è da considerarsi traditore della patria e va arrestato immediatamente”.

Non basta ancora è necessaria una campagna di istruzione in tutte le scuole di ogni ordine e grado e specializzazione, sulla tecnica di emissione monetaria si badi bene non di economia ma di “tecnica di emissione monetaria” ossia come nasce il denaro come si crea, non come si usa ma come viene emesso. Tale materia dovrebbe essere obbligatoria in tutte le scuole. Completano una campagna di informazione attraverso i media a tutti gli altri. Il diritto deve essere anche sorretto da una consapevolezza popolare, spesso infatti si hanno delle leggi ingiuste proprio perché non sono sorrette da una conoscenza e da una comprensione del popolo.

Anche Silvio Berlusconi comincia a parlare di moneta sovrana, ma sta pian piano testando il consenso popolare, oltre che interferenze varie, non dimentichiamo che anche lui se pur piccolo è un banchiere. Conosce perfettamente la dinamica della moneta debito, e certamente lo si può accusare di non essersi accorto prima dello scempio dell’euro, ma come si sa in politica è sempre tutto un gioco di compromessi. Ora la butades di Berlusconi sulla “moneta sovrana” è da interpretarsi in varie maniere, certamente vista la crisi come argomento è un buon cavallo di battaglia. Lo stesso Tremonti più di una volta ha fatto delle esternazioni in cui se vogliamo preparava il terreno, ma la massa popolare, per intenderci quella che non ragiona ma aspetta sempre che qualcuno ragiona per lei, potrebbe seguirlo in questa nuova avventura, non certo come prima, e comunque con molti dubbi dopo quasi oltre quindi anni di governo. La situazione internazionale peggiora di giorno in giorno qualcuno vedendo il sistema monetario (a debito) agli sgoccioli (come e peggio del 1929) sta spingendo verso la soluzione più vecchia che si conosca, la guerra.

Non è bastato la distruzione dell’Irak e della Libia (stati sovrani) adesso vogliono distruggere anche la Siria, si spera solo che la Russia non faccia lo stesso errore che ha fatto con la Libia e ponga il suo veto. C’è già una nuova guerra fredda dove si tanno misurando le forze, gli equilibri, le alleanze (Cina, India, Brasile) e speriamo bene.

Il voto in Grecia è francamente incomprensibile, si sono praticamente dati l’eutanasia, ma del resto i padroni del mondo attraverso i media e i polarizzatori di consenso sono abili plagiatori delle masse, sempre che non ci siano stati brogli, non ci è dato sapere, questa condizione, quindi, non fa altro che allungare di poco il tempo di strozzinaggio ed incameramento di beni da parte “loro” attraverso le svendite dei beni pubblici degli stati più deboli tra cui l’Italia.

Un ultima nota sulle guerre democratiche dei padroni del mondo; Ron Paul un parlamentare americano ha fatto presente nel suo discorso il 19 giugno scorso che gli usa da troppo tempo (1950) attaccano stati “sovrani” con le più svariate scuse senza il consenso del congresso americano il che è tutto dire per un paese che esporta democrazia.

Giuseppe Turrisi

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Nuovo P.C.I.: “Allargare e rafforzare le lotte e le proteste! – La costituzio​ne del Governo di Blocco Popolare allevierà subito le difficoltà più gravi e sarà anche la via più diretta all’instau​razione del socialismo​!”

Governo di Blocco Popolare! Questa deve essere oggi ovunque la principale parola d’ordine!
Allargare e rafforzare le lotte e le proteste! Ogni protesta, ogni manifestazione e anche lo sciopero generale devono contribuire a diffondere e rafforzare l’organizzazione delle masse popolari!

La costituzione del Governo di Blocco Popolare allevierà subito le difficoltà più gravi e sarà anche la via più diretta all’instaurazione del socialismo!

L’esito delle elezioni in Grecia e in Francia, le manovre promosse dagli imperialisti USA ed europei e dai gruppi sionisti d’Israele per aggredire la Siria e l’Iran e ostacolare il progresso dell’Egitto, l’arresto di una quantità crescente di attività produttive in Europa con la crescita del numero dei disoccupati e dei precari, le iniziative contraddittorie e convulse delle istituzioni e dei vertici dell’Unione Europea e del resto della comunità internazionale presieduta dal governo di Washington e benedetta dal papa di Roma, ogni avvenimento insomma conferma giorno dopo giorno che prosegue inarrestabile su scala mondiale lo sconvolgimento dei sistemi di relazioni sociali dei singoli paesi e del sistema di relazioni internazionali prodotto dalla crisi del capitalismo.

I governi emanazione della borghesia imperialista e del clero usano la crisi come un incubo e uno spauracchio per aumentare la disperazione e seminare panico tra le masse popolari perché si rassegnino alle misure che essi impongono. Ma la crisi non è solo un cataclisma che genera nuove sofferenze alle masse popolai. È anche il collasso del vecchio mondo di oppressione, sfruttamento, crimini e sofferenze. Le masse popolari ne devono approfittare per costruire il nuovo mondo e il comunisti le devono mobilitare, organizzare e guidare a farlo.

Le misure prese dai vertici del sistema imperialista mondiale non pongono fine alla crisi, ma aumentano la miseria di tanta parte delle masse popolari e la precarietà della loro esistenza e convergono a fomentare la mobilitazione reazionaria che contrappone in ogni paese parti delle masse popolari tra loro e ogni paese agli altri in una gara di concorrenza e competizione a stare a galla a spese degli altri. Sono misure di miseria e di guerra. Bisogna impedirne l’applicazione e trasformare l’indignazione contro di esse in organizzazione e mobilitazione per costituire un governo popolare d’emergenza.

I governi della borghesia imperialista e del clero nascondono la loro impotenza a porre fine alla crisi dietro appelli retorici e generici a una ripresa e addirittura a una crescita delle attività produttive che non cessano di tagliare e la cui crescita d’altronde non farebbe che aggravare la devastazione dell’ambiente e il saccheggio del pianeta che sono un’altra faccia della crisi.

La Giunta Monti-Napolitano si distingue tra di essi solo per l’incongruenza delle sue misure e il dilettantismo dei suoi membri. La creazione degli “esodati”, l’abbandono dei terremotati alle dispendiose peregrinazioni del Papa, l’uso crescente della polizia e dei carabinieri in servizio di ordine pubblico contro le proteste delle masse popolari, sono le dimostrazioni più palesi dell’impotenza e del carattere criminale di questo governo e dei politicanti (PD, PdL, UDC) che ne permettono l’esistenza. La destra sindacale (Camusso & C) per diluire e disperdere l’opposizione delle masse popolari all’abolizione dell’articolo 18 e delle pensioni e non perdere seguito moltiplica le vertenze. Noi dobbiamo approfittarne per allargare la mobilitazione tesa a costituire il GBP!

Una catastrofe incombe sul nostro paese e nessuna misura presa dalla borghesia imperialista, dal clero e dalle loro autorità farà fronte ad essa. La crisi mondiale in cui siamo coinvolti è di natura tale che risolverla non è in loro potere. Esse sono solo un ostacolo alla soluzione. Con le loro manovre e contorsioni possono solo accelerarne il corso e ostacolare la soluzione. Di certo non possono essere loro i promotori della soluzione. Solo le masse popolari organizzate possono evitare la catastrofe incombente, instradando il nostro paese sul percorso che lo porterà all’instaurazione del socialismo e al comunismo. Solo imboccando esso questa strada il nostro paese contribuirà a che anche altri paesi la imbocchino fino a dare insieme soluzione alla crisi che è mondiale. Il Partito comunista (ogni suo organismo e membro) deve rendersi sempre più capace di mobilitare le masse popolari a far fronte alla catastrofe incombente come solo esse possono farlo. Tutti quelli che vogliono contribuire alla soluzione della crisi devono stringersi attorno al Partito comunista. Il Partito deve convogliare verso la costituzione del GBP tutti gli organismi che sorgono per lottare anche solo contro aspetti particolari della crisi, facendo leva sulla sinistra di ognuno di essi. La costituzione del GBP è la via più diretta all’instaurazione del socialismo. Sono l’instaurazione del socialismo porrà fine alla crisi attuale.

La fonte da cui emana la crisi che in ogni paese sconvolge il suo sistema di relazioni sociali e che sconvolge il sistema delle relazioni internazionali è nell’azienda capitalista che produce beni o servizi: sulla base di milioni di esse è cresciuto e posa il sistema imperialista mondiale con le sue multiformi istituzioni e relazioni. Per porre fine alle convulsioni che in ogni paese spezzano il sistema di relazioni sociali e che rendono sempre più conflittuale il sistema di relazioni internazionali è indispensabile sostituire all’azienda capitalista che produce beni e servizi l’unità produttiva comunista. Questa produce beni o servizi che la società le commissiona e riceve dalla società le materie prime, l’energia, i macchinari e quanto altro necessario per la lavorazione che deve compiere ed è gestita democraticamente dai lavoratori associati che svolgono in essa la prestazione sociale in cambio della quale ognuno riceve i beni e i servizi di cui ha individualmente bisogno per vivere dignitosamente e partecipare al massimo delle sue capacità alle altre attività, le attività specificamente umane che sempre più caratterizzeranno l’umanità nel futuro, a cui ogni suo membro dedicherà una parte crescente del suo tempo e della sua energia.

Questo programma lo ha elaborato poco più di 150 anni fa il movimento comunista. Quello che lo distingue dai mille progetti di utopisti più o meno dotti preoccupati dei misfatti della società borghese, consiste in questo: esso è il risultato dello studio della sviluppo che la specie umana ha percorso nei millenni che abbiamo alle spalle, è conforme alle leggi secondo cui si è svolto quello sviluppo, la sua realizzazione è la condizione necessaria perché la specie umana superi il marasma a cui è approdata da quando ha imparato a moltiplicare le sue forze produttive, nel suo stato presente l’umanità trova già i mezzi e i presupposti per realizzarlo.
La soluzione della crisi attuale della società è la condizione necessaria ed è anche gran parte della cura delle difficoltà che affliggono i singoli individui, perché ogni individuo è fondamentalmente il risultato delle condizioni sociali in cui è cresciuto e si può trasformare trasformando le condizioni sociali in cui vive. D’altra parte la soluzione della crisi attuale della società può risultare solo dall’attività degli individui associati e consapevoli.

Sono gli uomini che fanno la loro storia. Le condizioni in cui sono posti dalla società attuale rendono gli operai, intesi come i dipendenti delle aziende capitaliste, la parte dell’umanità più capace di promuovere la trasformazione sociale di cui l’umanità ha bisogno, perché proprio nell’azienda capitalista essi hanno e vedono la diretta, immediata e palese fonte principale delle loro difficoltà individuali, hanno la dimostrazione diretta e quotidiana che le principali difficoltà degli individui provengono dalla condizione sociale. I comunisti sono e devono essere i promotori della mobilitazione della classe operaia perché svolga questa sua missione storica. Il partito comunista è e deve essere l’avanguardia organizzata della classe operaia.

Mille sono le proposte agitate in questi giorni da esponenti del sistema imperialista come rimedi alla crisi. Intellettuali e politici della sinistra borghese vi sguazzano. Quasi tutte riguardano solo le manifestazioni della crisi in campo finanziario: fallimento di banche, crescita degli interessi sui debiti pubblici, manovre speculative, fughe di capitali, regolazione del credito. La discussione su di esse è un diversivo. Distrae l’attenzione e diluisce la mobilitazione sulle questioni decisive. L’eclettismo degli intellettuali inconcludenti e il velleitarismo degli esponenti politici della sinistra borghese si dispiegano su larga scala. Quali che siano le intenzioni dei singoli soggetti, queste divagazioni presentano di positivo la denuncia delle malefatte dei vertici del sistema imperialista mondiale e suscitano tra le masse popolari indignazione contro questi vertici.

Dobbiamo valorizzare questi aspetti senza lasciarci impelagare in discussioni che per la loro stessa natura non possono avere conclusione. Sono discussione sui riflessi dei fantasmi della cose e distraggono l’attenzione e la mobilitazione dalle cose.

Le misure prese dalle istituzioni e dai governi della borghesia imperialista e del clero se chiudono una manifestazione della crisi ne aprono altre. Esse creano un turbine in cui si combinano e succedono fughe di capitali da un paese a un’altro, fallimenti di banche, tassi di interesse alla stelle sui debiti pubblici, blocchi del credito alle imprese e alle famiglie, tagli alla spesa pubblica e ai servizi pubblici, chiusura di attività produttive di beni e servizi, erosione degli ammortizzatori sociali, speculazioni finanziarie e immobiliari e speculazioni sulle materie prime e sulle derrate alimentari. Non è nelle misure prese dalle istituzioni e dai governi della borghesia imperialista e del clero che sta la soluzione della crisi attuale. La protesta contro di esse, le rivendicazioni e gli scioperi, oltre che impedirne l’applicazione e alleviare qua e là le difficoltà delle masse popolari, concorrono alla soluzione della crisi perché promuovono l’organizzazione, la mobilitazione e la coscienza tra le masse popolari, la consapevolezza che ad esse spetta risolvere la crisi in cui la borghesia e il clero le hanno gettate. Per questo noi comunisti dobbiamo promuoverli su larga scala e fare di ogni lotta una scuola di comunismo.

Sono le masse popolari che organizzandosi fanno la loro storia!
Chi ha una concezione comunista del mondo è in prima fila alla loro testa!

Il primo paese che abolirà il Debito Pubblico e si libererà dalla morsa del capitale finanziario, indicherà la strada su cui si lanceranno altri paesi!

Formare Organizzazioni Operaie in ogni azienda e Organizzazioni Popolari in ogni zona e quartiere!

Costituire Comitati del Partito comunista in ogni azienda e in ogni centro abitato!
Fare di ogni lotta una scuola di comunismo!

Nuovo P.C.I. – nuovopci@hotmail.it

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Franco Libero Manco: “Gli occidentali si suicidano ingozzandosi di cibo spazzatura e di carne..”

Fino all’era del benessere economico, scoppiato in Occidente intorno agli anni 50-60, le generazioni che ci hanno preceduto si nutrivano quasi esclusivamente di cibi vegetali con l’aggiunta occasionale di qualche sostanza di derivazione animale; la carne e il pesce venivano consumati in occasioni festive o ricorrenze religiose, essendo appannaggio delle classi abbienti, che però sovente venivano colpite da gotta, cancro o putredine reale.

Nessuna generazione che ci ha preceduto ha goduto del benessere economico attuale:igiene, acqua corrente, abbondanza di cibo, poche ore lavorative, assistenza sanitaria, ferie, svaghi, palestre ecc.. Nessuna generazione ha avuto tante risorse e un apparato medico ospedaliero come l’attuale: strutture di ricerca e personale con 1200 differenti specializzazioni. Nessuna generazione si è alimentata male e in modo innaturale come l’attuale: nel 1900 consumava circa 12 kg di carne all’anno, oggi la cifra in Europa è di oltre 100 kg pro capite. Dagli anni 50 agli anni 80 il consumo medio procapite espresso in energia è passato da 2350 a 3300 kcal al giorno. Nessuna generazione è stata più debole, malaticcia, dolorante e flagellata da 40.000 differenti sintomi curati con 200.000 tipi di differenti farmaci.

Da quando è arrivato in Occidente il benessere economico il consumo di prodotti industrializzati, il consumo di carne di animali e derivati, ha raggiungo quote mai toccate prima nella storia. E come in ambienti religiosi si dice che la furbizia del diavolo sta nell’aver convinto la gente che “non esiste”, la medicina ufficiale, le industrie chimico-farmaceutiche e gli accoliti nutrizionisti televisivi e della carta stampata, hanno convinto la popolazione che per stare in buona salute occorre mangiare di tutto, mentre è proprio questo il problema di fondo, la causa del 90% delle patologie.

La popolazione attuale assume enorme quantità di calorie vuote che conducono a carenze nutrizionali sempre più frequenti di vitamine, ferro, magnesio, oligoelementi, fibra ed altri nutrienti necessari alla salute. La dieta attuale è straricca di proteine, grassi e carboidrati semplici e queste risultano le maggiori imputate nello sviluppo di patologie come l’obesità, l’arteriosclerosi, ictus, malattie cardiovascolari, cancro ecc. Prodotti mai consumati prima da nessuna generazione precedente: zucchero raffinato, considerato uno degli alimenti killer, omogeneizzati, liofilizzati, bevande alla cola, wurstel , caffè, eccesso di calorie, carenza di antiossidanti, carenza di fibre indispensabili per il buon transito intestinale e regolatore dell’assorbimento degli zuccheri, coloranti conservanti edulcoranti, emulsionanti, addensanti, ristrutturanti, stabilizzanti, antifermentativi, antri putrefattivi, cibi Ogm, irradiate, evitaminizzati, demineralizzati, privi di enzimi e di ormoni naturali uccisi con la cottura, contenenti mercurio, piombo, alluminio, cadmio, nichel, e poi ci sono le onde elettromagnetiche, il buco nell’ozono, l’inquinamento dell’aria, dell’acqua… a tutto questo si aggiunge l’enorme uso di medicinali di sintesi, di integratori che caratterizzano la società occidentale. Il problema nasce anche dal fatto che i vegetali coltivati in maniera convenzionale risultano enormemente impoveriti di nutrienti. I metodi di coltivazione intensiva, specialmente delle monocolture, richiedono sempre maggiore quantità di fertilizzanti chimici che acidificano e impoveriscono il terreno; le coltivazioni vengono trattate con pesticidi, anticrittogamici, fungicidi ecc.; la raccolta prima della maturazione priva la pianta delle potenzialità nutrizionali anche a causa dell’allargamento dei circuiti di distribuzione; poi c’è il tempo che trascorre tra la raccolta ed il consumo durante il quale una gran parte di vitamine va perduta; c’è anche la conservazione, il trattamento, la cottura che causa la perdita di gran parte delle vitamine rimaste. Mangiare in questo modo significa saziarsi ma non nutrirsi: le cellule restano affamate e l’organismo sottrae continuamente a se stesso risorse vitali finché con la carenza si manifesta la malattia.

Tutto questo causa carenze di magnesio (protettore di molte patologie come cancro, malattie cardio-vascolari, depressioni nervose ecc.): il 50% della popolazione francese è carente di questo elemento, dovuta anche alla raffinazione dei cereali e del sale marino aggiunto. Negli Stati Uniti specialmente i giovanissimi soffrono da carenza di vitamina A. nel Texas il 60% dei bambini e adolescenti hanno tali carenze, come di vitamina C. La medesima situazione si registra in Canada a causa dell’eccessivo consumo di zucchero e alcol che aumenta il bisogno di vitamina A, e la situazione in Europa non è molto diversa.

Le principali carenze generate l’alimentazione moderna sono:Carenza di ferro, che provoca anemia: negli Stati Uniti colpisce dal 20 al 60% la popolazione; in Canada tale carenze salgono addirittura al 70%.Carenza di oligoelementi, come il rame, il cobalto, il manganese, lo iodio.

Carenza di magnesio, a causa della cottura e carenza nel terreno trattato con fertilizzanti chimici;Carenza ferro e rame, a causa della perdita dovuta ai trattamenti chimici;Carenza vitamina A, inibita soprattutto dai nitrati di cui fa largo uso la coltivazione convenzionale;Carenza vitamina B1, inibita dal consumo di zucchero ed alcol;Carenza vitamina B2 e B3, a causa dei medicinali assunti dagli animali o dei residui nella carne o nei latticini;Carenza vitamina C, a causa della perdita per lo stoccaggio; con la cottura si perde fino al 90% di tale vitamina;Carenza vitamina E, dovuto al consumo di oli raffinati. E inoltre, l’eccessivo uso di alimenti cotti genera:carenza enzimatica (gli enzimi vengono distrutti con la cottura), carenza di ormoni naturali, alterazione delle proteine che ad elevate temperature flocculano; saturazione dei grassi insaturi ecc.

Con questo tipo di alimentazione mi stupisco come il genere umano possa ancora essere in vita.

Tutto questo causa una salute deprecabile: milioni di bambini nel mondo occidentale sono handicappati, la stragrande maggioranza della popolazione è sdentata, malattie croniche: il 50% dei bambini e il 90% circa delle persone adulte portano gli occhiali. 14 milioni di americani adulti hanno ulcera duodenale; le malattie cardiovascolari sono responsabili di quasi il 60% dei decessi, il 30% degli uomini soffre di artrite, il 50% soffre di malattia cronica, e il cancro è la seconda causa di morte che provoca ogni anno quasi 500 mila decessi solo negli Stati Uniti.

In Occidente la mortalità tra il 1950 e il 1970 per malattie infettive è diminuita, mentre quella dovuta alle malattie moderne va notevolmente aumentando. La sterilità colpisce un numero crescente di uomini e donne: una coppia su 7 nel mondo civilizzato è sterile. La fertilità maschile è in netta diminuzione. Le donne, a differenza del passato che allattavano i loro bambini per due anni e oltre, riescono ad allattare per 2-3 mesi al massimo perché non hanno latte a sufficienza ed è scarso il suo valore nutritivo. E questo è veramente un paradosso della medicina moderna che riesce a far produrre tre volte più latte alle mucche ma non riesce a far fornire alle donne il latte sufficiente a nutrire i suoi bambini.

Franco Libero Manco

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Psicologia, conoscenza archetipale e inconscio… prima di Freud

Il concetto di inconscio, sprofondando nella storia dell’umanità , risulta talmente antico da attingere alla radice speculativa della superba filosofia greca. E in particolare, dal genio di Platone.
Per poi risalire, nel corso del tempo, attraverso innumerevoli esempi.
Uno tra i più brillanti s’incarna nel pensiero di Sant’ Agostino (354-430).
Sant’Agostino offre una descrizione delle meccaniche psicologiche che in alcuni tratti, troveremmo non troppo dissimili da quelle tracciate nella modernità. (ad esempio la teoria sulla relativizzazione del tempo soggettivo e “reale”)

Ma senza ombra di dubbio fu Hume(1711-1776) filosofo teorico della mente, precursore della psicologia moderna che scrisse, da giovanissimo, il suo capolavoro: “Trattato sulla Natura Umana.”
Hume distinse l’anima e i prodotti dell’anima e con loro… i fenomeni psichici!
Poi Kant (1724-1804) con il problema gnoseologico che iniziò speculando sull’attività percettiva dell’infanzia nel neonato, definendola come Kaos o Molteplice dell’Esperienza. Così come fu ancora una volta l’opera di Kant a stimolare, nei secoli successivi, le riflessione Junghiane (1875-1961) sull’inconscio collettivo.
Ma sarà un allievo di Kant, Johan Herbart a parlare di psicologia come scienza autonoma. E di attività Inconscia “tout court.”

Anche se il primo a farlo, trattando l’inconscio con raffinatezza ineguagliabile e genio precursore, anticipatore della futura indagine scientifica, rimane comunque il grande Leibniz. (1646-1716)
Leibniz è ancor oggi ricordato, nei corsi universitari che impartiscono l’insegnamento di psicopatologia e storia della psicologia quasi fosse un protopsicanalista. Questo per rendere il senso del grado di evoluzione ed altezza della sua indagine e della oculatezza delle sue osservazioni.

Nel frattempo, siamo ormai approdati all’800. Nel campo della neurologia si ottengono progressi straordinari, che comprendono l’aver capito cosa sia una cellula nervosa e cosa una sinapsi. Camillo Golgi studia al microscopio la morfologia della cellula nervosa cerebrale. Scherington scopre le sinapsi. Mentre Willelm Wundt integra le due indagini, e si laurea in Medicina e Filosofia, studiando contemporaneamente i meccanismi della fisiologia e indagando l’atto mentale dei processi fisiologici di base.

E poi tantissimi altri…. e ovviamente Shopenauer, cui Freud attinse generosamente, per non parlare di Nietzsche, seconda fonte d’ispirazione freudiana, proprio in ragione di quelle sue potenti intuizioni sull’”io”.

Ovviamente questa sbrigativa e piuttosto farraginosa sintesi a cavallo tra filosofia e medicina, rappresenta solo una modesta, frammentaria e al quanto lacunosa bozza di quello che è un discorso decisamente complesso, serio ed estremamente difficile. Che richiederebbe competenze, in assoluto più solide delle mie.

Aggiungiamo che la filosofia non fu l’unica ad occuparsi dello studio del profondo.
Non stupirà che le analisi…. psicologiche di una precisione inquietante per rigore (vorrei dire….rigore scientifico)… si rivelino anche nell’arte e nella letteratura di shakespeare (1564-1616)
In particolare nell’opera macbettiana. Tant’è che quest’ultima è stata messa in luce e ripresa, nella nostra modernità, da un ricercatore di genio quale è il sofisticato Melzer. (allievo della fondamentale Melanie Klaine) proprio per la stupefacente consapevolezza -di cui shackespeare diede incommensurabile prova- nel tracciare le dinamiche della psico-patologia dissociativa.
Una descrizione talmente puntuale, direi da entomologo, dei mostri dell’inconscio, da essere in grado di seguirne l’escalation, passo dopo passo, con sicura pertinenza.
Le allucinazioni, gli sdoppiamenti, le fissazioni, fino al crollo strutturale dell’ossatura mentale nel suo complesso.
Per concludere con la morte, in un voragine di follia.
Il trionfo dell’inconscio patologizzato che s’insinua e sovverte l’ordine della coscienza, tradotto nell’arte.

Oltre ai filosofi e ai letterati (come non citare Novalis?), è evidente che grossomodo anche tutti gli psicologi, precedenti a Freud sondassero con viva curiosità, quella zona oscura della mente che, per vie enigmatiche, condiziona la coscienza e le scelte dell’uomo. … Ed è un’ovvia conseguenza che il dibattito sull’inconscio, che pervase tutto il rivoluzionario periodo ottocentesco -sia scientifico che filosofico- si imponesse anche al giovane Freud…. appena affacciatosi al panorama culturale della sua epoca.

Quindi l’inconscio si presentò come un’idea acquisita e contemporaneamente misteriosissima…. quando freud fece la sua comparsa.

Lui la arricchirà d’innumerevoli scoperte. Alcune, attualmente superate, altre fondamentali. Ma in ogni caso, dedicandogli tutta la vita. E tra le tante rivelazioni… due in particolare riguardano basilarmente il suo enunciato.
La rimozione e la sessualità.
(La rimozione è un meccanismo primitivo di difesa che si può attivare in coincidenza all’ evento traumatico. E’ Un comportamento inconsapevole, che nasconde, cancella, interdice , nega, vieta… dolore o colpe. Piuttosto bizzarro. Ti offro un esempio eccezionalmente violento: una madre che uccide un figlio può, pochi minuti dopo “dimenticare” l’atto omicida appena commesso e magari scatenarsi nella ricerca disperata quanto insensata e sincera di un assassino. Nella nostra realtà, fortunatamente poco eclatante, vediamo all’opera lo stesso impianto d’azione, l’attività della rimozione. Ad esempio nelle dimenticanze e negazioni di episodi sgradevoli o fantasie o desideri da noi percepiti come pericolosi e assolutamente inaccettabili)

Fu Freud, con la potenza eversiva e sgretolante delle sue intuizioni, che procurò uno scossone, non solo nel mondo scientifico ma anche nella classe borghese e nell’ipocrita perbenismo della società in cui viveva.
Un terremoto che si propagò a tutto il mondo. Forse per questa ragione… noi associamo ancora l’idea d’inconscio principalmente a lui, dimenticando, magari l’acuta intelligenza del raffinatissimo Libeniz e ancor più di quei remoti pensatori della Grecia antica cui Freud ( e anche Jung) , attraverso il famoso complesso “edipico” (dall’opera di Sofocle) , attinse ripetutamente, per sondare la parte più oscura e vitale dell’Essere umano.

Raffaella

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