Grecia? Non è una fatalità che si trovi in questa condizione….
Dopo i fatti di questi giorni e la decisione del parlamento greco di approvare la proposta di salvataggio della “Troika Fmi-Bce-Ue”, scrivo qui poche righe personali riguardo quello che a mio parere ci sta insegnando la vicenda di quel paese:
1) Non esistono pasti gratis
La Grecia ha vissuto per 10 anni, ovvero dall’entrata nell’Euro fino all’esplodere della crisi al di sopra delle sue possibilità. E lo ha fatto in maniera folle e sconsiderata. Il 62% dei lavoratori greci sono dipendenti pubblici, le pensioni vengono (venivano) erogate anche da 42 anni di età e normalmente a 51 anni, i testi scolastici sono a carico dello stato Università compresa a prescindere dal reddito, e potrei continuare. Il calcolo della classe politica greca è stato quello che “tanto qualcun altro pagherà”. E’ molto probabile che alla base di questo calcolo ci sia stato anche la complicità dell’Unione Europea stessa, io non posso credere che le tutte le istituzioni europee non conoscessero il reale stato dei conti pubblici greci, che si sono scoperti “taroccati” fin dal giorno dell’adesione nell’euro.
Questo ultimo fatto però, a mio parere è un dettaglio, la realtà è che questo stato di cose è andato bene a TUTTI e lo ripeto TUTTI, cittadini compresi, finchè è durato. E’ ovvio che le classi dirigenti sapevano (o avrebbero dovuto sapere) quali fossero le reali condizioni dei conti pubblici e quali le conseguenze, ma hanno fatto finta di nulla fino al disastro.
Personalmente non mi convincono, ne mi convinceranno mai analisi che assolvono il povero cittadino al quale è stato offerto di andare in pensione a cianquant’anni, poteva ben rifiutare e cercarsi un altro lavoro (e farlo in pensione….ah già ma probabilmente lo ha fatto andando a lavorare in nero), non aveva un plotone di esecuzione che lo costringesse. Chi ragiona in questa maniera, cioè negando la responsabilità della scelta individuale di ciascuno o è in malafede, o merita un dittatore perché è un suddito e come tale effettivamente non ha alcuna responsabilità ma solo il dovere di obbedire.
E sapete cosa? Non so voi ma io rifiuto di pagare per costoro, almeno fino a quando non si siederanno al tavolo con me e rinunceranno a parte dei privilegi (perchè andare in pensione a 50 anni oppure farlo con trattamenti sproporzionati rispetto a quanto versato è un privilegio sulle spalle dei figli, chiamiamo le cose con il nome appropriato, non è MAI un diritto)
2) La Politica Conta
L’attore principale della tragedia greca è senza dubbio la peggiore classe politica di tutte le democrazie del mondo. Forse in Italia non lo si percepisce ma in Grecia vige una situazione che è ben peggio della nostra non compianta prima repubblica. Sulli scranni di Atene ci sono i cloni dei vari De Lorenzo, De Michelis, Craxi, Forlani… con un’aggravante i due partiti che fino ad oggi si sono divisi il potere sono dinastie familiari. Papandreau ad esempio è solo l’ultimo rampollo di una famiglia di socialisti, Nonno, padre e figlio tutti arrivati alla guida del Pasok.
Chi volesse farlo vada su Wikipedia e si legga la storia di George Papndreou e poi:
Geórgios Papandréu, il nonno
Andreas Papandreou, il padre
3) L’Europa ha fallito
L’Europa e l’Euro hanno fallito, inutile negarlo. Lo ammetto io ero un convinto europeista, dieci anni fa speravo che i vincoli europei facessero cambiare la situazione nel mio paese costringendo la politica alle riforme necessarie (ricordo che entrammo in quasi-bancarotta con i tassi al 15%). Mi sbagliavo, da una parte la cialtroneria della politica non finisce mai completamente di stupire in senso negativo dall’altro l’europa in questi 10 anni si è dimostrata troppo debole, ora è tardi per imporre le scelte di bilancio necessarie, la massa di debito è troppo grande e gli stati insieme (purtroppo) con i cittadini sono troppo assuefatti alla sua espansione. In questi 10 anni abbiamo avuto uno sconto sui tassi di interesse di circa 70mld all’anno. Ebbene ce li siamo bruciati in spesa pubblica improduttiva. Cioè in prebende, privilegi, pensioni, assunzioni pubbliche a pioggia. (p.s. dunque se tutti pagassimo le tasse ne pagheremmo meno tutti? Davvero? Rifletteteci su.)
L’Europa ha fallito perché debole e nata sul presupposto che i singoli stati si sarebbero resi più efficienti senza esserne realmente costretti . Io non so se alla base del calcolo che ha portato ai trattati di Maastricht e di Lisbona ci fosse veramente stata una volontà per distruggere gli stati nazionali e assoggettare i cittadini ad entità non elette, constato che è quello che sta accadendo in ogni singolo paese con debito elevato. Il processo in atto non è ancora irreversibile ma il tempo scorre inesorabilmente in quella direzione.
4) La piazza conta?
Questa è una bella domanda. Ieri ad Atene si è svolta una vera e propria guerriglia urbana, una rivolta sterile e in qualche modo utile ai palazzi del potere, a farne le spese solo qualche poliziotto mal pagato e le case e le automobili di qualche poveraccio ateniese (che non poteva permettersi un garage). Mi chiedo quale sarebbe stato l’esito del voto se i dimostranti avessero rotto il cordone protettivo intorno al parlamento. Ma forse è ancora troppo presto. I greci hanno fame ma non abbastanza. Anzi mi chiedo che effetto avrebbe fatto sulle cancellerie del resto d’Europa vedere messa in discussione l’incolumità fisica dei deputati. Forse sarebbe stato educativo. Non lo sapremo mai almeno a questo giro.
PAOLO REBUFFO
(Fonte: L’Indipendenza http://www.lindipendenza.com)
Note – *www.rischiocalcolato.it