Archivio di aprile 2011

Paolo D’Arpini: “Annotazioni sul concetto di spiritualità laica e suo rapporto con l’ecologia profonda”

Annotazioni sul concetto di spiritualità laica e suo rapporto con l’ecologia profonda

Io appartengo al luogo
Ed il luogo mi appartiene.
Io sono il luogo
Ed il luogo è in me.

Così sente il ri-abitante bioregionale, colui che vive nel ed è in simbiosi con il luogo.

E d’altronde il vero spiritualista laico sente e vede il luogo come se stesso, in questo uniformandosi alla visione dell’ecologia profonda… Infatti io mi occupo del luogo come fosse mio, parlo del luogo come fossi la sua voce. Questo avviene per ogni luogo, un “luogo ideale” in cui si incontrano Yin e Yang, bene e male. Avviene per l’Italia che riconosco come la mia amata patria. Avviene per la Terra che è la mia matrice. Avviene per l’universo spazioso in cui si svolge il mio contesto esistenziale. Avviene per lo Spirito che mi compenetra.

Certo all’inzio questo sentire assomiglia molto ad una opinione, cioè ha la parvenza di un pensiero assunto come vero, ma con la pratica e con il costante e continuo contatto con la natura e con gli altri esseri viventi si percepisce chiaramente che il “tutto” in cui noi siamo immersi è esattamente noi stessi…. Questa consapevolezza sembra maturare pian piano, quasi per gradi… ed all’improvviso succede che…

Secondo i grandi saggi l’opinione è solo un riflesso personale della percezione individuale della verità. Insomma l’opinione è sempre e comunque parziale ed incapace di riferire un’interezza. Ma se siamo in grado di interpretare ogni opinione come un tassello del pensiero universale e cerchiamo di integrarla nell’insieme del conosciuto forse stiamo mettendo in pratica quel “sincretismo” di pensiero auspicabile per il superamento delle ideologie e delle religioni precostituite. Unica discriminante dovrebbe essere la qualità della sincerità in cui l’opinione viene espressa…

Infatti se un’opinione è solo “strumentale” allora non vale nemmeno la pena di considerarla, essa non è nemmeno etichettabile come “opinione” (che già di per se stesso è un termine “riduttivo”) ma possiamo definirla “imroglio giustificativo” teso alla soddisfazione di un vantaggio personale o ideologico… basato sull’assunzione di un pensiero (definito universale). Ciò avviene quando si mente sapendo di mentire o anche allochè non si è andati sufficientemente in profondità nell’analisi interiore!

Per questa ragione punto sul merito della laicità, o equanimità, ed è quanto cerco di affermare in ogni mia espressione… Ma secondo me “laicità” deve presupporre anche il lasciare agli altri la libertà di pensare a modo loro e non possiamo usare la laicità per continuamente controbattere sui punti che a noi sembrano ledere tale principio…

Insomma dovremmo essere laici persino nei confronti della laicità..

Questo atteggiamento mentale, super partes, è decisamente utile ed interessante per l’affermazione di un “sincretismo” che dovrebbe accomunare noi tutti esseri umani nel riconoscimento del pari valore del pensiero che in ognuno si manifesta…

Ah, per quel che riguarda l’ipotetica differenza fra Uomini, Animali od Extraterrestri è solo un fatto di gradiente o predisposizione intellettiva, ma la coscienza che anima queste categorie vitali è la stessa, la possibilità di auto-conoscenza è pure la stessa…

Amo gli animali, amo gli extraterrestri amo ogni forma di vita ed ogni elemento.. ma dovendo perseguire una mia crescita personale (unico presupposto per la crescita universale) vale il detto “ad ognuno il suo lavoro”. Krishna affermò: meglio fallire cercando di compiere il proprio dharma piuttosto che trionfare nell’espletamento del dharma altrui. E dal punto di vista umano, essendo io stesso un uomo, mi occupo della mia auto-conoscenza e lascio agli altri esseri (umani o non umani) di fare la parte che ad ognuno compete!

Tradotto in termini laici significa che per fare il bene di tutti è sufficiente non arrecar male ad alcuno.

Paolo D’Arpini
spirito.laico@libero.it

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Gianfranco Paris: “Sint ut sunt aut non sint… Habemus aut non habemus papam?” Dubbi laici sul film di Nanni Moretti

Nanni Moretti ci ha abituato da anni ad un cinema non conformista. I suoi film colpirono subito il segno con la critica cinematografica più esigente fin dal suo primo film in super otto “Io sono un autarchico” del 1976, che suscitò l’attenzione di Filmstudio la rivista di Edoardo Bruno.

Da allora è stato un susseguirsi di titoli che hanno trattato argomenti di grande attualità e interesse sempre affrontati in chiave di lettura di una società in divenire cogliendone gli aspetti meno tradizionalisti.

Con “Habemus Papam”, appena uscito nelle sale italiane, Moretti affronta un tema molto delicato della cultura del nostro paese: l’aspetto umano della gerarchia cattolica del massimo livello nel momento della elezione di un nuovo Papa.
La storia è inventata, ma il fatto narrato rientra a buon diritto nelle categorie del possibile. In proposito il pensiero mi corre alla elezione di Papa Luciani, l’umile arcivescovo di Venezia che accettò con evidente difficoltà l’onere di guidare una struttura di livello mondiale non solo di natura religiosa, e che dopo appena un mese fu trovato morto nel suo letto.

Il Papa di Moretti non muore, rinuncia ad assumere la carica dopo un travagliato periodo nel quale affronta se stesso in chiave psicologica, costretto dai fatti a conoscersi attraverso una riflessione di natura psicologica intesa a scrutare nel suo io più profondo.

Durante questi tre giorni tutta la struttura piramidale della gerarchia cattolica viene esaminata nella sua nudità umana, privata dai suoi orpelli sacrali che la fanno percepire al mondo come tutt’altra cosa.

Moretti attore, che nelle vesti dello psicologo è costretto a convivere con i cardinali e con il capo ufficio stampa per tre giorni chiuso in Vaticano, e la moglie, anch’essa psicologa dalla quale si reca il papa neoeletto, hanno il compito di mettere a nudo questa umanità.

Mentre i dubbi e la sofferenza del neo Papa (Michel Piccoli), fuggito dal vaticano per non sentirsi soffocato, si snodano sullo sfondo di una Roma percorsa con affanno dall’uomo dubbioso ora a piedi, ora in bus, ora in metrò, varie volte nello studio della psicologa (Margherita Buy), una volta anche nella vettura della stessa mentre accompagna i figli a scuola che ricordano al Papa la sua adolescenza quando picchiava la sorella, Moretti attore inventa una sorprendete teoria dello intrattenimento per trascorre il tempo dell’attesa, che si annuncia lungo.
Inizia con l’integrarsi con loro, anche se non rinuncia mai al ruolo di guida, lui che è il migliore nella sua professione, come ci tiene narcisisticamente a rimarcare.
Gioca a scopone con i cardinali in ozio, divertendosi a distrarli per poi accusare “scopa”, ma soprattutto inventa un torneo di pallavolo in uno dei cortili del Vaticano (in realtà in quelli di palazzo Farnese a Roma) con squadre formate da cardinali secondo il loro continente di provenienza.

Insomma con Moretti i cardinali si spogliano della loro sacralità ieratica e si mostrano uomini come tutti gli altri. Si arrabbiano se il collega di coppia gioca male lo scopone, si entusiasmano per i punti segnati durante le partite e per la vittoria, come in un qualunque campo sportivo.
Quando poi il neo eletto ritorna in Vaticano e si sente pronto per il grande annuncio Habemus Papam che tutti aspettano da tre giorni, ridiventano immediatamente cardinali e si accingono di nuovo alla sacralità del grande evento.
Ma la loro speranza viene definitivamente delusa dalla grande rinuncia che il Papa ha tenuto in serbo fino all’ultimo lasciando ai cardinali di ritornare di nuovo conclave per la elezione di un nuovo Papa.

Il quotidiano dei vescovi L’Avvenire ha commentato il film lanciando una specie di anatema titolando “Boicottiamolo”. Ne sono rimasto assai sorpreso. Vedendo il film non ho intravisto nelle scene che si susseguono con vivacità alcuna animosità particolare contro la religione o contro la gerarchia clericale.
La Chiesa, come al solito, non riesce a comprendere il mondo che la circonda, rifiuta in blocco tutto ciò che non ripete fedelmente il conformismo di sempre. Se qualche volta fa finta di capire, lo fa con riserva mentale e, subito dopo averlo affermato, fa del tutto per smentirlo con i fatti concreti.

Io ho capito che il film di Moretti dà una mano a chiesa cattolica, presenta il mondo dei suoi vescovi, compresi i cardinali che vescovi sono anche loro, come uomini, come sono in realtà. In altre parole li avvicina di più a tutti i fedeli.

La finta sacralità che ha giovato alla chiesa, ma anche a tutte le religioni, fino ai nostri tempi per via della dilagante ignoranza, oggi non regge più.

L’umanità viaggia su livelli culturali sempre più elevati, non ha più bisogno di essere abbacinata dagli orpelli di una sacralità solo formale, vuole che ci sia corrispondenza tra quel che si dice e quel che si fa. Non è un caso che le vocazioni sacerdotali e il popolo dei praticanti diminuiscono a vista d’occhio. Ma, forse anche a causa dell’età di coloro che governano la chiesa, ciò tarda ad entrare nel modo di comprendere la realtà da parte della gerarchia. Diversa è la situazione tra i sacerdoti che governano le parrocchie e che affrontano sul campo i problemi più gravi dei popoli del mondo. Quelli comprendono e come, ma la gerarchia li considera dei peones di copertura, mentre si mantiene ancorata ad un passato che non sa parlare più alla coscienza dei fedeli.

Moretti, presentando i cardinali come uomini, li riavvicina al popolo dei credenti facendoli apprezzare per la loto umanità, spogliandoli degli orpelli del feticciato e rendendoli più credibili.

Possibile che gente di cotanto studio non riesca a capire una cosa così elementare?!

Gianfranco Paris

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Giuseppe Turrisi: “La funzione sociale della moneta non può passare per l’interesse del banchiere privato..”

La funzione sociale della moneta può essere svolta solo dallo Stato, perché lo Stato è del popolo, mentre l’interesse è solo del banchiere. Lo stato deve essere “solidale” verso il suo il popolo, la funzione di uno stato è il benessere del suo popolo. Il banchiere è solidale solo verso i suoi azionisti e si preoccupa solo se non può riscuotere gli interessi. Il banchiere è premuroso verso i popoli che assoggetta alla “sua” moneta debito solo nel momento in cui quel popolo non è più in condizione di pagare gli interessi (grecia portogallo irlanda ecc). L’obbiettivo del banchire con “falsa solidarietà” infatti non è (in parte) far fallire gli stati, ma mantenerli nel “debito perenne” per averne una rendita continua con gli interessi (tasso di sconto).

Gli stati infatti non vengono salvati facendo la “moratoria del debito”, ma solo facendo ulteriori prestiti per reiterare la schiavitù della “moneta debito” e continuare cosi le rendita perenne con gli interessi sempre maggiori. Lo stato (ideale) che ha come obbiettivo il bene del suo popolo, infatti dovrebbe fare, anche delle scelte impopolari come stampare inflazionando, infatti se stampasse per se, lo strumento di rappresentazna del valore nel tempo e nello spazio (denaro), non devrebbe rendere conto a nessuno se non solo a se stesso, in quanto nessun azionista chiederebbe il dividendo. Nei momenti di crisi, infatti, si dovrebbe introdurre liquidità nel mercato, sia sotto forma sociale: assegni, cassa integrazione, pensioni, borse ecc ( in altri termini redito di cittadinanza) sia sotto altre forme come : iniziative e bandi di gara/lavoro, soprattutto nel settore dei servizi (dove non c’è da scomodare il pagamento con gli esteri o chissa quali energie!!!) da parte degli enti pubblici creando lavoro pubblico (assistenza, well faire, istruzione, formazione, arte, manutezione, sport, ecc). Tutto questo, però, se si ha una moneta debito come l’euro non si può fare.

Succede infatti che i comuni potrebbero aumentare i servizi (per esempio gli asili) invece a causa della “moneta debito” (l’euro) sono costretti a tagliare servizi perché lo Stato non è più quell’ente che serve a fare stare bene il suo popolo e riconoscergli dignità (articolo 2 e 3 della costituzione italiana) ma è semplicemente un ente che si è trasformato in una “agenzia di recupero crediti” per conto della banca centrale Bakitalia SpA che è privata al 95%. In queste condizione la funzione sociale della moneta di uno stato sovrano non potrà mai essere svolta, qualunque governo salga al potere di qualunque colore politico.

Lo Stato, che dovrebbe somministrare giustizia, di fatto è il primo che pensa solo ai bilanci di cassa, non paga le imprese che lavorano per lui, e gli allunga i pagamenti costringendo le imprese ad indebitarsi ed ad utilizzare lo strumento (obbrobrioso) dell’anticipo fattura (favorendo solo le banche) al tasso anche del 10% al mese, oltre all’interesse (tasso di sconto) sulla moneta debito (euro).

L’imprenditore è costretto per forza di cose ad indebitarsi paradossalmente anche per pagare le tasse (statali) richieste da equitalia (e in che modo!!) che servono per la maggior parte a pagare gli interessi del debito pubblico ai banchieri privati. Lo Stato, ormai strumento dei banchieri, non può far altro che alzare le tasse, fare continui tagli in ogni direzione e settore e svendere patrimonio pubblico (la finta privatizazzione che tutto risolve). Lo Stato in mano ai banchieri, quindi non solo non può espletare funzioni sociali, ma è costretto sempre di più a tagliare ciò che di sociale è stato fatto nel passato, per accontentare la voracità dell’interesse applicato sulla “moneta debito” (l’euro).

Come mi fanno pena tutti quei sindaci di sinistra (ma anche di destra) che non conoscendo la storia di chi ha svenduto la sovranità monetaria ai banchieri, ma soprattutto la proprietà della banca di Italia trasformandola in Bakitalia Spa (1992) e che inveiscono contro il governo per i tagli che fa, che si trasferiscono direttamente sulla popolazione, senza conoscerne minimamente le cause che stanno a monte del vero problema (la moneta debito); come al solito si guarda l’effetto e mai la vera causa. In tutto questo l’imprenditore, nella assenza totale dello stato, ansi con lo stato a favore delle banche spsesso, in fine è costretto a rivolgersi alle regole delle banche che a questo punto possono decidere se tu sei degno di stare sul mercato o meno. Se continuare a darti credito (fiducia) o indirizzarti dagli usurai. Chi fa quindi la vera politica economia? Solo le banche. La dimostrazione veramente emblematica la si è avuta con il caso Nino De Masi in Calabra a Gioia Tauro, dove delle banche avevano applicato interessi usurai fino al 35% per costringere questo imprenditore a piegarsi alla mafia, al pizzo, agli usurai. Non ci crederete ma la magistratura sapete a chi ha dato la colpa ai “computer”.. e Bakitalia S.p.A. cosa ha vigilato? E cosa mai poteva vigilare? i suoi padroni? (altro che politiche sociali). A questo punto chi è più mafioso? chi lo fa di professione e apertamente o chi lo fa in maniera legalizzata con lo scudo delle leggi dello stato? Ricordiamo che la legge 262/2005 prevedeva la restituzione delle azioni di Bankitalia S.p.A. allo Stato italiano come previsto dallo statuto della Banca di Italia (prima che fosse modificato), per tutta risposta anziché ottemperare alla legge, sopra citata, hanno cambiato l’articolo 3 dello statuto della banca d’Italia per mano di Padoa Schioppa, Prodi, Napolitano (altro che garante della giustizia, del diritto, del popolo italiano) Garante, forse dei potentati economico bancari. (della serie depenalizziamo i reati).
Quando ci svegliamo?

Giuseppe Turrisi – giuseppeturrisi@leonardo.it

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Alto Lazio: “La battaglia contro il nucleare, l’eolico pesante ed il fotovoltaico a terra.. continua!”

Nasce il Coordinamento Alto Lazio per le energie pulite e la difesa del paesaggio

Si sta formando un coordinamento fra tutte le associazioni e le persone che si oppongono allo scempio del territorio dell’Alto Lazio. Per evitare che amministrazioni sconsiderate e malconsigliate possano distruggere l’ambiente e il pasesaggio con la scusa della produzione energetica. Non mi riferisco solo ai vari bruciatori e inceneritori (vedi il recente caso di Monterosi) ma anche all’eolico pesante ed al fotovoltaico a terra..

A Piansano e nel compresorio vulsinate la battaglia contro l’eolico industriale sembra quasi persa, ecco cosa scrive Massimo del locale comitato antieolico: “Per Piansano ormai le speranze sono svanite, non c’è nulla da fare, i lavori procedono spediti e tra poco le torri faranno “bella” mostra di se’. Cerchiamo comunque di fermare la proliferazione.Un abbraccio a tutti”.. Però non sono convinto che il sindaco -novello Brenno- di Piansano riuscirà a completare il suo piano di distruzione sistenmatica dell’habitat.. ritengo che una volta che la popolazione capirà a quali rischi e quali danni verranno inflitti alla casa in cui dimorano essi saranno in grado di opporsi e scacceranno con il ferro colui che vuole guadagnare l’oro sulla pelle dei cittadini… Diamo tempo al tempo….

Comunque l’amico Oreste Rutigliano di Italia Nostra si sta muovendo per un coordinamento efficace, ecco cosa scrive: “Cari amici, la questione eolico nella Tuscia e nell’alto Lazio è ora nella mani di Italia Nostra ed in particolare dell’ing Paolo De Rocchi e di Luciano Meloni, che si muovono con grande abilità nei meandri della regione Lazio. Il gruppo di lavoro della Tuscia lavora a tutto campo e promuove anche la tutela del parco archeologico termale di Viterbo. Si lavoro su di un progetto di circa 5000ettari. Il cui valore è moltiplicato dal tracciato della Francigena che lo attraversa. Il tutto fa capo ad un lancio di Italia Nostra in questo territorio, dove i temi da affrontare sono specifici della Associazione. Che insieme al Comitato Nazionale del Paesaggio è laeder della battaglia contro la ” porcata” dell’eolico, voluto e sostenuto da Legambiente e dallo stesso WWF a livello centrale. Si lavora per un convegno alla Provincia di Viterbo su eolico e fotovoltaico ina aree agricole al quale siete tutti invitati!”

Quindi le speranze non sono perse ovunque e comunque… occorre rinsaldare le fila e non demordere.. soprattutto ora che dobbiamo anche combattere contro l’ipotesi del ritorno al nucleare… Vorrei qui ricordare che la produzione energetica -per essere veramente ecologica- dovrebbe essere il più possibile limitata al territorio bioregioanle, si parla insomma di autoproduzione, basata solo su fonti energetiche rinnovabili ma n non comprendenti impianti mastodontici e tecnologicamnte complessi. Insomma un moderato ritorno all’idroelettrico, un eolico compatibile, lungo le autostrade e nelle aree industriali, un fotoviltaico su nuove costruzioni e su capannoni, un biogas da liquami, un ricorso alle biomasse con colture dedicate, etc. ma soprattutto occorre una diminuzione massiccia dei consumi… questa la chiave per uscire fuori dal meccanismo stritolante consumista che rischia di trasformare la Terra in un deserto…

Ritornando al tema dell’eolico pesante scrive Fabio Tinelli Roncalli dell’ass. Via Dal Vento: “Continuano ad arrivare molte richieste di aiuto per l’assalto eolico che sta subendo il Lazio e la Tuscia. Ovviamente noi non possiamo fare molto se non denunciare la situazione, ma forse sarebbe il caso che chi è interessato pensi ad una specie di coordinamento ed azione comune come fatto sull’Appennino dalla Rete di Resistenza sui Crinali”

Insomma le persone di buona volontà non mancano… Sursum corda!

Paolo D’Arpini

P.S. Coloro che vogliono far parte del coordinamento per l’energia alternativa e la tutela del paesaggio possono contattare i numeri:
3355300760 (Fabio) e 336 606009 (Oreste)

Articoli pubblicati contro eolico pesante:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=eolico+pesante

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Habemus papam a Chieuti (Foggia) – Festa di San Giorgio con supplizio di buoi… Ovvero quando la religione è solo superstizione e crudeltà!

“La religione che va contro la vita non è religione.. è turpe crudeltà” (Saul Arpino)

Domenica 17 aprile 2011 sono andato al cinema.. Che notizia è questa? Potreste chiedervi e giustamente..
Il fatto è che sono andato ad assistere ad un film molto particolare che pone seri dubbi, sia pur con allegra ironia, sulla possibilità che la chiesa cattolica possa continuare ad esistere come istituzione religiosa e morale.

Sì la chiesa ormai è completamente avulsa dal contesto della società moderna, vive in un suo mondo archetipale obsoleto e privo di ogni connessione con la vita… Ed in questo film non si tratta di aspettare i cosacchi che vengono ad abbeverare i loro cavalli a piazza San Pietro.. No, lo sgretolamento della chiesa avviene al suo interno per la presa di coscienza di un papa, l’ultimo ipotetico papa, che si rende conto della impossibilità di proseguire la sua missione apostolica in modo credibile e genuino.

Il neo eletto papa, Michel Piccoli, nel film di Nanni Moretti, sente il bisogno di riscoprire la vita reale, quella del popolo oltre le mura vaticane, interrogandosi sul valore residuo della sua stessa religione. Una religione che non tiene alcun conto della morale, dell’etica, della solidarietà, della capacità di rapportarsi umanamente con i propri simili.. una religione che è rimasta simulacro.. come direbbe Gesù.. una religione dei sepolcri imbiancati. Una religione che vive di rendita Ior e che si accontenta del folckore e della credulità popolare per continuare a mantenere la sua struttura gerarchica.

Il film dovrebbe intitolarsi “Habemus anti-papam”.. ma per evitare scontri diretti… si chiama “Habemus papam”.. l’ultimo papa.. il più saggio di tutti i papi.. un papa/uomo!

Nell’attesa che l’evocazione Morettiana si avveri… inserisco qui di seguito l’ennesimo esempio di come la religione sia diventata insensibile alla vita. Ancora una volta si tratta di persecuzione verso le creature più deboli ed indifese: gli animali. Che vengono utilizzati per santificare la gloria del “signore”, in scala di potere.

Siamo in Puglia…

Ogni anno tra il 20 e il 23 aprile a Chieuti (Foggia), si svolge la “Corsa dei buoi”, uno dei festeggiamenti in onore di San Giorgio. Durante la corsa un carro molto pesante, carico di rami di lauro, viene trainato da quattro coppie di buoi. Il percorso e’ lungo 5 Km. La folla corre insieme ai carri, incitando i propri campioni, mentre un gruppo di uomini a cavallo pungola i buoi con lunghi bastoni anche acuminati (i buoi non sono adatti alla corsa e questo provoca loro stress e sofferenza). La corsa ha fine nel viale principale, dove i carri scorrono incolonnati.

Lo scopo della corsa è quello di attribuire ai vincitori un cappellino colorato che indosseranno il giorno seguente, quando porteranno in processione il simulacro del Santo. Ai vincitori viene inoltre consegnato il Tarallo, una treccia di caciocavallo di circa 80 chili con le gesta di San Giorgio che verrà portata in processione insieme al simulacro del santo.

Questa corsa, che calpesta i diritti degli animali, è una vera e propria forma di maltrattamento in cui gli animali vengono pungolati fino a farli sanguinare. La corsa vede coinvolto il parroco locale. E‘ evidente, però, che la corsa dei buoi comporta un grande danno alla regione Puglia, all’Italia e alla chiesa.

Paolo D’Arpini – Circolo Vegetariano VV.TT.

………..

Consiglio aggiunto:

Roberto Tomasi, del Comitato Europeo Difesa Animali onlus, suggerisce di scrivere al vescovo:

Messaggio-tipo (copiate la parte compresa tra le 2 linee tratteggiate, e mettete in fondo il vostro nome e cognome):

—–

Ecc.mo Sig. Vescovo,

ogni anno a Chieuti si tiene la corsa dei buoi in onore di San Giorgio
Martire; tale corsa assume un particolare significato religioso, stante
l’appoggio sempre assicurato dagli esponenti ecclesiastici del paese.
Nel sito www.corsabuoi.org si evince che i buoi vengono sottoposti a sevizie.
Mi auguro che voglia manifestare il Suo dissenso per questa
manifestazione finita sotto processo: nessuna sevizia puo’ essere
accettata dall’etica cristiana!

Cordiali saluti.
nome e città

…………

Da inviare a:

info@diocesisansevero.it
ornet@ossrom.va

Per conoscenza a:
benedettoXVI@vatican.va

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