Archivio di marzo 2011

Vegetarismo, mass-media e morte dell’informazione libera

La stragrande maggioranza delle persone è convinta che i mezzi di informazione (la televisione, la carta stampata…) siano al servizio del popolo e che i messaggi pubblicitari o gli enunciati degli “esperti” di turno siano a beneficio della gente. Nulla di più sbagliato, di più fuorviante, di più ingannevole.

Non c’è sondaggio che risponda a verità: se 90 persone hanno detto no e 10 si mostreranno solo quelle in sintonia con il canale. In realtà tutto o quasi tutto ciò che viene dai mezzi mediatici ha alle spalle un titolare che paga per vendere il suo prodotto. Ogni ricerca ha alle spalle qualcuno che la finanzia e che vuole avere conferma della bontà del suo prodotto e se i risultati sono al 70% negativi e al 30% positivi essi mostreranno solo i positivi.
 
            Molti programmi televisivi sono capziosamente manovrati, edulcorati, fatti di realtà inesistenti, di falsi miti, governati, voluti, gestiti, studiati a tavolino dai grandi centri di potere economico (chimico-farmaceutico, petrolifero, zootecnico, agroalimentare, politico…), dalle industrie mosse da pure motivazioni speculative. Questi gruppi famelici (dell’America, dell’Europa, della Russia, della Cina…) si servono di ogni mezzo possibile, di ogni mediocre ricercatore, disposto a vendersi e a sostenere le loro posizioni, con lo scopo di dare alla popolazione ingenua non un prodotto utile, benefico, a vantaggio della salute, del benessere, della vera conoscenza, ma semplicemente un prodotto redditizio, che consenta un sempre più grosso guadagno, con ogni mezzo a disposizione. E a pagarne le dure conseguenze sono sempre gli sprovveduti, i più deboli, i poveri, gli animali. La categoria delle massaie è quella maggiormente bombardata da prodotti di ogni genere e di alimenti (vere e proprie bestemmie nutrizionali) fatti da proteine ignobili, grassi saturi, zuccheri semplici, prodotti di sintesi, integratori inorganici: attentati alla salute, alla natura, alla mente e alla coscienza.

 
            L’aspetto più preoccupante è che i media (con la loro infernale macchina pubblicitaria che investe somme stratosferiche e che trabocca di pubblicità diseducativa) hanno la capacità di influenzare e manovrare non solo la sfera politica e la televisione di Stato ma anche la cultura in senso lato, di rendere manovrabile la mente degli individui e soprattutto di generare una coscienza umana sempre più superficiale, materialista, edonista, insensibile. Il perverso meccanismo è semplice: ti finanzio il programma ma ti mando il mio esperto in materia di …Così in apparenza è la scienza che parla, nella sostanza è il farabutto di turno venduto, pagato per indirizzare le scelte verso quel prodotto che fa solo gli interessi del mandante a scapito della verità e del bene della popolazione.

 
            Così gran parte della scienza medica ufficiale, del settore della ricerca e della sperimentazione, è improntata a cercare le soluzioni richieste dai finanziatori per consentire alla gente di continuare a vivere come gli pare, con tutti i vizi e le dissolutezze alimentari dandole poi la soluzione in pillole. E anche se noi vegetariani scoppiamo di salute, i carnibali-pseudoscienza-dipendenti, non attribuiscono mai al loro stile di vita e alla loro innaturale alimentazione le molte malattie cui sono generalmente flagellati, ma al fato, al caso, alla genetica, alla familiarità. E non c’è ragionamento che tenga, non c’è modo di scuotere le convinzioni consolidate dalla massa ipnotizzata, radicate perché suffragate dai medici, poco o niente informati sulla scienza alimentare o prezzolati dalla grandi industrie chimico-farmaceutiche, con la tacita, costante benedizione di santa romana chiesa. Non bastano i dati scritti e ribaditi più volte in ogni lingua e in ogni tempo dai veri e grandi medici, scienziati indipendenti e maestri spirituali. Non bastano i dati scientifici degli Istituti di ricerca più seri ed accreditati del mondo. Non basta il parere netto e lapidario di tanti onesti cancerologi e cardiologi e nemmeno quello dei grandi santi e filosofi. Trovare qualcuno disposto a mettere in discussione il proprio stile di vita, desideroso di capire e di evolversi è la cosa più difficile dell’universo. “E’ più facile trovare qualcuno disposto a farsi operare che qualcuno disponibile a rinunciare al suo caffè”.

 
            Se nel passato il senso critico della gente era fagocitato principalmente dal potere politico e religioso oggi si è aggiunto quello delle lobby multinazionali e quello mediatico. Ma la musica non cambia. La gente comune, come in ogni epoca, crede di essere libera di ragionare con la propria testa. Mi chiedo: il popolo ebraico era dotato di senso critico quando gridando “Crocifiggilo” si rendeva responsabile del più ingiusto e crudele omicidio della storia? Quando nelle piazze di tutta Europa si bruciavano gli eretici, le streghe e i vari Giordano Bruno la gente ragionava con la propria testa? E i soldati di ogni epoca ed esercito quando si rendevano (e si rendono) complici dei più infamanti delitti contro i propri fratelli e contro la popolazione inerme, erano (e sono) dotati di ragione e coscienza propria? L’uomo si macchierebbe ugualmente di tanti crimini se non si facesse manovrare la mente e la coscienza dai grandi centri di potere, dei vari demagoghi e falsi condottieri?

 
            Il campo della nutrizione è quello più a rischio in tema di condizionamenti e di autentici brogli. Sia perché gli uomini sono tanti, sia perché mangiano almeno tre volte al giorno, per cui, cibandosi pure male, si ammalano spesso e ricorrono a sostanze innaturali, tipo farmaci e integratori.
Ed è qui che si innesta inesorabilmente l’impero del male, l’impero del soldo a tutti i costi, che coinvolge rozzi allevatori di bestiame, industrie di lavorazione e trasformazione della carne, ristoratori e cuochi non all’altezza del loro compito, industrie conciarie, fabbricanti di cibi e bevande malsane, e via discorrendo.

 
Ecco dunque dove scatta la molla della disinformazione, la perversa spirale del martellamento ideologico tramite i mass-media televisivi che entrano nelle case armati di tutto punto. Dieci menzogne nella mano destra e cinque  insabbiamenti in quella sinistra, e una irresistibile voglia di imbrogliare la gente portandola a consumare più carne e più proteine, mentre i ricercatori seri rimarcano che il 35% dei tumori è causato dall’alimentazione a base di proteine della carne e del latte mentre solo il 5 percento deriva dai fattori ambientali. La televisione di Stato che pubblicizza tale mortale prodotto, che attraverso i suoi canali convince le mamme che la carne è un alimento ottimale per la crescita dei loro bambini, non commette forse un crimine contro la salute e la vita dei cittadini?

 
            Come neutralizzare gli effetti nefasti commessi quotidianamente, a ritmo micidiale dai media che sono riusciti a convincere la popolazione di fidarsi ciecamente dei loro messaggi? Come neutralizzare le dichiarazioni false e tendenziose dei nutrizionisti spudorati e prezzolati che parlano ancora di proteine nobili, di aminoacidi essenziali, di ferro eme, di vitamina B12, di Omega 3, di calcio dei latticini, che hanno convinto il 90% della popolazione che il pesce bisogna mangiarlo almeno 3 volte a settimana, alternato alla carne, al formaggio o alle uova? Come liberare le masse da questa grande farsa culturale dalle abissali bugie televisive? Si riuscirà mai a far rinsavire la gente, a restituirle la sua dignità, la sua libertà di pensiero, la sua autodeterminazione, la sua salute, la sua vita?

 
            Interrompere questo diabolico meccanismo sembra impossibile se non attraverso una presa di coscienza individuale, una illuminazione dal profondo che consenta all’individuo il suo più sano e costruttivo senso critico. Le grandi rivoluzioni non nascono mai dal vertice e noi non abbiamo alternative se non quella di unire le nostre poche forze e di sentirci responsabili anche del destino collettivo. La nostra è una battaglia disperata e disperante, perché basata non sull’interesse o sul guadagno ma sulla conquista della libertà vera dell’essere, della vera cultura, della saggezza, del buon senso, della logica. La nostra “televisione” deve essere il passa-parola, il nostro computer, i nostri libri, le nostre dispense, la fotocopia di un documento utile, la lettera di protesta, sempre animati dalla speranza che prima o poi la maggioranza si accorga del tranello cui è preda da millenni (e oggi più che mai) e riesca a tornare libera, indipendente, capace di gestire la propria mente, la propria coscienza.

 
            Anche se le forze in campo sono ìmpari; ognuno di noi deve far sua questa battaglia, deve sentirsi non più mattone dell’edificio ma pilastro portante; diventare polo di divulgazione della nuova cultura universalista; deve essere non più collaboratore ma leader dei nostri ideali; non più soldato ma generale e creare intorno a se un esercito disposto ad operare al servizio della verità e della vita. Io ne sono certo, vinceremo la nostra battaglia, è solo questione di tempo, sia perché alle nostre spalle e nel nostro cuore stanno le anime ed il pensiero dei grandi maestri di ogni tempo e paese, e sia perché l’evoluzione di tutti gli esseri è una realtà inarrestabile che i più infernali meccanismi del potere possono solo ritardare, ma mai annullare del tutto.

Sta a noi accelerarne i tempi della sua attuazione.

Franco Libero Manco

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Stati Uniti, PIL, Debito pubblico e privato.. bancarotta in vista…? – Daniele Carcea: “Quanto è lontana l’America?”

Ante Scriptum

Il debito degli Stati Uniti vola verso i 15.000 miliardi di dollari, con una percentuale rispetto al Pil di quasi il 100%, se si somma il debito degli Stati Federali, il debito privato delle famiglie, delle banche, delle imprese si arriva quasi al 400% del pil, quasi 60.000 miliardi di dollari, pari all’intero Pil mondiale. E come se non bastasse alcuni Stati federali sono tecnicamente in bancarotta…..

 

…..

 

Ma l’America è lontana?

 

E’ ormai un anno che non si parla d’altro che del debito pubblico dei Paesi europei, ormai tutti sanno cosa sono i Piigs (maiali con due i), acronimo di Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. Sono all’ordine del giorno le tensioni per il collocamento dei titoli nelle aste pubbliche, con gli spread (differenziali) che si allargano rispetto ai titoli di Stato tedeschi (bund).

 

Gli spread si allargano perché devono essere offerti tassi di rendimento più appetitosi per i mercati e per le banche, a causa dell’aumento del rischio investimento nei loro titoli di Stato, dovuto alla crisi economica-finanziaria, che ha comportato un generale peggioramento dei conti pubblici.

 

Questo aumento di deficit annuali di bilancio e monte del debito pubblico, accompagnato dai puntualissimi interventi, tramite i rating, delle tre agenzie sorelle Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings, che periodicamente affossano l’immagine di questi Paesi, costringe ad alzare la somma di interessi che essi devono versare al mercato e alla speculazione per evitare i rischi di default.

 

Per alcuni di questi Paesi si parla di bancarotta, di ristrutturazione del debito, di uscita dall’area Euro, insomma scenari foschi. Degli Stati Uniti invece se ne parla poco e viene da chiedersi come mai? Il deficit annuale (differenza di bilancio) fra entrate ed uscite è pari al 10% del Pil, il debito pubblico Usa si avvicina al 100% del Pil, cioè 15.000 miliardi di dollari di debito pubblico contro 15.000 miliardi (15 trilioni) di prodotto interno lordo, il 20% dell’intera produzione mondiale.

 

Ma non è tutto, al debito Federale si devono sommare i debiti dei singoli Stati, così come si fa ad esempio con il debito pubblico italiano, dove si sommano il debito statale a quello di tutte le pubbliche amministrazioni. Il debito dei singoli Stati si aggira intorno ai 3.000 miliardi di dollari, pertanto se si somma il debito federale e i debiti statali si arriva ad un rapporto debito pubblico/pil del 120%.

 

Niente male !! Il debito Usa è uguale a quello italiano anche in termini percentuali di rapporto debito/pil debito (118%), e di gran lunga superiore al debito complessivo area euro che è attestato all’84% del Pil e presenta un deficit medio del 6,35% contro il 10%degli Stati Uniti.

 

Se poi il discorso viene allargato all’intero indebitamento del sistema a stelle e strisce, allora ci troviamo di fronte ad una vera e propria bomba innescata, il totale dei debiti pubblici (stato federale e singoli stati), più le famiglie, più le imprese e infine le banche ammonta a 57.000 miliardi di dollari, per un rapporto indebitamento/pil che si aggira intorno al 400%, una cifra pazzesca, se si tiene conto che è la stessa cifra a cui ammonta l’intero pil mondiale 60.000 miliardi.

 

Questa situazione in realtà dall’altra parte dell’oceano è ben presente, tant’è che si inizia a parlare per alcuni Stati americani di bancarotta controllata, nello specifico per California, Arizona, New York e Illinois, (Cani), ma anche Ohio e New Jersey non sono messi bene. I fondi pensionistici presentano buchi irreparabili, e la spesa per i dipendenti pubblici e per la sanità è fuori controllo.

 

La città di Prichard in Alabama ha bloccato il pagamento delle pensioni, contravvenendo alla legge statale in vigore e scioccando i pensionati. Ma la cosa più grave è la fuga dei risparmiatori dalla finanza locale: ogni settimana una media di 3 miliardi di dollari viene riscattata, ci si può facilmente rendere conto cosa significhi un trend del genere. Da Davos qualcuno ci prova a raccontare che stiamo uscendo dalla crisi, ma gli effetti positivi che si riscontrano ora, non sono che l’effetto drogato dell’aumento dei debiti pubblici tramite l’immissione di moneta aggiuntiva (quantitative easing), che hanno salvato le banche e le continuano a salvare.

 

I risvolti nefasti di questa politica si stanno iniziando a vedere in tutto il mondo, con l’inflazione, l’aumento del prezzo delle materie prime e dei beni di prima necessità; il collegamento con la disperazione di alcune popolazioni che stanno dando volta a delle rivolte impensabili fino a tre anni fa è d’obbligo. Alla fine saranno per primi i più poveri a pagare l’azzardo morale della finanza che non guarda in faccia a nessuno e l’impotenza della politica incapace a porre un freno a questo casinò mondiale, perché in mano e/o complici, dell’oligarchia finanziaria.

 

Gli Stati Uniti fino ad ora hanno evitato gli effetti peggiori della crisi del debito grazie all’inesauribile, forse non ancora per molto, riserva di fiducia di cui godono sui mercati, e di cui godono i propri titoli di Stato, grazie anche al fatto che il dollaro continua ad essere la moneta di riserva mondiale, ma i debiti sono debiti e prima o poi vanno pagati, ristrutturati o consolidati, non c’è alternativa. Con molta probabilità siamo solo all’inizio della crisi.

 

Daniele Carcea – carceada@interfree.it

 

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Osvaldo Ercoli: “L’arsenico nell’acqua è un veleno che per legge non si può né diminuire né neutralizzare…”

Il clima che si respira fra la gente in relazione alla potabilità dell’acqua è preoccupante e confuso. Preoccupazione e confusione che si tenta di nascondere con puerili deduzioni tipo: l’uomo ha sempre convissuto con tutto ciò che lo circonda, o con la semplicistica ed immorale accusa agli ambientalisti propagatori di allarmismi come i novelli untori di manzoniana memoria.

 

Ai sostenitori del “abbiamo sempre convissuto con tutto ciò che ci circonda dalla notte dei tempi” vorrei ricordare che la rivoluzione industriale ha si portato vantaggi immediati ed evidenti, ma ha anche lasciato scorie varie, indesiderate e trascurate, con nocività scaglionata nel tempo ,al momento più o meno tangibile e visibile, ma sempre recante un sicuro prezzo da pagare.,La natura “non regala niente a nessuno” dona si, ma esige parsimonia, tempo adeguato di recupero e rigenerazione per il ripristino di quanto modificato e disastrato.

 

Ad esempio, non abbiamo più in natura solo l’arsenico di cui madre natura ci ha do dato, considerta l’ origine geologica e vulcanica della zona, ma anche quello non richiesto e non gradito dovuto alla combustione del carbone, del gas ,dell’olio combustibile, del petrolio, delle bio masse, dei fitofarmaci e pesticidi in agricoltura,ecc ecc, che ne incrementano la presenza nell’aria, nelle acque, nei terreni .

 

Sollevando la testa da sotto la sabbia e guardando in faccia la realtà ci dobbiamo rendere conto che le nostre acque per consumo umano contengono arsenico in elevate percentuali come le numerose analisi confermano. Dobbiamo venire a conoscenza che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha fornito chiare indicazioni riguardo la tossicità dell’arsenico nelle acque potabili indicando come accettabile e solo in via transitoria il valore da 1 a 10 microgrammi\litro di arsenico, auspicando valori tra lo 0 e 5 microgrammi\litro come obbiettivo realistico.

 

A questo punto sorgono preoccupate domande tipo; quali iniziative prendere?Come comportarsi singolarmente?Come con le istituzioni?

Basterebbe che le istituzioni, facendo il loro dovere, applicassero il principio che sancisce il rispetto del diritto alla vita e alla salute. Ma solo riflettendo sulle semplici osservazioni portate alla vostra attenzione ossia; che l’arsenico è presente nella nostra acqua potabile, che non è un ricostituente ma un pericolosissimo veleno.

 

Veniamo a conoscenza che queste notizie erano già in possesso delle nostre istituzioni fin dal 2 febbraio del 2001. con la limitazione 0-50 microg\l, reso ancora più restrittivo (0-10) sin dal 2003 per la sua cangerogenicità e per l’evidente rischio per la salute umana.

Veniamo anche a conoscenza che le nostre istituzioni invece di dedicarsi al compito di ridurre il valore dei parametri dell’arsenico con lavori mirati come impone e prevede la deroga concessa all’Italia dalla CE (comunità europea) sin dal 2001, se ne sono state con le mani in mano.

 

All’appello sollecito alle istituzioni delle autorità sanitarie di riparare ai doveri mancati ed evasi sno ad ora, hanno preferito e scelto di chiedere alla C.E un’ ulteriore deroga. Ossia una licenza per poter considerare potabile l’acqua contenente l’arsenico fra 0-e50 microg\l .

 

Per poi meravigliarsi, chiaramente senza ombra di pudore ,quando si sono viste respinta dalla CE (comunità europea) il 28—10 2011 la nuova richiesta di deroga.

 

Questi incresciosi eventi di illegalità mi auguro che abbiano fatto capire che non tutti sostengono che l’acqua si possa rendere potabile per legge.

 

Rimboccatevi le maniche e recuperate il tempo perso, la fattività, la legalità, individuando le soluzioni definitive ed efficaci per potabilizzare l’acqua alla fonte evitando soluzioni palliative ed arraffazzonate.

 

Tanta trascuratezza, tanta ignavia, tanta superficialità dimostrata in questi 10 anni speriamo e ci auguriamo che rimanga solo un triste e amaro ricordo. La pazienza ha un limite per tutti. L’acqua è un patrimonio mondiale. Tutti ne abbiamo bisogno. Tutti ne siamo permeati, sia il mondo animale che il mondo vegetale, amiamola quindi, rispettiamola risparmiamola e rendiamola seriamente potabile.

 

Prof. Osvaldo Ercoli

 

P.S. Rivendichiamo ed esigiamo, come cittadini, il diritto di essere informati, sull’evolversi dei lavori e progetti relativi. nel modo che si reputa più opportuno e funzionale.

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Spiritualità Laica: “I Ching e la teoria della trasmutazione, dall’energia pura alla materia inerte, con memoria intrinseca degli eventi..”

Lunario Paolo D'Arpini 1 marzo 2011

Il senso di separazione tra noi e il resto del mondo…? E’ una sensazione frequente e non dipende da niente, è così, come una nube che passa ed oscura il sole, mentre a volte, pur non succedendo niente di particolare, ci sentiamo fare parte del tutto….” (Caterina Regazzi)

 

Che ci sia un’attinenza indiscutibile fra l’emissione energetica e la materia è un fatto conosciuto da chiunque, prima ancora delle scoperte della fisica quantica. Basti vedere l’azione dell’energia solare e della sua captazione utile ai processi vitali sulla Terra… Energia e materia sono strettamente interconnesse ed a un certo livello indistinguibili l’una dall’altra. Ed alla base del loro apparire in specifiche forme e modi c’è la mutazione costante e continua, una sorta di saliscendi che fra l’una e l’altra polarità che consente l’esistenza dell’universo conosciuto.

 

Secondo I Ching, o Libro Dei Mutamenti, la creazione avviene costantemente attraverso l’incontro di Cielo e Terra, ovvero Energia e Materia, Coscienza e Forma, ma questa descrizione non è sola prerogativa dell’I Ching, anche altre religioni e filosofie (ed anche la moderna scienza) indicano il movimento, la vibrazione o trasformazione, come fattore primo che crea il mondo. L’energia cinetica sprigionata attraverso il cambiamento sopraggiunto nel “quid” originario statico si è propagata in uno svolgimento, apparentemente infinito, che utilizza i canali conduttori dello spazio e del tempo. Che lo si chiami Verbo, Om, Spirito o Tao ha poca importanza…

 

Dal punto di vista dell’esperienza empirica, basata sull’osservazione in un continuum spazio temporale ed anche secondo la teoria della creazione graduale dell’universo si immagina un “inizio” chiamato Big Bang (il grande botto) o “Atto Creativo” in cui la concentrazione energetica statica giunge ad una fase critica di incontenibilità e ne consegue un collasso (corrispondente all’inizio dello spazio tempo) che coincide con la proiezione manifestativa in cui l’energia assume forma, gradualmente, divenendo materia. La gradualità e continuità della creazione viene misurata attraverso un “aspetto” che sempre accompagna, potremmo anche dire registra, il processo creativo. Questo aspetto è immanente e trascendente ed è la “coscienza”, la quale è parte integrante, una sorta di sapore o qualità intrinseca, dello svolgimento energetico in corso.

 

Possiamo quindi tranquillamente affermare che “coscienza, energia e materia” sono la stessa cosa, come il tempo e lo spazio che appaiono e coesistono complementariamente. Senza la durata nel tempo e l’espansione nello spazio nulla potrebbe manifestarsi e senza la coscienza e l’energia nessuna forma od entità avrebbe significato od esistenza. Per questa ragione è impossibile scindere la manifestazione dalla consapevolezza che la sancisce.

 

Ogni elemento, essendo la trasformazione nell’infinita possibilità dei movimenti energetici nello spazio tempo, conserva una specifica memoria (od intelligenza) che è necessaria alla coesione della sua sostanza (o stato di mutazione energetica se vogliamo usare una terminologia metafisica). Questo procedimento di psicosomatizzazione dell’esistente viene impresso contemporaneamente in una sorta di “negativo” che corrisponde alla formula rispetto al procedimento sperimentale in corso (possiamo definirla anche “memoria”, “ombra” o “antitesi”). Ma non è solo descrizione in negativo è anche substrato, è forza costituente che permette al tutto manifesto di mantenere una forma ed un nome, insomma gli fa assumere una specifica identità.

 

Ed è per questa ragione che nell’I Ching si individuano delle specifiche forme archetipali, i trigrammi e gli esagrammi, utili al riconoscimento delle aggregazioni energetiche in corso. Insomma possiamo dire che gli eventi si ripetono, pur in in una scala evolutiva, in una sorta di gradiente continuo ma riconducibile ad un processo già conosciuto. Da qui anche il concetto di “psicostoria”, che non è altro che la memoria progettuale costituente i fenomeni, la quale resta impressa nei risultati stessi della fenomenologia attiva: i processi vitali. Perciò la storia non è quella scritta sui libri, quella dei libri è solo una documentazione ingannevole, parziale e soggettiva che descrive gli aspetti percepiti da alcuni testimoni, od ascoltatori dei testimoni. La storia come noi la conosciamo è una traballante pseudo-verità, una descrizione quasi immaginaria, raccontata e corroborata (a fini speculativi) dall’opinione dei suoi redattori. Quella che chiamiamo storia è al meglio la descrizione di un immaginifico realistico condiviso (più o meno) da molti (comunque un numero limitato di persone).

 

Ma la verità non può essere parziale, come non può essere sminuzzata l’integrità della nostra esistenza corporea. Nel senso che non possiamo dire “questo organo o questa appendice non mi appartiene od è inutile, i capelli le unghie ed i peli non sono importanti perché crescono e vengono eliminati senza eccessivo danno…” o simili facezie. Infatti anche se usiamo quasi sempre la destra per il nostro agire abbiamo bisogno anche della sinistra, se diventiamo calvi lo consideriamo un difetto, se le unghie si spezzano anche le dita ne soffrono, etc. Insomma la verità storica dovrebbe corrispondere ad un’interezza e questa interezza viene data solo da quella memoria sottile che resta impressa nelle forme in continua mutazione fenomenica.

 

Questo “ricordo”, che a livello vitale viene definito DNA, a livello psichico io lo chiamo “psicostoria”, ovvero la capacità di lettura della memorizzazione automatica, della registrazione contabile non percettibile, presente nell’insieme degli eventi. E non esiste separazione alcuna in qualsivoglia processo vitale, che si manifesti con il nostro diretto coinvolgimento oppure con uno indiretto, insomma ogni elemento, fisico o psichico, viene influenzato dalla mutazione in corso. Ciò logicamente succede anche per gli eventi sulla faccia del pianeta: una bomba atomica in Siberia influisce sulle condizioni ambientali dell’Antartide….

 

Per cui se vogliamo conoscere la storia, quella vera, è necessario introdursi nel magazzino della funzione mnemonica vitale, che è presente comunque in chiave olografica in ognuno di noi.

 

In India questo magazzino si chiama Akasha, Jung lo chiamò Inconscio collettivo, gli esoteristi lo chiamano Aura della Terra.

 

Come fare ad attingere a questo archivio misterioso e sempre presente?

 

La risposta sta nella domanda stessa… Come fa l’acqua a conoscere l’acqua? Come fa il fuoco a conoscere il fuoco? Come fai a conoscere te stesso?

 

Essendolo…! Unicamente essendolo… Non come un osservatore che guarda bensì come sostanza costituente dell’andamento energetico in corso. Spogliandosi quindi della separazione che ci impedisce di percepire l’insieme di cui siamo parte integrante. Infatti coloro che sono dotati di preveggenza o medianità possono percepire questa “memoria” totale del grande magma dell’esistenza solo sciogliendosi in quella “coscienza”. Ovvero rinunziando alla piccola identità separativa dell’ego che porta ad identificarci con la singola molecola del processo vitale ed a descrivere l’esistente nello stretto ambito del percettibile, limitato alla presenza circoscritta. Il che è spesso quel che avviene non solo nella nostra mente ma anche nei suoi sottoprodotti: la storia ufficiale, la filosofia o religione e la scienza.

 

Paolo D’Arpini

 

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