Archivio di marzo 2011

Caterina Regazzi: “Bioregionalismo ed alimentazione corretta per l’uomo e per gli animali.. in riferimento all’uso di probiotici..”

Bioregionalismo, probiotici, yogurt, enzimi e salute – Un’analisi accurata su alcuni prodotti che possono causare obesità….

 

Notizia:

 

Secondo il direttore del laboratorio di virologia di La Timone di Marsiglia, i yogurt e altre bevande lattee imbottiti di probiotici che ci sono propinate da più di 20 anni avrebbero una grande parte di responsabilità nell’epidemia di obesità che colpisce i bambini.

 

I probiotici che Danone aggiunge ampiamente negli yogurt dovrebbero “stimolare” le difese immunitarie. Un vasetto di Activia o di Actimel ne contiene più di un miliardo. Il problema è che questi batteri buoni “vivi ed attivi”, dixit Danone, sono gli stessi di quelli utilizzati da tempo negli allevamenti industriali come attivatori di crescita per fare ingrassare più velocemente maiali e polli

 

Un maiale rimpinzato di probiotici significa aumentare il peso di più del 10%.

 

Danone spinge dunque ad “allevare ” i nostri figli come dei maiali o dei polli….

All’inizio dell’anno, infatti, dei ricercatori hanno confrontato la flora intestinale degli obesi e dei non obesi. E… sorpresa, i primi erano zeppi di probiotici – proprio quelli che si trovano negli yogurt ” santé plus “.

 

Didier Raoult commenta: “Gli attivatori di crescita utilizzati negli allevamenti sono stati autorizzati per l’alimentazione umana, senza cercare di sapere quale effetto avrebbero sui bambini”.

 

Inoltre, le vittime di questo inganno non sono solo i bambini: “Ho incontrato numerose donne tondette, anche se malnutrite, che tentavano disperatamente di dimagrire, limitandosi a mangiare alcuni yogurt al giorno piu qualche altra cosina. E… sconfortante disillusione, continuavano ad ingrassare, erano sempre più stanche e fragili, soprattutto in inverno, stagione in cui è indispensabile YANGHIZZARSI (SCALDARSI), mentre i yogurt sono iper YIN. Questo fatto è stato lo spunto dell’articolo “Aigle moqueur” apparso in “Pratiques de Santé ” con il titolo : DIVENTATE XXL CON I YOGHURT “

 

I seminatori indipendenti di allarme sono riusciti a commuovere i servizi ufficiali prima che lo scandalo esploda. E finalmente stanno facendo pressione sul gruppo Danone, obbligandolo, secondo i termini delicati dei giornali “a rivedere i parametri” (Un mostro come Danone va trattato con riguardo…). Occorre realizzare che potrebbe essere un brutto colpo per la lobby poiché il gruppo Actimel Europe et Activia Europe pesano insieme 1,5 miliardi di Euro sulla cifra totale di Danone di 15 miliardi, ossia il 10 %.

 

……

 

Commento dell’esperta, dott.ssa Caterina Regazzi:

 

Non so, quando queste notizie cominciano ad essere inoltrate sulla posta elettronica mi lasciano sempre qualche dubbio. Non il fatto che la Danone sicuramente non aggiunge sostanze o “probiotici” per puro spirito di altruismo, ovvio, mira ad avere un maggior guadagno e a proposito delle norme che riguardano la pubblicità io credo (ma non ne sono sicura) che la multa l’abbia presa perché attribuiva ai suoi prodotti effetti curativi senza aver presentato una documentazione scientifica. O almeno, io gliela farei per questo. Cioè la Danone, se si fa pubblicità propagandando la presenza nello yogurt del Bifidus actiregularis, dovrebbe aver presentato un dossier per l’autorizzazione all’impiego, lei o chi per essa. Non so se questo sia stato fatto. In più non sarebbe male se sulla confezione ci fossero indicazioni per leggersi anche sul web, la bibliografia in proposito. 

 

Per quanto riguarda l’uso di questi probiotici, che sarebbero dello stesso tipo di quelli usati negli allevamenti, è vero che in alcuni mangimi si aggiungono additivi a base di lattobacilli o simili, ma questo non direttamente per aumentare il peso degli animali.

 

E’ il solito problema degli allevamenti intensivi: dove ci sono grosse concentrazioni di animali è ovvio che c’è una flora batterica molto elevata, tra cui sicuramente ci possono essere dei batteri patogeni o batteri che possono diventare patogeni quando l’animale è sotto stress (capita anche a noi) . L’aggiunta di questi batteri “buoni” fa si che le pareti intestinali vengano colonizzate dai favorevoli che non lasciano spazio a quelli patogeni i quali, oltretutto, normalmente sono anche meno resistenti. Cioè si instaura una competizione batterica, favorevole per l’organismo. L’animale può si ingrassare di più, ma semplicemente perché sta meglio, ha meno problemi intestinali e l’assorbimento dei nutrienti è favorito.

In questo uso, io personalmente non ci vedo nulla di male, anzi, è sempre meglio usare con queste finalità dei pro-biotici piuttosto che degli anti-biotici. Tutte le mamme almeno quelle della mia età conoscono benissimo l’Enterogermina e l’hanno data almeno una volta ai loro bambini in caso di diarrea.

Domani vado a fare un sopralluogo in un mangimificio dove sicuramente vengono usati e vedrò di approfondire, anche se non credo ci sia molto di più.

Ma da questa inchiesta  si evidenzia ancor più l’importanza di una sana alimentazione bioregionale con i prodotti che crescono nella propria bioregione di apparteneza e nella giusta stagione di maturazione, questo vale sia per gli umani che per gli animali…

Dott.ssa Caterina Regazzi

Referente per il rapporto uomo-animali della Rete Bioregionale Italiana

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Gianfredo Ruggiero: “Perchè gli sbarchi di migranti non cesseranno? Perché siamo diventati un popolo di lazzaroni scansafatiche, padani compresi!”

 
“In epoca di menzogna dire la verità è un atto eroico” (G. Orwell)
 
Come hanno fatto gli italiani – padani compresi – a diventare un popolo di lazzaroni e scansafatiche, che preferiscono fare i disoccupati piuttosto che sporcarsi le mani nelle fabbriche e piegare la schiena sui campi?
 
Signori, ammettiamolo, siamo diventati un popolo di fannulloni. E’ quello che emerge, ad esempio, leggendo l’articolo di Repubblica del 11 marzo 2011 che titola: “Il Governo ora chiede più immigrati, ne servono due milioni in dieci anni”.
 
Ma come? Fino a ieri tutti a stracciarci le vesti pensando ai nostri disoccupati, ai nostri giovani senza lavoro (uno su tre), alle famiglie italiane sempre più indebitate, all’aumento vertiginoso della cassa integrazione, alle fabbriche che chiudono…
 
Tutti abbiamo visto in Tv le immagini inquietanti di quegli operai che minacciavano di gettarsi dal tetto delle fabbriche occupate. Abbiamo perfino subito il vergognoso ricatto della Fiat: riduzione dei diritti in cambio del mantenimento del posto di lavoro. Anche il Papa è intervenuto.
 
Ora invece scopriamo che…. in Italia il lavoro c’è, anzi abbonda, al punto tale da indurre il Governo, per bocca del Ministro Sacconi, ad invocare più immigrati che subito rispondono all’appello sbarcando a frotte sulle nostre coste (complice la crisi del nord Africa).
 
A chi mette in evidenza tale paradosso la risposta scontata è: “abbiamo bisogno di immigrati perché gli italiani non vogliono più fare i lavori umili…” e con questa frase lapidaria il discorso si chiude.
 
Andiamo invece a vedere quali sarebbero questi “lavori umili” che gli italiani snobbano preferendo vivere di stenti e di espedienti e scopriamo che sono normalissime attività svolte, fino a ieri e senza problemi, dai nostri lavoratori.
 
Non solo nelle fabbriche troviamo sempre più magrebini che fanno gli operai, ma anche albanesi che fanno gli elettricisti e gli idraulici, indiani e pachistani che fanno gli imbianchini, ucraine che fanno le badanti, filippine per i servizi, cinesi con il capo chino sulle macchine da cucire.
 
Nei ristoranti vediamo sempre più extracomunitari destreggiarsi tra pentole e fornelli. Ed è un fiorire di kebab che affiancano le nostre pizzerie.
 
In un Comune nel varesotto troviamo addirittura una straniera a capo dei servizi sociali, salita agli onori della cronaca perché, pare, incassasse i sussidi desinati ai poveri.
 
Nell’edilizia, dove in passato primeggiavano meridionali e bergamaschi, troviamo ora solo stranieri.
 
La distribuzione dei volantini, tipico lavoretto che fino a ieri permetteva ai nostri  studenti di arrotondare la paghetta e ai giovani in cerca di lavoro di sbarcare il lunario, ora è fatto dagli immigrati.
 
Perfino al Sud dove (dicono) la disoccupazione è cronica la presenza extracomunitaria è massiccia. Ne è un esempio la raccolta del pomodoro e degli agrumi, un lavoro duro che in passato fungeva da valvola di sfogo per disoccupati, cassintegrati e studenti meridionali, ora è svolto nella sua totalità da uomini di colore. Con l’aggiunta che i “caporali”, ossia i reclutatori di mano d’opera giornaliera, hanno anche loro la pelle scura e ingaggiano solo connazionali. Lo stesso avviene nei vigneti del nord est come negli allevamenti dell’Emilia.
 
Altro settore dove gli italiani sentono il peso della concorrenza extracomunitaria riguarda le attività criminali: alle mafie nostrane si sono affiancate le ben più spregiudicate mafie albanese, specializzata nello spaccio della droga, e cinese che taglieggiano i connazionali nelle attività commerciali. La microcriminalità invece impazza, svuota le case e riempie le carceri e a poco vale la semplicistica distinzione tra regolari e clandestini, troviamo infatti onesti lavoratori e puri delinquenti in entrambe le categorie ( ….e non che gli italiani siano degli stinchi di santo).
 
Il mercato della prostituzione di strada è oramai in mano a organizzazioni slave.  A noi rimane il poco invidiabile primato della prostituzione d’alto bordo, anche se (vedi caso Ruby) nei palazzi del potere e del denaro si affacciano belle donne più o meno minorenni di origine nord mediterranea.
 
Cosa sta succedendo, siamo veramente diventati dei fannulloni e la proverbiale laboriosità lombarda che fine ha fatto?
 
La verità è ben più semplice e prosaica di quella che ci propinano politici e analisti economici che parlano di ineluttabilità della società multi etnica e di cicliche migrazioni di massa per indurci a rassegnarci e ad accettare, con il pretesto della solidarietà, quella che si sta prefigurando come una vera e propria invasione.
 
Alla base di tutto ciò c’è solo un principio di mera convenienza economica con involontarie sfumature razziste: i nostri imprenditori preferiscono gli immigrati perché sono molto più disponibili e volenterosi degli italiani, si accontentano di molto meno e, in caso di necessità, si cacciano più facilmente.  Inoltre il solo pensiero della tragica attraversata ed il ricordo della miseria del Paese di origine induce gli immigrati ad accettare qualunque condizione di lavoro e a vivere in tuguri pagati a peso d’oro. Un po’ come succedeva ai nostri emigrati fino a non molti decenni fa.
 
Al riguardo immagino l’imbarazzo degli imprenditori di fede leghista quando si scopre che nella fabbrichetta del Sciur Brambilla invece dei padani lavorano gli immigrati.
 
A Milano si lamentano perché interi quartieri sono in mano ai cinesi, sorvolando sul fatto che a vendere agli orientali le attività commerciali e gli appartamenti sono proprio i milanesi pagati in contanti e senza batter ciglio.
 
La solidarietà rappresenta, inoltre, un vero e proprio business affidato ad associazioni “umanitarie” private che percepiscono dallo Stato fior di quattrini per la gestione dei centri di accoglienza.
 
Anche la Chiesa fa la sua parte invocando accoglienza e solidarietà (a spese dello Stato), dimenticandosi che gli immigrati una religione già ce l’hanno… e non è quella cattolica.
 
Infine partiti e sindacati, in crisi d’iscrizioni, vedono nei nuovi proletari adepti da indottrinare.
 
Insomma sono veramente in tanti a trarre beneficio dall’immigrazione, nascondendosi dietro il paravento della solidarietà e alle spalle dei sinceri altruisti, ma guai a farglielo notare, rischi di passare per …razzista.
 
 
Gianfredo Ruggiero
 
excaliburitalia@libero.it  
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Masaru Emoto: “Preghiera a sorella acqua per Fukushima…”

A tutte le popolazioni mondiali,
per favore inviate preghiere di amore e gratitudine all’acqua degli impianti nucleari di Fukushima, in Giappone!
Dall’impressionante terremoto di magnitudine 9 e l’incredibile devastante Tsunami, sono ancora disperse oltre 10.000 persone, a 16 giorni dal disastro. Il peggio è che è cominciata a fuoriuscire acqua dagli impianti nucleari, contaminando l’aria, l’oceano e le molecole dell’acqua circostante.

La saggezza umana non è stata in grado di fare molto per risolvere il problema, ma stiamo cercando solamente di calmare la rabbia dei materiali radioattivi nei reattori scaricandoci sopra dell’acqua.
Non c’è veramente nient’altro da fare?
Io penso di sì. Dopo una ricerca tecnologica di oltre 20 anni di misurazioni dell’Hado e di foto sui cristalli d’acqua, ho avuto modo di testimoniare che l’acqua può mutare positivamente quando riceve la vibrazione pura della preghiera umana, a qualsiasi distanza.
La formula di Albert Einstein sulla energia, E=MC² in realtà significa che l’energia è uguale al numero di persone per il quadrato della loro consapevolezza.
È tempo ora di comprendere il vero significato. Come cittadini del pianeta terra siamo esortati ad unirci alla preghiera cerimoniale. Desidero chiedere a tutte le popolazioni, non solo del Giappone ma di tutto il mondo, di aiutarci per favore a trovare una via d’uscita da questa crisi planetaria !!

La procedura per la preghiera è la seguente:

Nome della Cerimonia: “Inviamo i nostri pensieri d’amore a tutta l’acqua degli impianti nucleari di Fukushima”.

Giorno e orario: 31 marzo 2011 (giovedì) alle ore locali (di ognuno) 12:00 (mezzogiorno)

Recitate per favore la seguente frase:

“Acqua dell’impianto nucleare di Fukushima, ci dispiace di farti soffrire. Ti preghiamo di perdonarci. Ti ringraziamo e ti amiamo.”

Recitate ad alta voce o nella mente. Ripetete tre volte a mani giunte. Offrite per favore una preghiera sincera.

 

Ringrazio tutti di cuore.

Con amore e gratitudine

Masaru Emoto

Messaggero dell’acqua

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Notizie su Sathya Sai Baba e sue condizioni di salute dopo il ricovero all’ospedale di Puttaparthi del 28 marzo 2011 per problemi cardiaci

 
Satya Sai Baba… quel che so di lui..
 
Ricevo la notizia che il santo indiano dei miracoli, il famoso Satya Sai Baba, è stato ricoverato all’ospedale di Puttaparthi per problemi cardiaci, pare che la sua salute non sia compromessa irrimediabilmente e che presto potrà ritornare a svolgere il suo ministero spirituale.
 
Molti amici che conosco da anni mi hanno parlato di questo santo ed alcuni in modo entusiastico, ritenendolo un’incarnazione divina.
 
Dal mio punto di vista ogni forma vivente ed inanimata è una incarnazione dell’energia divina.. però è vero che alcune di queste forme trasmettono maggiormente, in modo più esplicito, la loro origine. Evidentemente questo è anche il caso di Sathya Sai Baba.
 
Io non l’ho mai incontrato personalmente e non posso esprimere giudizi sul suo operato o sulle sue qualità.. ma per via indiritta, ovvero per quel che ho sentito dire su di lui me ne sono fatto un’opinione 
“neutrale”. Lo rispetto e lo osservo come un misterioso  fenomeno della vita, un fenomeno che trasmette a volte delle capacità intrinseche nell’uomo che stentano a  manifestarsi apertamente ed abitualmente nella nostra vita quotidiana.
 
Voglio qui narrarvi l’esperienza più cogente che ho appreso sulla capacità di questo santo di influenzare positivamente la vita altrui.
Tanti anni fa, forse nel 1980, stavo a Jillelamudi in Andra Pradesh (non distante da Puttaparthi) ospite della mia madre spirituale Anasuya Devi,  lì viveva anche un certo Siam, un ragazzo inglese originario di Malta, il quale non si dichiarava particolarmente interessato alle pratiche spirituali, mi diceva “non so dove andare e siccome qui mi danno da mangiare e da vestire ci resto finché posso”,  ma non dovete meravigliarvi della cosa perché questa era l’atmosfera dell’accoglienza totale ricevuta nella Casa di Tutti di Anasuya Devi.
 
Un giorno  chiesi a Siam se avesse mai conosciuto Satya Sai Baba e lui mi rispose che aveva vissuto a Puttaparti a lungo. Per curiosità gli domandai ancora se avesse avuto qualche esperienza miracolistica con il santo,  a questo punto Siam mi guardò più seriamente e mi  narrò una sua esperienza. “Stavo lì già da parecchio tempo senza mai aver avuto un particolare rapporto con Sai Baba, poi accadde che  mi beccassi la rogna, una malattia epidermica  che spesso si attacca dal contatto diretto con  i cani,  vedi anche qui a Jillellamudi succede perché i bambini della scuola per il freddo dormono con i cani randagi al fianco e  si beccano la rogna,  insomma mi ero preso l’infezione e le mie mani erano piene di piaghe, una situazione dolorosa e pareva che non vi fossero cure adeguate a guarire dal male.
 
Una notte sognai che Sai Baba stava passando in rassegna tutti noi e quando si trovò davanti a me mi guardò e mi chiese come  stavo,  io gli mostrai le  mani piagate e dissi –non posso più nemmeno mangiare per il dolore che provo- (in India si mangia con le mani ed il contatto con le spezie piccanti  procura bruciore)…  al che Satya Sai Baba, sempre nel sogno, mi disse di non preoccuparmi e mi prese le mani fra le sue… l’indomani mattina ero guarito…”.  

Dopo che Siam mi ebbe raccontato questa storia compresi come mai egli si stesse dando tanta pena  a curare dei bambini che avevano preso la rogna  e smisi di pensare che “certe esibizioni miracolistiche non fossero conduttive alla spiritualità”. Insomma accettai  i miracoli di Satya Sai Baba come un possibile  aiuto spirituale….   Le vie del karma sono imperscrutabili! Ed andare avanti con il paraocchi non conduce alla pienezza… .  

 Paolo D’Arpini

 
Ed ora ecco le ultime notizie sullo stato di salute di Sathya Sai Baba
 
Dal Centro Sathya Sai Baba di San Diego – Point Loma,  30 marzo 2011
 
Sairam,
 
        Swami sta bene e presto riprenderà i Darshan, dopo essersi sottoposto ieri ad un intervento di pacemaker al Super Speciality Hospital, in Puttaparthi.
 
Swami sta riposando, le sue condizioni sono stabili ed è fuori pericolo.
 
Queste informazioni arrivano dal Dr. Sam Sandweiss, il quale ha parlato con una fonte affidabile che ha confermato i dettagli.
 
Leggete anche le informazioni riportate qui sotto provenienti dal Dr. Congleton e dal Dr. Gries, Chairman della Zona 1.
 
*********
 
Il Dr. Mike Congleton scrive:
 
Riguardo il recente ricovero di Swami, il Dr. Safaya ha dichiarato: “Non c’è nulla di cui  preoccuparsi, poiché le condizioni di Baba adesso sono stabili”.
 
Vi prego di leggere la seguente email scritta dal Dr. David Gries, Chairman della Zona 1, il quale allega il link di un giornale con le informazioni date dal Dr. A.N. Safaya, Direttore del Sri Sathya Sai Institute of Higher Medical Sciences, riguardo lo stato di salute di Swami.
 
Nell’amorevole Servizio di Sai
 
Mike Congleton
 
Presidente della Pacific Region South – Regione 8
 
 
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Oggetto: Notizie da Puttaparthi
 
Sai Ram!
 
Riguardo lo stati di salute di Swami, ecco un articolo apparso su un quotidiano indiano presente in rete: http://tinyurl.com/482c8h9 (la traduzione in italiano è qui sotto).
 
L’articolo afferma che le Sue condizioni sono stabili, pertanto non c’è nulla da temere. Sarebbe bene organizzare delle sessioni bhajan o incontri di preghiera al fine di mandare a Swami il nostro Amore, il nostro affetto e le nostre preghiere sincere affinché il Suo corpo fisico abbia una veloce e pronta guarigione, per il benessere dell’umanità.
 
Vi ringrazio molto.
 
In Servizio a Sai, David Gries
 
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DECCAN CRONICLE
 
Satya Sai Baba ricoverato
 
Il leader spirituale famoso in tutto il mondo Sri Satya Sai Baba, lunedì è stato ricoverato a Puttaparthi per problemi cardiaci.
 
Satya Sai Baba, che ha celebrato il suo 85.mo compleanno lo scorso Novembre, nel pomeriggio ha accusato un rallentamento dei battiti cardiaci, tanto che i membri del trust lo hanno portato d’urgenza all’ospedale Sri Satya Sai Institute of Higher Medical Sciences di Puttaparthi.
 
Secondo il bollettino medico rilasciato dal direttore dell’ospedale, il Dr A.N. Safaya, Baba nel pomeriggio ha accusato dei capogiri e un rallentamento dei battiti cardiaci, sotto i 60 battiti al minuto.
 
Il Dr. Safaya ha informato che a Baba è stato impiantato un pacemaker permanente e che ora le Sue condizioni di salute sono stabili, in accordo con i parametri clinici. Egli quindi afferma che non c’è niente da temere, poiché le condizioni di Baba adesso sono stabili.
 
Dopo aver appreso la notizia, una ressa di migliaia di devoti provenienti da Puttaparthi e dintorni, si è recata all’ospedale. I devoti hanno offerto le loro preghiere nei vari templi chiedendo la guarigione di Baba. Oltre ai devoti originari del luogo, anche i devoti stranieri si sono precipitati all’ospedale per informarsi delle Sue condizioni di salute.
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Tutti i danni dell’energia nucleare…. la catastrofe incombe sul mondo, solo per accontentare i produttori di bombe..

 ”Radioattività  incontrollabile e fumate radioattive dalla centrale Fukushima. Ultime news…”

 

Dice bene Sergio Zabot quando afferma che l’elettricità ricavata dal nucleare serve a corroborare -pacificamente- gli scopi dei produttori di bombe: “Il nucleare civile francese è nato in simbiosi con il nucleare militare, per ripartire gli enormi costi per produrre l´uranio e soprattutto per arricchirlo al cosiddetto “weapon grade”. Lo sforzo civile e militare francese è stato imponente e la maggior parte dei costi, dalla Ricerca e Sviluppo fino al trattamento del combustibile esausto non sono mai entrati nel costo dei kWh che i cittadini pagano in tariffa, ma sono nascosti nelle tasse che pure i francesi pagano. Non dimentichiamo che EdF, la società elettrica che gestisce le centrali nucleari è statale e che anche gli arsenali militari e gli impianti di arricchimento e di ritrattamento dell’uranio sono statali”.

 

Infatti per fabbricare bombe atomiche serve uranio arricchito (o sporco secondo i casi), plutonio, ed altre cosette, e come meglio mascherare questa produzione se non giustificandola con la scusa della produzione energetica? E la cosa si evidenzia da sé quando osserviamo l’attenzione fissata sugli impianti nucleari dell’Iran o Nord Corea, così osteggiati da USA e Israele….

 

Ma l’energia atomica è cattiva sia in pace che in guerra… anzi forse è più cattiva in pace visto che in guerra sono state solo due le bombe utilizzate, quelle di Hiroshima e Nagasaki, nel 1945, e da allora sono trascorsi 66 anni. Mentre di incidenti nucleari ne sono avvenuti a iosa da quando l’uranio è diventato un “combustibile” energetico. Centinaia di incidenti, piccoli e grandi, che hanno lasciato una scia di morte e malattie non indicizzate… perché non conviene. Infatti i danni del nucleare è meglio tacerli, anche perché la maggior parte d’essi debbono ancora venire…

 

E verranno nel momento in cui le scorie stipate in varie parti del mondo cominceranno a rilasciare il loro contenuto venefico… è inevitabile che ciò accada perché i siti in cui dette scorie “riposano” saranno prima o poi distrutti da “incidenti” imprevisti. Poi ci sono tutti i residui radioattivi conservati in celle di contenimento, sarcofagi che non dureranno più a lungo… Polveri radioattive conservate in magazzini militari, in vasconi di contenimento o in casseforti a tenuta stagna (provvisoria), od in casseforti gettate nel mare, nei deserti, stipate in grotte, nelle paludi, e che aspettano solo di lasciar fuoriuscire i loro liquami radioattivi mortali.

 

L’uomo è stato bravissimo ad avvelenare il pianeta… eppure c’è ancora qualcuno in Italia, come una tale ministra dell’ambiente od un tal altro emerito oncologo, che assicurano la bontà del nucleare definendolo l’unica scelta per salvare l’economia. Ivi compresa quella mortuaria s’intende…. Essi asseriscono addirittura che l’energia atomica non inquina perché “Le centrali nucleari non emettono CO2″. Altra leggenda metropolitana alla quale sembrano crederci anche alcuni ambientalisti.

 

La produzione dell’uranio, è una attività mineraria e industriale piuttosto lunga e complessa che comporta tutta una serie di lavorazioni che richiedono l´utilizzo di combustibili fossili, di elettricità, di enormi quantità di acqua, di acido solforico e infine di fluoro, gas altamente velenoso e che provoca un effetto serra migliaia di volte più potente della CO2.

 

Tornando agli incidenti nucleari in tempo di pace ascoltiamo quanto riferisce Giorgio Nebbia: “…quello ai reattori di Fukushima è il terzo importante nella storia dell’energia nucleare commerciale, lunga circa 14.000 anni-reattore (il numero dei reattori in funzione moltiplicato per gli anni di funzionamento di ciascuno): un incidente ogni circa 4.500 anni-reattore, un incidente in media ogni dieci anni quando sono in funzione, come oggi nel mondo, circa 450 reattori; una probabilità di incidenti molto maggiore di quella assicurata dai solerti venditori di centrali nucleari”

 

E poi ancora vi sono i costi e i pericoli e gli incidenti del ciclo del ritrattamento del combustibile irraggiato per recuperare un po’ di plutonio da aggiungere all’uranio nelle centrali per trarne un po’ più di elettricità e di soldi; e poi i costi del ciclo di smaltimento delle centrali esaurite e della sistemazione del combustibile irraggiato e degli inevitabili rifiuti, la coda avvelenata delle centrali; si tratta, anche solo in Italia, di migliaia di tonnellate di prodotti radioattivi, tutti, sia pure in diverso grado, pericolosi, che continuano ad accumularsi anche quando è svanito e sarà svanito il sogno dell’elettricità abbondante a basso prezzo. Tutte operazioni che richiedono una vigilanza per secoli e decenni per evitare perdite di radioattività nell’ambiente”

 

Inoltre c’è da dire che la scarsità di uranio è altrettanto sentita come quella del petrolio e di altri combustibili fossili. La caccia all’uranio è ormai uno degli sport preferiti dei Capi di Stato. Il tema centrale della tournée di Nicolas Sarkozy in Africa nel marzo del 2009 è stato l´uranio. Accompagnato dal presidente di Areva, la più grande multinazionale dell’energia atomica, Sarkozy si è assicurato i diritti di esplorazione e di sfruttamento di tutti i giacimenti di uranio della Repubblica del Congo. Poi è volato a Niamey, in Niger, dove si è assicurato, battendo la concorrenza dei cinesi, i diritti di sfruttamento sul gigantesco giacimento di Imouraren, destinato a diventare una delle maggiori miniere di uranio del mondo.

 

Quello che è preoccupante del nostro Governo è che invece di rafforzare il sostegno all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili, stia stipulando patti “diabolici” con le lobby industriali e finanziarie, promettendo contratti miliardari per realizzare una filiera nucleare, estremamente rischiosa e costosa, garantita dallo Stato, quindi con i soldi dei contribuenti. Di fatto il Governo rallenta lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, le vere alternative pulite, per far spazio agli interessi delle lobby nucleari.

 

Se i fondi che sono stati investiti in Italia in passato, e quelli che rischiamo di dover spendere per i programmi nucleari governativi venissero risparmiati saremmo un paese con più posti di lavoro e veramente moderno.

 

Però dal punto di vista della laicità di pensiero e della libertà di ricerca scientifica affermo che sarebbe opportuno che il nucleare continuasse ad essere studiato, in modo da non fermare le eventuali scoperte sulla natura atomica degli elementi, in attesa di giungere ad un “nucleare pulito”, o fusione fredda, ma nella situazione presente non sono per nulla d’accordo di impiantare centrali nucleari in Italia.

 

In questo momento in Italia non resta perciò che fermare l’avventura nucleare governativa col referendum e col voto, impegnando contemporaneamente i futuri governanti ad investire nella ricerca di nuove fonti energetiche, valorizzando così le capacità scientifiche dei nostri scienziati che altrimenti vengono attratti dai laboratori di nazioni estere.

 

Paolo D’Arpini

Referente della Rete Bioregionale Italiana

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