Archivio di novembre 2010

Bioregionalismo ed amici animali: “Cavalli nel ‘redditometro’ come barche o seconde case… ma un animale non é un oggetto, é un aiuto per la nostra integrità mentale”

Proprio in questi giorni sto leggendo l’interessante libro dell’etologa Temple Grandin, La Macchina degli Abbracci, in cui si spiega come un sano rapporto con gli animali sia un elemento indispensabile per il mantenimento di una integrità emozionale. Ciò é vero soprattutto per quegli animali che da tempo immemorabile sono stati vicini all’uomo ed ai quali la nostra civiltà deve buona parte del suo sviluppo. Tra questi esseri c’é il cavallo… senza di esso noi non saremmo quel che oggi siamo. Eppure nella fredda determinazione impositoria degli esattori fiscali e dei burocrati statali ora la nobile bestia, degna di massimo rispetto, affetto ed amicizia, viene equiparata ad un “bene voluttuario” e pertanto chi possiede un cavallo deve pagare allo stato più tasse… come fosse un possessore consumista, pieno di televisori a colori, macchine sportive, elettrodomestici sofisticati, etc. L’alienazione dalla nostra matrice naturale sta assumendo caratteri sempre più parossistici.. e lo stato invece di risparmiare sulle spese folli e sugli errori di considerazione dei suoi amministratori non trova di meglio che “punire” chi resiste negli ambiti naturali, ovvero chi preferisce mantenere un rapporto sano con la natura e con gli animali…..

Burocrati senza cuore pagheranno il fio delle loro colpe per tentare di distinguere quel che la vita ha unito!

 

Ecco il testo della petizione diramata dalla Segreteria di Horse Angels

 

IL CAVALLO NON E’ UN OGGETTO

 

Il redditometro considera il cavallo alla pari di un oggetto. E in particolare lo annovera tra gli elementi capaci di dimostrare una capacità contributiva superiore, rispetto al reddito dichiarato.

Non differenzia tra i cavalli mantenuti in proprio, a casa, e quei cavalli tenuti in maneggio o circolo ippico.

E soprattutto non tiene in considerazione la differenza fra il cavallo da reddito e il cavallo da affezione.

Invece, sempre più spesso e per fortuna, capita che una persona abbia il cavallo non tanto per gareggiare, e vincere dunque del denaro, e tanto meno per allevarlo e venderlo, da carne o da sport. Ci sono persone che scelgono di avere un cavallo per amico, e che lo registrano all’anagrafe equina come non destinato alla produzione alimentare.

Il cavallo da compagnia o da passeggiata non produce alcun reddito. E’ una spesa. Ma neanche eccessiva quando si sceglie di tenerlo in proprio.

Può darsi che il ministero della finanza sopravvaluti quello che può essere il costo di mantenimento di un cavallo a fine carriera, malato o da passeggiata, tenuto ad esempio a casa propria o presso una pensione. E così facendo di fatto scoraggia la salvaguardia degli equini a fine carriera che hanno dedicato una vita a servire l’essere umano.

Tutto questo per le associazioni animaliste che si battono per ricollocare gli equini, salvandoli dal macello, è assai grave.

Se anche tu pensi che il redditometro, per quanto riguarda il cavallo, vada rivisto e corretto, apponi la tua firma attraverso il link qui sotto.

Grazie, Lo Staff Horse Angels

 

Ed ora vi sottopongo l’indagine svolta sul tema da parte della nostra Caterina Regazzi, medico veterinario e referente della Rete Bioregionale Italiana per il rapporto uomo animali:

 

Pare che quanto affermato sopra corrisponda al vero e cioè che per chi é proprietario di un cavallo (come per chi é proprietario di una barca, di una seconda casa o abbia alle sue dipendenze una colf o una badante) ci siano dei coefficienti che possono essere applicati per calcolare un reddito minimo e le uniche distinzioni sono “da corsa” o “da sella “.

 

E’ vero comunque che chi possiede un cavallo e che, nonostante tutte le normative sanitarie e di anagrafe che sono state messe in atto negli ultimi anni e che hanno scoraggiato da parte di alcuni alla detenzione di tale animale, ha spese molto diverse a seconda se lo tiene in proprio o a pensione, a seconda dell’utilizzo che ne fa o se lo tiene semplicemente come “animale da compagnia” (ferrature, vaccinazioni, sverminazioni non sono obbligatorie, ma di prassi se l’animale viene tenuto a pensione insieme ad altri animali, magari non dello stesso proprietario) per cui ritengo che sia difficile poter applicare correttamente tali coefficienti.

 

Inoltre l’amore per gli animali, a volte lo ammetto un po’ “distorto” fa si che spesso si preferisca tenere un animale pur costoso come un cavallo piuttosto che fare ad esempio dei viaggi in paesi esotici o acquistare mobili antichi o quadri di valore e che la maniera in cui una persona spende il proprio reddito, purché avvenga in maniera lecita, non dovrebbe interessare il fisco più di tanto. L’evasione fiscale può riguardare persone in tutte le attività, dagli interessi i più svariati.

 

Inoltre, con l’entrata in vigore della normativa sull’anagrafe equina, il proprietario, all’atto della redazione del “passaporto” del cavallo deve operare una scelta dolorosa ma obbligatoria: l’animale può essere destinato o meno all’uso alimentare umano, e questo comporta doveri diversi, più stringenti nel primo caso (registrazione dei trattamenti farmacologici, divieto di utilizzo di alcuni farmaci).

 

Gli animalisti potranno inorridire per quello che sto per scrivere, ma proprietari di diversi cavalli, anche semplicemente da “passeggiata”, che al momento di fare la scelta hanno scelto di non destinarli all’uso alimentare umano, per non avere obblighi di registrazione ed eventuali controlli da parte della USL, si ritrovano adesso a dover tenere questi animali fino al termine della loro vita……. vi chiederete: e che c’é di strano? Se si decide di tenere un animale bisognerebbe assumersene la responsabilità “a vita” e non trattarlo come un giocattolo, che quando é rotto o non ci piace più, ce ne sbarazziamo.

 

Sicuramente tutte queste normative potranno contribuire (ma le scappatoie ci sono sempre) a fare in modo che tali scelte siano fatte con maggiore consapevolezza. E’ ingiusto quindi punire chi, nonostante tutte le incombenze, l’impegno necessario e le spese che comunque ci sono, decide di tenere questo splendido animale con sé.

Caterina Regazzi

 

 

Bene avendo appurato come stanno i fatti nel rapporto fra umani ed equini, vi invito a sottoscrivere la seguente petizione:

http://www.horse-angels.it/petizione-per-togliere-il-cavallo-dal-redditometro/petizione-per-togliere-il-cavallo-dal-redditometro

 

Grazie per aver letto sin qui, Paolo D’Arpini

Referente della Rete Bioregionale Italiana per la Comunicazione e le Pubbliche Relazioni e portavoce di European Consumers Tuscia

 

P.S. A proposito di cavalli vi segnalo questo delizioso post:

http://animalia-rockpaintingenonsolo.blogspot.com/2010/11/bill-e-ben.html

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FED e svalutazione Dollaro USA, molto lenta rivalutazione Yuan, Euro forte, stazionario e pagatorio… – Antonino Amato: “…o son tonto io o son tonti loro..” – E chi sono questi tonti…?

Una premessa. Io, al mio paese, passo per essere “mezzo scemo” e “mezzo matto”. Pazienza. Prendo atto che Frau Merkel (Cancelliera tedesca), Elisabetta Seconda (Regina d’Inghilterra), Nicolas Sarkozy (Presidente francese) e Silvio Berlusconi (premier italiano) sono universalmente giudicati “intelligenti”, “acculturati” e “saggi”. Io concordo con l’opinione pubblica, ma poi mi tocca notare che io vedo cose che gli “uomini sommi” non vedono. E allora…….
 
E allora i conti non mi tornano. Ma partiamo dall’inizio. C’è in corso una diatriba tra USA e Cina che si articola sulla seguente proposizione:
 
gli USA dicono: voi siete partiti da una estrema povertà e siete diventati il motore industriale del pianeta. Bene, ma perché non rivalutate la vostra moneta? Non rivalutando lo Yuan, distorcete il commercio mondiale;
 
la Cina risponde: noi eravamo e siamo troppi poveri rispetto a voi. Rivaluteremo lo Yuan, ma gradualmente e lentamente;
 
gli USA, non potendo obbligare la Cina a rivalutare lo Yuan, ricorrono alla svalutazione dello US$. Stampano miliardi di US$ che la FED presta allo Stato e alle banche locali ad interessi irrisori. Con questa operazione gli USA rischiano la “inflazione” ma impediscono “speculazioni” sul loro debito pubblico.
 
Si può discutere se la politica degli USA e della FED sia giusta oppure sbagliata. Ma non si può non riconoscere che gli USA si comporti come uno “Stato sovrano” e che la FED ne segue le direttive.
 
***
 
Poi Obama viene in Europa, incontra a Lisbona gli “alleati europei” e chiede loro di non fare “svalutazioni competitive”. I politici europei, se fossero “alleati”, gli risponderebbero: “Scusa, con quale faccia  vieni a proporci di non fare svalutazioni competitive se USA e FED stanno facendo delle svalutazioni competitive?”. Ma, poiché i politici europei sono dei “sudditi fedeli”  (di non fatemi dire), acconsentono e s’impegnano a non fare svalutazioni competitive.
 
Ne viene che mentre Cina ed USA agiscono da Stati sovrani e manovrano lo Yuan e lo US$ come ariete per imporre i loro prodotti al mondo intero, i politici europei promettono di “rispettare le regole del mercato”. Un mercato che, nella realtà; non esiste. Distorto dalle politiche aggressive della Cina e degli USA. Ed ecco la “crisi dell’Europa”: l’industria europea non può competere con le industrie cinesi e statunitensi perché “l’Euro è forte”, “lo Yuan è mantenuto debole” e “lo US$ viene reso debole”. Conseguenza: l’economia europea non tiene, calano le entrate degli Stati europei e sballano i loro bilanci.
 
Crolla la Grecia, crolla l’Irlanda, rischia di crollare il Portogallo e la Spagna. Poi toccherà all’Italia. In giro politici e commentatori sostengono: è colpa della speculazione. Io, invece, sostengo che è colpa delle classi dirigenti europee: politici, banchieri e commentatori più o meno brillanti. Mi spiego. Gli USA hanno un debito pubblico enorme. Eppure, sul debito, pagano interessi irrisori perché la FED stampa US$ in tipografia e compra titoli del debito pubblico USA, calmierando il mercato. Gli Europei invece, poiché sono “virtuosi”, per finanziarsi ricorrono al “mercato”. Mercato nel quale ci sono tanti speculatori che puntano a lucrare interessi altissimi. E allora, colpa degli speculatori oppure colpa di una classe politica (e non sono politica) senza attributi?
 
Ecco: io non sono una cima né per intelligenza né per cultura. Ma a me pare che Frau Merkel, Elisabetta Seconda, Nicolas Sarkozy e Silvio Berlusconi siano dei poveri mentecatti. Che vorrebbero combattere i carri armati con una pistola ad acqua. E difatti gli USA e la FED, per fare i loro interessi, ricorrono alla tipografia; noi, invece, ricorriamo al mercato, pagando salatissimi interessi.
 
Così facendo, progredirà la Cina, si salveranno gli USA e noi Europei affonderemo. 
 
Antonino Amato – antonino-amato800@alice.it
Europa Informazioni
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“I vegetariani non sono saccenti e presuntuosi, anzi…” – Manifestazione di protesta contro il vaticano per le sue posizioni anti-vegetariane

Lunario Paolo D'Arpini 25 novembre 2010

In difesa dei vegetariani e della morale laica

Non è raro per noi vegetariani-animalisti essere accusati di presunzione e di ostentata superiorità morale, di sentirci migliori degli altri, da parte di alcune persone quando, convinte del loro onnivorismo, subiscono i sensi di colpa a causa della sofferenza indirettamente inflitta agli animali che mangiano o che portano addosso sotto forma di pelli o di pellicce.
           

Per capire cosa significa essere migliori occorre stabilire un punto di riferimento oggettivo, un termine di paragone ritenuto più giusto e vantaggioso per il bene comune, per il processo evolutivo civile, morale e spirituale dell’individuo. Se essere migliori significa causare meno male, essere più rispettosi delle regole ed in armonia con il nostro contesto naturale, allora è vero, noi ci sentiamo migliori. Anche se tra il bianco e il nero, come tra il giorno e la notte, vi sono infinite sfumature intermedie, dire che in questa vita non esiste il migliore o il peggiore è come equiparare Gesù a Giuda Iscariota, come dire che il bene ha lo stesso valore del male, che l’uomo virtuoso ha gli stessi meriti del mascalzone.
           

Tra un uomo dedito al furto ed un uomo onesto nessuno ha dubbi ad indicare il secondo come migliore.
           

Tra colui che impegna il suo tempo ad interessarsi solo dei suoi problemi e colui che spende gran parte della sua vita e delle sue risorse umane e finanziarie per aiutare chi soffre, quest’ultimo è sicuramente migliore.
            Tra un individuo sensibile al dolore e alla morte di un suo simile ed uno che per sensibilità umana e senso di giustizia fa sue anche le sofferenze di qualunque creatura non appartenente alla sua specie, quest’ultimo è sicuramente migliore. 
           

Tra chi ha una coscienza in grado di conficcare elettrodi nel cervello di un gatto per studiarne le reazioni e colui che considera tutto questo un abominio, sicuramente quest’ultimo è migliore.
           

Tra chi ritiene giusto uccidere barbaramente una volpe, un visone o un coniglio per strappargli l’unica pelle e poi fare di questi miseri corpi alimento per altri animali e colui che ritiene tutto questo una mostruosità, quest’ultimo è sicuramente migliore.
           

Si provi a dimostrare il contrario, si provi a dimostrare che i due in questione abbiamo gli stessi valori morali, lo stesso senso di giustizia, la stessa sensibilità umana, la stessa intelligenza positiva. Si provi a dimostrare che sotto questi aspetti noi universalisti-vegetariani-animalisti siamo come gli altri e forse ci convinceremo di non essere migliori. Se ci sentiamo migliori perché condividiamo maggiormente la sofferenza universale, allora abbiamo la presunzione di sentirci migliori, rispetto a chi percepisce solo il dolore dei suoi simili.
           

Ma la presunzione non è parte della nostra visione delle cose, né ci gratifica apparire “migliori”  o più saccenti. Noi siamo gente virtuosa, che ama la non violenza, la giustizia che vorremmo estendere ai nostri parenti animati. Siamo più sensibili è vero, abbiano una percezione più ampia della libertà e della giustizia, del rispetto cui ha diritto, per legge naturale, ogni essere vivente per il solo fatto di esistere.
           

Noi abbiamo come obiettivo la crescita integrale dell’uomo, la ricchezza dei valori fondamentali dell’esistenza. Sappiamo che un albero non cresce in un giorno; sappiamo che ognuno, per infinite circostanze di ordine sociali e culturali, appartiene ad un suo livello evolutivo; sappiamo che tutte le grandi innovazioni conoscono tre fasi: prima la derisione, poi la considerazione ed infine la condivisione.

Franco Libero Manco

…………………..

Qui di seguito il Comunicato Stampa per la manifestazione contro il vaticano del 26 novembre 2010:

Il Comitato per la Spiritualità Laica aderisce alla Manifestazione
animalista congiunta contro il papa Ratzinger ed il vaticano per le
posizioni assunte contro gli animali.
Venerdì 26 novembre p.v. dalle ore 17,00 alle ore 20,00, in piazza di
Porta S. Giovanni in Laterano a Roma nei pressi della statua di S.

Francesco, diverse associazioni animaliste (aderenti alla Consulta
Vegetariana Animalista ed al Comitato per la Spiritualità Laica, etc.)
 terranno una manifestazione di protesta nei confronti della Chiesa cattolica indifferente alla condizione degli animali e fautrice di una
cultura antropocentrica che condanna il mondo animale ad una
condizione senza diritti.

“Il nostro intento è di far pressione affinché esca dal suo
antropocentrismo che genera effetti devastanti non solo nei confronti
degli animali, ma dell’ambiente e della coscienza umana resa sempre
più insensibile e indifferente verso la condizione di chi soffre perché autorizzata a disprezzare tutto ciò che non è umano”  Afferma
Franco Libero Manco dell’AVA

I vegetariani, gli animalisti ed i laici sono invitati a partecipare
numerosi, portando  striscioni, cartelli, fischietti e fiaccole. Per
la circostanza verrà distribuito materiale divulgativo su tutte le
tematiche trattate.

“Il nostro intento è far arrivare agli edifici del Vicariato la nostra
voce, la voce degli animali… e la voce della libera  espressione
spirituale” Dice Paolo D’Arpini del  Comitato per la Spiritualità
Laica

I riceventi sono pregati di inoltrare il presente programma  ai Media
ed ai conoscenti ed amici,   invitando anche i religiosi “altri”oltre
ai cattolici a questa iniziativa. E’ importante che il mondo religioso sia al corrente delle iniziative che il movimento vegetariano-animalista mette in atto per protestare contro la  chiusura  cattolica ai diritti degli animali.
Consulta Vegetariana Animalista e Comitato per la Spiritualità Laica
Franco Libero Manco: francolibero.manco@fastwebnet.it
Paolo D’Arpini: spirito.laico@libero.it

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Caro Paolo, mi pare di avere tante cose da dirti e non so bene da che parte incominciare….

Vorrei trovare un filo conduttore del tutto e cucire l’insieme come una coperta al patchwork. Cominciamo dalla cosa più semplice: stamattina sono stata in un allevamento di vacche da latte per la produzione del Parmigiano Reggiano (si scrive con le maiuscole, é il Re dei formaggi, anche se…………). Dovevo compilare un verbale per il controllo della BSE (Malattia della mucca pazza) e arrivata alla data ho chiesto: “Quanti ne abbiamo oggi?” e il signor Adriano: “Ne abbiamo 24, domani 25, é Santa Caterina, buon onomastico!”

 

Poi ha iniziato a raccontare, che una volta, fino alla fine degli anni ”70, il 25 novembre era il giorno della chiusura dei caseifici. Infatti le bovine, che erano allevate in maniera più naturale e i parti erano stagionali, venivano munte da aprile a novembre, dopodiché venivano messe in asciutta. I caseifici, che erano piccoli e numerosi, chiudevano, magari ne rimaneva aperto uno per lavorare il poco latte che veniva comunque prodotto e che era utilizzato per fare il “vernengo”. “A quei tempi si che era buono il formaggio! La parte migliore poi era la testa, quello che veniva prodotto nei primi mesi. Le bovine erano quasi tutte di razza bianca valpadana, facevano meno latte di quelle di razza frisona di oggi, ma erano più sane e campavano di più. Magari erano alla catena, si, ma erano trattate bene e mangiavano roba buona, naturale. Il latte e il formaggio avevano tutto un altro sapore!. Adesso sono libere, spesso, nelle stalle moderne, ma vengono sfruttate al massimo e l’alimento raramente é veramente di buona qualità! Non sarà mica benessere questo!”

 

Ma sarebbe possibile un ritorno a quei tempi? Evidentemente no! Il lavoro in stalla mandato avanti da operai, di solito stranieri e il lavoro di produzione del formaggio nei caseifici é a carico di dipendenti, per cui si deve avere da lavorare tutto l’anno e così le gravidante e i parti vengono artificialmente programmati e distribuiti.

Il latte sta riprendendo quota sul mercato, per vari motivi, chissà che una parte dei guadagni non possa essere impiegata per il “benessere” degli animali…. Temo di no!

 

(E continua…)

 

Ho letto stamattina la prima parte del Giornaletto sul tuo modo di vivere la spiritualità, molto bello!

http://saul-arpino.blogspot.com/2010/11/giornaletto-di-saul-del-24-novembre.html

 

E’ proprio come la sento io, anche se a volte il pensiero si sovrappone a disturbare, ma più che semplice pensiero lo chiamerei “pensiero deforme”.

Il pensiero di per sé può essere positivo o negativo, le propensioni date dalla mia genetica, dalle esperienze positive o negative e dalle cattive abitudini spesso mi portano a fare “pensieri cattivi”, appunto “deformi”, ma, come gli animali quando hanno un handicap una malformazione non se ne curano e vivono sereni con sè stessi comunque, così da non accentuare il “disagio”. E comunque, basta con questi discorsi, quel che é “é”.

 

Sono contenta di avere uno specchio come te, mi ci vedo “bella”!.

Ti ho chiamato appositamente specchio e non “maestro” perché questa parola incute un certo disagio (ancora!).

 

Devo dirti che se non venisse spesso usata con una certa connotazione negativa, per me , sarebbe un’ottima parola, per definire una persona che, senza secondi fini, mette a completa disposizione degli altri, il suo “essere”, sia di termini di conoscenza che di consapevolezza e in cui tutti indistintamente si possono specchiare, appunto, e vedersi.

 

Ti dico questo perché qualche giorno fa, parlando con un’amica mi ha detto: “Eh, si Paolo fa un po’ il maestro!” Ha poi aggiunto “Però a me é simpatico!”

Beh, io ti amo, mi piace il tuo modo di essere e mi dispiace quando questo modo non viene accettato dalle persone o viene accettato con riserva o preso con le pinze. L’ho detto. So che tu non te ne metti per queste cose, io ancora un po’ me ne metto.

Ora faccio un po’ silenzio e ti abbraccio. Sapessi quanto ti voglio bene!

Caterina

 

………

 

Mia rispostina: “Amore Mio, tu sei la mia Maestra e la mia Metà. Non può essere altrimenti quando ci si ama incondizionatamente.. Anzi dire ciò é persino sminuente. Ci riflettiamo l’uno nell’altra, perché siamo la stessa cosa, e basta!… Tuo Paolo”

………

 

“La capacità di stare soli è la capacità di amare. Potrebbe sembrarti paradossale, ma non lo è. E’ una verità esistenziale: solo coloro che sono capaci di stare soli sono capaci di amare, di condividere, di arrivare fino all’essenza più intima di una persona: senza possederla e senza diventarne dipendenti, senza ridurla a una cosa e senza dipendere da lei, senza esserne assuefatti” (Osho)

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Giuseppe Altieri: “Le api muoiono a causa dei pesticidi sistemici e dei disseccanti..(di libera vendita) e dell’ignavia delle Istituzioni”

Gentili amici, dopo aver letto l’articolo:

http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2010/11/moria-di-api-nel-mondo-il-dramma.html

vorrei completare il discorso e precisare  che:

 

Le api muoiono per i Pesticidi Sistemici (assorbiti dalle piante, ovvero che non possiamo evitare di mangiare, ndr) e di contatto a lunga persistenza, tipo Imidachloprid (Confidor), Piretroidi (Decis) e altre porcherie che i Consorzi agrari continuano a vendere e per i disseccanti “Agente arancio” (roundup) che devastano le  colline e le pianure creando mancanza di fiori… prodotti tossici che finiscono nelle falde acquifere … e ce li beviamo (fonte Arpa …118 pesticidi nelle falde acquifere, ndr !!)

 

Insieme al Dr. Lucconi siamo riusciti a far vietare il Imidachloprid (Gaucio) al Ministro Zaia, almeno come “conciante” (inutile) delle sementi (così che i semi sono già in partenza avvelenati ben bene… il prodotto rimane nelle piante … e dopo mesi ancora ammazza le Api… e gli esseri umani… soprattutto i Bambini, dal momento che le soglie di (in) tolleranza dei pesticidi sono tarate su un adulto di 60 kg di peso…. con evidente contraddizione alle norme di tutela della salute (Art 32 costituzione) e del principio di uguaglianza dei cittadini … i violazione agli articoli 9 e 44 della costituzione (tutela dell’ambiente salubre e progresso della Agricoltura)

 

Rammentate il MAIS che ammazzava le api … vedi Report… oggi non più ma non si sa l’anno prossimo, perchè le multinazionali chiedono sempre di reimmettere nei semi i pesticidi tossici, …) Intanto lo stesso prodotto si continua a vendere e a irrorare su ortaggi frutta tabacco ecc… ammazzando Api e altri insetti utili… e non solo…

 

Ho fatto una relazione al MIPAAF sula questione Moria delle api, alla commissione sementiera (portata dal Dr. Lucconi di Asseme) oltre ad un audizione parlamentare sui Pagamenti agroambientali che vengono regalati a chi compra pesticidi invece che alle aziende biologiche (nel lontano 2000)

 

Ci sono 10 miliardi di € da spendere (2007 2013)… oggi e non domani, nei PSR Regionali, con priorità per il Biologico… illegittimamente contraffatti dalle regioni… ovvero regalati all’Agricoltura Integrata… un elenco di pesticidi chimici ammessi molto superiore a quanto normalmente usano gli agricoltori… insomma ipotesi di truffa comunitaria…

 

Si rischia addirittura di perdere i fondi per questo e il prossimo periodo di finanziamento comunitario (2013 – 2020) dal momento che chi non spende .. non riprende i soldi…

 

Abbiamo fatto 4 ricorsi ai TAR e Consigli di Stato (umbria, Marche, Toscana, Campania) …senza sostegni economici se non dei contadini direttamente (in  Umbria le spese le ha sostenute il Prof. Altieri… per ora 7.000 € di legali, senza contare il tempo di lavoro… ).

 

Oggi si può riconvertire al Bio tutte le aziende agricole italiane salvando tutte le api … e soprattutto noi stessi bisogna fare le cause contro le regioni che non applicano

correttamente le Norme comunitarie, nonostante la sentenza della Corte dei Conti UE n 3 / 2005…. e preparare un esposto elle procure della Repubblica per dolo

reiterato e danni alla salute e all’ambiente.

 

Il lavoro tecnico giuridico è pronto dal 2007, curato dal prof. Giuseppe Altieri, in un anno di lavoro in aspettativa non retribuita dalla didattica e dalla Professione…,

scaturito in una relazione di studio di 54 pagine inviata alla commissione UE, al Ministero Agricoltura e alla Corte dei Conti UE il 25 luglio 2007

 

Sono stati informati anche i Carabinieri, Politiche Comunitarie…, etc.

 

Quello che dovevo fare per il bene del popolo italiano l’ho fatto… ora tocca a voi trovare i fondi e il personale per portare avanti le vertenze, altrimenti almeno non lamentiamoci … sono le Api a doversi lamentare… e i malati di cancro… spesso

incurabili che muoiono, mentre la gente e le associazioni Ecologiste e dei Consumatori fanno il loro lavoro…. chiacchierano… talvolta urlano… e non fanno nulla …così che nessuno faccia nulla…

 

Ho chiesto di fare le collette e iniziative atte a raccogliere fondi per pagare gli avvocati, la sensibilizzazione serve… ma non basta altrimenti le situazioni peggioreranno sempre.

 

Attendo riscontri

Prof. Giuseppe Altieri Tel. 075-8947433

 ……..

Commento ricevuto da Raimondo: “Alcuni colleghi di zone non molto distante dalla mia sostengono che chi è vicino ai ripetitori con le arnie deve fare il miele senza le api. Che ci siano riscontri oggettivi sul disorientamento indotto dalle onde radio o campi magnetici su questi insetti io non lo so, ma il buon senso fa pensare che se le api non tornano all’alveare potrebbe anche essere questa una concausa. Sopratutto perchè dalle mie parti non ci sono questi ripetitori e questo problema non esiste, o è molto meno evidente… ERGO….”

…….. 

Mia rispostina: Caro Giuseppe Altieri, hai ragione.. ma non puoi prendertela con chi ti sta al fianco… sparando nel mucchio a casaccio… Mica possiamo rovesciare la situazione che si é incancrenita negli anni di consumismo. Facciamo del nostro meglio per informare, denunciare e sollecitare… E sai bene quante volte abbiamo organizzato anche incontri a tale scopo.. ma non abbiamo il potere di “ingiungere”… Comunque riprendo il tuo intervento e lo divulgo. Ciao e buon lavoro!

Paolo D’Arpini, referente della Rete Bioregionale Italiana e portavoce di European Consumers Tuscia.

 

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