Archivio di gennaio 2010

Calcata, 14 febbraio 2010: San Valentino, Capodanno Cinese, Luna Nera, Corvo ed Idra, Tigre di Metallo e aconfessionalità nei rapporti amorosi – Appuntamento nel Tempio della Spiritualità Laica nel giorno più nefasto dell’anno…”Altro che 2012!”

Eventi Paolo D'Arpini 8 gennaio 2010

Il 14 febbraio di quest’anno  è una data fatidica, non solo è la festa degli innamorati ma inizia  anche l’anno cinese della Tigre Metallo ed è pure luna nuova… e siamo nel pieno dell’Acquario. Senza contare che per i Romani antichi questo era un giorno nefasto “Sedicesimo giorno prima delle calende di Marzo. Nefasto. Sorgono il Corvo, il Cratere e l’Idra (Ovidio) – Venti mutevoli (Columella)”. I Romani consideravano Febbraio il mese della purificazione e tutti dovevano prepararsi all’avvento di un nuovo ciclo di armonizzazione dei tre mondi: il Superno, il Medio e l’Infero.   Secondo gli indiani Lakota questo era il mese “dagli occhi malati..”. Il proverbio popolare lo definisce “Febbraro corto e amaro..”.

Altro che 2012… il dramma comincia proprio oggi…  per me è l’inizio della fine… infatti figuratevi che la Tigre Metallo si trova al mio opposto (io sono nato nell’anno della Scimmia di Legno), quindi posso aspettarmi solo potature forzate e aggiustamenti indesiderati ad ogni  mia espressione emotiva ed amorosa.  Imparerò comunque a far l’amore anche con i miei opposti…  ed i miei contrari,  infatti io sono laico e quindi mi pongo in mezzo a tutto!

Della laicità conosciamo gli aspetti  sociali e culturali ma esiste anche una laicità sessuale, i primi a parlarne furono proprio i religiosi cristiani che non paghi di aver pensato alla concezione “in spirito” della vergine Maria, lungamente discussero in concili e cenobi sulla sessualità degli angeli e dei demoni.  A questo punto potremmo aggiungere alla discussione anche gli aspetti fantascientifici ed  occulti sulla sessualità degli extraterrestri e sulle escursioni sessuali  degli UFO…. E non mi stupirei affatto se quest’anno apparissero numerose astronavi  e ci fosse il famoso “contatto” del Terzo Tipo con gli abitanti di altri pianeti e sfere…  

Non sto scherzando, anche se l’argomento pare assurdo,  in verità come esiste una sessualità per ogni essere vivente sulla terra –e le varianti sono estremamente fantasiose e strane-  si può immaginare una sessualità interplanetaria, magari  corroborando le illazioni con testimonianze e racconti sul tema. Dalla “commistione” sessuale fra uomini e dei della mitologia  classica sino ai rapimenti e testimonianze di amplessi amorosi   “pansessuali”.    

Ma il sesso non è solo fisico, c’è anche l’aspetto spirituale, sia in senso positivo che negativo,  come ad esempio l’estasi dei santi o l’accoppiamento con il demonio delle streghe,  ma anche questa sessualità – di carattere mentale o immaginario-  ha risvolti  fisiologici  ormonali e cerebrali.  Insomma  si vuole  parlare della capacità  degli esseri viventi di esprimere “laicamente” pulsioni e tendenze che evidentemente fanno parte del bagaglio naturale, altrimenti non potrebbero manifestarsi, infatti  spirito e materia sono ondulazioni energetiche in fasi diverse e questo ormai  la scienza lo ammette candidamente.   Chi non lo ammette ancora  sono le religioni ed è per questo che la tale discussione viene definita “laica”.
Ecco quindi che organizziamo un incontro in campagna, in un orto, proprio nel giorno  in cui  appaiono il Corvo e l’Idra,  quale occasione migliore per dimostrare libertà  espressiva senza preconcetti di sorta? Ciò è quanto ci si prefigge di fare il 14 febbraio 2010 in un incontro “caleidoscopico” in cui  coniugare i vari elementi che compongono l’esistenza materiale con quelli  del pensiero e della virtualizzazione.

Natura, erotismo, arte, ecologia, filosofia, canto, danza, cibo, lacrime, risa, isteria..  evidentemente ci sta tutto dentro…  Solo una società che non è succube di pressioni  ideologiche  e  religiose (ivi comprese quelle zodiacali ovviamente)  è in grado di comprendere il bene comune e la libertà espressiva. Infatti la parola  “laicità”  indica  ciò che è necessario alla vita dell’uomo  comune…  l’etimologia di “laico” da il significato di “ordinario, semplice,  popolare”. Quindi occorre sempre partire dalle necessità vitali e non da  interessi “altri”, legati cioè a indicazioni moralistiche ed occlusive….

Paolo D’Arpini

Programma:  “Il mio spirito è invitto la mia anima eternamente libera…” 

Domenica 14 febbraio 2010  a  Calcata (Viterbo)
h. 11.00  Appuntamento al Circolo Vegetariano VV.TT. Via Fontanile snc.

h. 12.30 – Nell’orto del Tempio della Spiritualità  Laica,  invocando la Dea Furrina divinità degli anfratti e delle falde acquifere e dei pozzi scavati per raggiungerle,  inizia il   simposio all’aperto. Ognuno porti cibo vegetariano da condividere.

h. 14.30 – Passeggiata alla ricerca di rovi di biancospino fioriti.

h. 17.00 – Interventi a circolo di esperienze laiche  e descrizione dell’archetipo della Tigre e delle altre incombenze -  Espressioni musicali e ludiche. La serata si conclude  davanti ad un fuoco   acceso…. d’amore!

Organizzazione a cura di  Circolo Vegetariano VV.TT. di Calcata – Prenotazioni ed info:  circolo.vegetariano@libero.it -  Tel. 0761/587200

P.S. Non abbiamo trovato nemmeno un Ente pubblico  che volesse  patrocinare “moralmente” questa manifestazione….

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Alimentazione malsana, inquinamento, cattive abitudini ed insorgenza delle malattie… unica cura il vegetarismo

L’obesità favorisce l’ipertensione, aumenta la presenza di grasso nel sangue e di colesterolo.

            Il 60% dei cancri è legato alla cattiva alimentazione e l’obesità è un fattore determinante in queste malattie in cui il numero delle vittime continua ad aumentare.

            Gli sciroppi di fruttosio-glucosio derivanti dal mais che hanno sostituito lo zucchero di canna e barbabietola causano un aumento impressionante di casi di diabete.

            In USA le spese mediche per curare l’obesità ammontano a 45 milioni di dollari all’anno: con questa somma si potrebbero nutrire 800 milioni di persone che muoiono di fame.

            Negli Stati Uniti ogni anno vengono uccisi e mangiati: 60 milioni di mucche, 100 milioni di maiali, 300 milioni di tacchini e 7,5 miliardi di polli (senza contare, agnelli, montoni, conigli, pesce ecc.).

            Ogni bambino ingerisce ogni anno più di 2900 sostanze tossiche di pesticidi utilizzati in agricoltura. Ogni anno più di 25.000 americani muoiono di cancro dovuto ai pesticidi e altri 100.000  muoiono a causa dei grassi idrogenati che si trovano in molti alimenti industriali.

            Mentre in Francia l’alcolismo e il tabagismo sono in netta diminuzione, l’incidenza dei cancri è in aumento ( più del 35% negli uomini e più del 43% nelle donne): quasi un uomo su 2 e una donna su 3 sarà colpito da  tumore durante la sua vita.

            Nel 1996 (cioè un anno prima della sua proibizione) l’Accademia di Medicina pubblicava un rapporto che dichiarava non cancerogeno l’amianto.

            Il regolamento REACH obbligherà la imprese a dimostrare, entro il 2018, l’innocuità dei prodotti da loro commercializzati (saranno gli animali a pagare le dure conseguenze).

            Oltre il suo effetto cancerogeno, l’inquinamento chimico ha delle conseguenze sulla natalità in Europa. Quasi il 15% delle coppie europee che desiderano avere dei figli non riescono ad averne e nelle zone molto inquinate il numero degli aborti è rilevante.

Valdo Vaccaro

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Amsterdam, February 11, 2010: Emotional Cartography – Technologies of the Self – Introduction to “Bio Mapping” by Christian Nold, artist, designer and educator

This book is a collection of essays from artists, psychogeographers, designers, cultural researchers, futurologists and neuroscientists, brought together to explore the political, social and cultural implications of visualising people’s intimate biometric data and emotions using technology. The book is the outcome of a research process which aimed to reach a deeper understanding of a project called ‘Bio Mapping’, which since 2004, has involved thousands of participants in over 16 different countries. Bio Mapping emerged as a critical reaction towards the currently dominant concept of pervasive technology, which aims for computer ‘intelligence’ to be integrated everywhere, including our everyday lives and even bodies. The Bio Mapping project investigates the implications of creating technologies that can record, visualise and share with each other our intimate body-states.

The Bio Mapping device: GPS – left, fingercuffs – top and data logger on the right.

To practically explore this subject, I invented and built the Bio Mapping device, which is a portable and wearable tool recording data from two technologies: a simple biometric sensor measuring Galvanic Skin Response and a Global Positioning System (GPS). The bio-sensor, which is based on a lie-detector, measures changes in the sweat level of the wearers’ fingers. The assumption is that these changes are an indication of ‘emotional’ intensity. The GPS part of the device also allows us to record the geographical location of the wearer anywhere in the world and pinpoint where that person is when these ‘emotional’ changes occur. This data can then be visualised in geographical mapping software such as Google Earth. The result is that the wearer’s journey becomes viewable as a visual track on a map, whose height indicates the level of physiological arousal at that particular moment. The Bio Mapping tool is therefore a unique device linking together the personal and intimate with the outer space of satellites orbiting around the Earth. The device appears to offer the colossal possibility of being able to record a person’s emotional state anywhere in the world, in the form of an ‘Emotional Map’.

People who actually wore the device and tried it out while going for a walk and then saw their own personal emotion map visualised afterwards, were baffled and amazed. But their positive reactions hardly compared to the huge global newspaper and TV network attention that followed the launch of the project. People approached me with a bewildering array of commercial applications: estate agents in California wanting an insight into the geographical distribution of desire; car companies wanting to look at drivers’ stress, doctors trying to re-design their medical offices, as well as advertising agencies wanting to emotionally re-brand whole cities. Other emails arrived from academic sociologists, geographers, futurologists, economists, artists, architects and many urban planners, trying to get new mental insights into their own disciplines. Surprisingly, there were also intensely personal emails from people who wanted to understand their own body and mind in more detail, asking for a therapeutic device to monitor their daily anxiety levels.

I was shocked: my device, or more correctly, the idea or fantasy of my device had struck a particular 21st century zeitgeist. A huge range of people had imagined ways of applying the concept, some of which I felt uncomfortable about. I realised that ‘Mapping Emotions’ had become a meme that was not mine anymore, but one that I had merely borrowed temporarily from the global unconscious. Faced with some dramatic choices, I decided to try to establish and document my own vision of emotion mapping as a reflexive and participatory methodology.

From Device to Methodoligy

From talking with people who tried out the device, I was struck by their detailed and personal interpretations of their bio-data. Often we would sit next to each other and look at their track together. While I would see just a fairly random spiky trail, they saw an intimate document of their journey, and recounted events which encompassed the full breadth of life: precarious traffic crossings, encounters with friends, meeting people they fancied, or the nervousness of walking past the house of an ex-partner. Sometimes people who walked along the same path would have spikes at different points, with one commenting on the smells of rotting ships, while another being distracted by the CCTV cameras. People were using the Emotion Map as an embodied memory-trigger for recounting events that were personally significant for them. Sometimes these descriptions overlapped, while at other times they were unique. For them, the spikes were documenting not what we would commonly call ‘emotion’, but actually a variety of different sensations in relation to the external environment such as awareness, sensory perception and surprise. I suddenly saw the importance of people interpreting their own raw bio-data for themselves.

Bio Mapping functions as a total inversion of the lie-detector, which supposes that the body tells the truth, while we lie with our spoken words. With Bio Mapping, people’s interpretation and public discussion of their own data becomes the true and meaningful record of their experience. Talking about their body data in this way, they are generating a new type of knowledge combining ‘objective’ biometric data and geographical position, with the ‘subjective story’ as a new kind of psychogeography.

Participants often describe the sensation of using the Bio Mapping tool as a kind of Reality TV show, where they can see their own life documented in front of them. Such a description suggests something similar to Berthold Brecht’s notion of ‘Verfremdung’ (de-familiarisation). Brecht’s idea is that this performative distancing allows the viewer to take a critical distance on viewed events. In the case of Bio Mapping, the participants are vocalising their intimate internal mental life as well as public behaviour to a communal group. In effect, the participants are carrying out a type of co-storytelling with the technology, that allows them to creatively disclose, or omit, as much as they like of what happened during their walks. The Bio Mapping tool therefore acts as ‘performative technology’ which shoulders the burden of having to hold the public’s attention, while offering a safe distance from public exposure to the ‘interpreter’. Used in this way, the tool allows people who have never met each other to tell elaborate descriptions of their own experiences, as well their opinions on the local neighbourhood, in a way that they would have never done otherwise.

This vision of Bio Mapping as a performative tool which mediates relationships is very different to the fantasy of Emotion Mapping that many people approached me about: such as marketeers’ intentions to metaphorically ‘slice people’s heads open to see their innermost feelings and desires’.

With the passing of the time, I started to realise that both the particular context and ways in which a biometric sensor is used drammatically affects the social relationships that are formed, as well as the types of observations that people make during the workshop.

The early Bio Mapping workshops had all taken place in art galleries in the centres of towns and cities. People often walked randomly for 30 minutes before returning to the exhibition to see their emotion maps. In such context, the kind of descriptions and annotations that people left were mainly anecdotal: drank a coke here, had an ice cream there, was spooked by pigeons etc.

Once I started to work with local community organisations for longer periods of time and in less central towns areas, where people lived in and cared about (and not just worked or shopped), the annotations changed dramatically. Instead of being just about their momentary sensations in the space, participants told stories that intermingled their lives with the place, local history and politics. The discussions often followed a trajectory of noticing the bodily effect of car traffic on one person’s emotion map, often leading to discussing the lack of public space and identifying its social and poltical causes. This process of scaling-up and seeking connections between issues encouraged people to talk both personally and politically in a way they had often not done before with other local people 

At the end of each Bio Mapping workshops project, all the information and data gathered were designed into a printed map, which was then distributed for free in the locality. For example, in the Greenwich Emotion Map, this meant using a GIS (Geographical Information Systems) software to create a communal arousal surface which blended together 80 people’s arousal data and annotations. The resulting communal ‘emotion surface’ is a conceptual challenge and question. Can we really blend together our emotions and experiences to construct a totally shared vision of place?

Christian Nold exhibits “Bio Mapping”

February 11 at  the future of Biosensing Thursday, February 11, 2010

Registration: 18:30-19:00, Conference: 19:00-21:15

Location: Waag Society, Nieuwmarkt 4, 1012 CR Amsterdam [Center of the Nieuwmarkt] journal@clubofamsterdam.com

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Antonello Palieri è tornato ad essere quel che è sempre stato: coscienza nella Coscienza – Ultimo saluto ad un grande uomo semplice…

Quando si è nati in questo mondo il successivo passaggio obbligato è la dipartita….. Stamattina ho ascoltato il messaggio dolente di Nerina, la moglie del caro amico Antonello Palieri, essa mi  ha comunicato che il corpo di Antonello non è più animato dalla sua presenza vitale. Egli se n’è andato due giorni fa. Alcuni di voi ricorderanno Antonello, egli fu l’amico che per primo, allorché lavorava all’ADN Kronos, credette nei nostri messaggi e nella nostra filosofia ed aiutò moltissimo la causa dell’ecologia profonda, del bioregionalismo e del vivere su questa terra  con  spirito amorevole. Fu lui a coniare il termine “Spiritualità Laica”. Per noi che qui restiamo vale l’insegnamento di una partenza da questo mondo con la serenità di aver sempre compiuto il proprio dovere, sia nel sociale che nell’ambito familiare. Ecco cosa mi ha scritto sua figlia stamattina: “Sono la figlia di Antonello e purtroppo devo comunicarvi che Antonello ha lasciato questa terra il 5 gennaio e oggi 7 gennaio 2010 alle 12 si terranno i funerali nella chiesa di S. Cleto in Via Nicola Maria Nicolai. (zona Nomentana poco dopo il raccordo)”

La riconoscenza e l’affetto che provo verso l’amico Antonello giunga a lui nello spirito.

Vi invito a leggere i brani di corrispondenza che seguono:

Antonello Palieri ed il testo lungamente atteso….  (mai giunto a causa di interferenze “ideologiche”)

Questa è una strana storia… è la storia di un testo lungamente atteso, mai giunto, forse sempre presente… Si tratta di  un’attestazione contributiva, una memoria in sospensione, sollecitata da me ad Antonello Palieri.

Antonello è un giornalista, uno dei pochi nati e rimasto liberi, che potrebbe e può testimoniare una parte sostanziale della nostra storia del Circolo VV.TT. (ma anche mia personale). Lui conosce i retroscena (avendo ad essi contribuito) degli anni ruggenti che ci hanno contraddistinto (diciamo dal 1990 al 2000), quegli anni “gloriosi” o “vanesi” (dipende dalle visioni) che hanno visto il Circolo (e questa persona D’Arpini) protagonista della politica e del costume in Italia.

Con i messaggi di “ingegneria sociale” rilanciati in quegli anni il Circolo VV.TT.  ha contribuito alla formazione delle mode e dei modelli culturali vigenti (nel bene e nel male). Ma Antonello non vuole mollare l’osso, lo tiene ben stretto in bocca, “per motivi ideologici (?)” o  forse perché non sta bene confermare,  né è possibile negare, chissà…!

Non mi resta dunque che trascrivere le due ultime sue lettere (inviatemi in risposta alla mia domanda)  e in calce inserire l’ultimo “articolo” ricevuto da Antonello (la cui pubblicazione era prevista per la stesura di un numero speciale di Bullettin/Quaderni in occasione del “ventennale” del 2004 (specifico che Bullettin era ed è l’organo cartaceo del Circolo Vegetariano VV.TT. e Quaderni è la rivista delle Due Città diretta da Antonello Palieri)

Missive:

Caro Paolo,
il (mio) testo che aspetti è stato già scritto già centinaia di volte.

E’  un testo da prima linea editoriale che può aprire il primo numero di una  nuova pubblicazione o chiuderla per sempre. Ritengo che tu abbia  realizzato una rete telematica (il citato Portale) che va portata avanti.
Ne riparleremo. Ho  una fitta corrispondenza con vecchi e nuovi  amici, ma tu resti al centro del discorso.Un abbraccio fraterno.
Antonello.      Roma 1.11.08

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Caro Paolo, il testo che aspettavi poteva essere più o meno speciale,
comunque molto interessante, e poteva-doveva riferirsi a nostre future
attività editoriali. Dal punto di vista operativo doveva essere un programma
di lavoro (sull’esperienza, pur breve, del Bullettin-Quaderni) lasciando ai
temi della nostra diversa religiosità, certamente fondamentali, lo spazio
del confronto costante. Altro non so dirti. Siamo di fronte ad un “conflitto
di interessi”, di ordine ideologico? Certamente un conflitto di interessi
non venali. Aspettiamo che il sole sorga sull’antica Rocca di Calcata ?….

Un  caro saluto, Antonello.   Roma, 2.11.08

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Articolo per lo “speciale”  Bullettin/Quaderni  del 2.004
Un Osservatorio sul Monte Soratte. Il mio sogno di un tempo: realizzare sul
Monte Soratte un “Avamposto Tibetano” dedicato alle religioni del mondo,
alle filosofie, all’estetica o meglio all’estetica della spiritualità.

Un sogno quanto mai realizzabile se si riuscisse a sostituire il gusto dell’
esotico e tanto    provincialismo con l’amore per le diversità e per il
pensiero.

A Calcata ho parlato spesso con Paolo d’Arpini di questo progetto,
necessariamente legato  ad una fondazione in grado di raccogliere le somme
necessarie per realizzare un piccolo albergo, annesso all’Osservatorio, in
grado di ospitare degnamente pellegrini, artisti, pensatori, studiosi – a
turno, ma almeno per una settimana – assicurando di che  vivere ai custodi:
frati laici o frati veri, volontari selezionati in base alle loro reali
aspirazioni.

Nell’Osservatorio del Monte Soratte uno spazio particolare dovrebbero avere
le medicine alternative, la scienza della nutrizione, il vegetarianismo, le
arti ginniche in grado di favorire l’equilibrio psichico e la valorizzazione
delle facoltà intellettuali.  Dovrebbe esservi attivato un laboratorio di
estetica in grado di ricostruire, attraverso le testimonianze artistiche e
letterarie,  l’influsso del paesaggio sulla vita e il pensiero, progetto
utile anche a fissare dei nuovi, seri criteri di vivibilità ambientale.

Questa estrema difesa dei luoghi in cui l’intelligenza e la forza dell’uomo
si sono esercitate e sviluppate a diretto contatto con la natura suscita, lo
sappiamo, quel certo istinto della cancellazione. Infatti chi si è reso
colpevole di precedenti attentati al territorio vuole eliminare tutto ciò
che può rappresentare un’inversione di tendenza e che potrebbe portare ad un
’indagine sui precedenti reati territoriali. Non è infatti soltanto un
problema di cancellazione psicologica della colpa (la psicologia della
seconda parte del Novecento e le false pietà del relativismo etico hanno
davvero generato mostri e bambocci) ma, anche e soprattutto, un problema
squisitamente giuridico e di responsabilità.  Non è un caso che in alcuni
splendidi luoghi del territorio romano e laziale e, soprattutto, in quelli
dove si agitano maggiormente sparuti gruppi di ambientalisti e vegetariani
le Amministrazioni locali abbiano tentato e tentino di cancellare ogni
progetto di riedificazione ambientale:…

”Vicino a  Calcata un maxi-impianto per lo smaltimento dei rifiuti; a Campagnano un mega-autodromo rumoroso; a Civitacastellana la decisione di non far proseguire, quando sarà rimodernata, la nuova linea ferroviaria Roma-nord. Se questa è valorizzazione dei piccoli centri storici e delle loro risorse paesaggistiche figuriamoci che cosa sarebbe mai stata una pianificazione territoriale cinica e di destra!” .  (Paolo d’Arpini all’AdnKronos il 17 febbraio 1998)

Attorno all’Osservatorio del Monte Soratte dovrebbero avere libero
pascolo ed assistenza gli animali domestici abbandonati: si darebbe in tal
modo continuità ad una delle più costruttive iniziative del Circolo
Vegetariano di Calcata: ”L’adozione della mucca pazza”.  Inoltre l’Osservatorio

del Monte Soratte dovrebbe esercitare un controllo territoriale
sull’ambiente laziale più affine, per caratteristiche, al modello
bioregionale proposto da Paolo D’Arpini, in modo da scongiurare nuove
aggressioni dettate dalle speculazioni e da una sottocultura locale alleata
con un sempre più agguerrito provincialismo internazionale.

Paroloni? Si veda il progetto, nei pressi di Calcata, di un “mega Luna Parck”
sponsorizzato da Michael Jackson e da Al Walid (emirati arabi), progetto
combattuto e sconfitto da Paolo d’Arpini, grazie alle agenzie di stampa ed
ai  maggiori quotidiani.

Traguardo finale 2004: fare dell’Osservatorio un avamposto tibetano   luogo di
preghiera e riflessione, di studi estetici e spirituali, ma anche di scienza
“socialmente e seriamente finalizzata” capace di unire Paesi dell’anima d’ogni

parte del mondo. Mi rendo conto dei rischi: quello più probabile è la
trasformazione di tanti luoghi segreti di Calcata, esterni all’Osservatorio,
in altarini esotici di una profana Via Crucis per ricchi. D’altro canto
continuare a vivere per episodi – pur splendidi – non è più consentito.
Continuare ad irradiare idee senza raccoglierne i frutti, ad alimentare quel
bisogno di pittoresco e di esotico dell’informazione – “comoda via di
scorrimento” di fronte alla disintegrazione delle coscienze e alla guerra –
ci renderebbe complici dell’Apocalisse non programmata che il male  vuole
scatenare.

Antonello Palieri

Altri suoi scritti che sono presenti nel nostro sito:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=Antonello+Palieri

Grazie per aver letto sin qui

Paolo D’Arpini

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17 gennaio 2010 Sant’Antonio Abate – Rapporto Uomo Natura Animali – Una manifestazione, due luoghi…. Nella valle del Treja

Eventi Paolo D'Arpini 6 gennaio 2010

In occasione dei festeggiamenti per Sant’Antonio Abate, tradizionale protettore degli animali, si tengono nei due comuni della Valle del Treja, Calcata e Mazzano Romano,  due manifestazioni simboliche per  riconoscere il valore del rapporto fra uomo, natura ed animali.

Si comincia a Calcata, il 17 gennaio alle  11.30, presso la sede del  Circolo Vegetariano VV.TT. per una visita nel Tempio della Spiritualità della Natura, dove è ospite la nostra maialina Vetty, simbolo di pacificazione e amicizia fra uomini ed animali. Di solito il maiale è preso  a simbolo di Sant’Antonio ma solo perché con il suo grasso si poteva curare il “fuoco di Sant’Antonio” una malattia della pelle. Per noi invece la maialina  viva significa che possiamo convivere con gli altri animali senza doverli necessariamente sfruttare. I visitatori sono invitati a portare cibo di vario genere per la bestiola che gradirà il dono mangiandoselo lì seduta stante  davanti a loro. La cerimonia continua con la divisione del cibo anche per noi umani, e pure in questo caso i visitatori sono pregati di portare pietanze vegetariane, a dimostrazione del loro rispetto verso gli altri animali, che verranno fraternamente condivise fra i presenti. Durante il convivio  verranno fatte delle ricerche e raccontati aneddoti sullo stretto contatto con la natura e gli animali che ha sempre contraddistinto la vita semplice e felice degli abitanti originari della valle del Treja.

Una parte religiosa della manifestazione si svolge al Centro Storico di Calcata, dove Don Henry  alle 16.00 celebra  la messa ed alle 16.30  guida la processione per le vie del borgo e benedice degli anima

Nel frattempo  a Mazzano  Romano, sin dal 14 e sino al 17 gennaio, sono organizzati vari incontri, in particolare il pomeriggio di venerdi 15 gennaio  presso la sede del Parco del Treja, è stato organizzato, da varie associazioni,  un pomeriggio di poesie, immagini e canzoni sugli animali e sul vivere naturale.   Il tema specifico  dell’incontro, proposto dalla bibliotecaria Patrizia Peron, è quello della conoscenza e valore delle api per l’ecosistema e la riproduzione botanica in generale. Le api sono le migliori impollinatici e quindi meritano tutto il nostro rispetto…. Purtroppo ormai tutti sanno che a causa dell’inquinamento atmosferico la moria di api sta falcidiando questa specie benedetta. Un saggio affermò: “Quando non vi saranno più api.. morirà anche l’uomo”… prendiamo coscienza di ciò e tentiamo nei limiti del nostro possibile di evitare ulteriori inquinamenti, acquisendo nuove abitudini ecologiche per la nostra vita quotidiana.

Tornati a Calcata,  nel tardo pomeriggio del 17 gennaio,  sostiamo    davanti al Fuoco Sacrale nella piazza Risorgimento di Calcata nuova ed ai festeggiamenti per il santo, con “panemolle co’ a ricotta” specialità calcatese tradizionale. Organizzazione a cura di Leonello Sestili del Centro Diurno Polivalente Calcata.

Durante questi incontri vorremmo ricreare l’armonia fra  noi ed il resto della natura  vivendola nei suoi aspetti quotidiani ed immediati, riconoscendoci l’un l’altro parte di un tutto inscindibile, senza discriminazione di razza o specie 

Diceva Lieh-tze: “L’aspetto umano non implica intelligenza umana e viceversa l’intelligenza umana non implica che si debba necessariamente avere un corpo umano”.

Paolo D’Arpini – Infoline: tel. 0761-587200

circolo.vegetariano@libero.itinfo.apai@virgilio.it

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