Archivio di novembre 2009

Giornata mondiale AIDS, cosa ne pensano della “lebbra degli anni 2000” i medici di frontiera ed i guaritori salutisti?

1 dicembre 2009,   è la giornata mondiale dell’AIDS…. forse potrei disinteressarmene, anche se continuo a ricevere lettere su lettere su questo tema scottante…. Chi consiglia la prevenzione profilattica, chi raccomanda l’astinenza, chi propugna il lasciar fare alla natura, chi denuncia che questa malattia è stata inventata in laboratorio dai soliti dr. Stranamore… e chi invece descrive  l’immunodeficienza come una male della psiche od una disfunzione dovuta a squilibri ecologico ambientali.

Il fatto poi che  a Calcata vi siano stati i primi casi italiani conclamati di AIDS e che diverse persone qui sono morte a causa di ciò… è un argomento che mi spinge a parlarne, malgrado la mia reticenza in proposito. D’altronde ricordo che quando ci fu il primo amico  morto “Simone”, scrissi una lettera ad Eugenio Scalari, che allora dirigeva Repubblica, e lui la pubblicò su Venerdì  integralmente, era intitolata  “AIDS, la lebbra del 2000”  in essa denunciavo l’inaccuratezza e la incapacità di affrontare questo problema da parte della medicina ufficiale, che da allora  ne ha fatto un businnes….

Ancora sono di quell’opinione, ovvero che   l’AIDS è come la lebbra in parecchi suoi risvolti,  ed oggi riporto qui alcuni pareri di medici importanti, non scalzacani, che descrivono il problema di questo male come un problma di “società” oltre che medico-farmaceutico…..

Inizio parlando di   Luc Montagnier,  che  è lo  scienziato  che, nel 1983, ha dichiarato di aver scoperto il retrovirus HIV ritenuto essere responsabile della sindrome AIDS. Per tale motivo  gli è stato assegnato nel  2008 il premio Nobel per la medicina. Nel corso di questi venticinque anni la sua scoperta è stata ampliamente contestata da numerosi altri scienziati tra i quali Peter Duesberg, il massimo virologo esistente, autore del libro “Aids: il virus inventato”, Kary Mullis, premio Nobel 1993, Papadopulos. Turner, Papadimitriou, scienziati australianì, Heinz Ranger, premio Koch nel 1978, Alfred Hassig, professore di immunologia all’università di Berna, De Marchi e Franchi autori del libro “Aids la grande truffa” e tanti altri tra i quali spicca Stefan  Lanka. Lanka venne accusato di 14 omicidi e di cinquecento tentati omicidi per aver affermato che, non essendo  riuscito ad isolare il retrovirus Hiv, dichiarava ufficialmente errate le scoperte di Montagnier. Subì un processo penale ma fu assolto perché non si trovò alcun scienziato disposto a giurare di aver isolato tale retrovirus (sentenza del Tribunale di Gottingen del 24/2/97). Naturalmente i media non ne hanno mai fatto menzione.

Nel frattempo Montagnier ha però riscontrato che sempre più persone, pur avendo avuto diagnostica di sieropositività , non hanno sviluppato la sindrome dell’Aids e, pertanto, afferma:

“…..alcuni individui si infettano (Hiv) ma non sviluppano la malattia (dell’aids) e mantengono spontaneamente sotto controllo la replicazione del virus: Questi individui vengono chiamati èlite proprio perché il loro sistema immunitario ha trovato il sistema giusto per bloccare il virus. La nostra speranza sta nello studio di questi individui (pag. 9 Nova “Il sole24 ore” – 11 dicembre 2008)

“…..test genetici possono rilevare fattori ossidativi………..lo stress ossidativo può creare una mutazione del DNA ed è sovente correlato anche allo stress psicologico…………Mens sana in corpore sano ……bisogna convincere  medici e politici…..)  (trasmissione televisiva “Che tempo che fa” Rai 3 – 1 febbraio 2009)

“L’aids non porta necessariamente alla morte, specialmente se si eliminano i co-fattori che supportano la malattia. E’ molto importante dare a questi co-fattori lo stesso peso che diamo all’hiv:  I FATTORI PSICOLOGICI SONO DI VITALE IMPORTANZA PER SOSTENERE IL SISTEMA IMMUNITARIO.  E se si elimina questo sostegno, DICENDO A CHI E’ MALATO CHE E’ CONDANNATO A MORIRE, BASTERANNO QUESTE PAROLE A CONDANNARLO” (riportato su Wikipedia).

Si può ascoltare in internet you tube  una breve (1 minuto)  ma incisiva intervista a Montagnier dal titolo: Nobel Laureate Montagnier, HIV  Can be cleared naturally House of numbers che traduciamo:

Montagnier: possiamo essere esposti all’Hiv molte volte senza essere cronologicamente infettati

Il nostro sistema immunitario può far fronte al virus entro poche settimane se si ha un buon sistema immunitario

Domanda: se si ha un buon sistema immunitario non c’è pericolo di ammalarsi?

Risposta  di Montagnier: sì

Domanda. Anche gli africani se hanno un buon sistema immunitario possono evitare il contagio?

Risposta di Montagnier: sì lo penso. E’ una conoscenza importante che è completamente trascurata. La gente pensa sempre a droghe o vaccini.

Domanda. Succede per denaro?

Risposta di Montagnier: sì è per profitto..”

(Le parti tecniche e le traduzioni sono  della prof.ssa  Paola Botta Beltramo)

Redazione di Paolo D’Arpini

Altro articolo sulle cure naturali:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/07/02/larte-di-mantenere-l%e2%80%99assistito-in-buona-salute-nella-medicina-tradizionale-vegetarismo-erboristeria-ayurveda-sistema-elementale-cinese-astrologia/

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“Kabuki, provocazione scenica del Giappone” – Teatro da guitti, teatro da parrocchia, teatro da VV.TT. … sì, ci siamo pure noi dentro…

Premessa.

Il teatro di strada dei guitti poverissimi era messo in scena da pochi attori che continuavano a cambiar abito e parte durante la recita… Proprio ieri o  l’altro ieri Fiore, un’amica cappellaia di Calcata, allorché era andato a chiederle aiuto per accroccare un costume da sciantosa per una recita che stiamo mettendo in piedi (in cui io faccio due parti quella della sciantosa e quella di un generale dei pompieri), mi ha raccontato del teatro parrocchiale romano dei coniugi De Palma. In cui i due attori principali, una coppia di ottantenni e passa, recitavano persino i ruoli di Giulietta e Romeo. L’attor giovane aveva almeno 60 anni e qualche altro attore raccogliticcio stava nella stessa fascia d’età…. Fiore mi diceva che quel teatrino parrocchiale era sempre stracolmo e la gente faceva a botte per entrare, dice che ci andavano anche i giovani Pierpaolo Pasolini, Renato Zero e tanti altri. E che si sentiva vibrare il cuore e lo spirito assistendo a quelle  recite magiche, aldilà di ogni concetto di credibilità  e conformità…

Effettivamente debbo dire che il nostro teatrino ha le stesse caratteristiche.  La media degli attori è sui cinquant’anni ed io che ne ho 65  debbo  fare anche le parti da ragazzo, da donna (oltre che da vecchio) insomma qualsiasi cosa serva al risultato…  Tempo fa lessi l’autobiografia di un attore giapponese (purtroppo ho dimenticato il nome) in cui egli narrava le peripezie vissute per compiere  lo straziante destino dell’attore, le parti strane, le umiliazioni, la fame, la fatica, le scomodità, gli applausi, i fischi e tutte il resto.. mi sembrava di leggere la vita di un santo… Così oggi ricevendo questa lettera di Angelina, in cui mi racconta alcuni particolari sul teatro giapponese, mi sono ricordato di tutto ciò….

Paolo D’Arpini

Leggi altro articolo su questo tema: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/03/04/n%c2%b0-5-cronache-commenti-testimonianze-sul-circolo-vegetariano-il-teatro-del-vvtt-ieri-ed-oggi/ 

…….. lettera ricevuta……..

Paolo, sai che la classica rappresentazione teatrale giapponese è chiamata Kabuki e il significato di questo termine era quello di “provocazione” cioè si intendeva provocare (parliamo delle origini…) mettendo in “scena” anche esplicite allusioni sessuali, mentre oggi ci si limita a riassumerlo nella radice del nome, Ka che sta per canto, bu è ballo e ki conoscenza tecnica. Quindi si riassume tutto insieme e si inscena una recita che oltre a rispettare le origini (cioè provocare o essere una rappresentazione alternativa) prevede dei cambi d’abito repentini (che vengono agevolati dai “servi di scena” ed è una pratica chiamata bukkaeri) perché sotto quelli indossati, che si lasciano cadere, ce ne sono altri, a rappresentare il “cambio” (non solo nell’azione ma nel ruolo dell’attore) e io quando ero in Giappone (e non ero ancora sotto l’effetto di Saturno in Bilancia, e ancor meno della rinuncia…) ho beccato un canale della tivvù made in jap che trasmetteva una recita….

Beh, sono rimasta “incantata” mentre guardavo….(solo peccato che alla seconda scena, proprio quando l’attore sul palco apre il ventaglio mio fratello ha detto..”ma che è sta cosa allucinante?” e ha cambiato canale…).

Ricevevo tempo fa una “news letter”  da un sito e le mail mi arrivavano in un vecchio indirizzo che controllo poco, ho notato che hanno cambiato parecchio, adesso è davvero bello (www.pomodorozen.com ) con immagini che ho trovato stupende e tanti “pensieri e parole” e anche se sono gli “stessi di sempre” è sempre bello leggerli e leggerne di nuovi…..

Angela Braghin

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Memoria di una trascorsa edizione della “Pasqua e Pasquetta in Pace Perfetta” festeggiata con una recita del Gruppo di Edoardo Torricella, e commento aggiunto sull’autoscrittura…. e sulla prossima Pasqua del 2010 con Sofia Minkova

Premessa.  Si avvicina il Natale e mi viene in mente la Pasqua, qualcuno potrebbe chiedersi “come mai st’avanzata così celere?”. Il fatto gli è che parlando una paio di giorni fa con Sofia Minkova, una pittrice che partecipa alla mostra de Il Sole Invitto, che si tiene come ogni anno a Calcata sul tema del Natale, mi son sentito dire “Ho preparato una ventina di quadri, tutti sulla vita di Gesù Cristo…”. Devo confessare che mi son sentito un po’ a disagio poiché lo spazio al Centro Visite è veramente risicato ed ho farfugliato qualcosa sulla riduzione necessaria delle opere  esposte… Poi mi è venuto in mente che veramente il tema del Natale comprende tutta la vita di Gesù, non solo la sua nascita. Così d’accordo con Laura Lucibello abbiamo pensato di proporre la personale di Sofia nel contesto della Fiera Arti Creative del 2010, che  combacerà con il periodo Pasquale…. Ecco che di conseguenza mi sono ricordato di un evento di una Pasqua trascorsa, in cui parimenti inserii una piece teatrale compiuta nei festeggiamenti della Pasqua e Pasquetta in Pace Perfetta…

…………
Calcata 1 aprile 2002 – Giardino del Circolo Vegetariano.
Interrompiamo la cattiva abitudine di festeggiare la Pasqua togliendo la
vita ad agnelli, capretti ed altri animali. L’appello animalista  vegetariano è
rivolto a tutti gli uomini di cuore, religiosi e non, che intendono
contribuire alla santificazione della Pasqua con nobiltà d’animo e
morigeratezza.

L’invito del Circolo vegetariano di Calcata, approvato dall’Enpa di Viterbo,
è quello di salvare qualche agnello o capretto  che i volenterosi
provvederanno ad acquistare per tenerlo in vita e non per mangiarlo. Chi
dispone di un terreno potrà tenerlo con sé  (l’agnello si affeziona
facilmente e da grande può essere utile a tener pulito il prato producendo
inoltre dell’ottimo concime naturale), chi invece non è in grado di
occuparsene potrà affidare la bestiola al Circolo vegetariano di Calcata che
la accoglierà vita natural durante.

Il giorno fissato per tale cerimonia è il 1 aprile di quest’anno, Pasquetta,
in cui assieme agli animali salvati ed a quelli già ospitati si potrà
assistere (alle ore 15.30) ad una molto speciale performance animalista
messa in scena nel giardino del Circolo dalla compagnia teatrale ‘Il Gruppo’
fondata e diretta da Edoardo Torricella.  Si tratta di uno scenico collage
di prosa e poesia dal titolo “Amici Animali”.  Poeti e narratori noti e meno
noti -da  La Fontaine ad alcuni autori  romaneschi e napoletani, da Ariosto a
Victor Hugo e altri- parleranno del mondo animale attraverso la viva voce,
la partecipazione e l’interpretazione degli attori, condotti dallo stesso
Edoardo Torricella.  “Il rapporto fra noi e gli altri animali -afferma il
regista- deve entrare in una dimensione di pacificazione ed alleanza se
veramente vogliamo che i conflitti e la violenza diminuiscano sul nostro
piccolo pianeta. In questo momento sarebbe importante, ad esempio, rivivere
la Pasqua Fiorita  degli Esseni”.

Gli attori Gianfranco Romeo, Rosamaria Scognamiglio, Donatella Magni,
Margherita Di Marco, Antonella Collia e Michele Stigliani, presentati dallo
stesso Torricella, saranno nel mondo magico di Calcata e della Valle del
Treja, luogo caro ad ecologisti ed artisti, che resiste nell’offrire ai
visitatori la sensazione di una “zona franca” per la natura, gli animali ed
i sensibili  umani.  Lo spettacolo è gratuito ma gli invitati sono pregati
di portare pan secco e granaglie per nutrire gli amici a quattro zampe
salvati dai mattatoi.

………

Commento aggiunto.

Rileggendo questo resoconto storico, non so perché,  mi è venuta in mente anche  in mente un’altra storia, che non c’entra nulla con tutto ciò, una  storia che se mi spremo torna in superficie ma che se non mi spremo resta in un limbo del possibile. Quando si sta davanti ad un desk di un computer è la stessa cosa di quando si ha in mano una penna, in entrambi i casi si osserva lo scrivere.

Questo accade ogni volta che mi sono avvicinato allo scrivere. Autoscrittura potrei chiamarla, non si sa mai se quel che ne esce è una poesia, un refolo od un messaggio importante.

D’altronde chi può mai dire cosa sia veramente importante? Nemmeno noi stessi, giacché lo scritto che produciamo non è realmente nostro appartiene al dominio della mente. L’esasperazione di un pensatore sorge quando tenta di controllare i suoi pensieri ed i suoi scritti. Poi ci si potrebbe inserire
qualche storiella magari un aneddoto lontano di vita, aggiungi ed aggiungi ti ritrovi che non hai ancora detto quello che avresti voluto ma solo quello che ti capita di rileggere davanti agli occhi. Non è diverso dal mettersi di fronte ad un qualsiasi evento, osservandolo,  illudendoci di poterlo dirigere a nostro uso e consumo. Una pia illusione certo.

Paolo D’Arpini

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“Controinformazione medica a braccio… fantascienza o nuova frontiera?” – Le rivoluzionarie scoperte del dr. Ryke Geerd Hamer

Caro sig. Paolo, ho letto che si è tenuto  a Roma un importante convegno di psicologia

(http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/11/26/contrordine-%E2%80%93-roma-convegno-con-srm-psicologia-sulla-comprensione-dei-meccanismi-della-mente-aldila-dellanalisi-psichiatrica-e-terapeutica-tradizionale-leggi-tutto/ )

 e mi permetto di inviarle  un articolo su un simile argomento pubblicato questo mese sul  giornale culturale  locale “Il Faro del Fenera”. Grazie per il suo importante lavoro! Paola Botta Beltramo

“Noi confessiamo più facilmente i nostri errori, difetti e peccati morali che non quelli scientifici. Ciò deriva dal fatto che la coscienza è umile e si compiace addirittura di essere umiliata. Invece l’intelletto è altezzoso e, se è costretto a smentirsi, cade in preda alla disperazione. Da ciò deriva che le verità rivelate vengano prima ammesse in segreto, poi si diffondano a poco a poco, finchè ciò che si era ostinatamente negato non possa da ultimo apparire come qualcosa di affatto naturale”   Johann Wolfgang Goethe

Le rivoluzionarie  scoperte del dr. Ryke Geerd Hamer 

All’alba del 18 agosto 1978, su uno yacht ancorato al porto di Cavallo in Corsica, scoppiò un violento litigio tra il principe Vittorio Emanuele di Savoia ed il medico romano Niki Pende durante il quale  il principe sparò due colpi con la sua  carabina per la caccia all’elefante ed una pallottola penetrò nello scafo di una imbarcazione adiacente, ferendo gravemente il giovane Dirk Hamer che stava dormendo.  Dirk lascerà il suo corpo fisico il  7 dicembre successivo.  I suoi genitori, Ryke Geerd e Sigrid  Hamer, medici, scoprirono, dopo pochi mesi da  quegli eventi, di avere entrambi un tumore. Il padre al testicolo e la madre al seno. Compresero che le loro cellule non erano  impazzite per caso .Erano certi che esisteva una relazione con il grave trauma psichico vissuto per la morte del loro figlio. Da subito si chiesero perché fossero interessati proprio gli organi riproduttivi. R.G. Hamer scrive che inizia  a ricercare aiutato anche da continui ripetuti sogni durante i quali il figlio trapassato lo consiglia e  lo  sprona a perseverare, nonostante le numerose  difficoltà. (subì anche il carcere perché non volle ritrattare le sue teorie).   Hamer, che a quel tempo era primario di  ginecologia presso la clinica universitaria di Tubingen,  fu aiutato, nel corso di un decennio,  dai racconti/testimonianze  di migliaia di pazienti  e  scoprì che tutti , prima della diagnostica delle loro  malattie, avevano vissuto un  trauma psichico. Sintetizzò le sue successive rivoluzionarie scoperte nelle seguenti cinque leggi biologiche: 

1a legge – Ogni shock biologico (DHS = sindrome di Dirk Hamer) estremamente grave, acuto, drammatico, inaspettato e vissuto in un senso di isolamento, genera nel corpo un  Programma Speciale Biologico e Sensato (SBS) che si verifica contemporaneamente sui tre livelli: Psiche-Cervello-Organo e decorre in modo sincrono sugli stessi.

2a legge – L’andamento del programma speciale segue un decorso bifasico, per cui dopo uno shock inizia una fase definita del “conflitto attivo” (CA) simpaticotonica, seguita dopo la soluzione del conflitto, da una fase definita di “riparazione”, vagotonica.

3a legge – Gli organi del corpo umano sono ripartiti funzionalmente secondo l’appartenenza ai tre foglietti embrionali: endoderma, mesoderma ed ectoderma, correlati rispettivamente nel cervello al tronco cerebrale, al cervelletto/midollo e alla corteccia cerebrale. Nella fase di conflitto attivo, gli organi collegati al tronco cerebrale e al cervelletto producono un aumento di funzione e quindi una proliferazione cellulare, mentre gli organi collegati al midollo e alla corteccia cerebrale, producono una riduzione di funzione e quindi una necrosi o un’ulcera. Nella fase di soluzione gli organi collegati al tronco cerebrale e al cervelletto producono una riduzione di funzione, mentre gli organi collegati al midollo e alla corteccia cerebrale producono una rigenerazione e normalizzazione di funzione.

4a legge – La presenza di funghi, batteri, micobatteri e virus nel corpo umano è da riconsiderare ontogeneticamente in base alla suddivisione degli stessi nei tre foglietti embrionali secondo il seguente schema:

-         endoderma: funghi e micobatteri

-     mesoderma antico: funghi e micobatteri

-         mesoderma recente: batteri

-         ectoderma: virus

5a legge – Ogni cosiddetta malattia è da riconsiderarsi, secondo il punto di vista della filogenesi, come una parte di un Programma Biologico e Sensato della Natura.(1)

Senza la testimonianza delle persone che avevano vissuto l’evento psichico traumatico Hamer non sarebbe pervenuto ad alcun risultato. Anche quando i suoi colleghi medici ritennero di potergli dimostrare che la causa del tumore alla cervice di un’anziana signora non poteva che essere imputabile al papilloma virus e non, come lui sosteneva, ad un trauma psichico a sfondo sessuale, assai improbabile data l’età e le condizioni di vita della signora, è stata proprio la testimonianza  della medesima a far comprendere loro che il cervello non distingue fra realtà e immaginazione. Si trattava quindi anche  in quel caso di uno shock vissuto in modo virtuale e il tumore non era quindi imputabile al virus in questione, virus che, come in altri casi, si trova al momento della riparazione del tessuto biologico precedentemente ulcerato dal conflitto psichico.   Scrisse H.P: Blavatsky nel suo libro “Iside Svelata” del 1875: “la potenza dell’immaginazione sulle nostre condizioni psichiche si può constatare  in molti modi. I medici  intelligenti non esitano  ad accordare a quella un potere curativo o morbigeno di gran lunga superiore alle pozioni………..la paura spesso uccide ed i dispiaceri hanno un’enorme influenza sui fluidi sottili del  corpo”

Va sottolineato che non tutti gli shock si trasformano  in “malattia”; dipende dall’intensità del conflitto e dalla durata. In base a quanto intenso e a quanto lungo è stato  il conflitto la fase di riparazione sarà altrettanto intensa e impegnativa con sintomi rilevanti. Se il conflitto si risolve in breve tempo il corpo non avrà avuto tempo per lavorare a livello tissutale e conseguentemente anche la fase riparativa sarà irrilevante.

I saggi di ogni tempo e luogo hanno sempre dichiarato che le cure devono considerare sia l’aspetto psichico che fisico, perché interconnessi, e che è importante poter risalire alle vere cause  delle malattie o epidemie perché solo ampliando  conoscenza e consapevolezza si potrà diminuire l’ignorare  di ignorare e, di conseguenza, la paura e l’egoismo. Con queste scoperte si può anche comprendere  perché già Ippocrate affermava che la febbre guarisce  e perché i teosofi , ritenendo più  vicine al vero le scoperte del medico Antoine Bèchamp anziché quelle del suo contemporaneo chimico Pasteur, fondarono  già cent’anni fa una  lega contro le vaccinazioni e la vivisezione.

Durante un suo seminario del 2006  Hamer disse ai medici presenti che sarebbe stato utile che i suoi libri più semplici venissero letti nelle scuole elementari perché occorre intervenire, anche a livello educativo, per ristabilire una visione divina e  più olistica  della vita, che possa fugare, almeno in parte, le paure e portare gradatamente ad una più vera fratellanza tra gli umani e  tutti i regni della Natura.

Scrive Hamer a pag. 85 del suo libro “Testamento per una nuova Medicina”:

 “Anche con queste mie scoperte non saremo sempre in grado di risolvere tutti i conflitti…………..ma oggi possiamo realmente capire gli altri esseri viventi, gli animali e le piante nel vero senso della parola. Possiamo comunicare nel pensiero con loro, parlare con loro senza usare la parola. Beninteso, questa nuova dimensione della comprensione interanimale e perfino cosmica è basata su leggi scientifiche naturali riproducibili in qualsiasi momento. Pertanto:

a)      la visione del mondo  della Medicina Classica:  Visione meccanicistico-materialista: essa parte ancor oggi che le cause patogene si trovino dentro o vicino alle cellule. Specializzazione: unità sempre più piccole, ad esempio: geni, ovvero la loro manipolazione, virus ovvero parti di virus

b)      la visione del mondo  della Nuova Medicina: Il cosmo di uomo,animale e piante; nella Natura si manifesta il divino con le cinque leggi biologiche. Tutti gli esseri viventi hanno un’anima “poiché in realtà tutto è uno e una cosa non è sensatamente immaginabile senza l’altra”. Visione d’insieme, sinossi””

Nel prossimo numero si  riporteranno alcune notizie in merito ai sempre più numerosi congressi che trattano tali argomenti, organizzati anche da docenti di oncologia, ed  alcuni casi esemplificativi.

 (1 “) R.G. Hamer:” Testamento per una Nuova Medicina”  - “Il cancro e le cosiddette malattie” –C. Trupiano: “Grazie dr. Hamer” –  G Mambretti e J. Sèraphin:  “La medicina sottosopra: e se Hamer avesse ragione?”

A cura di Paola Botta Beltramo – e-mail: rebelt1@fastwebnet.it

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La scienza di Galileo Galilei in “Leben des Galilei” di Bertold Brecht … e… l’eroismo anomalo di Carmelo Borg Pisani in “Eroe o traditore?” di Stefano Fabei

Ciao Paolo,  in questi giorni sto studiando con i ragazzi Galielo e Bacone, i progressi della scienza nel 1600 e la critica contro il “mondo di carta” degli aristotelici! Argomenti sui quali spesso discutiamo provando ad entrare nei “panni” di coloro che tentavano di portare la “verità” su un piano di realtà. Abbiamo letto insieme alcune parti dell’opera di Brecht “Leben des Galilei” e il pathos ha riempito di “fiera” soddisfazione le nostre “gole” rinfrancate dall’uso di una sì nobil parola…… leggi che bello questo passo! (Hari Atma)

“Nel tempo che ho libero – e ne ho, di tempo libero – mi è avvenuto di rimeditare il mio caso e di domandarmi come sarà giudicato da quel mondo della scienza al quale non credo più di appartenere. Anche un venditore di lana, per quanto abile sia ad acquistarla a buon prezzo per poi rivenderla cara, deve preoccuparsi che il commercio della lana possa svolgersi liberamente. Non credo che la pratica della scienza possa andar disgiunta dal coraggio. Essa tratta il sapere, che è un prodotto del dubbio; e col procacciare sapere a tutti su ogni cosa, tende a destare il dubbio in tutti. Ora, la gran parte della popolazione è tenuta dai suoi sovrani, dai suoi proprietari di terra, dai suoi preti, in una nebbia madreperlacea di superstizioni e di antiche sentenze, che occulta gli intrighi di costoro. Antica come le rocce è la condizione dei più, e dall’alto dei pulpiti e delle cattedre si suole dipingerla come altrettanto imperitura. Ma la nostra nuova arte del dubbio appassionò il gran pubblico, che corse a strapparci di mano il telescopio per pun-tarlo sui suoi aguzzini.

Cotesti uomini egoisti e prepo-tenti, avidi predatori a proprio vantaggio dei frutti della scienza, si avvidero subito che un freddo occhio scientifico si era posato su una miseria millenaria quanto artificiale, una miseria che chiaramente poteva essere eliminata con l’eliminare loro stessi; e allora sommersero noi sotto un profluvio di minacce e di corruzioni, tale da travolgere gli spiriti deboli. Ma possiamo noi ripu-diare la massa e conservarci ugualmente uomini di scienza? I moti dei corpi celesti ci sono divenuti più chiari; ma i moti dei potenti restano pur sempre imperscrutabili ai popoli. E se la battaglia per la misurabilità dei cieli è stata vinta dal dubbio, la battaglia della massaia romana per il latte sarà sempre perduta dalla credulità. Con tutt’e due queste battaglie, Andrea, ha a che fare la scienza. Finché l’umanità continuerà a brancolare nella sua nebbia millenaria di superstizioni e di venerande sentenze, finché sarà troppo ignorante per sviluppare le tue proprie energie, non sarà nemmeno capace di sviluppare le energie della natura che le vengono svelate. Che scopo si prefigge il vostro lavoro? Io credo che la scienza possa proporsi altro scopo che quello di alleviare la fatica dell’esistenza umana. Se gli uomini di scienza non reagiscono all’intimidazione dei potenti egoisti e si limitano ad accumulare sapere per sapere, la scienza può rimanere fiaccata per sempre, ed ogni nuova macchina non sarà fonte che di nuovi triboli per l’uomo. E quando, coll’andar del tempo, avrete scoperto tutto lo scopribile, il vostro progresso non sarà che un progressivo allontanamento dall’umanità. Tra voi e l’umanità può scavarsi un abisso così grande, che ad ogni vostro eureka rischierebbe di rispondere un grido di dolore universale… Nella mia vita di scienziato ho avuto una fortuna senza pari: quella di vedere l’astronomia dilagare nelle pubbliche piazze.  In circostanze così straordinarie, la fermezza di un uomo poteva produrre grandissimi rivolgimenti. Se io avessi resistito, i naturalisti avrebbero potuto sviluppare qualcosa di simile a ciò che per i medici è il giuramento d’Ippocrate: il voto solenne di far uso della scienza ad esclusivo vantaggio dell’umanità. così stando le cose, il massimo in cui si può sperare è una progenie di gnomi inventivi, pronti a farsi assoldare per qualsiasi scopo. Mi sono anche convinto, Andrea, di non aver mai corso dei rischi gravi. Per alcuni anni ebbi la forza di una pubblica autorità; e misi la mia sapienza a disposizione dei potenti perché la usassero, o non la usassero, o ne abusassero, a seconda dei loro fini…..

………………. altra storia…………

Ho ricevuto da Giovanna Canzano la recensione del libro di Stefano Fabei sullo storia controversa di un eroe (od illuso a seconda delle visioni) dell’irridentismo italico maltese: Carmelo Borg Pisani…. A lui andò male, fu impiccato e fece pure la parte del fuori di testa… mentre se la storia fosse andata diversamente chissà… magari sarebbe stato considerato un eroe. (P.D’A. 

“Carmelo Borg Pisani (1915-1942) Eroe o traditore?” di Stefano Fabei.  Alle 7 e 34 del 28 novembre 1942, sulla forca del carcere maltese di Corradino, moriva Carmelo Borg Pisani, un giovane artista che sognava la liberazione della sua isola dal dominio britannico. Spinto da generoso entusiasmo lasciò pennello e tavolozza per imbracciare il fucile. Arruolatosi come soldato semplice nell’esercito di quell’Italia da lui ritenuta la vera patria, fu protagonista di una sfortunata missione segreta conclusasi con l’arresto e un processo per alto tradimento. Entrò così nella schiera delle Medaglie d’Oro al Valor Militare. Figura controversa, protagonista di una vicenda tragica, fu considerato in Italia un eroe irredentista e a Malta, anche se non da tutti, un traditore. È il caso più noto di missione in territorio nemico, la storia di un uomo che, riconoscendosi in un ideale, fu facile vittima dell’incompetenza, della superficialità e della cattiva coscienza di chi, più o meno consapevolmente, lo mandò incontro alla morte”.

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