Archivio di giugno 2009

16 giugno 2009 – “Da Calcata a Roma il passo è breve…” – Resoconto della visita di Paolo a Roma per organizzarvi un evento su ecologia profonda, alimentazione naturale e spiritualità laica (3/11 ottobre 2009)

Oggetto: Manifestazione a Roma dal 3 all’11 ottobre 2009 su “Ecologia profonda, Alimentazione naturale, Spiritualità senza frontiere” – con abbinata mostra d’arte e vari spettacoli.

Care Amiche e cari Amici,

il 16 giugno 2009, dopo almeno 7 anni (forse anche 10) di assenza, sono tornato a Roma.

Ho provato una certa reticenza ad andare e solo un forte senso del dovere mi ha spinto a partire ed a resistere alle varie situazioni ed emozioni vissute… alcune in negativo altre in positivo. Questa discesa nella capitale mi ha convinto della necessità della manifestazione che abbiamo in programma per l’inizio di ottobre ed è per questo che ho partecipato, con un sorriso determinato, all’incontro preliminare tenutosi in Piazza Campitelli con Roberta Perfetti, la gentile segretaria di Umberto Croppi assessore alla cultura del comune di Roma.

Sono ancora frastornato dopo questa visita in cui ho potuto rivedere la mia città natale, le sue bellezze sconvolgenti, la sua gente e le attività variopinte che vi si svolgono in tutte le strade del centro storico ed anche in periferia. Ed anche la pazzia di situazioni assurde e disumane. La mia accompagnatrice Laura Lucibello mi ha voluto mostrare alcuni aspetti di Roma che nemmeno conoscevo, o forse avevo dimenticato, ho ritrovato un feeling, una familiarità, con la città e questo mi è sembrato di buon auspicio per la buona riuscita dell’evento che stiamo preparando.

Il processo per coniugare lo spirito naturale, laico o francescano che sia, con le necessità sociali e mondane di vita quotidiana è stato avviato oggi a Roma attraverso la buona volontà ed il sorriso di Roberta Perfetti e Laura Lucibello che mi hanno incoraggiato e sostenuto, con la loro semplice presenza e disponibilità, ed ho provato simpatia umana e vicinanza mentre esponevo il programma per la celebrazione dell’ecologia profonda, dell’alimentazione naturale e della spiritualità senza frontiere come cura risolutiva al malessere della nostra società fortemente urbanizzata e socialmente scollata.

La manifestazione quindi si farà, nelle date indicate, il luogo non è stato ancora definitivamente stabilito, l’ipotesi è fra le Serre di Porta Metronia od il chiostro del convento di SS. Apostoli. Io personalmente propendo per il chiostro di SS. Apostoli che è in zona storica e mantiene al suo interno un’atmosfera silenziosa e spirituale. Quando stasera siamo entrati a visitare quel luogo immediatamente ho sentito che era il posto giusto per l’incontro che abbiamo in mente… ma prima di dare conferma definitiva ci riserviamo di visitare anche le Serre di Porta Metronia nei prossimi giorni.

La manifestazione prevede una mostra d’arte sul tema della spiritualità, che verrà inaugurata il pomeriggio del 3 ottobre 2009 e subito dopo vi saranno gli interventi istituzionali di apertura del convegno, con accompagnamento di canti celtici e pianoforte. Seguono gli interventi di introduzione all’argomento trattato e le prime relazioni. Il 4 ottobre, che è la ricorrenza di San Francesco, cominciando dal mattino, proseguono gli interventi dei vari relatori, a mezzodì ci sarà un intervallo pranzo nel luogo stesso dell’incontro e nel pomeriggio si conclude il convegno con poesie e musica ed altri aspetti ludici. Per la chiusura della mostra, che resta aperta sino all’11 ottobre 2009, è previsto uno “svernissage” con un incontro per riflettere sulle conclusioni e sul prosieguo del convegno e per finire un rinfresco vegetariano allietato da un allegro concertino.

Per promuove l’iniziativa l’assessorato alla Cultura del Comune di Roma ha promesso un aiuto logistico per la stampa di manifesti ed inviti, chiunque dei partecipanti al Comitato organizzativo e di coloro che leggono abbia indirizzi ai quali desidera far recapitare il cartoncino con il programma è pregato di comunicarli a Laura Lucibello, in modo da sapere quante sono le stampe richieste. Il 2 ottobre 2009 è prevista una Conferenza Stampa nella sede dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma e chiunque abbia amici giornalisti che potrebbero essere invitati comunichi i nominativi sempre a Laura Lucibello.

Anche se ottobre sembra ancora lontano, vi ricordo che il tempo passa e non aspetta, perciò diamoci tutti da fare per ottenere un risultato positivo per la qualità della vita a Roma, un esempio che potrà essere utile anche per altri luoghi….

Grazie per aver letto sin qui, Paolo D’Arpini – circolo.vegetariano@libero.it

Per ogni aspetto organizzativo logistico contattare Laura Lucibello: info.apai@virgilio.it  

Qui di seguito un documento introduttivo consegnato oggi alla gentile Roberta.

“Ci sono così tanti doni, mio caro, ancora non aperti dal tuo giorno di nascita. Oh, ci sono così tanti regali fatti a mano, spediti per la tua vita da Dio…” (Hafiz)

Il culto degli antenati in molte delle civiltà antiche è stato il fattore coagulante per la conservazione del senso di comunità. In Cina, ad esempio, era assurto quasi a religione, infatti il confucianesimo non è altro che un sistema morale basato sul rispetto delle norme “gerarchiche” di padre/figlio – sovrano/suddito. In qualche modo questo sistema, che garantisce un ruolo alle generazioni della comunità, ha assicurato in oriente come in occidente, una crescita ordinata e rigorosamente etica della società, pur con le pecche di inevitabili eccessi, esso ha mantenuto quel processo solidaristico nato nei clan matristici anteriori, e successivamente trasmesso al patriarcato.

Questa concezione è andato avanti senza grandi sovvertimenti sino all’inizio del secolo scorso momento in cui si è avviata una “rivoluzione di sistema”, una rivoluzione apparentemente incruenta e non specificatamente voluta, ma il risultato è un repentino mutamento d’indirizzo e la sortita dei modelli utilitaristici ed esclusivi.

Coincide con l’inizio dell’era industriale e dell’economia di mercato e con la comparsa dei grossi insediamenti urbani, le metropoli., che già avevamo visto l’abbozzarsi nel modello imperiale di Roma poi ripreso negli Stati Uniti d’America.

La scintilla del nuovo paradigma sociale ed economico -secondo me- è una diretta conseguenza della grande crisi del 1929 che da una parte costrinse migliaia di famiglie all’urbanizzazione forzata ed all’abbandono del criterio piccolo-comunitario e all’adozione di modelli sociali strumentali. Una nuova programmazione sociale ed economica basata sulla capacità collettiva di produzione e sul consumo di beni superficiali (coincide con la nascita della Coca Cola, delle sigarette, delle fibre sintetiche, della diffusione di automobili ed altri macchinari). Come ripeto questo modello non fu specificatamente perseguito ma l’inevitabile conseguenza di una accettazione di gestione produttiva “finalizzata” -da parte degli individui operativi- e la demandazione agli organi amministrativi delle funzioni solidali e sociali.

Questo procedimento trovò la sua affermazione anche in Europa a cominciare dagli anni ‘50 (malgrado le prove generali dei primi del secolo in Inghilterra) e pian piano si espanse al resto del mondo occidentalizzato, meno che in sacche di necessaria “arretratezza” che oggi definiamo “terzo o quarto mondo”. Ma questo terzo o quarto mondo sta anch’esso pian piano assumendo il modello utilitaristico ed il risultato è il totale scollamento familiare e sociale con l’interruzione dell’agricoltura ed artigianato e venuta in luce di schegge impazzite di società aliena a se stessa. Avviene nelle cosiddette megalopoli di venti o trenta milioni di abitanti, con annesse baraccopoli e periferie senza fine. La solidarietà interna delle piccole comunità è morta mentre si son venute a stratificare categorie sociali che hanno poco o nulla da condividere con “l’umanità”.

Nelle grandi città industrializzate e consumiste da una parte c’è la classe dei produttori “attivi” e dall’altra quella dei cittadini “passivi”, ovvero i bambini e gli anziani. Lasciamo per il momento in sospeso la discussione degli attori in primis, i cosiddetti produttori ed operatori, e vediamo cosa sta avvenendo nelle categorie passive, degli usufruitori inermi od assisiti.

I bambini sono forse i più penalizzati giacché verso di loro è rivolto il maggior interesse redditizio e di sviluppo, sono i “privilegiati” delle nuove formule di ricerca di mercato ed allo stesso tempo abbandonati a se stessi, in seguito alla totale mancanza di solidarietà interna in ambito familiare e sociale. Con poche prospettive reali di crescita evolutiva in intelligenza ed interessi futuri, i bambini si preparano ad essere la “bomba” della perdita finale di collegamento alla realtà organico-psicologica tra uomo natura ambiente. Già in essi assistiamo alla quasi totale incapacità di relazionarsi con una realtà sociale e materiale, sostituita da una “realtà virtuale e teorica”. Ora finché le generazioni che son nate dagli anni ‘50 sino al massimo degli anni ‘80 sono in grado di reggere il colpo della produzione utilitaristica questa massa di “imberbi passivi” può ancora mantenere una ragione almeno consumistica, dopodiché la capacità di sopravvivenza si arresta ineluttabilmente, assieme al volume operativo dei genitori…..

L’altra categoria, passiva per eccellenza, è quella degli anziani ed invalidi, i pensionati, che sopravvivono senza speranza già sin d’ora, preda di violenze sempre più diffuse, di furti e truffe e di strumentalizzazioni della loro condizione vittimale (perseguita da enti ed associazioni che sorgono per “proteggerli” dagli abusi….). Nella società solidaristica antecedente gli anziani avevano una precisa ragione sociale nella trasmissione della cultura e delle esperienze necessarie alla vita, convivendo in ambiti familiari in cui non c’era separazione fra bambini, giovani e vecchi. Ora gli anziani son d’impiccio e finché possono arrangiarsi da soli, bene, poi diventano oggetto di mercato per gli assistenti sociali, per gli ospizi e per colf spesso senza scrupoli o finti operatori assistenziali che mungono alle loro misere pensioni, inoltre -recentemente- son sempre più vittime di “enti morali” fasulli e ladri. E questo perché gli anziani non hanno più posto né tutela nella società.

Ma, qui vorrei porre un punto interrogativo, come faranno i quarantenni di oggi a garantirsi la sopravvivenza se la struttura sociale è così degradata? I quarantenni di oggi saranno ancor meno assistiti sia dalla società che dai loro stessi figli e -mi vien da dire- sarà proprio per questo inconsapevole sospetto che molti rifiutano di aver figli e si atteggiano ad eterni “ragazzi”. Oggi si è “giovani di belle speranze” sino a cinquant’anni (ed oltre) e poi improvvisamente si precipita nell’inferno dell’anzianità e dell’abbandono….. Insomma “finché ce la fai a barcamenarti con le tue forze bene e poi ciccia al culo!” Forse siamo ancora in tempo a prendere coscienza di ciò ed attuare una repentina inversione di marcia prima del precipizio…..

La soluzione -secondo me- sta nel superamento dei modelli consumistici e dello schema familiare di coppia moderna, in primis, per ritrovare in una socialità allargata nuove espressioni per la solidarietà umana, contemporaneamente abbandonando l’ampliamento dei grandi agglomerati urbani e rinunciando ai parossismi culturali (musiche preconfezionate, televisioni, sport idioti, giochetti virtuali, etc) in modo da ricreare in noi lo stimolo primario della gioia di vita e la capacità creativa per produrre qualcosa che abbia lo spirito del necessario e del bello. Insomma si parla ancora di ecologia profonda e di spiritualità laica.

Paolo D’Arpini

Altre informazioni in URL: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/06/13/roma-dal-3-all11-ottobre-2009-%e2%80%9cecologia-profonda-alimentazione-naturale-spiritualita-senza-frontiere%e2%80%9d/  

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Viterbo – Bagnaia il comune assente “…sed habeas corpus..” – Tutto il mondo è paese?

Invece di cercare una qualche soluzione intelligente per risolvere i problemi, senza dover spendere troppo, i signori del Comune di Viterbo rimangono assenti. Si vede che non gliene importa niente.

La processione del Corpus Domini del 14 giugno ha visto di nuovo il parcheggio vietato anche per gli handicappati sia dentro il borgo sia fuori sulla piazza centrale. La segnaletica dei posti riservati coperti dai neri sacchi dell’immondizia. Evidentemente gli handicappati vengono da questi signori considerati alla stessa stregua dell’immondizia.

No grazie! Questo è incivile e offende la cittadinanza tutta. I vigili urbani sono impotenti e dichiarano di non poter intervenire, non è responsabilità loro. Qualcuno mi ha consigliato di fare un esposto al sindaco, ma di esposti e denunce a loro, mi sembra, non importa molto in questo paese dove denunce serie dopo molti anni vanno in prescrizione. Questa è la volontà politica. Per i posti degli handicappati in occasione di processioni sacrosante, bellissime feste paesane, manifestazioni sindacali, gay pride, etc., avevo proposto di assegnare parcheggi alternativi. Ma …. si vede che al Comune non importa. Non fanno niente, tacciono, anche se sarebbe un intervento senza spesa aggiuntiva.

Tempo fa ho telefonato per una questione di igiene all’ufficio Igiene Pubblica, ma i 3 telefoni di questo importante apparato squillavano senza che ci fu risposta. Ho telefonato allora al centralino della ASL per farmi collegare, ma anche loro rimanevano senza risposta. Dopo diversi tentativi venivo finalmente messo in comunicazione con un signore il quale mi ha detto che la questione d’igiene andava sottoposta ai vigili urbani, che poi, a loro volta, mi hanno detto che dovevo interpellare l’ufficio d’igiene.

Ma a chi devo rivolgermi allora! Ai Carabinieri, che mi sembrano ancora gli unici che tentano disperatamente di fare il loro dovere. Qualcuno mi ha anche consigliato di mandare in giro lettere anonime (al prefetto, al Questore, etc.), ma non è mia abitudine. Mi piace parlare schietto ed apertamente.

Sono cittadino olandese, residente a Bagnaia e un po’ di mesi fa ho dovuto rinnovare il mio permesso di soggiorno presso il Comune, malgrado che posseggo un permesso di soggiorno a tempo indeterminato fattomi dall’Ufficio Stranieri della Questura. Due volte, i vigili urbani non mi trovavano mai a casa, sono dovuto andare al ufficio protocollo del Comune per ritirare le loro raccomandate che senza spiegare niente dicevano che dovevo presentarmi in Comune per comunicazioni. Se avessi saputo il perché avrei portato subito i documenti richiesti evidentemente non trasmessi a loro dalla Questura. Insomma, sono dovuto andare sette volte in Comune per regolarizzare la questione ed io mi so spiegare bene in italiano, ma.. quei poveracci di stranieri che non parlano o non parlano bene l’italiano, chissà quante volte li hanno fatti ritornare senza fargli capire niente.

Forse che gli impiegati comunali parlano un eccellente inglese, francese e qualcuno anche lo swahili… o no?

La cosa, oltre al disturbo arrecato a causa dell’inefficienza comunale è anche costato parecchi soldi inutili, vigili in coppia per consegnare le raccomandate, lungaggini e spiegazioni non chiare, insomma, anche il tempo degli impiegati è denaro. Il denaro poi è di tutti e non dei politici assessori e i loro dirigenti. Meno male che a Bagnaia stiano mettendo apposto il parcheggio sotto il borgo, almeno una nota positiva (speriamo sempre che sia un lavoro eseguito bene).

Progetti edilizi non conviene farli in questa città, è troppo lungo per spiegarlo, ma basta chiedere a qualche architetto o geometra. Io qui non li farò mai più! Ah sì, alla Quercia, ma non solo, le strisce pedonali sono completamente sbiadite e rappresentano quindi un bel rischio per i pedoni e anche per gli automobilisti. Questa lettera aperta è la quarta che mando in giro ai giornali ed ai siti internet e attendo sempre dal Comune l’impegno di risolvere i tanti problemi. Di cose che non vanno ce ne sono tante altre, ma per oggi penso che questo possa bastare.

Peter Boom

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“No Shia Family Law” – Lettera integrativa sulle restrizioni alle quali le donne sono obbligate in Afganistan

Ho appena ricevuto questa nota in cui vengono elencate le ignominiose costrizioni alle quali le donne afgane debbono sottostare.  La pubblico esprimendo la mia totale solidarietà verso le donne così ingiustamente schiavizzate.

P.D’A.

……….

Caro Paolo, se può essere utile ai fini di una migliore “comprensione” della “schiavitù” in cui queste donne ancora “so-pra-vvivono”..

Un abbraccio, Antonella

Vogliamo ricordare alcune delle limitazioni ed obblighi imposte alle donne dai talebani:

1) Divieto di esercitare una qualsiasi professione al di fuori delle mura domestiche (il divieto di riferisce al 90% delle professioni, tra i quali quella dell´insegnamento. Soltanto a pochissime infermiere è stato permesso di continuare a lavorare nell´ospedale di Cabul)

2) Divieto di recarsi all´esterno delle mura domestiche per esercitare qualsiasi attività se non accompagnate da un mahran (familare maschio quale padre, fratello o marito)

3) Divieto di colloquiare con commercianti maschi (il prezzo della frutta o della verdura al mercato, se non è esposto, lo chiederà il mahran)

4) Divieto di essere toccate o visitate da un medico uomo (visto che la donna non può esercitare la professione del medico per le afghane non c´è altra alternativa che curarsi da sole, ecco perchè il tasso di mortalità delle donne è molto alto)

5) Divieto di studiare in scuole, istituti, università (nel regime talebano alle donne è permesso frequentare soltanto seminari religiosi autorizzati)

6) Obbligo assoluto del burqa (lungo abito con mantello che ricoprendole dalla testa ai piedi non lascia scoperto un cm di pelle, fatta eccezione per una reticola posta all´altezza degli occhi che permette parzialmente la vista del mondo circostante) La polizia religiosa può percuotere con i bastoni di legno quelle donne che si recano al di fuori della propria abitazione non indossando il burqa, che hanno il viso o le caviglie scoperte o che non sono accompagnate da un mahram.

7) Divieto di calzare scarpe o sandali con tacco, un uomo non deve sentire il suono che producono i passi di una donna sul selciato

8) Divieto di indossare pantaloni sotto il burqa

9)Divieto di avere qualsiasi rapporto con uomini al di fuori dell´ambito familiare. Molte sono state le uccisioni per lapidazione in pubblico delle donne accusate di aver avuto rapporti sessuali al di fuori del matrimonio.(spesso le donne sono accusate ingiustamente da falsi testimoni pagati dal marito che vuole liberarsi della moglie)

10) Divieto di alzare la voce in pubblico o di agitare le mani per comunicare.

11)Divieto di ridere in presenza di uomini estranei.

12) Divieto di lavare gli abiti (usanza praticata prima del regime talebano) vicino agli argini di un fiume o comunque in un luogo pubblico.

13) Divieto di accedere ai bagni pubblici femminili che in conseguenza sono stati chiusi.

14) Divieto di fotografare donne e diffonderne le loro immagini ( è stata anche vietata la pubblicazioni e vendita di riviste femminili con immagini di donne)

15) Divieto di accedere ai balconi domestici o ad affacciarsi alla finestra senza il burqa (per precauzione è stato chiesto di pitturare i vetri delle finestre o montare vetri opachi)

16) Divieto di guidare veicoli di qualsiasi genere anche se accompagnate dal mahram.

17) Divieto di accedere allo stadio o in luoghi dove si pratica sport.

18) Vietato pronunciare dinanzi a uomini estranei alla famiglia il nome di una donna sposata (per identificarla potrà essere chiamata “La figlia di…facendo seguire il nome del padre” “La madre di…facendo seguire il nome del figlio maschio” “La prima, seconda, terza o quarta moglie di…facendo seguire il nome del marito”

Leggete anche l’altro comunicato in url:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/06/15/no-shia-family-law-contro-la-legge-afgana-che-consente-lo-stupro-delle-mogli-manifestazione-a-roma-alla-casa-del-rifugio-30-giugno-e-1-luglio-2009/

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“No Shia Family Law” – Contro la legge afgana che consente lo stupro delle mogli – Manifestazione a Roma alla Casa del Rifugio: 30 giugno e 1 luglio 2009

Care Amiche e Amici,sto organizzando con meditata autonomia due importanti eventi, sullo stesso tema, mirati però a due obiettivi differenti: il primo per far accorrere la stampa, e il secondo il pubblico più in generale.

L’argomento è la SHIA FAMILY LAW, la legge afghana che consente ai mariti perfino lo stupro delle mogli. Ho bisogno della vostra partecipazione e aiuto per diffondere al massimo la cosa. Grazie!

Daniela Binello – mob. 335 461844

……………..

CONFERENZA STAMPA – Martedì 30 giugno ore 11.15 (termine alle ore 13.30) – Sala della Mercede di Palazzo Marini – via della Mercede 55 (ang. p.zza S. Silvestro): insieme a testimonial afghani e afghane (questa è la vera novità!) chiederemo al governo Karzai di abolire definitivamente, entro le prossime elezioni politiche di agosto, la Shia Family Law, una legge sul diritto di famiglia peggiorativa per le tutte le donne afghane. E’ una legge che consente ai mariti di stuprare le mogli senza che queste possano avvalersi di alcun diritto e altre orribili cose. Le 300 afghane che hanno osato protestare finora son state prese a pietrate (perfino da altre donne, purtroppo).

Per entrare: Obbligo di accreditarsi preventivamente inviando a me nome e cognome per email (ed eventuale attrezzature elettroniche come registratori, telecamere, ecc.).

Roma, incontro pubblico: La ragazza con l’aquilone – Mercoledì 1° luglio 2009 – ore 19.30 – Casa del Rifugio (Palazzo Leopardi) Roma, vicolo di Santa Maria in Trastevere 23

L’iniziativa è a favore delle donne afghane. L’ultima legge (la cosiddetta Shia Family Law) non fa che peggiorare una già difficile situazione per tutte le donne afghane. Quella legge potrebbe essere abolita anche con il nostro aiuto. Vogliamo fare arrivare a Kabul un aquilone simbolico, carico di diritti umani, dedicato a tutte le ragazze afghane che, da sole, non ce la possono fare.

Vieni anche tu a costruire l’aquilone.

Durante la serata sarà proiettato il video “ULTIME DELLA CLASSE” di Daniela Binello (giornalista, inviata in Afghanistan).

Il presidente dell’Associazione Culturale Afghani in Italia, Qorbanali Esmaeli, e altri rappresentanti della Comunità afghana presentano i progetti umanitari dell’Afghanistan Future Foundation.

Per la prima volta in Italia avremo la partecipazione di donne afghane, testimoni oculari nel loro paese, che ci parleranno della condizione femminile nella vita di tutti i giorni e nei rapporti con la giustizia.

Al termine, un delizioso buffet afghano a base di: Bolani = involtini ripieni di spinaci e patate, con cipolla e porri; Sambosa’ = dolcetti di zucchero al cardamomo e miele; Dogh = bevanda di yoghurt e menta; Bosragh = triangolini dolci con zucchero e uova.

E’ gradita la conferma al cell. 328 9447462  – Per informazioni: gffitalia@yahoo.it

Leggete anche l’altro articolo in url:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/06/15/no-shia-family-law-lettera-integrativa-sulle-restrizioni-alle-quali-le-donne-sono-obbligate-in-afganistan/

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Roma alchemica – “La magica soglia per esplorare l’universo” – Il significato esoterico dell’ingresso… all’altro mondo

Della Roma che ricordo c’è un luogo che è particolarmente significativo per la ricerca alchemica ed esoterica portata avanti in questa città. Si tratta della Porta Magica di Piazza Vittorio.Dovete sapere che, prima di trasferirmi a Calcata, ho abitato per diversi anni nei precinti di Piazza Vittorio. In tre luoghi diversi ed in periodi diversi ma fisicamente vicini fra loro. Piazza Vittorio era casa mia. Conoscevo tutto dei suoi giardinetti, dove al mattino si svolgeva un variopinto mercato all’aperto. Spesso, non avendo di meglio da fare, andavo a sedermi nei pressi della “porta magica”. Lì a fianco c’era una baracchetta in cui un’anziana gattara conservava le sue cianfrusaglie e che serviva da rifugio per le gatte partorienti. La presenza dei gatti era in continuità con la tradizione egizia, dalla quale la parola stessa “alchimia” deriva (El Kimya in arabo significa “l’oscuro” un chiaro riferimento all’Egitto antico).

Ricordo che diverse volte avevo provato a interpretare il significato astruso delle frasi impresse nel marmo dell’uscio: “vitriol” c’è scritto… Lo studioso Fabrizio Salvati dice trattarsi delle iniziali di una sigla alchemica “Visita Interiora Terrae Rectificandoque Invenies Occultam Lapidem” (visita l’interno della terra, rettificando troverai una pietra nascosta). Evidentemente questa porta annunciava l’ingresso in una stanza segreta ove si studiava l’alchimia e dove avevano luogo riti iniziatici.

Questa porta è tutto ciò che rimane della villa del marchese Palombara, che fu distrutta nel 1655 in seguito ad un misterioso incendio. Il marchese Massimiliano Palombara, cugino della regina Cristina di Svezia, fu un uomo di spicco nella Roma del 600, si narra che egli fosse un frequentatore del Cenacolo alchemico di Via della Longara, che poi diverrà l’Arcadia. Ma tutto ruota attorno ad un oscuro scienziato, Francesco Borri, il quale invitato dal marchese a compiere esperimenti nel suo laboratorio, dopo una notte di lavoro sparì, lasciando sul tavolo una quantità di oro zecchino ed una serie di simboli incomprensibili… gli stessi simboli che il marchese fece poi scolpire sulla porta magica.

Di storie con porte di mezzo ve ne sono a bizzeffe, la porta del paradiso, la porta sulle altre dimensioni, la Sacra Porta, etc. In effetti anch’io ho avuto “esperienza” con due porte. La prima risale a moltissimi anni fa, quando ero un bambino di appena tre o quattro anni. Ricordo che eravamo andati in vacanza a Ladispoli con mia madre,  mia sorella e mia nonna. Eravamo alloggiati in una casa con un bel giardino ed una pergola di uva pendente. Essendo da poco giunti i miei stavano festeggiando con gli ospiti, mangiando e bevendo vino, nessuno si accorse che io guadagnai l’uscita per andarmene ad esplorare il paese, da solo. Pur essendo così piccolo ebbi l’accortezza di guardare ben bene la porta all’esterno, prima di avventurarmi fuori notai che c’erano due leoni in metallo con un batacchio su entrambe le ante.

Così, sicuro di me, varcai l’uscio ed andai ad affrontare il mondo…. Dopo aver esplorato qui e lì decisi di ritornarmene a casa… ma la strada del ritorno non fu per nulla facile… Non riuscivo a ritrovare la porta con i leoni, e diverse volte feci avanti ed indietro cominciando a sentire apprensione e paura… Ma non mi persi d’animo, fermai un signore che passava e che aveva un’aria benevola, gli esposi il mio dramma, la mia incapacità di tornare a casa, di cui chiaramente non conoscevo l’indirizzo, e gli spiegai che sulla porta d’ingresso c’erano due leoni con gli anelli in bocca. Fortuna volle che alla fine, con l’aiuto del passante sconosciuto, ritrovai il luogo ove erano i miei… Quel buon signore bussò alla porta e mi riconsegnò a mia madre, la quale nel frattempo tutta presa dai festeggiamenti non si era nemmeno accorta della mia scomparsa….

L’altra esperienza con una porta la ebbi nel 1973, allorché visitando per la prima volta l’ashram del mio Guru, Swami Muktananda, scoprii che l’ingresso della sua abitazione aveva una porta in legno con due leoni di metallo con un anello in bocca, della stessa grandezza e forma di quelli di tanti anni prima… Inutile dire che lo interpretai come un segnale….

Paolo D’Arpini

“Il drago della notte custodisce l’ingresso dell’orto magico e, senza Ercole, Giasone non avrebbe gustato le delizie della Colchide”.

“Quando nella tua casa i neri corvi partoriranno bianche colombe sarai chiamato sapiente”.

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