Archivio di giugno 2009

Dal pensiero cristiano di Teilhard de Chardin e Thomas Berry, a Marija Gimbutas – Il sogno della Terra, un antico futuro… e la storia dell’universo

Quindici miliardi di anni fa iniziò una fantastica storia che noi viviamo ancora oggi e di cui, sempre oggi, siamo noi umani chiamati a scrivere, più o meno responsabilmente, le prossime pagine…

Quindici miliardi di anni fa iniziò la storia dell’universo che Thomas Berry, passionista, teologo, storico, o meglio come lui ama definirsi, bioregionalista, geologo e cosmologo, ci ha indicato come la nostra vera storia sacra.

In quel tempo lontano, attraverso un significativo processo di autoorganizzazione, nacquero le galassie, le stelle, la nostra Via Lattea e il sistema solare, la luna, la terra con le sue montagne, i mari e fiumi… Poi i primi organismi unicellulari, la vita! E infine le piante, gli animali e, quando il pianeta rifulgeva ormai di una infinita bellezza e tantissime varietà di esseri viventi, arrivarono anche gli umani, i primi a prendere coscienza di loro stessi e anche, in seguito, di tutto ciò che significava la loro esistenza sulla terra e il far parte dell’interà comunità terrestre. Poi qualcosa cambiò e circa 6000 anni fa gli umani decisero di uscire dalla comunità, distaccarsi dalla natura, passare dalla visione della Terra come madre a quella patriarcale di dominio sulla stessa terra.

Thomas Berry nelle sue opere, rifacendosi anche alla teoria di Gaia, la Terra come essere vivente, cerca di recuperare l’intera tradizione spirituale occidentale cristiana, sostituendo però al Cristo storico il Cristo-Universo e vedendo l’intera creazione cosmica come una manifestazione di un sacro mistero divino. Essere cristiani per lui ormai significa ricollegarsi al funzionamento armonico e integrale del sistema biotico planetario. Attualmente i cristiani se vogliono avere ormai una prospettiva in chiave ecologica (e i nostri tempi di disastri ambientali sembra non chiedano altro), devono accettare il tempo evolutivo come tempo sacro e la storia dell’universo come storia sacra…

Theilhard de Chardin, l’evoluzione e il punto omega:

Le idee innovative ed ecologiste di Thomas Berry vengono dal suo essere un discepolo di un altro grande personaggio della storia alternativa della Chiesa Cattolica, Pierre Theilhard de Chardin (1881-1955), gesuita, teologo e geologo che per primo nella prima metà del secolo scorso portò all’interno della chiesa, tra mille difficoltà e incomprensioni, l’idea evoluzionistica dell’universo. Teilhard de Chardin fu un moderno mistico e visionario però saldamente ancorato alla scienza (era un paleontologo) e quindi cercò per tutta la vita di coniugare ricerca scientifica, concetti filosofici e dottrina teologica provando a dare un senso cristiano a tutta la storia dell’universo, fino alla comparsa degli esseri umani e il loro rapporto con Dio.

Le tante intuizioni di Teilhard de Chardin sulla noosfera (dalla litosfera all’’atmosfera, idrosfera, biosfera e infine alla noosfera come involucro pensante della Terra), sul punto omega (dall’alfa all’omega, dall’inizio dell’universo al punto, omega, verso dove l’universo evolve e converge, l’unione con Dio presente in tutte le cose, l’ambiente divino), sull’amore (energia psichica cosmica motore della creazione ed evoluzione dell’universo), sul femminino (l’inizio del tutto al femminile, nuovo concetto di creazione, rovinata poi dal maschile ma salvata in seguito dalla venuta di Cristo), sul concetto di cristico (il cosmico, l’evolutivo e l’umano, il convergente), sulla stoffa cosmica (unione di spirito e materia), per finire alla definizione della legge di coscienza e complessità (l’insieme dei fenomeni di autorganizzazione della vita e di direzionalità dell’evoluzione), hanno dato una nuova prospettiva sacra alla presenza degli umani sulla terra e acora di più, come dice Thomas Berry, nel luogo dove vivono e dove possono praticare ogni giorno uno stile di vita in armonia con la natura (bioregionalismo).

Determinante nel pensiero di Thomas Berry è il riconoscimento che attualmente gli umani hanno rotto il patto con Dio, con l’universo e con la Terra ed è necessario apprenderne tutta la gravità per ricominciare l’importante compito di conservazione della creazione e di costruzione di una terra pronta per il punto omega – tanto caro a Teilhard de Chardin – una terra più giusta, fatta di uguaglianza e non di sofferenza e dolore (e in chiave ecologista e bioregionalista Thomas Berry lo direbbe non solo per la comunità degli umani ma anche per tutte le comunità di esseri viventi, piante e animali e non-viventi, montagne, fiumi, valli, mari, cielo…). Una bella immagine del punto omega ce la offre il fisico Brian Swimme, a sua volta allievo di Thomas Berry, facendoci pensare a come l’universo da un punto iniziale sia passato per miliardi di rocce inanimate fino a una madre che allatta con tanto amore il suo bambino…

Ecco quindi che il pensiero di Theilard de Chardin tanto evoluzionista quanto incentrato sulla sacralità dell’universo, si può definire proto-ecologista e anche ispiratore di importanti teologie successive come la teologia della liberazione e la teologia ecologista e bioregionalista di Thomas Berry che insieme hanno dato le basi per una nuova religione universale fondata sul mistero sacro dell’evoluzione dell’universo e sul ruolo e di riconciliazione fra gli umani e la terra per perseguire insieme alla terra stessa il progetto dell’universo.

Significativo è notare che il pensiero di Teilhard de Chardin, pur essendo stato oggetto di molte critiche scientifiche, filosofiche, teologiche, e recentemente anche ecologiche (c’è da dire che ai suoi tempi le problematiche ambientali del pianeta ancora non si erano manifestate con tanta gravità come ai giorni d’oggi e che il suo discorso quindi era centrato principalmente sugli esseri umani), mantiene tutt’ora intatta la profondità e importanza delle sue intuizioni e che, pur con le oppurtune modifiche e rettifiche, come è giusto che sia in un corretto processo di evoluzione di un pensiero, è tutt’ora da considerare come una delle più grandi visioni del passato capace ancora di portare efficacia nel presente.e speranza per il futuro.

La mistica della Terra, gli ecologisti e il “Manifesto” per l’Era Ecozoica

Thomas Berry afferma che c’è un pressante bisogno di una rinnovata mistica della terra e che debbono venire alla luce nuove figure di guide spirituali capaci di coniugare scienza ecologica e senso del sacro; queste figure attalmente non possono più essere né i preti, né i guru, né gli sciamani ma bensì gli ecologisti integrali, le uniche persone, donne e uomini, capaci di ascoltare la voce del pianeta, ciò che Gaia, la Madre Terra ha da dire agli umani e di riportare in linguaggio comprensibile le leggi della natura, della selvaticità, dei cicli ecologici, insomma le leggi che definiscono il cerchio sacro della vita. Il fine è di guidare gli umani e la terra, nella sua interezza di tutte le comunità di viventi e non-viventi, verso che quella che Berry ha chiamato Era Ecozoica, una nuova era di consapevolezza ecologica profonda in contrapposizione alla moderna e devastante Era Tecnologica che sta portando il Pianeta intero verso una catastrofe senza precedenti. Attenzione, dice Thomas Berry, in questo momento così drammatico per il pianeta è importante celebrare la Passione della Terra piuttosto che la Passione di Cristo…

Nel Manifesto dell’Era Ecozoica, scritto da Thomas Berry circa quindici anni fa, sintesi semplice e profonda del suo pensiero, vengono presentati 14 punti fondamentali in cui si parla dell’Universo come comunione di soggetti e non come di una collezione di oggetti, della centralità della terra e non più degli umani, del riconoscimento della dimensione femminile della terra stessa e della necessità di una nuova sensibilità religiosa insieme ad un nuovo linguaggio e archetipi ecozoici, eccetera. Da notare che nel documento non vengono usate mai né la parola Dio, né Cristo e questo mi sembra un importante passo verso un rinnovato senso del sacro in chiave ecologica universale.

Per Thomas Berry abbiamo davanti a noi, se vogliamo, un futuro ecologista che potrà salvare noi e il pianeta, un futuro pieno di speranza, e questo futuro potrà arrivare solo dopo quello che Berry definisce Il Grande Lavoro (”The Great Work”, titolo anche di un suo importante libro scritto nel 1992 insieme a Brian Swimme) ovvero creare un ambiente di vita dove gli umani vivano in una mutua e profonda relazione con la più ampia comunità dei sistemi che governano la vita.

Marija Gimbutas e la civiltà pacifica e egualitaria dell’Antica Europa

Fin qui ho cercato di riportare, in una sintesi molto estrema, il pensiero profondo di due grandi personaggi, Teilhard de Chardin e Thomas Berry che sicuramente hanno agito in modo coerente, tanto spirituale quanto scientifico, per un rinnovamento della tradizione cristiana. In questa tradizione sono centrali i concetti di redenzione e resurrezione legati alla figura di Gesù e sui quali proverò a fare una breve riflessione frutto più che altro dei miei studi riguardanti un’altra importante figura del secolo scoso, Marjia Gimbutas, archeomitologa (come lei amava definirsi) lituana, emigrata in America durante il nazismo. I suoi studi e ricerche, ormai universalmente accettate dal modo scientifico-archeologico, hanno permesso di sapere che nell’europa neolitica (10.000-4000 a.C) esisteva una vera e propria civilltà nativa legata alla terra, la Civiltà dell’Antica Europa e della Grande Madre, pacifica, egualitaria e rispettosa dei cicli della natura e dove si viveva persino in città di 20.000 abitanti. Questa civiltà e tutte le sue idee e pratiche di vita che protremmo definire proto-ecologiste, furono poi spazzate via dall’arrivo delle bande di guerrieri indoeuropei dall’inizio del 4.000 a.C. e che perdurarono durante qualche millennio portando, anzi imponendo, con estrema violenza e guerre senza fine, la nuova visione patriarcale di dominio sulla natura e disuguaglianza fra gli umani.

Eva, il serpente e il senso del sacro; una speranza per il futuro…

Forse è forse nell’antica civiltà neolitica matriarcale che va ricercato quel paradiso terrestre perduto (la mitica età dell’oro dei greci) cardine principale del pensiero biblico? E’ nell’arrivo dei guerrieri indoeuropei e di guerre e devastazioni mai vissute prima dai popoli neolitici, l’arrivo di un male da cui gli umani vanno redenti? E se dopo la redenzione serve una resurrezione per pensare ad un mondo nuovo che arriverà un giorno per la gloria dei cristiani, questi però lo aspetteranno senza preoccuparsi del qui e ora? Ma allora non potrebbe essere ancora un mondo patriarcale?

La questione interessante è che Teilhard de Chardin non poteva certamente conoscere la storia degli antichi europei neolitici che Marija Gimbutas cominciò a studiare e pubblicare all’incirca intorno al la metà degli anni ’50 (”Il fenomeno umano”, probabilmente il più significativo libro di Teilhard de Chardin fu pubblicato l’anno della sua morte avvenuta nel 1955), Inoltre il libro più importante della Gimbutas, pietra miliare delle sue ricerche: “Il linguaggio della Dea”, è datato 1989, mente il primo libro di Thomas Berry “The Dream of the Earth” (”Il Sogno della Terra”, ancora incredibilmente inedito in Italia) è del 1988. Nonostante tutto, sia a Theilard de Chardin ma specialmente a Thomas Berry, non è ignota la questione dell’arrivo dei guerrieri indoeuropei nell’europa neolitica ma dall’analisi delle loro pubblicazioni in comparazione con quelle di Marija Gimbutas si può capire che specialmente il primo non potesse essere a conoscenza pienamente dlla storia europea, specialmente di quella spirituale degli ultimi 12.000 anni… Quindi come potrebbe ancora evolvere il loro pensiero? O addirittura non ci fu un tempo (l’Antica Europa) in cui gli umani erano finalmente giunti al punto omega e la fine del paradiso terrestre e in definitiva tutta la genesi non potrebbero essere una rappresentazione mitica di un fatto realmente accaduto e cioè il passaggio da una civiltà pacifica matriarcale, dove alle donne era riconosciuta un importante dignità (rappresentate tutte da Eva e dal serpente, allora animale sacro alla Dea Madre) a quella tutt’ora esistente maschile patriarcale e violenta che ha voluto usurpare alle donne e alla natura il loro ruolo fondato principalmente sull’energia e saggezza ecologica?

Teilhard de Chardin, Thomas Berry e finalmente anche una donna, Marja Gimbutas, hanno dato molto per la crescita della nostra coscienza in chiave spirituale ed ecologica, un rinnovato senso del sacro che ci riconnette con l’universo, la terra e il luogo dove viviamo, e ci permette di vivere in modo ecologicamente sostenibile insieme ad una buona dose di speranza per il futuro e di entusiasmo per il nostro ruolo e la nostra esistenza sul pianeta. In definitiva è questo il sogno della terra.

Stefano Panzarasa

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Manifesto dell’Era Ecozoica di Thomas Berry

1. L’Universo è una comunione di soggetti e non una collezione di oggetti.

2. La Terra esiste e può continuare a esistere solo in un funzionamento integrale. Essa non può sopravvivere frammentata, proprio come qualunque altro organismo. Tuttavia la Terra non possiede un’uniformità globale. Essa è un complesso differenziato di cui va sostenuta l’integrità e l’interrelazione delle varie espressioni bioregionali.

3. La Terra è un bene che ci è stato offerto in godimento soggetto a scadenza. å destinata a danni irreversibili nei suoi maggiori sistemi di funzionamento.

4. Gli esseri umani rappresentano un elemento derivato rispetto alla Terra, che è primaria. Ogni istituzione umana, professione, programma e attività, devono porla al centro dei propri interessi. Nella teoria economica, per esempio, la prima legge deve essere quella della tutela dell’economia terrestre. Un Prodotto Nazionale Lordo in crescita a cui si affianca un Prodotto Terrestre Lordo in deficit rivela l’assurdità della nostra attuale situazione. Per la categoria medica deve essere chiaro che non si può avere gente sana su un pianeta malato.

5. L’intero sistema di funzionamento della Terra si è alterato nella transizione dall’Era Cenozoica a quella Ecozoica. I principali sviluppi del Cenozoico avvennero interamente al di fuori di ogni intervento umano. Nell’Ecozoico noi umani avremo invece un’influenza determinante in quasi tutti i processi evolutivi: anche se non sappiamo come produrre un filo d’erba, questo non potrà crescere se non è accettato, protetto e sostenuto da noi. Il potere costruttivo della nostra creatività nei sistemi naturali della vita è minimo, il nostro potere di negazione, immenso.

6. Per essere valido il “progresso” deve coinvolgere globalmente la Terra e tutti i suoi aspetti. Definire “progresso” lo sfruttamento umano del pianeta è una distorsione inaccettabile.

7. L’Ecozoico potrà diventare una realtà solo mediante il riconoscimento della dimensione femminile della Terra, mediante la la liberazione delle donne dall’oppressione e dalle costrizioni da loro sopportate in passato e mediante l’assunzione di una responsabilità comune, sia maschile che femminile, per stabilire una comunità terrestre integrata.

8. Nel periodo Ecozoico emerge un nuovo ruolo sia per la scienza che per la tecnologia. La scienza dovrebbe provvedere a una comprensione integrale del funzionamento della Terra e delle modalità in cui le attività umane e terrestri possono vicendevolmente potenziarsi. Le scienze biologiche dovrebbero sviluppare un “sentimento per tutto ciò che vive”, un rispetto più profondo della soggettività presente nei vari esseri viventi della Terra. Le tecnologie umane devono armonizzarsi con quelle del mondo naturale.

9. Nuovi principi etici devono emergere attraverso il riconoscimento del male assoluto del biocidio e del genocidio, come pure di tutti gli altri mali che riguardano più specificamente gli umani.

10. È necessaria una nuova sensibilità religiosa, una sensibilità che riconosca la dimensione sacra della Terra e accetti il mondo naturale come manifestazione primaria del mistero ultimo dell’esistenza.

11. È necessario un nuovo linguaggio ecozoico. Il nostro idioma cenozoico è radicalmente inadeguato. Si dovrebbe procedere alla compilazione di un nuovo dizionario che comprenda nuove definizioni dell’esistente e l’introduzione di neologismi per i nuovi modi di essere e per i comportamenti che stanno emergendo.

12. Psichicamente tutti gli archetipi dell’inconscio collettivo acquistano una nuova validità, come pure nuove vie di funzionamento; specialmente nella nostra comprensione simbolica del viaggio iniziatico, del mito della morte-rinascita, della Grande Madre e dell’albero della vita.

13. Si prevedono nuovi sviluppi nel rituale, in tutte le arti e nella letteratura. Specialmente il teatro può trovare straordinarie opportunità nelle tematiche grandiose che vengono elaborate in questi tempi. I conflitti, finora limitati alla semplice dimensione umana, acquisteranno risvolti impensati nella stupenda transizione tra la fine del Cenozoico e l’emergente Ecozoico: dimensioni epiche che superano ogni aspettativa.

14. La mitigazione dell’attuale rovinosa situazione (attraverso il riciclaggio di materiali, il contenimento dei consumi e la cura degli ecosistemi) sarà vana se il nostro intento è quello di limitarci a rendere accettabile il presente sistema. Queste attività indispensabili daranno i loro frutti solo se lo scopo è quello di costruire un nuovo ordine.

Traduzione di Paolo D’Arpini e Stefano Panzarasa – Revisione del testo di Mariagrazia Pelaia

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Storia completa di Sodoma Gomorra, quella di 2000 anni a.C. e quella di oggi… Calcata

Spesso ho paragonato l’attuale livello morale e culturale della comunità di Calcata a quello che si manifestò a Sodoma e Gomorra. Ed è vero sotto tanti aspetti…. Stasera ad esempio mentre ascolto il rimbombare di tamburi o grancasse che accompagnano la musicaccia echeggiante nel borgo mi vengono in mente le allegorie bibliche sulle condizioni perverse in cui vissero i cittadini delle due città distrutte dall’ira del Signore.L’atmosfera fetida che si respira in mezzo a tutto questo baillame ricorda un po’ quella descritta nel film “Morte a Venezia”… ma lì c’era una musica decadente ma melodica qui invece siamo al rock and roll satanico… con tanto di zombies e sderenati vaganti nella notte. L’indomani in giro per le strade solo immondizia e vomito.

Questa è la Calcata by night del sabato sera, con le associazioni “culturali” aperte al pubblico, un pubblico che starebbe bene anche nell’ex mattatoio, e le porte sono spalancate… come antri oscuri. Ristorantacci, baracci, localacci di dubbio gusto, camere ad ore e quanto di più squallido possa volgarizzare la vita di un borgo, un tempo definito “dove vivere è bello”. Il tutto con il beneplacito delle autorità.

Spesso racconto, ai pochi amici che mi son rimasti, la storia di Lot e della sua dipartita da Sodoma. Se Lot non fosse partito non poteva compiersi la vendetta divina. E scherzo dicendo: “Finché resterò a Calcata il paese è salvo…”.

Ma ora i tempi stanno mutando, ora sento il richiamo della foresta…

Sta giungendo per me il momento del Vanaprashta, il tempo in cui un uomo ha compiuto i suoi doveri sociali e si ritira in solitudine in una foresta, a praticare la penitenza.

La cosa è ancora in fase di maturazione ma i segnali ci sono tutti. Tanto per cominciare ho avuto l’offerta dall’amico Peter Boom di trasferirmi nel suo orto di Bagnaia, dove possiede un piccolo rustico proprio alle pendici di Montecchio, la collina delle streghe. La cosa mi alletta. E forse la chiamata si farà più forte e senza guardarmi indietro me ne andrò… chissà..? Ma prima voglio annunciarlo ai miei concittadini, voglio informarli che il tempo sta maturando e che potrebbe giungere presto per me, se la situazione non cambia, la chiamata a lasciare Sodoma Gomorra al suo destino.

Paolo D’Arpini

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Ed ora la storia biblica ed archeologica:

Sodoma e Gomorra

Ecco l’interessante resoconto di come si arrivò a capire come avvenne la distruzione di Sodoma e Gomorra e delle altre città della valle di Siddim (informazioni tratte dal libro “La Bibbia aveva ragione” di Werner Keller – pp. 68-75). Le “cinque città della pianura”, citate nella Bibbia, fra cui Sodoma e Gomorra, erano iscritte su una tavoletta dell’archivio del palazzo di Ebla (nella Siria del Nord) addirittura nella stesso ordine di Genesi 14:2. Una conferma importante, perché si diceva che non erano mai esistite, perché non se ne trovavano i resti.

“E l’Eterno disse: Siccome il grido che sale da Sodoma e Gomorra è grande e siccome il loro peccato è molto grave, io scenderò e vedrò… Allora l’Eterno fece piovere dai cieli su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco, da parte dell’Eterno; ed egli distrusse quelle città e tutta la pianura e tutti gli abitanti delle città e quanto cresceva sul suolo. Ma la moglie di Lot si volse a guardare indietro, e diventò una statua di sale.

E Abrahamo si levò la mattina a buon’ora… guardò verso Sodoma e Gomorra e verso tutta la regione della pianura, ed ecco vide un fumo che si levava dalla terra, come il fumo d’una fornace. Così avvenne che, quando Iddio distrusse le città della pianura, Egli si ricordò d’Abrahamo, e fece partir Lot di mezzo al disastro, allorché sovvertì le città dove Lot avea dimorato.” (Genesi 18:20/19:24-29 – L).

All’inizio del nostro secolo, in seguito agli scavi già effettuati in Palestina, l’interesse si rivolge anche a Sodoma e Gomorra. Esploratori si mettono alla ricerca delle città scomparse che nei tempi biblici dovevano trovarsi nella valle di Siddim. All’estrema punta sud-est del Mar Morto vengono scoperte le rovine di un vasto abitato. Gli arabi chiamano la località, anche oggi, col nome di Zoar. Gli esploratori esultano perché Zoar (Segor) era una delle cinque ricche città della valle di Siddim che avevano rifiutato il pagamento del tributo ai quattro re stranieri citati in Genesi cap. 14 (al cap. 19:17-23, si precisa che a Lot, nipote di Abramo, fu concesso di rifugiarsi nella piccola città di Tsoar, che fu risparmiata per amor suo, prima che sopraggiungesse il disastro).

Ma gli scavi di prova subito iniziati procurano solo delusioni. Oggi possiamo dire con certezza che qualsiasi ricerca si voglia fare in avvenire di Sodoma e Gomorra sarà completamente inutile, perché l’enigma della distruzione delle due città è stato risolto. La penisola el-Lisan, sulla sponda orientale del Mar Morto, forma una lingua di terra nelle sue acque.

Remando in una barca verso la punta meridionale del mare salato col sole in posizione favorevole, si può osservare qualcosa di sbalorditivo: a una certa distanza dalla sponda, sotto lo specchio dell’acqua, si stagliano chiari i contorni di boschi conservati dall’elevatissimo contenuto di sale delle acque. I tronchi e i resti degli alberi nelle profondità verdastre devono essere antichissimi. Quando fiorivano, quando il verde fogliame ornava i loro rami, le greggi di Lot avranno forse pascolato sotto di essi. Quella parte piana, così singolare del Mar Morto, dalla penisola di el-Lisan alla punta meridionale, era la valle di Siddim! La Bibbia stessa lo dice con molta chiarezza: “Tutti questi (re) convennero nella valle detta dei boschi (valle di Siddim), dove è ora il mare di sale” (Genesi 14:3 – L).

I geologi aggiunsero a queste scoperte e osservazioni prove conclusive che spiegano la causa e il fondamento del racconto biblico della distruzione di Sodoma e Gomorra.

“La distruzione catastrofica di Sodoma e Gomorra avvenne verosimilmente intorno al 1900 a.C. – scrive nel 1951 lo scienziato americano Jack Finegan – Un minuzioso esame dei documenti letterari, geologici ed archeologici porta alla conclusione che la scomparsa terra di quella regione (Genesi 19:29) era situata nel territorio attualmente sommerso sotto le acque che vanno lentamente crescendo nella parte meridionale del Mar Morto, e che la causa della distruzione fu un grande terremoto, probabilmente accompagnato da esplosioni e da fulmini, dallo sprigionamento di gas e da fenomeni ignei.”. Intorno al 1900 a.C.: l’epoca di Abramo!

(Notizie storiche estratte da: http://spazioinwind.libero.it/slvncc/page8.html)  

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Marturanum e Valle del Treja – Luni e Narce – Anima Gemella e Bagno di Luna Piena – Barbarano Romano e Calcata – 5 e 7 luglio 2009

Per dimostrare che l’amore non può e non deve essere violenza prendiamo lo spunto della commemorazione della Santa Maria Goretti, che ricorre il 6 luglio, la quale fu uccisa pur di non cedere alla lusinga di un amore venale. In questo momento storico in cui la violenza verso la donna sta raggiungendo un picco di virulenza è importante ristabilire il valore ed il significato dell’amore romantico, basato sulla capacità di produrre fra il maschile ed il femminile dei valori condivisi, come semplicità e bellezza, creatività e simpatia, solidarietà e innocenza. Per questo abbiamo pensato ad una festa che unisse questi ideali senza però rinunciare al rispetto di sé e delle proprie qualità. Infatti spesso si tende ad abbassare il livello della propria dignità solo in funzione di un ottenimento sociale e di un appagamento materiale.

Festa dell’incontro, fra l’uomo e la natura, fra il femminile ed il maschile. Un progetto semplice per vivere valori diversi ricreando un tessuto sociale sul territorio. L’iniziativa per contrastare ed allontanare lo spettro dell’indifferenza e della prevaricazione viene presa da alcune donne ed uomini che si riconoscono nell’Umano. Durante la manifestazione non mancheranno momenti giocosi né la possibilità di scambiarsi doni. Insomma, andiamo alla ricerca dell’anima gemella… Ma non è altro che il riflesso di quello che accettiamo in noi stessi. Questo rito si svolge in due tempi ed in due luoghi della Tuscia.

Programma:  “Coniugazione fra Luni e Narce”

Il 5 luglio 2009 a Barbarano Romano (Viterbo), nel Parco Marturanum.

Alle h. 10.30, Passeggiata nel centro storico di Barbarano e nelle forre e necropoli sottostanti del Parco Marturanum.

Alle h. 16.00, ci sarà un “rispecchiarsi in movimento” per trovare sinergie e humus per una vivibilità sociale ed ecologica, verrà inaugurata una mostra, presso la ex chiesa di San Francesco, di oggetti artigianali, piccolo bricolage casalingo, marmellate e conserve, erbe essiccate ed opere artistiche sul tema dell’Anima Gemella. L’attrice Francesca Spurio propone “Le carte dell’amore” un gioco che coinvolge sia coppie che single: facendo loro scegliere una carta da un nutrito mazzo, (in ogni carta c’è scritta una poesia d’amore). Un modo divertente per mandare messaggi d’amore…

Alle h. 18.00, si terrà un incontro per esprimere pareri sulle somiglianze storiche ed ambientali di Narce sul Treja e Luni sul Mignone, poesie e musica, un dialogo sul concetto di “Anima Gemella” e verrà ricordata la figura di Santa Maria Goretti.

Alle h. 20.00, cena conviviale e simposio in tema di amore condiviso, si tiene nella spazio antistante la biblioteca, in corso Vittorio Emanuele. La mostra di opere artistiche e prodotti artigianali resta aperta nella ex Chiesa di Sant’Angelo, in corso Vittorio Emanuele a Barbarano Romano.

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 Bagno di Luna Piena:  Il  7 luglio 2009 a Calcata (Viterbo), nel Parco Valle del Treja.

Alle h. 18.30, inizia il Bagno di Luna Piena al Circolo Vegetariano VV.TT. La luna piena di luglio ci aiuta a fuggire dai modi comuni di pensare e sentire, spontaneamente sentiamo di uscir fuori dal corpo, di riconoscerci in qualcosa che non è la consuetudinaria abitudine del ragionare, del decidere le cose in anticipo. Il 7 luglio a Calcata si terrà quindi la parte meditativa di questo percorso,un momento per riflettere sul come noi ci mostriamo, corrisponde veramente alla verità interna, possiamo veramente ritenerci pronti di incontrare l’anima gemella (che a questo punto corrisponde esattamente al proprio Sé)? Alle h. 20.00, condivisione del cibo vegetariano da ognuno portato.

Paolo D’Arpini

La manifestazione è organizzata dal Circolo Vegetariano VV.TT., dall’Associazione per la Promozione delle Arti in Italia e dall’Associazione “Barbarano Cultura”.

Prenotazioni ed informazioni logistiche:  circolo.vegetariano@libero.it  - info.apai@virgilio.it  

Tel. 0761-587200 (Calcata)  – 333.5994451( Mostra) - 0761/414544  (Barbarano)

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Alla fine di una pazza notte di luna piena è sorto l’amore.

Gli dissi: “Sono io, Lalla…”.

L’Amato si è destato.

Siamo diventati Quello.

Il lago è terso come un cristallo.

(Lalleswari) 

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“Viterbo, coi piedi per terra” – Si è svolta il 25 giugno u.s. un’iniziativa pubblica contro il progettato mega aeroporto

Mentre da tutta Italia si aggiungono nuove adesioni all’appello per salvare l’area archeologica e termale del Bullicame dalla realizzazione di un nocivo, distruttivo ed illegale mega-aeroporto, si susseguono anche a Viterbo le iniziative di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza.

Nel pomeriggio di giovedì 25 giugno 2009 il “Centro di ricerca per la pace” ha effettuato una diffusione di documentazione nella zona tra la stazione di Porta Fiorentina e il quartiere dell’Ellera, iniziativa che è stata ancora una volta un’occasione interlocutoria con cittadine/i e di spiegazione ed approfondimento delle gravissime implicazioni e conseguenze dell’operazione speculativa del progettato mega-aeroporto.

Tra i materiali diffusi: un recente articolo apparso sul “Corriere della sera” della prestigiosa scrittrice Dacia Maraini, una approfondita “lettera ai medici” da parte dell’Associazione italiana dei medici per l’ambiente che documenta le gravissime conseguenze del mega-aeroporto per la salute di tutti, i documenti prodotti dal comitato degli agricoltori viterbesi che si oppongono al mega-aeroporto, e il recente appello promosso dal professor Osvaldo Ercoli, dalla dottoressa Antonella Litta, dal dottor Emanuele Petriglia e dal professor Alessandro Pizzi, appello che sta ottenendo numerosissime adesioni soprattutto da docenti universitari di tutta Italia.

Nel corso dell’iniziativa è stato ancora una volta sottolineato che “La realizzazione del mega-aeroporto avrebbe come immediate conseguenze: lo scempio dell’area del Bullicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; la devastazione dell’agricoltura della zona circostante; l’impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che sarà di grave nocumento per la salute e la qualità della vita della popolazione locale (l’area e’ peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta’); il collasso della rete infrastrutturale dell’Alto Lazio, territorio già gravato da pesanti servitù; uno sperpero colossale di soldi pubblici; una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio”.

Sempre più cittadini viterbesi sostengono l’impegno per salvare il Bullicame e i diritti di tutti; sempre piu’ cittadini si oppongono al mega-aeroporto distruttivo, avvelenatore e fuorilegge.

Lettera inviata dal Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo: nonviolenza@peacelink.it  

Sullo stesso tema leggere gli articoli in url:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=aeroporto+Viterbo+2009

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Tribute to Thomas Berry by Stefano and Julien Panzarasa of “Rete Bioregionale Italiana”

I met Thomas Berry at the meeting “Spirituality and Sustainability organized from “Center for Respect of Life and Environment” and the Saint Thoamas University in Assisi, July 1996. The organizers wanted to meet members of the Italian Bioregional Web of which I am one of the founders.

To see, to listen and to meet Thomas Berry  (I’ve already read and  appreciated  his book The Dream of the Earth), was a great experience and I found a wonderfull person and I’m really happy that that day.

At the meeting my son Julien was with me (he was 8 years old) and at the end of all, I thalked with Thomas and I carried with me, I don’t know what my soon exactly understood about who was this person but I just thought that he was important for him to meet Thomas, like a positive “imprinting” for a special person…

Now Julien is 21 years old and he really seems that some beautiful experiences have formed fim well. By the way the italian text of this letter was tanslate by him…

A few day after the meeting I wrote a letter to Thomas Berry asking him also if he could send to me his report:“Dear Thomas Berry,(,,,) I heard with much interest your relation. Thanks you for your words. You give me  a very deep sense to the ecologist’s role in the western society and to the work for our planet.As ecologist and bioregionalist we are often alone and isolated in this society based on the myteof progress and on the desacralized world.Your word will be very important for me to go on in my ecological life also I hope for my son Julien. (…)

So, I was very happy when he answered…Later on for AAM Terra Nuova, an italian ecological revue, I have translate his article “An ecological sensitive spirituality” and I’ve also translate, with my friends Paolo D’Arpini and Mariagrazia Pelaia, and diffused, like a mission, in meetings, conferences, magazines, newsletters, the web and my blog,  the “manifesto” of the Ecozoic Era.In all this years the eco-spiritual vision of Thomas Berry has been my guide and I really thank him because of his contribution to give an ecological sense to my lifeBy dear Thomas, wherever you are now between earth and sky… 

Stefano Panzarasa (Italy) – Member of Italian Bioregional Web and Responsable Environmental Education Area of The Regional Nature Park of  Lucretili Mountains (near Rome). 
  

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