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Marcia Sedoc vegetariana, banche ucraine, massoneria finanziaria, Europa Vitis, verità virtuale, Via Salutaria, Riciclaggio della Memoria

Il Giornaletto di Saul del 23 aprile 2014 – Marcia Sedoc vegetariana, banche ucraine, massoneria finanziaria, Europa Vitis, verità virtuale, Via Salutaria, Riciclaggio della Memoria

Care, cari,

Roma. Festa vegetariana con Marcia Sedoc, ultimi annunci – Scrive AVA: “12^ FESTA NAZIONALE DEI VEGETARIANI, Piazza Re di Roma, 11 MAGGIO 2014 ORE 9,00 – 21,00. In memoria di Marcello Piccolo. Con la Partecipazione straordinaria di Marcia Sedoc. Attenersi scrupolosamente alle seguenti norme: i tavoli ed i gabezo a carattere culturale non possono esporre prezzi dei prodotti (ufficialmente la merce ceduta è a libera offerta); i tavoli o gazebo a carattere commerciale dovranno avere l’autorizzazione alla vendita; i tavoli o i gazebo con prodotti alimentari o di ristoro dovranno essere muniti delle necessarie autorizzazioni in tal senso. Coloro che non si atterranno alle suddette norme saranno invitati a non partecipare all’evento. Inoltre: si raccomanda di portarsi le proprie sedie ed eventuali prolunghe e ciabatte per l’eventuale allaccio alla corente elettrica. Info sulle regole e sui programmi: tel. 06-7022863; 333.9633050 – francolibero.manco@fastwebnet.it”

Massoneria finanziaria – Scrive A. L. Marra: “Scrivo per chiedere ai buoni magistrati di sconfiggere i magistrati massoni o filo-massoni, di non farsi condizionare da loro, e di processare tutti quei membri delle dinastie Rothschild e Rockefeller implicati negli infiniti crimini delle loro infinite banche. Magistratura mondiale che è piena di massoni, alcuni dei quali persino pedofilo\satanici (vedi di seguito), a partire da quella italiana, quella della CEDU e quella della Corte di Giustizia del Lussemburgo” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2014/04/22/eliminare-la-massoneria-finanziaria-rr-appello-alla-magistratura-di-alfonso-luigi-marra/

Commento di Fernando Rossi: “Apprezzo il ripensamento di Marra sugli amici delle liste elettorali di Berlusconi, con cui lui si è presentato fino al 2013, anche se alla via singolo/giudiziaria preferisco di gran lunga quella, sociale e politica, della liberazione del nostro paese… ” – Continua in calce al link soprastante

Salvare la Cultura Europea con “Europa Vitis” – Scrive Anna Maria Campogrande: “A nostra insaputa, con la complicità della nostra buonafede, della nostra fiducia nelle istituzioni, la strategia di colonizzazione dell’Europa, da parte delle forze direttrici della globalizzazione, delle loro lobbies, infiltrate ovunque, che hanno assediato, e premono costantemente sulle istituzioni, è già andata troppo oltre, al di là dell’ammissibile. D’ora in poi dobbiamo essere molto più attenti, non lasciare più campo libero, in alcun settore, e innescare il recupero di tutte le aree che sono state occupate, prima fra tutte quella della lingua e della cultura…” – Continua: http://retedellereti.blogspot.it/2014/04/europa-vitis-salviamo-il-patrimonio.html

Riporre speranze in Grillo? – Scrive Michele Bonatesta: “Purtroppo grillo è come renzi: proclami tanti, concreto nulla. Io penso che gli italiani meritino qualcosa di più che non… il solito ‘meno peggio‘. O no ?”

Mia rispostina: “…giustissimo quel che dici, infatti non ho detto che grillo rappresenti la salvezza.. mi sono però posto la regola di votare sempre il partito che in quel momento da più fastidio al sistema consolidato, magari solo in quel momento e poi si “ripiglia”, ma almeno si mette un po’ di sale sulla coda al potere massonico finanziario dominante. Piccoli fastidi è chiaro e poi tutto torna come prima. Cosa possiamo fare di più? Non votare è peggio. Seguendo questa “regola” ho votato per quasi tutti i partiti rompicoglioni: radicali, verdi, vecchio PCI, liste civiche, etc. compresa la Lista Mussolini alla Regione Lazio, mai però per il Berlusca, la vecchia DC et similia, e raramente ho votato due volte consecutive per lo stesso partito, poiché la tendenza al masaniellismo è troppo forte in Italia…”

Lettera a Matteo e segreti di stato svelati – Scrive Adriano Colafrancesco: “Caro Matteo, via il segreto di stato, è giusto! Era ora! Non se ne poteva più! Era ora che si facesse luce sulle tragedie senza colpevoli d’Italia! Perché non cominciamo dalle Stragi del 1992-1993?! Pensa che qualcuno ha addirittura insinuato che ci fosse dietro lo zampino dello statista con cui vuoi mettere mano alle riforme costituzionali!…” – Continua: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2014/04/segreti-di-stato-quasi-nudo-ora-e-tempo.html

Ucraina. Salvare le banche e far morire il popolo – Scrive Valentin Katasonov: “L’Ucraina è sull’orlo del collasso, di massicce fiammate sociali e perfino della carestia. L’Ucraina ha bisogno di soldi per salvare l’economia nazionale dal collasso. Certo, Washington non si preoccupa di ciò che accade all’economia ucraina; è preoccupata dalla capacità dell’Ucraina di pagare i debiti ai creditori occidentali. Attualmente il debito estero dell’Ucraina è stimato a 145 miliardi dollari. Ora, nessuno in occidente vuole fare nuovi prestiti all’Ucraina. Gli importi menzionati dai media, di miliardi di dollari e di euro, non sono altro che “intervento verbale” di politici ucraini e funzionari occidentali. Vi sono segni evidenti che il settore bancario ucraino presto crollerà. La Banca Nazionale dell’Ucraina (NBU) discute la possibilità di salvare le banche commerciali come s’è fatto a Cipro, cioè confiscando i conti dei depositanti e girandoli forzatamente agli “investitori” (”azionisti”). Il piano del regime a Kiev è mobilitare diversi miliardi di dollari in questo modo; tale palese rapina potrebbe salvare diverse banche, ma non può salvare il Paese dal collasso.”

Tumori e invalidità – Scrive Paola Botta Beltramo: “ Scrive Franca Oberti, che ringrazio, che l’articolo “Tumori e traumi psichici” sarebbe da dibattere, più per le implicazioni sociali che per il fatto in sé… perché si innescherebbe un meccanismo che aggraverebbe la situazione economica della comunità. Sono d’accordo con lei quando afferma che gli altri possono imparare, non sfruttare. Tuttavia andrebbe fatta una riflessione: esistono forme di risarcimento per invalidità civile o militare allorché alle persone vengono riscontrate evidenti menomazioni fisiche. Si pensi ai risarcimenti per incidenti sul lavoro, ai grandi invalidi della guerra ecc. Invece un’invalidità scaturita da un trauma psichico non è facilmente riscontrabile..” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2014/04/22/dibattito-su-tumori-e-traumi-psichici-considerazioni-di-paola-botta-beltramo/

Giappone. Schiaffo a Obanana – Scrive Primato Nazionale: “Circa 150 parlamentari giapponesi hanno reso omaggio ieri al santuario di Yasukuni, a Tokyo, che ricorda i 2,5 milioni di soldati caduti durante la Seconda Guerra Mondiale, compresi quanti sono stati condannati dai vincitori per crimini di guerra. Insieme ai parlamentari era presente anche il ministro dell’Interno Yoshitaka Shindo. Lo stesso primo ministro Shinzo Abe aveva fatto pervenire al santuario il proprio omaggio rituale. L’omaggio al santuario di Yasukuni, è stato significativamente compiuto alla vigilia dell’arrivo in Giappone del presidente Usa Barack Obama”

Roma libertaria – Scrive Antonello Ricci: “25 aprile 2014, alla Città dell’Altra Economia – ex Mattatoio, Largo Dino Frisullo Roma, ore 17:00. La Banda del Racconto: Italia 1849-2014 Dalle camicie rosse di Garibaldi a quelle nere degli Arditi del Popolo 1921. Dal pastrano da reduce di Alfio Pannega, poeta popolare e combattente di centri sociali, ai passamontagna partigiani. Le cento storie di un Paese difficile, afflitto da disturbi della memoria. Info. ricciantonello@alice.it”

Verità virtuale – Scrive Ignoto: “Internet, pc, tablet, smart tv e smartphone, tutto questo ha reso possibile la diffusione della “tecnoutopia”. Una tecnoutopia in cui c’è più libertà, più democrazia, più emancipazione o almeno sembra così…Un mondo nuovo con nuove possibilità, nuove capacità e con un diversi modi di interagire con la realtà e con il cyberspazio. Un mondo dove si sono ridotte le distanze e sono aumentate le velocità, un mondo dove sembra tutto possibile in un delirio di onnipotenza che ha il sapore della follia più atroce. Il mondo della tecnoutopia rappresenta tra l’altro una sovrastruttura ideologica della società postmoderna e postideologica..” – Continua: http://paolodarpini.blogspot.it/2014/04/la-verita-virtuale-ha-un-solo-nome-si.html

Treviso. Liberazione e decrescita – Scrive Filosofia Trevigiana: “Incontro con Paolo Scroccaro per un 25 aprile adatto al nostro tempo, oltre le ricorrenze retoriche e stereotipate. Ripensiamo la liberazione, nel segno della prosperità senza crescita. Info. info@filosofiatv.org”

Acquasanta Terme. Via Salutaria – Scrive Carlo Cruciani: “Carissimi amici, finalmente ci siamo! La Mappa di Comunità di Montacuto, Paggese e borghi limitrofi è pronta e verrà consegnata alla cittadinanza di Acquasanta Terme, domenica 27 Aprile 2014. Ringraziamo tutti quelli che, o con la loro presenza durante gli eventi organizzati o con le loro informazioni o quant’altro, hanno sicuramente contribuito alla stesura della suddetta. Ma il nostro lavoro capillare continua, alla scoperta di beni immateriali e materiali e soprattutto del profondo legame che lega i pochi abitanti rimasti al loro territorio e della voglia di affratellarsi in un progetto comune..” – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/04/27-aprile-2014-lecomuseo-della-via.html

Cavallo di Treia. Messaggio criptico? – Scrive A.M. a commento di http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/04/il-cavallo-di-treia-del-25-maggio-2014.html -: “..ho letto l’articolo, un po’ criptico per me e le persone che mi stanno vicino: come posso interpretarlo?”

Mia rispostina: “Significa che occorrerebbe, secondo me, più trasparenza e coraggio… Durante tutti questi mesi a Treia ho assistito ad una politica da “confessionale”… Ma le cose sottobanco non funzionano, occorre trasparenza e sincerità, capire dove si vuole andare, insomma. Il riferimento a Lucifero significa che dentro ognuno di noi alberga uno stimolo animalesco a far prevalere il proprio interesse contro gli altri, contro la comunità. Bisogna superarlo, esporsi, candidamente, magari esponendosi alle critiche, ma occorre farlo apertamente e onestamente, non solo per calcolo politico. Ci qualifichiamo come il “nuovo”e cosa facciamo? continuiamo a restare chiusi in sagrestia. Forse abbiamo vissuto troppe sagre e pochi simposi…”

Post e pre-mortem – Scrive M.B.: “Consiglio la lettura del libro, scritto da un medico dopo 30 anni dall’esperienza che aveva avuto perché timoroso dei giudizi degli altri: Ritorno dall’aldilà, di George Ritchie e Sherril Elisabeth”

Riciclaggio della Memoria. Lettura amena – Scrive Roberto Anastagi: “Carissimo Paolo, da qualche giorno ho iniziato a leggere il tuo libro “Riciclaggio della Memoria”. Sono senza parole per descrivere come vorrei questa esperienza straordinaria. Nel tuo Giornaletto tu appari più che altro per le tue rispostine ma il Paolo del libro non esiste. Hai la capacità di analizzare ogni argomento considerandolo da ogni lato, come se tu non avessi una tua opinione…” – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2014/04/impressioni-e-riflessioni-leggendo.html

Mia rispostina: “…come detto più volte il processo evolutivo non dipende da decisioni prese dall’uomo singolarmente e nemmeno globalmente, è un processo automatico che utilizza il meccanismo di tentativi ed errori e di adattamento alle situazioni ambientali. Se in alcuni strati dell’umanità sorge lo stimolo alla crescita è perché quel progetto è già presente in fieri. Appare al momento opportuno. Nel libro ho toccato spesso questo tema.. vedrai” – Continua in calce al link segnalato

E con ciò amenamente vi saluto, Paolo/Saul

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Amare o giudicare
amare o sputare sentenze
amare o dare consigli non richiesti
l’amore è paziente
ed è esattamente
ama il prossimo tuo come te stesso
quando stiamo per dire qualcosa a qualcuno
a cui crediamo di voler bene
pensiamo per un attimo
che volesse dire lui quelle parole a noi
e come ci sentiremmo
a sentircele dire”

(Paolo Mario Buttiglieri)

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Era l’inizio della stagione del Topo. Una Scimmia, due Cinghialetti e una Cavalla si incamminarono in tarda mattinata verso la collina di Narce, anticamente chiamata Fescennium, ove sorse la gloriosa ed antichissima civiltà dei Falisci….

Quella che segue è la memoria redatta a più mani  dell’incontro fra 4 animali che liberano le proprie energie nella natura… durante la passeggiata del 22 novembre 2009,  a Narce, per festeggiare l’inizio della stagione del Topo  o Sagittario: ( Il programma era: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/11/12/verso-la-notte-scura-scura-22-novembre-2009-inizio-del-periodo-piu-tenebroso-dellanno-ed-entrata-nel-segno-del-sagittario-o-del-topo/ 

Godetevi queste descrizioni da fiaba  e sappiate che è tutto vero!

Paolo D’Arpini

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Quattro animali a Narce

Una scimmia, due cinghialetti  e una cavalla si sono incamminati a tarda mattinata verso la collina di Narce (anticamente chiamata Fescennium) ove sorse la gloriosa ed antichissima civiltà dei Falisci….

La scimmia gioca in casa, parla parla e trascina gli altri dietro a se, la cavalla galoppa (con la fantasia) e i due cinghialetti seguono interessati e attenti, ogni tanto intervengono con acutezza di pensiero e sentimenti. Un leggero intoppo si delinea nell’attraversare il fiumicello Rio, bisogna camminare su un tronco stretto e un po’ scivoloso, l’acqua sotto non è fonda ma la cinghialetta si blocca, solo un attimo e l’allegra brigata è già dall’altra parte.

Se non fosse per i rombi delle moto che arrivano fin lassù, sarebbe un posto idilliaco: il bosco veste il suo manto con toni che vanno dal marrone dei tronchi al giallo aranciato delle foglie, ciclamini, bacche rosse, funghi e menta fanno capolino. Una farfalla (la “Vanessa del cardo” proveniente dal Nord Africa) prende il sole su un masso.

Animali e vegetazione non si infastidiscono l’un l’altro, anzi godono delle reciproche bellezze e della compagnia armoniosa.

Calcata si intravede tra i rami intrecciati, e nella particolare luminosità odierna appare quasi eterea, silenziosa e solitaria. Anche il tufo, materiale portante di tutta la sua struttura non è più così grigio ma si è dipinto di un tenue rosa antico.

In Cina questa è la stagione del Topo (dice la scimmia) che, trovando riparo nelle viscere della Terra, afferma: “Io miro ad abbracciare le vette ed a colpire il bersaglio con sicura fermezza..”.

In effetti ci si ritrova in vetta attorniati dalle altre colline, Monte Li Santi e Pizzopiede. Qui sono presenti delle cavità (antiche tombe) e la scimmia a mo’ del Topo si infila in quella piccola viscera dove viene immortalata con una bella foto.

E, poiché la scimmia parla sempre con allegria della morte (degli altri) viene presa un po’ in giro dalla cavalla  – supportata dal cinghialetto – con inquietanti racconti di pre-morte, la cinghialetta è un po’ perplessa “ma io sono ancora così giovane per trovare la morte allegra..” si emoziona, incespica e cade a terra. Una gran risata e si riparte verso la discesa.

Il cinghialetto  avvista le bacche di rosa canina e dice “ma queste si mangiano! le prendiamo?”, e la scimmia sorniona “si, si, se vuoi! ma qui le chiamano tappaculi”. Il cinghialetto molla immediatamente “l’osso”.

Tocca riattraversare il fiume. La scimmia propone di guadare dove il livello è più basso per compiere così anche il rito dell’acqua, la cavalla non si ritrae, i cinghialetti hanno preso gusto a fare gli equilibristi sul tronco e vanno in quella direzione. La scimmia e la cavalla si lasciano scivolare nell’acqua, un po’ gelidina per la verità, mentre sull’altra sponda 4 giovani fotografi osservano perplessi e incuriositi. La cavalla sembra leggere i loro pensieri e dice “su coraggio ditelo forte e chiaro: ma chi sono questi due matti?” Si stende un bel sorriso e loro son di là pronti a tendere la mano e  far   uscire così i due animali indenni, avendoli prima però immortalati per benino sulla pellicola, a memoria dell’evento quasi unico che gli è capitato di vedere (altrimenti come potranno credergli gli amici quando torneranno a casa e racconteranno della loro giornata a Calcata?).

E’ ormai tardi e i 4 animali hanno un certo appetito. Verdure, pane, frutta e dolci li attendono. Quale miglior fine dopo un’allegra avventura nel bosco?

Laura Lucibello

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Caro Paolo.  Rivederti è stato… E’ stato. E basta.
Ogni abbraccio scambiato nel fresco tepore mattutino di domenica è rimasto nelle foglie gialle, nell’odore di terra umida e nei funghi nascosti. E loro sanno conservare bene i segreti.
Io ricordo la Foresta di Licheni, nel nostro viaggio verso Narce. Ricordo quegli alberi bianchi e ritorti, chiazzati di muschio tentacolare verde acqua, che parevano anime immobili, congelate in un Giardino d’Inverno. Mi ricordo l’ardua traversata del rigagnolo, che se non avessimo avuto così tanta paura della fanghiglia avremmo attraversato d’un balzo… E invece no, abbiamo affrontato il Ponte Sospeso, quel tronco biforcuto addobbato di felci, scivoloso come la Morte che starnutisce. Però, che soddisfazione… (forse Laura ha ancora la foto di Ilaria che lo attraversa a quattro zampe) Momenti epici son questi…
Vero, Ilaria? Ora lo sappiamo bene: “A quattro zampe, si supera tutto…”. Basta mettercisi. Ma tra le perle di saggezza e le divagazioni storiche, che ci hanno rivelato l’inesistenza etnica del popolo romano (ah! Dannata storia fatta dai vincitori! Dannati Poemi Epici su commissione, giustificatori di false etnie!), io ho perso il filo, e mi sono ritrovato sulla cima della collina dove c’erano i resti di un’antica tomba. E la sensazione di disagio, quando poi tu ti ci sei infilato dentro, a sedere beato, che quasi mi è parso vederti sparire dietro un velo fosco.
E non mi scordo degli  stoppa-culi. Nossignore. Qualcuno doveva pur parlarne, come hai detto tu: “Ricordare è importante”. Non guarderò più una bacca di rosa canina con gli stessi occhi.
Ricordo anche la via del ritorno, così rapida -e meno ripida!- dell’andata, neanche avessimo imboccato un altro sentiero, non so se per l’esperienza o per la fame che ci ha messo le ali ai piedi…

E ricordo il cachi che ho assaggiato dal tuo albero, che sapeva di amicizia. E le verdure matte speziate, che sapevano di Mondo, mentre Laura parlava dell’avvento del Sesto Continente e del Nuovo Messia.
Io non so se ci sarà un sesto continente, o un nuovo messia. Ma se guardo il sole, penso che qualcosa di bello deve di certo arrivare. E forse, dopo che l’Uno ha tanto importato, dico forse, è giunto il momento in cui saranno i Tanti a fare la differenza…
 
…E allora dico: ”Tanti” cari salutiA Calcata, m’inchino…
 
Matteo Micci

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“Neuropsicofisiologia del sogno..” – Comprensione delle valenze e funzioni dei due emisferi cerebrali secondo l’analisi dello psicologo Michele Trimarchi

Premessa:

In diverse occasioni ed in diversi incontri ho avuto il piacere di ascoltare le allocuzioni del prof. Michele Trimarchi  relative alla sua teoria della “neuropsicofisiologia applicata”. In particolare ho trovato estremamente interessante il suo discorso  sul funzionamento dei due emisferi cerebrali, che in qualche modo configura scientificamente la teoria dello Yin e dello Yang della filosofia confuciana e taoista. In particolare durante la conferenza tenuta a Calcata l’8 novembre 2009,  a chiusura della manifestazione Il Ciclo della Vita, sono stati toccati  alcuni aspetti pratici “fisici” della teoria neuropsicofisiologica,  che sono poi quegli elementi di “pulsione energetica”  che si manifestano attraverso la funzione coscienziale dello stato di veglia,  del sogno, della meditazione, del sonno profondo e del pre-morte ed anche oltre questo stadio. Infatti l’energia psichica del pensiero mai si può dire che sia distrutta bensì trova diversa espressione a seconda della condizione esistenziale in cui l’io cosciente si trova.

Paolo D’Arpini

Quello che segue é una sinossi sulla manifestazione energetica nel livello fisico  sottile:  

Già  negli anni ‘80  del secolo scorso  presentai alla comunità scientifica internazionale una teoria neuropsicofisiologica su come i due emisferi cerebrali codificano e decodificano le informazioni ricevute, mettendo in evidenza come la natura comunichi sulla base di scambi di informazioni le cui caratteristiche sono misurabili con la fisica.

La fisicità  delle informazioni agisce nello stesso modo dei “telecomandi” e spesso con lo stesso tipo di energia. Tali informazioni, con le loro caratteristiche fisiche, vengono riconosciute e identificate dalle aree primarie del cervello (relative ai cinque sensi) che sono dei veri e propri monitor dei segnali in arrivo. Ciò è valido anche per entrambi gli emisferi cerebrali.

Abbiamo poi le informazioni cosiddette culturali, rappresentate da tutti quei codici prodotti dall’evoluzione culturale che sono le varie forme di linguaggio con cui l’umanità interpreta, elabora e identifica la realtà. Tutte le forme di linguaggio prodotte dall’uomo vengono normalmente acquisite, memorizzate e interpretate dall’emisfero sinistro, mentre la natura, con la molteplicità dei suoi messaggi fisici costituiti da varie forme di energia, fornisce informazioni che vengono acquisite, identificate e interpretate dall’emisfero destro. Troviamo così all’interno dei due emisferi cerebrali due forme di coscienza: il destro interpreta e ricostruisce costantemente la realtà oggettiva e obiettiva, il sinistro ricostruisce con i codici culturali la logica interpretativa della realtà.

Quando l’interpretazione logica non corrisponde alla realtà si crea una separazione funzionale fra i due emisferi, ovvero i due emisferi non comunicano più fra loro costruendosi sul piano logico-formale una pseudo-verità che non corrisponde alla realtà: questa è la “realtà soggettiva”, che può essere trasferita agli altri costringendoli alla ripetitività logico-formale. In tal modo si perpetuano trasmissioni culturali che sul piano logico-formale sono perfette, ma sono dissociate dalla realtà oggettiva ed obiettiva. Il sogno si inserisce in questo contesto operando costantemente affinché la realtà soggettiva dell’emisfero sinistro tenda all’oggettività ed obiettività percepita dall’emisfero destro. Ovvero, tutti i giudizi e interpretazioni sbagliate operati dal sinistro devono essere rimossi per consentire alla persona di evolversi verso la ricerca della verità, che nasce sempre da una sintesi integrativa operata dai lobi frontali dei due emisferi: il lobo frontale destro opera la sintesi integrativa dei segnali oggettivi e obiettivi percepiti; il lobo frontale sinistro opera una sintesi logico-formale, nei vari codici linguistici, dei segnali provenienti dal lobo frontale destro.

La consapevolezza di tale funzionalità consente la nascita dell’Io cosciente, che è propria dell’individuo considerato saggio.  

Michele Trimarchi – isn.npf@gamil.com

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16 e 17 maggio 2009 a San Marino: “O vita o morte….?!” – 13° congresso di studi sulle esperienze di confine

Repubblica di San Marino: 13° Congresso Internazionale di Studi delle Esperienze di Confine.   Sul tema: Territori della Coscienza, fenomenologia degli stati interiori fra scienza ed esperienza – Lavori coordinati da Fulvia Cariglia.

Programma:  16 – 17 Maggio 2009 – Ingresso Gratuito -

Teatro Titano – Piazza Sant’Agata – San Marino Città – Repubblica di San Marino

Sabato 16 Maggio

ore 10.15: Saluto delle Autorità e presentazione di Fulvia Cariglia

ore 10.45: Massimo Biondi “Silenziosa-mente. Gli oscuri labirinti della coscienza”

ore 11.30: Stefano Siccardi “OBE spontanee e OBE indotte: significato ed effetti”

ore 12.00: Ferdinando Bersani “Mesmer e il mesmerismo: un caso storico

ancora aperto alla discussione”

ore 12.30: Dibattito con il pubblico

ore 15.15: Mario Zampardi “Il vissuto NDE allo studio della psichiatria”

ore 15.45: Giovanni Iannuzzo “Lo stato di coscienza nell’NDE”

ore 16.15: Fulvia Cariglia “La vita dopo l’NDE: come e perché cambia”

ore 17.15: Serenella Ballore “Un’esperienza di premorte, una storia di vita”

ore 17.45: Testimonianze a confronto – Interventi di “soggetti protagonisti”

ore 21.15: “Infestazione e poltergeist” Proiezione di filmati con tavola rotonda

Domenica 17 Maggio

ore 09.00: Giovanna Loricchio “La dimensione spirituale al vaglio della psicosintesi”

ore 09.30: Giorgio Cozzi “Il cervello sociale: un ponte verso la spiritualità”

ore 10.00: Giuseppe Perfetto “Visioni mistiche e trance estatica”

ore 11.00: Fulvio De Nigris “Stati vegetativi: vite differenti”

ore 11.30: Renata Paolini “Il fine-vita nell’evoluzione giuridica”

ore 12.00: Dibattito con il pubblico

ore 12.45: Fulvia Cariglia – Conclusioni dal Congresso

All’interno dei lavori congressuali viene riservato un momento di partecipazione libera per chiunque desideri dare il proprio contributo con l’esposizione di una testimonianza diretta o di studi personali effettuati sulle materie in programma.

Info per accoglienza alberghiera facilitata: tel. 0549 / 99.50.31;

fax: 0549 / 99.05.73 – e-mail: info@sanmarino2000.sm  

Info per aspetti organizzativi: Tel. 347/61.62.584 -

e-mail: carful@libero.it  

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Note sui relatori:

Serenella Ballore. Ex manager nell’industria farmaceutica, è attualmente titolare di una Società che si occupa di formazione aziendale e individuale.

Ferdinando Bersani. Fisico, è docente di fisica presso l’Università degli Studi di Bologna e Presidente del prestigioso C.S.P. (Centro Studi Parapsicologici) con sede nella stessa città.

Massimo Biondi. Medico e giornalista scientifico, membro della Parapsychological Association, è autore di ricerche sugli stati modificati di coscienza. Ha pubblicato “Misteriose presenze” (Milano 2005), “Trasformazioni” (Milano 2006); “Parapsicologia” (con P. Tressoldi, Bologna 2007).

Fulvia Cariglia. Giornalista, psicologa e sociologa, si occupa da molti anni di studi sull’ipotesi paranormale dei fenomeni insoliti e di ricerca sulle NDE ed è autrice di numerosi articoli in argomento. Fra i libri pubblicati presso Mondadori, sulle esperienze di premorte ha scritto “Territori oltre la vita” (2003) e “La luce e la rinascita” (2009).

Giorgio Cozzi. Sociologo, svolge attività di direzione aziendale. Presidente dell’AISM (Associazione Italiana Scientifica di Metapsichica) di Milano, è accreditato parapsicologo e autore di numerose pubblicazioni in materia.

Fulvio De Nigris. Giornalista, è direttore del Centro Studi per la ricerca sul coma di Bologna e fondatore della “Casa dei Risvegli Luca De Nigris”.

Giovanni Iannuzzo. Medico psichiatra, è membro della Parapsychological Association e autore di numerose pubblicazioni. Da tempo si occupa dei rapporti, e possibili implicazioni terapeutiche, tra cultura magica e conoscenze psichiatriche ed ha condotto una ricerca sulle NDE.

Giovanna Loricchio. Psicologa e psicoterapeuta, è attiva presso la S.F.I.T. (Società Italiana Psicosintesi Terapeutica).

Renata Paolini. Giurista e già docente di Diritto Processuale Civile presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Macerata, ha svolto una ricerca sugli aspetti giuridici dello stato di morte e pre-morte.

Giuseppe Perfetto. Psicologo clinico, è ricercatore presso il Centro Studi e Ricerche sulla Psicofisiologia degli Stati di Coscienza e autore di numerose pubblicazioni..

Stefano Siccardi. Laureato in matematica e libero professionista nel campo dell’informatica. È autore di ricerche parapsicologiche sulle OBE e sulla valutazione quantitativa delle affermazioni dei sensitivi.

Mario Zampardi. Medico psichiatra, è stato primario ospedaliero del Servizio Sanitario pubblico e da 30 anni è impegnato nello studio degli stati alterati di coscienza.

Segretaria del Congresso: sig.ra Rita Napoli Maldera.

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Introduzione generale.

Questo 13° Congresso Internazionale di Studi delle Esperienze di Confine, da sempre dedicato allo studio degli stati modificati di coscienza e ai fenomeni che si manifestano in condizioni al limite della vita -con inoltre l’intendimento di affrontare una discussione serena intorno all’evento morte- ha luogo in un momento in cui eclatanti fatti di cronaca hanno costretto l’opinione pubblica ad interrogarsi sulla definizione di coscienza e lo stato di coma, nonché a dibattere sul controverso quesito del voler vivere/dover morire o dover vivere/voler morire.

È dunque quanto mai di attualità proseguire sulla strada ormai da tanti anni intrapresa dell’approfondimento di condizioni dell’esistenza inusuali, ma non per questo meno reali o più insignificanti ai fini della conoscenza dell’individuo; così come appare di importanza ancora maggiore intrattenersi a discutere sull’erronea e diffusa percezione della morte quale argomento da eludere per non provocare sentimenti dolorosi e spiacevoli sensazioni.

Ancora una volta particolarmente incentrato sull’NDE (Near Death Experience), il programma ne affida la trattazione ad esperti della scienza psichiatrica e a divulgatori, ma dà ampio spazio anche a coloro che, ben lontani da una cultura specifica, si sono ritrovati a dover sperimentare personalmente il vissuto di premorte e ne riportano una vivida memoria che quasi sempre si rivela costruttiva. Questi infatti, oltre ad essere protagonisti di una straordinaria esperienza ai confini della vita, sono stupiti testimoni di un insospettato corso intrapreso dalla propria esistenza, in ogni caso diversa da quella precedente e spesso più ricca, più consapevole, più soddisfacente.

In questo contesto sarà proposto anche uno studio inedito sull’OBE (Out Body Experience), solitamente prima fase dell’NDE e non solo. Ma vi sarà attenzione anche per espressioni spiritualiste dei fenomeni di confine, per elementi storici cui non si può negare risonanza in ambito scientifico, per gli aspetti giuridici del discusso concetto di fine vita, temi proposti ed illustrati dai relatori sui quali sarà aperto il dibattito in sala alla fine di ogni sessione.

Gli Atti congressuali saranno disponibili già all’apertura dei lavori.

Risultato della ricerca:

“Il Ciclo della Vita” al Palazzo Baronale di Calcata: 31 ottobre – 9 novembre 2008 – Testo di Simone Sutra sul significato di questi giorni nella tradizione esoterica

category Comunicati Stampa ilaria 29 ottobre 2008

“Shamain” era la festa celtica che oggi chiamiamo Halloween, e che in un certo senso stiamo celebrando qui a Calcata, in questi giorni. Per i Celti la fine di Ottobre era l’inizio dell’anno nuovo, ed era il momento in cui, per qualche motivo, il confine fra mondo visibile e al di là si faceva labile, tanto che i due si interpenetravano, e creature dell’uno o dell’altro mondo potevano sconfinare…. Da qui l’usanza, poi degenerata in superstizione, di offrire dolci agli spiriti disincarnati, che venivano sulla terra, per tenerli buoni.Che dire di questa visione del mondo? Era forse simbolica della fragile barriera che vi è fra la vita e la morte o vi era qualcosa di più?

A me sembra che essa, oltre i suoi significati puramente simbolici, ci  parli di un  tempo in cui la percezione umana  rispondeva a parametri ben diversi da quelli che raggiunge oggi; un tempo in cui la dimensione della coscienza era talmente ampia da  poter dialogare a tu per tu con un mondo parallelo. E se molti atti, molte festività, finirono per ripetersi solo per tradizione, era pur vero che esse forzatamente scaturivano da esperienze vissute, altrimenti non  ci sarebbe stato senso a perpetuarle: insomma, qualcuno, in tempi così lontani da non poter forse essere nemmeno ricordati, aveva toccato il limite tra un mondo e l’altro, e aveva compreso che , nel ripetersi ciclico di tutte le cose, vi è – o vi era – anche un tempo specifico per l’avvicinarsi e l’incontrarsi di mondi  che sono situati  su di una frequenza vibratoria così diversa, così lontana. Ma, per qualche motivo – ovviamente a noi ignoto – si producevano (o si producono) in certi periodi particolari (o forse mediante modalità particolari) aperture dimensionali fra mondo spirituale e mondo materiale. E, come nel ciclo naturale la morte e la vita si avvicendano al punto di formare un cerchio completo ( e quindi si può dire in un certo senso che si tratta della stessa cosa, perché il tempo è una realtà illusoria e quindi l’esistenza compresa fra i suoi due estremi è un continuum che ha all’interno della sua parabola un presunto inizio e una presunta fine, ma non si tratta in realtà né dell’una né dell’altra cosa, visto che un cerchio non ha inizio e non ha fine) così nello Shamain la fine dell’anno celtico veniva a coincidere- ovviamente- anche con l’inizio dell’anno nuovo, e la vita e la morte – e le creature dei loro rispettivi mondi- venivano a incontrarsi nello stesso punto. Per estensione quindi potremmo concludere che la celebrazione che avveniva in quel momento particolare dell’anno simboleggiava l’esistenza del punto d’incontro fra due realtà, che di per sé nulla ha a che vedere con il tempo e lo spazio; ma visto che la dimensione spazio-temporale domina i parametri percettivi umani, è necessariamente così che può essere filtrata dall’attrezzatura psico-fisica di cui l’uomo è dotato. D’altronde i simboli e i riti configurano il ricalcarsi di realtà pertinenti al mondo delle idee, in modalità che permettono la recezione diretta e immediata di un concetto a livello terreno. Questi “ponti” concettuali nel corso del tempo hanno persino preso aspetti monumentali quali le piramidi egizie o precolombiane, o le cattedrali gotiche volute dai Templari, in cui idealmente si uniscono il cielo e la terra.  

Col tempo la memoria di queste esperienze si attenuò: ma nella tradizione iniziatica venne perpetuata la coscienza di questa realtà presente e possibile, tramite i rituali misterici. Essi cercavano di recuperare pienamente quella sacralità profonda di cui già nell’epoca classica si stavano perdendo le tracce, sostituita da una pseudo spiritualità che tendenzialmente creava una frattura sempre più profonda fra il mondo degli dei e quello dell’uomo.

L’argomento di cui si parlerà il 9 novembre, sono gli stati alterati di coscienza, e questa è una realtà che accompagnava forzatamente i culti misterici che si riconducono, in origine, alla ricerca di un contatto con la Grande Madre, il misterioso spirito d’amore che pervade la creazione e dà un senso a tutto, che scandisce i ritmi vitali della natura   ed  è messaggero delle energie celesti; che traspone in forme e in realtà visibili le sostanze cosmiche, e che quindi , nel suo linguaggio mediato dalle forze di natura, porta a livello della nostra limitata comprensione umana le incommensurabili e smisurate verità che reggono l’universo, e che si esprimono a livelli energetici  talmente lontani dai nostri da non poter minimamente essere espresse in termini razionali. La mamma è sempre la mamma!

Possiamo ipotizzare che nell’era del Toro, dal 4000 al 2000 A.C., prima dell’avvento dei culti patriarcali di orgine indoeuropea, gli uomini avessero una percezione più viva delle realtà celesti di cui la natura si faceva interprete e che identificava nella donna generatrice di vita, come nella terra stessa, la depositaria del mistero più grande. I culti erano rivolti alla Dea, e le società stesse venivano rette da governi di tipo matriarcale. Nell’area mediterranea in particolare questo aveva portato pace e benessere (visto che le madri sono più interessate a generare la vita piuttosto che dare la morte), come attestato dai ritrovamenti archeologici relativi alla cultura minoica e alla zona  dell’Egeo e dell’Anatolia. Poi gli invasori sostituirono con i loro dei maschili, aggressivi e guerrafondai la Grande Madre, il cui culto gradualmente scemò e fu in gran parte relegato alle confraternite iniziatiche, quelle che oggi potremmo definire società segrete. Da questo punto il sacro – inteso come atteggiamento che vede in ogni cosa il riflesso del “divino”, o meglio del supersensibile, cioè di quei mondi superiori di cui il nostro mondo è una sorta di riproduzione in scala a livello energetico e che influisce direttamente sulla vita dell’uomo come parte del tutto – iniziò la sua parabola discendente, in cui fu rimpiazzato gradualmente dal profano, quell’atteggiamento in cui più nulla è “sacro”, più nulla viene identificato cioè come l’eco terreno di  più vaste realtà cosmiche, e la visione antropocentrica sostituì quella che concepisce l’essere umano come inserito nei ritmi della vita senza necessariamente essere il centro dell’universo. L’antropocentrismo si è originato con il monoteismo, che via via ha sostituito i culti pagani, assai più vicini alla vera natura delle cose e agli archetipi che configurano i vari aspetti dell’esistenza.        

Il primo culto misterico di cui ci parla la storia è quello eleusino, che si rifà al viaggio di Demetra (la dea greca della fertilità- un’immagine della Grande Madre, Cerere per i Romani) in cerca di sua figlia Persefone (Proserpina per i Romani), scomparsa nel mondo sotterraneo perché rapita da Ade, il dio degli Inferi. I “misteri” conducono l’adepto nel mondo delle tenebre, delle sue tenebre personali, affinchè possa – se non comprenderle – accettarle e integrarle nel sé come strumento di trasformazione, proprio come noi accettiamo il fatto che per sei mesi l’anno (Autunno-Inverno) Demetra, ossia la natura, piange la figlia che deve rimanere sottoterra, e le messi non crescono; mentre quando Persefone, per sei mesi all’anno (Primavera-Estate), si ricongiunge con la madre sulla superficie della terra, ecco che Demetra fa festa e ritorna la vita alla natura. Il mistero del ciclo di vita e morte non è comprensibile razionalmente, ma se ne può penetrare l’essenza, riconducendola nell’ambito della sfera personale, entrando in sintonia con una percezione più profonda. Demetra- Persefone, spesso considerata una dea duale (e quindi avrebbe in un certo senso la stessa valenza) rappresenta sia la vita , nella sua veste di Demetra, che la morte, quando si cala nei panni di Persefone: perciò essa apre e chiude un ciclo. La vita, paradossalmente, origina la morte, come Persefone è figlia di Demetra, e anzi il suo alter ego. E’ quindi un tutt’uno.

Il culto eleusino prevedeva, come apertura dei riti, una sorta di pellegrinaggio simbolico da Eleusi ad Atene, un percorso di una ventina di chilometri, per ripercorrere le orme di Demetra che fece lo stesso percorso alla ricerca della figlia scomparsa, e fu antesignano, si può dire, degli assai più corposi pellegrinaggi che videro il loro sviluppo in epoca medioevale sotto l’egida del cristianesimo. Si trattava, anche in questo caso, di un viaggio rituale, epressione del desiderio di un cambiamento interiore, un bisogno di esperienze nuove; il pellegrinaggio è la metafora della vita umana alla ricerca del senso del proprio procedere. Nel viaggio ogni segno diventa la manifestazione di un ordine invisibile che offre risposta a un interrogativo interiore, come se, per qualche istante, il mistero possa rivelarsi e dare responsi.

Ed ecco che gli aspiranti all’iniziazione erano sottoposti a varie prove, compresa una morte simbolica, ed ecco che veniva loro data da bere una mistura di erbe psicotrope, perché la loro coscienza, nello stato alterato, si allineasse con quelle verità che un tempo lontano l’uomo poteva percepire nel suo stato “normale”.

Nel tempio di Delfi, in cui si ricevevano gli oracoli di Apollo, la Pizia (la sacerdotessa incaricata di fare da ricettacolo per i messaggi del dio- ancora una volta una donna: evidentemente si riconosceva all’elemento femminile una maggiore assonanza con la dimensione “altra” ) prima di ogni sessione profetica digiunava per tre giorni, dopodichè assumeva una mistura di erbe che, unitamente ai vapori inebrianti che uscivano da una fenditura nel pavimento dell’”adyton”, il luogo in cui si svolgeva il rito, le provocavano una vera e propria “trance” che serviva evidentemente a travalicare i limiti della coscienza ordinaria per addentrarsi nel terreno soprannaturale in cui si percepivano bagliori di rivelazione e si esperivano realtà precluse al quotidiano.   

Poi vennero i culti dionisiaci, in cui l’ebbrezza del vino provocava alterazioni molto  più radicali e meno composte: si potrebbe anche pensare che i culti dionisiaci siano una degenerazione dell’uso dell’alterazione della coscienza, ma in realtà servivano ad esplorare i limiti che dividono anima e corpo, sanità e follia, come momenti di crisi ma anche di opportunità e crescita. Forse il precipitarsi da un estremo all’altro, caratteristico dei culti dionisiaci, che vedevano momenti di euforia seguiti a momenti di depressione, di estrema agitazione e poi di calma innaturale, serviva proprio a far capire quanto fosse labile il confine fra una vita e l’altra, o meglio fra la vita e la morte. Il segreto è riuscire a camminare sulla linea di confine. In ogni caso anche i misteri dionisiaci, come quelli eleusini, rievocavano momenti di sprofondamento nella morte per poi celebrare il ritorno alla vita.

Che dire, poi, degli sciamani del nuovo mondo, tutti iniziati, da secoli, all’uso rituale del peyote (in Messico) o dell’Ahiauasca (in Brasile?). Non c’è cultura “primitiva” (leggi: legata alle radici dell’uomo) che non usufruisca di questi elementi presenti in natura per catapultarsi verso realtà precluse alla normale percezione dell’uomo.

E lo sanno molto bene quanti hanno fatto parte della cultura hippy degli anni sessanta-settanta (come per esempio il sottoscritto) che tentavano di esplorare realtà alternative alla piattezza di un sistema materialistico organizzato come una prigione per l’anima, mediante l’uso delle cosiddette “droghe” psichedeliche. In realtà il drogarsi, e cioè l’essere schiavi di una sostanza, è tutt’altra cosa, poiché i “figli dei fiori” non ricercavano l’ebbrezza di per sé, ma utilizzavano l’alterazione della coscienza come mezzo per espandere la consapevolezza del sè ed entrare in quegli stati percettivi che sentivano li avrebbero messi in contatto con le realtà superiori di cui, forse, sentivano un’ancestrale nostalgia.  Questo perlomeno era l’intento di Timothy Leary, colui che produsse per primo l’LSD, e di tutti coloro che lo utilizzavano come porta d’accesso a un sacro viaggio dentro di sé. 

Ogni cosa ha il suo tempo, e come l’iniziazione misterica mediante piante psicotrope, anche quella psichedelica è diventata un vestito dismesso: ma la coscienza rimane, ed ha bisogno, in qualche modo, di espandersi .

Io credo che la spiegazione sia questa: in conformità con la legge di attrazione, secondo la quale noi attiriamo nella nostra sfera personale le esperienze e le conoscenze di cui più abbiamo bisogno (non necessariamente quelle che ci piacciono di più) le piante psicotrope furono scoperte dall’uomo (oppure gli furono “date”?) nel momento in cui egli si accorse che nella sua struttura interiore era venuto a mancare quel qualcosa che gli permetteva di percepire in maniera molto chiara le realtà “celesti”, le voci e le presenze di mondi superiori e lontani quanto a valenza energetica, ma non per questo irraggiungibili, perché è anzi proprio il contatto con questi mondi che ci può trasformare  e proiettare verso ciò che siamo destinati a diventare.

Possiamo dunque dire che è (o meglio era) insita nell’uomo la capacità di relazionarsi direttamente a forme superiori di conoscenza e di energia-spirito in quanto parte stessa del suo bagaglio interiore, animico: ma un’obnubilamento della coscienza lo impedisce da tempo immemorabile, e la nostra sfida, ancor oggi, è recuperare quella parte di noi. Molti miti parlano, in forme diverse, di una “caduta” come quella edenica, che innalzò una cortina fra la percezione diretta del divino e l’uomo. Tutti i miti mascherano qualche primigenia verità, anche se chiaramente alcuni di essi sono stati volutamente manipolati o hanno subito alterazioni nel corso del tempo. Certo è che la scissione fra una percezione superiore e quella ordinaria deve aver avuto luogo in qualche momento dell’esperienza dell’uomo, poiché egli, in ogni civiltà e in ogni tempo, ha sempre ricercato questa relazione con il soprannaturale, come a chi viene amputato un arto inizialmente si comporta d’istinto come se ci fosse ancora. E’ la parte “con accesso negato” dell’uomo.

Oggigiorno in particolare, come contraltare al trionfo del materialismo, si moltiplica il numero di chi cerca quelle risposte che può solo trovare dentro sé, ma il cammino non è più quello degli “aiuti” esteriori. Si tratta invece di un lavoro molto più faticoso, un itinerario tutto interiore alla ricerca di se stessi che comporta dedizione pressocchè totale e scelte ponderate che possono reintrodurre  nella coscienza quegli stati che oggi chiamiamo “alterati” e che si possono presentare come esperienze “picco” in occasioni particolari, ma di cui ci potremmo reimpossessare, mediante il paziente lavoro su noi stessi, come realtà ordinaria dell’anima. La conoscenza di sé porta necessariamente alla trasformazione. Questo è  il prossimo passo dell’evoluzione umana? 

Nota:

Simone Sutra, l’autore di questo testo sarà presente il 9 novembre 2008 al Palazzo Baronale di Calcata,  dove alle h. 15.30 si terrà una tavola rotonda sugli stati di coscienza “altri” (pre-morte,  meditazione, allucinazione, samadhi, visione, divinazione, etc.), partecipano: Athon Veggi, Elke Colangelo, Ilaria Gaddini, Laura Lucibello.   Al termine dell’incontro ed in chiusura della manifestazione “il Ciclo della Vita” e della mostra “Morte e Rinascita”  si terrà un piccolo rinfresco vegetariano con le leccornie che ognuno vorrà portare.   Si ringrazia il Parco Valle del Treja per l’ospitalità, le associazioni Apai e Amart per la colaborazione artistica, gli artisti ed i relatori ai vari incontri, le  Istituzioni che hanno patrocinato moralmente,  i Media che hanno aiutato a promuovere questa edizione de “Il Ciclo della Vita”.  

Au Revoir a la prochaine!

Paolo D’Arpini