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Il natale di un Gesù mai nato…

Il Natale. Storia e fede. Gesù, lo sanno tutti, è nato alla mezzanotte tra il 24 e il 25 di 2023 anni fa (secondo il calcolo cristiano). Appunto, lo sanno tutti. Ed è invece, storicamente parlando, indimostrabile: e comunque in parte sbagliato, in parte insicuro.
Per quanto ciò possa apparire strano e magari sconvolgente, magari scandaloso, mancano prove storiche sicure che Gesù sia davvero mai nato, che cioè sia un personaggio storico al pari di Mozart, o di Napoleone, o di Gino Bartali: insomma di un qualunque essere umano la vita e l’identità del quale siano supportate da una documentazione obiettiva e sicura. Le stesse prove storiche non “primarie” � vale a dire appoggiate a documenti certi � ma almeno “secondarie”, cioè sorrette da testimonianze narrative, sono tutte più recenti di almeno alcuni decenni rispetto alla sua morte. E i racconti che ne costituiscono le basi sono quelli evangelici: al di fuori id essi, ce ne mancano riscontri. Saggiamente, difatti, i Padri del Concilio di Nicea del 325 troncarono le discussioni che già da allora violentissime si addensavano sulla questione Cristo “storico” versus Cristo “mitico” e stabilirono nel loro Synbolon (perpetuato come preghiera del “Credo”) che la nascita, la passione, la morte e la resurrezione di Gesù, nato da Maria Vergine, fossero articolo di fede. Ciò sottrae il credente dalla necessità d’invilupparsi in complesse questioni storico-filologico-esegetiche. Il fatto che poi sia del tutto legittimo indagare sulla personalità del Cristo come problema storico va da sé. Nella storia, quella seria, non esistono tabù o argomenti trattando i quali si rischia di venir considerati “revisionisti”.
E’ quindi legittimo trattare i Vangeli anche come fonti storiche di carattere narrativo e studiarli sotto questo aspetto, con tutti i metodi e gli strumenti del caso.
Fondandosi quindi sulle narrazioni evangeliche, e segnatamente su Luca, 2, 1-26, è stato possibile risalire all’anno della Sua nascita, quello del censimento indetto da Ottaviano Augusto; e quindi a quello approssimativo della morte, avvenuta durante il governo proconsolare di Ponzio Pilato della provincia imperiale di Siria. Ma quanto alla nascita, il còmputo messo a punto nel VI secolo dal monaco siriano Dioniso detto “il Piccolo”, residente in Roma, sembra contenere un errore per difetto di circa 6-8 anni: Gesù sarebbe nato quindi non già nel 753-754 di Roma (ab Urbe condita), bensì prima, verso il 746 e il 750 circa ; e morto trenta-trentatreenne più o meno fra il 776 e il 782 (poiché morì sotto Tiberio, a sua volta appunto morto in quell’anno).
Già nel IV secolo, quando la fede cristiana divenne per volontà di Costantino e di Licinio nel 313 (ma sulla base di un editto di Galerio di due anni prima) religio licita, erano in molti a pensare � in analogia con i culti pagani: il che non stupirà, dal momento che la stragrande maggioranza dei cristiani era ormai costituita da ebrei convertiti � che il Cristo fosse in realtà una figura mitica: e quel suo morire e risorgere veniva posto in effetti in rapporto analogico con il mito dionisiaco o con il ciclo apparente del sole che ogni notte si nasconde e rinasce ogni mattino. Per questo appunto i Padri riuniti nel 325 nel Concilio di Nicea stabilirono nel loro documento conclusivo � il Synbolon – che l’indubitabile realtà della vita del Cristo costituiva verità di fede alla quale il cristiano era tenuto a credere, non un dato storico suscettibile di dimostrazione e bisognoso di prove.
Una volta stabilito d’altronde che l’anno preciso della nascita del redentore era ignoto, e ricavatolo sulla base di un opinabile còmputo, il giorno e il mese restavano avvolti nel mistero: il che era d’altronde paradossale in una cultura che tanto spazio dava all’importanza delle costellazioni e degli oroscopi. Il racconto evangelico forniva al riguardo una sia pur imprecisa e generica traccia: parlava della presenza vicino al luogo della nascita del Bambino di alcuni pastori che passavano la notte all’addiaccio. Dato il regime di transumanza dei pastori della Giudea e la posizione altimetrica di Betlemme, a circa 700 metri sul livello del mare, si doveva evidentemente essere in periodo primaverile-estivo, quando le greggi vengono trasferite in altura per scendere poi verso il mare con l’autunno (“Settembre: andiamo, è tempo di migrare”, canta l’abruzzese Gabriele D’Annunzio).
Viceversa, nella nostra sensibilità e nella nostra tradizione, il Natale è una festa d’inverno. Il presepe � una tradizione avviata a quel che pare nel 1223 da Francesco d’Assisi � associa inestricabilmente la nascita del Signore a un paesaggio montano innevato, per quanto il gusto orientalistico ottocentesco (incoraggiato dalla presenza di personaggi obbligatoriamente abbigliati “all’orientale”, i magi) lo abbia arricchito di palme e di fondali dove sono rappresentati oasi e deserti: a dire il vero, poco palestinesi. Nei paesi protestanti, una tradizione che si vuol far risalire a Martin Lutero ha imposto la variante invernale dell’albero scintillante di ornamenti e di neve ghiacciata. Ma in realtà le scelte di Francesco e di Lutero sono state tutt’altro che arbitrarie, per quel che attiene al radicamento della nascita di Gesù in inverno. Tale era già, ai loro rispettivi tempi, una tradizione radicata e irreversibile.
Tradizione e acculturazione. Prima, però, non era stato così. Per quanto è dato sapere, già fino dal tempo del primitivo sviluppo del cristianesimo venivano proposte diverse date per la nascita del Cristo: il 6 gennaio, il 28 marzo, il 19 aprile, il 29 maggio. Ma il cristianesimo orientale, in particolare egiziano, aveva imposto piuttosto presto la consuetudine di celebrare insieme, in una sola festa, la Natività e l’Epifania (cioè il riconoscimento della divinità e della regalità del Bambino): ciò avveniva il 6 gennaio, data in cui tuttora si celebra il natale nelle Chiese cristiane ortodosse e orientali. Tale giorno era stato scelto, secondo un tipico schema acculturativo, in quanto coincidente con una festa dedicata alla dea Iside durante la quale si adorava la sua divina maternità e si celebrava la consacrazione in suo onore delle acque. Difatti, da allora, la data del 6 gennaio venne strettamente legata, anche nel calendario liturgico cristiano, a due altre ricorrenze in cui all’elemento acqueo spettava un ruolo fondamentale: il battesimo del Cristo nel Giordano e il miracolo del mutamento dell’acqua in vino in Cana di Galilea.
Tale celebrazione non parve tuttavia adatta al mondo cristiano latino, per quanto il culto isiaco fosse, nel IV secolo, impiantato nell’intero bacino mediterraneo e anche a Roma: o forse proprio in quanto la festa isiaca delle acque vaniva certo celebrata anche lì, ma non aveva mai perduto quel tanto di esotico, di remoto rispetto alle tradizioni locali, che la faceva apparire estranea.
Nell’Urbe, c’era tuttavia un’altra festa molto popolare che si celebrava a sua volta all’inizio dell’inverno: in tale data gli imperatori usavano concedere al popolo romano generose elargizioni di grano e di vino. Si trattava del 25 dicembre, giorno centrale del periodo di due settimane durante il quale (dal 18 dicembre fino alle Calende di gennaio, giorno di apertura dell’anno nuovo secondo il calendario giuliano) in tutta Roma veniva celebrato il solstizio d’inverno, festa dedicata al dio d’origine indo-persiana Mithra.
La nascita di Mithra ha, nel mito che lo riguarda, singolari somiglianze con quella di Gesù nel racconto evangelico: vi figurano la grotta, la stella annunziante, gli animali sacri al dio che sono il toro e l’onagro, cioè l’asino selvatico: insomma, tutti gli elementi del presepio cristiano, secondo un’immagine che già figura in un’opera scultorea presente a Roma nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
Nel Vicino Oriente vi erano altre divinità che avevano dato origine a culti misterici che si erano andati fondendo con il mithraismo: ad esempio quelle di Attis o di Adone (dal semitico Adonai: il Signore). Un luogo cultuale sacro a Adone si trovava difatti proprio a Betlemme, e probabilmente � come sembra di capire da una testimonianza di san Gerolamo � la grotta nella quale si disse nato Gesù, e sulla quale sorse in età costantiniana la basilica della Natività, era in precedenza consacrata a Adone.
Mithra, la divinità misterica adorata in Roma, si era affermata come dio parallelo a una divinità solare d’origine siriana che talvolta con lui addirittura s’identifica: il Sol Comes Invictus. Si trattava soprattutto di culti militari, e fra III e IV secolo gli imperatori avevano cercato di farne il centro di una sorta di monoteismo incentrato sulla sacralità della loro persona, che con il Sol Comes s’identificava. Un tempio al Sol Comes – adorato durante le feste del solstizio d’inverno, quando il corso del sole comincia a rafforzarsi e le giornate si allungano – sorgeva nell’Urbe sul luogo dove oggi esiste la basilica di San Silvestro, al quale difatti la Chiesa dedica la festa liturgica dell’ultimo giorno dell’anno, quando alla vigilia delle Calende di gennaio i festeggiamenti solstiziali avevano termine.
Nella tradizione romana, il periodo delle celebrazioni solstiziali s’intrecciava con il tempo sacro a una tradizione ancora più antica: quella delle celebri Libertates decembris, durante le quali si celebrava ritualmente il periodico ritorno del cosmo al caos dal quale avrebbe dovuto uscire rinnovato in un ordine garantito dal calendario dell’anno nuovo; e durante il quale pertanto le abituali regole civili venivano ritualmente violate e sconvolte, gli uomini portavano vesti muliebri, i padroni servivano a mensa gli schiavi e s’incoronava pubblicamente un bambino, o uno schiavo, o un miserabile, facendolo Rex unius diei, “Re per un Giorno”. Si trattava di una tradizione ben nota al livello antropologico, quella del “rovesciamento dell’ordine”, tendente non già a cancellarlo bensì a rinnovarlo rafforzandolo. Tali usi, per molti versi affini alle feste dionisiache come i baccanali e con essi in parte confusi, si sarebbero trasferite in età cristiana a un altro momento nel quale si celebrava la fine dell’anno vecchio, cioè al periodo terminale dell’inverno, con il Carnevale.
Queste Libertates a Roma coincidevano con la settimana dei Saturnalia, dal 17 al 23 dicembre, in ricordo dell’età d’oro che vi sarebbe stata ai tempi del dio Saturno, quando non esistevano né schiavi né padroni. In realtà, il significato della festa era più profondo. Saturno s’identificava con l’ellenico Chronos, il dio ellenico signore e ordinatore del tempo (funzione in Roma ereditata poi dal dio Giano, il “Signore della Porta” � Ianua � che presiedeva al chiudersi dell’anno vecchio e all’aprirsi dell’anno nuovo). Il “ritorno al caos” alla fine dell’anno era un rito mimetico del disordine imperante in ogni era al suo tramontare: e preludeva alla restaurazione dell’ordine. Era quindi logico che, al chiudersi dei disordini saturnali di dicembre, il sole fin lì indebolito riprendesse col solstizio d’inverno il suo corso più vigoroso: e si celebrasse la nascita del Sole Bambino e dell’Anno Bambino, entrambi riassunti nella divinità imperiale del Sol Comes�Mithra: che in quanto nuovo Sole era Kosmokrator, Signore del Cosmo, e in quanto nuovo Anno era Chronokrator, Signore del Tempo.
Celebrando il 25 dicembre la nascita del Cristo, Lo si associava all’imperatore che, convertito al cristianesimo, sarebbe stato suo vicario e sua figura in terra. In tal modo il Natale s’impiantò, nell’impero romano ormai guadagnato al cristianesimo, come festa romana, imperiale e solare.
Ma la lettura del Vangelo e il suo uso liturgico imponevano nella Chiesa latina un forte divario tra il Natale e l’Epifania. La data “solstiziale” del 25 dicembre era dotata di una sua forza cosmica e tradizionale irrinunziabile, che obliterava � ancora una volta secondo un procedimento obiettivamente acculturativa � la festa solare e imperiale conferendole al tempo stesso però una nuova, più forte legittimità cristica. D’altronde quella del 6 gennaio non faceva che spostare di alcuni giorni lo spazio sacrale delle due settimane già dedicate alle festività del solstizio e della fine dell’anno: tra 24 dicembre, la vigilia � nella tradizione liturgica cristiana, ispirata a quella ebraica, il giorno cominciava con i vespri � e il 6 gennaio v’erano appunto 14 giorni, calcolando quello d’inizio e quello di fine del còmputo. Ma più importanti dei 14 giorni erano le 13 notti comprese tra quella precedente il Dies Natalis � la notte appunto della Natività � e quella dell’Epifania, quella nella quale i magi venuti dall’Oriente guidati dalla stella avevano con la loro adorazione e la loro offerta dei doni riconosciuto esplicitamente il Bambino come Vero Dio (l’incenso), Vero Re (l’oro) e Vero Uomo (la mirra). Nella notte dell’Epifania, appunto, la Chiesa usa proclamare solennemente l’ordine dell’anno che si sta aprendo sancendo il calendario delle solennità liturgiche deputate a scandirlo. Il fatidico numero 13 rappresenta, per i cristiani, i dodici mesi dell’anno ma al tempo stesso anche le costellazioni dello zodiaco � che è lo “spazio ciclico” del tempo” � successivamente visitate dal sole secondo il sistema tolemaico (per quanto l’immagine del sole al centro del cerchio zodiacale già anticipasse simbolicamente, su una base a quel che sembra pitagorica, il sistema eliocentrico che si sarebbe affermato solo con Copernico). Ma il sole, signore del tempo (l’anno, le costellazioni) come dello spazio (la terra che esso percorre durante le 24 ore del giorno) è a sua volta figura del Cristo, Signore appunto dello spazio cosmico (Kosmokrator) e al tempo stesso del tempo (Kronokrator). Il sole e le costellazioni, unite, formano appunto il numero 13 (12+1).
La tradizione cristiana, appoggiata alla liturgia e alla consuetudine secondo al quale ogni giorno ha un suo patrono, ha conferito quindi alle dodici notti precedenti l’Epifania (la notte della pienezza del potere divino) un valore intenso e compendioso: in ognuna di esse noi attraversiamo sinteticamente un mese dell’anno e dal suo decorso possiamo trarne perfino i relativi auspici. Ogni regione cristiana ha al riguardo le sue credenze speciali, le sue consuetudini, magari anche i suoi colori e i suoi sapori
Il calendario e il folklore. Le “Tredici Notti”. La notte della vigilia, tra il 24 e il 25, è quella che rinvia al futuro mese di gennaio: è la notte di apertura, dell’inizio di tutto: notte santa, di digiuno e di preghiera, notte di astensione dalle pratiche sessuali e dal cibo carneo, notte di rovesciamento delle regole cosmiche in cui si dice che gli animali parlino nelle stalle (essi, i servitori, si appropriano saturnalisticamente dei poteri umani) e possano anche profetare; quella tra il 25 e il 26, la notte dedicata al protomartire Stefano, è la notte del febbraio, la notte del mese delle febbri e della fine dell’inverno in cui si accendono i roghi di purificazione degli animali minacciati dalle epidemie; quella tra il 26 e il 27 era la notte del marzo nel quale comincia la primavera, la notte sacra a Giovanni Evangelista, una delle due Ianuae del cerchio zodiacale divino in quanto patrono del solstizio d’inverno come Giovanni Battista lo era di quello d’estate (che all’alba del 24 giugno il disco solare rilucesse come un piatto d’oro sul quale era adagiata la testa del Battista fatto decapitare da Erodiade era tradizione diffusa: per l’Abruzzo la ricorda splendidamente il D’Annunzio nel primo atto de La figlia di Iorio); la notte successiva, quella dell’aprile tra 27 e 28, era quella degli Innocenti e veniva considerata preludente a un giorno di pietà (secondo una diffusa superstizione, il giorno della settimana nel quale è caduta la solennità degli Innocenti � che quest’anno, cadendo nell’ultima domenica dell’anno, sarà però consacrata alla Sacra Famiglia � è considerato dies nigro signanda lapillo, durante il quale è sconsigliabile avviare qualunque attività); segue la notte tra il 28 e il 29, la notte di maggio dedicata al profeta, re e poeta David; quella durante al quale si antivede il giugno è la notte del 29-30, sacra a san Savino; infine, il solare luglio � il mese della costellazione del Leone � coincide con la notte fra il 31 e il primo di gennaio, la notte di fine d’anno dedicata a san Silvestro papa, colui che secondo la tradizione battezzò Costantino avviando così una nuova era, quella della Cristianità; tra il primo e il 2 si pensa all’agosto, fra il 2 e il 3 a settembre, fra il 3 e il 4 a ottobre, fra il 4 e il 5 a novembre; tra il 6 e il 6 infine a dicembre. Ed è quella dell’Epifania, quella magica e mirabile in cui tutto può accadere, la notte dei regali ma anche delle creature arcane che solcano il cielo (le Bonae Res, la “Compagnia di Diana”, le presenze consacrate alla femminilità e alla vecchiaia � come le moire, le Parche, poi le streghe � che il folklore cristiano ha trasformato nella vecchia bonaria ma ambigua dal nome volgarizzato della festa stessa, la “Befana”, la quale torna tra Carnevale e Quaresima come Vecchia-Anno Trascorso-Albero Secco-Penuria di Cibo da ritualmente “segare” o, secondo altre tradizioni, “bruciare”).
Ricchezza, ambiguità, contraddizione, paradosso accompagnano sempre queste solennità che disegnano un universo mentale collettivo festoso eppure selvaggio, allegro e al tempo stesso demonico, divino eppure costantemente accompagnato e talora minacciato dall’ombra dell’infero. Peccato che di queste usanze quel che non si è salvato in quanto funzionalmente connesso al consumismo e all’industria del regalo e dello sfruttamento delle feste dedicate ai bambini sia quasi scomparso. Peccato che quel che sopravvive sia ancora una volta connesso con la società dei consumi e con una tradizione dimenticata e rivissuta in termini horror-kitch, la vecchia solennità celtica degli antenati che si celebrava in autunno, che i monaci cluniacensi tra X e XI secolo trasformarono in solennità dei Santi e dei defunti e che ci è ritornata, paganizzata e ridicolizzata dall’America degli agricoltori protestanti che avevano rinnegato i santi ma continuavano a temere diavoli, fantasmi e streghe, nella macabra inconsapevolezza esorcistica dello Halloween. E’ tutto quel che ci rimane, nell’ immiserito linguaggio simbolico della morente Modernità. E’ tutto quel che passeremo ai nostri figli, ai quali non siamo stati capaci di trasmettere né la religiosità né la tradizione, ai quali non abbiamo insegnato né la preghiera, né le fiabe. Buon Natale al colesterolo, buon Capodanno all’insegna delle violenze notturne. E’ tutto quel che ci resta e che ci meritiamo.
Tra senso tradizionale della festa e consumismo moderno: le usanze natalizie a tavola “Nun vedo l’ora che vène Natale � pe’ famme ‘ma magnata de torone; – pe’ famme na’ magnata de torone � pe’ famme ‘na bevuta dar boccale”. E’ uno stornello dei bulli di Trastevere del tempo della miseria, quello di Belli ma ancora di quello di Trilussa. Il Natale come occasione di mangiare finalmente a sazietà qualcosa di buono, per una bella bevuta in libertà. Alla quartina romanesca rispondeva, anni più tardi, una canzone di Renato Carosone e Gegè di Giacomo dedicata, in pieni Anni Cinquanta, a un’altra miseria: quella della Napoli di un dopoguerra non ancor del tutto trascorso, la Napoli ch’era ancora per tanti versi quella della Pelle di Malaparte: “mo’ vène Natale � nun tengo dinare: – me leggo o’ giornale � e me vad’a’ccuccà”. Alla tristezza un po’ spaccona del trasteverino costretto ad aspettar Natale per mangiare e per bere un po’ meglio del solito rispondeva la disperazione allegra del miserabile napoletano che, senza un soldo, nel giorno di festa poteva solo ingannare la fame andandosene a letto.
In entrambe le situazioni, la povertà e magari la fame si misurano con la coscienza del tempo festivo. Questi due esempi potrebbero sembrare privi di qualunque aggancio con il carattere spirituale della grande festa, ma non è così. Presupposto di entrambi è che per Natale bisogna far festa, e che se ciò non è possibile tanto vale non vivere nemmeno un giorno come quello, andarsene a dormire. In due occasioni, Francesco d’Assisi associa a sua volta il Natale alla necessità di far festa, e festa espressa anzitutto attraverso il cibo: quando dice che, se gli capiterà d’incontrare l’imperatore, gli chiederà un editto che ordini a tutti di spargere per Natale granaglie per strada in modo che gli uccelli dell’aria possano aver di che mangiare quel giorno in abbondanza; e quando dichiara che sia intenzione sarebbe, per Natale, di strofinare pezzi di carne sui muri affinché perfino pietre e mattoni potessero godere di quell’abbondanza.
Che la festa si celebri e si onori anzitutto per mezzo di banchetti, conviti e simposi è una realtà comune si può dire a qualunque civiltà tra le molte che il genere umano è stato capace nei millenni di concepire; non meno comune è, d’altra parte, il rapporto tra penitenza, dolore, e astensione dal cibo. La festa si onora con quella che gli antropologi definiscono l’”orgia”: che non ha nulla del significato che volgarmente in italiano le si attribuisce, ma che significa semplicemente occasione durante la quale il cibo e le bevande, di qualità e in abbondanza, vengono consumati oltre il bisogno, talvolta fino alla totale distruzione delle scorte. Il valore di ciò è essenzialmente rituale: si consuma oltre il bisogno in certe occasioni con lo stesso atteggiamento devozionale con il quale ci si astiene da certi cibi o da certe bevande oppure si digiuna totalmente in altre. Alla base di tale comportamento, nelle società tradizionali, c’è la coscienza di una profonda differenza tra giorni “festivi” e giorni “feriali”: la Modernità occidentale ha sistematicamente reagito ad essa sostituendole la distinzione tra giorni “di riposo” e giorni “di lavoro”, quindi azzerando il concetto sacrale e comunitario di festa per imporre al suo posto un diverso modello antropologico fondato sulla primarietà dell’uomo come produttore di ricchezza.
Da un malinteso apprezzamento di tale realtà dipende la reazione di chi vorrebbe eliminare quel che resta, magari al livello inconscio, di “senso della festa” nel Natale, appiattendo tutto il desiderio e il bisogno di mangiare, bere e vivere convivialmente meglio sulla misura del consumismo. Una sia pure graduale riconquista del senso del Sacro dovrebbe, al contrario, proprio partire da un’accentuazione conferita di nuovo alla festa, da un rinnovato e più profondo senso della sacralità che ai giorni festivi è propria e quindi da una distinzione profonda, anche esistenziale, rispetto alle consuetudine dei giorni feriali. Non è di domenica, o a Natale, che si dovrebbe mangiare “come tutti i giorni” per reagire al consumismo; è, al contrario, giorno per giorno che sarebbe opportuno limitare qualitativamente e quantitativamente i consumi per sottolineare quel che il cristianesimo, religione del pane e del vino, fondamentalmente ripete, cioè che anche il cibo e il vino sono di per sé suscettibili di essere investiti di sacralità.
Da qui gli usi natalizi incentrati non solo sul consumo, ma anche sulla preparazione comunitaria della tavola e del cibo della festa. L’avvento serve anche a questo: nella società tradizionale europea era il tempo nel quale si uccideva il porco e se ne destinava gran parte al consumo differito per mezzo di vari sistemi di conservazione; immediatamente prima, nelle ultime settimane del tempo liturgico ordinario (“per san Martino”), si procedeva alla svinatura; quindi ci si dava alle preparazioni che richiedevano un certo tempo, come la preparazione di conserve, marmellate e confetture.
Alla festa, non si arrivava senza la vigilia: almeno 24 ore di digiuno e/o d’astinenza. Sulla tavola della vigilia, necessariamente � e ritualmente: l’economia non c’entra � povera e spoglia, comparivano cibi frugali e non carnei: minestre o zuppe a base di cereali, di verdura (le cime di rapa stufate con i panzerotti della cucina pugliese) o di frutti “poveri” (la minestra di castagne secche bollite diffusa in tutto l’arco alpino e appenninico con molte variabili: talora in semplice acqua priva di sale cui si aggiungeva devozionalmente un cucchiaino di cenere); o naturalmente il pesce, guardato peraltro con qualche sospetto in quanto si trattava di un cibo spesso ricercato e costoso. Il principe della tavola natalizia della vigilia, che in qualche regione specie del su arriva fino al pranzo stesso di Natale, è il capitone: la grossa anguilla, consumata in ricordo della lotta e della vittoria contro “l’Antico Serpente”, e quindi immolata nella notte nella quale Gesù, nascendo, ha ucciso il Male; ma anche ricordo forse d’un’antica tradizione cristiana orientale, quella della celebrazione del Natale coincidente con l’Epifania, il 6 gennaio, antica festività di Iside signora delle acque cui i pesci erano graditi.
Se la vigilia è giorno “di magro”, nel Natale invece il grasso trionfa: ed è sovente – non necessariamente � grasso della carne di porco o di grossi bipedi da cortile, come il cappone (meno comune l’oca, che arrostita e ripiena di carne di maiale e di frutta troneggia oltralpe sulle tavole), ma comunque associato di solito, tra noi, alla cottura nell’acqua, la bollitura. Il Natale è la festa del bollito come la Pasqua è quella dell’arrosto: i due tipi di bollitura rinviano a due tipi diversi di socialità, quella contadina del focolare su cui si dispongono i recipienti per la cottura indiretta e quella pastorale del forno o dello spiedo o della griglia “sacrificatorii”, per la cottura diretta. Per devozione al bambino, che come tutti i bambini del mondo ha bisogno di cibi teneri e più facili da digerirsi, il Natale è la festa della pasta ripiena servita in minestra (i vari tortellini, ravioli, cappelletti in brodo).
I dolci sono un altro elemento tipico della mensa natalizia: e debbono richiamare il pane quotidiano arricchito di zucchero, canditi, frutta secca. E’ un pane speciale, la buccella dei romani (a Lucca si fa ancora il “buccellato”: ciambella di pane soffice e dolce condito con uvetta e semi di anice). I vari Christstollen tedeschi, il panettone milanese, il pandolce genovese, i “pani dei pescatori” veneziani, sono pani di farina di grano variamente arricchiti; e al pane si richiamano anche i dolci nei quali si fa ampio uso anche di conserva di frutta secca o, adesso di cioccolato, come il “panforte” senese e volterrano e il “panpepato” ferrarese (originariamente, entrambi dovrebbero contenere anche semi di pepe nel loro impasto). Talora ai pani si sostituiscono biscotti o ciambelle (come le “cartellate” pugliesi, frittelle al mosto cotto o al miele). Il torrone cremonese è a sua volta un pane speciale, nel quale alla farina si sostituisce integralmente lo zucchero condito miele, albume d’uovo, frutta secca.
Ma il Natale, che nella tradizione latina si è andato costruendo per acculturazione attorno alla festa pagane del solstizio d’inverno (divenuta festa della regalità sacra dell’imperatore) e alle libertates decembris, è in realtà una “festa lunga”. La tradizione cristiana delle “Tredici Notti” (quella rammentata da Shakespeare in La Notte dell’Epifania) attribuisce un significato speciale a ciascuno dei dodici giorni tra Natale ed Epifania). Il cenone di Capodanno è una specie di “secondo cenone di natale” in cui però trionfa il maiale bollito (zamponi, cotechini ecc,) accompagnato da legumi o seguito da frutta che debbono ricordare in qualche modo la forma del danaro (quello metallico, naturalmente), come auspicio di prosperità per l’anno nuovo: quindi lenticchie o chicchi d’uva).
Una volta, per ricordarsi che anche il cibo è preghiera, i Pater, le Ave e le poste del rosario servivano ottimamente come timer: mia nonna non usava mai l’orologio per cuocere i tortellini natalizi nel brodo, ma sapeva perfettamente quante Ave Maria erano necessarie per cuocere a puntino i vari tipi di pasta. Di recente, nell’Atlante marocchino, ho visto fare lo stesso: recitare alcune sure del Corano (che sono 114, di differente lunghezza) a seconda del punto di cottura della semola del cuscus che si voleva ottenere. “Tu usi le preghiere come scusa per far bollire le pentole”, rimproveravo mia nonna. “Nemmeno per idea � mi rispondeva lei -: faccio bollire le pentole come scusa per pregare”. Perché � commenterebbe un musulmano � se Dio non volesse, nemmeno le pentole bollirebbero. Il che è una bella variabile del nostro panem nostrum cotidianum da nobis hodie.

Franco Cardini
(Notizia inviata da Claudio Martinotti Doria)

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Porsche tagliaboschi, il declino del matriarcato, dove rifugiarsi in caso di scoppio della III guerra mondiale?, vegetariani perché?, la NATO si prepara allo Schengen militare, Ucraina: finanziamento difficile, Montecompatri in musica e gaudio…

Il Giornaletto di Saul del 25 novembre 2023 – Porsche tagliaboschi, il declino del matriarcato, dove rifugiarsi in caso di scoppio della III guerra mondiale?, vegetariani perché?, la NATO si prepara allo Schengen militare, Ucraina: finanziamento difficile, Montecompatri in musica e gaudio…

Care, cari, la casa automobilistica tedesca Porsche, in accordo con la Regione Puglia, abbatterà un’ampia porzione di foresta per ampliare le piste del Nardò Technical Center. Dicono si tratti di un intervento di pubblica utilità… (Serena Mattia) – Continua: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2023/11/porsche-contribuisce-alla-distruzione.html

Nota – Per tutelare questo habitat così ricco di biodiversità, il comitato Custodi del Bosco dell’Arneo ha lanciato una petizione online al link soprastante

Il declino del matriarcato – …si potrebbe affermare che il patriarcato per legittimarsi adottasse degli schemi matriarcali di facciata, che ovviamente dovevano far presa sulla gente cresciuta in quell’ambito. Quella dei sacrifici rituali maschili è stata una trasposizione letterale del rozzo spirito patriarcale dei miti di vita-morte-rinascita legati al ciclo naturale. A tale proposito si consiglia la lettura del saggio sulla mitologia matriarcale “Evoluzione della mitologia matristica dall’antichità ad oggi”. – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2015/08/il-declino-del-matriarcato-e-la-discesa.html

Mio commentino aggiunto: “Le donne per lungo tempo furono considerate prive di “Anima” come gli animali. Insomma la trilogia monolatrica (giudaismo, cristianesimo ed islam) odia le donne e se le “ama” (a fini di piacere) le vuole succubi e prone ai voleri del maschio. ” – Continua in calce al link soprastante

A mali estremi, estremi rimedi: dove rifugiarsi in caso di scoppio della III guerra mondiale? – Scrive Claudio Martinotti Doria: “…tempo fa mi sono imbattuto in un video che affrontava l’argomento di quali sarebbero i 10 paesi al mondo dove ci si potrebbe rifugiare nel caso scoppiasse la III guerra mondiale…” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2016/11/23/video-fantasy-i-10-paesi-dove-rifugiarsi-nel-caso-di-iii-guerra-mondale-della-serie-ma-mi-faccia-il-piacere/

Gaza. 24 novembre 2023, primo giorno di cessate il fuoco temporaneo di 4 giorni – L’Autorità palestinese ha annunciato che ad oggi il numero dei morti a Gaza è salito a 14.854. Di questi 6.150 sono bambini e 4.000 sono donne. I feriti sono oltre 36.000 e 7.000 sono i dispersi sotto le macerie. Attualmente 1,5 milioni di persone sono sfollate. Al Jazeera ha riferito che i soldati israeliani hanno sparato ai palestinesi nell’area dell’ospedale di Rantisi per impedire loro di tornare alle loro case.

Perché vegetariani? – Scrisse Aldo D’Arpini: “La crescita in tenerezza ed in maturità sono i veri segni del successo verso l’umanità e la creazione tutta. Il grande errore di ogni etica è stato quello di immaginarsi di avere a che fare con i soli rapporti fra uomo ed uomo. Invece il problema riguarda la sua attitudine verso il mondo, verso tutta la vita che entra nel rapporto d’azione considerando la vita nel suo insieme…” – Continua: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2023/11/24/perche-vegetariani-2/

Mio commentino – Lo scritto soprastante fa parte di una raccolta di racconti, considerazioni, poesie, etc. di mio padre: Aldo D’Arpini. Poco dopo la sua morte avendo “ereditato” la cassetta contenente i suoi scritti, lo inviai a mo’ di “ad memoriam” alla rivista Alfa Zeta, di matrice cristiana, che lo pubblicò…

La NATO si prepara allo “Schengen militare” contro la Russia… ed intanto la UE apre a Moldavia e Georgia… – La NATO prevede di creare uno “Schengen militare” che stabilisca standard uniformi per il trasporto di carichi militari e consenta il rapido trasferimento di truppe ed equipaggiamenti statunitensi dai porti sull’Atlantico ai paesi europei… – Continua con un articolo sulla prossima accoglienza nella UE di Moldavia e Georgia: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2023/11/la-nato-si-prepara-allo-schengen.html

Nota – Il desiderio della UE di espandersi ad ogni costo verso lo spazio post-sovietico si spiega in modo semplice. Bruxelles cerca di inserire il suo meccanismo amministrativo e burocratico filoamericano nel territorio degli interessi della Russia per rendere il più difficile possibile le manovre di Mosca…

Ucraina. Difficoltà nel finanziamento a causa del Ringraziamento… – Scrive Malek Dudakov: “Il Congresso USA è in vacanza per il Ringraziamento e i lobbisti ucraini sperano in un blitz di tre settimane per far arrivare a Kiev un nuovo bilancio a tranche. Ma i problemi si sono aggravati. I legislatori non avranno molto tempo per lavorare prima di Natale. E durante questo periodo, devono trovare un accordo sui bilanci prioritari per il governo degli Stati Uniti, oltre alle tranche ucraine…” – Continua: https://paolodarpini.blogspot.com/2023/11/ucraina-difficolta-nel-finanziamento.html

Nota – Tutti stanno cercando di allontanarsi dall’Ucraina e Kiev potrebbe essere travolta da un imminente collasso militare…

Montecompatri. Musica et Gaudio – Scrive Controluce: “Il Photo Club Controluce, nell’ambito delle iniziative dell’Associazione, ha organizzato la Rassegna musicale “Città di Monte Compatri” nel corso della stagione artistica 2023/2024 per contribuire, attraverso gli eventi musicali, allo sviluppo socio-culturale del territorio” – Continua: https://retedellereti.blogspot.com/2023/11/montecompatri-in-musica-et-gaudio.html

Ciao, Paolo/Saul

Olanda ai sovranisti, Putin al G20 e Speranza indagato: i globalisti piangono – I multipolari invece…: https://www.youtube.com/watch?v=fnSQGa-HpGU&t=2059s

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Chi prende in giro gli altri è esso stesso uno sciocco” (Hagakure)

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Biologia ecosistemica, consigli pratici per sopravvivere con i tempi che corrono, la guerra del petrolio, taoismo: la “religione” senza un “dio”…

Il Giornaletto di Saul del 26 agosto 2022 – Biologia ecosistemica, consigli pratici per sopravvivere con i tempi che corrono, la guerra del petrolio, taoismo: la “religione” senza un “dio”…

Care, cari, alcuni potentati economici, ben indirizzati e determinati, hanno -dagli ultimi sessanta anni in poi- obbligato il sistema agricolo a dipendere dai fertilizzanti chimici e dai veleni erbicidi ed antiparassitari. Pian piano tutte le falde acquifere saranno inquinate e l’acqua diventerà un bene preziosissimo e l’agricoltura, che sino a pochi anni fa era fonte di nutrimento per l’uomo, diventerà la causa della sua rovina. Inoltre la detenzione di sementi brevettate e la trasformazione dell’ambiente porterà a carestie indicibili ed allo sterminio di intere popolazioni… (P.D’A.)… – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2013/12/agricoltura-bioregionalismo-e-biologia.html

Erdogan da sterminatore a paciere…? – Scrive Marinella Correggia: “Leggendo questa analisi https://infoaldesnudo.com/erdogan-pide-a-rusia-la-devolucion-de-la-peninsula-de-crimea-a-ucrania-a-quien-apoya-turquia/, mentre il conflitto in Ucraina compie sei mesi, provo molta amarezza. Erdogan è un criminale di guerra che con la sua cricca fra gli altri.misfatti ha disfatto la Siria permettendo l’ingresso in Siria di ogni tipo di terroristi “jihadisti” tagliagole; occupa tuttora con i suoi scagnozzi parte della Siria combattendo contro popolazioni locali; ha un ruolo pro-integralisti in Libia; ecc ecc. Eppure adesso viene considerato uomo di pace e negoziatore. In realtà fa i suoi interessi e quelli dei fratelli musulmani e gioca su tutti i tavoli. Sarà il prossimo criminale guerrafondaio ad avere il Nobel Pace, dopo Kissinger, Obama, UE… (del resto nel 2018 il Venezuela gli ha dato la spada di Bolívar… incredibile).”

Consigli pratici per sopravvivere con i tempi che corrono… – Scrive Claudio Martinotti Doria: “Credo che allo stato attuale delle cose in Italia, come persone oneste ed integre, in quanto tali desiderose di mantenersi coerenti con l’etica esistenziale, non rimanga che attuare i comportamenti sotto elencati, per dare il proprio contributo al necessario cambiamento, che potrà avvenire solo per costrizione, accelerando quindi il fallimento dello stato liberticida e parassitario…” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2022/08/25/consigli-pratici-per-sopravvivere-con-i-tempi-che-corrono/

Nota – …alimentate nonostante tutto l’altruismo e l’arte maieutica, l’apertura al rinnovamento, alla cooperazione, alla solidarietà, ecc., ma fatelo sempre in maniera oculata e selettiva, valutate sempre il background di coloro (individui o enti) che si propongono ed agiscono…

Sanzioni contro la Russia e guerra del petrolio – Scrive Jure Eler: “L’ “oro nero” russo arriva in Serbia tramite la Croazia. Le navi cisterna giungono, attraverso l’Adriatico, al porto di Omišalj, sull’isola di Krk. Qui il petrolio viene sversato e trasportato in Serbia attraverso l’oleodotto croato JANAF. E i croati hanno deciso di applicare le sanzioni contro Mosca, quindi niente petrolio russo alla Serbia. E la Serbia si lascia strozzare dalla Croazia? Di nuovo, e proprio adesso?…” – Continua: https://paolodarpini.blogspot.com/2022/08/esportazione-del-petrolio-e-gas-russo.html

Nota – Una “unione d’intenti” perlomeno solo economici, al momento, sarebbe mica male tra Ungheria, Serbia e Bulgaria: qualcuno deve pur cominciare a dire NO, poi magari altri in zona potrebbero seguire: Romania, Slovenia, Austria, Italia, Paesi sia dentro che fuori Nato e UE…

Messaggio di Manlio Dinucci di Pangea sull’assassinio di Daria Platonova… – …il Movimento Internazionale Eurasiatico, la crescente integrazione economica dell’Eurasia, che incoraggia la risoluzione negoziale dei conflitti e il dialogo interculturale, contribuisce in modo concreto al passaggio dal mondo unipolare al mondo multipolare, che gli Stati Uniti e le altre maggiori potenze dell’Occidente cercano con ogni mezzo di impedire. Daria Platonova ha collaborato ad alcune puntate di Grandangolo e nei prossimi mesi la sua collaborazione avrebbe dovuto assumere carattere periodico. La notizia del suo assassinio ci ha sconvolti ma non messi a tacere. Daria resterà con noi…” – Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2022/08/messaggio-di-manlio-dinucci.html

Integrazione a latere di Alessandro Di Battista: “Sono mesi che sostengo che la strategia europea (ed italiana in particolare) rispetto alla guerra in Ucraina fosse un suicidio assoluto. Mi hanno dato del “putiniano”. La guerra in Ucraina poteva esser evitata e si poteva trovare un compromesso (partendo dal riconoscimento della Crimea per arrivare ad un immediato cessate il fuoco e ad una soluzione sul Donbass). Non hanno voluto una soluzione diplomatica. Questa è la verità. Non hanno voluto la pace perché la pace conviene ai popoli ma non ai politici con squallidi interessi, con i culi al caldo e lo champagne al fresco…”

Taoismo: la “religione” senza un “dio” – …se il Tao, al nostro percepire determinista, appare come un nulla, che per noi corrisponde al vuoto del sé, esso segna il ritorno beato nella matrice silenziosa, che attira e proietta l’esperienza del pensiero empirico e poi lo riassorbe nel nulla da cui proviene. Questa kenosi del Tao procede per sua propria natura e non presuppone alcuna volontà creatrice o distruttrice… – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2013/12/taoismo-come-spiritualita-laica.html

Ciao, Saul/Paolo

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Dolore e piacere sono le creste e gli avvallamenti nell’oceano della beatitudine. In profondità c’è la pienezza assoluta” (Nisargadatta Maharaj)

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Consigli pratici per sopravvivere… con i tempi che corrono

Credo che allo stato attuale delle cose in Italia, come persone oneste ed integre, in quanto tali desiderose di mantenersi coerenti con l’etica esistenziale finora applicata (con sempre maggiori oneri, fatica e penalizzazioni di ogni genere), non rimanga che attuare i comportamenti sotto elencati, per dare il proprio contributo al necessario cambiamento, che potrà avvenire solo per costrizione, accelerando quindi il fallimento traumatico dello stato liberticida e parassitario (cioè la sua riduzione ai minimi termini, come dovrebbe essere per garantire essenziali valori di libertà ed autonomia alla popolazione):

- chi dispone di riserve finanziarie liquide o investite in titoli, se ne liberi e compri oro e argento fisico e lo metta al sicuro custodendolo in prima persona oppure acquisti commodities e terre rare…

- condurre una vita estremamente sobria, frugale, in antitesi con il consumismo compulsivo, non cedendo ad alcuna lusinga…

- rendersi il più possible indipendenti nella produzione del proprio cibo o rivolgendesi direttamente a piccoli contadini e produttori locali. Fare scorta di alimenti autoprodotti di buona qualità, come conserve e marmellate e verdure, non scordando riserve d’acqua periodicamente rinnovate…

- lavorare (chi ha la fortuna di avere lavoro e produrre reddito) solo quanto occorre per vivere e dedicarsi a propri interessi culturali e spirituali, alla famiglia ed organizzare meglio la propria vita, anche in chiave sociale e culturale…

- evitare nei limiti del possibile di contribuire allo stato liberticida e parassitario, non finanziandolo, ne farebbe solo un pessimo uso (corruzione, sprechi e devastazioni) come dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio, si accelererà in tal modo la sua fine ed il necessario cambiamento…

- ridurre i consumi dei generi maggiormente tassati ed inquinanti, come benzina, gas, elettricità, liquori e tabacchi… ecc.

- aderire ed alimentate più che potete tutti quei sistemi di relazione economica commerciale basata sul sociale, sullo scambio di beni e servizi, sulla cooperazione, sul social lending, circuiti di monete locali e complementari, ecc., in tal modo ci si libera anche dalle banche e finanziarie (spesso sotto lo stesso controllo) che sono altri parassiti collaterali e complici dello stato liberticida e predatore …

- abbandonare il linguaggio ipocrita, buonista e lassista e cercare di utilizzare un linguaggio determinato a far capire come la pensate, soprattutto a coloro che dallo stato ricevono nutrimento perenne, in modo che si rendano conto che i tempi stanno cambiando, che sta salendo la consapevolezza ed una sana intolleranza verso il parassitismo pubblico, evitare quindi di frequentare (men che mai ossequiare) personaggi ambigui ed indegni, compromessi con la politica corrotta e parassitaria …

- contestare in tutti i modi ed in tutte le sedi appropriate ogni ingerenza dello stato nella vostra vita privata e sfera economica, aderite ad ogni organizzazione antisistema che faccia propri gli assunti da noi condivisi, evitare i complici del sistema come le organizzazioni politiche e conniventi…

- informatevi selettivamente tramite la rete evitando la carta stampata ed i media televisivi finanziati con contributi pubblici e compromessi politicamente e finanziariamente…

- agire soprattutto localisticamente, dove ancora si può influire socialmente, diffondendo il valore dell’autonomia e della libertà ed aborrendo l’attuale concezione da tifoseria della politica, la partitocrazia, il culto della personalità, le strumentalizzazioni demagogiche…

- cercate la felicità interiormente, nel vostro atteggiamento percettivo, nel vissuto quotidiano, nelle piccole progettualità, difficilmente la potrete trovare all’esterno di Voi ed in obiettivi ambiziosi e che richiedono il coinvolgimento partecipativo di una pluralità di individui…

- alimentate nonostante tutto l’altruismo e l’arte maieutica, l’apertura al rinnovamento, alla cooperazione, alla solidarietà, ecc., ma fatelo sempre in maniera oculata e selettiva, valutate sempre il background di coloro (individui o enti) che si propongono ed agiscono…

Buona fortuna

Claudio Martinotti Doria

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Frutteto familiare bioregionale, Di Maio ha trovato pan per i suoi denti, la Nato come fattore di guerra, anche gli altri animali sono “esseri umani”, il DNA umano è più vecchio di quel che si crede, il DNA russo, quel che succede in Ucraina, i 7 chakra…

Il Giornaletto di Saul del 25 febbraio 2022 – Frutteto familiare bioregionale, Di Maio ha trovato pan per i suoi denti, la Nato come fattore di guerra, anche gli altri animali sono “esseri umani”, il DNA umano è più vecchio di quel che si crede, il DNA russo, quel che succede in Ucraina, i 7 chakra…

Care, cari, gestire un frutteto familiare bioregionale, dal momento dell’impianto alla fruttificazione, imparando a valutare nel migliore dei modi tutti i passaggi, con l’utilizzo esclusivo di prodotti per l’agricoltura biologica: questo è l’obiettivo del corso. Si tratta di un corso pratico e teorico: partendo da una corretta tecnica di piantagione e concimazione iniziale e passando per una potatura che rispetti la pianta da frutto… (1virgola618) – Continua: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2022/02/imparare-gestire-un-frutteto-familiare.html

Calcina. Sefro (Mc). Scambio semi – Scrive Max: “Anche quest’anno è partita l’iniziativa dello scambio semi. Si tiene a “Rifugio valle scurosa di Sefro” E’ un incontro deciso e organizzato da Calcina e ti invito a partecipare. Info: 349.6282338”

Luigi Di Maio… ha trovato pane per i suoi denti! – …ritornando a bomba, ovvero al ministro degli esteri Di Maio, non possiamo trascurare che  facendosi egli  portavoce acritico delle posizioni USA UE non meritasse una opportuna risposta da parte del suo omologo russo, Sergej Viktorovič Lavrov, che si è così espresso “…una strana idea di diplomazia traspare nella  dichiarazione del ministro Luigi Di Maio, secondo cui non potranno esserci contatti bilaterali con Mosca fino a quando non ci saranno segnali di una non interferenza russa sulla situazione ucraina. I partner occidentali devono imparare a usare la diplomazia in modo professionale. La diplomazia è stata inventata per risolvere situazioni di conflitto e alleviare le tensioni, e non per viaggi vuoti in giro per i Paesi e assaggiare piatti esotici ai ricevimenti di gala” – Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2022/02/di-maio-lassaggiatore-ha-assaggiato.html

Commento di Giorgio Stern: “Se mandi in giro un DiMaio a giuocare al Ministro degli Esteri cosa puoi aspettarti?”

Commento di Mariolina Castellone, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato: “… Non possiamo accettare una violazione del diritto internazionale e siamo accanto al popolo ucraino. Siamo al lavoro con gli alleati europei e della Nato per rispondere immediatamente con unità e determinazione”

La Nato come fattore di guerra e non di pace – Scrive Potere al popolo: “Oggi media e politici spiegano gli eventi sulla base dei piani di “Vlad il pazzo”; tuttavia, la verità è che la responsabilità non ricade esclusivamente su Russia e Ucraina. Il conflitto è frutto del fallimento delle politiche implementate a partire dal crollo dell’URSS. Uno dei fattori chiave è stato l’espansionismo della stessa NATO che…” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2022/02/24/potere-al-popolo-fuori-l%e2%80%99europa-dalla-nato-fuori-la-nato-dall%e2%80%99europa/

Nota – Si riducano le spese militari e si dia il via allo scioglimento della NATO. No alle sanzioni e alla Guerra, Fuori la NATO dall’Europa, fuori l’Europa dalla NATO…”

Anche gli altri animali sono “esseri umani” – A partire dalla fine degli anni ’80 sino ai primi anni ’90 del secolo scorso, quando ancora il circolo vegetariano VV.TT.  aveva sede a Calcata, abbiamo raccolto migliaia di firme affinché lo status di “esseri umani” venisse riconosciuto a tutti gli animali, erbivori compresi. Ovviamente se ciò avvenisse comporterebbe la chiusura di tutti gli allevamenti e di tutti i mattatoi…” – Continua: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2022/02/24/anche-gli-altri-animali-sono-esseri-umani-3/

Emilia. Bando di poesia – Scrive Antonio Nesci: “Con la speranza di fare cosa gradita vi ricordo il bando di poesia “Tra Secchia e Panaro”, XXVIII edizione. Scadenza 30 Aprile 2022 premiazione 5 giugno 2022 – Info: info@danielalombardi.it”

Veicoli elettrici inquinano come gli altri… – Scrive Arpat: “Nel calcolo della CO2, non ci si può fermare alla sola quantità di gas proveniente dagli scarichi: si deve tenere conto dell’intero ciclo di vita di un veicolo e dell’energia necessaria per produrlo e demolirlo. Le emissioni di CO2 dei veicoli possono essere azzerate a patto però, di utilizzare sempre energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili…” – Continua: https://paolodarpini.blogspot.com/2022/02/veicoli-elettrici-inquinano-come-gli.html?showComment=1645696747803#c8752835904374669774

Mio commentino: “Senza contare l’inquinamento derivante dall’estrazione delle materie prime, la distruzione dei suoli e dei sottosuoli, l’aumento della produzione industriale e del numero delle auto circolanti che comunque comportano altre forme di inquinamento, ecc.”

Il DNA umano è più vecchio di quel che si crede… – Sabrina Pieragostini: “Un DNA umano manda in tilt gli antropologi. È il più antico DNA umano mai trovato. Lo hanno estratto da un femore scoperto in una grotta spagnola. Ma anzichè aiutare nella comprensione dell’evoluzione umana, questo reperto aggiunge nuovi interrogativi e misteri: risale infatti a 400 mila anni fa e presenta una sequenza genetica non prevista…” – Continua: https://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2015/12/il-dna-umano-e-piu-vecchio-di-quel-che.html

Commento di Claudio Martinotti Doria: “Quanto riporta questo articolo corrisponde esattamente a quanto da me scritto nel libro di prossima pubblicazione. Dalle mie ricerche infatti risulta che lo scientismo riduttivo e dominante ormai non riesce più a proseguire nelle sue menzogne accademiche…” – Continua in calce al link soprastante

Il DNA russo e la storia – Scrive Giorgio Stern: “Ciò che è accaduto negli ultimi cento e dieci anni è nel dna dei russi. Vediamo perché. Dopo la sanguinosa Prima guerra mondiale, dalla Rivoluzione del 1917 la Russia dovette affrontare l’aggressione polacca e le Armate bianche controrivoluzionarie sostenute dall’Occidente con lo sbarco di truppe britanniche, francesi, statunitensi e italiane nei porti della Russia europea e di truppe giapponesi e statunitensi in Estremo Oriente…” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2022/02/24/il-dna-russo-e-la-storia/

Segnalazione di Grazia Z.: “Kalinka da brivido con il coro dell’Armata Rossa: https://www.youtube.com/watch?v=TnjKHPVr7Gs

Santa Lucia di Piave (Tv). Benessere & Bio – Scrive Terra Nuova: “Dal 25 al 27 febbraio 2022, oltre 100 espositori provenienti da tutta Italia saranno presenti, presentando al meglio una notevole varietà di prodotti, arti ed artigianato, per regalare al pubblico una visione quanto mai, prima d’ora, completa e strutturata…”

Quel che succede in Ucraina – Giovedì, 24 febbraio, il presidente Putin ha ordinato un’operazione speciale, dopo che la DPR e la LPR hanno chiesto a Mosca assistenza militare per difendersi dall’aggressione ucraina. Il capo di Stato russo ha affermato che l’operazione è di natura preventiva. Le forze russe sono impegnate in Ucraina per un’operazione chirurgica. Nel corso dell’operazione 74 siti di infrastrutture militari ucraini sono stati neutralizzati, inclusi 11 aeroporti dell’aeronautica militare, 3 posti di comando, una base navale e 18 stazioni radar. Il ministero della Difesa russo osserva che, al momento, nell’area delle azioni militari, la resistenza è posta principalmente da gruppi armati di nazionalisti, mentre l’esercito ucraino sta cercando di evitare scontri e concordare corridoi per uscire dalla zona delle operazioni senza armi… – Continua: https://retedellereti.blogspot.com/2022/02/24-febbraio-2022-quel-che-succede-in.html?showComment=1645723711538#c8589830415489759285

Commento di Peppe Sini: “La cosa più urgente da fare per la pace in Europa è sciogliere la Nato, che è un’organizzazione terrorista e stragista che mette in pericolo l’umanità intera, e processarne i vertici per crimini contro l’umanità…”

I 7 chakra – Esistono sette Chakra situati nella guaina mentale pranica. Questi centri sottili vengono individuati nel canale centrale spinale e corrispondono a modi funzionali. I Chakra sono antenne per le vibrazioni energetiche. Il primo, Muladhara, è collegato alla Terra, alla base della colonna, da qui sorge il senso dell’ego, l’olfatto. – Continua: https://bioregionalismo.blogspot.com/2018/11/the-seven-chakras-seven-seals-of-wisdom.html

Ciao, Paolo/Saul

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Vivi in modo tale da non restare imprigionato nelle cose. Vivi in modo tale che ti sia facile passare a quell’altra sponda. E l’altra sponda non è lontana: l’altra sponda ti circonda dovunque ti trovi.” (Osho)

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