Petizione contro l’istituzione di un “passaporto sanitario” (Green Pass)

NOI, cittadini consapevoli e informati – avendo già assistito a diversi scandali causati da Big Pharma – intendiamo richiamare alcuni semplici e indiscutibili principi, volti a promuovere l’interesse di tutti di fronte al Covid- 19.

L’urgenza della lotta al coronavirus non giustifica tutte le deroghe. La necessità di far ripartire l’economia non deve esporre la popolazione a effetti collaterali indeterminati o benefici incerti, che possono essere verificati solo attraverso la trasparenza dei dati.

La tentazione delle autorità di creare un obbligo vaccinale, anche attraverso un passaporto vaccinale. non dovrebbe prevalere sulle libertà pubbliche. La riservatezza- presumibilmente commerciale – e l’opacità delle decisioni prese da autorità lontane sono fonte di domande legittime e controlli necessari.

Di fronte a un incerto rapporto rischi-benefici, non si può offrire ai produttori di vaccini l’assoluta impunità. La trasparenza impone l’accesso diretto ai dati per verificare la validità delle decisioni prese. Chiediamo a gran voce alle autorità europee di fornire spiegazioni

È necessario dare ai cittadini e ai deputati europei l’accesso:

All’intero carteggio di autorizzazione all’immissione in commercio (condizionale) dei vaccini, depositato in particolare presso l’Agenzia europea per i medicinali (EMA);
Ai contratti di acquisto di vaccini tra la Commissione Europea e i principali produttori di vaccini;
Ai privilegi concessi ai produttori che consentono di scaricare la loro responsabilità sulla collettività in caso di prodotti difettosi.
Non siamo delle cavie. Con le nostre famiglie, siamo i primi ad essere coinvolti. Esigiamo che tutti questi elementi siano resi pubblici. In assenza di trasparenza da parte della Commissione europea, ci riserviamo il diritto di intraprendere un’azione legale collettiva al fine di ottenere le informazioni richieste.

Come cittadini firmatari di questa petizione, ci riserviamo anche il diritto di intraprendere un’azione legale collettiva al fine di essere protetti contro l’obbligatorietà della vaccinazione e in particolare contro l’istituzione di una “passaporto sanitario” (green pass) che condizionerebbe l’esercizio delle nostre libertà fondamentali alla prova della vaccinazione contro il Covid-19.

Per firmare questa petizione: https://dejavu.legal/it

Commento di E. C.: “Draghi ha firmato un DPCM per il Green Pass, non un decreto legge deliberato dalle Camere.
Non è possibile istituire un obbligo di tale portata per DPCM e neanche per decreto legge: la nostra Costituzione lo vieta!
Lo prevede solo dopo la delibera di una legge approvata dalle due camere e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale.
E infatti, Il testo del DPCM di Draghi, per scritto non cita mai che è obbligatorio.
Ma a parole si sta facendo credere che l’obbligo ci sia e che entri in vigore dal 5 agosto.
Il green pass, quindi, non è obbligatorio, non è una legge e, allo stato attuale non ha nessun valore, come invece vogliono far credere.
Si tratta invece dell’ennesimo esperimento sociale, perché vogliono farvi preoccupare preventivamente sul fatto che non potrete fare nulla se non lo avete.
Ovvio però che, se la gente lo accetta il suo uso verrà esteso sempre di più, perché puntano alla “consuetudine”, dove non possono arrivare con la legge.
Il DPCM, infatti, non cita in nessuna parte in modo esplicito l’obbligo, perché violerebbe palesemente gli art. 13 e 16 della Costituzione.
Così come chiunque lo richieda e lo ponga come obbligo allo stato attuale violerebbe i due articoli della Costituzione…
Stay tuned”

Link alla Gazzetta ufficiale in cui si annuncia la non costituzionalità del green pass: https://www.gazzettaufficiale.it/…/2021/05/03/21A02576/sg
(Stralcio finale del testo: il Garante … a) ai sensi dell’art. 58, par 2, lettera a), del regolamento
avverte tutti i soggetti coinvolti nel trattamento e, in particolare,
i Ministeri della salute, dell’interno, dell’innovazione tecnologica
e della transizione digitale e dell’economia e delle finanze, degli
affari regionali e la Conferenza delle regioni e delle province
autonome del fatto che i trattamenti di dati personali effettuati in
attuazione delle disposizioni di cui al decreto-legge del 22 aprile
2021, n. 52, sulla base delle motivazioni espresse in premessa,
possono violare le disposizioni del regolamento di cui agli articoli
5, 6, par. 3, lettera b), 9, 13, 14, 25 e 32;
b) trasmette copia del presente provvedimento al Presidente del
Consiglio dei ministri per le valutazioni di competenza;
c) ai sensi dell’art. 154-bis, comma 3, del codice, dispone la
pubblicazione del presente provvedimento nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana.

Roma, 23 aprile 2021

Il presidente e relatore: Stanzione
Il segretario generale: Mattei”

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