Intrecci traiettorie e bersagli… Una riflessione di Andrea Santini

Lasciare andare è complicato. Lasciarsi andare è forse anche peggio.
Aiutare qualcuno a comprendere quale sia la giusta strada da imboccare ci espone al giudizio e questo è sempre doloroso.
Noi giudichiamo sempre, in ogni istante della vita. Ma c’è un modo in cui il giudizio non ha un peso che si attacca alla nostra anima.
Che se ne sia consapevoli, o meno, per necessità, ogni istante della nostra esistenza… …è speso a scegliere.
Scegliere di non scegliere, nella mia vita, ha mi ha sempre portato a scegliere di non fare ciò che il mio cuore comandava.
Il cuore è un “organo”…uno strumento che produce una musica che risuona nel mondo e partecipa ad un concerto. Ogni istante della vita io lo spendo a spiegare. Le vele.
Mi arrogo il diritto di vivere.
Per vivere e navigare in questo mondo ho deciso, quasi da subito, che non avrei dovuto farlo come mi veniva indicato. Ma a volte lo dimenticavo.
E’ come se fin da bambino io avessi avuto in dote organi più grandi del normale. Grandi caviglie, grandi gambe, enormi polmoni ed un grande cuore. Per un pò mi sono vergognato di come fossi stati assemblato ma in ogni spiacevole situazione in cui mi trovavo, loro, da soli, mi tiravano fuori dal pericolo in autonomia.
Quando ero stremato e confuso ed affaticato e mi lasciavo…andare… …loro iniziavano il cammino per portarmi fuori dal pericolo.
La mie grandi e potenti caviglie e poi le gambe trovavano la forza di portare pesi enormi. I polmoni richiedevano grandi quantità di ossigeno ed infine il cuore iniziava a cantare e a pompare una melodia nel mondo che sembrava magica. Mi portava sempre dove c’era pace.
Quando ormai ero libero, infine, mi riaccompagnavo nel consueto. Sicuro che il mondo in quel momento avesse trovato la pace, riprendevo il controllo di me per come ero stato educato.
Sempre lo stesso errore.
Iniziai a correre molti anni fa. Lo facevo per scappare dai problemi. Ogni volta che lo facevo, loro, si staccavano un pochino da me. Più chilometri macinavo e più loro, i problemi, si allontanavano dalla mia testa poiché per farcela avevo bisogno di pensare il meno possibile. Quando finivo, ed ero stremato, tutto il corpo aveva assaporato il benessere della loro assenza e con ritrosia accettava di nuovo di farli entrare.
Fino a che un giorno, iniziarono i problemi, a seguirmi nei tragitti che facevo. Mi aspettavano nei luoghi della corsa abituali e si mettevano quatti quatti ad attendere il momento in cui il corpo, ormai allenato, soffrisse meno. Lo accarezzavano con commenti all’apparenza appaganti, parole dolci che via via si trasformavano in commenti tristi e poi stizzosi.
Per questo, dopo un periodo in cui ero molto dimagrito, il mio corpo smise di farlo ed anzi iniziò a risparmiare energie e nutrienti.
Appesantendomi, iniziai a soffrire la corsa e compresi.
Il corpo aveva capito che per pensare il meno possibile avevo bisogno di soffrire, di avere ancora della zavorra, solo così sarei stato stremato ed avrei lasciato ancora una volta il controllo del mondo non alla ragione.
Ciò che ci accade sembra essere il frutto si una saggezza quasi celestiale che ragione con tutto il nostro essere per far scegliere ai nostri organi l’essenza di ciò che dobbiamo capire.
Ogni problema che ho avuto, ogni dolore, ogni inganno, subito…ogni tradimento…è stato per me un intreccio, una traiettoria che mi impediva di raggiungere un bersaglio sbagliato… per donarmi il coraggio di lasciar scegliere alla mia anima. Al mio cuore. A volte, lui, mi lasciava raggiungere una meta per lasciarmi comprendere quanto fosse risibile per me.
Non credo che smetterò mai di tentare di lasciar scegliere al mio cuore. E’ la parte più bella di me. La più visibile a tutti. E’ fuori, a circa trenta centimetri dal mio corpo. Lui mi spiega dove andare.
Io lo so che avete paura, ne ho anche io quando pericolosamente prende il controllo del mio corpo la ragione.
La ragione sembra logica e sicura di sé. Appare bella e luminosa, eppure è infinitamente più misera di quanto essa appaia al mondo se vista senza gli abiti.
La ragione, nuda ed osservata con ogni organo del nostro corpo acceso appare molto differente… è un pezzo di un miracolo più grande che si lega con tutto ed irradia perfezione in ogni scelta.
Omaggi a Venere! Ormai lo ripeto da sempre, Lei, è la mia dea preferita. Mi ama e mi protegge; ma sempre a patto che io lasci scegliere il cuore.

Andrea Santini

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