USA. Un corpo spaccato in due e la lunga agonia del duello trump-biden…

I giorni passano e la tenzone iniziata il 3 novembre 2020 tra Trump e Biden ancora resta senza esito, positivo o negativo che sia. L’impressione è che la  vittoria di uno dei due sarà da considerarsi come quelle di Pirro…  

La situazione che divide in questo momento cruciale della loro storia gli Stati Uniti d’America, nelle forma della insanabile differenziazione tra Trump e Biden, due visioni totalmente opposte e che non trovano soluzione (sin quasi a temere una seconda guerra civile), trova una analogia nella mitologia indiana. Trattasi di una storia narrata nel Mahabharata, in relazione alla contesa tra Kuru e Pandava (cugini irrimedialmente nemici) ed al duello che si combattè tra Bhima e Jarasandha per decidere sulla alleanza con il regno di Magadha.

La leggenda narra che sia Bhima che Jarasandha erano lottatori affermati. Il duello da loro ingaggiato continuò per diversi giorni e nessuno dei due era disposto a rinunciare anche perché Jarasandha, nato da due metà partorite da due diverse madri, aveva il potere di mantenersi compatto. Perciò Bhima non era in grado di uccidere Jarasandha. Allora Bhima guardò Krishna in cerca di guida, Krishna raccolse un ramoscello e lo dissezionò in due metà e lanciò le parti in direzioni opposte. Bhima capì il messaggio di Krishna e dissezionò il corpo di Jarasandha in due metà, poi lanciò le parti sezionate in direzioni opposte e Jarasandha non fu più in grado di riunirle. Jarasandha quindi fu ucciso perché le due metà del corpo non potevano più stare assieme…

Sarà questa la fine che faranno gli Stati Uniti d’America?

Paolo D’Arpini

Articolo in sintonia:

Per Gianluca Pastori, professore all’università Cattolica di Milano ed analista dell’Ispi, intervistato da Sputnik Italia, lo scontro fra Biden e Trump inaugura una fase protratta di “instabilità politica” e “rischia di mettere in discussione la capacità degli Stati Uniti di essere paese guida del mondo occidentale”.

Gli occhi del mondo puntati su Washington, i due candidati alla Casa Bianca che si proclamano vincitori, il risultato appeso al voto postale e la lunga notte americana che rischia di protrarsi per giorni, se non addirittura settimane se la proclamazione del prossimo presidente venisse affidata ad un tribunale. In una maratona elettorale contrassegnata dall’incertezza l’unico dato fissato nel marmo è l’enorme partecipazione dell’America al voto. Un’America sempre più divisa tra due visioni contrapposte del Paese, come spiega a Sputnik Italia Gianluca Pastori, professore associato di Storia delle relazioni politiche tra il Nord America e l’Europa nella Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’università Cattolica di Milano e analista dell’Ispi.

— L’unico dato certo finora è quello di un’affluenza senza precedenti?

Graziosi (La Verità): “Il voto negli USA ha mostrato che i repubblicani non sono “fissati” sull’elettorato bianco”
— Sì, in questa elezione stiamo vedendo livelli di turn-out che non si registravano da inizio secolo, una grandissima partecipazione e una capacità di entrambi i candidati di mobilitare pesantemente la propria base. Questo dal lato di Joe Biden stupisce relativamente poco, nel senso che i democratici hanno avuto quattro anni per comprendere che la principale ragione della sconfitta di Hillary Clinton nel 2016 è stata la scarsa partecipazione al voto. Stupisce invece molto di più che Trump sia riuscito a smuovere molti più voti rispetto al 2016. Faccio l’esempio del Texas, Biden quest’anno ha perso questo Stato prendendo molti più voti di quanti Trump ne prese nel 2016, vincendo. L’asticella si è alzata moltissimo ed è questo il grande elemento di cambiamento.
— Dà l’idea che l’America sia sempre più divisa?

— È sicuramente il segnale di una grande polarizzazione del Paese. I cittadini americani sentono la necessità di essere elettori e partecipare alla politica in un momento in cui la politica è diventata fonte di divisione. C’è un pensiero molto ideologico dietro al voto del 2020 rispetto a quello del 2016, che era un voto più “utilitaristico”.
— Cosa succederà nelle prossime ore?

— Entrambi i candidati si sono dichiarati vincitori, con stili diversi e in modi diversi, ma entrambi hanno fatto sapere di essere pronti ad adire alle vie legali nel caso in cui la loro vittoria non dovesse essere decretata dai numeri. E questo lascia aperti degli scenari abbastanza problematici.

— Quali?

— Innanzitutto una fase protratta di instabilità politica perché probabilmente ci vorranno settimane per avere il nome del vincitore se questo dovesse essere proclamato dalla Corte Suprema. E a differenza di quanto accaduto nel 2000 all’epoca dello scontro legale tra George W. Bush e Al Gore, nessuno dei due candidati oggi sembra disposto a concedere all’altro la vittoria, neppure in caso di pronuncia da parte di un tribunale. Quelli che rischiamo di avere nei prossimi quattro anni sono degli Stati Uniti profondamente spaccati.

— Questo cosa può significare per il mondo occidentale?

— È un grosso problema, forse è la più grossa implicazione globale di quello che sta succedendo in queste ore. Quella che gli Stati Uniti stanno vivendo non è soltanto una crisi politica legata ad un risultato elettorale. Nell’ipotesi in cui il candidato sconfitto non accettasse l’esito di questo voto verrebbe messa in discussione l’idea stessa di democrazia rappresentativa così come l’abbiamo concepita in Occidente da secoli. Gli Usa sono il simbolo del pensiero democratico occidentale e vedere che in questo luogo simbolo la democrazia viene messa in discussione è una cosa abbastanza importante.
— C’è il rischio di nuovi disordini nelle città americane?

Sia con Biden che con Trump l’Italia resterà marginale
— Alcuni osservatori hanno ventilato questa possibilità, io personalmente non credo allo scenario della guerra civile. Certamente chiunque governerà il Paese nei prossimi quattro anni si troverà di fronte a delle opposizioni molto dure, non soltanto a livello istituzionale, ma anche dal lato dell’opinione pubblica.
— Come viene percepito questo scontro fuori dagli Stati Uniti?

— Il confronto fra Biden e Trump rischia di mettere in discussione la capacità degli Stati Uniti di essere paese guida del mondo occidentale. Allo stesso modo in Europa una vittoria di Biden potrebbe essere vissuta come un ritorno alla democrazia dopo quattro anni di “anomalia trumpiana”.

— Dove si decideranno queste elezioni?

— Tra i tre Stati in bilico nella regione dei Grandi Laghi la Pennsylvania è quella che pesa di più, contando da sola 20 voti, cioè quasi come due Stati messi insieme (Wisconsin e Michigan ne valgono 26). La Georgia è abbastanza sicura per i repubblicani e anche il North Carolina. La Pennsylvania in questo momento sembra essere sbilanciata a favore di Trump ed è anche uno degli Stati dove il voto per posta pesa di più. Un’eventuale vittoria di Trump in questo Stato smonterebbe anche il paradigma del voto postale a favore dei democratici e questo potrebbe rimettere in discussione anche quello che sta succedendo in Wisconsin e Michigan dove i due sono testa a testa. Poi c’è il nodo della validità dei voti per posta arrivati dopo la data del 3 novembre, che potrebbe approdare nelle aule di tribunale.

— Cosa dovrà affrontare il prossimo presidente degli Stati Uniti?

— Chiunque sarà il presidente dovrà lottare per affermare il suo diritto ad essere presidente proprio a causa della polarizzazione sempre più importante degli americani.

Fonte: https://it.sputniknews.com/mondo/202011049737937-elezioni-usa-pastori-ispi-lamerica-spaccata-ora-va-verso-linstabilita-politica/

Articolo collegato: https://it.sputniknews.com/mondo/202011059742696-media-parziali-e-biden-mentalmente-handicappato–cosi-il-professore-svedese-negli-usa-ci-va-duro/

Articolo collegato: https://lacrunadellago.net/2020/11/06/colpo-di-stato-negli-usa-il-nuovo-ordine-mondiale-non-vuole-lasciare-andare-lamerica-trump-pronto-alla-controffensiva/?fbclid=IwAR0634BBu9SXgepTYdMO8Qt5YMQxH-HnHAjlxv1jvl13Q-x0HjWyQvFxogo

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Commento di Nuovo Partito Comunista Italiano: “Come andrà a finire negli USA? Questa è in queste ore in Italia la domanda che si pongono tutti i perdigiorno e la domanda che diffondono tutti i professionisti del sistema di diversione delle masse popolari dalla lotta di classe e di intossicazione delle menti e dei cuori dei lavoratori. Questi professionisti e i perdigiorno al loro seguito danno l’una o l’altra delle mille risposte che si possono dare, tirando a indovinare, attendono l’esito degli scontri in atto. Ma la domanda che dobbiamo porci noi comunisti e che deve porsi chi con spirito pratico vuole porre fine al corso catastrofico delle cose che la borghesia imperialista impone alle masse popolari, è: cosa insegna a noi quello che sta succedendo negli USA?…” (7 gennaio 2021)

Commento di J.E.: ” I media sgorgano dappertutto mostrando il tumulto, difficilmente in grado di contenere la loro gioia nel denunciare la miseria di altre persone. Ma, oh no, non negli Stati Uniti … semplicemente non può essere tollerato. Ipocriti dalla mente malvagia al loro peggio! – Gli Stati Uniti non saranno mai in grado di convincere altri paesi in futuro quando si tratta di disordini e uccisioni nei loro rispettivi paesi a rimanere bassi durante e dopo un’elezione se non con la forza. Un paese del terzo mondo, come sono diventati gli Stati Uniti, ha perso la sua immagine, influenza e potere commerciale nell’ultimo anno circa. Ciò che è stato costruito per 200 anni dispari è stato distrutto dal trombettista in circa un anno. Ottimo per l’America? Che spettacolo: la sede del potere che comanda il globo deve proteggersi con mobili alla porta del Campidoglio, maschere antigas sotto le sedie, terminare le sessioni della casa e del senato, cercare rifugio in un luogo sicuro, teppisti che solcano i corridoi ecc. E Huawei non ha nemmeno interferito con la sicurezza nazionale. Che spettacolo per la comunità globale. I migliori video dell’anno, no? Gli Stati Uniti non hanno bisogno di Huawei per degradare la loro sicurezza nazionale. Lo fanno da soli…” (7 gennaio 2021)

Video in diretta del 6 gennaio 2021: https://www.youtube.com/watch?v=tyucp7rZSc4

Articolo collagato: https://it.sputniknews.com/mondo/202101069977404-sostenitori-di-trump-cercano-di-irrompere-nel-campidoglio-e-lo-scontro-con-forze-dellordine/

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Due commenti di cittadini Usa sui recenti fatti di Washington

“Questo è puro intrattenimento, guardare i media statunitensi impazzire nel panico e condannare i manifestanti. I politici si rannicchiano e rabbrividiscono nei loro stivali. Oh, mio ​​Dio piangono, come può succedere! Quando accade in Ucraina, Russia, Bielorussia, Venezuela, Iran, ecc. Ecc., Incoraggiano la violenza. Aiutano con miliardi di dollari, armi, forze armate per aumentare la violenza e la miseria in altri paesi. I media sgorgano dappertutto mostrando il tumulto, difficilmente in grado di contenere la loro gioia nel denunciare la miseria di altre persone. Ma, oh no, non negli Stati Uniti … semplicemente non può essere tollerato. Ipocriti dalla mente malvagia al loro peggio!”

“Gli Stati Uniti non saranno mai in grado di convincere altri paesi in futuro quando si tratta di disordini e uccisioni nei loro rispettivi paesi a rimanere bassi durante e dopo un’elezione se non con la forza. Un paese del terzo mondo, come sono diventati gli Stati Uniti, ha perso la sua immagine, influenza e potere commerciale nell’ultimo anno circa. Ciò che è stato costruito per 200 anni dispari è stato distrutto dal trombettista in circa un anno. Ottimo per l’America? Che spettacolo: la sede del potere che comanda il globo deve proteggersi con mobili alla porta del Campidoglio, maschere antigas sotto le sedie, terminare le sessioni della casa e del senato, cercare rifugio in un luogo sicuro, teppisti che solcano i corridoi ecc. E Huawei non ha nemmeno interferito con la sicurezza nazionale. Che spettacolo per la comunità globale. I migliori video dell’anno, no? Gli Stati Uniti non hanno bisogno di Huawei per degradare la loro sicurezza nazionale. Lo fanno da soli.”

7 gennaio 2021 – Biden ottiene la conferma elettorale da parte del Congresso: https://it.sputniknews.com/politica/202101079978638-il-congresso-americano-conferma-joe-biden-presidente-degli-usa/

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