ONU. Denuncia dell’Ambasciatore siriano Bashar Jafari al Consiglio di Sicurezza

Signor Presidente,
Mi congratulo con lei e coll’amichevole Repubblica d’Indonesia per aver presieduto il Consiglio di Sicurezza questo mese, ed estendo anche le mie più sentite condoglianze al collega, Rappresentante Permanente della Federazione Russa e al suo Paese amico, per il doloroso incidente accaduto ieri, che ha portato alla morte di un maggiore-generale e al ferimento di due soldati dell’esercito russo a causa di un ordigno esplosivo piazzato dai terroristi, poiché il loro convoglio fu preso di mira al ritorno da una missione umanitaria nel governatorato siriano di Dayr al-Zur.

Signor Presidente,
Da quando il Consiglio di Sicurezza ha approvato il processo politico come base per risolvere la crisi nel mio Paese, alcuni membri permanenti di questo Consiglio hanno cercato di minare questo approccio giorno dopo giorno, mese dopo mese e anno dopo anno da quando tali membri purtroppo iniziarono a fare un uso improprio del Consiglio per sostenere praticamente la guerra terroristica contro la Siria e giustificare la loro occupazione delle sue terre e lo sfrenato investimento nel terrorismo. Ogni volta che vi abbiamo presentato un reclamo o informato su fatti sul sostegno a terrorismo, aggressione, occupazione, saccheggio e distruzione delle risorse del mio Paese, maggiore è la pressione occidentale per deviare gli sforzi del Consiglio di sicurezza e impedirgli di svolgere il proprio ruolo nel preservare le disposizioni della Carta e garantire il rispetto del contenuto delle proprie risoluzioni rilevanti per la situazione in Siria, primo dei quali è garantire il pieno impegno a sua sovranità, unità e integrità territoriale. Questo solleva solo tante domande: cosa ha fatto il Consiglio di sicurezza per porre fine all’occupazione nordamericana di parte del mio Paese? Cosa ha fatto per porre fine all’occupazione turca e alle azioni del regime di Erdogan, che sponsorizza il terrorismo? Quali passi sono stati compiuti dal vostro Consiglio per sostenere gli sforzi dello Stato siriano e dei suoi alleati nella lotta al terrorismo e nell’affrontare le decine di migliaia di “terroristi senza frontiere, conosciuti anche nella lingua delle Nazioni Unite come terroristi stranieri, facendo responsabili i governi di reclutamento, finanziamento e sostegno?

Signor Presidente,
In un momento in cui i membri del Consiglio di sicurezza si sono impegnati all’inizio delle loro risoluzioni sulla situazione nel mio Paese a un forte impegno a rispettare la sovranità, l’unità e l’integrità territoriale della Repubblica araba siriana, le forze di occupazione statunitensi, davanti alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale hanno compiuto un nuovo passo per saccheggiare le risorse naturali della Siria, inclusi petrolio e gas siriani. Recentemente, la compagnia nordamericana “Crescent Delta Energy”, col patrocinio e sostegno dell’amministrazione statunitense, stipulava un contratto con la milizia separatista cosiddetta “Syrian Democratic Forces/SDF”, agente delle forze di occupazione statunitensi nel nordest Siria, coll’obiettivo di derubare petrolio siriano e privare lo Stato e il popolo siriani delle entrate necessarie per migliorare la situazione umanitaria, provvedere ai bisogni del sostentamento e alla ricostruzione. Immaginate, signore e signori, una società sconosciuta nata dal nulla, guidata dall’ex-ambasciatore degli Stati Uniti in Danimarca James Keen, l’ufficiale della forza Delta nordamericano in pensione James Reese, e un esperto di petrolio. Tutto questo con la benedizione dell’Amministrazione nordamericana, che ha effettivamente fondato tale società. Tale comportamento ostile nordamericano nei confronti della Siria, in contraddizione con diritto internazionale, Carta delle Nazioni Unite e risoluzioni del Consiglio di sicurezza, non era una sorpresa, poiché l’amministrazione statunitense aveva permesso possesso e il traffico dell’organizzazione terroristica SIIL saccheggiando il petrolio siriano e contrabbandolo in Turchia in collaborazione col regime di Erdogan, sponsor del terrorismo. Inoltre, l’amministrazione statunitense continuava, attraverso la sua alleanza illegale, a lanciare ripetuti attacchi alle forze dell’Esercito arabo siriano per impedirgli di liberare le aree occupate dall’organizzazione terroristica SIIL nel nord-est della Siria. Solo due giorni fa, due elicotteri militari nordamericani attaccavano un posto di blocco dell’Esercito arabo siriano a sud-est di Qamishli, uccidendo un soldato e ferendone altri due. Ricordiamo tutti l’attacco vergognoso delle forze di occupazione nordamericane sui siti dell’Esercito arabo siriano sul Jabal al-Tharda a Dayr aò-Zur il 17 settembre 2016, per consentire all’organizzazione terroristica SIIL di controllare tale siti. Inoltre, il 27/10/2019, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva annunciato che “intende concludere un accordo con una compagnia nordamericana per andare in Siria e ottenere la sua quota di petrolio siriano!” Trump ribadiva tale impegno il 01/11/2019 annunciando l’intenzione di trattenere il petrolio siriano perché “ama il petrolio!” È noto a tutti che l’amministrazione nordamericana permise alle compagnie petrolifere statunitensi, il cui lavoro era supervisionato dall’ex-vicepresidente nordamericano Dick Cheney, di estrarre petrolio siriano dal Golan siriano occupato in flagrante violazione delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza e dell’Assemblea generale. Qui, chiediamo: ciò esprime il rispetto degli Stati Uniti, il Paese che ospita la sede delle Nazioni Unite e membro permanente del Consiglio di sicurezza a cui è affidato il contributo al mantenimento della pace e sicurezza internazionali, del diritto internazionale, la Carta delle Nazioni Unite e soluzione politica in Siria?

Signor Presidente,
Il periodo recente ha visto anche l’American Creative International Associates concludere un accordo di cooperazione col cosiddetto “Consiglio Civile di Dayr al-Zur City”, che opera sotto l’egida delle milizie “Syrian Democratic Forces”. Si tratta delle stesse milizie che emisero pochi giorni fa la cosiddetta “protezione e gestione della legge sulla proprietà assente”, che mira a saccheggiare le proprietà dei siriani sfollati a causa degli sforzi concertati di SIIL e SDF nel cambiare la composizione demografica di queste aree. Questo accordo sponsorizzato dall’amministrazione nordamericana e dalle sue forze di occupazione è coerente coll’impegno a sovranità, unità e integrità territoriale del mio Paese? La vergognosa storia degli Stati Uniti d’America contro decine di Stati membri in questa organizzazione risponde a questa domanda e dimostra la mancanza di fiducia delle amministrazioni nordamericane nei principi e scopi di questa organizzazione internazionale. Il mio Paese, la Repubblica araba siriana, condanna tali prassi e qualsiasi atto simile o accordo sospetto che abbia luogo con milizie per procura ed entità terroristiche o organismi artificiali che non hanno alcuna forma o status legale. La Siria afferma che tali pratiche sono nulle, invalide e non hanno alcun effetto legale in quanto costituiscono un assalto spudorato alla sovranità della Repubblica araba siriana e alle risorse del suo popolo. Il moderno diritto internazionale si rivolterà nella sua tomba, lamentando tale comportamento.

Signor Presidente,
Da parte sua, il regime turco continua le azioni volte a rafforzare l’occupazione di parti del mio Paese. Il regime turco cerca di cambiare il carattere legale, demografico, economico e finanziario di questi territori occupati con la turchificazione e scacciando gli abitanti, saccheggiandone i beni immobili e proprietà, imponendo l’uso della valuta turca e nominando piazze e strade da figuri turchi e ottomani. Il regime turco ha persino utilizzato nomi ottomani per organizzazioni ed entità terroristiche che supervisiona, gestisce e investe nelle sue guerre estere in Libia e altrove. Per citare alcuni di tali gruppi terroristici dai nomi storici ottomani: “Liwa Sultan Murad”, “Liwa Sultan Muhammd al-Fatah” e “Haraqat Nur al-Din al-Zanqi” e altri. Queste sono la punta dell’iceberg dei crimini perpetrati dal regime di Erdogan, che non ha mai rispettato gli impegni assunti dagli accordi di Astana e dalle intese di Sochi, e ha commesso ogni singolo crimine prescritto come: sostegno al terrorismo, facilitazione dell’infiltrazione di combattenti terroristi stranieri in Siria, fornire alle organizzazioni terroristiche sostanze chimiche tossiche da usare contro i civili e fabbricare accuse contro il governo siriano. Il regime turco commise atti di aggressione e occupazione, tra cui l’aggressione alla città di Qasab e la cosiddetta “Operazione Peace Spring” e l’incursione militare turca nel nord e nord-ovest della Siria, saccheggiando fabbriche e proprietà dei siriani ad Aleppo e campagna, e bruciando o saccheggiando i raccolti agricoli e trafficare con SIIL ed organizzazioni terroristiche in petrolio e antichità saccheggiate e altro. Al momento in cui si tiene questa sessione, più di un milione di siriani di al-Hasaqah e campagne vive senza acqua potabile col caldo intenso e la paura dello scoppio del coronavirus. Tutto questo è il risultato del silenzio di questo consiglio sull’uso continuato dell’acqua da parte del regime turco come arma della guerra contro i civili, tagliando l’acqua potabile dalla stazione di Aluq per più di 15 volte, per periodi che vanno da due a dieci giorni, e riducendone la produzione ai livelli minimi. Per quanto tempo il vostro consiglio rimarrà in silenzio di fronte ai crimini di guerra e contro l’umanità commessi da Erdogan? Avete una domanda? La Repubblica Araba Siriana ribadisce che la presenza delle forze militari turche sul territorio siriano è un atto di aggressione, occupazione e grave violazione dei principi del diritto internazionale, delle disposizioni della Carta delle Nazioni Unite e dei principi di relazioni amichevoli e di buon vicinato tra Paesi confinanti. Il mio Paese afferma inoltre che il regime turco che confisca e annette terre siriane e vi costruisce ciò che viene chiamato muro di separazione non cambierà lo status giuridico di queste terre e la loro appartenenza alla Repubblica araba siriana, né porterà in alcun modo ad influenzare i diritti legali e sovrani della Repubblica araba siriana, o è un precursore di qualsiasi futura demarcazione binaria. Il regime turco si nasconde dietro la sua appartenenza alla NATO al fine di inimicarsi i Paesi vicini e violare i diritti sovrani di questi Paesi, aumenta la responsabilità di tale alleanza sull’assenza di stabilità nell’intera regione mediterranea e portando a un’escalation senza precedenti.

Signor Presidente,
La delegazione nazionale prosegue i preparativi per partecipare alle prossime riunioni del Comitato costituzionale, che si terranno a Ginevra pochi giorni dopo. Riaffermiamo che questo processo è e deve essere sempre guidato dalla Siria, dai siriani, senza alcuna interferenza estera, e che le basi concordate e i termini di riferimento raggiunti vanno sostenuti e rispettati e non manipolati per deviarli da compiti ed obiettivi assegnati con qualsiasi pretesto. Sì, lo diciamo più e più volte che la soluzione è politica ed è compito esclusivamente siriana senza alcuna interferenza straniera. Una soluzione cui gli stessi siriani hanno fissato i parametri per proteggere il loro Paese dagli avvoltoi in agguato, non secondo criteri fissati dall’amministrazione nordamericana e da Erdogan che attaccano la Siria e ne occupano preziosi territori. Dalla dichiarazione del mia collega, il rappresentante permanente nordamericana, sembra che la politica della sua amministrazione nei confronti del mio Paese si basi sul regolare i conti con qualsiasi Paese che sostiene il mio Paese contro la cospirazione contro la Siria e questi stessi Paesi. Pertanto, non è strano che il rappresentante nordamericana inizi la sua dichiarazione parlando dell’Iran come se l’argomento dell’incontro di oggi sia discutere la difficile situazione dell’amministrazione nordamericana dopo il suo ritiro dal Piano d’azione globale congiunto, noto come JCPOA.

Signor Presidente,
La Repubblica Araba Siriana rinnova, ancora una volta, la richiesta al Segretario Generale e al Consiglio di Sicurezza di intraprendere un’azione urgente in risposta alla denuncia presentata il 31/5/2020, condannando gli atti di aggressione, occupazione e ingerenza estera nel affari della Siria, nonché gli effetti disastrosi delle misure coercitive unilaterali imposte dall’amministrazione statunitense e dall’Unione europea nonostante le suppliche del Segretario generale, dell’Inviato speciale e di molti altri. Tali misure impediscono ai siriani di adempiere ai bisogni primari di cibo, medicine e attrezzature mediche, soprattutto alla luce della diffusione della pandemia COVID-19 e dei suoi gravi impatti. Rappresentano anche il crimine di deliberato omicidio nei Paesi colpiti da queste sanzioni. Un’ultima parola amichevole all’inviato speciale Pederson, l’ho sentito descrivere nella sua dichiarazione le forze di occupazione nordamericane come “le forze della Coalizione Internazionale”! Naturalmente, il moderno diritto internazionale, la Carta martirizzata, l’inviato stesso, il Consiglio e io, sappiamo tutti che la presenza delle forze nordamericane nel mio paese è illegittima e mera occupazione. Invito pertanto l’amico Pederson a riconsiderare l’uso di tale termine.

Grazie, signor presidente.

Bashar Jafari

Fonte: http://syriatimes.sy/index.php/news/local/50528-statement-of-ambassador-dr-bashar-ja-afari-the-permanent-representative-of-the-syrian-arab-republic-at-the-meeting-of-the-security-council-on-agenda-item-the-situation-in-the-middle-east

Traduzione di Alessandro Lattanzio: http://aurorasito.altervista.org/?p=13430&fbclid=IwAR2pG2WOtyeKplgkGtJL3b6KHH9wzspU39noE4YFV83NKLQzBaFYyCchLOs

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