In memoria di Nicoletta Machiavelli, la meravigliosa non diva…

Un racconto remix ispirato alla figura di Nicoletta Machiavelli, attrice italiana degli anni sessanta settanta, hippy ribelle, seguace di Osho a Poona e in Oregon.

In NAVAJO JOE, il suo primo spaghetti western, oggi, oggetto di culto, con un magnifico commento sonoro di Ennio Morricone. Recitava la parte di un’indiana Navajo e quindici anni dopo faceva la guida tra i veri Navajo nella Riserva indiana più grande d’America, con il paesaggio più bello del mondo, tra rocce di tutte le sfumature del rosso, di forme eccezionali, mentre si istruiva sulle abitudini, gli usi e i costumi di quel popolo affascinante.

STORIE SCELLERATE – https://www.youtube.com/watch?v=f3jQqCfaddQ

La verità, potrebbe stare nel mezzo, in questo film, c’è davvero tantissimo dell’universo: violenza e sentimento, scene surreali, personaggi grotteschi. magnificamente western, con splendidi scorci di paesaggio dal Sinis al Montiferru, fino alle dune di Piscinas. Era il 1968, potrebbe essere, Spagna, Messico, Arizona invece è il villaggio di San Salvatore, trasformato in pueblo messicano. Testimone silenzioso Oggi più o meno villaggio fantasma, dove anche l’unica taverna, l’Abraxas, fatica a rimanere aperta, fra le fotografie di Gigi Riva e del Che. Nel paese, nessuna informazione, nessuna attrattiva a parte il silenzio, un’esperienza incredibile:la storia di una donna con la colt nella giarrettiera la quale, tutta vestita e pettinata stile ottocento, con grande scollo e spacco laterale, che cavalca tra le praterie e le saline della Sardegna e fa incontri con personaggi a dir poco strani… il costume Uno scollo vastissimo, stoffa setosa di colore rosa/beige, cappellino appena appoggiato sui boccoli neri, con una veletta vezzosa. una bella pistolera europea nel Messico del 1867, durante la rivoluzione contro i francesi: ha una mira infallibile e s’innamora d’una spia che contrasta il traffico di armi d’un bandito.

Comunque nel periodo dell’alternativa; c’era un via vai a Roma di gente di tutto il mondo, scrittori, musicisti, attori. Roma era un calderone di artisti, gli happenings a P.za Navona e Campo dei Fiori accadevano dal vinaio e nelle fontane, e non si trattava di attricette che si spogliavano, come negli anni 60, ode per l’arte cinematografica. L’impostazione del problema era evidentemente viziata da una visione unilaterale che non poteva non suscitare perplessità e riserve, accentuate anche dalle imperfezioni stilistiche che affioravano qua e là…

Nel 1970 un altro oggetto strano:anomalo documentario: Tenendo conto dell’ideologia dei frammenti, può considerarsi luogo di eccesso, in senso morale: situazioni emblematiche scelte nel loro momento di deflagrazione, di scoppio, come la Magia, la religione, il rapporto di tipo borghese. personaggi fuori del tempo o della realtà, attraverso deliranti dialoghi e misteriosi riti, vogliono esprimere le paure e le illusioni dell’umanità dalle origini ai giorni nostri.

Era un ragazzo col fuoco in testa, i capelli scompigliati e lo sguardo di chi sa che cosa vuole e lo vuole subito. Aveva un sorriso incantevole, era più o meno lo stesso periodo: un periodo in cui Roma era percorsa e traversata da una miriade di ondate cinematografiche diverse e varie; la zingara che frigge le cartoline davanti al Colosseo o la parte di una hippy, scapestrata e con poca moralità, vestita con molti colori, caricatura di se stessa. Come sempre, una parte che mal le si addiceva. ricordo che eravamo seduti al tavolo del set e mi chiese: “Perché sei così? Perché non t’importa niente di quello che pensano di te gli altri? Perché sembra che odi tutti e vuoi essere contro il mondo e la società?”. Rimasi sorpresa dell’intrusione, nei suoi occhi c’era un’immensa tristezza; più tardi qualcuno disse che aveva una moglie molto giovane che era hippy. Qualche anno dopo, la incontrai in un ashram in India, ai piedi del santone Osho.

Per riflettere sulla debole condizione dell’uomo, perennemente sballottato tra l’ansia di perfezione e le passioni. La storia ha uno spunto ambizioso che potrebbe risolversi in un’insolita metafora sui tabù della psiche lacerata da un irrisolto conflitto tra mente e corpo, gli sviluppi conducono, essenzialmente, al dramma sentimentale con larghe concessioni agli stereotipi cinematografici degli inoltrati anni ’60”

Nel 1972 mentre giravo il film nel quale facevo la tupamaros che prende ostaggi, vengo chiamata nell’ufficio del capo della polizia di Viareggio perché nella mia camera d’albergo aveva pernottato quattro notti un certo Ron… il quale a Genova era stato arrestato con 150 Kg di hashish afgano infilato nelle portiere della sua Ferrari, che era arrivata su una nave Russa dall’Afganistan; la nostra storia era appena cominciata quando lui mi seguì in quest’albergo primi novecento “il Principe di Viareggio”, dove abitava tutta la troupe del film, una commedia che ebbe poco successo.eravamo due mascalzoni di autostrada, politicamente motivati, che appunto rapivano per scopi di lucro e politici la coppia in mercedes. Tutto il film è stato girato sull’autostrada Pisa-Genova che allora era in costruzione. Il costume nel film era l’opposto di Giarrettiera: una camicia da uomo e un paio di jeans, una pistola infilata nella cintura. I capelli erano cortissimi, non portavo nemmeno un filo di trucco. E proprio vestita così (inclusa la pistola) andai dal capo della polizia, quel giorno, che mi aveva urgentemente mandato a chiamare. Ovviamente ci rimasi malissimo quando seppi le notizie di Ron, quando il capo mi mostrò l’articolo sul giornale di Genova. Ovviamente io non ero una “complice” di questo traffico di droga, senz’altro fui tenuta d’occhio. Solo che in quel film non ero la sola ad essere “strana”. Girammo da fine settembre a fine ottobre, tutti i giorni sull’autostrada.

Storie scellerate è il titolo di un film scritto da pier paolo pasolini diretto da sergio citti e con nicoletta machiavelli tra le protagoniste di una delle storie.

Ferdinando Renzetti

Notizie cronologiche su Nicoletta Machiavelli: https://it.wikipedia.org/wiki/Nicoletta_Machiavelli

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Mio commentino: “Ferdinando ha insistito tanto perché pubblicassi questo suo bel racconto, alla fine mi sono convinto poiché si parla di Nicoletta Machiavelli, che mi è compagna zodiacale, nata anch’essa nell’anno della Scimmia di Legno”

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