NPCI: “Forti dubbi sulle misure adottate dal governo Conte per combattere il coronavirus…”

Con i Decreti-Legge dell’8 e del 9 marzo e i successivi DL e Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), il Governo Conte 2 e altre autorità hanno preso a pretesto la pandemia del Coronavirus Covid-19 per abolire i diritti costituzionali dei cittadini del nostro paese.

Il governo Conte e altre autorità dicono che le misure che impongono servono a porre fine alla pandemia del Coronavirus Covid-19. Non è vero e i fatti lo mostrano! Quelli che lo dicono sono gli eredi e continuatori di governi che hanno condotto il nostro paese alla catastrofe attuale!

Le loro misure non sono adatte a porre fine alla pandemia! La pandemia è solo un pretesto.

Il governo Conte 2 e altre autorità non fanno stare a casa con garanzia di salario pieno i lavoratori che non fanno produzioni indispensabili (clamoroso il caso del settore armi e spazio) né garantiscono condizioni di sicurezza ai lavoratori che fanno produzioni indispensabili. Vietano le riunioni sindacali, intimano ai lavoratori contagiati di tenere nascosto il contagio, inquisiscono lavoratori (compresi infermieri, medici e altro personale sanitario) e sindacalisti che protestano, criminalizzano chi sciopera per esigere condizioni di lavoro sicure!

Con le loro misure in realtà mirano principalmente a impedire che i lavoratori italiani si mobilitino in massa e si organizzino per darsi un governo che abbia veramente la volontà e la capacità di porre fine alla pandemia, di far fronte al disastro economico e sociale che la pandemia provocherà e al sistema di relazioni sociali che ha impedito di prevenire la pandemia con ricerca e vaccino e di contenerla con un servizio e una struttura sanitaria adeguati. È lo stesso sistema che provoca il disastro ecologico e le altre disgrazie che affliggono la grande maggioranza del popolo italiano!

Le misure che il Governo Conte 2 impone alla popolazione italiana non impediscono la propagazione del contagio né assicurano ai contagiati un trattamento adeguato. Lo dimostrano i fatti, a più di due mesi dalla scoperta che l’epidemia era in corso.

1. Il numero dei contagiati continua a crescere benché le autorità facciano fare un numero di esami (con tamponi o altro) inferiore a quello che possono far fare.

2. Il numero dei morti da Covid-19 continua a crescere anche se non tutte le morti dovute a Covid-19 sono censite come tali.

3. Le autorità non hanno ancora distribuito, e tanto meno gratuitamente, dispositivi di protezione individuale (DPI) a tutta la popolazione, neanche a tutti gli addetti alle attività sanitarie e di soccorso e ad altre attività indispensabili.

4. Le autorità lasciano funzionare aziende che non fanno produzioni indispensabili nell’immediato e che comportano luoghi e circostanze favorevoli al contagio e la circolazione dei rispettivi lavoratori.

5. Le autorità fanno funzionare strutture e aziende indispensabili senza assicurare misure e dispositivi adeguati a impedire il contagio, creando così luoghi e circostanze favorevoli al contagio.

6. Strutture, mezzi e personale dedito alle cure, in particolare alla terapia intensiva, sono ancora in quantità insufficiente e le autorità subordinano la loro messa in opera a questioni finanziarie.

7. Le autorità non hanno ancora disposto l’erogazione senza se e senza ma di un reddito dignitoso e alle scadenze abituali a tutti i lavoratori dipendenti e autonomi e ai disoccupati. Non hanno provveduto al ricovero in case decenti di tutte le persone che sono senza casa o vivono in case inadeguate, nonostante il gran numero di case di ricchi, di Ordini e Congregazioni religiose, di immobiliari normalmente vuote e i locali lasciati liberi dai turisti.

8. Le autorità subordinano ancora l’erogazione di servizi pubblici (acqua, corrente elettrica, gas, internet e telefono, ecc.) al pagamento di bollette. Non assicurano ancora il servizio a domicilio di beni essenziali a tutte le persone che non possono spostarsi o che è meglio non si spostino.

L’elenco potrebbe continuare perché da ogni dettaglio delle misure che hanno imposto traspare che il paese non è in mano ad autorità dedite al benessere della maggioranza dei loro concittadini. È in mano ad autorità preoccupate soprattutto di nascondere l’entità dell’epidemia, di distrarre l’attenzione e impedire la ribellione della popolazione, di assicurare continuità ai profitti dei padroni delle grandi aziende, al pagamento degli interessi ai signori del sistema finanziario e bancario e al rinnovo dei titoli del Debito Pubblico che vengono a scadenza.

È ovvio che sia così perché il governo M5S-PD che è alla testa dello Stato e della Pubblica Amministrazione, è un governo a guida PD, uno dei poli delle Larghe Intese. Alti funzionari nominati dai governi delle Larghe Intese (polo PD e polo Berlusconi) fanno ancora il bello e il cattivo tempo anche dopo le elezioni del 4 marzo 2018. Il governo è infiltrato da Italia Viva di Matteo Renzi e affiancato dal Polo Berlusconi (Lega di Matteo Renzi, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e Forza Italia di Antonio Tajani più satelliti vari). Questo è il governo della Confindustria, del Vaticano, delle Organizzazioni Criminali (‘ndrangheta, mafia e le altre), dei gruppi imperialisti europei (UE e BCE), americani (NATO, FMI e complesso militare-industriale-finanziario USA) e sionisti (Israele).

Sono gli stessi che lasciano continuare la produzione di armi, non per garantire sovranità e protezione al popolo italiano ma per i profitti degli esportatori e l’arricchimento dei grandi industriali italiani e stranieri: clamoroso il consenso che il 30 marzo il governo M5S-PD ha dato al gruppo (ufficialmente pubblico) Leonardo di riprendere la produzione di F35 americani nello stabilimento di Cameri (Novara).

Sono gli stessi che continuano a partecipare alle spedizioni militari NATO dall’Afghanistan alla Libia e ora hanno pianificato di spedirvi su larga scala anche in Africa nel Sahel e oltre. Sono gli stessi che lasciano circolare e operare liberamente da un capo all’altro del nostro paese le basi militari NATO e USA.

Con questo sistema chissà quando e dopo quanti morti finirà l’epidemia! È quello che ha detto, nell’intervista rilasciata a Repubblica del 30 marzo anche uno dei capi della delegazione di esperti cinesi dopo aver passato in rassegna i dispositivi in atto nel nord Italia.

Il Governo Conte 2 in nome della lotta al contagio ha abolito diritti costituzionali (il diritto di spostarsi, riunirsi, organizzarsi, scioperare, dimostrare, il diritto all’istruzione ecc.): lo riconosce lo stesso Giuseppe Conte quando gli conviene (vedi l’intervista rilasciata il 29 marzo al giornale spagnolo El Pais e molti di voi lo constatano personalmente. Sono i diritti costituzionali su cui hanno chiamato a giurare ogni membro delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine, mentre ora vi chiedono di farvi garanti del coprifuoco generale e della sospensione di questi diritti. Mirano a imporre un vero e proprio regime poliziesco e la militarizzazione dei territori. La lotta al contagio è solo un pretesto: milioni di lavoratori sono costretti comunque ad andare a lavorare nelle grandi aziende (i veri assembramenti!) e a spostarsi su tutto il territorio nazionale, facendosi di fatto veicolo di contagio per altri. Il Governo Conte 2 è sottomesso a Confindustria e alle altre organizzazioni padronali. Che questo avvenga, può constatarlo ogni agente delle Forze dell’Ordine onesto, a seguito dei controlli sulle autocertificazioni che fa quotidianamente.

Allo stesso tempo, milioni di persone sono bombardate ogni giorno con una propaganda di guerra, terrorizzate, abbandonate a se stesse senza alcuna tutela economica, psicologica e sanitaria. Le loro condizioni di vita peggiorano costantemente per l’incuria di Governo.

Quello messo in atto dai vertici della Repubblica Pontificia (Confindustria e altre organizzazioni padronali, Vaticano, Organizzazioni Criminali e altri gruppi imperialisti) è un’azione contro la Costituzione e le libertà democratiche. Esso si concretizza nel costringere milioni di persone a lavorare a rischio contagio, nel lasciare abbandonate a se stesse (o alle famiglie) senza assistenza medica centinaia di migliaia di persone contagiate che non hanno sintomi gravi (con il conseguente allargamento del contagio), nel non prendere misure economiche e politiche immediate (adeguate e sufficienti) per far fronte all’emergenza sanitaria ed economica, nel non sostenere lavoratori, disoccupati e partite IVA. Non hanno neanche organizzato, mobilitando Forze Armate, Protezione Civile, studenti e disoccupati, il rifornimento di generi alimentari e di prima necessità alle persone costrette alla quarantena che solo in alcune zone hanno avuto sostegno dalle masse popolari e da giovani organizzatisi in Brigate di Solidarietà. Nello stesso tempo colpiscono la popolazione con misure restrittive concepite su misura per non intaccare gli interessi dei padroni delle grandi industrie (anche di quelle non necessarie ad affrontare l’emergenza, ma che danno profitti e impediscono ai concorrenti di occupare il mercato); vessano la massa della popolazione con il terrorismo mediatico, con la paura della repressione e con sanzioni pecuniarie che lasciano piena libertà di spostamento ai ricchi ma soffocano i lavoratori: 3.000 o 5.000 euro di multa per un Berlusconi sono noccioline, per una persona normale sono una cappio al collo.

Promotori di questo stato di cose sono quelli stessi che negli ultimi anni quarant’anni hanno distrutto il settore pubblico dell’economia, hanno smantellato o privatizzato le aziende proprietà dello Stato e di enti pubblici, hanno indirizzato la ricerca scientifica e l’industria farmaceutica a fare brevetti e produrre profitti, hanno inondato di denaro pubblico le tasche della sanità privata (dalle cliniche di Congregazioni e Ordini religiosi, al gruppo San Raffaele di don Verzé, alle centinaia di strutture private disseminate sul territorio nazionale), mentre hanno smantellato la sanità pubblica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità contabilizza per l’Italia solo negli ultimi dieci anni 37 miliardi in meno di finanziamenti per gli ospedali pubblici, dimezzati i posti di terapia intensiva, ridotto di 70 mila il numero dei posti letto, ridotto di 40 mila il numero del personale medico e paramedico, chiudendo ospedali e reparti e bloccando le graduatorie per l’assunzione di medici e infermieri. Questi personaggi sono i vari governatori e ministri dei partiti delle Larghe Intese (PD, partito di Berlusconi e la Lega al governo in Lombardia e Veneto) che al guinzaglio del “partito di quelli che hanno i soldi” hanno fatto arricchire a danno degli italiani speculatori e affaristi di ogni sorta, italiani e stranieri, che ora sfruttano l’emergenza Covid-19 per arricchirsi ancora di più a danno della salute del popolo italiano.

In questa situazione la propaganda della “necessità dell’unità nazionale” è solo intossicazione delle menti e diversione dalla realtà che la classe dominante promuove. Cercano di nascondere il fatto che non siamo tutti sulla stessa barca. Grandi capitalisti, sciacalli della finanza, banchieri, cardinali, alti graduati militari e delle forze di polizia sono comodamente seduti nelle loro ville o uffici isolati dal contagio e comunque avrebbero a disposizione le migliori cure per guarire. Invece operai e altri lavoratori, agenti di polizia e carabinieri, soldati dell’esercito, agenti di polizia penitenziaria, sono costretti ogni giorno a lavorare “in strada” o in grandi assembramenti (fabbriche, caserme, carceri, campi di concentramento per immigrati, ecc.) senza le dovute tutele (sanificazione dei locali, mascherine, guanti), ma soprattutto sono costretti ad avere a che fare ogni giorno con centinaia di persone potenzialmente contagiose. Il Ministero dell’Interno e della Difesa si guardano bene dal controllare lo stato di degrado e l’incuria verso la salute dei lavoratori all’interno delle aziende, a chiudere e mettere sigilli a quelle fabbriche dove gli operai sono costretti a lavorare a contatto l’uno con l’altro, per lo più senza protezioni o con protezioni insufficienti, con il rischio di contagiare le proprie famiglie al rientro dal lavoro, a controllare le strutture sanitarie gestite da Congregazioni e Ordini religiosi e da privati e le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e le case di riposo gestite da affaristi e speculatori che si arricchiscono sulla pelle degli anziani, dove migliaia di anziani muoiono per mancanza di cure.

Il (nuovo) Partito comunista italiano chiama i lavoratori più avanzati, le donne e i giovani più generosi, a lottare in questa situazione efficacemente contro la borghesia e il clero, a lottare per instaurare il socialismo, a lottare per formare in questa fase un Governo di Blocco Popolare che attuerà immediatamente tutti i provvedimenti necessari per realizzare le sette misure che riassumono le esigenze immediate delle masse popolari del nostro paese.

1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).

2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.

3. Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato).

4. Eliminare attività e produzioni inutili e dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.

5. Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.

6. Stabilire relazioni di collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

7. Conformare le Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria), le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Repubblica configurato nella Costituzione del 1948 (in particolare a quanto indicato negli articoli 11 e 52) e ripristinare la partecipazione universale più larga possibile dei cittadini alle attività militari a difesa del paese e a tutela dell’ordine pubblico.

Queste sette misure costituiscono la base e la condizione dell’ordine pubblico e della sicurezza per le masse popolari in Italia. Queste sono le misure del governo che serve per affrontare l’emergenza sanitaria, economica e politica che assilla il paese e per avviare la sua rinascita.

Bando al panico, alla rassegnazione e al disfattismo!
Viva il governo delle masse popolari organizzate!
Solo un governo che gestisce l’apparato che produce beni e servizi è in grado anche di far fronte all’epidemia del coronavirus.

Nuovo Partito Comunista Italiano – nuovopci@riseup.net

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