La Cina resiste, ieri oggi e sempre…

Quando si visita la Cina, quando vi si lavora regolarmente, le cose all’improvviso sembrano essere estremamente familiari. Mi sento qui come in Russia, durante la fine del regno di Boris Eltsin. Molti, quindi, accolsero a braccia aperte tutto ciò che era europeo e nordamericano. Tutto ciò che i comunisti sovietici dicevano fu improvvisamente considerato sbagliato; tutto ciò che l’occidente bombardò i popoli dell’Europa orientale, fu preso per oro puro. Gli individui che mettevano in discussione la narrativa occidentale erano considerati solo ignoranti. Sappiamo tutti cosa ne seguì: operai e minatori dovettero bloccare i binari delle ferrovie perché i salari non venivano pagati da mesi, persino anni. Le nonne venivano torturate, letteralmente stirate, per rivelare le password ai loro conti bancari. Persone morivano al chiuso, molti congelavano per le temperature sottozero. L’aspettativa di vita scese a quella dell’Africa sub-sahariana. Tutto fu privatizzato.

Questo era esattamente ciò che l’occidente voleva: la Russia in ginocchio, aperta a un saccheggio mostruoso. Come lo so? Ero a New York, studiavo cinema e mi sostenevo come interprete simultaneo e consecutivo di alto livello. “Ero lì”, durante i “negoziati”, durante tale porcheria. Ad un certo punto, mi feci quasi esplodere il cervello, mollai tutto e corsi in Perù a seguire la “Guerra sporca”. Fortunatamente per la Russia, tale follia ed indiscussa ossessione per tutto ciò che veniva dall’occidente non durò lungo. La Russia rifletté, capì e si alzò. Non è perfetta, come niente in questo mondo, ma è di nuovo fantastica.

La Cina ora è da quella parte “lì”, dove si trovava la Russia nei mesi in cui il Presidente Putin salì al potere. In questa nazione enorme e profonda, non c’è altro che risveglio nazionale. Dopo anni, persino decenni, centinaia di milioni di cinesi furono fortemente influenzati dalla propaganda occidentale, anche direttamente infiltrata da ONG, agenzie governative, università, istituzioni artistiche e media di massa occidentali. Negli ultimi due decenni, la Cina non subì l’estrema agonia della Russia dell’era della cosiddetta perestroika e della follia di Eltsin.

Tuttavia, prima che il Presidente Xi salisse al potere, la disuguaglianza cresceva e il popolo cinese cominciava a chiedere più comunismo, non meno. L’antico concetto cinese di “mandato celeste” prese il via e la popolazione ebbe esattamente ciò che chiedeva: la crescita cinese rallentò leggermente e fu sostituita da nobili obiettivi come l’eliminazione della povertà entro il 2020, civiltà ecologica, società socialista dalle caratteristiche cinesi, così come monumentale revisione di settori come trasporti pubblici, pianificazione urbana e rurale, cultura, istruzione e salute. Ma il danno inflitto dalla propaganda e dalla guerra informativa/ideologica occidentali fu già fatto. Londra e Washington raggiunsero il loro obiettivo principale: i cinesi smisero di credere ai propri occhi, orecchie e altri sensi. Più migliorava la vita, meno l’attribuivano al sistema politico, e in particolare al Partito comunista cinese (PCC). Non tutti, ma alcuni sì. Quando parlai in varie università cinesi o interagivo coi cinesi, spiegandogli come funzionano l’imperialismo e la propaganda occidentali, in tutto il mondo, spesso incontravo risposte semplici e ingenue: “No, non può succedere. Gli occidentali sono persone buone e gentili. Non farebbero mai del male a nessuno”. Spesso andavo così lontano, che alcuni cinesi con cui interagivano, negavano gli orrori del colonialismo occidentale, del neo-colonialismo e dell’imperialismo, che spezzarono centinaia di milioni di vite umane per molti secoli in tutti i continenti. Il Partito Comunista Cinese parlava di tali eventi e, poiché l’occidente disse ai cinesi, in particolare ai giovani, che credendo che il Partito fosse troppo “vecchio stile” e “poco cool”, giustamente respingevano le affermazioni totalmente verificabili e veritiere. Un paradosso, ma un paradosso che osservavo in tutto il mondo. Bugie e propaganda occidentali sono troppo professionali, ben confezionate e sponsorizzate.

Ora, la Cina si sta lentamente svegliando. E il suo popolo vede: il mondo che lo circonda è un incubo. “Ci stavano mentendo”, sento in tutto il Paese. E per “loro”, la gente non intende il Partito Comunista, ma l’occidente. “Non sono mai stati nostri amici”, lamentano ulteriormente. “Non volevano mai del bene”. Quando fu evidente che l’infiltrazione ideologica, la propaganda e il “soft power” non potranno rovesciare o addirittura deviare il sistema cinese dal grande successo, l’occidente è diventato “hardcore”, o almeno “semi-hardcore” (per ora). Le flotte dell’US Navy iniziavano a navigare vicino le coste e le isole cinesi, provocando apertamente la nazione più popolosa della terra. Gli alleati occidentali, vicini della Cina, iniziarono a molestare Pechino. Taiwan riceveva un enorme impulso diplomatico e militare da Washington e gli uiguri furono inviati in diverse zone di guerra nel mondo, controllati da terroristi islamici, al fine di tornare un giorno in Cina e bloccare la Belt and Road Initiative (BRI). I giovani dall’aspetto ninja di Hong Kong ebbero un’enorme lavaggio del cervello, oltre ad ampi addestramento ideologico, sostegno, denaro e “amici”, come i gruppi fascisti ucraini.

E così, recentemente, i cittadini cinesi furono costretti ad aprire gli occhi e a rendersi conto che il loro Paese pacifico è in realtà in guerra! Attaccati da tali adorabili “occidentali che amano la democrazia e la libertà”, dagli stessi che pensavano gli dicessero sempre la verità. E che non è solo una guerra regolare. Non volano gli shrapnel; non ancora. Ma funzionari cinesi vengono arrestati, la guerra commerciale infuria, mentre l’enorme potenza militare della nazione più aggressiva al mondo si avvicina sempre di più al territorio cinese. La campagna sinofoba è sempre più aggressiva. E alcuni finalmente si chiedono “Perché?” L’unica risposta è in realtà semplice: “la Repubblica popolare cinese, sotto la guida del Partito comunista cinese, ha dato vita a un sistema molto migliore, molto più umano e sociale (oltre che economico) di quanto l’occidente abbia mai fatto!” E nessuno in occidente celebra questo successo. In effetti, meglio va la Cina, più sarà intimidita, attaccata e tormentata. Tale risveglio è assai brutale. Ma è importante; necessario. Se la Cina cadrà, l’intero pianeta cadrà. Questo è esattamente ciò che vogliono Washington, Londra e altre capitali occidentali. La loro logica è molto semplice; si potrebbe dire primitiva: se Pechino e Mosca perdono, vincerebbero. Se Cina e Russia dovessero seguire la stessa “logica”, potrebbero far collassare le economie occidentali nel giro di poche settimane. Ma hanno a cuore il futuro del mondo. Non si tratta di vincere o perdere, per loro. L’occidente sfrutta la saggezza dei suoi avversari. Vede la lungimiranza come debolezza. Spinge, spinge molto forte.

Cina e Russia sono pazienti; negoziano, usano la diplomazia. Ma per quanto tempo? A Hong Kong e al confine ucraino-russo, della gente già muore; da mesi e anni. Una mossa sbagliata, un terribile errore e la Cina potrebbe reagire contro le infinite aggressioni statunitensi. Non lo vuole, ma ha pieno diritto di farlo.

Andre Vltchek * https://journal-neo.org/2019/12/19/washington-s-refined-art-of-torturing-china-may-ignite-a-war/

* filosofo, romanziere, regista e giornalista investigativo. È un creatore del Mondo di parole e immagini di Vltchek e autore di numerosi libri, tra cui la Cina e la civiltà ecologica. Scrive in particolare per la rivista online “New Eastern Outlook“.

Traduzione di Alessandro Lattanzio: http://aurorasito.altervista.org/?p=9426&fbclid=IwAR3WMPTAmtS6U5EDfxfZP9qyqosw8hlaAlTu5bghsZ7MU8-8fZgn19F0Yn8

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