La verità vegana ha bisogno di buoni esempi

Credo che noi, sostenitori della scienza alimentare igienista e dell’etica universale del biocentrismo, abbiamo il dovere di essere coerenti nel nostro ideale: essere eticamente coerenti e corretti e in buona salute; insomma mostrare i benefici della nostra scelta di vita; diversamente la gente si convincerà che non ne vale la pena rinunciare al “piacere” della carne. Succede che alcune persone vegan abbiano un aspetto emaciato, smunto, pallido, che (a parte particolari disfunzioni organiche) sono troppo magre e troppo grasse; queste probabilmente non hanno ancora ben chiara l’importanza della buona nutrizione e l’importanza della nostra stessa missione.

Una certa cucina vegan è spesso avvilente, propone pietanze più improntate a soddisfare gli occhi che l’organismo: è la cucina di chi crede che bisogna inventarsi un nuovo modo di alimentarsi. Intrugli, intingoli, spezie di ogni tipo, alimenti esotici, denaturati ecc. spesso caratterizzano la cucina di alcuni vegani e tra questi difficilmente si trova qualcuno capace di preparare buoni pasti, semplici e naturali

Mostrare coerenza è la nostra vera forza: chi non è coerente non crede fino in fondo al nostro ideale e danneggia la causa comune. Quello che ci darà credibilità non sarà la nostra conoscenza in fatto alimentare, il nostro saper calcolare il quantitativo di nutrienti necessari, le proteine, i grassi, i carboidrati, le vitamine, i minerali, gli oligoelementi, la fibra e l’acqua necessaria ma la nostra etica, il nostro carattere fatto di garbo, gentilezza, umiltà, chiarezza di pensiero: questo sarà il nostro fiore all’occhiello, il nostro distintivo.

“Non si accende una lampada solo per metterla sotto il moggio”. Il nostro intento non deve essere quello di suggerire il modo migliore di curare le malattie ma quello di indicare lo stile di vita che consente di non ammalarsi; non deve essere quello di liberare dalla medicina convenzionale le persone bisognose di salute per vincolarle alla nostra conoscenza ma quello di aiutarle a crescere mentalmente e moralmente al fine di essere medici di se stessi; di spronarle a maturare una nuova coscienza umana, un nuovo modo di pensare, di sentire, di condividere, più responsabile verso se stessi e verso il destino collettivo, certi che nessun sintomo ha un’unica causa, che la guarigione viene dal di dentro, che quando il corpo si ammala è l’anima che ha fame. Solo questo darà un senso vero alla nostra missione e avremo contribuito a rendere migliore questo mondo.

Essere vegan è meglio, appartiene all’evoluzione della coscienza umana che tende a rispettare tutte le cose. E’ meglio perché non ci rende complici del massacro di miliardi di animali; è meglio perché ci sottrae dalla maggior parte delle malattie; è meglio perché non si distrugge la natura per le monoculture e gli allevamenti intensivi; è meglio perché si eviterà l’inquinamento che viene prodotto; è meglio per l’economia, per il terzo mondo.

Franco Libero Manco

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