Non date retta alle balle dei Giornaloni…

Dugento milion, cinque piscine
che tosto diverran tante latrine.
Godono sugli scali ferroviari
sono evasori e bari.

A me pare Milan di brutta cera:
il suo dottor è forse Damanera?
E…un signor vi prende per cretini Federico è nato a Firenze. Nel 1999 (a 33 anni)
il nome suo è Fubini. si è laureato al Politecnico di Milano
in Ingegneria Elettrotecnica.
E’ tizio che si vanta saper tutto Renzo Fubini (1900-1944) morto ad Auschwitz
ma confonde il burro con lo strutto. laureato in Economia con Luigi Einaudi.
Lui spaccia di saper l’economia. A Firenze Professore di Scienza delle Finanze.
E’ grossa la bugia. A Trieste Prof. di Economia.
Mario Fubini (1900-1977) scrittore
Laurea in Economia? Non l’ha mai presa. e grande esperto di poetica.
Al parentado deve la sua ascesa?
“AD PERSONAM” è vice-direttore.
Diffonde sol terrore.

I suoi preferiti: Francesco Giavazzi (Bocconi), Alberto Alesina (Harvard e Bocconi) e Silvia Ardagna (dal 2004 al 2010 ad Harvard con Francesco, si è trasferita nel 2012 in Goldman Sachs dove attualmente è manager).

I primi due li conoscete bene perché, da tempo, sono i CANTORI DEL NEOLIBERISMO sempre insieme, sulla prima del Corriere. Hanno scritto insieme anche tre libri.

Con Mario Monti, reputato grande economista ma … non ha scritto un solo libro di economia – solo prefazioni e postfazioni – hanno diffuso le loro errate ricette economiche tra i lettori e i governanti che, fino al 2017, si sono abbeverati alla loro fonte.
Grazie alla coppia Alesina-Ardagna, i BOCCONI-BOYS tra i quali Giavazzi, Perotti e Favero, hanno nel 2009 avuto il loro triennio (l’affare è crollato nell’aprile 2013) di celebrità nell’intero mondo accademico.

Nel 1998 Silvia, fanciulla economista 25enne, vergava con Alberto “FISCAL AUSTERITY”: why they can be expansionary. Vista la giovane età credo che lei ne avesse fatte poche di ricerche ma l’AUSTERITA’, che l’avrebbe resa in seguito famosa e ricca (i manager di Goldman Sachs guadagnano bene), l’aveva nel cuore.

Nel 2002 firmò un nuovo libro con Alberto ma i “fuochi d’artificio” divamparono nel 2010 con “EXPANSION AUSTERITY” l’austerità espansiva. Autori: Alesina, Ardagna and the others. Gli altri erano i “boys” della Bocconi, ex allievi di Mario Monti che nel nov. 2011 sarebbe stato chiamato da Giorgio N. a mettere in pratica l’austerità espansiva in “corpore vili”: l’Italia. Mario non ha pensato. Ha obbedito col fattivo aiuto della professoressa Fornero, da lui conosciuta quando si trasferì nel 1970 da Trento come professore alla facoltà di economia di Torino. Fornero era la fidanzata del celebre economista prof. DEAGLIO.
Il 16 febbraio 2012 Silvia – nata nel 1973 a Caserta – mentre lavorava per Bank of America firmò un saggio-guida per l’Inghilterra “Sono con Monti – giusto il rigore”.

Un’anteprima dell’odierno “VAR” del calcio. Peccato che – in ordine di tempo – Grecia, Portogallo e Italia abbiano dimostrato – sulla loro pelle – che IL RIGORE NON DOVEVA PROPRIO ESSERCI.

Nell’aprile 2013 il famosissimo economista keynesiano americano PAUL KRUGMAN – premio Nobel 2008 per l’economia – spiegò col saggio “COME L’AFFARE DELL’ AUSTERITA’ E’ CROLLATO” come le politiche di austerità degli ultimi anni fossero servite a poco o niente per creare crescita e occupazione.

Nel libro “the history of a dangerous idea” nel 2013 Mark Blyth – accademico della Brown University – raccontò che, a fare da cornice teorica al mantra del rigore dei conti pubblici era stato lo studio di Alesina e Ardagna in cui sostenevano le virtù della cosiddetta “austerità espansiva”: la riduzione della spesa pubblica porterebbe, secondo questa teoria, ad un aumento del PIL e ciò sarebbe dovuto al fatto che la tenuta dei conti aumenterebbe la fiducia dei mercati ed investitori nel Paese sotto austerity. Un “non sense” assoluto per studiosi come Krugman e Blyth che si sono formati sui libri di Keynes. Ma la cosa peggiore non era tanto il paper ma il fatto che era stato presentato – in pompa magna – all’ECOFIN del 2010 e che nello stesso anno avesse preso a circolare nei centri decisionali della Bce e della Commissione europea. Ma … la politica avventurosamente applicata non ha portato negli anni successivi da nessuna parte. Non ha fatto uscire l’Europa dalla recessione e non ha portato né crescita né occupazione. La responsabilità – ha scritto Krugman – andava estesa ad altri due celebri economisti: Rheinardt e Rogoff , che, in uno studio del 2009 avevano indicato nel 90% del PIL la soglia massima di debito pubblico che un’economia avrebbe potuto sostenere. Il crollo nel 2013 di questo fantasioso suggerimento (che era stato prontamente recepito) è avvenuto quando si è scoperto un grossolano errore di codifica nell’inserimento dei dati, di omissioni e di gravi problemi metodologici. Comportamento irrituale per celebri accademici di gloriose università. Eppure, anche sulla base di questo raffazzonato studio, erano state introdotte l’austerità, il pareggio di bilancio e il “rimettere a posto i conti” al di qua e al di là dell’Atlantico.

Della manovra a tenaglia, operata da parte delle due coppie di teorici dell’austerità, l’Europa e l’Italia stanno ancora pagando il prezzo e i dioscuri della Commissione europea Juncker e Moscovici pretendono che l’Italia continui a farlo. Da un mesetto sull’Italia piove anche la grandine delle perle di FEDERICO FUBINI.

Ecco le più recenti:
a) Primo nov 2018: titolone in prima pagina
DEFICIT, pronta la procedura UE
Mancava lo spazio per EVVIVA! Nell’articolo spiega che “la cosa avverrà sicuramente il 21 nov.”
Che sia una FAKE NEWS lo prova il 4 nov. l’ex ministro francese Pierre Moscovici, Commissario Ue. Egli ha tenuto a precisare:
“Non è vero che l’Italia rischia sanzioni a partire dal 21 novembre”.

b) 2 nov. A Federico non è bastata la pubblicazione. Ha twittato (ha un blog con parecchi soci in affari):”Manovra, pronta la procedura Ue per debito eccessivo: decisione il 21 novembre. Da allora diventano legalmente possibili sanzioni della Ue all’Italia”.

c) 6 nov. Federico:”C’è una tregua (apparente)- il padreterno sa tutto – nda
sullo spread ma è difficile capire – solo lui può farlo – nda come questo Governo possa durare così fino alle Europee”

d) Tweet 4 nov: “E’ risibile che i 5Stelle volgano le sue frasi ma è opportuno che l’ex Presidente dell’Eurogruppo (il suo amicone Jeroen Dijsselboem, già ministro delle finanze olandese) inviti i mercati a guardare in modo critico…”

e) I 5 Stelle avevano ritrasmesso un video preparato da Giulietto Chiesa che, come tutti sanno, è una bravissima persona. A differenza di molti altri, non si è arricchito con la politica e continua a lottare per i più deboli. Ha solo calcato la mano ma non ha offeso nessuno.

Repubblica il 21 marzo 2018 ha scritto testualmente:
“Jeroen Dijsselboem, nel 2017, in un’intervista al quotidiano tedesco “Frankfurter Allegmein Zeitung” ha rilasciato una battuta al vetriolo sugli Stati Uniti dell’Europa Meridionale: NON PUOI SPENDERE TUTTI I SOLDI IN ALCOOL E DONNE E POI CHIEDERCI AIUTO.

Chi è più s. tra Jeroen e Federico?

Gli altri “amici” di Fubini sono i nostri “nemici” Jean-Claude Juncker e Pierre Moscovici. Del primo vi parlerò quando vedremo cosa scrivono i Premi Nobel del funzionamento dell’euro.

Al secondo, nato a Parigi nel 1957 e dal 2012 al 2014 Ministro dell’Economia e della Finanza con Hollande, mi piacerebbe chiedere se ricorda quando, come Ministro francese, attaccava in continuazione i tecnocrati di Bruxelles. Egli è ora un tecnocrate. Gli italiani – secondo Fubini – dovrebbero fare senza fiatare tutto quello che i due ci ordinano in nome dell’Europa. Ma dove sta l’Europa? Quando serve non c’è.

Sei Premi Nobel hanno affermato che la loro è una politica sbagliata. Vogliono forse farci finire come i greci?
Pierre avrà letto LE FIGARO del 7 ottobre 2012?

TITOLONE: L’EUROPA NON RIUSCIRA’ A METTERE IN GINOCCHIO L’ITALIA.
L’articolo è firmato da Steve Obana – professore di Finanza presso l’ESCP EUROPE, storica business school di Parigi.
“Come può la Ue rifiutare una manovra che rispetta i parametri di Maastricht? I francesi hanno annunziato un deficit del 2,8% (noi siamo – e resteremo – al 2,4%) pur avendo, al contrario dell’Italia, un saldo primario negativo”.
L’ingegnere elettrotecnico sa cos’è il saldo primario (se l’è fatto spiegare mentre lavorava a Repubblica) ma probabilmente non lo sanno le altre teste d’uovo che, sul giornale della ricca borghesia milanese, si arrovellano – raccontando balle alternis diebus – per proteggerne gli interessi, è un concentrato di Panebianco, Cazzullo e Severgnini.
“L’Italia – prosegue il professore francese – è stato il solo Paese tra quelli europei che, a partire dai primi anni 90, ha complessivamente mantenuto – al lordo degli interessi – un bilancio positivo”.

Ipotizzo che l’Italia potrebbe ridurre gli interessi e dimezzare il numero dei poveri se la ricca borghesia milanese e i ricchi manager che lavorano a Milano pagassero la metà delle tasse che dovrebbero. Venti giorni fa il Procuratore capo di Milano, Francesco Greco, ha detto che più del 50% dell’evasione fiscale italiana viene prodotta a Milano. E’ di due giorni fa la scoperta che la filiale milanese della banca svizzera PRIVATE KREDIT BANK è indagata per riciclaggio ed esportazione di capitali italiani.

Il professore di francese (grazie Steve, il cielo ti benedica) conclude:
“Non si ripeterà quel che è successo nel 2015 con i greci di Alexis Tsipras”.
Furono massacrati da una politica idiota e completamente errata. I greci – egregio Jeroen – non andavano a donne. A meno che – le restituisco la battuta – le richieste non fossero tedesche. I furti che hanno affossato il bilancio statale greco furono opera di armatori (non ne è rimasto uno in patria), funzionari corrotti, avidi banchieri stranieri e borghesi con vista Partenone. E, sull’alcool che si può impunemente trangugiare senza traballare, perché non chiede al noto esperto del ramo, nonché Presidente della Commissione, Juncker?

7 novembre: la perla più recente di Fubini.
NUOVO TITOLONE (ma in pagina interna):
LA TRINCEA DEL MINISTRO ITALIANO (Tria)
NEL CONFRONTO CON I DICIOTTO PAESI EUROPEI
“Né Conte e forse neppure la Commissione Ue (ma lui c’è invece riuscito – nda) sembrano aver integrato in pieno nei loro calcoli il ritmo al quale l’economia si sta deteriorando. Ottobre o novembre potrebbero essere i mesi nei quali il Paese è entrato in recessione”.
Fubini non sa quando si può parlare di recessione!!!
Il vate prosegue: “Nel resto dell’Europa continua la ripresa (Il Sole 24 Ore scrive il contrario e prevede che la grande Germania chiuda il 2018 con un +1,6% del PIL).
In sostanza, l’Italia oggi è politicamente isolata dall’Europa (evviva, evviva, evviva – nda) e la sua economia è l’unica a perdere terreno in Europa”.

Lascio che a queste idiozie risponda (lo ha fatto il 7 nov, dopo aver letto Fubini) Carlo Messina, Amministratore Delegato di Banca Intesa che, presentando alla stampa un ottimo bilancio trimestrale, ha detto (a differenza di altri quotidiani, né il 7, né oggi, il Corriere ha riportato le parole dell’importante banchiere): “I FONDAMENTALI DELL’ITALIA SONO BUONI”.
Un ingegnere elettrotecnico non è tenuto a sapere cosa siano i “fondamentali”.

La stessa cosa l’ha scritta LE FIGARO il 7 ott. 2018.
Messina conclude:
“Non vedo nessuna possibilità per il nostro Paese di avere un PIL che cresce nel 2019 meno dell’1%. LO SPREAD E’ SOSTENIBILE. RISCHIO ITALIA? L’ APOCALISSE C’E’ SOLO AL CINEMA…”

E – aggiunge un ingegnere chimico – sulla bocca del ciarlatano che da Messina viene infine ammonito:”I FONDAMENTALI SONO UNA COSA SERIA”.

Un caro saluto a chi è riuscito a leggere tutto.

Luigi Caroli – 9 novembre 2018 -

Nota aggiunta dell’autore: “Caro Paolo, ti ringrazio della bella messa in page del tuo Giornaletto senza paura.
A Milano mando l’articolo come lo ricevi tu a un discreto numero
di ricettori (i possibili lettori)…. (…)
Arcipelago Milano, un paludato blog dell’arch. Beltrami Gadola, mi
pubblicherà “Le big tech sono pericolose” ma tu l’hai già fatto
da un paio di settimane.
Nel testo che hai pubblicato la data esatta della pubblicazione da parte
di Le Figaro è il 7 ottobre 2018 (e non 2012).
Nel primo dei due posti dove figura è sbagliata.
Un caro saluto, Luigi”

……………………………

Ci ricorda Francesco Miglino: “Tutto il patrimonio immobiliare dell’Eni, stimato in 100mila miliardi, venne svenduto a un fondo Goldman Sachs. Stranamente, l’uomo che condusse questa operazione era Mario Draghi, che poi diventò presidente della Goldman Sacs, Governatore della Banca d’ Italia.”

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