Soprusi sionisti in Palestina – Lettera della società civile torinese alla sindaca Appendino

Alla mozione votata dal Consiglio Comunale di Torino di condanna di Israele per il massacro di Gaza, c’è stata una violenta risposta delle comunità ebraiche torinesi e nazionali e la richiesta da parte di quest’ultime di un incontro con la sindaca Appendino il tutto sostenuto in modo fazioso dal quotidiano “La Stampa” senza citare minimamente le argomentazioni e i dati contenuti nella mozione. La società civile torinese ha reagito mandando una lettera di appoggio alla mozione alla sindaca che qui sotto riportiamo. Finalmente una buona inizativa .

La società civile torinese unita nel sostenere una importantissima mozione approvata pochi giorni fa in Consiglio Comunale con la quale si chiede al governo di interrompere la vendita di armi ad Israele e l’apertura di canali umanitari per le forniture mediche verso Gaza!

Signora Sindaca Appendino,
in quanto organizzazioni della società civile torinese, e consapevoli delle pressioni che si sono verificate negli ultimi giorni, vogliamo dichiarare la nostra adesione alla mozione approvata a larghissima maggioranza dal Consiglio Comunale di Torino. In questo documento, si esprime profonda preoccupazione per la repressione e l’uso smisurato della forza da parte dell’esercito israeliano contro la popolazione civile palestinese e si chiede “la sospensione delle forniture di armi e attrezzature militari nei confronti di Israele”. In tal senso è necessario ricordare l’ultimo rapporto di Amnesty International che hanno accertato come nel corso delle proteste della “Grande marcia del ritorno” a Gaza l’esercito israeliano abbia “ucciso e ferito manifestanti palestinesi che non costituivano alcuna minaccia imminente”. Nella maggior parte dei casi analizzati da Amnesty, i manifestanti uccisi sono stati colpiti sulla parte superiore del corpo, come la testa e il petto, in diversi casi mentre davano le spalle ai soldati. I cecchini israeliani hanno ucciso o ferito in modo intenzionale manifestanti disarmati, disabili, giornalisti e personale medico che erano distanti dalla barriera da 150 a 400 metri. I palestinesi uccisi sono stati più di 100 e il numero di feriti si aggira attorno alle 10.000 persone, mentre nessun soldato o civile israeliano è rimasto ferito. Secondo Medici Senza Frontiere, la metà degli oltre 500 pazienti trattati nei suoi centri “presentano ferite da armi da fuoco davvero devastanti” molti dei quali subiranno dei deficit funzionali per tutta la vita. A questo bisogna aggiungere che la maggioranza dei feriti “è a rischio amputazione per la mancanza di cure sufficienti a Gaza” a causa del blocco israeliano che provoca una situazione di profonda crisi umanitaria. Pertanto risultano più che condivisibili le parole della vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente, Magdalena Mughrabi secondo cui “la comunità internazionale deve agire concretamente e fermare l’afflusso di armi e di equipaggiamento militare a Israele poiché non farlo significherà continuare ad alimentare gravi violazioni dei diritti umani contro uomini, donne e bambini”. Ci pare che Amnesty International (come anche Human Right Watch, Medici Senza Frontiere e Commissione Speciale per i diritti umani dell’ONU) sia una fonte universalmente riconosciuta come affidabile e non sospetta né di essere pregiudizialmente antiisraeliana né tanto meno antisemita. Per tutte queste ragioni, ribadiamo il nostro sostegno alla decisione del Consiglio Comunale di Torino che può costituire un esempio per le altre amministrazioni locali nella difesa dei diritti umani ed il rispetto della giustizia internazionale.

Di seguito la lista completa delle realtà firmatarie:

- Progetto Palestina
- BDS Torino
- FIOM CGIL TORINO
- Arci Torino
- USB Piemonte
- Rete ECO – Ebrei Contro l’Occupazione
- ACMOS
- Terra del Fuoco
- Associazione Frantz Fanon
- ANPI sezione V Torino
- ANPI sezione Nizza-Lingotto
- Arte Migrante Mondo
- Operazione Colomba
- Pax Christi Italia – Pagina Ufficiale
- Centro Studi Sereno Regis
- Giosef Unito
- Centro Documentazione Pace
- Comitato di Solidarietà con il Popolo Palestinese
- Unione Democratica Arabo Palestinese – UDAP
- Officine Corsare
- Studenti Indipendenti – SI
- Laboratorio Studentesco – LaSt
- Alter.POLIS
- Noi Restiamo
- Donne in Nero – Torino
- Un Ponte Per – Torino
- Palestina raccontata
- Un Ponte Per Gaza
- Assopace Palestina – Torino
- Invicta Palestina
- Cooperativa Babel

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La mozione approvata dal Consiglio Comunale di Torino:

C I T T À D I T O R I N O

ORDINE DEL GIORNO

Approvato dal Consiglio Comunale in data 9 luglio 2018

OGGETTO: (ODG N. 5/2018) “GAZA” PRESENTATA IN DATA 19 GIUGNO 2018 – PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.

Il Consiglio Comunale di Torino,

CONSIDERATO CHE

- nel corso delle ultime settimane si è assistito ad una durissima repressione da parte delle Forze Armate israeliane delle proteste pacifiche della popolazione palestinese dei Territori Palestinesi Occupati (TPO), nell’ambito delle mobilitazioni popolari contro le politiche di occupazione israeliane, contro il blocco illegale israeliano della Striscia di Gaza e per il diritto al ritorno dei rifugiati (sancito dalla risoluzione 194 dell’ONU) protrattesi fino al 15 maggio, ricorrenza del 70° anniversario della fondazione dello Stato di Israele, che i palestinesi ricordano come il Giorno della Nakba (Catastrofe);
- la repressione israeliana ha causato a partire dal 30 marzo 2018 più di 100 morti e oltre 10.000 feriti tra i manifestanti, in particolare nella Striscia lungo la barriera di separazione con Israele, spingendo alti funzionari dell’ONU a condannare Israele per uso di “forza eccessiva” e il Segretario Generale ONU Guterres a richiedere l’apertura di una indagine indipendente, richiesta avanzata dal Kuwait con una risoluzione in Consiglio di Sicurezza che ha visto il veto degli Stati Uniti;
- nella sola giornata del 14 maggio, giorno in cui Israele ha celebrato l’apertura dell’Ambasciata USA a Gerusalemme, a Gaza decine di migliaia di persone hanno preso parte alla protesta e ci sono state decine di morti palestinesi negli incidenti al confine (58 morti accertate e 2.700 feriti);
- la decisione del Governo USA di trasferire da Tel Aviv a Gerusalemme la sede della propria rappresentanza diplomatica, è avvenuta nonostante le proteste dei palestinesi in tutti i territori occupati e anche in Israele e la risoluzione contro questa decisione approvata a grande maggioranza dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in data 21 dicembre 2017 (con 128 voti a favore – tra cui l’Italia – 9 contrari e 35 astenuti);
- la decisione degli organizzatori del Giro d’Italia 2018 di far partire la competizione ciclistica da Israele ha, di fatto, contribuito a sostenere la posizione di detto Paese, avallata dagli USA, che rivendica Gerusalemme unificata come propria capitale, in contrasto con il diritto internazionale e con le richiamate risoluzioni dell’Onu tanto da suscitare un’ondata di indignazione e prese di posizione pubbliche, anche in Italia, che hanno preso forma nell’ambito della campagna Cambia Giro;

ESPRIME

profonda preoccupazione per il ripetersi di gravi episodi di repressione per l’uso smisurato della forza da parte dell’esercito israeliano contro la popolazione civile palestinese, in particolare nella Striscia di Gaza;

SI UNISCE

alle richieste di un’indagine internazionale indipendente e chiede che vengano prese misure efficaci per proteggere la popolazione civile;

CHIEDE

1) che la Comunità internazionale si adoperi per fare assumere a Israele le proprie responsabilità in quanto Paese occupante per il trattamento della popolazione civile secondo quanto previsto dal diritto internazionale umanitario;
2) al Governo italiano e agli organi della Unione Europea di impegnarsi per la sospensione delle forniture di armi e attrezzature militari come chiesto anche da Amnesty International;
3) che i Governi europei e le ONG possano farsi promotori di un canale umanitario che consenta di supportare gli ospedali locali e fornire farmaci e materiali medici per aiutare la popolazione della Striscia di Gaza che necessita di cure mediche.

IL CONSIGLIO COMUNALE

procede alla votazione

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