Rete Movimento Ecologista – Nuovo esperimento di coordinamento in chiave di bioregionalismo, ecologia profonda, biospiritualità e biopolitca

Abbiamo sentito nelle nostre budella il richiamo di Madre Terra, stremata per le brutture a cui viene sottoposta da noi umani…

In questa atmosfera grigia in cui si respira a fatica, con l’acqua impura, le risorse alimentari piene di veleni, le montagne, le valli, le foreste, i campi e le città cosparse da una sottile polvere di morte, con l’impossibilità di dialogare pacificamente fra esseri umani e con le altre specie viventi… Consapevoli di ciò non abbiamo saputo resistere al pianto della Madre Terra ed abbiamo perciò pensato di compiere, nei limiti del nostro possibile, un gesto di pacificazione, un tentativo di inversione di marcia, insomma di prendere coscienza che così continuando la civiltà e la nostra stessa esistenza non sarà più possibile.

Da parecchi anni, dal 1996 anno di fondazione della Rete Bioregionale Italiana, ci incontriamo almeno una o due volte all’anno per scambiare le nostre esperienze bioregionali e per tentare nuovi approcci di vita. Ma ci siamo resi conto che dobbiamo compiere uno sforzo ulteriore, non possiamo limitarci al piccolo gruppo di “bioregionalisti” e non possiamo limitarci a scambiare quattro chiacchiere in piacevole compagnia. Proprio in questa fase ci è giunto l’invito da Parte di Michele Boato a partecipare alla “rete movimento ecologista”, una sorta di “Stati generali per l’Ecologia profonda, la biospiritualità ed il riabitare gentile della Terra”, che in qualche modo avevamo già ipotizzato in un incontro bioregionale tenuto ad Aprilia nel giugno 2012. In verità allora qualcuno aveva obiettato che la parola “stati generali” evocava qualcosa di “politicizzato e di stantio” mentre il titolo “Rete Movimento Ecologista” lascia un po’ più di spazio alla condivisione tra pari, senza risvolti ideologici.

Comunque il nome della aggregazione ha poca importanza, quel che conta è che le idee e le azioni siano sincreticamente in funzione ecologica e biospirituale. Per mezzo di questa nuova “Rete Movimento Ecologista” mi auguro si possano manifestare reali prospettive di un cambiamento (ormai inevitabile), sia nelle nostre vite che negli ambiti in cui siamo connessi, che comprenda anche azioni operative comuni oltre che scambio di opinioni ed informazioni.

L’esperienza di questa nuova “rete” dovrebbe avere una valenza che supera i confini della penisola, per abbracciare l’intera Europa ed il mondo, ma d’altronde possiamo farci portatori di una crescita che parta solo da noi stessi e pertanto, allo stato attuale, il coordinamento avviene fra ecologisti italiani, provenienti da varie bioregioni e città e vari ambiti politici. Infatti abbiamo compreso che il restare avvinghiati a nicchie di pensiero ideologico non giova alla causa ecologista ed in questo condivido la visione di Roberto Brambilla della Lista Civica Italiana *) con la quale avevamo già preso contatto negli anni passati e la cui esperienza sul territorio e sul locale può risultare particolarmente utile.

Paolo D’Arpini

Referente della Rete Bioregionale Italiana

Intervista del 2013 con la Rivista “Barricate”, espressione della Rete Civica Italiana: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2013/01/06/intervista-sul-significato-di-bioregionalismo-ed-ecologia-sociale-con-intermezzi-vuoti/

Manifesto Bioregionale e per l’Ecologia profonda:
http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/?r=28856

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*) – Lettera email menzionata

da: Roberto Brambilla
a: retemovimentoecologista@googlegroups.com
data: 17 luglio 2018 16:37

Buon pomeriggio a tutti e tutte.

Solo per far capire “da che parte arriva questo scritto”, ricordo che sono stato segretario regionale del WWF Lombardia per 20 anni fino al 2000, sono tra i fondatori di Rete Lilliput per la quale ho seguito il gruppo Impronta ecologica e nel 2009 mi sono candidato sindaco nel mio piccolo paese con una lista civica non partitica, orientata a dare risposte ai bisogni della comunità. Quest’ultima esperienza mi ha fatto capire che fino ad allora ero stato succube di un pregiudizio molto diffuso: quello di pensare che “è meglio stare alla larga dalla politica perché è sporca”…

Ma torniamo a noi.

Mi fa sempre molto piacere incontrare persone che cercano di creare reti e sinergie tra portatori di problematiche importanti. Lavorare soli non ha senso, visto che dobbiamo fronteggiare forze che dispongono della quasi totalità dei media, di ingenti capitali, di tanti collaboratori che pensano a breve termine senza interrogarsi su dove ci stanno portando.

La lettura del primo nutrito elenco di priorità inviato da Michele Boato (peraltro arricchito nella revisione successiva) mi ha suscitato alcune riflessioni che mi inducono a farvi alcune domande che sottendono una possibile proposta.

La proposta è semplice e riguarda un cambio di strategia. In passato per decenni – io per primo – abbiamo fatto banchetti di sensibilizzazione, manifestazioni, referendum, petizioni e pressioni sui politici. I risultati di questo intenso lavoro sono stati interessanti in termini di crescita della consapevolezza delle persone, ma ho la sensazione che siamo ben lontani dalla soluzione strutturale dei problemi. Inoltre ho la certezza che stiamo impiegando gran parte delle nostre energie per mettere “pezze” alle cattive politiche promosse da altri, non per attuare politiche “positive”.

In altre parole ci comportiamo come se avessimo la casa allagata da un rubinetto rotto che getta acqua e ci ostinassimo a scoparla forsennatamente fuori dalla porta anziché correre a chiudere il rubinetto generale.

Il cambio di strategia su cui vi propongo di ragionare insieme, senza abbandonare le sacrosante lotte che stiamo perseguendo, per individuare nuovi modi di fare politica evitando di ripetere gli errori del passato e per entrare dove si amministra, dal livello comunale a quelli superiori.

A molti la parola politica fa venire l’orticaria. Vi invito a superare questa reazione di pancia. Se non lo facciamo ci autocondanniamo a sfinirci spendendo 100 delle nostre scarse energie per ottenere 10: è quello che il Potere vuole, tenerci impegnati e dispersi…

In sostanza vi sto chiedendo di fare un ragionamento sui seguenti aspetti su cui il nostro piccolo gruppo, Lista Civica Italiana, ha fatto alcune riflessioni.

1) Perché la politica é degenerata e in particolare i partiti sono diventati consorterie per spartirsi i soldi pubblici o per favorire questo o quel gruppo di potere? Abbiamo notato anche che spesso le nuove formazioni politiche scrivono programmi molto belli e completi, nessuna però pone sufficiente attenzione al fatto che la politica è gestita da esseri umani e che gli esseri umani, spesso, sono inclini a cercare autoaffermazione, soldi e potere. Come superare questo problema? Quali strumenti sarebbero utili per evitare i problemi citati?

2) Vogliamo provare a ragionare sulla creazione di una rete aperta a più visioni, democratica, senza vertici ma solo con facilitatori/trici i cui componenti aderiscano ad alcune linee di principio come ad esempio lo spirito dei e delle costituenti del 1947? Vi parrebbe opportuno che questa rete, all’occorrenza, sia in grado di dar vita a campagne elettorali per mandare in parlamento e nei consigli regionali persone di indubbie capacità, chiara fede nei principi costituzionali e con la vita passata a cercare di migliorare il mondo in cui viviamo?

3) E prima ancora non vale la pena di fare formazione per organizzare liste civiche (vere! Non civetta vedi http://www.listacivicaitaliana.org/2017/codice-per-lautocertificazione-delle-liste-civiche/ ) per entrare nei comuni iniziando a fare cultura civica e ambientale dal basso e promuovendo iniziative volte alla creazione di filiere corte, tutela del territorio, utilizzo sociale dei beni comunali, economia locale e riqualificazione energetica?

4) Non sarebbe ora di abbandonare le esperienze di “sinistra” che si sono succedute nel tempo per entrare in una logica “civica” ovvero finalizzata a dare una risposta terra-terra, comprensibile ai più e percorribile alla domanda: “Di cosa hanno bisogno le persone per vivere serenamente?”. Raggiunto questo risultato potremmo concederci il lusso di discutere di ideologie.

In estrema sintesi la mia proposta è quella di far tesoro degli errori del passato e di fare rete per risolvere insieme grandi problemi ma pensando anche a come organizzarci per partecipare direttamente al difficile ma fecondo mondo della politica.

Nell’appello sta scritto che Rete Lilliput è tra i coordinamenti più antichi e si è indebolita.

Vorrei fare una precisazione che forse rinforza quanto ho scritto sopra.

I “trainatori” di Rete Lilliput in una riunione tenutasi a Firenze nel 2008 hanno deciso di “congelarla”. Credo che il motivo principale di questo esito è stato quello di non aver portato alle logiche conseguenze lo sviluppo di un ente come Rete Lilliput. Avevamo una visione del mondo, ma non ci siamo mai impegnati per farla diventare una proposta politica e questo alla lunga ha fatto calare l’entusiasmo.

Spero che la rete che stiamo lanciando sappia dare un contributo a trovare nuovi orizzonti.

Altri gruppi in Italia si stanno muovendo. Confrontiamoci e possibilmente individuiamo una modalità per unirci nel rispetto delle reciproche differenze.

Mi farebbe piacere ricevere i vostri commenti. Grazie per l’attenzione e cordiali saluti

Roberto Brambilla

Lista Civica Italiana (338 88 03 715)

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Commento di Italo Campagnoli: “In poche parole oggi come sempre serve un MOVIMENTO DEI MOVIMENTI. Ma in quanti sono disposti a portare la propria casetta dentro una casa comune? Le esperienze di tutta una vita mi dicono che sono molto pochi se non addirittura inesistenti, perché nessuno è capace di sostenere il proprio specifico e al contempo fare rete con altri, che significa accettare dei principi comuni e delle modalità, mai praticate, che garantiscano tutti. Eppure resta l’unica strada percorribile….”

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