M5S – Fugace meteora nel cielo della politica italiana

Quando, un giorno, si scriverà la storia del movimento delle Cinque Stelle (o forse delle Cinque Meteore) lo storico non potrà fare a meno di indagare due aspetti particolari: primo, la nascita del movimento, con speciale riferimento alle sue “levatrici”; secondo, il ruolo-guida di una azienda privata, la Casaleggio Associati S.r.l.

Stranamente, su questi due argomenti oggi si preferisce sorvolare, sovente anche da parte di giornali e tv che appartengono ad orizzonti politici decisamente avversi. Passi per le vicende del passato, ma è inconcepibile che nessuno, proprio nessuno, si chieda come mai Casaleggio figlio (dopo Casaleggio padre) eserciti un ruolo che ne fa, di fatto, il dominus incontrastato del movimento.

Ma, procediamo con ordine. Dunque, il Movimento Cinque Stelle (M5S) ha due date di nascita: il 4 ottobre 2009, quando esordisce a Milano, e il 18 dicembre 2012, quando viene registrato il suo atto costitutivo. Anche i fondatori sono due: il comico Beppe Grillo e l’imprenditore Gianroberto Casaleggio. Grillo è, in un primo tempo, presidente e legale rappresentante del movimento; successivamente farà un passo indietro, diventando semplice “garante” e lasciando la rappresentanza legale a un “capo politico”, identificato nella persona di un acerbo Giggino Di Maio; infine, il recentissimo “divorzio” dal blog della Casaleggio Associati, e di fatto – a modesto parere del sottoscritto – anche dal partito di Giggino.

E veniamo al secondo socio fondatore, Gianroberto Casaleggio: un manager geniale che si era fatto le ossa in Olivetti per diventare poi amministratore delegato della Webegg, una prestigiosa firma dell’universo informatico nata da una joint venture fra l’Olivetti stessa e la Finsiel. Quest’ultima (benché poco nota al grande pubblico) è una società finanziaria di prima grandezza, in origine posseduta dall’IRI e dalla Banca d’Italia, e successivamente – attraverso vari passaggi – acquisita dalla Telecom e, infine, dalla holding Almaviva.

Durante la sua permanenza in Webegg, nel 1998, avviene l’incontro di Casaleggio con Enrico Sassoon, altro nome poco noto al grande pubblico, ma figura di primo piano nel mondo finanziario. Si trattava indubbiamente di un personaggio di quelli “che contano”, e che contano parecchio. Delle sue tante cariche ne ricordo una soltanto: Presidente del comitato affari della Camera di Commercio Americana in Italia.

Ebbene, fra i due si stabiliva sùbito un solido rapporto operativo. Lo ricorda lo stesso Sassoon in un’intervista apparsa sul sito “Linkiesta”: «Mi aveva contattato lui nel 1998 proponendomi di entrare nel consiglio d’amministrazione di Webegg, cosa che poi è avvenuta. Pochi anni dopo abbiamo fondato la Casaleggio Associati.»

Ed ecco, appunto, l’altro snodo fondamentale: la fondazione, nel 2004, della Casaleggio Associati, azienda che, come la Webegg, si occupa di consulenze e strategie per il web. Il nuovo gruppo guarda con attenzione al mondo della politica, tanto da assumere la cura del sito di Antonio Di Pietro. Al riguardo, i soliti complottisti immaginano che Casaleggio avesse pensato in un primo tempo di utilizzare l’Italia dei Valori come veicolo per il suo progetto politico.
In ogni caso, il rapporto tra i due si interrompe dopo la permanenza di Di Pietro al Ministero delle Infrastrutture (2007-2008), mentre si instaura un nuovo collegamento con Beppe Grillo, collegamento da cui scaturirà poi la nascita del Movimento Cinque Stelle (2009).

Era a quel punto che contro Sassoon si scatenava una serrata campagna in internet, ad opera in primo luogo di elementi dello stesso movimento grillino, sospettosi per la vicinanza di un personaggio che apparteneva indubbiamente ad un mondo che, almeno apparentemente, era assai lontano dal Movimento Cinque Stelle. Si prendevano le mosse dalla sua appartenenza ad una ricca famiglia ebrea, per risalire indietro nel tempo ad altri Sassoon, che nell’800 avevano commerciato l’oppio e che si erano imparentati con un’altra prestigiosa famiglia ebrea, i Rotschild. Collegamento forse infondato, almeno a parere del diretto interessato: «Dal mio cognome ebraico si è risaliti a una famiglia con lo stesso nome che operava 250 anni fa nella Compagnia delle Indie, e che commerciava in droghe e spezie con la Cina e con l’India.»

In breve, la campagna si estendeva anche a siti di estrema destra, crescendo di intensità fino ad infastidire seriamente sia il Sassoon (che distribuiva querele a destra e a manca), che il Casaleggio. Quest’ultimo rischiava di essere visto – da una parte del movimento – come una sorta di cavallo di Troia che veicolava una presenza forte e temuta, addirittura accusata da taluni di essere una longa manus del gruppo Rotschild. A quel punto (siamo nel 2012) Enrico Sassoon usciva dalla Casaleggio Associati, motivando la cosa con gli attacchi subiti e con la necessità di «spezzare il filo delle speculazioni interessate».
Questo passo interrompeva solo in parte le polemiche in questione, perché restava in piedi – presumo – il rapporto personale fra Enrico Sassoon e Gianroberto Casaleggio; rapporto che – al di là delle partecipazioni societarie – era quello che più impensieriva i critici. In ogni caso, la vicenda Sassoon aveva ricordato a tutti che il guru del M5S proveniva o aveva comunque frequentazioni con ambienti che nulla avevano a che vedere con il profilo populista e protestatario del similpartito grillino.

Poi, nel 2016, Gianroberto Casaleggio lasciava questo mondo. Ci si sarebbe atteso, allora, che l’altro co-fondatore – Beppe Grillo – accrescesse il suo potere interno, diventando l’unico capo del movimento. E invece – incredibilmente – la leadership del M5S è stata trasmessa, come un qualsiasi cespite ereditario, al giovane Davide Casaleggio, il quale sembra avere il controllo pieno e assoluto su ogni aspetto della vita del movimento. E questo senza essere stato eletto da nessuno, senza aver ricevuto alcun mandato da parte di chicchessia. Per carità, nulla di cui scandalizzarsi.

Si pensi inoltre che Giggino il “capo politico” – o presunto tale – è stato plebiscitato con l’astronomico numero di 490 preferenze (diconsi quattrocentonovanta) nel corso delle recenti “parlamentarie”, le bizzarre primarie via web per scegliere i candidati grillini (o forse sarebbe meglio dire “casaleggini”).

A questo punto è lecito chiedersi che cosa realmente sia il Movimento Cinque Stelle: un partito-azienda? una pia società di aspiranti uomini politici? una fazzolettata di amici? una monarchia ereditaria in tempo di repubblica? Personalmente, propenderei per l’ultima soluzione.

Michele Rallo – ralmiche@gmail.com

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