UE, Catalogna, soros… etc.

Metti insieme tutti i puntini e ne ricavi un quadro chiaro e oltremodo coerente, ancorché sconfortante.
Su Strategic Culture si denuncia l’influenza che Soros, il nostro finanziere filantropo, ha sul parlamento europeo, dove più di un terzo dei seggi è nelle sue mani. Nell’elenco de sorosiani che siedono in parlamento, guarda caso, compare proprio la Spinelli, poi c’è Cofferati, la Kyenge, Pittella, Cozzolino e altri del PD.
Per il resto, come ha detto qualcuno “quella dell’indipendenza catalana, nel 2017, è una battaglia senza senso, ma il governo di Madrid l’ha fatta diventare una lotta per la democrazia”. Il governo spagnolo non poteva non sapere che, per le forze reali in campo, la secessione non sarebbe passata. Ho paura che una parte dell’establishment spagnolo, sotto la pressione di Bruxelles, ancorché quest’ultima avesse proposto una mediazione, abbia di proposito cercato lo scontro per arrivare a questo risultato…

È stato un referendum senza quorum dove solo il 40% è andato a votare e in un sondaggio si rileva che il 59% dei catalani è contro la separazione dalla madre patria spagnola. Sono d’accordo con tè, la recrudescenza dell’indipendentismo catalano non nasce per difendere l’identità catalana ma sulla base degli interessi di quelle lobby che intendono attuare un processo di “regionalizzazione” dell’Europa per disinnescare la costituzione di un fronte sovranista in presenza del fallimento dell’utopia europeista.

Lo scopo è quello di portare l’Europa verso una sorta di balcanizzazione per farne una mera area di libero scambio sotto la diretta giurisdizione delle lobby transnazionali.

Questa parcellizzazione farà si che le popolazioni saranno sottomesse alla volontà di quelle lobby e rinchiuse in una democrazia puramente formale, sottraendo loro ogni possibilità di rivendicare la ricostituzione della sovranità degli stati e dell’interesse nazionale.

C’è da dire che tutte le regioni che chiedono l’indipendenza dagli stati nazionali vogliono, fermamente, restare nella UE. La Catalogna, inoltre, si preparerebbe ad aderire alla NATO qualora acquisisse l’indipendenza: “Il primo ministro Artur Mas ha confermato esplicitamente che la Catalogna vuole l’adesione alla NATO. In una recente intervista al quotidiano La Repubblica, il primo ministro catalano Artur Mas ha spiegato che una Catalogna indipendente si vede nel cuore della NATO”. Mentre in un articolo pubblicato nel 2014 dal Consiglio Atlantico, think-tank della NATO finanziato da Fortune 500, intitolato “Le implicazioni militari della secessione scozzese e catalana“, si prospetta la possibilità di fare della Catalogna una base della potenza navale NATO.

A proposito della volontà di restare nell’Unione Europea, all’indomani delle politiche di austerità imposte dal governo Monti, bossi rilascia un’intervista alla Stampa: «Miglio aveva capito che sarebbe stata l’Europa a fare la Padania. In Europa c’è stata una guerra, una guerra economica. Adesso è finita e l’Italia ha perso. Alla fine di ogni guerra si riscrivono i trattati e si ridisegnano i confini». E i nuovi confini sono appunto quelli della cartina colorata dal Trota: un nuovo Stato che annette la Padania al Nord e abbandona l’Italia centro-meridionale a un destino nordafricano. «Al tavolo della pace», spiega, «noi padani ci presenteremo come popolo vincitore perché queste cose le diciamo da anni, lo sapevamo che l’Europa che stavano costruendo sarebbe fallita. L’Italia invece sarà lì come popolo sconfitto».

Salvatore Penzone

A commento del post di Fulvio Grimadi “SPAGNA, GRECIA, ITALIA: “DISCORSO DELL’ODIO” – http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2017/11/spagna-grecia-italia-discorso-dellodio.html

Articolo collegato: https://www.strategic-culture.org/pview/2017/11/05/myth-european-democracy-shocking-revelation.html

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