UE. La questione linguistica e l’importanza della lingua italiana nella “forma mentis” comunitaria

Lunario Paolo D'Arpini 29 agosto 2017

Per quanto riguarda la questione linguistica è importante chiarire che la comunicazione è solo una delle funzioni della lingua e non la più importante poiché si può comunicare anche in molti altri modi.

Il ruolo più importante della lingua è quello di permettere al pensiero di pensare, di concretizzarsi, di immaginare, di concepire, di creare e perciò scegliere di utilizzare una lingua o un’altra non è una cosa banale. Se l’Italia è il Paese di tanti tra i più grandi artisti mondiali dalla musica all’architettura, alla scultura… e via dicendo, questo è soprattutto merito della lingua, l’italiano, che anima e struttura il pensiero degli Italiani e ne veicola i valori fondanti della nostra civiltà.

Per questa ragione, l’Europa non può e non deve essere pensata e concepita in una sola lingua in quanto la lingua unica non le permetterebbe di conservare la sua identità e la partecipazione delle altre lingue d’Europa e, in particolare, della nostra lingua a questo processo di edificazione dell’Europa Unita è di un’importanza fondamentale. È solo perché abbiamo politici e rappresentanti ad alto livello incolti, disattenti, pragmatici e sprovveduti che l’italiano, in sede europea, è stato declassato tra le lingue minori allorché il suo contributo alla costruzione dell’Europa, nel rispetto della sua specifica identità, risulta imprescindibile.

L’Europa Unita non è una ONG e nemmeno una qualsiasi Organizzazione Internazionale, l’UE è una Organizzazione Sovrannazionale, alla quale gli Stati Membri hanno delegato vasti settori di competenza dello Stato nell’ambito dei quali l’UE legifera intervenendo-interferendo nella vita quotidiana dei cittadini europei e condizionandola profondamente. Questo processo regolamentare e legislativo non può essere concepito ed esercitato in una sola lingua senza trasformare il processo di integrazione dell’Europa in un processo di colonizzazione. Come, peraltro, sta già accadenso. In questo modo l’Europa Unita non si farà né ora né mai, continuerà a deludere i cittadini europei e il progetto di integrazione finirà per essere denunciato, disatteso e abbandonato.

Anna Maria Campogrande

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