La Turchia, com’era prevedibile, corre in soccorso del Qatar…

“Nella lotta interna, tra la Turchia di Erdogon e l’Arabia dei Saud, per la supremazia nel mondo islamico sunnita, era inevitabile che dopo la mossa araba contro il Qatar la Turchia corresse in soccorso della penisola vicina all’Iran. Non tanto per motivi ideologici quanto per convenienza geopolitica. Ed infatti puntuale giunge la notizia del sostegno a Doha da parte del sultano turco”. (Paolo D’Arpini)

Non so quanti di voi siano a conoscenza dei contenuti dell’ultimatum che i paesi arabi islamici sunniti delle correnti salafita/wahabita, guidati dall’Arabia Saudita (che rammento essere il vero stato canaglia finanziatore del terrorismo, benché alleato dell’Occidente a guida USA) hanno consegnato giorni fa al piccolo stato del Qatar.

I media mainstream ne hanno riportato solo degli stralci di comodo fornendo un’idea fuorviante e manipolata delle vere intenzioni insite nell’ultimatum, con l’abusata scusa dell’antiterrorismo. Quello elaborato nel 1914 dall’Impero Austro-Ungarico contro la Serbia e che ha dato l’avvio alla I Guerra Mondiale in confronto è all’acqua di rose. Le condizioni imposte sono assolutamente irricevibili, ed inevitabilmente il governo del Qatar ha messo in massimo allarme le Forze Armate come se prevedessero un’imminente invasione. La situazione ha forti analogie con il Kuwait all’inizio degli anni ’90 quando fu minacciato e poi invaso dall’Iraq di Saddam Hussein.

L’ultimatum in pratica impone al Qatar, tra le innumerevoli condizioni inaccettabili, di interrompere ogni rapporto coi Fratelli Mussulmani e con l’Iran, di chiudere l’emittente Al Jazeera e di allinearsi e subordinarsi alla volontà dei paesi arabi che si sono coalizzati contro di esso. Mancava solo che imponessero anche la consegna di tutte le ricchezze possedute ed avrebbero completato la misura. Sarebbe come se si chiedesse agli USA di sciogliere la NATO, chiudere la CNN, interrompere i rapporti con i paesi anglosassoni ed allinearsi subordinandosi alla politica russo cinese. Per capire i fenomeni e gli avvenimenti in corso ci si dovrebbe sforzare di documentarsi meglio e non solo tramite i media mainstream oltre a cercare di immedesimarsi nella parte avversa, cambiando punto di vista.

Claudio Martinotti Doria

Articolo collegato: https://www.balcanicaucaso.org/aree/Turchia/Golfo-la-Turchia-al-fianco-del-Qatar-180514

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Commento di Paolo Sensini: “Mentre il Qatar viene additato dai suoi dirimpettai sauditi di sostenere il “terrorismo”, gli unici che sul terreno combattono realmente i tagliagole takfiri sono l’esercito regolare siriano e la Russia. Questi ultimi, per bocca del generale Sergej Surovikin, capo delle truppe russe in Siria, hanno dichiarato che “oltre 3.000 miliziani dell’ISIS sono stati eliminati in Siria nell’ultimo mese, tra cui diverse decine di comandanti”. Quanto ai risultati ottenuti dalla coalizione anti-ISIS guidata dagli Stati Uniti, nulla è pervenuto. O meglio, gli unici obiettivi colpiti, a loro dire per continui e malaugurati errori, sono decine e decine di soldati siriani bombardati mentre incalzavano da vicino i tagliagole jihadisti. E se non riescono a colpirli lì, dove sono presenti in scala industriale, figuratevi i risultati in Europa…”

Commento di Fulvio Grimaldi: “Nella disputa Saudia-Qatar e nella presunta simpatia del Qatar per l’Iran, si tenga presente che questa presunta simpatia per  l’Iran sembra piuttosto essere una simpatia per Rouhani, un  presidente fellone che ha svenduto il diritto dell’Iran a dotarsi di un’industria nucleare civile, fondamentale per la medicina e l’energia, in cambio di investimenti delle multinazionali rapinatrici occidentali. Rouhani è esponente delle stessa cricca di Rafsanjani e Khatami, corrotti vessilliferi degli strati ricchi della borghesia iraniana, ansiosi di partecipare al banchetto della globalizzazione neoliberista. Non c’era certo intesa tra Qatar e Iran ai tempi di un presidente valoroso, popolare, antimperialista come Ahmadinejad. Si torna sempre al nocciolo: la classe. Se poi guardiamo ai diritti civili, tanto cari ai nostri umanitaristi, con Ahmadinejad, presidente laico, si sono fatti grandi passi avanti nell’emancipazione delle donne (64% dei laureati, presenti in tutte le posizioni apicali della politica e dell’economia) e dei rapporti fra i sessi. Tutto questo è rientrato con il prete Rouhani…”

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