La parola “integrazione” non compare nei vocabolari islamici…

Lunario Paolo D'Arpini 28 marzo 2017

Quello che ci lascia perplessi e a volte increduli è come l’occidente cristiano non abbia ancora capito che per gli islamici la parola integrazione non appare nei loro vocabolari. Son più di 40 anni che ci ostiniamo ad invitare uomini di altre fedi religiose che giungono in Europa, in fuga da aree del pianeta invivibili per motivi di sicurezza o per motivi economici, ad integrarsi con la nostra cultura europea. Come risposta, invece, vediamo che dopo tanto tempo queste persone restano fortemente radicate nel loro credo religioso e non intendono minimamente “integrarsi” con noi.

E allora perché i nostri “saggi” politici, ma anche letterati e filosofi “illuminati”, non aboliscono questa parola ignorata e a volte vilipesa?

Se non vogliamo scomparire o combattere sostituiamo la parola integrazione con condivisione. In questo modo noi cristiani occidentali condivideremo la cultura e la religione dei musulmani e altrettanto dovremmo pretendere da queste persone che, finalmente, possano condividere la nostra cultura, restando tutti nel proprio alveo religioso e culturale, senza cercare di interferire forzatamente o subdolamente per convertire una parte o l’altra.

Questo forse è il primo passo per convivere in pace in Europa tra i vari credi politici e religiosi, sperando così di chiudere per sempre il tragico capitolo della non integrazione che fino all’altro giorno ha portato morte e distruzione.

Francesco Pierangelini

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Commento di Rino Tripodi: “In “Islam. Siamo in guerra”, Magdi Cristiano Allam lancia l’allarme e spiega cosa sta avvenendo a un’Italia e a un’Europa ormai cieche e sorde di fronte a un pericolo che rischia di annientarle.

Commento di Cristiano Ruzzi: “Come mai non si sente mai dire che in Giappone ci sono stati attentati musulmani? La soluzione a tale domanda è tanto semplice, quanto efficace: il Giappone è semplicemente chiuso ai musulmani, non nel senso che sono banditi, ma che il numero di permessi date alle persone provenienti dai Paesi islamici è molto basso.”

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