Geopolitica – “Il mistero s’infittisce, la trama s’ingarbuglia”

Sembra che più le cose si stiano chiarendo più le persone caschino nelle trappole ideologico-propagandistiche. Eppure dovremmo ormai essere tutti ampiamente vaccinati e capaci di opporre a mo’ di riflesso condizionato un dubbio sistematico di fronte alle informazioni mainstream (includendo nelle fonti mainstream anche Amnesty International, Medici Senza Frontiere, e OCG – Organizzazioni Cripto Governative – similari).

Donald Trump è stato forse la prima persona in assoluto a dichiarare di non credere alla faccenda delle Torri Gemelle. Se non mi sbaglio lo fece il giorno stesso o il giorno dopo, dopo aver sentito i suoi ingegneri e i suoi architetti.

Donald Trump è un personaggio destinato a sorprendere. Dietro a lui c’è evidentemente un gruppo di strateghi (che in buona parte non conosciamo o conosciamo poco) le cui decisioni saranno attuate da The Donald con la sua ormai conosciuta spregiudicatezza. Come ha ricordato Pierluigi Fagan alla presentazione del suo libro che abbiamo tenuto ieri sera a Roma, dietro a Trump ci sono i geostrateghi delle grandi compagnie petrolifere. Dato che queste compagnie fanno investimenti miliardari a 50 anni su tutto il pianeta (si pensi solo alle pipeline che attraversano molti stati, alcuni dei quali potenzialmente in conflitto tra loro dato che la logica classica delle alleanze è “non col mio vicino ma col vicino del mio vicino”), in esse operano studi di geostrategia tra i più preparati e agguerriti del mondo.

Un esempio di sorpresa trumpiana: ha escluso dal Consiglio per la Sicurezza Nazionale la CIA! Alzata immediata di scudi dei clintonoidi (democatici e repubblicani). Così Trump ha dovuto emendarlo. Evidentemente sta soppesando le forze in campo. Ora, è così di destra mandare affanculo la CIA? E’ così di destra proibirle i regime change e le uccisioni clandestine? Quante donne nel mondo saranno salvate se queste proibizioni diventeranno effettive? Io penso, a conti fatti, molte centinaia di migliaia. Contano meno del linguaggio da goliarda stagionato di Donald Trump? Per le “pussy-hot” evidentemente sì. L’identitarismo ideologico – di ogni tipo – genera mostri.

Passiamo ad alcune notizie di giornata.

1) L’Esercito Arabo Siriano ha tagliato la strada tra al-Bab e al-Raqqa, isolando così le due città tenute dall’ISIS. Però non intende entrare ad al-Bab per un motivo che può sorprendere. Perché, cioè, ha stabilito con l’esercito turco e l’Esercito Siriano Libero che opera con esso, una linea di demarcazione per le rispettive operazioni. Vedremo gli sviluppi per cercare di capire che cosa significa questo accordo.

2) Le milizie curde, FDS, sono a soli 5 km a Nord di al-Raqqa. Le forze siriane si avvicinano sempre di più da Sud. I Russi si sono lasciati scappare che i loro aerei bombardano l’ISIS assieme a quelli statunitensi. Gli USA hanno smentito, ma pare che sia vero. Mi chiedo se l’FDS ha veramente intenzione di entrare ad al-Raqqa. Io un po’ di dubbi in proposito ce li ho. Nel frattempo la Russia sta mediando tra i Curdi e i Siriani. Mi immagino che il futuro di al-Raqqa dipenderà anche da queste negoziazioni (ricordo che a-Raqqa è una città araba, non curda).

3) Gli USA continuano ad aumentare la loro presenza militare in Iraq. Ufficialmente in funzione anti iraniana. Che vuol dire? Io dico subito che escludo una guerra degli USA contro l’Iran. Tutti sanno che, per lo meno politicamente, ne uscirebbero a pezzi minutissimi. La mia ipotesi è che Trump vuole riparare agli errori commessi dai suoi predecessori che hanno praticamente aperto l’Iraq all’influenza iraniana. Ma qual è allora il piano da quelle lande? L’ipotesi corrente è che l’ostilità dichiarata verso la Cina e l’Iran sia dettata dall’obiettivo di bloccare le nuove Vie della Seta. Io invece propendo per un’altra ipotesi. Gli USA vogliono far vedere che potrebbero ostacolare le nuove Vie della Seta per negoziare da posizioni di forza il proprio ruolo economico e geostrategico in quelle stesse vie. Nota: dopo il passo malizioso verso Taiwan, Trump si è incontrato festoso con Jack Ma (Alibaba) e si è messo a colloquiare in modo molto rilassato con Xi Jinping.

Finisco col Donbass. A quanto sembra Poroshenko manda gli squadroni della morte nazisti a fare le vigliaccate nel Donbass, come i bombardamenti pesanti delle ultime settimane, non l’esercito regolare. Tra l’altro sa benissimo che mentre i coscritti ucraini sono trattati dagli eserciti delle repubbliche del Donbass secondo la Convenzione di Ginevra (e spesso rimandati a casa) quando i volontari dei battaglioni nazisti vengono catturati non se la passano per niente bene. C’è chi dice che sia un modo per sbarazzarsi dell’opposizione di estrema destra (Settore Destro, etc). Se vincono (cosa solitamente improbabile) si becca la gloria. Se perdono (cosa usuale), Poroshenko si frega le mani e ne fa dei martiri uccisi dai cattivi russi.
Fatto sta che da due giorni i bombardamenti ucraini sulle città del Donbass si sono quasi fermati. Ordine dagli USA? Chissà. Se gli accordi di Minsk 2 saranno rispettati e se si arriva alla pace rimane l’interessante problema della ricostruzione. La Russia non ha le risorse per occuparsi del Donbass. Gli Usa non intendono occuparsi dell’Ucraina. Come ben si sa, Putin vorrebbe un’Ucraina federale ma unita e investire del problema della ricostruzione una “joint venture” russo-europea (in particolare la Germania). Ciò porterebbe allo scenario che ho descritto nel mio piccolo saggio “America anno zero”: l’Ucraina come ponte tra Russia e Europa (che per altro è quello che si augura Kissinger).

Piotr

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Commento – integrazione di Marco Bracci: “Sono sempre più convinto che il mondo è solo ed esclusivamente un teatrino, macabro, ma pur sempre un teatrino.
Perché? Perché ritengo che i vari presidenti, re, ministri ecc. di turno altro non siano che i burattini di un burattinaio spietato, che fa finta che siano uno contro l’altro o che si amino alla follia, secondo quanto gli conviene in quel momento, solo per poter raggiungere i suoi scopi.
Trump apre alla Russia, i suoi aprono alla NATO. Dichiara che l’attentato alle T. Gemelle è opera di casa sua e poi crea scompiglio con l’Iran chiudendo le frontiere.
Ratzinger fa affermazioni su Maometto e rischia la 3a guerra mondiale mentre Bergoglio raduna tutti i capi religiosi mondiali. Bergoglio denuncia la corruzione presente anche in Vaticano, dichiara di risanare lo IOR, ma poi elimina solo i conti correnti dormienti da anni e per il resto lascia tutto come prima, e via dicendo.
Lo scopo è distrarre e intanto, in mezzo allo sconcerto dell’umanità, avvicinarsi sempre più alla meta: la guerra dei popoli quale mezzo estremo di ottenere la distruzione della Creazione, dal momento che il burattinaio sa che sta perdendo su tutti fronti (avvento dell’animalismo e conseguente veganesimo, crollo della fiducia nella medicina ufficiale – vedi calo delle vaccinazioni e aumento dell’uso della naturopatia, ….), finora capisaldi dell’anticristo.” (M.B.)

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Integrazione de Il Faro: “Israele e non l’Iran è un pericolo per il mondo – Scrive Il Faro: “Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Bahram Qassemi respinge le accuse statunitensi e israeliani contro il programma nucleare del Paese come priva di fondamento. Qassemi afferma che l’arsenale nucleare del regime israeliano rappresenta la più grande minaccia per la pace e la sicurezza della regione e del mondo. I commenti arrivano dopo l’incontro a Washington tra il presidente americano Donald Trump e il primo ministro israeliano Netanyahu, in cui sono state rinnovate le critiche sul programma nucleare iraniano e sull’accordo nucleare. Qassemi ha osservato che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha più volte confermato la natura pacifica del programma nucleare iraniano. Il funzionario iraniano ha osservato che Israele accusa l’Iran, ma non rispetta la legge e i regolamenti internazionali in quanto mantiene centinaia di testate nucleari nei suoi arsenali.”

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Scrive Leftist Critic a integrazione dell’articolo summenzionato: “Nei giorni scorsi la politica statunitense sembrava un film di Hollywood, tranne che è vera ed ha conseguenze reali. Dopo che il Generale Mike Flynn è stato estromesso dall’incarico nella Sicurezza Nazionale per aver osato parlare con i russi, eventualmente delle sanzioni, ma anche forse delle tensioni russofobe che politici e media compiacenti hanno acuito. Una domanda a cui rispondere è quanto sia “pro-Russia” l’amministrazione Trump?” – Continua: https://aurorasito.wordpress.com/2017/02/17/trump-e-i-ruski/

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