IL PERFIDO INVITO A CHIEDERE AIUTI ALL’ ESM – Il governo si prepara ad impiccare gli italiani con un nuovo debito salvabanche?

La crisi finanziaria del sud-est asiatico (Indonesia, Tainlandia, Corea del Sud) del 97 è stata l’esempio più lampante della disumana strategia noeliberista.

In occasione della crisi del Sud-Est asiatico del ‘97 Joseph Stiglitz, ex vicepresidente della Banca Mondiale, criticò aspramente il FMI, reo di aver versato ingenti somme nelle casse dei paesi in difficoltà con l’unico scopo di rimborsare le banche creditrici occidentali.

È esattamente quello che Schauble ha fatto con la Grecia per finanziare la banche tedesche e francesi. Anche l’aiuto per decine di miliardi (non so se 50 o 100) alle casse di risparmio spagnole rientra in questa strategia.
Joseph Stiglitz denunciò anche l’utilizzo di una elevata volatilità dei capitali esteri (i finanziatori – Daewoo finì acquisita dalla GM) in paesi con alti tassi di risparmio (noi italiani siamo fortissimi risparmiatori).
Corre voce che l’establishment mondiale (che poi coincide con l’alta finanza) fosse preoccupato da un sano sviluppo dell’est asiatico capace di ridurre la povertà, di produrre una equa distribuzione del reddito, basato su un clima di partecipazione costruttiva al raggiungimento degli obiettivi che rifiutava il modello americano delle privatizzazioni sovvenzionando, invece, le imprese strategiche per l’interesse del paese.

I governi asiatici avevano rifiutato la liberalizzazione del mercato finanziario e dei capitali.
Per imporre gli interessi dell’alta finanza il FMI erano richieste la famose “riforme strutturali”, quella sempre in bocca al nostro Renzi, che avvantaggiavano la speculazione dei creditori esteri. Furono applicati ai governi tassi addirittura del 25%, con punte del 40%, che avrebbero ucciso un toro, figurarsi aziende indebolite da una forte crisi economica (non mi si dica che questo non è USURA a tutti gli effetti).

Anche l’Italia in questi ultimi 10 anni è stata indebolita in maniera decisiva. La multinazionale Italcementi è crollata per mancanza di domanda interna ed è stata costretta a farsi fagocitare, come accadde alla Daewoo, dal colosso tedesco HeidelbergCement.

Per questi motivi le voci su una richiesta di aiuto al FMI preoccupano. A parte il fatto che il debito italiano è elevato ma non è fuori controllo, a parte il fatto che il debito è, di per sé, qualcosa di molto aleatorio in un mondo dove non si è capito bene chi stampa il denaro, quello che disturba è la sfrontatezza dei tedeschi che, all’indomani della vittoria del NO, invitano a chiedere aiuti all’ESM (fondo europeo salva-stati), che equivale, in soldoni, a metterci la troika in casa. La voce è quella di Volker Wieland, collaboratore della Merkel e vicinissimo a Schauble.

Fatto sta che i risparmi degli italiani fanno gola ai voraci squali della finanza internazionale, e credo sia giunto il momento di invertire i nostri comportamenti, imponendo punti di vista più seri e intelligenti, per salvare un capitalismo che sembra avviato al suicidio. Consideriamo che la crisi del MPS non è isolata (Giulio Sapelli parla di un’altra banca con buco di 18 miliardi), e che, come ho detto all’inizio, la Germania non ha guardato in faccia a nessuno quando ha preteso di aiutare a piacimento le proprie banche, anche alla faccia del popolo greco.

Giorgio Mauri

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