En defensa de la Democracia en Italia – Para la reforma constitucional de Renzi, algunos italianos son menos iguales que otros


En defensa de la Democracia en Italia

El Gobierno italiano impulsa una reforma de la Constitución que le fue “sugerida” por la banca JPMorgan. Como en el Parlamento no alcanzó la mayoría necesaria para aprobarla, ha tenido que llamar a un referéndum constitucional. Así, ahora somos los ciudadanos, tanto en Italia como en el extranjero, los que tomaremos la decisión. Ya están llegando por correo las boletas por el SI o el NO a la casa de cada italoargentino.

Esta reforma, junto a la modificación de la Ley Electoral que también lleva adelante el Gobierno, posibilitaría la concentración del poder político en muy pocas manos, que en el contexto actual europeo no tiene otra razón de ser que la de allanar el camino a las políticas de Austeridad y poner mayor distancia entre la gente y sus representantes.

No hace más ágil al Parlamento como declama, arma un Senado de “notables” y los dota de inmunidad, no reduce realmente los costos de la política, suprime de un plumazo las provincias y elimina el organismo encargado de consensuar la legislación económica y social.

A los italianos en el exterior nos deja sin representación en el Senado y hace que nuestro voto no cuente en ballotages ni en la asignación de mayorías parlamentarias.

Los centros mundiales de poder (desde el embajador estadounidense en Italia hasta la Troika europea, pasando por el FMI, la mencionada JP Morgan, el Banco Mundial o la Confederación Industrial italiana) han tomado públicamente partido por el SI.

Los constitucionalistas italianos más prestigiosos, la CGIL (la central de trabajadores italiana más grande), los sectores progresistas incluyendo buena parte del mismo partido de gobierno, los ex partisanos, han optado por el “NO”

italiani sudamericani – italianisudamericani@gmail.com

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Integrazione di Giuseppe Sini:

“PAPPAGONE E DANTE SOTTO LA PENSILINA”. UNA CONVERSAZIONE ALLA FERMATA DEGLI AUTOBUS DI PIAZZALE GRAMSCI A VITERBO

Un piovoso sabato 19 novembre 2016 alla fermata degli autobus di piazzale Gramsci a Viterbo il responsabile del “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani”, Peppe Sini, ha tenuto una conversazione sulle ragioni del No alla riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni.
Di seguito una sintesi degli argomenti svolti (ed in calce alleghiamo due decaloghetti gia’ diffusi nei giorni scorsi).
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1. Alla scuola di Hannah Arendt
Ha scritto una volta Hannah Arendt che “si puo’ sempre dire un si’ o un no”. Ma se passa la riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni per l’elezione di meta’ del parlamento il popolo italiano non potra’ piu’ dire ne’ si’ ne’ no: poiche’ il governo ha deciso che il senato non sara’ piu’ eletto dal popolo italiano.
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per continuare ad avere il diritto di eleggere il Senato della Repubblica.
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2. Alla scuola di Pollicino
La prima regola della persona responsabile e’ di non fare cose di cui non si e’ in grado di valutare le conseguenze. C’e’ un modo di dirlo in latino: “In dubio, contra projectum”; se hai il ragionevole dubbio che una decisione puo’ avere effetti dannosi, quella decisione non prenderla. E’ stato da tutti notato, ad esempio, che la folle modifica dell’articolo 70 della Costituzione rendera’ il processo legislativo un labirinto o un caos, ed aprira’ la via ad infiniti conflitti e contenziosi, con esiti devastanti per la pubblica amministrazione, per la certezza del diritto, per la civile convivenza. La riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni modifica un terzo degli articoli e stravolge l’intera Costituzione repubblicana che dal 1948 ad oggi ha dato buona prova come legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico e presidio delle nostre comuni liberta’.
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre anche in applicazione del principio di precauzione.
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3. Alla scuola dei tre moschettieri
Che invece erano quattro con D’Artagnan. Il governo degli apprendisti stregoni sostiene che con la sua riforma costituzionale golpista modifica solo la seconda parte della Costituzione, ma i cambiamenti introdotti nella seconda parte della Costituzione svuotano e invalidano anche elementi sostanziali della prima parte e gli stessi principi fondamentali che sono i valori supremi del nostro ordinamento giuridico. Cosa resta, ad esempio, del principio affermato all’art. 1 secondo cui “la sovranita’ appartiene al popolo” quando meta’ parlamento, il senato, non viene piu’ eletto dal popolo? quando una minoranza organizzata si appropria con l’Italicum della maggioranza assoluta dei seggi nell’altra meta’ del parlamento, la camera dei deputati?
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per difendere la sovranita’ popolare, i principi fondamentali e i valori supremi della repubblica democratica.
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4. “Famo a fidasse”
Il governo degli apprendisti stregoni ci chiede di votare una riforma costituzionale golpista sulla fiducia che poi faranno delle buone leggi per risolvere i gravi problemi e per colmare le profonde lacune che questa riforma crea per loro stessa ammissione. Ebbene: come si fa a fidarsi di chi ti dice che adesso fa un pastrocchio e poi piu’ in la’ porra’ rimedio? Come si puo’ acconsentire a una cosa cattiva confidando che chi la commette poi ne fara’ una buona per riparare?
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per continuare ad avere come legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico la Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista che fin qui ha garantito la nostra civile convivenza.
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5. Pinocchio in bicicletta
Quando il governo degli apprendisti stregoni dichiara che tanta parte della Costituzione e’ un ferrovecchio da rottamare dimentica che ad essa ha giurato fedelta’; quando il governo degli apprendisti stregoni dichiara che sta lottando contro non meglio definiti “poteri forti” nasconde che di essi esso e’ a tutti gli effetti parte; quando il governo degli apprendisti stregoni pretende di appropriarsi di prerogative che non competono al potere esecutivo viola un principio fondamentale dello stato di diritto, la separazione e il controllo dei poteri; quando il governo degli apprendisti stregoni cerca di trasformare una democrazia parlamentare in un’oligarchia viene meno al suo primo dovere – solennemente giurato entrando in carica; quando il governo degli apprendisti stregoni si rivela fedifrago la sua parola cosa piu’ vale? il suo agire cosa diventa?
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre perche’ cento menzogne non fanno una verita’.
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6. Pappagone e Dante Alighieri
Gli apprendisti stregoni impancatisi a costituenti nella loro forsennata propaganda non trovano di meglio che polemizzare con taluni personaggi talmente screditati che nessuno tranne loro li prenderebbe sul serio. Orbene, nessuno di noi se dovesse discutere sul valore della letteratura italiana prenderebbe a modello Pappagone, ma dovremmo confrontarci con Dante e Leopardi. E quindi tutto il furore polemico dei pretoriani del Si’ contro personaggi screditati delle varie infami ed infime destre eversive eludono la discussione vera, nel merito delle questioni. Invece di discutere con le scempiaggini di vetusti corruttori e giovini nazisti per i cui deliri dovrebbe bastare il 118 o il 113, gli apprendisti stregoni rispondessero alle obiezioni opposte alla riforma golpista da illustri magistrati e giuristi – tra cui presidenti emeriti della stessa Corte Costituzionale -, che con quelle destre ignobili ed eversive non hanno nulla a che vedere.
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per le vere ragioni di merito: difendere la Costituzione repubblicana, difendere la sovranita’ popolare, difendere la democrazia parlamentare, difendere lo stato di diritto basato sulla separazione e il controllo dei poteri.
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7. Attaccare l’asino dove dice il padrone
La riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni e’ stata caldeggiata e sostenuta a spada tratta dal presidente americano (direttamente e tramite ambasciatore), dalle centrali della speculazione finanziaria internazionale (direttamente e tramite i loro agenti ideologici delle agenzie di rating), dagli unghiuti vertici tecnocratici dell’Unione Europea; scilicet: dal mucchio selvaggio del comando imperialista, del capitale finanziario transnazionale e dei loro “comitati d’affari”. Poiche’ per i padroni di oggi e di sempre e’ un affare e una letizia fare a pezzi la Costituzione antifascista scritta da Lelio Basso, da Giuseppe Dossetti, da Ferruccio Parri, da Umberto Terracini e da quanti con loro si batterono contro la dittatura per la liberazione dell’umanita’; per i padroni di oggi e di sempre e’ una gioia e un profitto riuscire a prostituire a loro vantaggio leggi e istituzioni; per chi di tutto fa mercimonio la Costituzione repubblicana e’ un ostacolo intollerabile; per chi trae il suo potere da rapporti di sfruttamento e di dominazione la democrazia e’ un inciampo e l’oligarchia una cuccagna.
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per difendere la Costituzione e la Repubblica dall’assalto dei vampiri e dei barbari.
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8. Il nocciolo della questione
Come e’ stato scritto in un appello nonviolento in difesa del parlamento eletto dal popolo, dello stato di diritto, della democrazia costituzionale: “Il Parlamento, l’istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale. Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il ‘combinato disposto’ della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e’ gia’ detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi’ quella separazione e quell’equilibrio dei poteri che e’ la base dello stato di diritto. Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto”.
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre esattamente per questo: per difendere lo stato di diritto, per difendere la democrazia parlamentare, per difendere la sovranita’ popolare, per difendere la Costituzione repubblicana, per difendere la civile convivenza.
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9. Pour tout vous dire
Quelle citate sopra sono le questioni decisive, per le quali occorre votare No alla riforma golpista del governo degli apprendisti stregoni.
Ma poiche’ callidamente il governo degli apprendisti stregoni condisce la sua pietanza golpista con un contorno di varie spezie, anche del contorno sara’ bene sbrigarsi in due parole:
a) sulla riduzione del numero dei parlamentari: se il fine e’ che decida tutto il governo, di parlamentari ne bastano tre in tutto: due di maggioranza e uno di opposizione, tanto per la forma; se invece il parlamento e’ l’organo legislativo e deve rappresentare la popolazione, allora per il paese “delle cento citta’” due Camere ognuna delle quali possa correggere eventuali errori o abusi commessi dalla maggioranza dei membri dell’altra sono piu’ che opportune, e circa mille parlamentari non sono troppi. Il problema infatti non e’ il numero dei parlamentari: e’ l’attuale scarsa rappresentativita’ ed infima qualita’ di gran parte delle persone candidate dai partiti ed elette da un corpo elettorale che negli ultimi decenni in gran parte e ripetutamente ha espresso il suo voto ubriacato dalla retorica ipnotica degli “uomini della Provvidenza” (e nella storia d’Italia sappiamo cosa ha significato: dittatura, guerre, orrori) e riempie le istituzioni di insipienti cortigiani e di addetti alle basse opere;
b) sul risparmio: si riducano drasticamente gli emolumenti a tutti i parlamentari, a tal fine e’ sufficiente una legge ordinaria;
c) sul rapporto Stato-Regioni: il pateracchio attuale e’ effetto anche della precedente riforma costituzionale fatta in fretta e furia pochi anni fa; qui ed ora la cosa migliore da fare e’ intervenire ove occorra con leggi ordinarie e costruendo il consenso tra le parti, evitando di fare altri danni;
d) sul Cnel: e’ pur vero che fin qui e’ stato prevalentemente un carrozzone, un cimitero degli elefanti, uno sperpero dei pubblici denari; ma con una buona legge ordinaria potrebbe diventare un utile e prestigioso centro studi pubblico ed essere di effettivo contributo all’attivita’ legislativa;
e) di ulteriori scempiaggini: la diversa durata delle Camere, l’appropriazione di poteri da parte dell’esecutivo, la follia dell’elezione del capo dello stato dal settimo scrutinio con la sola “maggioranza dei tre quinti dei votanti” (non dell’assemblea, ma dei soli votanti), eccetera. Come amava dire il nostro vecchio professore di linguistica: “Doukipudonktan” (Raymond Queneau, Zazie dans le metro, incipit).
Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per risparmiarci nuove idiozie e ulteriori scelleraggini.
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10. Sin odio, sin violencia, sin miedo
Ripetiamolo ancora una volta: il 4 dicembre voteremo No alla riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni, e voteremo No con lo stesso motto delle nostre sorelle e dei nostri fratelli cileni che nel 1988 votando No al referendum abbatterono la dittatura di Pinochet: “sin odio, sin violencia, sin miedo”, senza odio, senza violenza, senza paura.
Al referendum del 4 dicembre votiamo No alla riforma costituzionale golpista voluta dal governo degli apprendisti stregoni.
No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.
Senza odio, senza violenza, senza paura.

Il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo

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