Il Cammino del sì. Botta e risposta – Articolo ferragostano, tra le ferie di Augusto e l’ascensione della Madonna

Il cammino del sì, di Olivier Turquet: “Smetti, per la prima volta nella storia, di cercare colpevoli. Tutti sono responsabili di ciò che hanno fatto, ma nessuno è colpevole di quanto è successo.” – L’articolo continua qui:

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“Per Ferragosto, festa pagana dedicata al riposo dell’Imperatore Augusto, corrotta in superstizione dalla festa cattolica dell’Assunzione della Madonna, ci è stato elargito questo sublime campione di ambiguità.

“Smetti, per la prima volta nella storia, di cercare colpevoli. Tutti sono responsabili di ciò che hanno fatto, ma nessuno è colpevole di quanto è successo. Chissà che non si possa dichiarare, in questo giudizio universale: “non ci sono colpevoli” e si stabilisca per ogni essere umano l’obbligo morale di riconciliarsi con il proprio passato”.

Tutti responsabili vale dunque per Obama e per Gheddafi, per Clinton e per Milosevic, per Mussolini e per i partigiani, per Torquemada e Giordano Bruno, per l’Isis-Usa-Curdi e i siriani…… Tutti colpevoli, nessuno colpevole (tranne qualcuno meno colpevole…) E poi:

“In questo momento vedo i sì ed i no espressi dall’umanità con maggiore chiarezza, e ho scelto di appoggiare tutti i piccoli e grandi sì che stanno apparendo, come piccole luci, in ogni angolo del pianeta. Ciò non significa che non veda i mostruosi no fatti di fanatismo, d’ipocrisia, di avidità che tanto fanno soffrire i popoli interi, che condannano al dolore e alla sofferenza migliaia di esseri umani solo per il loro piccolo e stupido tornaconto”.

Ma un minimo di razionalità non ci dovrebbe far chiedere “Sì a chi, a cosa?” “No a chi, a cosa”?

Ho estratto dalla nebulosa qui sotto, apparsa in Pressenza a firma Turquet, questo inno alla deresponsabilizzazione, al volemose bene, ai tarallucci e vino, al cerchiobottismo, al depistaggio dalla storia del mondo, cioè dalla lotta di classe. Ditemi pure che accendo polemiche, che rompo fronti unitari.
Meglio sempre polemici che ignavi. Messaggio orribile, complice. Consociativismo d’accatto.
Unitari una minchia.

E, a parte questo, non vi pare, a essere neppure maliziosi, un soffietto neanche tanto subliminale al SI che incombe per fotterci tutti? E un anatema a chi contro il sì che ci domina e ci manipola, aliena, stermina, riesce ancora a gridare NO, condizione di sopravvivenza dell’umanità nella temperie attuale in cui ci si rade al suolo con l’eterno “sanno dire solo no” sparato dai Si delle Grandi Opere, delle guerre umanitarie, della devastazione ambientale, delle Olimpiadi, del TAV, del MUOS, delle stepchild adoption, della tecnologia che, uccidendola, col virtuale allargherebbe la realtà….

Qualcuno mi risponderà che di questa cianfrusaglia umanitaristica non ho capito una mazza.

Per forza. Visto che ha capito che ho capito.
A volte i “re”, anche quelli dello spettacolo dei pupi, si denudano da soli” (Fulvio)

Risposta di Olivier: “Grazie a Fulvio per questa interpretazione del mio Verbo.
L’esegesi è una attività preziosa.
Credo che qualunque cosa io dica Fulvio riuscirà a interpretarla come gli pare a lui.
Questa è una normale attività della coscienza, peraltro inevitabile.
Il problema è che io credo nella libertà di opinione e nel diritto di critica.
Lui invece difetta un pochino nel senso del ridicolo.
Il ferragosto, per la cronaca, è una probabile antichissima festa delle luci. A noi sono restati i fuochi d’artificio. Prestati dai cinesi. – Buone cose…”

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“E’ sempre difficile giudicare.

La bussola per non perdersi e’ essere sinceri e coerenti con se stessi, senza essere accomodandi se non lo si e’. Senza essere spavaldi se non lo si e’.

Questo vale per tutti, per Fulvo, Olivier e vale per me.

Insomma la polemica e’ fisiologica in politica. I modi giusti per farla non si trovano mai.

Il disinteresse personale e il rispetto, ma ognuno ha un suo metro, dell’ altro sono le condizioni necessarie e non sufficienti per litigare e discutere in modo utile.” (Marco Palombo)

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