Conflitto tra Turchia e Russia al confine con la Siria – Il parere del Partito Comunista Turco

turchia

“Noi non abbiamo mire sulla terra di nessun altro paese. Dopo i reiterati avvertimenti, secondo le regole di ingaggio e malgrado tutto, è nostro diritto e dovere internazionale intraprendere qualsiasi misura contro chiunque violi le nostre frontiere aeree o terrestri”. (Primo ministro, Ahmet Davutoğlu)

La risposta dei comunisti: “voi siete la maggiore minaccia”

Questo paese, la Turchia, è governato da una banda criminale, irragionevole, irrazionale e immorale. Oggi per l’ennesima volta, ne siamo stati testimoni.

I confini meridionali della Turchia sono sotto grave violazione. Attraversano queste frontiere bande dell’ISIS, convogli petroliferi per finanziare la nera ferocia islamista, la famiglia Erdogan; passano squadre jihadiste che trovano compensi nelle nostre città; passano unità dinamitarde per far saltare in aria le piazze delle nostre città; passano jihadisti psicopatici feriti per farsi curare nei nostri ospedali… E il primo ministro blatera su “chi viola le nostre frontiere aeree e terrestri”.

Tutti i funzionari statali sono stati mobilitati in Turchia, dal più alto fino ai governatori distrettuali, per espandere la guerra e i massacri in atto nel nostro paese vicino, la Siria. E il primo ministro afferma spudoratamente di non avere “mire sulla terra di nessun altro paese”.

Il nostro paese è davvero sotto una grande minaccia.

Questa minaccia è posta dalla coalizione reazionaria che ritiene di fare “politica estera” facendo della Turchia il guardiano delle bande islamiste e che immagina che trascinare il paese da un’avventura all’altra sia uno spettacolo di sovranità. La minaccia più grande che dobbiamo affrontare è questa coalizione dell’AKP, associata a ISIS, agli sceicchi arabi, ad Al Qaeda e numerosi servizi di intelligence.

Pertanto è irrilevante se l’aereo russo abbia violato i nostri confini oppure no; se la NATO, che tiene in pugno la banda reazionaria al governo del nostro paese, abbia avuto un ruolo o abbia approvato questo attacco oppure no, se lascia solo Erdogan oppure no. Se Putin, agendo secondo i suoi piani e interessi sia davvero emancipatore dei popoli della regione o no, anche questo non ha importanza.

Ciò che è importante è il diritto del popolo siriano e la sua legittimità politica di proteggersi dal terrore islamico.

Ciò che è importante è il diritto del nostro popolo di sbarazzarsi dei guerrafondai e delle bande tracotanti.

Ciò che è importante è, nella lotta contro l’imperialismo e la reazione, cambiare l’ordine di questo sistema.

La minaccia è evidente. Il modo per sconfiggerla, è anche evidente.

Partito Comunista, Turchia

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Commento di Valeria Sonda: “La Turchia ha avuto una pessima ispirazione nell’abbattere un aereo russo che era entrato per 17 secondi nel suo spazio aereo. L’operazione che era stata concepita per far capire alla Russia che non dovrebbe interferire nella Terza Guerra di Siria – destinata a creare uno stato coloniale nel nord del paese e a trasferirvi i curdi della Turchia – ha avuto l’effetto contrario…”

Commento di P.D.: “Sia chiaro: la Turchia è membro della NATO e nostro alleato, ha detto Obama a Parigi a margine del vertice sul clima. Le prove (schiaccianti) portate da Mosca che Erdogan e famiglia trafficano il petrolio di DAESH? “Totalmente assurde”, ha risposto Steve Warren, portavoce del Pentagono. Ha deciso di posizionare batterie di Patriot al confine tra Turchia e Siria, come voleva Erdogan (e non aveva finora ottenuto)…”

Commento di Fulvio: “Ciò di cui bisogna tener conto è che non c’è una direzione granitica e unitaria negli Usa. Ci sono essenzialmente due fazioni in competizione: Obama con gran parte dell’economia produttiva e le banche; i repubblicani con Cia, Pentagono, complesso militar-industriale. Queste due fazioni, che hanno i rispettivi alleati europei, agiscono spesso di conserva e spesso no. L’ipotesi per me più credibile è che l’abbattimento del Su-24 sia stata un’iniziativa o imposta, o tollerata dalla fazione Obama.”

Commento di Manlio Dinucci: “Resto dell’idea che dietro ci sia sempre la mano degli Stati uniti e della Nato, che invece non vengono presi in considerazione attribuendo la decisione di abbattere il caccia russo solo a Erdogan, che avrebbe addirittura scavalcato Usa e Nato  per ragioni personali di potere. Consiglio di rileggere la sequenza delle date dal siluramento del South Stream all’abbattimento del caccia russo.  La stessa mia analisi la fa Michel Chossudosky,. Con la differenza che, mentre Michel scrive che “the Turkish Stream is dead”, nel mio articolo non si da per scontato: “Il 16 novembre Mosca e Ankara annunciavano, invece, prossimi colloqui governativi per varare il Turkish Stream, con una portata superiore a quella del maggiore gasdotto attraverso l’Ucraina. Otto giorni dopo, l’abbattimento del caccia russo provocava il blocco, se non la cancellazione, del progetto. Sicuramente a Washington hanno brindato al nuovo successo.”

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