Nuovo Partito Comunista Italiano: “Sullo stato d’emergenza instaurato nei paesi europei e la nostra lotta”

La Voce 50

Riflessioni

Le reazioni agli attentati compiuti in Francia nei giorni scorsi hanno una volta ancora confermato che in politica la sinistra borghese è il braccio sinistro della borghesia imperialista e del suo clero. Essa si è spesa principalmente nel diabolizzare gli autori degli “attentati terroristici”, quindi nell’assecondare se non promuovere e organizzare l’aggregazione delle masse popolari attorno alle autorità dei paesi imperialisti in nome della “guerra al terrorismo”, aggregazione che è l’obiettivo che i gruppi imperialisti si ripromettono di raggiungere grazie agli attentati.

Noi comunisti invece promuoviamo la lotta delle masse popolari contro i gruppi imperialisti europei, americani e sionisti: essi sono i responsabili dei mali che affliggono le masse popolari dei paesi imperialisti e sono ancora essi che nei paesi arabi e musulmani, come negli altri paesi oppressi, hanno promosso e promuovono la guerra, la devastazione, l’emigrazione. I gruppi imperialisti e le loro autorità sono i nemici dell’umanità.
Dobbiamo quindi combattere l’influenza ideologica della sinistra borghese sulle masse popolari con tanta più forza quanto più per promuovere la rivoluzione socialista cerchiamo con la linea del Governo di Blocco Popolare (GBP) di sfruttare il prestigio e il seguito di cui la sinistra borghese ancora gode presso le masse popolari del nostro paese.

Negli attentati compiuti in Francia e nello stato d’emergenza instaurato di fatto da vari governi europei, ivi compreso il governo della Repubblica Pontificia, si combinano vari componenti:
1. il contrattacco portato nei paesi imperialisti dai gruppi e dagli organismi che sono alla testa della resistenza delle masse popolari dei paesi arabi e musulmani all’attacco sferrato dalle potenze imperialiste,
2. operazioni pilotate dai gruppi imperialisti americani contro l’UE franco-tedesca per conservare la loro dominazione economica, finanziaria e politica sul mondo,
3. operazioni dei gruppi imperialisti franco-tedeschi per portare a un livello superiore la loro lotta per strappare la dominazione sul mondo ai gruppi imperialisti americani.
Per un’analisi generale della combinazione di questi tre componenti rimandiamo agli articoli La rivoluzione democratica antimperialista dei paesi arabi e musulmani (La Voce 16, marzo 2004) e Viva la vittoria di Hamas in Palestina (La Voce 22, marzo 2006).
È impossibile invece delimitare già oggi in dettaglio il ruolo dei tre componenti negli attentati dei giorni scorsi. Le relazioni internazionali e la politica seguita da ognuno degli Stati borghesi è talmente intrisa di losche e criminali manovre e di menzogne e il movimento comunista è ancora così debole che chi vuole ricostruire i dettagli degli avvenimenti si perde in mille congetture e trova buoni argomenti per ognuna. Cosa che già di per se stessa dimostra quanto sia menzognera la propaganda che esisterebbero ancora una qualche direzione o almeno controllo democratici della condotta degli Stati dei paesi imperialisti. In realtà i gruppi imperialisti sempre più escludono le masse popolari dal teatrino della politica borghese per impedire che uno di essi ne approfitti nella lotta contro gli altri, stante che la lotta tra loro diventa sempre più aspra. Della democrazia borghese sopravvive solo il fatto strutturale che ogni governo deve procurarsi un qualche seguito e consenso tra la popolazione per la politica che conduce e quindi ricorre a operazioni di manipolazione e intossicazione di ogni genere. Fatto che è un indice della debolezza del potere della borghesia imperialista. Comanda non perché essa è forte di una sua egemonia sulla massa della popolazione grazie al corso delle cose che promuove, ma riesce ancora a comandare perché le masse popolari non hanno ancora dispiegato su scala sufficiente la loro forza, in altre parole per la debolezza del movimento comunista.

Quale che sia nel concreto e in dettaglio la combinazione dei tre componenti, gli avvenimenti delle ultime settimane potrebbero essere il segnale di una trasformazione importante nel sistema delle relazioni internazionali. Se questa svolta fosse confermata, cambierebbero le condizioni in cui si svolge la lotta di classe nei paesi imperialisti, ivi compreso il nostro. Noi comunisti italiani dovremmo prenderne atto e cambiare la nostra linea politica che oggi consiste nel creare le condizioni della costituzione del Governo di Blocco Popolare. Proprio per attuare senza riserve questa linea, per non farne una frase vuota, dobbiamo quindi capire le condizioni a cui essa è connessa.

La concezione comunista del mondo esige da noi una considerazione esatta e oggettivamente fondata (quindi verificabile da tutti quelli che si applicano a farlo) dei rapporti tra le classi e delle particolarità specifiche di ogni momento storico. Il comunista non deve mai abbandonare il solido terreno dell’analisi dei rapporti di classe. Questo è assolutamente indispensabile per una linea politica e una condotta scientificamente fondate. Il (nuovo)PCI fin dalla sua costituzione ha cercato di attenersi a questo principio. Per noi il marxismo-leninismo-maoismo non è un dogma, ma guida per l’azione. Quando nella pratica sono ancora possibili due strade, non bisogna adottare una linea politica e una condotta che vanno bene solo se il corso reale delle cose imbocca una delle due strade che invece sono ancora entrambe possibili. Al contrario bisogna darsi una linea politica e adottare una condotta che indirizzano il corso delle cose su quella delle due strade che va meglio per noi, sulla strada più diretta verso l’instaurazione del socialismo: questa oggi è la linea del GBP. Il socialismo è infatti in definitiva la soluzione che l’umanità può e deve dare ai mali di cui oggi soffre, il comunismo è il futuro di cui essa è gravida: i suoi mali presenti sono i dolori del parto. Chi non è convinto di questo, non deve cercare obiettivi nelle tendenze del momento, ma deve ristudiare la logica della storia dell’umanità e le leggi della società borghese che i fondatori della concezione comunista del mondo e i loro continuatori (Lenin, Stalin, Mao Tse-tung) hanno scoperto e illustrato. L’impotenza della sinistra borghese in politica deriva dal suo rifiuto di questo studio: essa si affida alle impressioni e aspirazioni del momento.

Quali sono oggi i fatti oggettivi, rigorosamente accertati e verificabili, sulla base dei quali il partito comunista deve orientarsi per determinare obiettivi e forme della sua azione?
La sostanza delle relazioni politiche internazionali da trenta anni a questa parte è che, esaurita la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale, la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti (CI) sovverte e colpisce su scala crescente ogni Stato che non si piega alla sua volontà e che non apre le frontiere alle sue scorrerie, ai suoi traffici, ai suoi affari e alle sue sopraffazioni (il crollo dell’Unione Sovietica e delle democrazie popolari dell’Europa Orientale, la colonizzazione della Palestina, la distruzione degli Stati in Iraq, in Somalia, in Libia e in Siria, l’emigrazione di massa e le vicende dell’America Latina mostrano che i gruppi imperialisti non hanno alcun scrupolo e ritegno). Tutti i gruppi imperialisti hanno bisogno di fare traffici e affari nei paesi oppressi, di aprire miniere, di installare piantagioni, di “ripulire” la terra dalle popolazioni che ci abitano, di delocalizzarvi aziende, di imporre opere pubbliche e altre operazioni speculative, di vendere armi, di fare investimenti. Non ne possono fare a meno, non potrebbero valorizzare altrimenti il capitale che hanno accumulato, si fanno perfino la guerra tra di loro perché ogni gruppo deve valorizzare il suo capitale. Per i gruppi imperialisti il caos è meglio di uno Stato che rifiuta di obbedire e piegarsi, dal momento che sostituire gli Stati disobbedienti con Stati obbedienti e sottomessi si rivela un’illusione. Essi suscitano e armano ribellioni facendo in ogni paese borghese o semifeudale leva sui mille buoni motivi di ribellione che in ogni paese ha l’una o l’altra parte delle masse popolari oppresse dalla classe dominante. Ma regolarmente i capi e gli eserciti di queste ribellioni prima o poi si rivoltano contro i gruppi imperialisti che li hanno allevati, tanto è insopportabile dalle masse in rivolta l’ordine che i gruppi imperialisti vorrebbero imporre. È un ordine che va sempre più a pezzi perfino negli stessi paesi imperialisti, benché qui una parte importante della popolazione goda ancora di quel che resta delle conquiste di civiltà e di benessere che le masse popolari avevano strappato alla borghesia nella prima parte del secolo scorso sulla scia della prima ondata della rivoluzione proletaria suscitata nel mondo dalla vittoria della rivoluzione in Russia nel 1917.
L’umanità è afflitta da un’epidemia. La sua natura alle masse popolari appare misteriosa perché le classi dominanti nascondono con ogni mezzo la sua natura e la sua causa e il movimento comunista è ancora troppo debole per mostrarle su grande scala alle masse popolari. La malattia è la sopravvivenza del capitalismo e del sistema imperialista a cui i capitalisti hanno nuovamente sottomesso tutto il mondo approfittando dell’esaurimento della prima ondata. Per questa epidemia la sola cura è la rivoluzione socialista. Ma questa cura se la possono somministrare solo le masse popolari mobilitate e guidate dal movimento comunista e oggi il movimento comunista sta ancora riprendendosi dai suoi limiti che hanno causato l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria. La Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e il suo clero, in particolare il clero della Chiesa Cattolica che della CI è un pilastro, hanno ancora la libertà d’azione che si sono ripresi all’incirca quattro decenni fa e i risultati si vedono. La catastrofe in cui la borghesia imperialista e il suo clero sprofondano il mondo, spinge alla rinascita del movimento comunista, ma non è il fattore decisivo. Il fattore decisivo è che i comunisti capiscano e superino i limiti della loro comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta delle classi sfruttate e dei popoli oppressi. Sono i limiti a causa dei quali la prima ondata si è esaurita anziché instaurare il socialismo nei paesi imperialisti e condurre a compimento la rivoluzione di nuova democrazia nei paesi coloniali e semicoloniali. I comunisti devono superare quei limiti e fare della superiore comprensione raggiunta un’arma per mobilitare le masse popolari in una nuova ondata rivoluzionaria.
Chi cerca di porre fine alla guerra predicando la pace senza eliminare il capitalismo, si agita senza raggiungere l’obiettivo che si propone e inganna le masse popolari. I risultati della grande mobilitazione mondiale del 2003 contro la guerra che gli imperialisti USA hanno poi lanciato in Iraq, scoraggiano ancora oggi da mobilitazioni inconcludenti. Chi cerca di porre fine all’inquinamento ambientale e alla devastazione della Terra predicando le mille soluzioni tecniche, le iniziative di nicchia e la buona volontà senza eliminare il capitalismo, non raggiunge il suo obiettivo e inganna le masse popolari: le assemblee dei potenti della terra si succedono di anno in anno, siamo alla vigilia di COP 21, senza risultati. Chi cerca di migliorare le condizioni delle masse popolari reclamando rimedi dai gruppi imperialisti e dalla loro autorità disperde forze e risorse e inganna le masse popolari. La guerra, la devastazione della Terra, l’emigrazione di milioni di uomini, donne e bambini, la disoccupazione, la precarietà, la miseria, l’abbrutimento e la disgregazione della società emanano dal capitalismo morente come il fetore emana da un cadavere in putrefazione.
Solo se concorrono a suscitare una nuova ondata di rivoluzioni socialiste e di rivoluzioni di nuova democrazia le mobilitazioni promosse a fronte delle singole emergenze hanno un ruolo positivo. Promuovere la rinascita del movimento comunista è in definitiva l’unico modo realistico di lottare contro la politica di devastazione sociale e ambientale e di guerra che la Comunità Internazionale impone nel mondo. Impediremo che i gruppi reazionari, che nei paesi oppressi dirigono le masse popolari che si rivoltano contro l’invasione e l’oppressione dei paesi imperialisti, portino a loro modo la guerra nei paesi imperialisti, solo se qui si svilupperà la rivoluzione socialista. Allora anche nei paesi oppressi si svilupperà nuovamente la rivoluzione di nuova democrazia e cesserà la direzione dei gruppi reazionari che oggi sono alla testa della lotta delle masse popolari contro l’ordine che i gruppi imperialisti vorrebbero imporre e sono in larga misura da questi manipolati e usati nelle guerre intestine che oppongono i gruppi imperialisti tra loro. Allora le masse popolari di tutto il mondo si uniranno nuovamente in uno sforzo comune per creare l’umanità del futuro. Anzitutto creeranno un’unione internazionale tra i paesi fondata sulla solidarietà e sulla collaborazione.

In questo momento due sono le strade ancora aperte di fronte alle masse popolari dei paesi imperialisti. Quale delle due esse imboccheranno dipende da quello che noi comunisti facciamo oggi, da quanto efficacemente lavoriamo alla rinascita del movimento comunista: e l’efficacia del nostro lavoro più ancora che dalla nostra dedizione alla causa dipende da quanto assimiliamo e usiamo il materialismo dialettico come metodo di conoscenza e come metodo d’azione.
Una strada è che il movimento comunista rinasca abbastanza rapidamente nei paesi imperialisti e sviluppi la rivoluzione socialista portando le masse popolari a far fronte alla crisi del capitalismo fino a instaurare il socialismo.
L’altra strada è che la borghesia imperialista e il suo clero mantengano ancora a lungo il potere nei paesi imperialisti. In questo caso la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti continuerà a imporre sul terreno economico, ambientale, culturale e delle relazioni internazionali l’attuale catastrofico corso delle cose e la guerra inevitabilmente si estenderà anche ai paesi imperialisti e in questi paesi per un certo periodo prevarrà la mobilitazione reazionaria delle masse popolari.
Finché queste due strade sono entrambe possibili, noi comunisti dobbiamo tener conto di entrambe e lottare con tutte le nostre forze perché prevalga la prima tenendo nello stesso tempo conto che anche la seconda è ancora possibile.
Questa è la logica che ci ha portato nel 2008 ad adottare la linea del GBP. Oggi questa linea resta ancora pienamente valida. La sua attuazione, se restano ferme le condizioni che l’hanno determinata, dipende principalmente da noi comunisti e precisamente da quanto assimiliamo e usiamo il materialismo dialettico come metodo per conoscere e come metodo per trasformare il mondo. Per questo il numero 51 di La Voce di prossima pubblicazione sarà prevalentemente dedicato all’assimilazione e all’uso del materialismo dialettico.
Il lavoro che abbiamo fatto e stiamo facendo per creare le condizioni necessarie della costituzione del GBP è anche il miglior lavoro che possiamo fare per far fronte alla eventuale necessità di cambiare linea se il contrattacco delle forze antimperialiste arabe contro i paesi imperialisti si confermerà essere una campagna di lunga durata e su grande scala o se si confermerà che lo scontro tra i gruppi imperialisti americani e i gruppi imperialisti franco-tedeschi è passato a un livello superiore. Ognuno di questi fatti in effetti creerebbe condizioni nuove per la lotta di classe nei paesi imperialisti. In che senso?

Consideriamo il nostro paese. Le masse popolari organizzate (in primo luogo le organizzazioni operaie (OO) costituite nelle aziende capitaliste, in secondo luogo le organizzazioni popolari (OP) costituite nelle aziende pubbliche che producono merci, quelle costituite nelle aziende pubbliche che producono servizi non destinati alla vendita e quelle (territoriali o tematiche) costituite nelle zone d’abitazione) possono fare ingoiare un loro governo d’emergenza, il GBP, ai vertici della Repubblica Pontificia perché questi, benché dispongano di forze armate, non sono preparate a reprimere militarmente su larga scala un vasto movimento popolare di insubordinazione e boicottaggio delle leggi e delle misure del loro governo. Ingoierebbero quindi la costituzione del GBP proponendosi di logorarlo fino a venirne a capo con il concorso del sabotaggio, dell’aggressione economica e della destabilizzazione condotte dall’esterno dalla CI.
Se invece ci fosse la svolta che sopra abbiamo illustrato, si creerebbero per i vertici della Repubblica Pontificia le condizioni per reprimere militarmente e su larga scala le masse popolari organizzate per costituire un loro governo d’emergenza. In questo caso avremmo, in una forma diversa da quelle viste nel passato, la mobilitazione reazionaria delle masse popolari e noi comunisti dovremo conseguentemente cambiare la nostra linea politica. Dovremo abbandonare la linea della costituzione del GBP e adottare una linea adeguata a far fronte alla mobilitazione reazionaria. Il primo aspetto di questa nuova linea sarà far fronte alla adesione alla “guerra contro il terrorismo” da parte di una ampia parte delle masse popolari che tuttavia non sono interessate all’invasione e all’oppressione dei paesi neocoloniali, alla globalizzazione e alla mondializzazione imperialiste ma che anzi sono anch’esse vittime dei dissennati tentativi dei gruppi imperialisti di far sopravvivere il loro sistema di relazioni sociali.
Denunciare senza riserve le responsabilità della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e in particolare, per quanto ci riguarda, dell’accoppiata Bergoglio-Renzi per la diffusione della guerra nel mondo e per l’emigrazione, è quindi oggi un aspetto indispensabile della nostra propaganda!

Gli attentati di Parigi confermano che la guerra lanciata dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti si estende passo dopo passo a tutto il mondo. La canea dei loro propagandisti cerca di far leva sull’orrore di fronte al sangue versato, sulla pietà per le vittime, sulla paura per la minaccia che incombe indiscriminatamente su ognuno di noi, anzi sulle masse popolari più che sui ricchi e sul clero che si proteggono meglio, per alimentare tra le masse popolari il sostegno alla politica di guerra, di devastazione e di morte che i gruppi imperialisti conducono in tutto il mondo e che è la causa diretta degli attentati via via più frequenti nei paesi imperialisti. Incitano contro gli attentatori come se fosse un sacrilegio inatteso e inaudito che le vittime delle guerre imperialiste rispondono con le armi di cui dispongono, gli attentati, ai massacri che gli eserciti imperialisti fanno con i loro bombardieri, i loro droni e i loro missili. Lo scontro tra i gruppi imperialisti americani e i gruppi imperialisti franco-tedeschi per il dominio del mondo è destinato a farsi più teso e aperto. Quale delle due strade imboccheranno le masse popolari del nostro paese non è ancora deciso e quindi noi dobbiamo tener conto che entrambe sono possibili e lottare con decisione perché imbocchino la prima. La decisione presa dal P.CARC nel suo IV Congresso a giugno rafforza la nostra lotta per la costituzione del GBP: per questo l’abbiamo salutata con favore e la sosteniamo.
Creare le condizioni per costituire il Governo di Blocco Popolare oggi nel nostro paese è la linea per avanzare nella rinascita del movimento comunista e nella rivoluzione socialista e pone anche le premesse migliori per far fronte alla mobilitazione reazionaria delle masse popolari se la seconda strada dovesse prevalere.
I comunisti possono e devono creare le condizioni perché la classe operaia, alla testa delle altre classi delle masse popolari, costituisca il Governo di Blocco Popolare facendolo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia e marci verso l’instaurazione del socialismo.
Bisogna costituire Organizzazioni Operaie in ogni azienda capitalista e Organizzazioni Popolari in ogni azienda pubblica (scuola, università, ospedale, ente, unità amministrativa, unità produttiva) e in ogni zona d’abitazione.
Il (nuovo) Partito comunista italiano chiama tutti gli elementi avanzati del nostro paese, in particolare gli operai avanzati, i giovani, le donne e gli immigrati a contribuire a questo compito; chiama i più avanzati ad arruolarsi nelle file del Partito e costituire Comitati di Partito clandestini nelle aziende capitaliste e nelle aziende pubbliche, nelle scuole e nelle università, nelle zone d’abitazione per assimilare la concezione comunista del mondo e imparare ad applicarla concretamente ognuno nella sua situazione particolare. Studiare il Manifesto Programma del Partito è la prima attività di chi si organizza per diventare comunista. Stabilire un contatto clandestino con il Centro del Partito è la seconda. Promuovere la costituzione di OO e OP ed essere il loro retroterra sicuro e lungimirante sul piano ideologico e politico e sul piano organizzativo è la terza.
Avanti compagni, con coraggio e intelligenza! Faremo dell’Italia un nuovo paese socialista!

Nuovo Partito Comunista Italiano – nuovopci@autistici.org

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